Come raggiungere un obiettivo: 7 consigli pratici

Come raggiungere un obiettivo: 7 consigli pratici

Come raggiungere un obiettivo che ci sta a cuore? Ti sarà sicuramente capitato di chiederti se ci sono delle tecniche o meglio dei principi da seguire per riuscire a conquistare gli obiettivi che di volta in volta decidi di porti.

La prima constatazione da fare è che darsi degli obiettivi non è sufficiente a raggiungerli. È anche necessario agire in modo efficiente.

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Avere in mente un obiettivo chiaro è la prima regola che permette di raggiungerlo. Quando la tua meta è definita, può soffiare ogni genere di vento contrario nel tentativo di portarti fuori strada: troverai con più facilità e tenacia il modo di adattarti e agire allo scopo di mantenere la tua rotta.

Se invece non sai con precisione dove andare, perché il tuo obiettivo non è chiaro, alla prima difficoltà ti troverai in balìa dei venti contrari, sballottato a destra e a sinistra, e perderai di vista quello che volevi fare.

1-Definisci il tuo obiettivo

La metafora dei venti contrari chiarisce bene perché è fondamentale, nella tua strada per capire come raggiungere un obiettivo, stabilire quale sia questo obiettivo. Detto questo è altrettanto importante definire l’obiettivo nel modo migliore.

È facile, infatti, cadere nella trappola di un obiettivo controproducente, che fa consumare inutilmente le energie. Una situazione del genere si verifica ogni volta che ti metti in testa di lottare contro qualcosa o contro qualcuno.

È facile cadere nella trappola di un obiettivo controproducente

Lottare contro, in termini energetici, fa sì che ogni tuo movimento verso l’obiettivo nutra proprio il tuo nemico o quello che non vuoi. Innanzitutto perché lo pone al centro della tua attenzione e dunque della tua vita. È come se con il tuo modo di fare, anziché avvicinarti all’obiettivo positivo implicito, consumassi energie, mantenendo vivo e allenato quello che consideri essere “il problema da distruggere”.

Come raggiungere un obiettivo, grande o piccolo che sia, immaginandolo nel modo corretto? Che tu voglia impegnarti politicamente contro un governo oppressivo o semplicemente smettere di fumare (ad esempio) è fondamentale esprimere l’obiettivo in modo positivo.

Quindi no a obiettivi del genere: voglio combattere la dittatura o voglio lottare contro il desiderio di fumare. Mentre sono efficaci propositi del tipo: voglio tutelare la libertà e i diritti umani. Oppure voglio essere vitale e libero coltivando abitudini sane.

Per quanto sia tremendo il tuo nemico, anche quando si tratta della violenza, della guerra, dell’odio, non è sensato lottare contro. Persino quando la lotta è oggettivamente sana e legittima: un obiettivo che prevede di combattere contro qualcosa ti allontana dal risultato.

Puoi pensarla in questi termini: se metti tutta la tua attenzione su quello che non vuoi, la tua stessa vita sarà improntata su quello che non vuoi e il tuo essere andrà in quella direzione che temi e rifiuti, alimentando il problema.

2-Chiarisci a te stesso cosa vuoi esattamente

Sapere cosa non vuoi non basta. Se il tuo obiettivo è evitare di andare a Milano, nel navigatore dovrai comunque inserire una destinazione. Non puoi semplicemente escludere il luogo che non vuoi raggiungere. Quando non inserisci una meta, anche per la macchina più potente diventa difficile portarti a destinazione.

Perché un obiettivo sia espresso nel modo corretto e utile al suo raggiungimento, oltre a enunciarlo in forma positiva, è importante che sia qualcosa che può dipendere dalla tua volontà e dalle tue azioni.

Pensare, ad esempio, di migliorare il rapporto tra i tuoi genitori che litigano sempre, è una meta irraggiungibile. Siamo responsabili solo di come vanno le relazioni in cui siamo direttamente coinvolti. E anche in questo caso abbiamo solo metà della responsabilità, che condividiamo con l’altro individuo protagonista della relazione.

Infine, ribadisco, l’obiettivo deve essere ben definito. Gli obiettivi vaghi non consentono di raggiungere alcuno scopo. Quando un obiettivo non soddisfa tutte e tre queste condizioni, ti consiglio di metterlo da parte: si tratta di un falso obiettivo. Gli obiettivi formulati male però possono essere trasformati.

Perché un obiettivo sia raggiungibile è necessario definirlo al meglio

Vogliamo spenderci perché nel mondo ci siano più amore, rispetto, pace, salute e libertà? Cambia il tuo scopo vago in un vero obiettivo. Puoi decidere di lottare per il rispetto, la salute, la pace e la libertà. Ma una volta compresa la direzione in cui vuoi muoverti, devi delimitare il tuo obiettivo. Come vuoi avvicinarti a questo scopo tanto grande? In quale contesto? Facendo cosa e con chi?

3- Trasforma gli obiettivi irraggiungibili

Realizzare la Pace nel mondo è un obiettivo irraggiungibile per me come per te. Non dipende da noi e dal nostro comportamento. Possiamo però nutrire la Pace nel mondo. Attraverso tutta una serie di piccole o grandi azioni quotidiane, puoi agire per aumentare la tua pace interiore e impegnarti perché le tue relazioni siano felici e serene, per esempio. Così avrai trasformato un obiettivo irraggiungibile in un obiettivo che, se pur impegnativo, è alla tua portata.

Come raggiungere un obiettivo se è molto ambizioso? Quando un obiettivo è troppo ampio, è molto difficile capire da dove iniziare. Rifletti sul fatto che il raggiungimento di ogni vetta, anche la più alta, parte da un primo passo. A cui seguono molti altri passi, fatti uno alla volta. Analizza il tuo obiettivo e dividi il percorso da compiere in obiettivi più piccoli. Sarà più facile pianificare le tue azioni nel breve, medio e lungo periodo.

Anche gli obiettivi più ambiziosi possono essere analizzati e suddivisi in obiettivi più piccoli

Quando hai un obiettivo positivo e chiaro da perseguire, scoprirai che è facile trovare persone che lo condividono e che magari hanno in mente altre strategie efficaci per realizzarlo.

Resta in ascolto, sii aperto al confronto, persino se ti sembrerà che gli altri vogliono raggiungere il tuo stesso obiettivo in un modo che trovi sbagliato. Da un obiettivo comune ben definito possono nascere discussioni proficue e alleanze inaspettate. Lavorando in sinergia sarà più facile raggiungere il tuo scopo.

