Aiutare i pazienti a dimagrire, nuovo approccio al sovrappeso

Aiutare i pazienti a dimagrire, nuovo approccio al sovrappeso

Aiutare i pazienti a dimagrire e mantenere il peso forma senza lavorare alla radice del sovrappeso è difficile, soprattutto a lungo termine. L’imposizione di un regime alimentare o di una dieta di qualsiasi tipo funziona, purtroppo, solo fino a un certo punto.

Sei un biologo nutrizionista, un dietologo o comunque uno specialista impegnato nell’aiutare le persone a raggiungere il proprio peso forma? Quante volte ti è capitato nella tua carriera di ottenere risultati buoni con pazienti che hanno beneficiato delle tue competenze? Spesso, immagino, altrimenti avresti cambiato strategia!

SE DESIDERI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO

 

Quante volte ti è anche capitato che, dopo aver festeggiato insieme al tuo assistito il raggiungimento degli obiettivi, l’hai osservato impotente e dispiaciuto riprendere tutti i chili persi?

Ti è successo spesso di accompagnare una persona che inizialmente era molto motivata e poi man mano ha perso sia la motivazione sia la forza di impegnarsi, con il risultato che la possibilità di raggiungere gli obiettivi prefissati si è allontanata sempre di più?

Se sei un professionista serio, che sostiene con passione le persone nel percorso verso il raggiungimento del peso forma, sai quanto questa situazione può essere frustrante.

Una frustrazione condivisa

La situazione è davvero difficile per le persone che lottano contro i chili di troppo e si sentono sempre in colpa per ciò che mangiano, così come per le persone che sono di cattivo umore per tutto quello che non possono mangiare, piuttosto che per chi si svaluta a causa dell’incapacità di raggiungere gli obiettivi e mantenerli. Un contesto ovviamente molto frustrante anche per il professionista che accompagna i suoi assistiti nel percorso di dimagrimento.

Questo articolo è rivolto proprio a te, che come professionista cerchi strategie per supportare ancora meglio le persone che chiedono il tuo aiuto. Su queste pagine vorrei condividere alcune mie scoperte, per sostenerti nel compito importante che stai svolgendo. Scoprirai che l’integrazione del lavoro emotivo può essere di grande aiuto ai professionisti che si occupano di nutrizione e raggiungimento del peso forma.

Integrare il lavoro emotivo può essere di grande aiuto ai professionisti della nutrizione

Il ruolo della medicina non convenzionale

Negli anni di pratica come medico e terapeuta ho sviluppato un mio metodo, quello della Bioconsapevolezza, che coniuga i saperi provenienti da diverse discipline tra cui la medicina cinese, la Biokinesiologia, la Biopsicogenealogia e le Biocostellazioni. Alla base del metodo ci sono tre principi. Primo: il corpo è competente. Secondo: ogni malattia o sintomo, sovrappeso compreso, è una strategia che mette in atto il corpo per aiutarci e pertanto può essere letto come un messaggio che ci informa di un disagio. Terzo: Ogni ostacolo allo scorrere naturale della Vita crea la necessità di compensare.

La Bioconsapevolezza, tra le altre cose, può essere di grande aiuto per dimagrire, con o senza diete. L’idea che si possa dimagrire senza diete potrebbe farti storcere il naso, ma ti invito a continuare a leggere questo articolo con la mente aperta, potresti scoprire uno strumento utile al tuo lavoro e al benessere dei tuoi pazienti.

Se preferisci approfondire subito puoi leggere il mio libro che ho scritto sull’argomento Peso forma. Puoi trovare molti spunti utili ed esercizi da suggerire ai tuoi pazienti che vogliono dimagrire in modo duraturo.

Dimagrire senza diete è possibile, andando alla radice del sovrappeso

Il sovrappeso non esiste in Natura

Partiamo da un dato di fatto: in Natura non esiste il sovrappeso. Qualsiasi animale, indipendentemente dalla sua biologia, vive al proprio peso forma. Ovviamente sto parlando di animali selvatici, cioè non addomesticati e pesantemente condizionati dall’uomo. Anche noi, in quanto esseri umani, siamo animali: mammiferi come tanti altri. C’è quindi dentro di me, di te, di tutti noi, la capacità di essere al peso forma e di mantenerlo in modo naturale e spontaneo. Perché allora tante persone ingrassano e fanno fatica a dimagrire? Oppure riescono a buttare giù i “chili di troppo” ma poi ne riprendono puntualmente quanti e più di prima? Chi vive questo stress ha dentro di sé una forza che ostacola l’innata capacità di esprimere la forma più naturale del suo corpo.

Chi ingrassa ha dentro di sé una forza che ostacola la forma naturale del suo corpo

Peso forma non significa essere magri

A questo punto vorrei fare una precisazione importante. Non credo affatto che tutti dovremmo essere necessariamente magri e longilinei per stare bene. Salute e magrezza non sono sinonimi. L’esistenza di persone di tutte le forme, in larghezza come in altezza, è una caratteristica meravigliosa della specie a cui apparteniamo. Il mio metodo non tende affatto a fare sì che diventiamo tutti uguali. Piuttosto il contrario: il mio intento è che ognuno trovi il suo peso forma e sia contento e in pace con il proprio corpo.

Il mio intento è che ognuno trovi il suo peso forma e sia contento e in pace con il proprio corpo

Sai perché? Questa pace libera tempo ed energia, da usare per esprimere al meglio i talenti e la creatività di cui si è portatori. A questo proposito ti invito a fare subito una proposta a chiunque entri nel tuo studio…

Smetti di lottare per perdere peso

Per aiutare i pazienti a dimagrire suggerisci loro di smettere di lottare. L’idea di lottare per perdere peso è di per sé controproducente. Mette nella condizione di investire moltissima energia in qualcosa che porta, come risultato, a una perdita. Spesso non ce ne rendiamo conto, ma le parole che usiamo per riferirci alle nostre azioni, e i pensieri che formuliamo quando vogliamo motivarci al raggiungimento di un obiettivo, sono molto potenti.

I termini scelti per parlare a noi stessi condizionano il risultato. Innanzitutto è meglio non pensare di perdere chili. Perdere è di per sé un’espressione con connotazione negativa. Difficilmente si associa a un successo o a un evento portatore di benessere. Se approfondirai il mio approccio scoprirai che in caso di sovrappeso c’è, in sottofondo, un vuoto da colmare. Comprendi quindi che perdere ancora qualcosa è inconcepibile. Ti invito dunque a consigliare ai tuoi pazienti di non usare l’espressione perdere peso. Ci sono tanti altri modi di dire che si possono adottare: si vuole dimagrire, raggiungere il peso forma, guadagnare leggerezza, sbarazzarsi dei chili di troppo, eccetera.

Suggerisco pure di lasciare andare l’idea della lotta, in questo caso. Contro chi lottano i tuoi assistiti? Il corpo è un alleato, non un nemico da combattere. E tu, come professionista della nutrizione, hai un ruolo molto importante. Nell’aiutare i pazienti a dimagrire puoi spiegare loro che il corpo è un amico e che hanno in sé la capacità e la possibilità di raggiungere il proprio peso forma, e di mantenerlo senza per questo fare la fame.

Parole da evitare

Tornando alle parole da usare e a quelle da evitare, per facilitare il raggiungimento degli obiettivi legati al peso forma, fissa con i tuoi assistiti un traguardo in termini di chili e aiutali a visualizzarlo. Ad esempio possono pensare di voler pesare 54 chili, piuttosto che 60 e così via, o di essere una taglia 42 o 44. Avere in mente un obiettivo preciso espresso in termini positivi è di grande aiuto. La nostra parte inconscia lavora sugli obiettivi che ci diamo anche quando consapevolmente non ce ne accorgiamo, perfino mentre dormiamo.

