Sicurezza e abbondanza, come farne esperienza

Sicurezza e abbondanza, come farne esperienza

Oggi, a molti sembra impossibile provare un senso di sicurezza e abbondanza. Stiamo attraversando un’epoca difficile che appare ostile al benessere e alla salute. Tante persone percepiscono insicurezza e hanno paura della scarsità. Scarsità di risorse, di tempo, di affetti.

SE PREFERISCI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO

 

C’è da dire che le informazioni che arrivano dai telegiornali e in generale dal mainstream sono fortemente incentrate sui pericoli e sui drammi del mondo. Chi guarda la televisione ogni giorno subisce una subdola iniezione quotidiana di violenza, guerre, crimini, tradimenti, disonestà. Questi temi, inoltre, sono quasi onnipresenti nei film di vario genere proposti al grande publico.
Questo bombardamento, a lungo andare, toglie a tanti la fiducia nell’essere umano, nel presente e nel futuro.

Il bombardamento mediatico toglie a tanti la fiducia nell’essere umano, nel presente e nel futuro

Negli ultimi anni la comunicazione che va in questa direzione è stata ancora più martellante e ha nutrito un forte senso di paura per il futuro. Tra il cambiamento climatico, l’inquinamento, la pandemia, la guerra, la carenza di materie prime: le leve per nutrire il senso di insicurezza e scarsità sono numerose. Di conseguenza tanti si sentono sempre più lontani dal provare un senso di sicurezza e abbondanza.

Agire per avvicinarsi a sicurezza e abbondanza

Ci sono vari livelli ai quali si può intervenire quando stiamo male, come ho spiegato nell’articolo Mente sana in corpo sano, sono azioni, emozioni e pensieri.

Il primo consiglio che voglio dare a te che stai leggendo e vivi questa situazione di lontananza dal senso di sicurezza e abbondanza riguarda il primo livello, quello delle azioni.
Si tratta di un modo per cambiare ciò che accade all’esterno. Anche se questo è il livello più superficiale, io non lo trascurerei.
L’azione fondamentale che ti consiglio è: scegli con cura il tuo nutrimento emotivo, intellettuale e spirituale. Con questo obiettivo, ti invito a spegnere definitivamente la televisione. È un metodo molto efficace. Se però questa risoluzione ti sembra troppo drastica, potresti decidere almeno di non accendere lo schermo (grande o piccolo che sia) ogni giorno.
Come sottolineato, questa è un’azione che modifica l’esterno. Personalmente prediligo di più il lavoro sull’interno. Vediamo cosa si può fare per modificare ciò che accade in noi e che predispone a sentirci sempre più lontani da sicurezza e abbondanza.

Cambiare la predisposizione interiore

Se mi conosci già sai che il mio modo di affrontare una situazione difficile, qualunque essa sia, parte dal comprendere cosa va a smuovere in me quella situazione. Suggerisco sempre di chiedersi: perché vivo in modo così stressante questo evento? Eppure, un’altra persona, accanto a me, rimane serena, nonostante il contesto sia lo stesso.

Cercando di definire una domanda più precisa e in linea con il tema di questo articolo è importante chiedersi:
Come posso evitare di essere un terreno fertile per l’attecchimento del senso di insicurezza e scarsità?
Meglio ancora, trasformiamo la domanda in modo positivo, facendo un esercizio molto benefico per il dialogo interiore. Chiediti piuttosto: come posso diventare terreno molto fertile per lo sviluppo del senso di sicurezza e abbondanza?

Il mio obiettivo è quello di fornirti degli spunti di riflessione e dei suggerimenti per trasformare te stesso in un terreno fertile, così che cresca rigoglioso in te il senso di sicurezza e di abbondanza.

Il potere di stare meglio

Sotto molti punti di vista abbiamo un potere quasi nullo rispetto a quello che accade intorno a noi nel Mondo. Sto parlando per esempio dei terribili conflitti in corso. Noi comuni mortali non possiamo certo prendere decisioni politiche. Lo stesso vale per l’arrivo di un nuovo virus, le disposizioni di Legge, le scelte che riguardano il commercio internazionale o le direttive per la salvaguardia dell’ambiente. Invece, abbiamo un potere enorme sul modo in cui viviamo ogni situazione.
Le emozioni sono nostre e siamo noi a crearle, non sono gli eventi esterni a essere responsabili di come ci sentiamo.

Abbiamo poco potere su quanto di brutto accade nel mondo ma abbiamo moltissimo potere su come viviamo la situazione

Una persona, nonostante sia immersa in un contesto bellissimo di pace, serenità e abbondanza, potrebbe comunque sentirsi insicura, arrabbiata e insoddisfatta. E viceversa.

Per chi soffre di insicurezza e senso di scarsità

A volte l’insicurezza è legata al presente e alla situazione reale che stiamo vivendo. In altri casi l’insicurezza riguarda il futuro ed è legata a un pernicioso stato di ansia.
Forse ti capita di fare questi pensieri. “Ce la sto facendo ora, ma ho paura di non farcela domani. Sono vivo ora ma ho paura di morire domani. Ho un tetto sulla testa e abbastanza da mangiare oggi ma ho paura di perdere tutto domani. Ho abbastanza soldi oggi per vivere e garantirmi un buon tenore di vita ma questa cosa potrebbe cambiare. Ho una relazione di coppia e una famiglia soddisfacenti ma non so se durerà”.

La prima azione da compiere è ripristinare la capacità di adattarsi. Vediamo esattamente di cosa si tratta.

Primo passo: la capacità di sapersi adattare

Come primo passo penso sia importante ripristinare la fiducia nella propria capacità di adattarsi ai cambiamenti. Se non hai fiducia nella tua capacità di adattamento, ti ricordo qualche fatto che riguarda proprio la natura dell’essere umano. Adattarsi è qualcosa che fa parte di noi. In milioni di anni, la nostra specie non si è estinta proprio grazie alla capacità di adattamento, che è intrinseca.
In ogni instante il tuo corpo, senza che tu debba minimamente intervenire, si adatta al mondo esterno. E lo stesso fa anche la tua mente, si adatta. Ci adattiamo ai cambiamenti di temperatura, allo spostamento da un luogo all’altro, alle diverse altitudini e latitudini, all’umore che si modifica e così via.

C’è però probabilmente una parte di te, che potrebbe essere rigida e paurosa e bisognosa di controllare tutto, che teme i cambiamenti. Molto probabilmente è questa parte a instillarti il dubbio di non essere capace di adattarti. Chi dà ascolto a questa voce interiore evita di uscire dalla zona di confort ogni volta che può, perché così ha l’illusione di controllare tutto.