Da un obiettivo comune ben definito possono nascere discussioni proficue e alleanze inaspettate

4-Scopri perché ti sei dato quell’obiettivo

Quanto più la tua motivazione a raggiungere l’obiettivo è forte, tanto più sarà facile farlo. Il perché dietro un obiettivo è un motore molto potente su cui puoi contare: dà la spinta alla motivazione e nutre la determinazione.

Ricorda che motivazione e determinazione sono un sostegno molto importante soprattutto quando si presentano degli ostacoli sulla strada per il raggiungimento dell’obiettivo. La motivazione ti permetterà di essere perseverante e ti darà l’energia necessaria a percorrere anche le vie più ripide. Non è detto che il tuo obiettivo sia lì, a portata di mano, pronto ad attenderti su un piatto d’argento.

Verifica, inoltre, che l’obiettivo che ti sei dato sia in linea con i tuoi valori. Ispirata da Socrate, da circa un quarto di secolo ritengo molto importante il consiglio conosci te stesso. Cosa intendo con questo? È importante che tu conosca i tuoi valori, ciò che non tolleri, le tue risorse e i tuoi limiti. Impegnati per capire cosa nutre la tua anima, cosa ti fa provare gioia, oppure rabbia e frustrazione… Sono tutte informazioni che ti permetteranno di fissare degli obiettivi adatti a te, obiettivi che avrai realmente voglia di realizzare.

La metafora del muratore

Forse non c’è niente di più concreto del lavoro di muratore. Immaginiamo un muratore che voglia partecipare alla costruzione di una cattedrale come inno alla Pace nel mondo. La cattedrale sarà un luogo sacro dove ognuno potrà trovare rifugio, silenzio, accoglienza. Un luogo di unità, amore e libertà.

L’obiettivo in questo caso è la costruzione della cattedrale. La motivazione interiore è l’amore per la pace. Definito l’obiettivo, è necessario mettere a punto una strategia per raggiungerlo: quali azioni vanno messe in campo? Che tipo di competenze servono? A chi il muratore può chiedere aiuto? Un lavoro del genere non si può fare da soli.

Il muratore può definire un percorso a tappe con i suoi collaboratori. Ognuno avrà un compito in relazione alle proprie competenze o talenti. Il muratore stesso, per esempio, potrà occuparsi dei muri. Ogni muro è costituito di mattoni, da posare uno dopo l’altro.  I muri sono un obiettivo intermedio rispetto all’obiettivo più grande, la cattedrale. I mattoni sono come singole azioni quotidiane, da realizzare con ordine e precisione.

Quanto può essere noioso posare un mattone sopra l’altro tutto il giorno? Se si fa senza cuore, moltissimo! Se guardiamo alle azioni quotidiane senza pensare all’obiettivo da raggiungere, possiamo perderne il senso. Ma la posa dei mattoni potrebbe, invece, essere un piacere per quel muratore che lavora nella consapevolezza che, con costanza e determinazione, arriverà a costruire un luogo di Pace.

Se guardiamo alle azioni quotidiane senza pensare all’obiettivo da raggiungere, possiamo perderne il senso

5-Definisci una strategia di massima

Avere una visione d’insieme del tuo obiettivo e di quello che serve per raggiungerlo aiuta a cogliere la realtà della situazione presente. Ma serve anche a immaginare il percorso necessario per arrivare alla meta. Se hai le idee chiare puoi riconoscere i mezzi e le risorse (interiori ed esteriori) fondamentali per raggiungere i tuoi scopi e probabilmente potrai prevedere gli eventuali ostacoli che incontrerai lungo il percorso. Da tutte queste informazioni può nascere una strategia vincente.

Qualcuno è più propenso ad agire in vista di un risultato visibile immediatamente. Altri sono più spinti verso obiettivi che, sempre attraverso azioni quotidiane, si realizzano nel futuro, dopo 10 anni o magari nella generazione successiva.

Facciamo qualche esempio. Ci sono persone che si concentrano sull’educazione dei bambini per creare una generazione di adulti consapevoli e attenti alla Pace. Mentre altre si battono per difendere nel qui e ora i diritti degli oppressi. C’è chi rianima i corpi salvando vite e chi si impegna per educare tutti a tutelare la propria salute… La varietà di intenti, talenti e valori degli esseri umani è una ricchezza straordinaria, che può essere sfruttata al vantaggio di tutti.

6- Verifica che la tua strategia sia vincente

Come raggiungere un obiettivo a lungo termine, o meglio come perseguirlo senza perdere il contatto con la realtà? A volte siamo cosi impegnati ad applicare la strategia che ci siamo prefissati che dimentichiamo il nostro obiettivo iniziale. Facciamo un esempio. Mi è capitato frequentemente di chiedere alle persone esaurite e oberate di lavoro: perché LEI lavora? Questa domanda suscita spesso stupore e sguardi interdetti. Dopo un primo momento di silenzio la risposta più comune è: Perché si deve!

A volte siamo cosi impegnati ad applicare la strategia che ci siamo prefissati che dimentichiamo il nostro obiettivo

Insieme, prendendoci del tempo, ho ricostruito con ciascuna di queste persone le loro personali motivazioni al lavoro. Può trattarsi della realizzazione professionale, del desiderio di condivisione con i propri cari di un tenore di vita agiato, della gioia per quello che si fa, del bisogno di sicurezza economica e così via. Tutti questi obiettivi erano caduti nell’oblio, seppelliti da una strategia portatrice di stanchezza, tensioni fisiche ed emotive, liti in famiglia, carenza di tempo per godersi la vita e i propri cari ecc.

Riconnettersi al proprio obiettivo permette di rivalutare la strategia in atto e operare alcuni cambiamenti se necessario. Verifica con frequenza se gli obiettivi intermedi che hai fissato sono stati raggiunti e se rispettano il tuo obiettivo finale. Potrai capire quando le tue azioni sono efficaci o meno.

Ovviamente serve essere flessibili e pronti a cambiare o adattare la strategia. Le tue azioni non hanno avuto gli effetti desiderati? Capita. In questo caso è molto importante essere onesti con se stessi e intellettualmente umili. Solo così sarà possibile riconoscere quali valutazioni di partenza si sono rivelate sbagliate e aggiustare il tiro. Avere in mente un obiettivo chiaro ti permetterà di mantenerti sulla strada giusta senza perdere la bussola.

7- Comprendi che il fine non giustifica i mezzi

La strada per raggiungere un obiettivo è altrettanto importante dell’obiettivo in sé. Non ha senso fare la guerra per ottenere la pace, per esempio. Dovrebbe sempre esserci coerenza tra fine e mezzi. La strategia per perseguire un obiettivo deve rispettare i tuoi valori e nutrire la tua gioia.