La nostra parte inconscia lavora sugli obiettivi che ci diamo anche quando non ce ne accorgiamo

Aiutare i pazienti a dimagrire: vai al cuore del problema

Una volta in possesso del linguaggio per compiere al meglio il percorso di dimagrimento, vediamo in cosa consiste l’approccio della Bioconsapevolezza al sovrappeso. Il mio metodo consente di andare al cuore del problema, permette cioè di scoprire perché una persona è in sovrappeso.

Non sto parlando del fatto che quella persona mangia troppo o male. Come avrai notato senza comprendere il perché, a volte delle persone mangiano tanto e male e sono magre. L’intento è trovare la ragione profonda dietro al sovrappeso. Perché quel tuo paziente si sveglia in piena notte per svuotare la dispensa? Perché l’altro non riesce a eliminare più neppure un grammo e fa moltissima fatica a seguire il regime alimentare che gli hai consigliato? Ciascuno ha un motivo inconscio per cui non riesce a raggiungere e/o mantenere il peso forma. C’è una ragione profonda, una causa alla radice dei chili in più.

L’alleato di ogni regime alimentare

Eliminata la causa alla base dei chili di troppo, il corpo potrà riacquistare la sua naturale capacità di vivere al proprio peso forma, senza fatica o restrizioni. Per alcune persone che sono state messe a dieta dalla prima infanzia e che hanno perso la fiducia e il contatto con il proprio corpo, è difficile ritrovarsi libere di mangiare quello che vogliono. Vivono un senso di smarrimento. Il tuo sostegno è prezioso per una rieducazione all’alimentazione equilibrata. Qualche conoscenza, dritte, esempi di pasti equilibrati saranno un aiuto per mangiare bene, prediligendo ad esempio frutta e verdura.

Viviamo in società gravate da numerose sovrastrutture. Tanti hanno dimenticato come si ascolta il corpo. Se sapessimo recepire e comprendere i messaggi che il corpo ci invia, sapremmo anche come nutrirci per rispondere alle nostre reali esigenze. Per chi ha dimenticato come farlo, c’è bisogno di un aiuto professionale, di una figura come la tua, che guidi le persone verso una riscoperta dei bisogni reali.

Tanti di noi hanno dimenticato come si ascolta il corpo

Molti uomini e donne, infatti, scelgono alcuni cibi o magari si abbuffano perché hanno freddo, sono tristi o si sentono soli. In questo caso non è il corpo a chiedere quell’alimento ma la mente. Capendolo, è possibile intervenire per soddisfare quei bisogni (che non hanno davvero a che fare con il cibo) in altro modo. Ma torniamo ora alla ricerca della causa profonda dei chili di troppo.

Come si va alla radice del problema?

Per capire come mai una persona non riesce a dimagrire o a mantenere il peso forma è importante conoscere sia la sua storia personale sia quella familiare e genealogica. Dietro i chili di troppo c’è un conflitto interiore. Il problema è che una parte della persona vorrebbe dimagrire ed essere snella mentre un’altra non lo vuole. È quest’ultima parte che spinge a mangiare di più quando lo stomaco è già pieno o che fa sentire addosso una stanchezza tremenda proprio nel momento in cui si dovrebbe fare attività fisica. Per aiutare i pazienti a dimagrire è importante capire questo aspetto cruciale del sovrappeso.

Immagina due cavalli che tirano una carrozza in due direzioni diverse. Questo è quello che accade dentro ai tuoi pazienti (senza che ne siano consapevoli). Una volta individuate le due parti in conflitto, viene la tentazione di eliminare definitivamente quella che impedisce il dimagrimento. Eppure questo non è l’approccio più efficiente.

Dietro i chili di troppo c’è un conflitto interiore

Il cambio di paradigma che permette il dimagrimento

Come ho già sottolineato il corpo è competente: il sovrappeso è un messaggio, anzi una vera e propria strategia di sopravvivenza per ognuno dei tuoi assistiti. Come professionista puoi aiutare i pazienti a dimagrire spiegando che entrambe le parti in conflitto, quella che vuole dimagrire e quella che vuole restare in sovrappeso, agiscono solo e soltanto per il loro bene.

Il sovrappeso è un messaggio, anzi una vera e propria strategia di sopravvivenza per chi vive questa condizione

Non c’è nessun sabotatore interiore che ha come obiettivo il malessere e l’infelicità della persona. Anzi: spesso è proprio la parte che lotta per mantenere il sovrappeso a rappresentare la risorsa più importante. Una volta acquisita questa consapevolezza non resta che capire perché ciascun assistito ha in sé una parte che non vuole dimagrire.

Mettersi in viaggio

Per capire le ragioni profonde dietro al sovrappeso è necessario intraprendere un viaggio, in cui il tuo assistito sarà sottoposto ad alcune domande fondamentali. Un viaggio che farà dentro se stesso e dentro il proprio passato. Questo percorso il tuo paziente può farlo da solo (con l’aiuto del libro), oppure con il tuo supporto come professionista della nutrizione, se ti piace l’idea di integrare l’aspetto emotivo nel tuo lavoro di consulenza. Oppure ancora puoi proporre di fare squadra con un altro tipo di specialista. Si tratta di un percorso su misura, che non può essere uguale per tutti.

Individuate le ragioni alla radice del sovrappeso, la causa dei chili di troppo può essere rimossa, o meglio elaborata e risolta. A quel punto il processo di dimagrimento diventerà del tutto naturale. Tu e il tuo paziente potrete registrare insieme molti cambiamenti che avverranno in modo spontaneo e senza fatica. Il tuo assistito vedrà risultati duraturi e sarà molto contento del percorso fatto con il tuo aiuto, mentre tu lavorerai con molta più soddisfazione, perché nel tuo studio entreranno tante facce sorridenti.

Per scoprire quali sono le domande che guidano alla radice dei chili di troppo e aiutare i pazienti a dimagrire ti invito a leggere il libro Conquista per sempre il tuo peso forma.

Perché curare il cancro integrando le terapie complementari

Perché curare il cancro integrando le terapie complementari

Curare il cancro integrando le terapie complementari e la medicina convenzionale occidentale è possibile. Ma perché farlo? Prima di tutto perché l’obiettivo di tutte le discipline mediche è lo stesso: la guarigione, la salute e il benessere della persona. Grazie a una sinergia ad ampio spettro, che coinvolga più metodi di cura, l’efficacia dell’aiuto che terapeuti e medici possono offrire alle persone aumenta notevolmente.

SE DESIDERI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO 

Due strade che si incontrano nel Benessere

So che ad alcuni medici e terapeuti potrebbe sembrare strana l’idea di curare il cancro integrando le terapie complementari, invece chi ha guardato alle cose da un punto di vista diverso, con la mente aperta, ha potuto costatare che questo connubio funziona davvero.

Medicina convenzionale e terapie complementari hanno, semplicemente, un diverso approccio alla malattia e nel caso specifico, al cancro. Ma questo non significa che non possano collaborare o che siano in contrasto tra loro.

La medicina oncologica convenzionale si focalizza sulla diagnosi della malattia. Quando a qualcuno viene diagnosticato un cancro, l’obiettivo diventa quello di uccidere le cellule patologiche. Le terapie complementari di solito si concentrano invece sulla salute della persona nel suo complesso. Il loro obiettivo è mettere il corpo nelle migliori condizioni perché sprigioni tutto il suo potenziale di guarigione.

Le terapie complementari si concentrano sulla salute della persona nel suo complesso

Un aiuto strutturato per curare il cancro in sinergia

Se sei un terapeuta e stai cercando strumenti e strategie complementari per supportare i tuoi pazienti, questo articolo fa per te. Ma anche se sei un paziente oncologico e vuoi cercare un aiuto ad ampio spettro puoi trovare consigli utili in questo testo. Pensiamo a quali sono “le armi” impiegate dalle terapie convenzionali contro il cancro. Generalmente le cure prevedono farmaci o strumenti (come chemioterapia, raggi, chirurgia) tossici o invasivi per l’organismo, che mettono a dura prova non solo le cellule patologiche, ma anche il corpo nel suo complesso e tutte le sue cellule sane.

