Tumore al seno: superare la paura e favorire la guarigione

Tumore al seno: superare la paura e favorire la guarigione

Quando si riceve una diagnosi di tumore al seno è comprensibile sperimentare un profondo senso di smarrimento, paura e rabbia. Spesso si provano tutti questi sentimenti, in sequenza.

Si affronta un percorso che porta (o dovrebbe portare) a superare lo shock e intraprendere così il percorso di guarigione. Talvolta però può anche capitare di saltare delle fasi o rimanere intrappolati nella paura. Ognuno di noi reagisce secondo la propria sensibilità, il proprio carattere e le proprie conoscenze.

Di fronte a una diagnosi di tumore al seno ognuno reagisce secondo la propria sensibilità, non c’è un modo giusto o sbagliato

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Perché ho un tumore al seno?

Una delle domande che molto probabilmente continua a ripresentarsi nella tua testa è: perché sta succedendo proprio a me? È facile che tu te lo chieda più volte al giorno, con il cuore carico di frustrazione e le lacrime agli occhi…

Magari sei una persona attenta, che cura la propria alimentazione e segue tutti i cosiddetti programmi di prevenzione. Forse non ci sono altri casi di tumore al seno nella tua famiglia. Oppure sì, ma pensavi che le visite regolari dal senologo, le ecografie e le mammografie potessero metterti al riparo dall’eventualità di sviluppare effettivamente un tumore.

Non prevenzione ma diagnosi precoce

Quello che la medicina convenzionale (troppo spesso) chiama programma di prevenzione è invece un programma di diagnosi precoce. L’obiettivo reale dello screening è quello di diagnosticare il tumore quando è di piccola dimensione, non di ostacolare la sua formazione.

La vera prevenzione si basa invece sullo sviluppo di un buon livello di vitalità. Cosa significa? Prestare attenzione a qualità e quantità di respiro, idratazione, sonno, alimentazione e movimento. Senza dimenticare la gestione dello stress e delle emozioni e lo sviluppo del potenziale umano. Temi che costituiscono il fulcro della mia attività.

Se sei interessato, sviluppo questo punto di vista nel mio libro Supera una diagnosi da paura. Guarire il cancro con l’integrazione del lavoro emotivo e delle terapie complementari.

Di fronte al fatto compiuto

Non avresti mai voluto dover affrontare una chemioterapia, una radioterapia oppure un intervento di mastectomia, parziale o totale. Eppure…

È naturale e legittimo il fatto che tu ti chieda perché IO ho un tumore al seno? Anzi, interrogarti in questo modo può aiutarti concretamente nel cammino verso la guarigione. Conoscere te stesso è il primo passo per superare qualsiasi sintomo e problema legato al corpo e alla mente.

In questo articolo il mio obiettivo è proprio indicarti una strada, o meglio un metodo, per capire perché TU hai un tumore al seno. Potrai così affrontare meglio la tua diagnosi e favorire la guarigione.

Prima della diagnosi

Stai leggendo questo articolo ma non hai ancora ricevuto una diagnosi? Molto probabilmente all’autopalpazione, oppure osservando il tuo seno, hai scoperto qualcosa che non ti convince, come un nodulo o un arrossamento sospetto, che non scompare e non sembra giustificato dall’abbigliamento o altro.

Ti consiglio allora di attivarti in modo duplice. Prendi appuntamento con un medico di fiducia e inizia a interrogarti seguendo i consigli che trovi in questo blog.

Le domande giuste

Se hai già letto qualcosa riguardo al metodo della Bioconsapevolezza, che ho sviluppato in oltre 20 anni di esercizio della medicina complementare, forse sai già che ritengo fondamentale per un terapeuta capire come aiutare il paziente a porsi le domande giuste.

Secondo il mio approccio qualsiasi sintomo o malattia, dall’insonnia al tumore al seno, è un messaggio dal corpo. Comprendendo il messaggio che il nostro corpo ci sta inviando possiamo riuscire a superare sintomi e malattie. A patto di attivarci per ascoltare quella che si configura come una richiesta di ascolto e di cambiamento.

Stress e conflitti alla base del tumore al seno

Nel corso della nostra vita, tutti viviamo delle situazioni di stress e conflitto. Fortunatamente lo stress non è sempre dannoso. Non ci viene diagnosticata una malattia per ogni situazione difficile che ci troviamo ad affrontare!

Lo stress non è sempre dannoso ma la somma di più conflitti e traumi non risolti può portare allo sviluppo di una malattia

È però fondamentale comprendere che le nostre esperienze dolorose, quando non elaborate, possono portare a sviluppare sintomi e malattie. Una situazione che si aggiunge a quanto vissuto dalle persone che appartengono alla nostra genealogia e ci hanno preceduto. Talvolta il trauma è antico e una situazione attuale lo risveglia.

La somma di più conflitti va ad acuire l’intensità dello stress. Di conseguenza, il nostro corpo reagirà con forza, inviandoci un messaggio molto forte e destabilizzante. Come ad esempio il tumore al seno.

Le cellule si attivano in risposta a uno stress non elaborato

Quando vivi una situazione in modo drammatico condividendo poco le tue emozioni e non riesci a vedere cosa fare per uscire dal problema, c’è un rischio. Puoi superare la soglia massima di stress che il tuo organismo può tollerare senza intervenire. Di conseguenza, il corpo si attiva, facendo scattare una risposta organica.

Salute e malattia vengono abitualmente interpretate come due stati antitetici. Si sente spesso dire che bisogna combattere contro il tumore, ma in questo modo combatteresti contro te stessa. Il tuo corpo cerca di aiutarti con i propri mezzi a superare una situazione molto stressante. Il tipo di patologia che sviluppa ti informa del tipo di difficoltà che stai attraversando.

La risposta contenuta nel sintomo o nella malattia cambia a seconda del tipo di stress che ha innescato il messaggio dal corpo. Quale tipo di cellule si attiva? Dipende da come hai vissuto l’evento stressante.

Il tipo di cellule che il corpo attiva per mandarti un messaggio dipende dall’evento stressante che hai vissuto

La gravità dei tuoi sintomi invece, ad esempio lo sviluppo di un tumore benigno o maligno, più o meno esteso, è invece legata all’intensità dello stress che hai vissuto. Un conflitto trascurato che ti ha stressato in modo lieve potrebbe portare a una “semplice” infiammazione del tessuto della ghiandola mammaria. Uno stress molto acuto può causare lo sviluppo di un tumore detto maligno.

Uno stress di bassa intensità ma recidivante e duraturo può avere come conseguenza una malattia cronica.

