Depressione e ansia come uscirne partendo da chi sei

Depressione e ansia come uscirne partendo da chi sei

Se ti stai chiedendo come uscire da uno stato di depressione e ansia per prima cosa sappi che non sei solo. Il 2020 ha fatto crescere enormemente la diffusione di questi disturbi. La depressione post quarantena e le ansie causate dall’epidemia di coronavirus sono un dato di fatto. Ma la nostra società è già da alcuni decenni terreno fertile per depressione e ansia.

Il 2020 ha fatto crescere enormemente la diffusione di depressione e ansia 

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Stiamo davvero tutti bene?

Nel mondo in cui viviamo, siamo in tanti a poter contare su uno stipendio, un tetto sopra la testa, buon cibo in tavola e cure sanitarie garantite. I nostri bisogni di base sono perciò ampiamente soddisfatti. Possiamo mantenere un legame con tutti i territori e le altre culture del pianeta, sia attraverso Internet sia grazie ai viaggi, che ci consentono di esplorare luoghi molto diversi da quello dove abitualmente viviamo.

I nostri bisogni di base sono tutti ampiamente soddisfatti

Non ci mancano le opportunità di svago e abbiamo a disposizione tanti strumenti per semplificare le incombenze quotidiane. Leggendo queste righe viene da pensare che dovremmo esserne tutti soddisfatti, che tutto va bene. Perché allora c’è un tasso così alto di disturbi da depressione e ansia?

Il divario tra avere quello che serve e sentirsi bene

Nella nostra società è sempre più manifesto un malessere globale, che si concretizza appunto in stati di depressione e ansia. Cresce il consumo di droga e alcol ma anche quello di antidepressivi e ansiolitici.

Nel report 2018 dell’Istat, dunque ben prima dell’insorgenza del nuovo coronavirus, si legge che in Italia si contavano già almeno tre milioni di persone affette da depressione. L’Organizzazione Mondiale della Sanità afferma che la depressione è tra le prime cause di disabilità a livello mondiale. E i suoi costi sociali sono alti. Nel nostro Paese si parla dell’equivalente di quattro miliardi in ore lavorative perse (ricerca dell’Università Tor Vergata di Roma presentata nel 2019 in occasione della Giornata mondiale della salute mentale). Perché chi è depresso non ha la forza di fare il proprio lavoro.

La depressione è tra le prime cause di disabilità a livello mondiale

A marzo 2019, rispondendo a un sondaggio organizzato dall’Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico, il 79% dei partecipanti italiani ha ammesso di aver avuto, nell’ultimo mese, manifestazioni fisiche frequenti e intense di ansia.

Quanto questo risultato è la conseguenza di una vita frenetica da zombi? Ce ne stiamo rattrappiti dietro uno schermo, chiusi in una vita virtuale che permette di scappare da quella reale, purtroppo spesso insipida e priva di senso. Come mai nonostante il comfort che ci circonda, la miriade di opportunità a portata di mano, tutti gli stimoli e le cose da fare, tante persone si sentono vuote dentro?

Uno stampo troppo stretto per la natura umana

Gran parte delle persone vive una routine fatta delle stesse abitudini e pensieri ricorrenti, trasmessi dall’educazione familiare, scolastica e sociale. Molte si sono adeguate, uniformate a uno standard considerato l’unico lecito e ammissibile. Di conseguenza cercano di sopravvivere in uno stampo troppo stretto per la natura umana. Creato sulla base di ciò che si fa o non si fa, cosa è bene e cos’è male. Chiedendosi continuamente se un certo comportamento sia autorizzato, degno o indegno.

Molte persone vivono chiedendosi continuamente cosa è lecito fare oppure no

Chi vive male questa condizione (e si tratta di moltissime persone) sviluppa depressione e ansia. Se senti di non sapere più chi sei veramente e cosa vuoi nel profondo di te stesso, questa situazione ti riguarda da vicino. Forse stai anche prendendo antidepressivi e ansiolitici su consiglio di un medico oppure “ti consoli” facendo shopping compulsivo, mangiando troppo, bevendo tanti alcolici per non pensare.

Se senti di non sapere più chi sei veramente è ora di agire

Riprendi in mano i tuoi desideri

Sei sicuro che i tuoi desideri attuali ti appartengano veramente? O forse sono il riflesso di pressioni che hai ricevuto e di aspettative altrui? Spesso diamo priorità, in modo inconscio, alle aspettative dei nostri genitori, della società, dei nostri cari. Credi di essere ancora capace di dare ascolto ai desideri che nascono dentro di te? E se riesci a farlo ti concedi di prestare loro attenzione? Oppure cerchi di ignorare quella voce interiore?

Credi di essere ancora capace di dare ascolto ai desideri che nascono dentro di te?

Forse non riesci più a lasciar parlare quella piccola voce, umile ma vitale, sempre presente e sempre aggiornata su quello che sei veramente oggi, al di fuori da ogni opinione o moralismo. Pochissimi individui sanno percepire quanto dice questa voce e dare seguito ai propri desideri.

Meglio soddisfatti che economicamente agiati

Ti sei mai domandato, nel momento in cui hai scelto il tuo orientamento professionale, cosa avresti fatto volentieri anche per tutta la vita, persino senza essere pagato?
Anzi, ti faccio la domanda oggi: Cosa ti piace talmente tanto che lo faresti anche senza essere pagato? 
Si tratta di una domanda fondamentale. La cui risposta diventa una guida per la ricerca di una professione appagante e per una vita più serena, lontana da depressione e ansia. Ovviamente, poiché viviamo in una società in cui il denaro è un mezzo molto utile, è normale cercare un impiego che sia anche conveniente a livello economico.

Nessuno stipendio sarà abbastanza alto da evitarti la frustrazione di fare quello che non ami

Pur rimanendo coerenti con le esigenze dettate dalla realtà in cui viviamo, consiglio sempre di non sacrificare il proprio entusiasmo solamente per uno stipendio medio-alto. Non sarà mai abbastanza ricco da compensare la frustrazione, la fatica e il senso di vuoto dati dal passare almeno un terzo della giornata e della propria vita (di solito di più) impegnati in un’attività che non dà alcuna soddisfazione.