L’insicurezza positiva e quella negativa

Da un punto di vista biologico, percepire insicurezza può essere molto utile, ad esempio nel momento in cui ci si confronta con una situazione che va al di là dei propri limiti. Questo accade quando ciò che vivi ti richiede uno sforzo esagerato, tempi troppo rapidi (o magari troppo lenti), un movimento che mette a rischio l’integrità e la salute del tuo apparato muscolo-scheletrico, oppure ancora quando qualcosa ti costringe a un lavoro che per essere svolto ti impedisce di dormire a sufficienza. Anche vivere in un ambiente troppo inquinato o conflittuale può fare percepire insicurezza.

Sentirsi insicuri è biologicamente utile per permetterci di riconoscere e rispettare i nostri limiti. In questo modo possiamo evitare di accettare situazioni in cui mettiamo noi stessi in pericolo.
Ecco un esempio ancora più concreto. Se soffri di vertigini devi essere in grado di rifiutare l’invito a percorrere una via ferrata che si snoda sopra a un enorme precipizio.

Sentirsi insicuri è biologicamente utile per permetterci di riconoscere e rispettare i nostri limiti

Attenzione: quando si lavora a livello biologico, la capacità di riconoscere i propri limiti comprende quelli superiori, certo, ma anche quelli inferiori.
Questa capacità biologica ci permette di essere in contatto con la realtà nuda e cruda. Evita che la mente ci imbrogli e che ci faccia pensare di non essere capaci di qualcosa che invece possiamo fare benissimo.

Secondo passo: ripristinare la propria integrità

Ripristinare l’integrità è uno dei tre potenziali biologici pilastri, e si va a verificare quando un terapeuta lavora con la Biokinesiologia.

Perdiamo la nostra integrità quando siamo feriti fisicamente, a causa di un taglio, una frattura, una malattia eccetera. Possiamo anche perdere la nostra integrità a vari livelli: emotivo, sentimentale, sessuale, intellettuale, sociale, spirituale.
Succede a tutti di essere feriti, non possiamo immaginare di trovare un modo di vivere che eviti qualunque ferita, anzi… Sarebbe una situazione di restrizione tale da impedire lo stesso scorrere naturale della Vita, l’espressione della nostra anima e la nostra realizzazione in questa esperienza terrestre. Un intento che si rivela distruttivo e dannoso. Come voler mettere un bambino al riparo sotto una campana di vetro.

Liberare la capacità biologica bloccata

Un obiettivo molto più costruttivo, interessante e vitale è invece quello di liberare, quando è bloccata, la capacità biologica e naturale di ripristinare la propria integrità.
Di cosa si tratta? Sto parlando della fiducia che se ti dovessi ferire, hai in te il processo naturale biologico per guarire, che agisce senza che tu debba intervenire mentalmente. Un processo che permette di guarire, di cicatrizzare, di ripristinare la tua integrità, senza problemi.
Se non ho la fiducia che il mio organismo abbia questa capacità, vivrò un senso di insicurezza profondo. In modo inconscio avrò paura di ferirmi a vari livelli, andando incontro di volta in volta agli eventi della vita.

Senza la fiducia nella tua capacità biologica di ripristinare l’integrità vivrai un senso di insicurezza profondo

Un esempio dalla Natura selvaggia

Prendiamo l’esempio di un animale selvaggio. Se un animale è ferito fisicamente non può spostarsi, andare a caccia, alimentarsi, scappare o affrontare un predatore o un altro pericolo. Non può nemmeno riprodursi. Ovviamente tutte queste limitazioni espongono l’animale a un senso di vulnerabilità, insicurezza e scarsità che sarà superato con la guarigione. Quando l’animale avrà ripristinato la sua integrità fisica, svaniranno insicurezza e altri disagi.

Per completare la spiegazione di come la perdita di integrità porti a vivere un senso di scarsità, possiamo immaginare un individuo come un secchio. Se questo secchio è bucato (cioè ha perso la sua integrità) non riuscirà a riempirsi. In queste condizioni, come sentirsi colmi, appagati e soddisfatti da quello che riceviamo?
I buchi sono le nostre ferite non guarite, non elaborate.

Mancanze che restano impresse

Conosco un cane, trovatello, a cui sicuramente è mancato il cibo. Nonostante siano passati sei anni da quando è stato adottato, ancora oggi si tuffa sulla sua ciotola e continua a chiedere da mangiare anche quando non ha più fame. Può sembrare incredibile, ma dorme addirittura abbracciato alla sua ciotola. La carenza di cibo non è più una realtà, ma questa mancanza si è impressa nella sua memoria.
Un cane che non ha memoria di scarsità di cibo o ferite che hanno alterato il suo senso di integrità, mangia, digerisce, dorme, e quando sente che il suo stomaco è vuoto, chiede da mangiare o va a caccia per procurarsi il cibo, senza “ansie”.

Dal punto di vista biologico, il processo della paura che manchi il cibo e si possa morire di fame è uguale a quello della mancanza di denaro ma anche della mancanza affettiva, di amore, di supporto, di riconoscimento. È sempre una memoria che si esprime, indipendentemente dalla situazione reale presente.

Immaginiamo che la persona o l’animale sia come un secchio. Se è bucato, non si può riempire. Aumentare la quantità di cibo nella ciotola del cane trovatello non avrebbe nessun effetto sul comportamento del cane. Mettere a disposizione della persona abbondanza di denaro, amore, sostegno, riconoscimento o qualunque altra cosa di cui sente la mancanza non basterà. Non sarà mai sufficiente a trasmettergli un senso di abbondanza e completezza.
Serve prima di tutto lavorare sul ripristino dell’integrità del secchio, perché torni a essere stagno. Ripristinare l’integrità è molto importante per fare l’esperienza di uno stato di sicurezza e abbondanza.

Ripristinare l’integrità è molto importante per fare l’esperienza di uno stato di sicurezza e abbondanza

Gli approcci terapeutici efficaci

Puoi utilizzare qualunque approccio terapeutico che permette di elaborare le tue ferite emotive, i drammi passati che hanno lasciato memorie. Amo lavorare alla radice e privilegio gli strumenti che permettono di farlo sia sul passato personale sia sul passato genealogico.

La Biopsicogenealogia come strumento per favorire sicurezza e abbondanza

Quando una persona vuole lavorare sul suo senso di insicurezza e scarsità e così aprirsi all’esperienza di sicurezza e abbondanza, cerchiamo quelli che possiamo immaginare come “buchi”.
L’indagine che si fa in biopsicogenealogia avrà come obiettivo ritrovare e guarire le ferite e le situazioni vissute nel passato personale o genealogico, che hanno lasciato quel senso di insicurezza e/o scarsità. Affinché questa memoria del passato possa lasciare spazio alla situazione reale presente.
Spesso, la consapevolezza della ferita permette di elaborala e di conseguenza avviene la trasformazione.