Il corpo sa perché stai male

Il tuo corpo, quindi, sa esattamente perché ti sei ammalato e con l’aiuto di un terapeuta specializzato puoi scoprirlo anche tu, ponendoti le domande giuste. Una volta scoperto quale trauma ha generato la malattia avrai molte risorse a tua disposizione per trovare una soluzione su misura per te e liberare il tuo corpo dal bisogno di creare un tumore al seno.

Il seno è composto da diversi tipi di cellule. Se hai già fatto una biopsia, il medico competente avrà specificato quale tipo di cellule si è attivato e quale cancro è presente. La tipologia di cellule del tuo tumore al seno ci dà delle informazioni dirette sul vissuto stressante che ha causato la malattia.

Cosa provoca l’adenocarcinoma

Concentriamoci per fare un esempio su quelle deputate alla fabbricazione del latte materno, che compongono la ghiandola mammaria. Quando si sviluppano in modo anomalo si parla di una specifica tipologia di tumore al seno, l’adenocarcinoma.

A livello biologico il latte materno rappresenta cibo e protezione, perché contiene oltre agli elementi nutritivi per il neonato gli anticorpi della madre. Così da assicurare al bebè un’adeguata barriera protettiva in una fase in cui le sue difese immunitarie non sono ancora del tutto sviluppate.

Il latte materno rappresenta cibo e protezione. Lo produci per le persone che ami

Biologico e simbolico

Spostiamoci ora dal piano biologico a quello simbolico. Il latte materno è nutrimento nel senso di sostentamento ma anche di amore affetto, sostegno e protezione.

Il cancro al seno racconta il vissuto di una donna che subisce uno stress legato al suo ruolo di nutrice e protettrice. Il pensiero biologico all’origine dello sviluppo della risposta patologica è questo: il mio corpo così com’è non è in grado di nutrire e proteggere abbastanza il soggetto d’amore, devo trasformarlo per diventarne capace.

Per semplificare: lo stress non elaborato della donna che ha ricevuto una diagnosi di adenocarcinoma ruota intorno alla sua capacità di aiutare e proteggere.

Lo stress della donna che ha un adenocarcinoma ruota intorno alla sua capacità di aiutare e proteggere

Se le cellule proliferano troppo

Quando si sviluppa un adenocarcinoma, le cellule della ghiandola mammaria proliferano in modo anomalo. Per la medicina convenzionale, che non prende in considerazione le informazioni che ci danno i messaggi dal corpo, questa reazione è insensata e incontrollata.

Quando si sviluppa un adenocarcinoma, le cellule della ghiandola mammaria proliferano in modo anomalo

Ecco allora che le cellule aumentano in modo definito patologico. Se ti è stata fatta questa diagnosi è come se tu sentissi di non avere quanto è necessario per aiutare la persona amata.

Esempi concreti

Dal momento che non è facile capire a fondo quali tipi di stress possono indurre il corpo a sviluppare un adenocarcinoma, voglio farti alcuni esempi concreti. La tua preoccupazione potrebbe essere legata a un componente stretto del tuo nucleo familiare, come un figlio o tua madre, oppure al nucleo allargato, che comprende il padre, i fratelli, le sorelle, il partner. Anche una grande preoccupazione per un animale domestico può provocare un forte stress.

Hai un adenocarcinoma? Potresti essere profondamente preoccupata per tuo figlio, il tuo partner, un fratello o un genitore

Magari tuo figlio è ricoverato in rianimazione e non sai come aiutarlo. Ti senti impotente perché non sei un medico specializzato in medicina d’urgenza: andare a trovarlo ti sembra non portare a nulla. Sottovaluti il tempo e l’amore che gli dai con la tua presenza.

Oppure tuo fratello minore, con il quale hai un rapporto speciale e che hai cresciuto come una seconda madre, è oggi un adolescente con problemi di dipendenza. Non capisci cosa sia successo e non hai idea di come intervenire. Le stai provando tutte ma ti sembra che il tuo caro stia scivolando sempre di più in un baratro.

Cosa vuole dirti il tuo corpo

Entrambe le situazioni descritte, se vissute in modo drammatico e senza condivisione, possono portare allo sviluppo di un adenocarcinoma.

Il tuo corpo sta cercando di agire per risolvere una situazione alla quale razionalmente non trovi soluzione. Avere a disposizione più cellule che fabbricano latte, biologicamente ha perfettamente senso per aiutare la persona amata. L’adenocarcinoma è il messaggio che il corpo ti invia per dirti che stai vivendo una realtà in cui è inconcepibile per te poter fare così poco.

Il tuo corpo sta cercando di agire per risolvere una situazione alla quale razionalmente non trovi soluzione

Nel momento in cui riuscirai a capire da cosa nasce il profondo stress che ti ha portato a sviluppare un tumore al seno, lavorando sul trauma dell’impotenza e sulla sensazione inconscia di non poter proteggere il tuo soggetto d’amore, imboccherai la strada verso la guarigione.

Puoi farti aiutare, per farlo, da un terapeuta competente, che ti guidi verso l’elaborazione dell’importante stress alla base del tuo tumore.

Messaggi specifici

I messaggi che il corpo ci manda attraverso sintomi e malattie sono precisi. Generalizzare porterebbe fuori strada. Il percorso deve essere personalizzato, per capire esattamente, a seconda del tipo di tumore al seno che ti ha colpito, quale problema c’è alla radice e agire di conseguenza.

10 consigli per dimagrire riorganizzando i pasti

10 consigli per dimagrire riorganizzando i pasti

È possibile dimagrire riorganizzando i pasti? La risposta è sì. Non è l’unica strada da percorrere, certamente, ma è un buon inizio. Se stai leggendo i miei consigli, molto probabilmente hai o pensi di avere dei chili di troppo. Se è davvero così puoi iniziare fin da oggi a metterti sulla via giusta per raggiungere e mantenere il tuo peso forma, migliorando in modo significativo il tuo stato di salute.

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La chiave dei miei dieci consigli per dimagrire riorganizzando i pasti è una sola. Se diventi consapevole di quello che ti spinge a mangiare di più, potrai agire con furbizia. Accompagnando il tuo organismo a ingerire esattamente quello che ti serve realmente. Niente di più, niente di meno.

Conosci te stesso: per dimagrire diventa consapevole di quello che ti spinge a mangiare di più

Ti rendi conto di mangiare troppo? Metti in pratica queste azioni concrete. Potrai mangiare meno e dimagrire riorganizzando i pasti senza che il tuo organismo se ne accorga.

Una strategia win-win. Vinci tu, perché potrai avvicinarti all’obiettivo di raggiungere il peso forma e vince il tuo corpo, che non si sentirà affamato. E per entrambi c’è l’importante risultato di mantenersi più facilmente in salute.