Il tempo è prezioso

C’è poi un’aggravante: il tempo dedicato a un lavoro non amato rischia di risucchiare tutta l’energia e l’entusiasmo disponibili. Riducendo ogni possibilità di sfruttare il resto della giornata per nutrire la propria essenza e il proprio benessere grazie ad attività adatte. Quando un sistema non funziona più da tempo, tutti si adeguano cercando di sopravvivere ma si rischia di arrivare a un eccesso che pone di fronte a una scelta obbligata.
Ti è mai capitato, nel silenzio del tuo cuore, di sperare in un un cambiamento esterno che ti desse la forza di uscire da quello stampo troppo stretto che ti provoca depressione e ansia?

Crisi come opportunità di cambiamento

Le crisi sono grandi opportunità di cambiamentoDurante i miei corsi e i miei laboratori ho incontrato molte persone che sono riuscite a sfruttare positivamente situazioni di crisi. Alcuni erano incastrati in un lavoro poco soddisfacente, ma essendo ben pagati non osavano mettere in discussione la propria sicurezza economica. Quand’ecco che una riduzione del lavoro o un licenziamento hanno offerto loro una via di fuga. Costretti dagli eventi si sono sentiti giustificati a dare spazio al cambiamento sognato da tempo.

Magari non hai il coraggio di mettere al primo posto il tuo benessere e la tua realizzazione. Non riesci ad ascoltare la tua voce interiore e speri che un evento esterno ti liberi dal giogo di uno stampo che ti sta troppo stretto. Forse ti è capitato di scappare dalle scelte, coraggiose e persino drastiche, che avresti potuto fare per vivere in modo più coerente con te stesso e la tua vera natura.

Dal momento che la Vita che scorre dentro di noi è più forte del nostro mondo mentale, potrebbero facilmente accadere degli eventi adatti a svegliarti dal tuo torpore. Una malattia, un licenziamento, la fine di una relazione importante, una pandemia.

L’alternativa alla crisi

Vorresti ricominciare tutto da capo. Avere di fronte una tela bianca e tutti i colori della tavolozza a tua disposizione. Ti propongo di non aspettare la crisi. La crisi risolutiva che destabilizza lo status quo, permettendoti di rivoluzionare la tua vita porta con se anche molto dolore. Hai un’alternativa che ti consiglio di cogliere al volo per recuperare salute e dire addio a depressione e ansia.

Puoi abbracciare il cambiamento senza aspettare una crisi

La buona notizia è che puoi scegliere di uscire dallo stampo prima di arrivare al soffocamento che provoca depressione e ansia o di incappare in una crisi. Puoi riconnetterti a quello che sei veramente. Se lavori per conoscere te stesso, diventa possibile operare il cambiamento che renderà la tua vita più soddisfacente, a tua misura.

Un cambiamento dunque è necessario. Ma di quale cambiamento sto parlando? Tornare a essere chi sei veramente.

Scegli di stare bene

La mia proposta è di fare attivamente quella scelta che può portarti verso il benessere. La scelta di un cambiamento di strategia che prima di tutto rivoluziona il pensiero e poi il modo di agire. Per aiutarti ho ideato una serie di incontri online che possono aiutarti ad abbracciare il cambiamento. La serie di incontri si chiama Un Mondo di Benessere. Gli incontri sono a tema e incentrati sulla crescita personale. Ne tengo circa uno al mese.

Rivoluziona il tuo pensiero e cambierà il tuo modo di agire

Ti capita di pensare di essere sbagliato e inadeguato? Innanzitutto comincia a parlare con te stesso in modo benefico. Poi prova a ragionare su questa ipotesi e a farla tua. Il mondo ha bisogno di te così come sei. La tua diversità, il tuo essere speciale, sono una ricchezza preziosa, non solo per te ma per l’Universo intero.

Il primo passo verso il cambiamento

Accettando la scelta di cambiare puoi iniziare l’esperimento che ti porterà più vicino al benessere e lontano da depressione e ansia.
Il primo passo è porti tutte quelle domande che non hai mai davvero fatto a te stesso. Se pensi di fare fatica a ragionare in questa direzione, prova a scrivere su un foglio domande e risposte di getto, senza giudicare quello che ne verrà fuori.
Parti da queste.

  • Chi sono?
  • Quali sono i miei talenti?
  • Quale attività mi dà più gioia?
  • Cosa farei se avessi una bacchetta magica?
  • In quale realtà ho voglia di vivere?
  • Quale contributo voglio e posso dare per crearla?
  • Qual è la migliore espressione di me?

Dopodiché fai anche una lista dei tuoi desideri. Scrivili in modo istintivo. Successivamente elimina tutti quelli che, rileggendo, giudicherai superflui o non corrispondenti al tuo vero io. Cancella cioè quei desideri che vengono dai bisogni del partner o dai sogni dei tuoi genitori oppure dalle aspettative della società.

Cancella quei desideri che vengono dai bisogni del partner o dai sogni dei tuoi genitori oppure dalle aspettative della società

Quando sarai riuscito a connetterti con il tuo io tramite questi esercizi, la vita scorrerà davvero dentro di te. Il cambiamento verrà passo dopo passo, nel momento in cui sceglierai di dare ascolto a quello che sei veramente. A quel punto diventerà naturale vivere con sempre maggiore gioia, serenità e salute.

Pensi che la tua voce interiore sia rimasta troppo tempo inascoltata e vuoi intraprendere un percorso per riconnetterti con il tuo vero io? Cerca tra i miei laboratori gli incontri dedicati alla scoperta di sé.

Salute e malattia: mai combattere contro il tuo corpo

Salute e malattia: mai combattere contro il tuo corpo

Salute e malattia si escludono a vicenda? In realtà non necessariamente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stessa definisce la salute, nell’uomo, come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Salute non è quindi la semplice assenza di malattia o altre infermità.

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La salute è uno stato completo di benessere fisico, mentale e sociale

La salute è un obiettivo che tutti possiamo perseguire e raggiungere. A patto di modificare il nostro modo di concepire la malattia. Ogni sintomo, infatti, è un messaggio che il nostro corpo ci sta mandando. Ma prima di arrivare a comprendere questo messaggio è importante cambiare punto di vista su salute e malattia.