Un altro strumento altrettanto interessante, la Biokinesiologia

Quando invece la consapevolezza della ferita non basta a guarirla, serve uno strumento che ha accesso alle memorie inconsce della persona. Nella mia esperienza la Biokinesiologia è molto interessante.
Abbiamo visto che essere capace di adattarsi ai cambiamenti, conoscere e rispettare i propri limiti, ripristinare la propria integrità, sono potenziali biologici che, quando liberi di esprimersi, favoriscono il senso di sicurezza e abbondanza. Come dicevo, la Biokinesiologia è uno strumento che permette di liberare i potenziali biologici bloccati.
Seguendo le indicazioni del corpo e attingendo alle memorie inconsce, la Biokinesiologia permette di liberare emozioni bloccate che impediscono di attingere e esprimere un potenziale biologico specifico.
È il corpo a portarci sulla linea del tempo nel nostro passato personale e attraverso quello dei nostri antenati, per scoprire e sciogliere le emozioni prioritarie e dominanti bloccate, che impediscono di vivere il senso di sicurezza e abbondanza.

Agire nuovamente sull’esterno

Quando avrai lavorato su di te perché il tuo terreno sia fertile al senso di sicurezza e abbondanza, in un secondo momento, potrai capire se realmente c’è carenza di cibo, amore, sostegno, denaro, riconoscimento o qualunque cosa di cui senti la mancanza oggi.
Se si verifica che realmente c’è una carenza, potrai (a seconda della situazione) adattarti, agire, scappare o muoverti per cambiare la situazione e sarai efficace.

Dopo aver lavorato su te stesso saprai se davvero c’è una mancanza nella tua vita

In conclusione…

Attraversiamo nel corso della vita un’infinità di eventi. Quando lavoriamo unicamente sulle situazioni esterne, tralasciando il lavoro su noi stessi, ci ritroviamo a spendere tutta la nostra energia su quanto accade al di fuori di noi. Il mondo esterno è qualcosa di mutevole e che ha infinite evoluzioni possibili, che portano altri problemi e rendono necessaria altra energia, altra creatività, altre soluzioni specifiche.

Nel corso della vita, però, c’è un elemento che sarà sempre presente: te stesso. Conoscere se stessi e lavorare su di sé, oltre a essere possibile per chiunque, è un investimento che permette di raccogliere benefici utili per il resto della vita.

Come aiutare un animale domestico in difficoltà

Come aiutare un animale domestico in difficoltà

Aiutare un animale domestico in difficoltà è possibile anche senza essere veterinari o zoologi, soprattutto quando il problema nasce da un comportamento anomalo dell’animale, ad esempio un cane che abbaia senza sosta per tutto il giorno o un gatto che regolarmente scappa di casa per andare ad azzuffarsi con i suoi simili, rientrando ogni volta ferito, anche gravemente.

In casi di questo genere ci viene incontro la Biokinesiologia, una disciplina che può risolvere diversi problemi inconsci dei mammiferi, uomo compreso. Sto parlando di quei problemi legati a una incompleta (e inconscia) espressione del potenziale biologico.

SE PREFERISCI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO: 

 

Attenzione: la Biokinesiologia non si sostituisce alla diagnosi di un veterinario specializzato nel momento in cui è in atto una patologia. Ma è utilissima quando i problemi degli animali sono di natura comportamentale o quando sintomi e malesseri sono legati a stati che potremmo definire emotivi.

La Biokinesiologia non si sostituisce alla diagnosi del veterinario ma può risolvere molti problemi inconsci dei mammiferi

Animali domestici: una compagnia preziosa

Secondo alcuni dati recenti pubblicati da Assalco (Associazione Nazionale Imprese per l’Alimentazione e la Cura degli animali da compagnia), più della metà della popolazione globale condivide la propria vita con almeno un animale domestico.

Sono personalmente convinta che la presenza degli animali nella nostra vita sia un dono. Talvolta è sufficiente che un cane, un gatto, un coniglio, un cavallo ecc. ci stiano accanto per sperimentare una piacevole ondata di benessere. Quando un animale vive con noi, oltre a influenzare positivamente l’ambiente domestico, diventa parte integrante della famiglia.

Se però il nostro compagno a quattro zampe inizia a stare male o a comportarsi in modo anomalo, tutti i benefici della sua presenza vengono meno. Fortunatamente esiste un modo per aiutare un animale domestico che vive un momento difficile. E si tratta di tecniche accessibili a tutti.

Se il nostro compagno a quattro zampe sta male i benefici della sua presenza vengono meno

Quando un animale agisce in modo strano

Chi vive a stretto contatto con gli animali si rende presto conto del fatto che ogni creatura è unica e manifesta un proprio carattere, con abitudini riconoscibili e un modo di relazionarsi con i simili e con l’uomo che presenta delle peculiarità.

Questi tratti caratteristici di ogni animale domestico sono in parte quelli per cui ami ciascuno in modo speciale. Nel momento in cui, però, alcune stranezze o peculiarità si intensificano, possono iniziare i guai.

Cosa accade se l’animale si ammala o inizia a comportarsi secondo modalità che peggiorano la qualità della vostra relazione? Ad esempio distrugge i mobili di casa, non è più socievole, sporca dove non deve e così via? Il rapporto di mutuo beneficio con l’animale da compagnia può trasformarsi in un calvario e peggiorare il tuo benessere.

Alcuni comportamenti degli animali, infatti, possono trasformare la gioia della loro presenza in un incubo. Vediamo concretamente come aiutare un animale domestico in difficoltà.

La difficoltà di parlare lingue diverse

disturbo comportamentale

Non riuscire ad aiutare il tuo compagno a quattro zampe può farti sentire ansioso e impotente

Quando un animale diventa intollerante nei confronti dei suoi simili, aggressivo con gli uomini, oppure magari si gratta fino a farsi male o non ti obbedisce, c’è qualcosa che puoi fare.

Un aiuto per tutti i mammiferi

Dal momento che ho sottolineato che la Biokinesiologia, ideata da Corinne Dewolf, può venirci in aiuto in alcuni casi ma non si sostituisce al lavoro del veterinario, facciamo alcuni esempi specifici.

Il tuo cavallo morde regolarmente gli altri cavalli in passeggiata? Il tuo cane è eccessivamente pauroso? Il gatto scappa sempre, rischiando di finire investito da una macchina? La tua mucca si è ammalata ma non sembra esserci una ragione apparente riconducibile a una malattia nota al veterinario? Una delle tue capre viene esclusa dalle altre al punto che non riesce a nutrirsi a sufficienza?