Le terapie complementari come la naturopatia, l’agopuntura, l’omeopatia e un’alimentazione specifica, per esempio, possono aiutare il corpo a gestire gli effetti avversi delle “terapie d’attacco” e a ripristinare più velocemente lo stato di salute.

Inoltre, le discipline appartenenti alle medicine complementari possono contribuire a favorire un terreno che ostacoli lo sviluppo di malattie e più specificamente di cancri. Ti ricordo che il corpo fabbrica ogni giorno cellule tumorali che vengono semplicemente distrutte dal nostro sistema immunitario. Esiste, ad esempio, un fenomeno chiamato apoptosi cellulare. Cos’è? Una vera e propria autodistruzione della cellula danneggiata o patologica. Quando il terreno (cioè il corpo) è sano, questo fenomeno è più efficace e permette il mantenimento ottimale dell’equilibrio vitale.

L’apoptosi è un fenomeno naturale che distrugge la cellula danneggiata o patologica

L’importanza del livello energetico

Uno degli elementi che condiziona in modo davvero importante e immediato il benessere dell’individuo nel suo complesso è il livello di energia. Mantenere alta e di buona qualità l’energia circolante nell’organismo è una strategia che porta benefici decisivi alle persone che stanno combattendo per riconquistare salute e benessere. E questo vale anche quando si parla di curare il cancro. Tra le discipline di cura che conosco, quella cinese e ayurvedica sono sicuramente molto efficaci nel momento in cui c’è bisogno di aumentare l’energia basale e scoprire come supportare un buon livello di energia.

Capire perché c’è un cancro

Le terapie complementari, inoltre, possono fornire preziosi strumenti per comprendere la ragione profonda che ha portato allo sviluppo di un cancro. Nel mio metodo, quello della Bioconsapevolezza, che ho sviluppato nel corso di oltre vent’anni di lavoro, trovano posto discipline come la Biopsicogenealogia, le Biocostellazioni e la Biokinesiologia. Insieme possono fornire quello che serve per indagare sia nel vissuto personale del malato sia nel vissuto genealogico, alla ricerca delle ragioni che hanno spinto il corpo a sviluppare un cancro e non distruggerlo.

Le terapie complementari possono aiutare a capire perché si è sviluppato un cancro

Qualsiasi sintomo sviluppato dal corpo, infatti, altro non è che un messaggio e un tentativo dell’organismo di sopravvivere e “salvarsi da solo”. Malattie e disagi non sono solo qualcosa da combattere ma piuttosto qualcosa da comprendere. La comprensione può portare in modo più efficace e risolutivo a recuperare la Salute.

Il paziente può svolgere in completa autonomia alcune azioni complementari alle cure di medicina convenzionale per curare il cancro, mentre per altre ha bisogno dell’aiuto di un professionista esperto. Vorrei fare, su queste pagine, un riassunto di quello che penso sia utile per chi ha una diagnosi di cancro e cerca un aiuto a 360 gradi.

Anche le azioni semplici possono essere efficaci

La strategia che ti propongo è senza dubbio più emozionale e mentale rispetto alla “classica” cura a base di farmaci e radiazioni. Il mio scopo è quello di aiutare a sostenere e potenziare i benefici delle terapie mediche convenzionali. Al tempo stesso vorrei anche condividere dei metodi che riducono gli effetti collaterali delle cure chemioterapiche e radioterapiche e rafforzano le cellule sane, sempre presenti e in maggioranza anche in un organismo “affetto” da un tumore.

Insieme possiamo potenziare i benefici delle terapie mediche tradizionali a cui ti stai sottoponendo

Forse le mie proposte possono sembrare semplicistiche se raffrontate a una diagnosi di cancro (e soprattutto alla paura che spesso ne consegue). Se sei un terapeuta ti invito comunque a proporre queste strategie e vedere se funzionano o meno sui tuoi pazienti. Se sei una persona a cui è stato diagnosticato il cancro, visto che si tratta di azioni semplici da mettere in campo, perché non le attui lo stesso, senza pregiudizi, e vedi come va?

La mia esperienza mi ha dimostrato che, se ripetute con costanza e serenità, le azioni che ti propongo possano sconvolgere (e in positivo!) un destino apparentemente già tracciato. Nel momento in cui cambi qualcosa nella tua vita, cambiano i risultati della tua vita. Inizia pure subito con questi 10 passi.

1-Fai il punto della situazione

Cerca di capire quello che stai vivendo. Prenditi qualche giorno per stare lontano dalla tua vita quotidiana, in un luogo dalla natura il più possibile incontaminata. Cammina in silenzio, ascoltati, medita e metti a punto la tua strategia di guarigione per curare il cancro.

2-Cura il tuo dialogo interiore

Il tuo dialogo interiore condiziona fortemente le tue emozioni, che a loro volta condizionano le tue azioni, sia quelle consapevoli sia quelle del tuo corpo, che accadono senza che tu te ne renda conto. Di conseguenza, il tuo dialogo interiore ha un forte impatto sulla tua salute. Ricordati che hai miliardi di cellule sane nel tuo corpo, la loro percentuale è altissima in confronto a quelle “impazzite”.

3- Salvaguarda il tuo livello di vitalità

Mentre fai attenzione alle parole che dici a te stesso, ricorda anche di prenderti cura del tuo livello di vitalità. Respirare è il primo bisogno vitale, quindi: respira, respira, respira. Se dai ossigeno alle tue cellule loro funzioneranno senza dubbio molto meglio. Respirare facilita uno stato di rilassamento generale che, tra le altre cose, elimina le tensioni fisiche che consumano inutilmente energia. Rilassamento e respirazione aumentano l’energia vitale.

4-Cura la tua alimentazione

Mangia cibo fresco, se possibile biologico e integrale. Nella tua dieta quotidiana includi quante più verdure, frutti, cereali e proteine vegetali, riducendo l’apporto di quelle animali. Prenditi il tempo per scovare un fruttivendolo affidabile vicino casa e privilegia ortaggi e frutta di stagione locali. Sempre più studi concordano sul fatto che l’alimentazione può influenzare lo sviluppo o la prevenzione di cancri.

5-Cammina tutti i giorni

Almeno una volta al giorno, ma ancora meglio se sono due, concediti un minimo di 20 minuti di cammino. Se puoi fallo nella natura incontaminata. Scegli un bosco o un grande parco. Quando questo non è possibile, lungo la tua passeggiata entra in contatto con la corteccia di uno o più alberi che incontri. Sfiora una pianta. Le camminate e la Natura stimolano il nostro naturale sistema di riparazione cellulare, chiamato psico-neuro-endocrino-immunologico. Il corpo ha in sé molte risorse per curare il cancro.

6-Lasciati andare e ridi

Circondati di persone che ti fanno ridere, chiamale al telefono, invitale a bere un caffè. Leggi libri e fumetti che trovi divertenti, guarda quei film o quelle trasmissioni che sai già che ti strapperanno una risata (meglio più di una). Prendi anche in considerazione una disciplina molto utile per stare meglio e mantenere alta l’energia vitale, lo yoga della risata. Le risate sono contagiose, lasciati influenzare in modo benefico!

7-Pratica l’esercizio dei 100 grazie

Ogni sera prima di addormentarti, fai un elenco delle ragioni per le quali sei grato alla tua Vita e all’Universo. Ricordati però di non ringraziare mai per quello che non ti è piaciuto, né per il dolore!  Ringrazia invece anche per quello che dai per scontato, come ad esempio il fatto di avere un tetto sopra la testa o due gambe per camminare.