La salute è un obiettivo che tutti noi possiamo perseguire, anche chi è malato

Cambia punto di vista

Liberati dalle idee preconcette su cosa significhi essere malato e cosa invece essere sano. Anni di esperienza come medico mi hanno fatto capire che uno dei problemi che ci rendono più difficile guarire e percorrere la strada verso il benessere psico-fisico è il nostro atteggiamento nei confronti della malattia. Andrebbe rivisto alla radice.

È tempo di fare pace con la malattia e il corpo

La società occidentale è abituata a interpretare il ripristino della salute come un combattimento. Spesso sentiamo parlare di persone che lottano contro la malattia o che hanno vinto la guerra contro la malattia. I pazienti possono guarire grazie alle armi dei medici.

Si è creato un forte legame tra la realtà della guerra e la medicina convenzionale. Tutto l’immaginario e le parole che hanno a che fare con la guerra sono state “prese in prestito” e assorbite dagli operatori del sistema sanitario e dalla sua organizzazione. Sono i medici stessi che ci raccontano la malattia con gli occhi dei generali.

Invece sono convinta che non si possa favorire una salute rigogliosa su un campo di guerra. La pace è una strada più vitale e sicura per guarire e stare bene.

L’immaginario collettivo associa guerra e malattia

Prova a pensare alle modalità che molti di noi hanno interiorizzato per parlare di malattia e salute. Più specificamente, basta osservare quanto è successo e ancora sta succedendo rispetto alla pandemia da Covid-19.
La malattia è il nemico, che ha i suoi complici nei microbi, nell’inquinamento, nell’alimentazione sbagliata, nello stress eccetera. Le Forze Armate sono costituite da validi militari di vario ordine e grado come medici, infermieri, terapeuti e così via. L’artiglieria per debellare il nemico è varia. Si va dai farmaci ai raggi, passando per il bisturi.

La guerra è diventata parte del nostro immaginario collettivo legato a salute e malattia

L’industria bellica è costituita da case farmaceutiche e biomediche. C’è persino un Genio Militare, formato dai ricercatori che impegnano il loro tempo a studiare soluzioni per sconfiggere il nemico. E non mancano i disertori, medici e pazienti che si rifiutano di seguire i precetti bellici e “rinunciano” a combattere la guerra.

Sei sicuro che combattere sia la strategia giusta?

I costi di questa strategia bellica sono altissimi, in termini di tempo, di energia, di soldi, di qualità della vita. Si combatte giorno e notte per curare i feriti, uccidere il nemico o prevenire una nuova invasione. Oggi più che mai. Tutto il mondo è impegnato in questa guerra contro il nemico. Che si chiami Covid-19, cancro, diabete o con mille altri nomi diversi. Che sia un evento acuto o una patologia cronica. Il costo emotivo è enorme. Come in ogni guerra le emozioni predominanti di chi la vive sono paura, ansia, impotenza e insicurezza.

Le emozioni che proviamo in guerra sono paura, ansia, impotenza e insicurezza

Sono tantissime le vittime tra i civili. Il numero di pazienti morti o mutilati cresce sempre di più. Ma sono molte le vittime anche tra i soldati che combattono in prima linea. Il tasso di burn-out, che corrisponde a un estremo logoramento psicologico, cresce sempre di più nelle professioni sanitarie.

Di conseguenza ci sono poi dei costi sociali. Dilagano depressione e ansia, mentre diminuiscono la forza attiva delle persone e il benessere complessivo della società. Dal punto di vista economico, solo nel 2016, in Italia la spesa sanitaria è stata superiore a 149 miliardi di euro.

Il risultato è che viviamo una guerra senza fine nella quale i nemici (le malattie) sembrano riprodursi a vista d’occhio e diventare sempre più crudeli.

Un pensiero d’amore per le vittime e il personale sanitario

Ho il massimo rispetto per tutte le vittime morte sul campo di battaglia e mi dispiace molto per i loro cari. Non metto in dubbio che i professionisti sanitari abbiano combattuto e stiano combattendo al solo scopo di fare del bene.

Un ringraziamento sentito va a medici, infermieri e ricercatori che lavorano con cuore e serietà

Medici, infermieri, ricercatori e tutte le figure che operano nel campo sanitario con cuore e serietà fanno onore al genere umano. Li ringrazio quindi per il loro impegno e per essersi messi al servizio con l’intento di alleviare la sofferenza di chi non sta bene. So che credono fortemente nella propria visione di salute e malattia e nei protocolli che usano quotidianamente per combattere il nemico comune. Eppure…

Meglio disertori

Considero tutta l’esperienza accumulata nei secoli dalla medicina, con i suoi successi e i suoi errori, come un’inestimabile fonte di ricchezza. Credo però che sia venuto il momento di guardare in faccia l’ampiezza del danno creato dal paradigma di guerra, che monopolizza la nostra visione di salute e malattia.

Non voglio essere un soldato mandato a combattere contro un nemico finto e con armi inefficienti, per una guerra senza fine.
Non voglio più sprecare tanto tempo ed energia per proteggere, difendere, sopravvivere. E vorrei che non lo facessi neppure tu. Il nostro obiettivo deve essere quello di fare pace con il corpo in tutte le sue manifestazioni.

Non voglio essere un soldato mandato a combattere per una guerra senza fine

Cambiare vocabolario e strategia

Forti dell’esperienza fatta nei secoli da chi è venuto prima di noi, propongo di sperimentare un altro paradigma basato sulla pace. La via della pace non è una via senza dolore e neppure una strada per vivere eternamente. Ma nella mia esperienza è decisamente più vitale e benefica e comporta molta meno sofferenza.

Questa via la puoi costruire passo dopo passo partendo da te stesso. Inizia cambiando il tuo vocabolario e intervenendo sul tuo pensiero. Ad esempio smettendo di pensare alla malattia come a un nemico da combattere. Piuttosto concentrati sul fatto che ogni sintomo è un messaggio. Quando non stai bene, il tuo corpo ti sta dicendo qualcosa.