Ecco, quando incontri problemi di questo genere, la Biokinesiologia può essere la risposta. Si tratta di uno strumento di aiuto che può essere applicato a qualsiasi mammifero. Ti ho già parlato dei benefici che l’uomo può trarne, in questo caso voglio raccontarti come la Biokinesiologia può aiutare un animale domestico.

Potenziali biologici bloccati

Abbiamo visto che ogni mammifero possiede dei potenziali biologici propri della sua specie, che gli permettono di vivere al meglio la sua vita, dandogli la capacità di adattarsi ai cambiamenti e alle situazioni che incontra lungo il cammino.

Il test muscolare di investigazione chiamato test kinesiologico, permette di aver accesso a informazioni sullo stato fisico, emotivo ed energetico dell’animale. In sostanza si tratta di uno strumento che apre un canale di comunicazione con i nostri animali domestici.

Il test kinesiologico apre un canale di comunicazione con l’animale domestico in difficoltà 

In secondo luogo, la Biokinesiologia ci permette di liberare quei blocchi che impediscono all’animale l’espressione del suo pieno potenziale di salute e benessere. Partendo dalla situazione presente dell’animale che necessita di un aiuto, è possibile attingere direttamente al suo inconscio, personale e genealogico.

Come funziona la Biokinesiologia per gli animali

La sessione di Biokinesiologia per il tuo animale domestico può essere eseguita da un terapeuta specializzato, allo scopo di svelare le memorie proprie del tuo compagno a quattro zampe o quelle genealogiche, alla radice dei disagi che hai riscontrato. Esattamente come per l’essere umano.

Poiché un animale non può collaborare per sottoporsi al test muscolare, il terapeuta può scegliere di usare come tramite una persona, adeguatamente preparata, oppure può eseguire il test su se stesso, dopo essere entrato in connessione con il “paziente”.

L’animale non può collaborare per sottoporsi al test muscolare: il terapeuta può usare come tramite una persona o se stesso

Ovviamente, per poter intervenire sull’animale è necessaria l’autorizzazione del padrone e l’animale in questione deve essere presente. Qualora questo fosse troppo complicato, è possibile svolgere la terapia a distanza con l’ausilio di una fotografia.

Come funziona il processo di guarigione

Partendo dal disagio manifestato dall’animale e raccontato dal suo padrone, il terapeuta individua il potenziale biologico collegato, che va sbloccato. In una seconda fase si cercano e si sciolgono le emozioni bloccate prioritarie e dominanti che ostacolano l’espressione di quel potenziale biologico.

Qual è l’obiettivo? Liberare la totale accessibilità al potenziale biologico inespresso. Una volta fatto questo, il tuo animale non dovrebbe più vivere il problema ricorrente per cui sei preoccupato.

Lavorando a questo livello radice, quando l’animale sarà libero di esprimere il potenziale biologico prima bloccato, potrai osservare diversi cambiamenti, talvolta repentini.

Liberare la totale accessibilità al potenziale biologico inespresso risolve il problema del tuo animale

Dialogo con l’inconscio

Grazie alla Biokinesiologia, superiamo l’ostacolo di non poter comunicare con l’animale usando il linguaggio. Andiamo a dialogare direttamente con le sue cellule e la sua biologia. Si va dritti al cuore del problema.

La Biokinesiologia può portare un contributo quando la situazione non è di competenza del veterinario o per completare l’approccio medico, integrando all’intervento fisico dell’operatore sanitario l’aspetto emotivo e energetico.

Una volta di più, la collaborazione e l’integrazione di diversi approcci aiutano il mammifero, animale o umano che sia, a recuperare completamente uno stato di salute e benessere ottimale.

Una rete wireless naturale

Più di 10 anni fa, quando ho imparato il metodo della Biokinesiologia, la possibilità di lavorare a distanza e quella di utilizzare una persona che facesse da tramite (per un animale, un neonato, o in qualunque altra situazione in cui il paziente non può collaborare) mi aveva stupito. Ero perplessa e ammetto, anche sospettosa.

Vivendo l’esperienza sulla mia pelle ho potuto verificare che dalle sessioni emergevano informazioni coerenti. I buoni risultati hanno spazzato via i dubbi iniziali.

Da quando è stata scoperta la Kinesiologia, la sua pratica è stata sempre basata sull’esperienza diretta, empirica. Oggi le scoperte della fisica quantistica, e tra le altre il concetto di entanglement, sono conoscenze nuove che possono spiegare quegli aspetti della Kinesiologia e della Biokinesiologia che sembrano strani alla mente razionale.

Diciamo che abbiamo accesso a una sorte di rete wireless naturale, la quale permette di scambiare informazioni a distanza. Provare per credere!

Gatti paurosi e cani disobbedienti

La Biokinesiologia libera l’accesso a un potenziale che prima era bloccato. Questo processo restituisce all’animale la possibilità di scegliere se rispettare o no dei limiti, per esempio. Oppure restituisce all’animale la capacità di riconoscere i pericoli potenziali.

Il disagio nasce quando un essere vivente non ha scelta e non riesce a esprimere un potenziale specifico, cioè quell’abilità necessaria ad adattarsi e superare la difficoltà.

Quando un essere vivente non ha scelta nasce un disagio profondo

Per chiarirti cosa può fare la Biokinesiologia allo scopo di aiutare un animale domestico in difficoltà, voglio raccontarti alcune sessioni che ho condotto in prima persona e altre che sono state condivise da Corinne Dewolf, che lavora molto con gli animali.

Per un gatto molto pauroso, è stato necessario ripristinare la sua sicurezza istintiva. Non potendo distinguere cosa era pericoloso e cosa no (a causa di un potenziale bloccato), l’animale viveva un costante stato di allerta.

Riuscendo a individuare il problema e sbloccare il suo potenziale con la Biokinesiologia, il gatto ha potuto finalmente uscire dallo stato di paura costante e recuperare la serenità in ogni situazione di assenza di pericolo. Ha iniziato a reagire in modo proporzionato alla realtà.

Ricordo poi un cane molto disobbediente. Una volta ripristinata la sua capacità di rispettare i limiti, è diventato un animale equilibrato, collaborativo e presente. Molto piacevole da portare a spasso.

Un cane che abbaiava in modo incessante ha dovuto recuperare, invece, la sua capacità di adattarsi agli imprevisti. Il potenziale bloccato lo faceva vivere in stato di agitazione, perché non fosse sorpreso da un evento inaspettato. La Biokinesiologia ha interrotto questa necessità, consentendogli di abbaiare solo in alcuni casi, come fanno tutti i cani.