8-Rafforza la parte sana del tuo corpo

Trova un esperto o una squadra di esperti di diverse discipline complementari che possano supportarti nel tuo percorso di guarigione. Ti consiglio anche di fare un ciclo di pulizia del fegato e dell’apparato digerente. È importante, per sostenere la salute del tuo corpo e la sua capacità di guarire. Con una pulizia profonda di stomaco e intestini puoi rafforzarne equilibrio ed energia vitale. La pulizia detossificante è ancora più indispensabile se sai che affronterai terapie convenzionali contro il cancro che hanno vari effetti collaterali.

9-Rilassati e sogna ad occhi aperti

Concediti almeno mezz’ora di rilassamento al giorno. Se pensi di non avere tempo perché hai troppo da fare, rivaluta le tue priorità: il rilassamento e la meditazione sono un investimento per la tua Salute. Sogna anche a occhi aperti, ricordati che ogni pensiero crea un futuro potenziale. Sul mio sito, nella pagina risorse, trovi un audio che puoi scaricare gratuitamente che si chiama: Visualizzazione del tuo migliore futuro. Fai anche un elenco dei desideri che si nascondono dietro le tue paure, così potrai focalizzare l’attenzione sulla loro realizzazione.

10-Indaga nel tuo presente e nel tuo passato

Con l’aiuto di un esperto puoi curare ferite che probabilmente sono presenti da anni, dentro di te, ferite che hanno condizionato parte della tua vita. L’esperienza del cancro potrebbe essere l’opportunità per risanarle. Tutto il resto della tua vita, in ogni suo ambito, ne trarrà un grande beneficio.

Sappi che il corpo è competente e che se ha lasciato crescere un cancro molto probabilmente c’è un motivo. Sempre con l’aiuto di un esperto fai un’indagine accurata nella tua vita presente e passata, alla ricerca delle radici della tua malattia. E metti nero su bianco il tuo albero genealogico.

Condividi le emozioni e organizza una squadra!

Aggiungo un ultimo prezioso consiglio strategico. Non vivere quanto ti sta capitando nell’isolamento e trova il modo di sfogare le tue emozioni. Credo sia molto importante anche creare intorno a te una piccola o grande squadra di sostegno. Per farti aiutare al meglio (e permettere agli altri di farlo davvero), fai l’elenco delle azioni concrete che pensi siano necessarie alla tua salute e trova sostegno per metterle in pratica. Scrivile su un foglio, poi condividi il testo con i tuoi cari e proponi anche a loro di seguire i suggerimenti che hai messo nero su bianco, così quella di nutrire Salute e Benessere diventa una strategia di squadra!

Godersi la vita, sempre e comunque

Potrebbe sembrarti fuori luogo o prematuro, perché hai avuto la cattiva notizia di una diagnosi di cancro. Io però te lo suggerisco comunque: preparati a un bellissimo futuro. Fai un elenco di tutte le cose che vuoi fare quando sarai guarito.

Poi rileggi quanto hai scritto, chiedendoti se alcune di queste cose non puoi già farle… Perché dovresti rimandare? Goditi la vita appena ne hai l’opportunità.

Cancro: primi passi dopo la diagnosi

Cancro: primi passi dopo la diagnosi

Cancro: se stai pensando a questa parola probabilmente è perché tu o una persona cara avete ricevuto questa diagnosi. Secondo la rivista CA: A Cancer Journal for Clinicians, nel 2020 i nuovi casi di tumore nel mondo sono stati circa 19,3 milioni. Il numero di nuovi casi di cancro diagnosticati nel nostro paese è più o meno 1000 al giorno. E le previsioni non parlano di un miglioramento per il prossimo futuro.

 

SE PREFERISCI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO 

 

Perché il cancro sembra dilagare?

Si sente spesso dire che “una volta il cancro non c’era” mentre “oggi sempre più persone prendono il cancro”. È proprio così? Ci ammaliamo di più di cancro? O semplicemente il sistema sanitario oggi ha più mezzi ed è organizzato per diagnosticare precocemente questo tipo di malattie?  Probabilmente sono vere entrambe le cose.

Ti ricordo che il corpo fabbrica ogni giorno cellule tumorali che vengono semplicemente distrutte dal nostro sistema immunitario. Diversi studi condotti da anatomopatologi hanno dimostrano che, in persone sane morte a causa di incidenti (non di malattia!) erano presenti tumori asintomatici che non causavano nessun problema. Dunque se cerchiamo bene e spesso, aumenta le probabilità di trovare qualche cellula cancerosa prima che il sistema di auto guarigione del corpo abbia fatto il suo lavoro.

Il nostro corpo fabbrica tutti i giorni cellule cancerose che vengono distrutte senza difficoltà

La prevenzione dal mio punto di vista

Quando osservo in prima persona il dramma vissuto dalle persone che affrontano una diagnosi di cancro, si rafforzano in me due desideri: quello di informare le persone per aiutarle a cambiare cultura sulla malattia e quello di motivare le persone ad agire per prevenire. Un proverbio cinese ci ricorda che curare la malattia è come iniziare a scavare un pozzo quando si ha sete.

La medicina convenzionale occidentale si è focalizzata sulla cura delle patologie, ed è invece molto carente in termini di prevenzione. Per illustrarti fino a che punto in occidente non sappiamo cosa sia la vera prevenzione, voglio farti un esempio. Secondo la medicina ayurvedica il sintomo fisico appare già al quinto stadio della malattia, su un totale di sei stadi complessivi. Integrare le medicine orientali, come quella cinese e ayurvedica, che hanno un ampio campo di azione a livello preventivo, permette di agire prima della comparsa di sintomi fisici.

Ecco che l’uso complementare di più medicine diventa una strategia vincente, che permette di beneficiare delle forze di ogni approccio, a favore della guarigione e della salute del paziente. Tanti professionisti hanno preso consapevolezza dell’importanza di questa integrazione e a livello internazionale è nata una disciplina che si chiama oncologia integrata e che sta dimostrando di essere molto valida.

L’autonomia in termine di salute

La pandemia ha portato sotto gli occhi di tutti le vulnerabilità del nostro sistema sanitario, incapace di fronteggiare gli imprevisti senza esserne destabilizzato. E purtroppo le decisioni politiche non hanno favorito un suo rafforzamento, anzi.

Ecco perché, ora più che mai, è importante recuperare un po’ di autonomia in termini di salute. Puoi rafforzare tu stesso la tua salute. Puoi scegliere di curarti e pensare a cosa fare per te stesso fin da subito e non quando ormai la malattia è conclamata, come appunto chi scava un pozzo in preda alla sete. Agire solo quando la malattia è in atto costa molto più dolore, tempo e denaro, e comporta spesso un alto dispendio energetico ed emotivo.

Oggi più che mai è importante recuperare un po’ di autonomia in termini di salute

Il cambio di paradigma

Nel mio articolo Salute e malattia, mai combattere il tuo corpo, che ti invito a leggere o ascoltare, spiego qual è il cambio di paradigma che penso sia necessario effettuare per rinforzare la Salute. Ora voglio invece darti qualche consiglio per superare lo shock della diagnosi di cancro. Se vuoi approfondire questo tema e avere a portata di mano dei consigli pratici su cosa fare per favorire la guarigione, ho scritto un libro che ne parla: Supera una diagnosi da paura.

Dopo la diagnosi, respira

Respira, respira, respira… Il respiro è il primo bisogno vitale, dunque se dai ossigeno alle tue cellule, funzioneranno senza dubbio meglio. Il respiro contribuisce anche a creare uno stato di rilassamento generale, sciogliendo le tensioni fisiche che, tra l’altro, consumano inutilmente energia.

Respira: l’ossigeno è il primo bisogno vitale e farà sicuramente bene alle tue cellule sane!

Mantieni la calma

Prima di tutto ti invito alla calma! Il cancro non è una malattia acuta. È una malattia cronica. L’hai scoperto ora ma molto probabilmente sono mesi che ce l’hai. Fai tre grandi respiri profondi e consapevoli e continua questa lettura con la mente aperta.