Allo scopo di agire efficacemente per la pace, serve “essere” in pace. L’obiettivo di tutelare i diritti umani può prevedere solo una strategia che rispetti i diritti umani. In questo modo, il tuo obiettivo avrà forza e ti sentirai in accordo con te stesso mentre sei impegnato nel raggiungimento dell’obiettivo.

Allo scopo di agire efficacemente per la pace, serve essere in pace

Se il nostro muratore è connesso al suo obiettivo più grande, quello di costruire un luogo di pace, non solo allineerà ogni mattone con entusiasmo e applicazione ma, ben prima della fine della costruzione della cattedrale, il suo spirito pacifico e positivo sarà già un inno alla pace.

Lotta per, non contro

Per concludere, vorrei ancora una volta sottolineare che non c’è forza o successo nel lottare contro qualcosa. Mentre battersi a favore del suo opposto può portare grandi soddisfazioni e risultati.

Non parteciperò mai a una manifestazione contro la guerra! Invitatemi, però, a una manifestazione a favore della Pace e io non mancherò…” Queste parole, attribuite a Madre Teresa di Calcutta, fanno capire che persone molto attente alla Pace e a obiettivi di grande portata hanno ben chiara questa profonda Verità.

Vuoto affettivo: cos’è, da cosa dipende, come superarlo

Vuoto affettivo: cos’è, da cosa dipende, come superarlo

Il vuoto affettivo si manifesta come una sensazione di vuoto interiore che provoca disagio, malessere e la percezione di essere incompleti. C’è chi percepisce chiaramente di non bastare a se stesso e chi invece pensa di essere inadeguato per la realtà in cui vive.

Capita a tanti di provare una sensazione di questo genere, di tanto in tanto, e di cercare di colmare quel senso di vuoto affettivo in qualche modo. Talvolta col cibo, più spesso attraverso una relazione. Se la sensazione di vuoto affettivo è rara questo articolo non è destinato specificamente a te, ma se invece ti accompagna spesso, puoi prendere in mano la situazione per capire da cosa dipende e come superarla.

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Il vuoto affettivo può avere radici profonde nella relazione con i tuoi familiari e la maggior parte delle volte ha ripercussioni più o meno importanti su tutte le tue relazioni.

Il vuoto affettivo può avere ripercussioni pesanti sulle tue relazioni

Cos’è il vuoto affettivo

Non è facile definire il vuoto affettivo e capire quali sono i suoi contorni. Spesso, si tratta di una sensazione confusa e nebulosa che ha l’effetto principale di farti sentire infelice e incompleto. Ti senti vuoto? Hai la sensazione di essere poco connesso con te stesso? Magari sei angosciato nei confronti del quotidiano e ti rivolgi all’esterno in cerca di aiuto. Speri che una relazione d’amore possa cancellare magicamente il tuo disagio.

Prima di tutto vorrei ricordarti l’importanza di conoscere te stesso per capire davvero cosa c’è che non va. Su questo blog ho già trattato il tema della dipendenza affettiva e di una delle sue principali radici, l’ideale di amore romantico che fa nascere in noi il bisogno di trovare a tutti i costi “l’altra metà”, l’individuo che possa “completarci”. Ho condiviso il mio punto di vista e l’equazione alla base di questo malinteso: 1/2 + 1/2 = 1. Abbiamo visto che per evitare la dipendenza affettiva e tutti i suoi disagi, è utile abbracciare un altro paradigma, che è 1 + 1 = 3. Si tratta di una prospettiva radicalmente diversa, rispettosa delle due individualità che compongono la coppia e in grado di moltiplicare il benessere.

Quando non ti senti a posto con te stesso il primo passo è riconoscere che qualcosa non va

Nell’ambito delle dipendenze affettive ci sono altre due situazioni interessanti da conoscere ed esplorare, che possono essere all’origine della tua ricerca di quella metà “in grado di completarti”. Ricerca che per forza di cose non porterà ai risultati sperati.

La separazione dalla mamma

Tutti noi conserviamo inconsciamente la memoria di un tempo in cui eravamo tutt’uno con un altro essere vivente. Si tratta del vissuto nell’utero materno, durante la gravidanza. La nascita e i primi mesi di vita sono momenti molto delicati in cui è importante che sia tutelato il più possibile il legame madre-bambino. Quando tutto va bene, man mano il bambino prende coscienza della sua individualità e si stacca naturalmente dalla mamma, senza traumi.

Quando invece per qualche ragione c’è una rottura improvvisa e brusca del rapporto, rimane una ferita, un vuoto. Accade quello che nella pratica delle costellazioni famigliari si chiama movimento interrotto con la madre. Il dolore che nasce da questo evento può condizionare l’intera esistenza.

Il dolore che nasce da una separazione precoce e improvvisa dalla madre può condizionare l’intera esistenza

La rottura può essere dovuta a una separazione alla nascita, ad esempio per un problema di salute del neonato, della madre o di entrambi o per qualsiasi altra ragione.

Con il passare del tempo, spesso il bambino sviluppa nei confronti della madre una relazione di amore/odio in cui l’odio è l’emozione legata al senso di tradimento per l’abbandono subito.

L’adulto che questo bambino diventerà può essere consapevole del fatto che la madre abbia subito la separazione tanto quanto il bambino. Spesso però la consapevolezza dell’adulto non basta a guarire la ferita. Non è l’adulto che va guarito: è il bambino interiore.

La separazione da un gemello

Un’altra causa scatenante da prendere in considerazione quando si cercano le cause di un vuoto emotivo riguarda i gemelli. Alcuni studi relativamente recenti hanno rivelato che una percentuale importante di gravidanze inizia in forma gemellare o plurigemellare. Gli specialisti si stanno accorgendo, con l’aiuto degli strumenti per la diagnosi e l’analisi prenatale, che le gravidanze gemellari sono decisamente più frequenti di quello che si credeva nel recente passato. I dati a disposizione parlano di una variazione compresa tra il 10 % e il 70 % delle gravidanze, a seconda delle fonti.

Questo vuole dire che una persona può essere concepita insieme a un altro essere, con il quale inizia a svilupparsi. Per ragioni varie e così precoci da non poter essere nemmeno diagnosticate, l’evoluzione di un fratello gemello si ferma e nasce un solo bambino.