Potrai mangiare meno riorganizzando i pasti senza che il tuo organismo neppure se ne accorga

Come favorire il raggiungimento del peso forma

Ci tengo a fare una premessa importante. Il giorno in cui non sarai più programmato biologicamente per essere in sovrappeso, niente ti potrà manipolare. La tua alimentazione sarà il risultato dei reali bisogni del tuo corpo. Sia per quanto riguarda le quantità ingerite, sia per ciò che riguarda la qualità di quello che desidererai mangiare. Ti basterà, quindi, ascoltare il corpo per conquistare il traguardo del peso forma.

Il raggiungimento di questo stato, a mio parere, è quello ottimale per il mantenimento del peso forma e di un buono stato di salute. Con il mio audio corso Sovrappeso cosa mi racconti? accompagno le persone lungo questo cammino.

 

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In attesa di raggiungere l’ambito traguardo di “riprogrammarsi” per mangiare spontaneamente il giusto, ecco dieci consigli per dimagrire riorganizzando i pasti. Sono utili anche per il mantenimento del peso forma, se lo hai già raggiunto.

1-Prima di mangiare di nuovo chiediti cosa hai mangiato la volta prima

Prenditi un momento per ricordare cosa hai mangiato nel pasto o nello spuntino consumato qualche ora prima. Il tuo senso di sazietà aumenterà, riducendo di conseguenza il bisogno e l’assunzione di cibo. Fallo con costanza, ogni volta che stai per mangiare qualcosa.

In uno studio condotto da Suzanne Higgs, ricercatrice in psicobiologia presso l’Universitàdi Birmingham, tre gruppi di studentesse (mangiatrici sfrenate) sono stati invitati a rispondere a una domanda prima di mangiare dei biscotti (Higgs. Memory for recent eating and its influence on subsequent food intake, Appetite 39, 2002).

La domanda era diversa per ciascuno dei tre gruppi coinvolti nell’indagine.

  1. Cosa pensi al momento?
  2. Cosa hai mangiato ieri a pranzo?
  3. Cosa hai mangiato oggi a pranzo?

I partecipanti del gruppo A e B hanno consumato l’80% di biscotti in più rispetto al gruppo C.

La consapevolezza di quello che mangiamo e abbiamo mangiato ci mette in una netta condizione di vantaggio. Per ridurre le quantità di cibo che mangi a ogni pasto, se la tua memoria non ti aiuta, tieni un diario alimentare.

Per mangiare meno, se la tua memoria non ti aiuta, tieni un diario alimentare

2-Usa piatti delle giuste dimensioni

Come suggerisce l’illusione ottica di Delboeuf, che indaga la percezione delle dimensioni relative, consumando una stessa porzione di cibo siamo più o meno soddisfattia seconda delle dimensioni del piatto. Più il piatto è grande più la porzione ci sembrerà scarsa. Viceversa un piatto che contiene l’esatta quantità di cibo che vogliamo consumareci sembrerà più pieno e abbondante.

Più il piatto è grande più la porzione ti sembrerà scarsa

A proposito dei piatti che usi in tavola, anche il colore ha la sua importanza. Se piatto e pietanza hanno colori uguali o simili si mangia circa il 20% in più, come rivela un esperimento di Brian Wansinke del suo team.

3-Osa cucinare il 20% in meno

L’evoluzione delle nostre abitudini alimentari ci ha portato ad aumentare le dimensioni di una porzione considerata normale. I punti di riferimento sono cambiatie quella che alcuni decenni fa sarebbe stata una porzione giusta oggi è considerata piccola.

Consumare porzioni leggermente più piccole ti farà sentire sazio comunque

Devi sapere che consumare porzioni (relativamente) più piccole ti aiuta a mangiare meno senza influenzare negativamente il tuo senso di sazietà. Non avrai fame prima del tempo e non mangerai di più ai pasti successivi. Il tuo organismo non è in grado di accorgersi di una diminuzione delle porzioni pari al 20%.

Agisci “alla fonte” sin da oggi: cucina il 20% di meno.

 4-Inizia il pasto mangiando cibi ipocalorici che riempiono

Più che la qualità, è il volume di cibo ingerito che ti restituisce un segnale di sazietà, indipendentemente dalla densità energetica, ovvero dalle calorie.

Sia che tu decida di mangiare una ciotola gigantesca di insalata sia che tu scelga patate fritte con doppia dose di maionese e ketchup, il senso di sazietà arriverà nel momento in cui avrai consumato una certa quantità di cibo. Il volume conta più delle calorie.

In fatto di cibo e sazietà il volume conta più delle calorie

Le verdure crude, con la loro bassa densità energetica, sono ottime per favorire la sensazione di avere lo stomaco pieno. Inizia il pasto con un’abbondante insalata di verdure, per esempio, e lascia per ultimi i cibi più calorici.

5-Scegli pochi piatti e sapori per un singolo pasto

Più alto è il numero di alimenti differenti sulla tavola o nel piatto, più siamo spinti a mangiare. Facciamo un esempio. Nell’esperimento condotto da Kahn e colleghi con gli M&M’S, i noti confetti al cioccolato, gli scienziati hanno offerto una ciotola di M&M’s di sette colori diversi a un primo gruppo. Mentre al secondo hanno proposto un mix di confetti di dieci colori diversi. Il semplice fatto di passare da sette a dieci colori ha provocato un aumento del consumo pari quasi al 60%.

Più ricca è l’offerta più mangerai

Levitsky e il suo team, invece, hanno evidenziato che servendo sei portate di sei verdure differenti, i commensali hanno mangiato spontaneamente il 20% in più rispetto a quelli a cui è stato servito un solo piatto con le sei verdure messe tutte insieme.

6-Ostacola il tuo accesso al cibo

Più il cibo è di facile accesso, più si mangia. Quante volte ti servi di nuovo perché il piatto di portata è lì sotto i tuoi occhi e basta allungare una mano? Quando mangi, non mettere tutto quello che hai cucinato in tavola. Lascia il bis il più lontano possibile, sui fornelli o sul piano di lavoro. In questo modo se vorrai mangiare di più sarai costretto ad alzati.

Quando mangi, non mettere tutto quello che hai cucinato in tavola

Meglio ancora: se possibile mangia in salotto e lascia le pietanze avanzate in cucina. Dovrai fare lo sforzo di alzarti e cambiare stanza per mettere nel piatto il bis, prendere un altro panino o il dolce. Servirsi in automatico, senza pensarci, diventa così impossibile. Mangerai più di quello che c’è in tavola solo se sarai davvero motivato. E magari a quel punto sarà perché il tuo corpo ne ha bisogno.

7-Mangia lentamente

Qualunque cosa tu stia mangiando, se sei disconnesso dai bisogni reali del tuo corpo, ti sentirai sazio dopo un periodo di tempo prefissato. Dovrai masticare per almeno venti minuti. Più mangi rapidamente, più cibo avrai ingerito in questo lasso di tempo.