La via della pace non è una via senza dolore ma comporta molta meno sofferenza

Conosci te stesso e il tuo corpo

Se conosci te stesso e cerchi di comprendere il tuo corpo getterai delle solide basi per avvicinarti ogni giorno di più alla salute e allontanarti dalla malattia. Prendi confidenza con le tue emozioni, impara a esprimerle, lavora sulle relazioni interpersonali e dai la giusta priorità ai bisogni primari come il sonno, la respirazione, il rilassamento.

La via della pace porta a una visione integrata del significato della malattia, che va ben oltre la ricerca della sua causa. L’eliminazione diventa secondaria, ci si concentra sulla comprensione e sulla salute e la guarigione viene da sé. Puoi cogliere il senso profondo di ogni messaggio che proviene dal tuo corpo partendo dal chiederti perché ti sei ammalato. Magari c’è qualche nodo critico, un trauma non risolto che ti fa stare così. Questo accade, ad esempio, con il sovrappeso.

Molte patologie possono essere sconfitte o prevenute, semplicemente respirando e dormendo bene. Alcune problematiche si risolvono facendo pace con gli altri, con il passato e il proprio vissuto. La via della pace porta a riconciliarsi con sé e la Vita stessa. La pace libera tempo ed energia per crescere rigogliosi, cioè gioiosi, fiduciosi e veramente sani.

Biokinesiologia cos’è e come impararla

Biokinesiologia cos’è e come impararla

La Biokinesiologia è uno strumento che può essere di grande aiuto a tutte le persone che vogliono intraprendere un percorso di salute e benessere. Ideata da Corinne Dewolf, la Biokinesiologia® è essenzialmente il risultato dell’integrazione di due discipline, la Biopsicogenealogia e la Kinesiologia.

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I principi base della Biokinesiologia

Tutti abbiamo le competenze naturali necessarie a vivere bene. Il potenziale per sopravvivere, proteggersi, relazionarsi, integrarsi in un gruppo, tutelare un territorio. Ma anche il potenziale per capire e farsi capire, prendere possesso del proprio posto, farsi rispettare, trasmettere la vita, dare, ricevere eccetera.

A volte esiste un blocco che ci impedisce di esprimere questo potenziale, blocco compensato dal nostro corpo che sviluppa per reazione sintomi e patologie.

La Biokinesiologiautilizzando il test muscolare d’investigazione, permette di attingere informazioni direttamente dall’inconscio personale e famigliare. Il test muscolare consente di scoprire e liberare le memorie personali e genealogiche, alla radice dei blocchi.

Come funziona una seduta di Biokinesiologia?

Dopo un colloquio iniziale per individuare la problematica della persona che si ha di fronte, si cerca il potenziale biologico da rinforzare. Grazie al test muscolare detto kinesiologico possiamo interrogare il corpo attingendo alle memorie cellulari. Si ottengono così delle risposte del tipo Si/No, che guidano il terapeuta nel percorso.

Il test muscolare ci permette di misurare, all’inizio dell’incontro, il livello di stress legato al problema. Questo livello di stress è espresso in percentuale ed è il punto di partenza di riferimento.

Risalire la linea del tempo

Poi, iniziando dal presente, si risale la linea del tempo. Percorrendo via via il passato personale e poi quello genealogico. Il corpo porta il terapeuta alle emozioni bloccate prioritarie e dominanti. Quelle che impediscono specificamente l’espressione del potenziale biologico individuato all’inizio dell’incontro.

A partire da un elenco di correzioni possibili, per ogni emozione bloccata prioritaria, viene individuato il metodo migliore a sciogliere il blocco. La collaborazione col corpo permette di risanare ferite, anche inconsce, personali e genealogiche.

La collaborazione col corpo permette di risanare ferite, anche inconsce, personali e genealogiche

Alla fine dell’incontro, si testa la percentuale di stress rimanente legato al problema-focus. Il che permette di valutare l’efficacia dell’intervento. Generalmente il livello di stress diminuisce drasticamente. Quando il potenziale biologico è finalmente liberato, quello che per la persona sembrava difficile diventa naturale e spontaneo.

La Biokinesiologia funziona per gli animali?

La biokinesiologia è uno strumento molto utile anche per aiutare gli animali.
Gli animali non possono collaborare al test kinesiologico. Quindi è necessaria la presenza di una persona che, dopo una preparazione specifica, possa fare da tramite tra terapeuta e animale da aiutare. L’incontro poi può proseguire nello stesso identico modo.

Come puoi imparare a usare il metodo

In Francia, Corinne Dewolf organizza circa una volta all’anno un percorso che insegna la Biokinesiologia. In Italia, con l’autorizzazione di Corinne Dewolf da cui ho imparato la tecnica, io stessa insegno il corso base di Biokinesiologia applicata dal 2016.

Con il corso base di Biokinesiologia applicata, chi partecipa apprende un metodo applicabile in incontri individuali, sia in presenza sia on line. L’obiettivo è imparare a utilizzare uno strumento concreto ed efficace, per deprogrammare alla radice gli squilibri fisici, emozionali o comportamentali. È valido per gli esseri umani e ogni altro mammifero.

Uno strumento concreto ed efficace per deprogrammare alla radice gli squilibri fisici, emozionali o comportamentali

A chi è consigliato?

Il seminario è adatto a chi ha voglia di imparare in breve tempo un metodo terapeutico efficace. Il corso è aperto anche a chi non ha conoscenze particolari nel campo della medicina alternativa.
Questo metodo può essere integrato agli strumenti propri del terapeuta e risulta utilissimo per chi ha già delle conoscenze di decodifica delle malattie. La Biokinesiologia permette di lavorare alla radice dello squilibrio, che spesso è situata nel passato personale e genealogico. Utilizzare i propri strumenti lavorando alla radice permette di ridurre le recidive e prolungare i benefici della propria terapia. L’intervento integrato permette di accrescere salute e benessere.