A volte questo aborto spontaneo parziale si manifesta nella gravida con delle perdite di sangue nelle prime settimane di gravidanza. Sintomo che spesso viene considerato una piccola (o grande) minaccia di aborto. Altre volte al momento del parto, quando l’ostetrica verifica l’integrità della placenta appena espulsa, nota una o due piccole calcificazioni: i resti dei fratelli non sviluppati. Generalmente non si dice nulla ai genitori.

Un gemello scomparso non è un dramma di per sé. Non c’è nessun colpevole da rintracciare, nessuna responsabilità da scoprire. Perché la Vita possa fluire e uno degli embrioni possa crescere e nascere, la Natura opera una selezione.

Informazioni taciute

Il problema è che l’informazione sul gemello mai nato, quando viene tenuta nascosta, può avere un’influenza molto grande sulla vita del sopravvissuto. Questo proprio perché l’evento della perdita intrauterina del fratello non è noto e non può essere elaborato.

Le informazioni taciute che impediscono di elaborare lutti e traumi possono pesare molto nella vita dell’individuo 

Capita allora che il rapporto con il gemello mai nato lasci una sensazione di vuoto incolmabile che può durare una vita intera.

Alcuni cercano di colmare il vuoto affettivo che sentono costantemente attraverso il cibo, come spiego nel mio libro sul dimagrimento senza diete. Altri provano a combattere il vuoto affettivo con una nuova relazione. Anche a te è successo di cercare la reazione ideale in cui finalmente sentirti completo? Un solo unicum indivisibile? Questa ricerca è vana.

La ricerca dell’altra metà è destinata a fallire

Nessuno partner, amico o fratello può essere all’altezza di colmare il vuoto lasciato dall’interruzione del rapporto con il gemello quando eravamo in utero, o con la mamma quando eravamo neonati. Nessuna relazione può competere con quella inclusiva e fusionale tra madre ed embrione o tra gemelli intrauterini. Provare a colmare quel vuoto riempendolo con una nuova relazione significa restare spiazzati, amareggiati e delusi dal risultato.

Solo un lavoro su se stessi, che conduca alla radice della ferita, può consentirti di uscire dal dolore subito.

Come superare il vuoto affettivo

Hai capito che la causa del tuo malessere di fondo e della tua dipendenza dalle relazioni amorose vanno cercati nel vuoto affettivo causato da un problema con la mamma o con un gemello scomparso? Diventare realmente consapevole di quanto è successo e riconnetterti con la tua parte bambina che ha subito il trauma può aiutarti a trasformare il tuo vuoto emotivo, tanto ingombrante e indefinito. L’assenza di un gemello o della madre in un momento fondamentale dello sviluppo può trasformarsi in un grave trauma. Ma quando lo avrai compreso e accettato potrai finalmente goderti appieno tutte le tue relazioni, senza addossare a partner e amici responsabilità che non competono a loro.

La consapevolezza è il primo passo per guarire il bambino interiore

Il problema delle unità di misura

Quando c’è un trauma non risolto legato alla separazione della madre nel primo anno di vita o alla morte in utero di un gemello, l’unità di misura, che ci guida nelle relazioni e che inconsciamente abbiamo dentro di noi, è fuorviante… A guidarci cioè è l’equazione 1/2 + 1/2 = 1. Ma anche la mamma o il gemello sono altro da te: l’unità di misura corretta è 2 e non 1.

Cosa succede quando ci comportiamo cercando di soddisfare questa equazione errata? A livello generale esistono due casistiche.

Tendenza a isolarsi per proteggersi dal dolore

C’è chi cresce sviluppando la tendenza alla massima autonomia. Queste persone spesso vogliono controllare tutto. Subire la separazione o l’abbandono in un momento in cui erano tremendamente vulnerabili, ha provocato un dolore e ha lasciato una ferita tale che, inconsciamente, cercano di prevenire qualunque altro trauma di questo genere. Ecco perché questi individui provano a non avvicinarsi emotivamente a nessuno, fanno molta fatica a lasciarsi andare e ad aprirsi agli altri.

C’è chi rifiuta di aprirsi agli altri per proteggersi da eventuali nuovi traumi e ferite

Hai l’abitudine di tenere chi potrebbe piacerti a debita distanza? Non ti fidi né ti affidi completamente al partner per nessuna ragione? Sei “preparato” al fatto che le tue aspettative saranno sicuramente tradite?

Se nutri in te la convinzione che nessuno sarà mai realmente degno della tua fiducia potresti avere alle spalle un trauma legato a una separazione da tua madre in fase neonatale o da un gemello mai nato.

Dipendenza affettiva dal partner

Molti sviluppano la tendenza ad attaccarsi al partner e hanno bisogno di vivere con lui o con lei ogni momento della vita. Pur essendo una reazione antitetica rispetto a quella di chi non si avvicina a nessuno, la causa alla radice del problema è la stessa. Queste persone hanno paura di qualsiasi allontanamento, anche temporaneo. Se non sono con l’altro provano una sensazione di ansia molto intensa.

La separazione, infatti, richiama a livello inconscio quella dalla madre o dal gemello. Provi queste sensazioni? Vorresti cambiare il tuo partner in modo che risponda alle tue esigenze di simbiosi? O magari è l’altro che vorrebbe cambiare te per renderti meno dipendente? Sappi che cambiare l’altro è una missione impossibile e potenzialmente fonte di tanta frustrazione, delusione, rabbia e impotenza.

Il timore di allontanarsi dal partner anche per poco tempo può avere radici profonde

La soluzione: lavorare su te stesso

La mia proposta, in linea con altri consigli che trovi in questo blog, è quella di lavorare lì dove hai un grande potere, cioè su te stesso. La Biopsicogenealogia, le costellazioni famigliari, le Biocostellazioni, la Biokinesiologia sono tutti strumenti che possono aiutarti nella trasformazione e nella guarigione emotiva, che ti porterà a superare il trauma inconscio dell’abbandono. Come? Ognuno ha bisogno di un percorso personalizzato. Ma un buon punto di partenza per ognuno è la presa di coscienza dell’abbandono e la possibilità di abbracciare la propria parte bambina ancora traumatizzata, per comprenderla, accettarla e rassicurarla.

Ti invito a intraprendere questo percorso. Vedrai che sarà bellissimo ritrovare il valore della propria individualità per poi relazionarsi con gli altri in modo nuovo, sano, libero e appagante.

Riposare e godersi il presente: 8 consigli pratici

Riposare e godersi il presente: 8 consigli pratici

Riposare e godersi il presente sembra a molti una missione difficile, se non impossibile. Questo accade perché tanti fanno fatica a godersi il presente. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di analizzare brevemente quanto accade oggi. Siamo in piena estate e dopo circa 18 mesi di grande stress collettivo e incertezza, è normale non vedere l’ora di andare in vacanza e rilassarsi.