Se invece rallenti mangerai meno, spontaneamente. E la sensazione di sazietà arriverà comunque dopo circa 20 minuti.

Mangiando lentamente sarai sazio pur consumando meno cibo

Segui fin da oggi questo consiglio. Posa la forchetta tra un boccone e l’altro. Infine, riprendi la forchetta solo quando avrai inghiottito il boccone precedente. Potresti anche contare 30 movimenti di masticazione.

8-Durante il pasto, evita qualunque altra attività

Mentre mangi non guardare la televisione, non lavorare al computer, evita di leggere il giornale, rispondere al telefono, giocare a un videogioco, ascoltare la radio eccetera. Mangia e basta.

Dal punto di vista statistico, più una persona consuma i propri pasti mentre svolge altre attività che la distraggono, più è probabile che sia in sovrappeso oppure obesa.

Mangiare mentre si fa qualcos’altro ritarda la comparsa del senso di sazietà e aumenta significativamente la quantità di calorie assunte.

Più una persona consuma i propri pasti mentre svolge altre attività più è probabile che sia in sovrappeso oppure obesa

Fare qualcos’altro mentre mangi ha effetti non solo sul pasto in corso ma anche su quello successivo. Perché? Mangerai più velocemente e consumerai una quantità di cibo maggioririspetto a quello che avresti fatto mangiando il pasto precedente senza distrazioni.

9-Mangi in compagnia? Regolati sul ritmo della persona più lenta

Inizia la prima pietanza e finisci l’ultima regolandoti sulla persona più lenta tra i tuoi amici e parenti. Senza servirti più volte, ovviamente. La quantità di ospiti alla tua tavola influenza la quantità di cibo che ingerirai senza accorgertene.

La quantità di ospiti alla tua tavola influenza la quantità di cibo che ingerirai senza accorgertene

Come abbiamo già evidenziato, le distrazioni durante il pasto spingono a mangiare di più. Allo stesso modo, se qualcuno sceglie di invitare due, quattro, sei oppure otto amici, invece di cenare da solo, mangerà rispettivamente il 47%, 69%, 72% e 96% in più.

Il fenomeno ha diverse motivazioni alla base: l’eccitazione della condivisione, la distrazione dovuta a chiacchiere e discussioni e la durata del pasto, che di solito è molto maggiore rispetto a quando si mangia da soli. Oltre al fatto che la tavola viene imbandita in quantità e varietà.

Ovviamente se rimani consapevole di quello che mangi puoi tranquillamente goderti una cena in compagnia!

10-Mettiti comodo per consumare ogni spuntino

Quando, nel corso della giornata, hai voglia di uno spuntino, non consumarlo in fretta, ingoiandolo quasi senza masticare mentre continui con quanto stavi facendo. Mangiare uno snack o qualche biscotto al volo non è salutare.

Siediti in cucina o comunque allontanati dalla tua scrivania e smetti di fare quello che stavi facendo. Nel caso in cui il tuo desiderio sia superficiale, questa costrizione ti farà probabilmente abbandonare l’idea. Se invece sei mosso da fame vera, fisiologicamente fondata, è giusto assecondare il bisogno. Sedersi a tavola ti porterà comunque a mangiare meno, non importa cosa.

Dimagrire riorganizzando i pasti è possibile!

Come hai potuto capire leggendo fin qui, ti propongo di concentrare la tua attenzione sull’organizzazione dei tuoi pasti e non sul contenuto complessivo delle calorie. Mangia pure quello che vuoi, rimanendo aperto alla possibilità di cambiamenti (in apparenza) spontanei.

Riorganizzando i pasti, molto probabilmente scoprirai di essere sazio e soddisfatto mangiando il 20% in meno rispetto a prima, senza nessuno sforzo. Per molti dei consigli in questo testo mi sono ispirata al libro di Michel Desmurget: L’anti-régime. Maigrir pour de bon. Editions Belin, 2017. Non è tradotto in italiano.

Come acquisire nuove abitudini più salutari

Una strategia che prevede di dimagrire riorganizzando i pasti richiede, almeno inizialmente, azioni consapevoli mantenute con costanza. Dopo qualche settimana, massimo tre mesi, avrai acquisito nuove abitudini. La riorganizzazione dei pasti funzionerà in modo automatico in accordo con il tuo desiderio di salute e peso forma. Abbandona le tue precedenti convinzioni su cibo e alimentazione sana, farai meno fatica ad avvicinarti al tuo peso forma.

Se però senti una resistenza interiore che si oppone a questi cambiamenti, ti suggerisco di integrare una via diversa, che va più in profondità.

Puoi mettere d’accordo la parte di te che vuole essere snella e quella che invece vuole essere in sovrappeso. Come? Grazie al metodo della Bioconsapevolezza. Qui trovi l’audio corso, qui gli appuntamenti online dedicati al sovrappeso e qui, il mio libro incentrato sul metodo della Bioconsapevolezza per raggiungere il tuo peso forma senza diete e privazioni. Inizia subito a dimagrire riorganizzando i pasti!

Puoi mettere d’accordo la parte di te che vuole essere snella e quella che invece vuole essere in sovrappeso

Bibliografia utile

Vuoi approfondire alcuni temi trattati in questo articolo? Ti lascio una breve e utile bibliografia degli studi che ho citato.

Brondel et al. Variety enhances food intake in humans: role of sensory-specific satiety, Physiol Behav 97 (2009)

De Castro et al. The amount eaten in meals by humans is a power function of the number of people present, Physiol Behav 51 (1992)

De Castro. Eating behavior: lessons from the real world of humans, Nutrition 16 (2000)

Hetherington et al. Understanding variety: tasting different foods delays satiation, Physiol Behav 87 (2006)

Higgs et al. Television watching during lunch increases afternoon snack intake of young women, Appetite 52 (2009)

Kahn et al. The Influence of Assortment Structure on Perceived Variety and Consumption Quantities, J Consum Res 30 (2004

Levitsky et al. Number of foods available at a meal determines the amount consumed, Eat Behav 13 (2012)

Mittal et al. Snacking while watching TV impairs food recall and promotes food intake on a later TV free test meal, Appl Cogn Psychol 25 (2011)

Norton et al. Volume and variety: relative effects on food intake, Physiol Behav 87 (2006)

Raynor et al. Dietary variety, energy regulation, and obesity, Psychol Bull 127 (2001)

Raynor. Can limiting dietary variety assist with reducing energy intake and weight loss?, Physiol Behav 106 (2012)

McCrory et al. Dietary (sensory) variety and energy balance, Physiol Behav 107 (2012)

Raynor et al. Greater variety of fruit served in a four-course snack increases fruit consumption, Appetite 59 (2012)

Mente sana in corpo sano: cosa puoi fare quando ti ammali

Mente sana in corpo sano: cosa puoi fare quando ti ammali

Mente sana in corpo sano. A dirlo è un’antica sentenza latina, diventata proverbiale, che recita (appunto) mens sana in corpore sano. Negli anni questa citazione è stata usata in appoggio alle teorie più svariate. Mente sana in corpo sano può voler dire che se la mente sta bene il corpo di conseguenza non si ammala, o che l’esercizio fisico aiuta il benessere mentale e così via.