Il programma del corso base di Biokinesiologia applicata

Il mio obiettivo è quello di insegnarti le basi della Biokinesiologia applicata.
Esistono 2 formule tra le quali puoi scegliere:

  • Il corso on line strutturato in cinque incontri da due ore e mezza. Seguito in via facoltativa da una giornata di pura pratica in presenza.
  • Il corso in presenza della durata di 2 giorni e mezzo.

Ecco in sintesi il programma del corso.

  1. Apprendimento dell’utilizzo del test muscolare d’investigazione detto test kinesiologico. Cos’è il test kinesiologico. I diversi modi di testare. Preparazione della persona per ottenere un test affidabile. I Pre-test.
  2. Individuazione di un’emozione bloccata utilizzando la ruota delle emozioni e domande da fare per indagarla.
  3. Correzioni a disposizione per sciogliere i blocchi emozionali individuati e favorire la trasformazione.
  4. Riconoscimento del potenziale bloccato responsabile del disaggio della persona. Introduzione alla trasformazione di un obiettivo psicologico in un obiettivo biologico. Gli obiettivi biologici principali.
  5. Protocollo completo di Biokinesiologia®. Condivisione di tutte le informazioni e esempio di un caso pratico.

Scopri quando sarà il prossimo corso di Biokinesiologia.

 

Relazione di coppia: come superare le incomprensioni

Relazione di coppia: come superare le incomprensioni

La relazione di coppia va nutrita e accudita perché duri nel tempo e porti benessere a te e all’altro. Se è normale che nascano incomprensioni e difficoltà comunicative, è altrettanto vero che puoi affrontarle al meglio. Potrai risolverle e in molti casi persino prevenirle.

Come? Per capire l’altro devi innanzitutto impegnarti a lavorare su di te. Se conosci te stesso e il linguaggio che usi in amore farai grandi passi in avanti. Ma è fondamentale anche che tu conosca il linguaggio dell’altro, per potergli dare quello di cui ha bisogno allo scopo di sentirsi amato. Scopri come, grazie a questo breve viaggio nei linguaggi dell’amore.

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La sicurezza di sentirsi amato

Nella relazione di coppia, oltre al nutrimento che puoi trarre dal fatto di amare l’altra persona, entrano in gioco anche il benessere e la gratitudine che derivano dall’essere amato. Dopo qualche mese o anno di vita insieme, però, capita che nascano dei dubbi sull’amore reciproco.

Questi dubbi creano frustrazione, scontentezza e insicurezza. Uno stato di sofferenza che rende meno collaborativi e poco inclini all’empatia verso l’altro. Sei entrato in una dinamica di ripicche del tipo se non mi mostri il tuo amore non lo faccio nemmeno io? Può succedere, ma è un circolo vizioso che porta alla crisi di coppia.

Sei entrato in una dinamica di ripicche relative alle dimostrazioni di amore e affetto? Sappi che puoi uscirne

Sarà capitato anche a te…

Una donna, chiamiamola Elena, chiede un colloquio a un consulente matrimoniale perché si trova in piena crisi e non sa come fare a migliorare la relazione di coppia, sulla quale gravano tutta una serie di incomprensioni, malumori e rinfacciamenti. Elena sostiene che suo marito, che chiameremo Gianni, sia poco collaborativo nella ripartizione delle incombenze quotidiane e non faccia mai niente per lei.

Sono sicura che anche tu avrai fatto un pensiero analogo, almeno una volta nella vita, e che avrai messo in discussione la relazione di coppia per situazioni simili. Un esempio concreto? Sono almeno due anni che Elena domanda a Gianni di imbiancare il garage ma lui non l’ha ancora fatto. Le pareti sono ancora lì, con la loro vernice ormai rovinata dal tempo.

Cambiare punto di vista

Cosa capiamo da questo sfogo? Elena si sente amata quando è aiutata e sostenuta. “Smetta di chiedere a suo marito di aiutarla”, le suggerisce il consulente, “cerchiamo invece di capire che cosa vuol dire per Gianni essere amato”. Analizzando il comportamento del marito e le sue reazioni in varie situazioni della vita in comune, Elena e lo psicoterapeuta arrivano a capire che ciò che è più importante per Gianni è essere valorizzato.

“D’ora in poi”, consiglia il consulente, “ringrazi suo marito per tutto quello che fa di giusto invece di lamentarsi per quello che non fa. Provi a parlare il suo linguaggio”. Dopo due mesi il garage è stato imbiancato senza che Elena abbia dovuto più chiedere nulla.

Per migliorare la tua relazione di coppia prova a parlare il linguaggio dell’altro

Le informazioni fanno la differenza

Elena ha rimesso in carreggiata la sua relazione di coppia imparando qualcosa di molto importante su se stessa, su Gianni e sulla gestione e risoluzione delle incomprensioni. Quando una persona si sente amata è più disponibile e attenta alle esigenze dell’altro.  Tra l’altro, molto spesso, non è la carenza d’amore a provocare una situazione di crisi della coppia. Bensì la mancanza di comunicazione, o meglio la mancata trasmissione e comprensione di alcune informazioni fondamentali.

Quando una persona si sente amata è più disponibile e attenta alle esigenze dell’altro

L’esempio che vi faccio è liberamente tratto dal libro I 5 linguaggi dell’amore. Come dire ti amo alla persona amata di Gary Chapman. Ho trovato e acquistato questo testo per caso, in una libreria di Padova, circa 15 anni fa. Da allora è diventato uno dei libri che ho più spesso indicato tra le letture consigliate, alla fine delle mie sedute di consulenza. È scritto bene, in modo semplice, e credo che le informazioni contenute al suo interno abbiano un reale potere terapeutico per la cura della relazione di coppia e la gestione delle incomprensioni.

Molto spesso non è la carenza d’amore a provocare una situazione di crisi della coppia ma la carenza di informazioni

L’amore secondo Chapman

In amore, secondo Chapman, esistono cinque linguaggi differenti che rappresentano cinque modi diversi per esprimere il sentimento che si prova. Stiamo parlando di amore romantico. Quando i partner hanno lo stesso linguaggio d’amore è più facile nutrire la relazione di coppia e affrontare o prevenire eventuali incomprensioni. Senza doverci pensare, i due possono esprimere il proprio amore in modo naturale e spontaneo. Ognuno riempie il serbatoio d’amore dell’altro senza sforzo.