Problemi genealogici

Un cavallo da corsa con un pedigree di alto livello, non riusciva mai a vincere le gare alle quali partecipava. Arrivava sempre secondo nonostante avesse tutte le carte in regola per essere il primo. In questo caso è stato necessario ripristinare la sua dignità. Cosa voglio dire?

Interrogando le cellule dell’animale, abbiamo scoperto che la sua linea genealogica non era così pura come indicato nei documenti che attestavano il pedigree. Il blocco, ciò che gli impediva di vincere, era legato a una carenza di verità. Il fatto di dover sembrare quello che non era limitava il cavallo. Riconosciuta la dignità della sua linea genealogica, il cavallo ha iniziato a vincere nonostante il suo pedigree non fosse perfetto.

Quando l’animale sta male per empatia

A volte l’animale domestico si fa carico di problemi e tensioni che non sono suoi. Per questo, all’inizio della sessione di Biokinesiologia, il terapeuta verifica se la problematica è dell’animale o di qualcun altro.

Quando si scopre che il problema non è dell’animale, l’esperto chiede, sempre tramite il test kinesiologico, se allora l’animale può liberarsi dal compito di prendersi carico del problema.  Se le cellule dell’animale dicono di sì, si può proseguire la sessione sull’animale stesso. Si indaga il potenziale biologico da liberare e si svolge il protocollo per ripristinare lo stato di benessere.

Può accadere che il tuo animale si faccia carico di un problema che in realtà è tuo

Quando l’animale dice di no, si individua la persona (o l’altro animale) a cui va attribuito il problema. L’idea è quella di coinvolgere il protagonista della problematica, in modo che diventi il soggetto della sessione di Biokinesiologia. Questo per liberare il “paziente iniziale” dalla necessità di intervenire.

La Biokinesiologia è uno strumento di aiuto che tutti possono imparare a usare con competenza. Servono ovviamente studio e pratica. Alcuni allevatori hanno fatto questo percorso per poter sostenere i loro animali (cani, cavalli, mucche ecc.) in modo nuovo. Ci sono dei veterinari che scelgono di integrare questo metodo alla loro pratica.

Tutti possono imparare a usare la Biokinesiologia per aiutare i propri animali

Tutte le persone che vivono con un animale e sono semplicemente desiderose di aiutare i loro amici a quattro zampe possono imparare la Biokinesiologia. A patto di riuscire a essere sufficientemente neutre dal punto di vista emotivo. Quando sei troppo coinvolto nel malessere del tuo compagno peloso, non puoi aiutarlo bene con questo strumento. Ma puoi chiedere a qualcun altro di farlo.

Stress cronico o acuto: perché il corpo si ammala

Stress cronico o acuto: perché il corpo si ammala

Lo stress cronico o acuto è causa di malattia oppure no? Si sente spesso ripetere che un eccesso di stress può farci ammalare. Lo stress viene chiamato in causa ogni volta che una persona presenta dei sintomi. Sembra quasi che possa essere la fonte di tutti i nostri disagi… Ma lo stress è davvero così dannoso?

SE DESIDERI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO

Lo stress è fisiologico e vitale

Lo stress in realtà è utile alla nostra sopravvivenza. Grazie al meccanismo dello stress possiamo contare sull’energia necessaria ad agire quando serve. È un argomento che ho già trattato sotto altri punti di vista in questo blog.

Quando il corpo entra in uno stato di simpaticotonia (il termine medico che indica lo stress) i bronchi e le pupille si dilatano, il battito cardiaco accelera, i muscoli sono pronti a scattare… Mentre tutte le funzioni non utili in quel momento vengono “bloccate”: la produzione di saliva diminuisce, così come l’attività dell’apparato digerente, e spesso dormire diventa difficile.

Metti per un attimo da parte tutti i pregiudizi che nutri nei confronti dello stress, non pensare che i meccanismi propri della simpaticotonia siano dannosi e inutili. Ricorda che il corpo è programmato per sopravvivere. Prova a chiederti: e se queste reazioni del corpo fossero adattamenti sensati a una certa situazione, finalizzati a uno scopo ben preciso?

Lo stress è finalizzato a uno scopo ben preciso

A cosa servono le reazioni innescate dallo stress

La dilatazione dei bronchi consente di far entrare più aria e dunque ossigeno nei polmoni. L’accelerazione del battito cardiaco fa affluire una quantità maggiore di sangue, cioè ossigeno e nutrimenti, ai muscoli e alle cellule che compongono i tessuti del tuo corpo. I muscoli sono tesi per garantire movimenti scattanti, le pupille dilatate permettono di vedere meglio in caso di penombra, mentre l’insonnia garantisce uno stato di vigilanza…

Sembra proprio che tutte queste reazioni concorrano a mettere il corpo nelle condizioni di agire con prontezza. Ecco perché lo stress è vitale ogniqualvolta è necessario agire rapidamente.

Di fronte a un pericolo siamo biologicamente programmati a scegliere tra due reazioni opposte: scappare o affrontare la situazione. Immagina che un leone affamato sia appena entrato nella tua stanza. Ti auguro di avvertire subito una bella scarica di stress che ti darà l’energia per scappare o affrontare il leone con efficacia.

La fisiologia ci insegna che l’aumento del livello di stress è una reazione fisiologica e sana di fronte a una situazione nella quale è necessaria un’azione.

L’aumento del livello di stress è una reazione fisiologica sana di fronte a una situazione nella quale è necessario agire

Stress cronico e acuto

Poiché lo stress serve ad agire, per affrontare o scappare, se questo non avviene il livello di stress, anziché diminuire, continua ad alzarsi, perché non è stato fisiologicamente “consumato”. Ecco allora che si può configurare una situazione di stress acuto che può diventare stress cronico: cioè lo stress è costantemente presente e condiziona la tua vita.

Il tuo livello di stress si alza in modo eccessivo quando vivi una situazione in modo acuto, drammatico, inaspettato e nell’isolamento. Cerchiamo di capire meglio cosa significa. Vivere qualcosa in modo inaspettato vuol dire non vederla arrivare, ma sentirsela piombare addosso come un fulmine a ciel sereno. Sei spiazzato. Quindi non trovi le risorse necessarie a risolvere la situazione nell’immediato.

Vivi invece la situazione nell’isolamento quando senti di doverla affrontare da solo. Non puoi condividerne il peso con nessuno. Né concretamente, per cercare insieme una soluzione unendo le forze, né emotivamente: non senti la possibilità di sfogare le tue emozioni, per scaricare la tensione accumulata e affrontare meglio il tutto.