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Secondo il mio approccio, che nei miei venti anni di esercizio della medicina complementare ho formalizzato nel metodo della Bioconsapevolezza, questo augurio è molto sensato. E può essere guardato con occhi diversi da quanto facciamo di solito.

Il tuo corpo si ammala perché la tua mente e il tuo io profondo vivono un disagio. Ma la malattia non è l’elemento da combattere per recuperare una mente sana in corpo sano. Anzi. Vediamo perché.

Il tuo corpo si ammala perché la tua mente e il tuo io profondo vivono un disagio

Qual è la relazione tra corpo e malattia

Il corpo risponde all’imperativo biologico di sopravvivere. Quando vivi una situazione in modo pericolosamente stressante, il tuo corpo interviene attivando una soluzione biologica, che spesso ha natura organica, così da aiutarti ad attraversare il momento. Perché? Semplice: è meglio essere ammalati che morti.

Nelle reazioni del corpo (sintomi e malattie), i terapeuti e le persone attrezzate per farlo possono leggere un messaggio: stai vivendo oppure hai vissuto una situazione troppo spiazzante. Per cancellare sintomi e malattie dobbiamo fare in modo che il corpo non abbia più bisogno di intervenire “per salvarti”. Fortunatamente, il tipo di sintomo che sperimenti ci informa sul tuo vissuto, aiutandoci a capire in quale direzione indagare.

Poi è fondamentale comprendere qual è la situazione o l’evento che ha scatenato il vissuto. E intervenire per cambiarlo. Si può fare? Sì, è possibile. Il vissuto è il risultato dei filtri con i quali interpretiamo i fatti.

Di fronte agli stessi fatti e accadimenti, dieci persone diverse vivranno quella stessa realtà in dieci modi differenti. I filtri non sono altro che le tue convinzioni (consce e inconsce), le memorie, le ferite, eccetera.

Di fronte agli stessi fatti e accadimenti, dieci persone diverse vivranno quella stessa realtà in dieci modi differenti

La malattia si manifesta nell’aumento o nella diminuzione di una funzione specifica, oppure nello sviluppo di un’infiammazione. Così nascono per esempio masse tumorali o ulcere.

Quando ti trovi di fronte a una malattia puoi agire su tutti e tre i livelli che la generano, dal più superficiale al più profondo, per modificare la situazione che stai vivendo. Stiamo parlando di azioni, emozioni e pensieri. Ecco come e perché si può agire per recuperare una mente sana in corpo sano.

Cambiare le tue azioni

Le azioni rappresentano il primo livello sul quale puoi intervenire. Cosa puoi fare per migliorare il tuo stato di salute? Cambiare il tuo stile di vita, la dieta, fare attività fisica, prendere un farmaco, ecc.

Ci sono però due importanti limiti che devi considerare quando metti in atto questa strategia. Il primo è che devi esercitare la tua volontà costantemente. Il secondo è che esercitando la tua volontà in modo cosciente puoi cambiare solo le tue azioni consapevoli (ad esempio smettere di consumare cibo spazzatura). Ma non hai alcun potere di modificare le azioni che compie autonomamente il tuo corpo.

L’apporto di farmaci e operazioni chirurgiche

Per influenzare le azioni del corpo, abitualmente ti rivolgi alla medicina convenzionale, che attraverso farmacopea e chirurgia combatte lo squilibrio definito malattia. Spesso impedendo al corpo di mettere in atto le sue strategie difensive. Intervenire a livello delle azioni significa esercitare una volontà costante, senza sgarrare mai, con risultati incerti.

Fare sport o smettere di fumare può senz’altro aiutare in tutta una serie di casi. Così come possono essere utili, ad esempio, le medicine che leniscono il dolore e confortano le persone che affrontano uno stato acuto della malattia. Il valore delle azioni si esprime anche negli interventi sanitari in caso di traumi fisici e stati di emergenza acuta.

L’intervento volontario sulle azioni, però, serve solo a ridurre i sintomi fastidiosi della malattia che stai vivendo. Oppure a tutelare momentaneamente la tua sopravvivenza.

L’intervento volontario sulle azioni, però, serve solo a ridurre i sintomi fastidiosi della malattia che stai vivendo

Ridurre i sintomi è molto utile per curare, nel senso di prendersi cura, ma non per aiutare la persona a guarire. Ecco perché in moltissimi casi ci si ritrova ad assumere farmaci per una vita intera.

Prova a riflettere su questa metafora. Spesso chirurgia, farmacopea e buone abitudini sono paragonabili alle azioni di un contadino che cura le sue piante malate occupandosi solo dei frutti e trascurando le radici o il terreno.

Intervenire sulle tue emozioni

Le emozioni rappresentano il secondo livello in questo panorama di interventi possibili. Lavorare sulle emozioni permette di agire in modo più profondo rispetto a quanto puoi fare grazie alle azioni.

Se imparerai a conoscere te stesso, scoprirai come accogliere le tue emozioni e lasciare che trovino uno sfogo benefico. Di conseguenza ti ammalerai di meno e risolverai gli stati di squilibrio che di volta in volta dovrai affrontare.

Accogliere le proprie emozioni senza giudizi o mistificazioni è molto più complesso di quello che potresti pensare. Perché le emozioni spesso fanno paura e non sempre sono le benvenute. Magari il contesto sociale in cui vivi ti spinge a nasconderle. Oppure sei stato cresciuto con la convinzione che esprimere quello che senti ti rende debole e attaccabile. Una persona che non può avere successo.

Il condizionamento sociale

La nostra società, frequentemente, considera tollerabili alcuni livelli di emotività e intollerabili altre manifestazioni. Come se fosse consentito piangere di tanto in tanto (per fare un esempio) ma di certo non troppo spesso e non senza freni. Così come ci sono emozioni ritenute sane e lecite (ad esempio la tristezza per la morte di un parente) e altre insane o inopportune. Come la disperazione perché è venuto a mancare un animale domestico.

Moltissimi bambini, nel corso della prima infanzia, quando l’essere umano vive il suo stadio di spugna emotiva, imparano che non è sempre educato, corretto o giusto provare ed esprimere emozioni. Frasi come “impara a controllarti” sono all’ordine del giorno. Possiamo agire sulle nostre emozioni? Sì, scoprendo come accettarle, accoglierle e lasciarle libere di esprimersi.