Quando si parla lo stesso linguaggio d’amore è più facile far capire all’altro quanto lo si ami

Spesso, però, le persone che si incontrano, si piacciono e scelgono di coltivare una relazione di coppia non usano lo stesso linguaggio d’amore. Di conseguenza, nonostante l’amore ci sia a tutti gli effetti, uno dei due non si sente amato. Talvolta né uno né l’altro si sentono amati, magari contemporaneamente oppure a fasi alterne. Se ti trovi in questa situazione ti sarai chiesto più volte se il tuo partner ti ama davvero. Vorresti non nutrire dubbi, vorresti che l’altro ti desse quello di cui hai bisogno.

Un serbatoio pieno d’amore

Come interrompere questo frustrante senso di disagio o addirittura prevenirlo? Prima di tutto devi impegnarti a conoscere te stesso. Così potrai conoscere il tuo linguaggio d’amore. Dopodiché devi impegnarti a comprendere il linguaggio d’amore dell’altro: è fondamentale.

Questo non significa che, fatto questo percorso, smetterai di amare l’altro in modo spontaneo, dovendo spendere sempre mille ragionamenti prima di dire o fare qualunque cosa… Lo amerai sempre in modo naturale senza pensarci. Di tanto in tanto però potrai usare il linguaggio d’amore dell’altro perché gli vuoi bene e ti fa piacere che il suo serbatoio d’amore sia pieno.

Potrai usare il linguaggio d’amore dell’altro perché gli vuoi bene e ti fa piacere che il suo serbatoio d’amore sia pieno

I cinque linguaggi dell’amore

Vuoi capire quale sia il tuo linguaggio d’amore e quale invece quello dell’altro? Cerca di farlo senza giudicare. Non c’è un linguaggio migliore dell’altro.

Se il tuo linguaggio, tra quelli descritti da Chapman, è quello dei servizi, significa che quando ami una persona ti viene naturale e spontaneo fare delle cose per lei. Vuoi aiutarla. Per esempio prepararle da mangiare, sistemare la sua bicicletta, fare delle commissioni per suo conto, pulire la casa eccetera. Non è neppure indispensabile che tu sia materialmente vicino a lei, le dimostri il tuo amore attraverso le tue azioni, anche a distanza.

Il secondo linguaggio è quello del contatto fisico. Fatto di baci, abbracci e coccole. Questa tipologia di linguaggio è impossibile a distanza, perché richiede la presenza fisica di entrambi. Chi vive il tocco come linguaggio ha la necessità di essere il più possibile in contatto fisico con il proprio partner.

C’è poi chi comunica il proprio amore con il linguaggio dei doni. Non è importante l’entità economica del regalo. Dal fiore di campo all’automobile, passando per un viaggio, una casa, un gioiello. L’importante è che il dono sia fatto senza altra ragione che l’espressione del proprio amore.

Sia parole sia momenti condivisi

L’altra persona tiene molto ai momenti speciali, quelli che si trascorrono con l’obiettivo di stare insieme? Questo è il suo linguaggio dell’amore. Magari può trattarsi anche di poco tempo, purché la qualità della presenza di entrambi e l’attenzione verso l’altro siano molto alti. Non è tanto quello che si fa insieme che è importante, ma farlo bene insieme. Può trattarsi di qualsiasi cosa: una semplice conversazione, una camminata, un weekend, una cena, un corso di ballo eccetera.

C’è infine chi comunica il proprio amore attraverso le parole di incoraggiamento: ti voglio bene, quanto sei bella/o, ti stimo, che brava/o che sei e così via. In questo caso è importante sapere che, per le persone che hanno interiorizzato e usano questo linguaggio d’amore, la critica è l’antitesi dell’amore. Nel caso tu ne debba esprimere una, fallo con molta cautela.

Fuori dalla relazione di coppia

Questi cinque linguaggi possono essere estesi a tutte le relazioni con le persone care al di fuori della coppia e dell’amore romantico. Durante la mia attività professionale ho incontrato una mamma, ex insegnante, che seguiva il figlio nei compiti ma era insoddisfatta e frustrata per le reazioni del giovane. Per aiutarlo gli mostrava tutto quello che non andava: errori, pasticci, eccetera. Rapidamente il ragazzo andava in crisi e non voleva più fare i compiti con lei.

Puoi usare i cinque linguaggi dell’amore in tutte le relazioni con le persone a cui vuoi bene

Analizzando la situazione nell’ottica dei cinque linguaggi dell’amore, ho capito che il bambino aveva interiorizzato come linguaggio d’amore le parole d’incoraggiamento. Il sostegno amorevole della mamma, fatto di correzioni e indicazioni, veniva quindi interpretato come mancanza d’amore.

La mamma invece possedeva e usava il linguaggio d’amore dei servizi. Di conseguenza andava in crisi quando, chiedendo una mano per preparare la tavola o sparecchiare, nessuno in casa le rispondeva. Ecco un altro esempio in cui sicuramente potrai riconoscerti, come partner o magari come genitore o figlio/a.

Un test per capirsi meglio

Analizzando le relazioni in quest’ottica, diventa più facile comprendere dove e perché nascono molte incomprensioni che affliggono la comunicazione tra le persone che si vogliono bene. Quando si parlano due lingue diverse ma si cerca comunque di comunicare è facile non capirsi. Puoi anche pronunciare parole bellissime ma se l’altro non le comprende il tuo messaggio non verrà mai ricevuto.

Quando si parlano due lingue diverse ma si cerca comunque di comunicare è facile non capirsi

Individua il tuo linguaggio e quello dei tuoi cari. Poi metti in condivisione queste preziose informazioni: favorirai un circolo virtuoso fatto di benessere, amore e felicità al posto di un circolo vizioso fatto di frustrazione e incomprensioni.

Pensi di fare fatica a comprendere quale sia il tuo linguaggio principale di amore nella relazione di coppia? Se conosci almeno un po’ l’inglese prova questo test. Ti aiuterà anche a capire che, pur avendo un linguaggio principale, tutti noi apprezziamo pure altri linguaggi d’amore. Usarli nel giusto mix può fare la differenza. Ovviamente, proponi anche al tuo partner di partecipare al test.