Di fatto però, tanti fanno fatica a rilassarsi davvero. Avrebbero bisogno di imparare a riposare corpo e mente. Se anche tu vivi questo problema, vorrei condividere con te alcuni consigli pratici per aiutarti a guadagnare maggiore salute e benessere partendo proprio dal riposo, dal rilassamento e dalla capacità di vivere nel presente.

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Non è solo “colpa” del Covid-19

La situazione eccezionale iniziata nell’inverno 2020 e che tutt’oggi perdura, ha portato con sé dolore e preoccupazioni. Ognuno ha vissuto e sta vivendo varie forme di stress. Chi per la paura del coronavirus, chi per la perdita di persone care o del diritto a lavorare, chi ancora per la mancanza di libertà fondamentali.

Molti hanno vissuto e stanno vivendo varie forme di stress

C’è chi soffre molto per la minaccia dell’obbligo a sottoporsi a un vaccino in via di sperimentazione. Ci sono persone che subiscono profondamente le pressioni e i disaccordi di natura ideologica, nati in seno alla famiglia e alla collettività come conseguenza della reazione dei Poteri forti alla Pandemia. Tutte queste situazioni hanno la loro dose di responsabilità sullo stress collettivo imperante.

Conta l’atteggiamento, non l’evento

Come ho sottolineato varie volte negli articoli di questo blog, non è tanto l’evento che conta ma il modo in cui lo viviamo. Chi conosce alcuni strumenti di igiene emotiva è stato molto aiutato nell’affrontare la situazione politico-sanitaria, ma ha comunque dovuto investire tante energie per sopportare con il massimo equilibrio la tempesta inaspettata.

Tante persone, invece, sono state travolte dalla confusione di questo periodo e dallo stress generato dalle numerose conseguenze della Pandemia, e sono arrivate alle porte dell’estate in stato di esaurimento emotivo.

Ecco perché vorrei condividere con te qualche informazione e alcuni consigli per recuperare energia ed equilibrio. Questi consigli potranno essere più facilmente e intensamente messi in pratica per chi avrà l’opportunità di prendersi un periodo di vacanza, ma valgono per chiunque ne abbia bisogno.

Cosa succede quando sei stressato

Quando sei stressato, una serie di condizioni fisiche e mentali, legate al modo in cui respiri e a quello che pensi, ti impediscono  di rilassarti e riposare, abbassando il tuo livello di energia vitale. La quantità di energia vitale che hai a tua disposizione dipende in parte dal tuo livello di stress abituale. Molto probabilmente in questo ultimo anno e mezzo questo livello è stato piuttosto elevato.

Come ho più volte sottolineato in questo blog, lo stress di per sé non è negativo, anzi è perfino utile. Ma se il tuo corpo e la tua mente vivono in uno stato di perenne allarme, allora la tua energia vitale si consuma inutilmente. Ecco cosa puoi fare per interrompere questo circolo vizioso, riposare e goderti il presente, apprezzando le meritate vacanze quando arrivano.

Lo stress non è negativo di per sé ma se prolungato può fare tanti danni

1-Esercitati a respirare con il diaframma

Il primo passo da fare per metterti nelle condizioni di riposare e goderti il presente è prendere il tempo di respirare correttamente. Se inizi a respirare in modo efficiente, tutte le tue cellule saranno ossigenate correttamente, il tuo corpo avrà a disposizione maggiore energia, eliminerai più tossine e potrai di fatto migliorare il tuo stato di salute generale con un piccolo impegno.

Se non sai da dove iniziare, puoi scegliere la respirazione diaframmatica. Non hai dimestichezza con questo modo di respirare? Ti consiglio di esercitarti gradatamente con costanza, partendo da cinque minuti al giorno. Qui trovi dei consigli mirati per aiutarti a capire l’importanza del respiro e una mini guida alla respirazione diaframmatica.

Inizia respirando con il diaframma per 5 minuti al giorno

Respirare in modo corretto e consapevole è un esercizio che ti aiuta a vivere il presente. Questo perché mentre respiri concentrato sull’aria che entra dal naso ed esce dalla bocca e sei in ascolto di quello che accade nel tuo corpo. I pensieri si allentano. Si tratta di un esercizio di mindfulness che ti permette di restare nel “qui e ora”.

2-Abbraccia la paura se è benefica

Provare paura è normale, ma essere continuamente angosciati o preoccupati per qualcosa che ancora deve accadere è dannoso e inutile.

La paura, quella che appare per informarci di un pericolo, ci aiuta a salvarci la pelle ed è un’emozione primaria biologicamente utile. Dobbiamo sapere che esiste per un motivo e che deve funzionare quando serve. Altrimenti rischieremmo di fare cose pericolose, come per esempio attraversare la strada senza guardare a destra e a sinistra, con il rischio di essere investiti. Accetta la paura come un’alleata.

Quando però le tue paure si rivolgono al futuro e capisci di essere ossessionato da situazioni che potrebbero accadere, ma potrebbero anche non verificarsi mai, quello che vivi è uno stato di ansia che consuma la tua energia vitale e ti impedisce di risposare e goderti il presente.

La paura può anche essere benefica

3-Trasforma le paure dannose

Rilassarsi è impossibile quando la tua mente ti dice continuamente che devi stare in allerta, perché domani potrebbe accadere qualcosa di brutto. Anche se vai in vacanza nel posto più bello del mondo goderselo diventa difficile. Abbi fiducia, affronta un problema alla volta. Oggi, vivi al meglio quello che c’è. Ciò che accadrà domani invece lo affronterai domani. Sappi poi che dietro alle tue paure si celano dei desideri.

Hai paura di ammalarti perché vuoi vivere una vita lunga e senti di avere ancora molto da fare e da scoprire? Invece che angosciarti, fai quello che è in tuo potere oggi per mantenerti in salute e benessere. Domani si vedrà. Intanto ti ricordo che lo stress cronico, condizionato anche dal tuo dialogo interiore, facilita l’apparizione di sintomi e patologie.

Se ti eserciti a dare una direzione diversa al tuo dialogo interiore, cancellando i virus mentali e spostando il tuo focus dalle paure ai desideri, potrai allentare l’ansia. Pian piano questo tuo nuovo modo di fare diventerà un’abitudine benefica.