Ma c’è un lavoro ulteriore e più importante da fare per recuperare benessere e salute.

Possiamo agire sulle nostre emozioni? Sì, scoprendo come accettarle, accoglierle e lasciarle libere di esprimersi

Lavorare alla radice

Le emozioni sono diretta conseguenza del nostro dialogo interiore, conscio e inconscio. Il dialogo interiore, a sua volta, è condizionato dalle nostre credenze.

Utilizzando dei metodi mirati che permettono di cambiare le tue convinzioni, puoi agire sul livello più profondo tra quelli che causano malattie o abbassano la tua energia vitale e il tuo stato di benessere. Impedendoti, di fatto, di avere una mente sana in corpo sano.

Prova a visualizzare questo livello di azione come una microchirurgia della mente. Una convinzione bloccante può essere rimossa e sostituita con una convinzione costruttiva e benefica. In questo modo si agisce attraverso una riprogrammazione cellulare.

Una convinzione bloccante può essere rimossa e sostituita con una convinzione costruttiva e benefica

Biologia: il risultato di più fattori correlati

Quando parlo di lavorare alla radice di una malattia o di un malessere, che costituisce il fulcro del metodo della Bioconsapevolezza, mi riferisco proprio al fatto di intervenire alla radice dei pensieri e delle azioni biologiche del corpo.

I pensieri e le azioni che nascono a livello biologico sono condizionati dal vissuto personale (educazione ricevuta, cultura assorbita nella crescita, accadimenti) ma anche dal vissuto dei tuoi antenati. Il dialogo interiore (compreso quello inconscio) che porta a sviluppare sintomi e malattie è spesso il risultato di traumi vissuti e non elaborati. O anche non del tutto digeriti. La psicoterapia è una via possibile per sciogliere i traumi.

Questi traumi imprimono delle ferite emozionali che vengono memorizzate nelle nostre cellule. La nostra Biologia prende in carico questo stress emozionale e reagisce a questi drammi ancora attivi in noi, cercando di esprimere a suo modo una soluzione.

Come comprendere la soluzione biologica

La domanda fondamentale da farsi, quando il corpo ti invia un messaggio sotto forma di malattia, potrebbe essere spiazzante. Chiediti in che modo la malattia come risposta del corpo può essere sensata. In reazione a quale evento traumatico quella malattia ha un senso?

Se riesci a vedere la malattia come un sistema del corpo per darti una mano, la tua visione cambierà completamente e potrai avvicinarti in modo concreto a una soluzione. In questo blog trovi diversi esempi interessanti, legati ad esempio al sovrappeso o all’infertilità come messaggi dal corpo. Possono aiutarti a capire meglio.

Mente sana in corpo sano con il metodo della Bioconsapevolezza

Il metodo della Bioconsapevolezza ti aiuta a risanare le tue ferite, personali e genealogiche, per liberare il corpo dal compito di gestirle attraverso sintomi e malattie.

Tale cambiamento profondo modifica il tuo dialogo interiore e dunque il modo in cui vivi gli eventi. Quindi influenza direttamente le tue emozioni. Di conseguenza cambieranno le tue azioni, consce e non (quelle della tua biologia).

La differenza sostanziale rispetto a un lavoro che si ferma al primo livello, quello delle azioni, è che quando avrai lavorato alla radice, le tue emozioni e le tue azioni cambieranno da sole. Senza che tu debba esercitare un controllo costante (cosa molto difficile e faticosa).

Quando avrai lavorato alla radice, le tue emozioni e le tue azioni cambieranno da sole

Il potere del lavoro alla radice

Grazie al lavoro alla radice le azioni saranno spinte da un movimento interiore che non richiede minimamente forza di volontà o consapevolezza. Quando avrai risolto il problema che spingeva il corpo verso la malattia, recuperando benessere e una mente sana in corpo sano, le tue azioni cambieranno spontaneamente. Condizionerai così la tua salute a 360°: fisica, sessuale, emozionale, sociale, intellettuale, spirituale e così via… Una guarigione reale e sostanziale.

Ora, conoscendo i diversi livelli sui quali puoi agire per recuperare una mente sana in corpo sano, sai anche cosa ti puoi aspettare dal lavoro che puoi fare ad ogni livello. Puoi scegliere di integrare i diversi tipi di interventi fra di loro, per beneficiare dei vantaggi di ciascuno.

Sonno ristoratore: il segreto della fase REM

Sonno ristoratore: il segreto della fase REM

Un sonno ristoratore ti aiuta a vivere meglio in molti sensi. Non serve solo a riposarsi per svegliarsi ogni mattina pieni di vigore fisico e di buon umore. È fondamentale per costruire un futuro migliore, letteralmente, notte dopo notte.

La fase REM, quella che comunemente consideriamo la più profonda, durante la quale i sogni prendono forma, racchiude un potenziale incredibile che ha conseguenze importanti sulla tua vita, a breve e a lungo termine.

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Hai mai sentito il detto la notte porta consiglio? Molto probabilmente sì ma scommetto che non sai che questo modo di dire ha un fondamento scientifico.

La notte porta consiglio non è solo un modo di dire

Il sonno ristoratore può restaurare, o meglio dare vita, a un futuro più roseo e luminoso, pieno di salute e benessere. Ma facciamo un passo indietro.

Il sonno ristoratore ha il potere di plasmare un futuro migliore

Sonno ristoratore: oggi ne abbiamo ancora più bisogno

In questo momento storico, in cui il presente è pieno d’incoerenza e il futuro è così incerto, molti si sentiranno impotenti e smarriti. Non solo a causa dell’epidemia di Covid-19 ancora in corso, ma anche per la sua gestione e perché economia e società stanno vivendo una crisi profonda a livello mondiale.

Una situazione che, pur essendo esplosa con forza col nuovo coronavirus, ha radici ramificate che hanno iniziato a crescere ben prima di quest’anno, ormai giunto al termine.

In questo periodo funestato da incertezze e paure puoi agire in prima persona per promuovere un futuro migliore

Ecco perché ci tengo particolarmente a darti delle informazioni preziose per conoscere te stesso e scoprire (o riscoprire) un potenziale immenso e innato che è già tuo. Questo potenziale, che tutti noi abbiamo, può permetterti di creare un futuro vitale e luminoso per te, i tuoi cari, la collettività intera. La chiave sta proprio nel sonno ristoratore e nella notte che porta consiglio.