Ma l’elemento cardine che alza oltre la soglia di tolleranza il livello di stress e ti impedisce di stare bene è la drammaticità con cui stai vivendo quanto accaduto. Evidentemente l’evento che ha provocato lo stress acuto “mette il dito nella piaga” di una ferita già presente, legata al tuo passato personale o genealogico. Ecco perché stai vivendo con una forte carica emotiva e drammatica quanto ti accade, in modo molto più intenso di quello che farebbe un altro individuo senza “precedenti”.

Lo stress è dannoso oppure no?

Come abbiamo sottolineato lo stress non è dannoso di per sé. Quando però si supera la soglia massima di stress tollerato e/o si vive una situazione di stress cronico, il corpo è costretto a intervenire.

Perché il corpo interviene quando lo stress si alza troppo, diventando acuto o quando è ormai cronico? Più sei stressato psicologicamente, più il tuo stato di vigilanza vacilla. Tutta la tua attenzione è rivolta alla ricerca della soluzione al tuo problema. In questa situazione, la tua capacità di vigilanza rischia di non essere sufficiente a garantire lo svolgimento dei tuoi compiti quotidiani in tutta sicurezza. Il corpo interviene per metterti al riparo da questi rischi:

  • una vigilanza carente mette in pericolo te e gli altri. Per distrazione potresti morire o uccidere qualcuno. Ad esempio potresti avere un incidente perché attraversi la strada senza guardare, completamente assorbito dal tuo problema. O potresti investire un pedone guidando distrattamente.
  • lo stress cronico o acuto consuma tanta energia e potresti morire di esaurimento.

Quando lo stress non viene utilizzato per agire e trasformare la situazione che si sta vivendo, il corpo interviene e se ne fa carico: trasforma se stesso per adattarsi a quanto sta succedendo.

Ecco allora che in casi di stress cronico o acuto il corpo sviluppa una reazione organica che nella sua ottica può aiutare a superare il problema.

Il corpo si fa carico dello stress quando supera il livello tollerato dalla psiche

Il corpo ti salva la vita attraverso la malattia

Con l’obiettivo di salvare letteralmente la tua vita, il corpo trasferisce lo stress dal livello psicologico a quello organico, sulle cellule che ritiene essere il supporto migliore a seconda del problema.

La malattia interviene per salvarti (momentaneamente) la vita. Biologicamente parlando è sempre meglio essere ammalati piuttosto che morti. Più lo stress è intenso, più la risposta che il corpo si trova ad attivare è importante e di conseguenza la malattia è “grave”.

La gravità dei sintomi dipende direttamente dall’intensità dello stress

Prevenire lo stress cronico e acuto

Acquisite queste conoscenze possiamo seguire una serie di consigli che aiutano a prevenire l’innalzamento dello stress oltre la soglia di tolleranza e gli stati di stress cronico, per evitare che il corpo debba intervenire.

Primo: quando ti senti stressato, agisci. Anche se non sai quale possa essere la migliore soluzione da mettere in campo, puoi comunque agire fisicamente. Fai qualcosa di semplice, utile che ti porti a un risultato tangibile. È un’ottima strategia per incanalare l’energia innescata dallo stress in qualcosa di concreto. Va benissimo anche fare una camminata. Scegli un luogo che vuoi raggiungere e vacci. Oppure riordina una stanza, fai giardinaggio, lava i piatti. Molto spesso l’agitazione che senti è soprattutto mentale. Se anche non riesci a trovare una soluzione al tuo problema è importante non bloccarsi: mantieniti in movimento. Ci tengo a insistere sul fatto che l’azione deve essere concreta e fisica. Evita di metterti al computer, navigare in Internet, guardare i profili social.

Quando ti senti stressato fai qualcosa di semplice, utile e concreto

Evita l’isolamento e sfoga le tue emozioni

Siamo oltre 7,5 miliardi di persone su questo pianeta. Puoi sicuramente trovare qualcuno con cui parlare. Non vivere nell’isolamento la situazione che ti provoca stress: condividi le tue emozioni con amici, parenti, terapeuti, vicini di casa, gruppi di sostegno. Di solito la difficoltà che incontri riguarda il fatto di chiedere aiuto, non di ottenerlo.

Inoltre, pensa a sfogare lo stress perché non diventi cronico. Se non ti basta condividerlo con qualcuno, puoi liberarti delle emozioni che ti appesantiscono grazie a un atto simbolico. Ad esempio scrivendo una lettera, oppure picchiando forte un cuscino o ancora grazie a un urlo muto. Evita il pericoloso effetto “pentola a pressione”, apri la valvola di sfogo per non scoppiare.

Qualunque tecnica che ti permetta di rilassarti, infine, è utile. Per approfondire puoi leggere il mio articolo Rilassamento: 8 consigli per prevenire le malattie.

Puoi liberarti delle emozioni che ti appesantiscono grazie a un atto simbolico

Le risorse terapeutiche contro stress cronico o acuto

Presta grande attenzione ai virus mentali presenti nel tuo dialogo interiore, che ti allontanano dalla realtà e ti fanno vivere le situazioni in modo acuto e drammatico. Come primo passo, cancella dal tuo vocabolario termini come mai, sempre, tutti, nessuno.

Quando ti accorgi che alcune situazioni o tematiche sono per te particolarmente sensibili o addirittura dolorose, puoi scegliere di indagare sia nella tua vita personale sia nella tua genealogia, per guarire delle ferite passate che rendono più doloroso il tuo vissuto presente. Gli strumenti terapeutici con i quali mi aiuto in questi casi sono Biopsicogenealogia, Biocostellazioni© e Biokinesiologia: pratiche terapeutiche che tutte insieme fanno parte del metodo della Bioconsapevolezza.

Se invece ti sei accorto che un certo tipo di accadimenti ti colgono spesso impreparato a mio parere la ragione è legata al fatto che non hai accesso a uno dei tuoi potenziali biologici. In questo caso la Biokinesiologia è di grande aiuto per liberare l’accesso al potenziale bloccato. Una volta che lo avrai “liberato” scoprirai di vivere in modo più semplice situazioni che ti sembravano difficilissime, perché sarai preparato ad affrontarle.

Gli stati di stress cronico o acuto possono essere sia superati sia evitati. Lo stress non è un nemico da combattere. Per prevenire la malattia serve conoscerlo, ascoltarlo e utilizzarlo per agire e trasformare le situazioni fonte di disagio.

Biokinesiologia, un aiuto per terapeuta e paziente nelle patologie ricorrenti

Biokinesiologia, un aiuto per terapeuta e paziente nelle patologie ricorrenti

La Biokinesiologia è uno strumento terapeutico prezioso per aiutare quei pazienti che soffrono a causa di sintomi e patologie ricorrenti.