Identifica i desideri che si nascondono dietro le tue paure

4-Concentra la tua attenzione sulla realtà che ti circonda

In questo periodo (più che mai) tante persone stanno parlando a vanvera e la confusione, supportata dai mass media e dai social media, ha reso difficile comprendere cosa è reale, cosa è solo una minaccia e cosa invece è una semplice opinione personale.

Passare tanto tempo sugli schermi è fonte di troppe informazioni che il cervello non riesce a elaborare. Nel caso specifico di questo periodo, oltre alla quantità esagerata di informazioni, anche l’incoerenza è stata predominante, alimentando il senso di vulnerabilità, frustrazione e sfiducia.

Di fronte a questa situazione, è facile andare in confusione e trovarsi in uno stato di costernazione. Troppe informazioni minacciose creano un senso di insicurezza: non si sa quale strada prendere per uscire dallo stato di stress. Se non agisci, però, non utilizzi lo stress, che di conseguenza si accumula e diventa cronico.

Ti consiglio, per riposare e goderti il presente veramente, di limitare le fonti di stress e confusione. Stai il più possibile alla larga dei social media e del mondo virtuale. Approfitta delle vacanze per privilegiare le situazioni e le relazioni reali. Concentra la tua attenzione sulla realtà che ti circonda. Guarda le persone negli occhi.

Scegli con cura il tuo nutrimento alimentare ma anche quello emotivo, intellettuale e spirituale. Se una situazione ti preoccupa, decidi un orario da dedicare all’informazione e prenditi il tempo strettamente necessario per informarti. Poi, per il resto della giornata, concentra la tua attenzione sulle cose che ami e focalizzati sull’obiettivo di riposare e ricaricarti.

5-Accetta il tuo posto nel mondo

Siamo solo dei piccoli esseri umani che vivono su un grande Pianeta in un Universo sconfinato. Questa affermazione può impressionare alcuni, ma può essere fonte di pace se riesci a pensarci dall’angolazione “giusta”. Ha il potere di ridimensionare i tuoi problemi quotidiani. Accetta il tuo posto nel mondo; sei un piccolo niente in confronto all’Universo ma dentro di te scorre una forza potente: la Vita. Diventare consapevoli del proprio potere e dei propri limiti è un passo importante per imparare a riposare e rilassarsi.

Mettersi al posto del padrone del mondo che deve controllare tutto e tutti, è fonte di grande stress. Quando smetti di lottare per obiettivi che non puoi raggiungere, diventa disponibile per te il tempo necessario a concentrarti con perseveranza sulle cose sulle quali hai potere. Ad esempio il tuo benessere, il tuo respiro, il tuo dialogo interiore, il modo in cui agisci nelle relazioni con le persone amate, ecc. Molte altre cose non puoi manipolarle o piegarle a tuo piacimento, non serve perdere tempo ed energia.

Siamo sulla Terra per fare alcune esperienze e non altre. Se siamo quello che siamo è per vivere quel determinato percorso: è un’opportunità di crescita. Segui la tua direzione interiore al meglio delle tue possibilità: la gioia interiore fa da ottima bussola.

Per ricordarti che sei un piccolo niente nell’Universo e che puoi rilassarti perché non dipende tutto da te, prenditi il tempo di guardare le stelle. Lasciati sostenere dagli effetti benefici della Natura: una bella passeggiata nel bosco, in montagna o lungo il mare ti consente di ricevere le vibrazioni armoniose ed equilibrante di questi elementi, che vivono da secoli indipendentemente dalle preoccupazioni umane.

Sei un Piccolo Niente nell’Universo e questo è un bene

6-Fai pace con il passato

Il passato può essere un’arma a doppio taglio. Tanti si crogiolano nei bei ricordi, vivendo lunghi momenti di nostalgia paralizzante (“stavo meglio prima”, “in quel periodo ero più bello, più in forma, più felice” eccetera). Altri continuano a rimuginare sulle scelte e gli errori fatti (percepiti come tali), colpevolizzandosi. Entrambi gli atteggiamenti impediscono di vivere nel presente. Se ci sono situazioni passate (ma anche presenti) che non riesci ad accettare o che ti fanno provare una nostalgia profonda, ti invito a mettere in atto un gesto simbolico. Scrivi la tua storia con le cose a cui sei morbosamente attaccato, come scelte, situazioni, fatti accaduti e poi brucia il foglio su cui hai scritto. Ti aiuterà a lasciare andare il passato.

Tornando al dialogo interiore, anziché incolpare te stesso perché hai fatto una cosa piuttosto che un’altra, prova a ripeterti che hai fatto il meglio che potevi con le carte che avevi in mano all’epoca. In quel momento, per quello che eri e che sentivi, hai fatto quella scelta e non un’altra. Non c’è colpa. Hai fatto un’esperienza e seguito il tuo percorso. Chiediti piuttosto: cosa ho imparato?

Lascia andare il passato senza rimpianti o sensi di colpa

7-Dimentica le preoccupazioni sul futuro

Quando il futuro ci terrorizza è perché lo riempiamo di minacce potenziali, gigantesche e spaventose, che spesso non hanno attinenza con la realtà. Affastellare pensieri su pensieri cercando di prevedere tutto quello che potrebbe accadere di male, non solo ci fa sprecare molte energie ma impedisce al nostro inconscio di lavorare per costruire un futuro luminoso. Sembra che ognuno di noi abbia un solo passato e un solo presente: sono definiti e unici. Il futuro invece è indefinito e ricco di potenziali. Lascia andare ogni pensiero negativo sul futuro.

Lascia che siano i desideri a guidarti, rivolgendo la tua attenzione al presente. Quando ti capita di pensare al futuro fallo fantasticando su tutte le cose belle che vorresti per te, per i tuoi cari e per il Pianeta intero. Sii fiducioso del fatto che in questo modo lascerai spazio ed energie al tuo inconscio per preparare il terreno a un futuro di gioia.

Il futuro sarà più luminoso se smetti di preoccuparti di cosa accadrà

8-Impara a vivere il presente

Cosa significa vivere il presente? Il presente, qui e ora, è tutto quello che abbiamo. Il presente è la vita che accade e che puoi godere momento per momento. Anziché passare le tue giornate a preoccuparti, angosciarti e dare addosso a te o agli altri per ciò che è stato fatto o non fatto, ti invito a dire sì al tuo presente. Nutri la tua fiducia in te stesso e nella Vita.

Quando qualcosa di inaspettato accade, osservalo e cerca di capire come vuoi posizionarti nei confronti di questa novità senza giudizio su di te o sull’evento in sé. Con il consenso del tuo cuore, hai il potere di trasformarlo in un evento benedetto.