La fase REM racchiude un immenso potenziale che tutti noi abbiamo, dobbiamo solo aiutarlo ad agire

La notte porta consiglio

Ho scoperto che il detto la notte porta consiglio ha un fondamento scientifico quando, più di 10 anni fa, ho trascorso dodici giorni con Jean Pierre Garnier Malet studiando alcuni concetti di fisica classica e fisica quantistica. E approfondendo il principio di indeterminazione di Heisenberg, la relatività e la dilatazione dei tempi, equazioni, teorema di Pitagora, filosofia greca e metafisica. Ma forse ora ti ho spaventato!

Sono materie e argomenti molto complessi, che richiedono anni di studio per essere compresi a fondo. Non ti chiedo quindi di riaprire il libro di fisica delle superiori per cercare in minima parte di raccapezzarti su quanto sto per dirti.

Il mio intento è un altro. Voglio condividere con te l’essenza di questi fondamenti, non tutta la teoria che c’è alla loro base. Ecco perché non ti propinerò nessuna formula ma parleremo di sonno ristoratore, notte che porta consiglio e fase REM. In modo concreto, così che tu possa applicare subito alcuni consigli pratici.

Le basi scientifiche del segreto racchiuso nella fase REM sono molto complesse. Se vuoi capirle a fondo puoi approfondire studiando la fisica quantistica

Hai voglia di studiare le basi scientifiche delle teorie di J.P. Garnier Malet? Ti consiglio di farlo direttamente con lui, sui suoi libri. Iniziando ad esempio da Cambia il tuo futuro attraverso le aperture temporali. Quando la scienza scopre una verità dimenticata: il nostro doppio. Puoi anche iniziare, per farti un’idea, dai video che si trovano su Youtube.

 Il tuo inconscio lavora tutte le notti

Partiamo da una buona notizia: una parte di te lavora ogni notte per crearti un futuro che sia il migliore possibile. Lo fa senza che tu ne sia consapevole, è un processo inconscio. Questa parte di te che lavora sul futuro è molto evoluta e potente, perché applica le Leggi della fisica quantistica ed è in contatto con l’intero Universo. Sa viaggiare nello spazio e nel tempo ed è molto equilibrata e luminosa. Si tratta della parte di te che J.P Garnier Malet chiama il Doppio.

Una parte di te, chiamata il Doppio, lavora ogni notte, durante la fase REM, per creare un futuro migliore

 Pensiero e futuro potenziale

Prima di addentrarmi nelle spiegazioni voglio fornirti alcune informazioni di base che possono farti da guida lungo questo percorso, che unisce il sonno ristoratore a un futuro di salute e benessere. Anche perché, forse, stai esplorando questo mondo per la prima volta. In parte te ne ho già parlato, ad esempio quando abbiamo ragionato sul potere del dialogo interiore. Ogni pensiero crea un futuro potenziale.

 Se ogni pensiero crea un futuro potenziale quello che pensi ha il potere di cambiare la tua vita

Ognuno di noi ha un solo passato e un solo presente: sono definiti e unici. Il futuro invece è indefinito. Aspettando che un futuro diventi il nostro presente, esistono tanti futuri potenziali che si realizzeranno o meno. Si tratta di un concetto intuitivo, sul quale però, molto spesso, non ci soffermiamo a ragionare.

Forse ti capita frequentemente di pensare che sei impotente, che il percorso è già tracciato? Riesci mai a concentrarti sul fatto opposto, ovvero che il futuro si dirama in molteplici direzioni e puoi plasmarlo perché ti sia amico?

Mentre passato e presente sono unici, di futuri potenziali ne esistono molti

Pensi quindi sarai

I diversi futuri potenziali prendono vita attraverso i tuoi pensieri. Se formuli un pensiero di guarigione, di successo, di libertà o di pace crei un futuro potenziale di guarigione, successo, libertà, pace.

Quando invece formuli un pensiero di morte, fallimento, malattia, dramma, peggioramento dello stato di salute o di quello sociale, crei un futuro potenziale che di conseguenza porterà a morte, fallimento, malattia, eccetera.

Ogni qual volta ti preoccupi immaginando il peggio, plasmi un futuro possibile in cui ti preoccuperai ancora di più. Potenzialmente succederà il peggio. Se invece ti entusiasmi, nutrendo la speranza in una vita migliore ricca di sorprese e felicità, darai vita a un futuro potenziale in cui il tuo entusiasmo crescerà ulteriormente.

Saper gestire le proprie emozioni e i propri pensieri è indispensabile per la tua salute e il tuo benessere, quello di oggi e quello di domani. Vediamo ora nel dettaglio come ottimismo e pessimismo si intrecciano con il potere di un sonno ristoratore e il segreto della fase REM.

Ogni qual volta ti preoccupi immaginando il peggio, plasmi un futuro in cui ti preoccuperai ancora di più

Un sonno operoso

Il nostro sonno è composto da cicli di circa 90 minuti. Durante ogni ciclo, dopo un rallentamento progressivo dell’attività cerebrale e fisica, vivi una fase molto speciale del sonno, chiamata fase paradossale o REM (Rapid Eye Movement). È caratterizzata da un’immobilità profonda del corpo alla quale si contrappone un’attività cerebrale intensa, paragonabile a quella che sperimentiamo da svegli.

Secondo Garnier Malet, questo è il momento in cui vengono esplorati tutti i futuri potenziali che hai creato. Ecco il segreto della fase REM. Avere la possibilità di esplorare questi futuri potenziali permette di cogliere informazioni utili a realizzare quelli positivi.

Durante la fase REM il tuo Doppio esplora i futuri possibili e raccoglie informazioni per realizzare quelli positivi

Trasforma il pessimismo grazie al pensiero positivo

Per fare in modo che la notte porti consiglio davvero e il sonno ristoratore sia utile a creare un futuro luminoso è importante che tu concentri la tua attenzione nella direzione giusta. Abbiamo sottolineato come ogni pensiero possa creare un futuro potenziale. La qualità dei tuoi pensieri condiziona la qualità dei tuoi futuri potenziali.

Ecco perché è importante che tu comprenda a fondo l’utilità di cancellare i tuoi pensieri negativi. Se sei un pessimista accanito o stai passando un periodo difficile, ti do un compito: dare vita almeno a un pensiero positivo e luminoso al giorno, da coltivare nei momenti bui e difficili.

La qualità dei tuoi pensieri condiziona la qualità dei tuoi futuri potenziali

Basta un pensiero positivo? Sì, perché quel pensiero potrà creare un futuro potenziale positivo. Durante la notte il tuo Doppio avrà modo di esplorarlo e riceverai le informazioni e le intuizioni necessarie a permettere la sua realizzazione.

Vibrazioni alte: cosa sono e come funzionano

Per evitare di creare futuri potenziali negativi, quello che puoi fare è nutrire vibrazioni alte, tutte le volte che puoi. Cosa significa? Ogni giorno hai la possibilità di alimentare emozioni e sentimenti caratterizzati da una vibrazione alta: l’amore e la gratitudine, ma anche la gioia, l’entusiasmo, la benevolenza, la fede nel futuro, la fiducia in sé e nei propri desideri, eccetera.