Vuoi migliorare la tua relazione di coppia o altre relazioni interpersonali a cui tieni? Partire da te stesso è sempre un ottimo passo. Prova a mettere in pratica i miei consigli.

Disturbi del sonno: i consigli per dormire bene e stare meglio

Disturbi del sonno: i consigli per dormire bene e stare meglio

I disturbi del sonno sono uno dei problemi più diffusi della società contemporanea. Sono responsabili dell’insorgenza o dell’aggravarsi di molte patologie che ci affliggono. Una buona qualità e quantità di sonno, infatti, possono aiutare concretamente a prevenire e curare tutte le patologie umane.

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Pensi di dormire male perché al mattino appena sveglio sei più stanco di quando sei andato a letto? Fai fatica ad addormentarti dopo una giornata intensa? O magari sei curioso di capire meglio qual è il ritmo del sonno ideale per stare bene? Scopri quali sono i miei consigli per dormire bene assicurandoti benessere e salute.

Nella nostra società (occidentale e moderna), negli ultimi decenni, il tempo medio di sonno della popolazione è passato da oltre 8 ore a poco più di 6. Oltre alla diminuzione della quantità di ore di sonno, assistiamo anche a una diminuzione della qualità del sonno. C’è poi chi dorme nei momenti sbagliati, alterando il proprio ciclo circadiano.

Una buona qualità e quantità di sonno possono aiutare concretamente a prevenire e curare tutte le patologie umane

Cos’è il ritmo circadiano

Riduzione e disturbi del sonno possono essere legati a un’alterazione del ritmo circadiano. Quest’ultimo indica un ritmo caratterizzato da un periodo di 24 ore, organizzato “intorno al giorno”, cioè all’alternarsi di luce e buio. La definizione è stata coniata da Franz Halberg, scienziato fondatore della disciplina chiamata cronobiologia. Hai un disturbo del ritmo circadiano del sonno se non riesci ad andare a dormire o a svegliarti negli orari considerati “normali”.

Cosa ti succede se dormi poco e male?

Magari sei tra coloro che non riescono a dormire fino alle quattro del mattino e poi non riescono ad alzarsi la mattina. O ti svegli tutte le notte alle 3 del mattino stando sveglio per ore. Ci sono molti altri disturbi del sonno, meno evidenti, che comunque influenzano pesantemente la tua fisiologia (e biologia). Perché modificano la produzione dei principali ormoni. Può bastare un numero di ore insufficienti di vero riposo, come ti ho già accennato. O un sonno troppo leggero.

Ecco a grandi linee cosa succede al tuo corpo quando sperimenti dei disturbi del sonno.

  • Aumenta il cortisolo, l’ormone responsabile più di tutti gli altri dello stress
  • Cresce la grelina, il principale segnalatore della fame, quello che dice al nostro corpo che abbiamo bisogno di mangiare.
  • Aumenta la glicemia, ovvero la concentrazione degli zuccheri nel sangue. Il nostro corpo cioè è meno capace di regolare correttamente il metabolismo degli zuccheri e portare il giusto nutrimento alle cellule.
  • Diminuisce la leptina, uno dei principali indicatori di sazietà. Poiché dormire poco riduce i livelli di leptina serali e notturni, la sera e in alcuni casi la notte si scatena la fame, con conseguenti risvegli e dannose abbuffate. I livelli di leptina, in caso di carenza di sonnosono più bassi del solito anche durante il giorno, provocando una carenza generale di sazietà e quindi un appetito più difficile da controllare.
  • Diminuisce la melatonina, ormone fondamentale che permette al nostro orologio centrale di regolare l‘alternanza sonno/veglia e influenzare correttamente i ritmi di tutte le ghiandole ormonali. La melatonina è responsabile, insieme ad altri ormoni, dell’attività degli organi e dell’organismo intero.

Se la tua fisiologia è alterata a causa dei disturbi del sonno la produzione di ormoni da parte del tuo organismo cambia

Le conseguenze di una produzione ormonale sbilanciata

Ora puoi capire come i disturbi del sonno possono portare a obesità, diabete e in generale a un incremento dello stato di infiammazione dell’organismo. Inoltre è stata evidenziata una relazione molto stretta tra disturbi del sonno, alterazione della memoria, patologie psichiatriche e iperattività emozionale.

I disturbi del sonno influenzano anche la salute del tuo cervello e i tuoi stati emotivi

Ecco perché una buona qualità e quantità di sonno e un ritmo circadiano equilibrato sono fondamentali per prevenire e curare tutte le patologie umane. Alcuni esperti del settore affermano (senza timore di esagerare) che il sonno è il secondo bisogno vitale, dopo la respirazione. Verrebbe quindi prima del cibo e dell’idratazione.

Il sonno per alcuni esperti del settore è il secondo bisogno vitale dopo la respirazione

Il mio studio sul sonno

Da più di 20 anni il sonno è al centro della mia attenzione. Lavoro con l’obiettivo di dare ai miei pazienti tutti i mezzi per padroneggiarlo al meglio.
Dagli insegnamenti dello scienziato Jean Pierre Garnier Malet, alla PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia), passando per la Medicina Cinese e la Biopsicogenealogia, ho esplorato il sonno sotto tanti punti di vista e da varie angolazioni.
Nei seminari “Le aperture del tempo” e successivamente “Sonno, il mio alleato”, ho condiviso per anni con moltissimi pazienti gli aspetti straordinari del sonno. 

Per iniziare al più presto a dormire meglio e recuperare un sonno di qualità, ti suggerisco di guardare il mio video-corso Sonno è Salute. Il corso nasce dalla mia lunga esperienza di medico e dal mio approccio multidisciplinare. Ci ho messo le informazioni utili che permettono azioni concrete volte a ristabilire i fondamenti per un sonno spontaneo rigenerante.

Conoscendo te stesso e seguendo i suggerimenti pratici del corso, agirai concretamente sul recupero di un ritmo sonno/veglia equilibrato e di un sonno profondo. Ti sentirai meno stressato e grazie a una lunga catena di eventi positivi portatori di benessere inizierai a stare meglio.