Come stavi un mese prima di avere questa diagnosi? Non ti sentivi poi tanto male o forse ti sentivi addirittura in forma? Ebbene, questo anche se con buona probabilità avevi già un cancro.

Sai che, durante il corso della nostra vita, tutti noi produciamo dei cancri? Il nostro corpo ne fabbrica, poi li elimina. All’interno dell’organismo umano (e non solo) c’è un sistema (chiamato psico-neuro-endocrino-immunologico) che ha tra i suoi compiti quello di riparare le cellule e fare pulizia tra tessuti e organi, allo scopo di mantenere il corpo in un sano equilibrio. Esistono, ad esempio, i cosiddetti linfociti Natural Killer, cellule capaci di distruggere quelle tumorali.

Se ti è stato diagnosticato un cancro, vuol dire semplicemente che le cellule tumorali stavolta sono state scoperte prima che il corpo le eliminasse da sé (le altre volte invece no) oppure che per qualche motivo il corpo non le ha distrutte.

Agisci piuttosto che reagire

Il cancro è una malattia cronica, dunque hai tempo per agire, non sei in imminente pericolo di vita. Continua a respirare con calma, non è in corso un infarto, non servirebbe a nulla correre d’urgenza al Pronto Soccorso.

In seguito a una diagnosi di cancro, soprattutto a causa della paura della malattia insita nella nostra società, molto spesso è difficile stare fermi e ragionare. Invece, ti invito a prenderti una pausa di riflessione, tenendo a bada il panico e l’agitazione.

Prenditi qualche giorno (anche solo una giornata, se di più è troppo complicato) per stare lontano dal tuo quotidiano, in un luogo circondato dalla natura, il più possibile incontaminata.  Cammina in silenzio, ascolta te stesso, medita e metti a punto la tua strategia di guarigione.

Datti tempo al fine di agire per raggiungere un obiettivo chiaro. Non ti serve a nulla reagire, in questa circostanza, precipitandoti non si sa dove, spinto dal panico. Scappare è una soluzione biologica che può salvarti la vita se, ad esempio, un giorno ti trovi di fronte a un animale feroce che sta per aggredirti. Nel caso della malattia non è una scelta sensata: non puoi sfuggire a te stesso.

Nel libro che ho scritto sul cancro condivido il mio approccio proprio per uscire fuori dalla situazione che ha favorito lo sviluppo della malattia, evitando reazioni inutili e promuovendo azioni che vadano in direzione della salute e del benessere.

Dopo una diagnosi di cancro, datti il tempo di agire per raggiungere un obiettivo chiaro

Queste strane cellule cancerose

Ti hanno scoperto un cancro? Vuol dire che alcune tue cellule si stanno comportando in modo inusuale, strano. I medici occidentali convenzionali, quando sono di fronte a un cancro, pensano che queste cellule siano “impazzite”, e le definiscono “maligne”. Avrei da ridire su queste affermazioni, però prendiamole per buone in questo momento. Anche se fosse così: al massimo quante saranno queste cellule impazzite? Forse 1000, 10.000?

Immaginiamo, esagerando all’eccesso, che 100.000 delle tue cellule stiano funzionando in modo strano. Dentro di te allora ci sono almeno 99.999 miliardi, 999 milioni e 900.000 cellule che invece funzionano benissimo!

Hai bisogno di farti un’idea più concreta della situazione? Nell’ipotesi che il tuo cancro sia formato da 100.000 cellule, la proporzione di cellule ammalate presenti nel tuo corpo è pari a una su un miliardo. Cioè, proporzionalmente, l’equivalente di 8 persone sulla Terra.

Attenzione: questo non vuol dire che tu non debba agire o che sia giusto sottovalutare la situazione. Però, ti chiedo un atto di discernimento: prima di sentirti da rottamare, o completamento invaso dalla malattia, pensaci bene!

Il potere dei pensieri

Ridimensionare la situazione è importante. Non farlo rischia di portare a pensare al tuo corpo come a un organismo vecchio, malato, da buttare. Non aiuterebbe proprio la situazione. Ho visto tante persone ammalarsi ancora più gravemente proprio in seguito a una diagnosi di cancro. Prima erano apparentemente sane. Certo, a volte presentavano qualche sintomo, qualche disagio, però erano persone molto vitali. Immediatamente dopo la diagnosi di cancro, invece, sono diventate degli ammalati veri e propri, vittime deboli e preoccupate per la propria sopravvivenza, con tanti sintomi fisici e psichici pesanti da vivere e da gestire.

Molte persone si ammalano più gravemente dopo una diagnosi di cancro, ma tu puoi evitarlo

Gli alberi dei desideri

Ti racconto una storia, prendendo ispirazione da un racconto di Osho Rajneesh.

Un giorno, viaggiando, un uomo arriva senza saperlo in un paese magico dove gli alberi sono alberi dei desideri. Basta sedersi sotto questi alberi e formulare un pensiero perché questo sia immediatamente realizzato. Il viaggiatore stanco si corica sotto un albero e si addormenta.

L’indomani mattina si sveglia e, stiracchiandosi, pensa: Ho fame! Devo trovare qualcosa da mangiare”. Appena detto, piatti deliziosi appaiono davanti ai suoi occhi. Affamato com’è, l’uomo non si interroga sul mistero e approfitta di queste buonissime pietanze. Una volta sazio, si rende conto che ha sete e si guarda intorno, per capire dove può andare a dissetarsi. Immediatamente si materializzano vini preziosi e bevande fresche di tutti i tipi, l’una migliore dell’altra.

L’uomo, tranquillamente seduto all’ombra dell’albero, si gode questi regali. Inizia però a farsi qualche domanda: Cosa succede? Sto sognando? Ci sono dei fantasmi intorno a me che mi prendono in giro?”. Immediatamente dei fantasmi appaiono e lo prendono in giro. Il pover’uomo, spaventato, urla: Aiuto, mi uccidono!”. E così, immediatamente, viene ucciso.

L’importanza del tuo dialogo interiore

Immagino tu abbia capito perché ti ho raccontato questa storia. Vorrei sensibilizzarti sull’importanza di curare i tuoi pensieri. La paura della malattia è più pericolosa della malattia stessa: l’ha scritto Paracelso nel XVI secolo, non sono io a dirlo.

Tutte le nostre convinzioni sulla malattia e sul fatto di essere malati, spesso, ci fanno precipitare nella paura, che risucchia tanta energia vitale e ci catapulta nel ruolo di vittime. La vitalità si perde in un dialogo interiore “infernale” e ti senti debole. Il tuo dialogo interiore condiziona le tue emozioni, le quali, a loro volta, influiscono sulle tue azioni (quelle consapevoli e quelle del tuo corpo, inconsapevoli). Dunque il dialogo interiore condiziona i tuoi risultati, compresa la tua salute.

Cura i tuoi pensieri

Quando scatta una modalità di dialogo interiore drammatico (scatterà, ovviamente: è frequente in caso di diagnosi di cancro), osservalo. Fai caso a quali sono le parole assolutistiche che usi e che ti allontanano dalla realtà. Nota le generalizzazioni, le esagerazioni e le interpretazioni. Trasforma poi questo dialogo in un altro, che corrisponda di più alla realtà. Ricordati che hai miliardi di cellule sane nel tuo corpo, la loro percentuale è altissima in confronto a quelle “malate”. Ribadisco, la malattia nel mio approccio, quello della Bioconsapevolezza, è un risultato. Cambia i tuoi pensieri e cambieranno i tuoi risultati, dunque il tuo stato di salute.

Hai miliardi di cellule sane nel tuo corpo, anche quando sei malato di cancro, ricordalo!