A volte un paziente contatta noi terapeuti per un malessere che lo tormenta da tempo. Applicando le nostre conoscenze e gli strumenti che abbiamo imparato, la persona dapprima sta meglio e infine guarisce. Sapere che il paziente ha recuperato salute e benessere è molto gratificante.

SE PREFERISCI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO

 

In alcuni casi però, dopo qualche tempo (giorni, settimane o mesi) il paziente torna da noi con lo stesso sintomo. Il miglioramento è stato solo temporaneo. Oppure nulla cambia nonostante il nostro intervento. Questo può accadere con una delle tante e diffuse patologie ricorrenti, come mal di testa, cistite, gastrite eccetera.

A volte il paziente torna da noi con gli stessi sintomi perché il miglioramento è solo temporaneo

In tutte queste situazioni è necessario lavorare diversamente, scavando ancora più in profondità. Come riconoscere la radice “nascosta” di un problema? In che modo possiamo deprogrammare una sintomatologia legata a patologie ricorrenti? Sciogliere alla base uno schema portatore di malessere è possibile. Nella mia esperienza tra gli strumenti più efficaci per farlo ci sono la Biopsicogenealogia e la Biokinesiologia.

La scoperta delle memorie che agiscono come ferite

Volendo contribuire con il mio lavoro a costruire un mondo di salute e benessere, nel tempo ho esplorato nuovi strumenti per aiutare al meglio le persone che chiedono il mio sostegno.

Dopo gli studi di medicina convenzionale ho continuato ad approfondire le mie conoscenze e le mie competenze rivolgendomi alle discipline di medicina complementare. Tra i primi strumenti che ho avuto la fortuna di imparare a usare c’è quello della Biopsicogenealogia. Permette, partendo dal sintomo, di individuare quelle memorie che agiscono come ferite, rendendo la persona più propensa a vivere uno specifico evento in modo drammatico e di conseguenza ad ammalarsi.

La Biopsicogenealogia permette di capire perché una persona vive in modo più drammatico alcune situazioni

Utilizzando questo approccio sono riuscita ad aiutare molti pazienti. Assistere alla presa di coscienza della ferita è molto emozionante, perché la liberazione delle emozioni bloccate favorisce la svolta verso la guarigione.

La Biopsicogenealogia è uno degli strumenti alla base del metodo della Bioconsapevolezza, che ho sviluppato in oltre 20 anni di professione.

Quando le memorie non sono accessibili

A volte però, capita che nonostante il paziente abbia compreso perché sta male e abbia contattato le emozioni bloccate, in apparenza nulla cambi.

Il corpo resta indifferente al lavoro fatto con il paziente. Oppure è impossibile risalire coscientemente agli eventi personali o genealogici che potrebbero aver causato il sintomo che stiamo trattando. Di conseguenza quel malessere, legato a una delle tante patologie ricorrenti di cui soffrono tante persone nel mondo, continua a presentarsi.

Come persona e come medico, quando incontro un ostacolo, mi piace esplorare modi diversi di superarlo. Il mio obiettivo non è solo quello di alleviare momentaneamente i sintomi ma di aiutare i pazienti a risolvere il problema alla radice. Per questo ho cercato uno strumento da affiancare alla Biopsicogenealogia, così da poter agire anche quando non ci si ricorda degli eventi personali e genealogici. Oppure quando il corpo non sembra reagire positivamente allo sblocco delle emozioni.

In questa mia ricerca ho incontrato la Biokinesiologia.

Cos’è la Biokinesiologia

Ideata da Corinne Dewolf, la Biokinesiologia abbina i principi della Kinesiologia alla Biopsicogenealogia e all’etologia. Rappresenta quindi una sintesi di tutte queste discipline.

Secondo la Biokinesiologia tutti abbiamo le competenze naturali a vivere bene. Più precisamente queste competenze si chiamano potenziali biologici.

Di cosa si tratta? Tutti gli esseri umani hanno il potenziale di sopravvivere, proteggere se stessi, relazionarsi agli altri, integrarsi in un clan. Come uomini e donne siamo in grado di badare ai nostri simili, possiamo tutelare un territorio, capire e farci capire, trasmettere la vita… I potenziali biologici sono centinaia.

Capita però che ci siano degli ostacoli che ci impediscono di attingere ed esprimere alcuni potenziali biologici specifici. Cosa succede quando non possiamo attingere in maniera completa a uno dei nostri potenziali biologici? Viviamo in modo più stressante e spiazzante tutte quelle situazioni in cui avremmo bisogno di mettere in campo quello specifico potenziale.

Gli esseri umani hanno centinaia di potenziali biologici per vivere bene

Quando un potenziale biologico è bloccato

Se un potenziale biologico è bloccato non riusciamo a vivere determinate situazioni serenamente, come invece fanno altri membri della nostra specie. Per chiarire voglio fare un esempio concreto. Prendiamo come riferimento una delle patologie ricorrenti più diffuse tra le donne: la cistite.

Tra i potenziali biologici dell’essere umano c’è quello di proteggere un territorio. Dal punto di vista biologico, un territorio è tutto ciò che consideriamo nostro sia in senso concreto sia dal punto di vista emotivo. La nostra casa, la macchina, i diritti d’autore di un libro che abbiamo scritto, ma anche una persona amata, un figlio, eccetera.

Proteggere il proprio territorio significa saper dire di no ed essere in grado di far rispettare il proprio spazio, fisico e mentale. Chi non è più in grado di attingere a questo potenziale fa moltissima fatica a tutelare il proprio territorio. Vive di conseguenza con grande stress quelle situazioni (che avvengono normalmente nella vita di tutti noi) in cui è necessario proteggere, fare rispettare ciò che è nostro.

Un potenziale biologico bloccato può essere causa di malattia

Ci sono dunque persone che non riescono a proteggere ciò che possiedono e a fare rispettare in modo naturale e spontaneo il proprio spazio fisico e mentale. Di conseguenza si sentono spesso invase, poco rispettate e hanno paura di perdere coloro che amano. In questo caso, il livello di stress si alza per dare loro l’energia di agire e rimediare. Se non agiscono, perché non sanno cosa fare per esempio, il loro corpo si attiva per trovare una risposta biologica sensata e risolvere questa situazione.

Ecco allora che si manifestano i sintomi delle patologie ricorrenti. Ogni sintomo, parlando di un vissuto specifico, può essere accolto come un messaggio dal corpo.

Il corpo sviluppa dei sintomi per aiutare il paziente ad affrontare la situazione stressante nel modo più efficace possibile. Quando il problema del paziente è legato a un’invasione del suo territorio, il corpo molto spesso risponde con la cistite.