Non sto dicendo che bisogna essere sempre positivi e che il dolore o la fatica non esistono. Ma ti invito a dire sì e accettare l’accaduto anche quando ti spiazza o non ti fa piacere. Puoi non essere d’accordo con il tuo presente, ma se ne prendi atto eviterai di cadere in meccanismi negativi e pericolosi di attaccamento, negatività e dispersione delle energie.

A cosa servirebbe dire no? Rifiutare il presente non cambia le cose, ma ti fa stare peggio. Accettarlo ti permette di concentrare le tue energie per rispondere alle due domande veramente interessanti: cosa posso fare per stare bene nonostante quanto è accaduto? E se la situazione può essere cambiata, in quale modo? Cerca di capirlo, poi agisci di conseguenza.

Dire sì al presente, qualunque sia, è il primo passo per stare meglio

Riposare indipendentemente dal contesto

Riposare e godersi il presente, rilassarsi, significa anche questo: dire sì a ciò che ti accade momento per momento, senza proiettarti nel futuro o farti angosciare dalle paure. Si tratta di un riposo che ristora corpo e mente.

Oltre alla respirazione diaframmatica, passeggiare quotidianamente nella natura può esserti di grande aiuto. Se riuscirai a focalizzarti sul presente potrai goderti le vacanze o anche i piccoli momenti di riposo quotidiano in modo molto più ricco e pieno.

Riposare e godersi il presente ti aiuterà a ricaricare le energie, per poter agire in modo coerente ed efficiente, migliorare la tua vita e partecipare con determinazione a creare il mondo che desideri.

Come gestire le liti tra due persone amate

Come gestire le liti tra due persone amate

Come gestire le liti tra due persone che amiamo? Cosa possiamo fare quando ci troviamo coinvolti nei litigi? Talvolta veniamo direttamente chiamati in causa, perché uno dei due litiganti ci chiede di esprimere la nostra opinione. In altre occasioni, siamo semplici spettatori di liti più o meno accese che si svolgono davanti ai nostri occhi, mettendoci in difficoltà.

Di fronte alle liti tra persone a cui vuoi bene, che siano amici, parenti, magari direttamente i tuoi figli, forse ti sarai sentito frustrato e impotente. Anche se ogni situazione ha le sue peculiarità e va sempre analizzata nella sua unicità, vorrei condividere con te sei consigli pratici che possono aiutarti ad affrontare le liti tra due persone che ami.

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Il mio obiettivo è offrirti delle basi che possano sostenerti quando non sai come gestire le liti tra persone amate e la situazione ti provoca dolore o ti lascia spiazzato.

Puoi mettere in pratica questi consigli quando sei coinvolto nelle liti altrui e questo ti fa soffrire

1-Resta al tuo posto

Qualunque relazione tra due individui è come una sciarpa. Le persone che hanno una responsabilità verso la qualità della relazione, sono solo le due direttamente coinvolte nel rapporto, cioè quelle che (metaforicamente) tengono in mano una delle estremità della sciarpa. Facciamo un esempio. Due amici cari si stanno separando. Immagina la loro relazione come una sciarpa: Mario tiene in mano una estremità, Maria l’altra. Tu non hai alcuna responsabilità di come vanno le cose tra loro: infatti non hai in mano nessuno dei due lembi. Il mio consiglio è quello di non interferire. Neppure per fare da arbitro.

Non lasciarti coinvolgere nelle liti altrui: non hai responsabilità rispetto alle relazioni tra altre persone

Intervenire nelle relazioni altrui può essere dannoso

Nella mia professione mi è spesso capitato di incontrare mamme che hanno la tendenza a intervenire nella relazione del padre con i figli. Come se la volessero in qualche modo regolamentare o governare. Perché? Nella mia esperienza, all’origine di questa tendenza, c’è spesso un “ideale” di relazione padre-figlio. Questo ideale è stato vissuto come tale o è stato “tradito” durante l’infanzia.

Una delle motivazioni inconsce di questa tendenza a controllare e manipolare la relazione tra il marito e i figli è abbastanza semplice. Queste donne vogliono plasmare la realtà in modo conforme al loro ideale, per regalare ai propri figli la possibilità di vivere un rapporto uguale o migliore di quello che loro hanno sperimentato.

La proiezione di un bisogno personale crea un’aspettativa sulla relazione padre/figlio, spesso disturbando il naturale sviluppo di un rapporto unico e in divenire. Se ti riconosci in questo caso, ti suggerisco di lavorare sul tuo vissuto e sulla relazione che hai avuto con tuo padre.

Intervenire nelle relazioni di cui non fai parte può creare un disturbo nei rapporti che vorresti salvaguardare

2-Nutri la TUA relazione con entrambi i litiganti

Quando due amici si separano, oppure i tuoi genitori o i tuoi fratelli non vanno più d’accordo tra loro, tu puoi continuare a coltivare relazioni appaganti con entrambi. Anzi te lo consiglio: cura le relazioni che hai con loro se ci tieni.

Torniamo al nostro esempio che vede protagonista te e i tuoi amici, Mario e Maria. Ti ricordo che Mario e Maria potrebbero anche essere i tuoi figli, i tuoi fratelli, i tuoi genitori: non importa.

Abbiamo già sottolineato che non hai alcuna responsabilità o potere nella relazione tra Mario e Maria. Invece hai la tua dose di responsabilità sia nella relazione tra te e Mario sia in quella tra te e Maria.

Se guardiamo alla triade Te – Maria – Mario ci sono tre relazioni in gioco, cioè tre sciarpe. Si crea quindi un triangolo.

Triade sciarpa relazionale Sophie Ott

Come vedi, è la sciarpa tra Mario e Maria a essere malandata in questo momento. Quella tra Te e Mario e l’altra che unisce Te e Maria non solo sono entità diverse e autonome ma non c’entrano niente nel conflitto che vede contrapposti Maria e Mario.

Se vuoi bene a queste due persone niente ti impedisce di mantenere una relazione sana e appagante con entrambe, individualmente. Puoi esprimere loro il tuo affetto e il tuo dispiacere per quello che accade alla loro relazione. Non sei obbligato a prendere le parti di uno e rinunciare all’altro. Puoi accogliere ognuno con le sue istanze e la sua rabbia o le sue preoccupazioni, anche se tra loro non si parlano.