Ricordati che non sei solo

Tra i quasi 8 miliardi di persone che popolano questa Terra, oltre ai medici a cui ti sei affidato, tanti individui sono in grado di aiutarti. C’è chi può offrirti un semplice quanto importantissimo ascolto empatico, chi ti può fare ridere e chi può aiutarti a capire perché ti sei ammalato di cancro e cosa puoi fare perché il tuo corpo sia il tuo primo alleato nel percorso di guarigione. Ti consiglio di individuare dei terapeuti di fiducia per creare e percorrere insieme a loro una strategia adatta a te, individuo unico e irripetibile.

Trasformare un dramma in una opportunità

Questa diagnosi di cancro, che ovviamente nessuno vorrebbe mai ricevere, può essere trasformata in un’opportunità. Questo evento può ricordarti l’importanza di mettere te stesso al primo posto, di aver cura di te, di rispettarti. Di conseguenza può darti la forza di fare cambiamenti che non osavi fare. Ti invito a sfruttare questa esperienza al massimo, affinché tu ne possa uscire più forte e più vitale di quanto non fossi prima della diagnosi.

Ossiuri: come liberarsene in modo naturale

Ossiuri: come liberarsene in modo naturale

Gli ossiuri sono vermi parassiti che si trovano frequentemente nell’intestino degli esseri umani. Convivere con alcuni ossiuri, cioè con una carica parassitaria bassa o trascurabile, può non dare sintomi. Il fatto che gli ossiuri prendano il sopravvento, riproducendosi in abbondanza, però, irrita non solo tutto l’intestino ma anche il sistema nervoso.

Gli ossiuri irritano non solo tutto l’intestino ma anche il sistema nervoso

SE PREFERISCI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO 

 

In questo articolo ho scelto di concentrarmi sugli ossiuri per due motivi. Primo: sono tra le parassitosi intestinali più diffuse. Secondo: sono abbinati a tutta una serie di disturbi molto fastidiosi. Leggendo questo articolo scoprirai cosa dice l’infettivologia a proposito di come si prendono gli ossiuri e di quali sintomi accusa generalmente il paziente. Ma imparerai anche come puoi liberartene in modo naturale e quale può essere la ragione profonda alla base di una parassitosi ricorrente.

Da dove arrivano gli ossiuri

A differenza di quello che potremmo pensare, prendere gli ossiuri non è affatto difficile o raro. Soprattutto se in casa ci sono dei bambini in età scolare o prescolare, oppure se amiamo fare giardinaggio. Ma gli ossiuri possono entrare nel nostro organismo anche quando consumiamo del cibo contaminato, in particolare carne e pesce crudi. Il contagio tra persone è molto facile, possono bastare asciugamani e lenzuola infette.

Come sono fatti gli ossiuri

Gli ossiuri, nome scientifico Enterobius vermicularis, sono piccoli vermi parassiti sottili, bianchi, cilindrici, lunghi pochi millimetri. Possono essere visti nelle feci anche a occhio nudo. L’infezione da ossiuri è chiamata pure ossiuriasi o enterobiasi. È diffusa in tutto il mondo e colpisce sia l’intestino crasso sia la zona anale.

L’infezione da ossiuri è diffusa in tutto il mondo

Gli ossiuri, di fatto, si nutrono del cibo che ingerisci, assorbendo al posto tuo le sostanze nutritive. Ecco perché uno dei sintomi è il bisogno di mangiare di più. Non solo: quando la parassitosi è in stato avanzato si può perdere peso.

Cosa fanno gli ossiuri

Quando le uova arrivano nella bocca, ad esempio dopo una sessione di giardinaggio se ci si porta le mani alla bocca prima di lavarle, oppure toccando lenzuola, asciugamani o indumenti sporchi, scendono nel tubo digerente per poi schiudersi nel duodeno. Le larve migrano fino all’intestino cieco, dove si attaccano e diventano vermi adulti.

Questi ultimi vivono e si riproducono in prossimità dell’ano. Tanto che spesso è possibile vederli nelle feci o accertarsi della loro presenza tramite il cosiddetto scotch test.

I sintomi della parassitosi da ossiuri

L‘abitudine di questi vermi di depositare le uova in zona perianale provoca un intenso prurito sia all’ano sia, spesso, alla vagina o allo scroto. Il prurito anale è il sintomo più forte ed evidente. Tra gli altri sintomi ci sono irritabilità, nervosismo e insonnia, perché gli ossiuri, come ho già accennato, influenzano il sistema nervoso. I disturbi del sonno diventano intensi soprattutto nei giorni di luna piena. Si possono anche accusare, ad esempio, stanchezza e digrignamento dei denti.

Gli ossiuri, inoltre, possono modificare gli equilibri interni all’intestino, stimolandolo a reagire con maggiore intensità alle aggressioni di virus, batteri e sostanze ingerite. Di fatto amplificano lo stato infiammatorio dell’apparato digerente. Ecco perché si può anche sperimentare dolore addominale, perdita di appetito e di peso.

Gli ossiuri possono stimolare l’intestino a reagire con violenza ad altre patologie

Cosa fare per liberarsi dagli ossiuri

L’approccio convenzionale dice che eliminare gli ossiuri è possibile, con attenzione e pazienza. E sarebbe ideale, una volta scelta la cura da seguire, farla assieme a tutta la famiglia. I medici consigliano in genere di disinfettare con un lavaggio ad alte temperature biancheria intima, lenzuola, asciugamani ed eventuali giocattoli. Le uova di ossiuri, infatti, possono sopravvivere fino a due settimane sugli oggetti. E per quanto riguarda la prevenzione? Lavare frequentemente e accuratamente le mani è sempre di aiuto.

Questione di predisposizione?

A questo punto ritengo importante sottolineare una cosa che la medicina convenzionale di solito non prende in considerazione.

Pulire l’intestino favorisce un terreno sfavorevole ai parassiti

In passato la medicina popolare “prescriveva” di sottoporsi a una purga almeno una volta l’anno. Proprio perché si intuiva (senza bisogno di prove scientifiche) che pulire l’intestino serviva non solo a eliminare eventuali parassiti ma anche a migliorare lo stato complessivo di salute.

Un lavaggio accurato degli intestini è una delle prime azioni utili per eliminare i parassiti. I vermi adulti vengono disturbati e allontanati con clisteri, purghe o altre pratiche ancora più efficaci, come lo Shank Prakshalana. Ai lavaggi è possibile associare altre cure naturali, che aiutano a eliminare gli ultimi ossiuri rimasti e ripristinare l’equilibrio della flora intestinale.

Un lavaggio accurato degli intestini è una delle prime azioni utili per eliminare i parassiti

Ovviamente la medicina convenzionale offre i suoi rimedi. Chi non se la sente di fare una purga o un lavaggio, può affidarsi alla farmacopea o ai metodi naturali che impiegano, ad esempio, l’alimentazione, olii essenziali e/o integratori a base di inulina e fermenti lattici. Va però tenuto conto del fatto che l’azione meccanica della pulizia dell’intestino accelera notevolmente l’eliminazione degli ossiuri e favorisce l’efficacia di altri trattamenti.

Il test fai da te della saliva

Poiché sono convinta che sia molto utile e benefico integrare diversi approcci, ti propongo un test fai da te. In questo modo non dovrai affidarti per forza a un laboratorio. Inoltre, voglio condividere con te dei metodi per liberarti dagli ossiuri in modo naturale, attraverso l’alimentazione e la Biopsicogenealogia.

Puoi scoprire facilmente da solo se ci sono vermi parassiti indesiderati nel tuo apparato digerente. La mattina, a digiuno (prima di aver mangiato o bevuto qualunque cosa), ti invito a riempire un bicchiere di vetro trasparente di acqua. Accumula in bocca più saliva possibile e poi sputala nel bicchiere, che va appoggiato su un piano. Lascia riposare qualche minuto e osserva.

Se non ci sono parassiti, o se comunque la loro quantità è trascurabile, la saliva galleggerà in superficie. Se invece ci sono dei parassiti, la saliva apparirà filamentosa. Questi filamenti in parte continueranno a galleggiare e in parte affonderanno o si fermeranno a metà strada, all’interno dell’acqua nel bicchiere. Quando il test è negativo ripetilo per sicurezza nei giorni di luna piena.