Prima di lasciarti al mio corso voglio subito spiegarti alcune caratteristiche del sonno attraverso degli esempi concreti. Applicando questi consigli pratici potrai migliorare il tuo rapporto con l’addormentamento e il risveglio. Consentendoti così di iniziare a lavorare su eventuali disturbi del sonno.

Perché fai fatica ad addormentarti

Il ritmo proprio del sonno è fatto di cicli successivi da 90 minuti circa. Immaginiamo, quindi, che il sonno sia un treno che passa ogni 90 minuti. La sera, è molto importante essere attenti e riconoscere al volo il momento in cui sta arrivando il treno.
Gli indizi sono evidenti e facili da riconoscere: possiamo provare stanchezza, iniziare a sbadigliare oppure non riuscire più a concentrarci sul lavoro che stiamo facendo.

Stanchezza, sbadigli e mancanza di concentrazione ci dicono che è ora di andare subito a letto, senza perdere il momento

Questo calo di energia di solito dura qualche minuto. Subito dopo ti sentirai meglio, di nuovo sveglio, senza più la voglia o il bisogno di andare a letto. Dopo circa 90 minuti proverai nuovamente quella stessa stanchezza di prima. E così via ogni 90 minuti.

Il primo esercizio che ti chiedo di fare è quello di osservare la situazione per qualche sera. Prendi nota degli orari in cui passa il tuo treno del sonno. In questo modo sarai pronto per saltare a bordo al momento giusto, perché ti troverai in stazione, cioè rilassato a letto.

Scopri quando passa il tuo treno del sonno per essere pronto ad andare a dormire con il giusto anticipo

Cosa accade se vai a letto al momento sbagliato?

Quando vai a letto fuori orario, ti troverai fisicamente alla stazione del sonno, cioè a letto, ma non avrai nessun treno da prendere. In quel momento, fisiologicamente, il tuo corpo non è preparato a dormire. Sei sveglio e pieno di energia. Sei a letto coricato ma non c’è nessun calo d’attenzione e allora i tuoi pensieri cominciano a viaggiare a ruota libera. Pensi alla giornata appena trascorsa, a quello che ti aspetterà l’indomani, a mille cose che potrebbero succedere, non per forza positive.

Se, come accade spesso, le preoccupazioni arrivano a invaderti la mente, il tuo livello di stress inevitabilmente si alzerà. Dopo qualche minuto potresti innervosirti. Comincerai a cambiare posizione nel letto nella speranza di prendere sonno e scappare dai tuoi pensieri.

Quando vai a letto fuori orario il rischio di stressarsi è molto alto

Stress e spuntini notturni

Dopo minuti interminabili, stanco della situazione, ti alzerai per bere o mangiare qualcosa oppure prenderai in mano un libro per distrarti. Ma in questo modo ti allontanerai dal tuo traguardo: quello di prendere il treno del sonno. Ti sembra una semplificazione eccessiva? Fai una prova, ti assicuro che resterai stupito del risultato. E felice di dormire meglio.

Conoscendo meglio te stesso e studiando i ritmi della tua stanchezza e del tuo sonno, riuscirai a essere pronto per salire sul treno al momento giusto. Addormentarsi facilmente diventerà la tua routine.

Fai fatica a svegliarti al mattino?

Distruggeresti la tua sveglia quando suona? Oppure sei uno di quelli che non la sentono nemmeno? Riprendiamo la metafora del treno. Così come è importante prendere il treno del sonno quando passa dalla stazione la sera, così è importante scendere al suo arrivo. Mai mentre è ancora in corsa.

Se fai fatica a svegliarti è perché cerchi di scendere dal treno del sonno mentre è ancora in corsa

Quando hai trovato il tuo ritmo e individuato i tuoi orari, dovrai puntare la sveglia al momento giusto. Quale? Calcola un multiplo di 90 minuti. Se il tuo treno passa alle 22.30, rallenterà la sua corsa passando dalla stazione alle 4.30, alle 6.00, alle 7.30 o alle 9.00. Se la sveglia suona alle 6.45, per esempio, il risveglio sarà traumatico. Sei nel pieno del sonno profondo, momento in cui l’attività cerebrale è molto rallentata. Il rumore della sveglia in questo caso ti butta giù dal treno in corsa e questo è uno shock molto serio per la tua fisiologia.

Svegliarsi al momento sbagliato, in una fase di sonno profondo, è molto scioccante per il tuo organismo

Per essere completamente sveglio a questo punto dovrai ricorrere al caffè, alla doccia fredda, o a qualunque altra strategia tu abbia scovato negli anni per riuscire ad avere les yeux en face des trous, come diciamo in Francia. In pratica farai una fatica tremenda a tenere gli occhi aperti.

Fai del bene al tuo corpo

Il nostro corpo è una macchina fantastica capace di adeguarsi a ogni situazione. Se un risveglio traumatico accade ogni tanto non c’è nulla di cui preoccuparsi. Ma tutto cambia quando il risveglio traumatico, l’addormentamento tardivo, la mancanza di sonno profondo o altri disturbi del sonno si presentano a ripetizione per anni.

Quando riconoscerai il momento giusto per svegliarti, quello in cui il tuo cervello è davvero pronto, proverai la bellissima esperienza di svegliarti in modo spontaneo. Appena un minuto prima della sveglia: fresco, riposato e pieno di energia.

Svegliandoti al momento giusto scoprirai di essere fresco, riposato e pieno di energia

Chi dorme di giorno non piglia pesci

In Italia ho scoperto il proverbio chi dorme non piglia pesci. Con tutte le conoscenze acquisite sul sonno penso che sarebbe più giusto cambiarlo in chi dorme di giorno non piglia pesci. Invece ti raccomando durante la notte di curare, rispettare e dare la massima priorità alla qualità e quantità del riposo. Intervieni sui disturbi del sonno quanto prima.

Ora sei sicuramente pronto ad approfondire l’argomento e agire per il tuo benessere, qui trovi il corso Sonno è Salute.