Non sei obbligato a prendere le parti di nessuno, gestire le liti significa preservare le tue relazioni con i due litiganti

3-Non pensare di capire o avere soluzioni

Ciascuno dei due litiganti ti racconterà la sua versione dei fatti, che non sarà mai completa e obiettiva. Per questo è bene che tu sappia che non puoi sapere cosa è realmente accaduto. Comprendere le situazioni quando ne siamo i diretti protagonisti è già di per sé complicato, farlo quando siamo solo spettatori è una missione impossibile!

Gestire le liti significa anche diventare consapevoli del fatto che l’ultimo litigio ha molto probabilmente radici profonde, di cui gli stessi litiganti forse non sono consapevoli. Ognuno dei due, negli anni, avrà messo più di un dito nelle piaghe dell’altro. Succede spesso quando si è intimi.

La lite di cui sei testimone molto probabilmente ha radici profonde

L’importanza del mantenimento del proprio ruolo

Vorrei farti un altro esempio. Quando i tuoi genitori litigano ti sarà capitato di parteggiare per l’uno o per l’altra. Magari ti sembrava chiaro di chi fosse “la colpa”. Ti invito invece a restare al tuo posto, che è quello di figlio.

Il metodo delle Costellazioni Famigliari ci insegna che stare al proprio posto e rispettare i ruoli familiari è molto importante. Nei confronti dei tuoi genitori tu sei “il cucciolo”, “il piccolo”. Non puoi quindi ergerti a giudice di una situazione che vede contrapposti tuo padre e tua madre, che sono “i grandi”. Questo indipendentemente dalla tua età attuale. Sprecheresti solo tempo ed energia impegnandoti in una missione impossibile nella quale sei fuori posto.

4-Non prendere le parti di nessuno

Quando in una relazione c’è tensione, spesso si tende a cercare di individuare una vittima e un carnefice. Generalmente, dopo averlo fatto, si prendono le parti della vittima. Ogni rapporto però è sempre più complesso e non può essere ridotto a questa semplice dualità. In una relazione ognuna delle due persone coinvolte ha il 50 % della responsabilità. Ciascuno è responsabile di quello che dice, fa e sente.

Spesso trattiamo una delle due parti in gioco come una vittima perché la amiamo e vediamo che soffre. Ma non ci accorgiamo che così facendo la svalutiamo. Dimentichiamo il fatto che ha la sua parte di responsabilità e dunque di potere, per trasformare la relazione conflittuale e cambiare le cose.

Ogni relazione è più complessa del rapporto tra vittima e carnefice

Il tuo obiettivo non è risolvere le liti

Ti starai chiedendo se questi consigli possono aiutarti a gestire le liti nel senso di risolverle… La risposta è no. Non hai potere nella risoluzione delle liti altrui, ma solo in quelle in cui tu sei uno dei due soggetti direttamente coinvolti. Se la situazione ti sconvolge, non è sulla relazione dei due litiganti che c’è da intervenire ma sulla radice del tuo sconvolgimento. Questo disaccordo va sicuramente a mettere il dito in una tua piaga. Questa può essere l’opportunità per rivisitarla e guarirla.

Se sei un genitore che vorrebbe appianare le discussioni tra i propri figli, indipendentemente dalla loro età, puoi fare qualcosa per chiarire la situazione. E ancora una volta questo qualcosa ha a che fare con il compito di stare al tuo posto.

Quando si tratta di liti altrui, è una delle rare situazioni in cui si può tentare di intervenire… Poiché tu hai il ruolo di “grande” rispetto ai tuoi figli, potresti aiutarli verificando e se necessario riequilibrando la tua posizione nei loro confronti, ad esempio attraverso un incontro di Costellazioni familiari. Le liti tra fratelli che si prolungano nell’età adulta sono spesso dovute alla gelosia provata nei confronti dei genitori.

5-Ricorda che la qualità della relazione non dipende dai sentimenti

Le persone che ami e che sono in lite tra loro non sono in disaccordo perché non si vogliono bene. Liti frequenti non sono un indice della mancanza di amore. Quando ti chiedi come gestire le liti tra le persone è importante ricordare questo aspetto.

Liti frequenti non sono un indice della mancanza di amore

A volte non sopportiamo di vedere litigare due persone che amiamo e vogliamo risolvere la situazione al più presto. Se sei mosso da questo desiderio, fai un passo per riconoscere che è un bisogno tuo e non necessariamente un bisogno dei due litiganti.

A volte desiderare a tutti i costi che due persone vadano d’accordo non lascia spazio al confronto e allo sviluppo di una relazione autentica tra i due.

Quello che puoi fare è dare spazio alla lite. Lasciare la responsabilità ad ognuno di gestire la propria estremità della sciarpa e guardare le persone che ami con accettazione e fiducia piuttosto che con preoccupazione. Fiducia che ce la possono fare, possono trovare soluzioni adatte ai loro problemi.

A volte desiderare a tutti i costi che due persone vadano d’accordo non lascia spazio al confronto

6-Poni dei limiti quando necessario

Litigare non vuol dire mancarsi di rispetto. In alcuni contesti però il conflitto assume dimensioni e modalità eccessive. Quando il rispetto viene meno come puoi gestire le liti altrui in modo sano?

Se uno o entrambi i protagonisti della relazione si confidano con te criticando o insultando l’altro e tu vuoi bene a tutti e due, dì loro che non vuoi più ascoltare discorsi nei quali uno denigra, insulta o incolpa pesantemente l’altro. Ti invito a farlo a maggior ragione se le persone in questione sono i tuoi genitori. Tu sei per loro un figlio, non un amico o un confidente, né un salvatore. Togliti di mezzo.

In ogni altra situazione, ti consiglio di prendere posizione ricordando ai protagonisti della lite qual è il tuo ruolo. Spiega chiaramente che non vuoi fare l’errore di intrometterti nella loro relazione. Puoi argomentare quanto dici sfruttando la metafora della sciarpa relazionale. Inoltre, puoi dire apertamente che essere testimone di tutta questa negatività ti dispiace, non vuoi essere una discarica per gli insulti rivolti dall’uno verso l’altro.

Puoi chiedere a ognuno di parlare di sé e basta. Ti interessa sentir parlare della persona con cui sei in quel momento, punto e stop. Esternazioni come “ha tradito la mia fiducia!” “è un incapace!” eccetera si potranno trasformare in “io mi sento tradito”, “sono triste che abbia fatto quello che ha fatto”. E così via.

Ti ricordo che comunicare è una competenza che si impara col tempo. Se i protagonisti per i quali ti chiedi come gestire le liti sono aperti all’apprendimento, ti suggerisco di condividere con loro qualche fonte di informazione relativa alla trasformazione dei conflitti e alla creazione di relazioni appaganti.