Se il test è positivo

Il test è positivo? Puoi affidarti a un ottimo “metodo della nonna” per liberare gli intestini dagli ossiuri: la vellutata di zucca anti ossiuri. Prepara una vellutata di zucca che puoi condire con aglio crudo. Macina 10 semi di zucca freschi interi (per persona), da aggiungere al primo cucchiaio di vellutata di zucca ingerito. Ti consiglio di non mettere i semi macinati direttamente nel piatto, così solo il primo cucchiaio sarà croccante mentre il resto della vellutata conserverà la sua consistenza cremosa.

Una vellutata di zucca con semi freschi interi, mangiata nei giorni di luna piena e nuova, aiuta a eliminare gli ossiuri

Questa ricetta va gustata nei giorni di Luna piena e Luna nera (o nuova) per 3 mesi. Può anche diventare una buona abitudine “preventiva” per coccolare l’intestino e promuovere le difese immunitarie. Mangia la vellutata con semi crudi nei giorni giusti ogni anno, dalla metà del mese di agosto fino alla metà di dicembre.

Come puoi immaginare, questo rimedio della nonna contro gli ossiuri, benché funga già di per sé da lassativo, viene potenziato se eseguito dopo un lavaggio accurato degli intestini.

Un aiuto concreto dall’alimentazione quotidiana

Gli alimenti ricchi di probiotici tipici dei cibi fermentati (tè kombucha, miso, kefir, tempeh e crauti, per esempio) stimolano la crescita della flora batterica benefica all’interno dell’intestino, andando a rafforzare le naturali difese del tuo organismo e creando un ambiente sgradevole per gli ossiuri.

Meglio evitare gli zuccheri semplici e assumere invece frutta e verdura in quantità: una dieta ricca di fibre contribuisce a mantenere gli intestini puliti eliminando di volta in volta gli ossiuri presenti.

Biopsicogenealogia nella pratica

Ora che abbiamo fatto un breve riassunto su cosa sono gli ossiuri e quali sono le terapie che possono aiutare a eliminarli dall’organismo, voglio condividere con te un caso clinico nel quale è stato necessario e utile integrare l’approccio della Biopsicogenealogia.

Qualche anno fa una persona, chiamiamola Antonella, ha partecipato a un mio incontro di gruppo dal titolo Capire la malattia. Insieme a lei c’erano anche sua sorella e sua madre, che chiameremo Irene.

Antonella mi racconta che soffre da decine di anni di prurito anale dovuto agli ossiuri. La stessa cosa capita anche a sua sorella e a suo fratello, ma in modo meno invalidante. Nonostante i trattamenti regolari (con farmaci e integratori naturali) il prurito anale si ripresenta sistematicamente, svegliando Antonella in piena notte. Quando sente il prurito riesce sempre anche a identificare i parassiti.

Antonella ha già provato di tutto, dalla medicina convenzionale alla naturopatia. È anche intervenuta sull’alimentazione. I farmaci la aiutano per un breve periodo ma il problema si ripresenta regolarmente.

Cosa ci dice il sintomo?

Come ho già sottolineato più volte sulle pagine di questo blog, il mio ragionamento, di fronte a una malattia o a un sintomo, è sempre lo stesso. Sintomi e malattie sono un messaggio dal corpo, che è competente e sta provando a risolvere un problema di cui noi non siamo razionalmente consapevoli.

Nel caso di Antonella ho posto ad alta voce questa domanda: perché il corpo tollera questi parassiti e ne impedisce l’eliminazione? Avrebbe la possibilità di debellarli mentre invece si lascia invadere.

Indagare nella vita personale del paziente e nella genealogia permette di risalire alla radice profonda dei sintomi

Quello che abbiamo fatto è stato indagare nella vita personale e nella genealogia di Antonella, a caccia di un evento in cui è stato necessario tollerare un invasore.

Quando la risposta viene dal passato

La mamma di Antonella, Irene, ci racconta che sua madre, durante la guerra, quando lei aveva meno di due anni, si era trovata faccia a faccia con due uomini, soldati nemici, che avevano bussato alla porta di casa stanchi e affamati. Intimorita, la madre di Irene era stata costretta a dare ospitalità e cibo agli invasori. Poco prima di andare a letto, però, i soldati avevano preso in ostaggio Irene, minacciando di ucciderla qualora fossero stati denunciati.

La madre di Irene era stata costretta a dare ospitalità e cibo ai soldati nemici

I due spaventarono a morte la famiglia di Irene: avrebbero rivisto la bambina l’indomani solo se tutto fosse andato liscio. Possiamo immaginare la notte di terrore vissuta dai genitori di Irene (nonni di Antonella). La mattina dopo, fortunatamente, i soldati rispettarono la parola data, restituendo la piccola, sana e salva.

Mentre Irene raccontava l’accaduto, madre e figlie (all’oscuro dell’evento) hanno condiviso intense emozioni, accompagnate da numerosi brividi. Spesso i brividi accompagnano le prese di coscienza importanti. A quanto pare, Irene non ricordava il racconto di quella notte, il fatto le è tornato in mente in occasione della mia domanda.

Spesso i brividi accompagnano le prese di coscienza importanti

Cosa possiamo imparare?

Dal caso di Antonella puoi comprendere facilmente perché il suo corpo sentiva la necessità di tollerare gli invasori, ovvero gli ossiuri. In Antonella era attivo un programma inconscio. Ospitare i soldati aveva salvato la vita di Irene permettendo la nascita di una nuova generazione: Antonella, sua sorella e suo fratello.

Nelle settimane successive al laboratorio e alla rivelazione di Irene, Antonella mi ha riferito che il prurito anale era sparito e che l’infezione da parassiti sembrava risolta. Cosa che mi ha confermato anche a distanza di mesi.

Se soffri di parassitosi ricorrente, ti invito a fare a te stesso questa domanda: perché ti lasci invadere? In che modo è o è stata una soluzione utile per te o per un membro della tua genealogia tollerare un invasore? Ovviamente, il caso di Antonella e Irene è molto specifico. Il metodo che seguo, quello della Bioconsapevolezza (che integra i principi della Biopsicogenealogia) è antitetico alla medicina di massa. L’approccio è individuale e molto mirato.

Se soffri di parassitosi ricorrente, ti invito a fare a te stesso questa domanda: perché ti lasci invadere?

Quando si indaga ogni specifica situazione, è importante tenere a mente che il corpo è competente e che un programma biologico si attiva quando una situazione ha favorito la vita. Faccio un altro esempio. Non aver saputo o potuto dire di no a un rapporto sessuale ha portato a una gravidanza? Grazie a questa invasione la o il paziente oggi è vivo. Questo/a paziente potrebbe avere un problema ricorrente di ossiuri che non riesce a risolvere.

Prenditi cura del tuo intestino

Come ho già sottolineato su questo blog, la superficie totale dell’intestino, incluse le complesse estensioni dei villi, supera i 100 metri quadri. L’intestino è quindi l’organo di scambio più importante del nostro organismo. La salute globale del nostro corpo, di conseguenza, passa anche dall’intestino.

Gli intestini hanno un ruolo imprescindibile nella tutela della nostra salute complessiva e del nostro benessere. Ma ricordati anche che non siamo fatti di sola carne. Le emozioni e le memorie genealogiche influenzano il nostro stato fisico. Consapevoli della complessità e della competenza del corpo, possiamo agire con umiltà ed efficacia, integrando diversi punti di vista per sostenere l’organismo ed evitare battaglie logoranti che durano anni, come è accaduto ad Antonella.

Allergie, perché insorgono, come superarle

Allergie, perché insorgono, come superarle

Le allergie sono un problema comune, soprattutto in primavera e in autunno, ma non solo. C’è chi allergico al polline, chi al pelo di animali, chi a uno o più elementi presenti nei cibi o negli oggetti di uso comune: pensiamo ad esempio all’allergia al nichel.