Quando il problema del paziente è legato a un’invasione del suo territorio, il corpo molto spesso risponde con la cistite

Ragionare sui sintomi

Proviamo a riflettere sulla cistite e sui sintomi con cui si presenta. Uno dei più fastidiosi ed evidenti è il bisogno di urinare molto spesso, poco per volta. Quando si va in bagno si riesce a espellere solo qualche goccia di urina, a fronte di dolori e bruciori fastidiosi. In che modo la cistite rappresenta una soluzione sensata del corpo per aiutare il paziente a tutelare il suo territorio?

Osserviamo il regno animale, del quale anche noi facciamo parte: urinare poche gocce è un modo biologico, efficace e sensato per marcare il territorio. Lo fanno i cani, ma non solo. In sostanza, quando una persona è spiazzata perché non riesce a difendere il proprio territorio e continua a vivere delle tensioni a causa di questa mancanza, il corpo interviene marcando il territorio da proteggere.

Osservare il regno animale è utile per comprendere le risposte biologiche del corpo

Liberare l’accesso al potenziale biologico

Se non si individua la causa alla radice della cistite si continua a curarla con antibiotici e antiinfiammatori. Il risultato rischia di essere sempre lo stesso: i sintomi scompaiono per poi ripresentarsi giorni, settimane o mesi dopo.

Ogni volta che il paziente rivive una situazione in cui è richiesta l’azione del potenziale biologico bloccato, i sintomi delle patologie ricorrenti si ripresentano. Se un territorio è invaso, la cistite ritorna.

Bisogna intervenire sulla capacità del paziente di marcare il territorio, in modo tale che il suo corpo non abbia più bisogno di agire mettendo in campo una risposta biologica (il sintomo).

Il metodo della Biokinesiologia ha come scopo centrale quello di sprigionare il potenziale biologico bloccato, che nel nostro esempio sulla cistite è la capacità di tutelare il territorio.

Ci tengo a sottolineare il fatto che, dentro di sé, il paziente ha il potenziale biologico intatto. Non c’è nulla da costruire. Per questa ragione i cambiamenti sono spesso rapidi. Il paziente torna a usare questo potenziale biologico, vive le situazioni in modo meno spiazzato e così “guarisce”.

Quindi il potenziale è intatto, ma la strada per arrivarci è bloccata.

La Biokinesiologia libera i potenziali biologici bloccati

Strade chiuse

Ci sono eventi che spingono la biologia o l’inconscio di una persona a bloccare l’accesso a uno specifico potenziale. Nel suo passato personale, o nel passato di un antenato, è stata vissuta una situazione stressante e spiazzante legata a quel potenziale biologico e qualcosa è andato storto. Ecco perché la possibilità di attingere al potenziale è limitata.

Talvolta biologia e inconscio agiscono insieme. Cosa potrebbe essere accaduto nel caso della cistite? Facciamo degli esempi. Un antenato del paziente ha provato un grande dolore nell’atto di difendere un territorio. Durante la guerra ha dovuto uccidere un giovane uomo, e questo obbligo lo ha segnato per sempre. Il programma biologico che si può creare di conseguenza è il seguente: difendere il proprio territorio è molto doloroso, meglio non farlo.

Di solito si tratta di memorie negative, ma i blocchi potrebbero dipendere anche da memorie positive. L’antenato di un altro paziente è stato sfrattato da casa sua e grazie a questo evento sfortunato ha conosciuto l’amore della sua vita. Il programma che si è creato in questo caso è diverso: se non riesci a tutelare il tuo territorio, accadono eventi pieni di gioia.

In entrambi i casi il risultato è lo stesso. Il potenziale può risultare bloccato per i discendenti.

Spesso le memorie che bloccano i potenziali biologici sono negative

Le grandi potenzialità del test kinesiologico

La Biokinesiologia, a differenza della Biopsicogenealogia, non richiede di risalire alle memorie genealogiche interrogando (ad esempio) i parenti. Grazie al test muscolare di investigazione, chiamato test kinesiologico, la Biokinesiologia permette, partendo dal presente del paziente che ci chiede aiuto, di attingere direttamente al suo inconscio personale e familiare. Il test può essere eseguito su chiunque, animali compresi, da un terapeuta specializzato, per svelare le memorie personali e genealogiche alla radice dei blocchi. Anche quando queste non sono note o sono inconsce.

Come funziona il processo di guarigione

Partendo dal sintomo che il paziente vorrebbe eliminare dalla sua vita, si individua un potenziale biologico collegato, che andrebbe liberato. Poi si cercano e si sciolgono le emozioni bloccate prioritarie e dominanti che ostacolano l’espressione di quel potenziale biologico.

Il nostro obiettivo è liberare la totale accessibilità al potenziale biologico inespresso. Una volta fatto questo il paziente non dovrebbe più vivere il problema ricorrente per cui ci ha contattato.

Lavorando a questo livello radice, quando il paziente sarà libero di esprimere il potenziale biologico non servirà agire consciamente per usarlo. Così come, a causa del blocco, il paziente non poteva usare il suo potenziale, una volta sbloccato, sempre in modo inconscio, lo saprà usare perfettamente. In modo naturale e senza alcuno sforzo volontario. Basta essere pronti ad accogliere i cambiamenti.

Il paziente potrà usare il potenziale biologico sbloccato senza fare sforzi consci

Dialogo con l’inconscio

Con la Biokinesiologia la mente conscia non è più la protagonista principale, si dialoga direttamente con il corpo dei pazienti. Qual è il grande vantaggio di questo approccio? Il corpo non mente e non interpreta. Quello che scopriamo corrisponde alla realtà dei fatti. Se un’emozione è bloccata, lo è realmente: non avremmo mai il dubbio che lo sia, quindi non perderemo tempo su supposizioni che rischiano di essere sbagliate. Si va dritti al cuore del problema e a quello che è possibile fare nel corso della sessione.

Il nostro ruolo di terapeuti, in questo caso, è assimilabile a quello degli interpreti: siamo un mezzo per far sì che la mente subconscia dei pazienti possa dialogare con quella conscia.

Il corpo non mente e non interpreta

Grazie alla Biokinesiologia possiamo risanare le ferite inconsce personali e genealogiche e liberare l’accesso completo ai potenziali biologici bloccati. Consentendo così ai nostri pazienti di vivere gli eventi per loro più difficili da affrontare in modo meno acuto e drammatico.

Nella maggior parte dei casi i sintomi delle patologie ricorrenti spariscono. Negli altri casi, se anche lo spiazzamento c’è, diventa meno intenso. In questo modo il corpo non viene chiamato a intervenire sistematicamente e i sintomi più fastidiosi diminuiscono. Patologie ricorrenti come la cistite non si ripresentano più o si ripresentano con una frequenza decisamente inferiore.