Secondo la Humanitas University nel 2019 in Italia circa 12 milioni di persone soffrivano di allergie respiratorie, come asma e riniti. E questo numero, a detta di molti esponenti della medicina convenzionale, è destinato a crescere, a causa di un mix di fattori in grado di promuovere l’insorgenza di reazioni allergiche, tra cui l’aumento delle temperature, l’inquinamento e la maggiore diffusione dei pollini nell’aria.

Ma perché una persona che è stata esposta a un allergene per anni e anni di colpo diventa allergica proprio a quell’elemento, che prima non gli aveva mai dato alcun fastidio? Come mai l’allergia si scatena nei confronti di alcune sostanze e non di altre, anche se siamo costantemente circondati da potenziali allergeni?

SE DESIDERI, PUOI ASCOLTARE LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO 

 

Come puoi scoprire grazie al metodo della Bioconsapevolezza, anche le allergie sono messaggi dal corpo, che sta intervenendo in tuo aiuto secondo i propri mezzi.

Anche le allergie sono messaggi dal corpo che interviene in tuo aiuto

Pensiamo alle allergie da contatto. I pazienti che soffrono per eczema allergico, prurito, urticaria o dermatite vivono ancora intensamente (in modo inconsapevole) uno stress da separazione.

Allergie: la causa è un distacco doloroso

Quando insorge un’allergia, l’elemento a cui la persona è allergica, che può essere una tipologia di polline, il pelo di uno o più animali, un cibo e così via, richiama direttamente un evento traumatico legato a una separazione.

L’allergene richiama un evento traumatico legato a una separazione

Quindi, se c’è una reazione allergica ripetuta a uno specifico allergene, quello che si deve cercare è l’oggetto o il soggetto che questo allergene rappresenta, dal quale per qualche motivo la persona allergica è stata separata contro la sua volontà.

Facciamo un esempio. L’allergia al polline dei cipressi, che in Italia vengono spesso piantati in prossimità dei cimiteri, potrebbe essere legata alla morte di una persona cara che ti ha colto impreparato e che hai vissuto in modo drammatico.

Stesso allergene, tante cause di allergia

È importante non dare per scontata la causa di un sintomo o di una patologia, e questo vale anche per le allergie. Bisogna indagare nelle singole storie personali o genealogiche senza lasciarsi sviare da situazioni e problematiche già risolte. I miei esempi servono a capire quale tipo di ragionamento o indagine fare, senza fissarsi sul risultato. L’allergia ai cipressi potrebbe essere collegata alla Toscana, che un emigrante potrebbe essere stato costretto ad abbandonare. O ancora è possibile che i cipressi fossero presenti nel luogo in cui sei stato lasciato da un grande amore. E per questo ora non puoi più respirare il loro polline senza manifestare una reazione avversa.

Il corpo registra tutta una serie di dettagli dei quali non siamo consapevoli e che potrebbero ripresentarsi sotto forma di elementi allergizzanti in vario modo.

Il corpo registra tutta una serie di dettagli dei quali non siamo consapevoli

Fare la domanda giusta

Come già ho raccontato su questo blog, sai che per aiutare le persone a trovare le loro risposte individuali mi piace cercare le giuste domande. Voglio farti un altro esempio per spiegare come funziona il meccanismo delle allergie.

 Porre la giusta domanda aiuta a trovare la giusta risposta

Nel corso di un mio seminario di formazione per terapeuti, che si chiamava appunto Fare la buona domanda, una donna affetta da lunga data da allergia ai metalli ha scoperto la ragione alla radice del suo disturbo, che le provocava dermatiti ed eczemi da contatto piuttosto seri.

Maria non poteva indossare neppure per poche ore della bigiotteria senza avere una reazione avversa. Lavorando con gli alti partecipanti al laboratorio, questa donna è riuscita a capire cosa rappresentassero i metalli nella sua storia personale e a liberarsi una volta per tutte dall’allergia.

Il caso di Maria

Quando era una giovane donna Maria aveva dovuto scegliere di separarsi dal suo grande amore, perché il ragazzo aveva iniziato a fare uso di eroina. Diventato dipendente, una volta cresciuto, il suo ex innamorato è addirittura morto di overdose.

Ecco allora che i metalli rappresentano l’ago, che ha causato l’impossibilità di vivere questo grande amore.

Qualche giorno dopo aver scoperto il nesso tra ago, metalli, separazione e dermatite, Maria ha ricevuto in dono un braccialetto di bigiotteria. Pur sapendo che avrebbe avuto una reazione avversa, trattandosi di un regalo, ha voluto comunque indossarlo.

Alla fine della giornata, con suo grande stupore, non aveva avuto nessuna reazione allergica. Allora ha provato a indossare altri gioielli, che non tirava fuori dal cassetto da anni… Risultato? Nessuna reazione avversa dal corpo. La presa di coscienza della ragione alla radice dell’allergia e l’accoglienza delle emozioni represse, in questo caso sono bastati per risolvere il problema. Ed erano più di vent’anni che ne soffriva.

La consapevolezza fa la differenza

Quanto sto spiegando accade per qualunque tipo di allergia. Mi viene in mente il caso di una paziente, Gloria, che invece soffriva di una fastidiosa allergia alle piume. Se le capitava di riposare su un cuscino imbottito di piume o di usare una coperta imbottita di piume si svegliava l’indomani con rinite e raffreddore.

Indagando nel suo passato ho scoperto che, da bambina, Gloria si prendeva cura di una grande voliera con uccelli domestici e che si preoccupava di raccogliere e curare gli animali feriti che trovava in campagna e nei boschi. Quando uno degli animali soccorsi moriva, cosa che capitava spesso, o se uno dei suoi uccelli si ammalava e non riusciva a guarire, Gloria viveva uno stato di profondo sconforto e tristezza. Per lei la perdita di ogni singolo animale era un trauma.

In particolare un’estate, dopo aver affidato la cura della voliera alla sorella, tornando dalla vacanza aveva trovato la gabbia vuota. Le era stato detto che qualcuno, probabilmente, aveva pensato di aprirla di nascosto per liberare gli animali. La realtà era un’altra e dopo alcuni anni Gloria l’aveva scoperta: gli uccelli erano tutti morti. Quando la parte adulta di Gloria ha potuto accogliere il lutto della bambina e dare libero sfogo al dolore di questa separazione l’allergia è regredita spontaneamente.

A volte l’allergia a un animale può essere collegata non tanto alla separazione dall’animale in sé ma alla separazione da una persona cara che aveva quell’animale, come un nonno o un genitore. In tutti questi casi è importante elaborare il lutto e lasciare sfogare il dolore per superare le allergie.

Indagare nel passato, individuare l’evento traumatico legato alla separazione e darsi modo di elaborarlo può curare le allergie

Anche le allergie aspecifiche possono essere risolte

Quando non si sa esattamente a cosa si è allergici come si può procedere? Se ad esempio i sintomi di allergia si presentano in uno specifico momento dell’anno, come in primavera o in autunno, si può andare alla ricerca, nel proprio passato, di un evento traumatico legato a una separazione avvenuto in quella stagione.

Le allergie hanno a che fare con un episodio di forte stress da separazione

Le allergie hanno a che fare con un episodio di forte stress da separazione e la separazione può riguardare non solo persone o animali, ma anche luoghi e oggetti.

Quando si è allergici il trauma della separazione è ancora attivo, cioè fa ancora soffrire, perché il dolore non è stato del tutto elaborato. Se non si riesce a risalire alla causa dell’allergia è possibile che si debba indagare più in profondità, nel passato genealogico della persona allergica. Oppure è possibile che la persona non ricordi l’evento traumatico legato all’insorgenza dell’allergia. In questo caso può venirci in soccorso la Biokinesiologia.