 Amore, gratitudine e gioia sono emozioni e sentimenti caratterizzati da una vibrazione alta

Coltivare la gratitudine significa ringraziare per tutto ciò che di buono vivi nella tua esistenza. Ad esempio l’abbondanza di ossigeno, di luce, un tetto sopra la testa, gli affetti, l’acqua corrente in casa, un letto confortevole, la possibilità di vedere, sentire i suoni, camminare, respirare, la bellezza di un tramonto, la maestosità di un albero e così via.

Scegli con cura il contesto che ti circonda

Come puoi immaginare, è pericoloso essere circondati da informazioni drammatiche che nutrono la paura, la rabbia, il dubbio, la confusione o l’incoerenza. Scegli e dosa con cura le tue fonti di nutrimento, intellettuale ed emotivo.

Con questo invito mi riferisco alle persone di cui ti circondi ma anche ai canali di informazione o di svago. Per esempio, rifletti su quali tipi di trasmissioni e di film guardi abitualmente. Ogni volta che vedi o senti qualcosa, senza accorgertene del tutto, ci rimugini su: formuli pensieri. Di conseguenza crei dei futuri potenziali che il tuo Doppio andrà a esplorare durante il sonno.

Comprendi ora l’importanza di lasciarsi ispirare da persone equilibrate, amorevoli, pacifiche ed evitare fonti di informazione nocive e pessimiste?

Scegli e dosa con cura le tue fonti di nutrimento, intellettuale ed emotivo

Immagina il futuro che desideri

Perché si realizzi il futuro che desideri, lo devi immaginare. Ti invito a sognare in grande. Puoi esagerare liberamente nell’immaginare un mondo di pace, condivisione, rispetto, una società libera ed equa, un pianeta dove ognuno possa crescere in piena salute fisica, emotiva, sociale e spirituale.

Sogna in grande: è il modo migliore per dare vita a un futuro luminoso

Man mano che procedi con l’allenamento, sarai in grado di creare, durante la giornata, più futuri potenziali positivi. Saranno esplorati ed elaborati durante la notte dal tuo Doppio, la parte inconscia di te “competente in materia”. Da questa elaborazione nasceranno informazioni che sono sempre inconsce ma che ispireranno drasticamente le tue azioni concrete. In questo modo realizzerai quei futuri potenziali che sono più utili e positivi.

Un pensiero benefico adatto al periodo

Voglio suggerirti un pensiero che può aiutare noi tutti a uscire al più presto da questo periodo storico, caratterizzato dalla perdita di tante libertà e da una grande tensione collettiva.

Prova concretamente a immaginare, in un futuro vicinissimo, di poter incontrare altre persone di qualunque età in totale libertà, abbracciarle con serenità e affetto. Immagina poi di andare a ballare in luoghi affollati e guardare per strada i sorrisi di adulti e bambini, sereni e gioiosi. Includi in questi pensieri un senso di benessere ed equità. Osa immaginare e sentire in ogni tua cellula pace e prosperità per tutti.

Cura il tuo modo di addormentarti

Oltre a prenderti cura dei tuoi pensieri, dando loro la massima priorità, c’è un altro aspetto a cui fare attenzione: il momento in cui ti addormenti. Cosa succede di solito quando vai a letto? Come ti comporti?

Per avere accesso con successo all’elaborazione dei tuoi pensieri e dei tuoi futuri potenziali, eliminando quelli dannosi in favore dei futuri positivi, devi vivere e sentire una vibrazione energetica alta nel momento dell’addormentamento.

Come agire concretamente

Siccome il momento dell’addormentamento è fondamentale per favorire un intervento benefico del tuo Doppio quantico, voglio darti un breve protocollo da seguire. Puoi metterlo in atto facilmente tutte le sere.

Il momento dell’addormentamento è importantissimo per favorire l’intervento positivo del Doppio quantico

  1. Per prima cosa fai mente locale sulla giornata vissuta e riconosci i momenti in cui hai avuto pensieri di preoccupazione, ansia, rabbia, odio, giudizio negativo su te stesso e gli altri, eccetera.
  2. Poi emetti il desiderio o l’intento che i potenziali negativi creati vengano cancellati.
  3. Quindi fai l’elenco dei tuoi problemi e affidali al sonno. Se vuoi, puoi elencare pure le soluzioni che desideri per ciascun problema, ma questo dettaglio non è necessario. Il tuo inconscio conosce soluzioni ottimali che la tua mente conscia non può nemmeno immaginare. Non ha bisogno di suggerimenti!
  4. Tuffati nel sonno con la fiducia naturale che ha un bambino: sicuro del risultato.
  5. Lasciati pervadere dalla gratitudine e dal sollievo per il lavoro prezioso che farà il tuo Doppio durante il sonno. Il Doppio quantico ha capacità immense in confronto alla tua mente conscia.

Puoi scegliere di fare in questo momento l’esercizio della gratitudine: trovare 100 cose, situazioni, persone, per le quali dire grazie. Una scelta di questo genere, oltre a creare futuri potenziali ricchi di gratitudine, ti aiuta a sperimentare un livello di vibrazione alta e uno stato di addormentamento idoneo a dare il migliore sostegno possibile alla creazione di un futuro luminoso.

Il giorno dopo un sonno ristoratore

Se segui questi consigli ti sveglierai con intuizioni e desideri che possono guidarti verso la realizzazione di un futuro migliore per te e per gli altri. I consigli che arrivano dal Doppio regalano sempre una gioia intensa. Nell’antichità, i Greci parlavano di teoforia: gioia che viene da Dio.

Questa sensazione che il tuo corpo sente nel profondo di ogni sua cellula non ti farà sbagliare mai. È una felicita istintiva. Le intuizioni che ricevi quando sei in questo stato sono sempre le migliori: seguile con piena fiducia.

I consigli che arrivano dal Doppio regalano una sensazione di gioia intensa

Soffri di insonnia? Dormi male e pensi che questo possa influire negativamente sul lavoro del tuo Doppio quantico? Prova ad approfondire l’argomento leggendo il mio articolo sui disturbi del sonno.

Creare un futuro luminoso

Connetterti al tuo Doppio quantico, che alcuni chiamano anche Sé Superiore, permette di allearti con una parte di te caratterizzata da una forza incomprensibile e inafferrabile per la mente razionale.

La connessione con il Doppio consente di liberare un potenziale che cancella all’istante i futuri negativi, creando invece il futuro luminoso desiderato. Ecco in quali termini il destino è plasmato dai nostri pensieri. Non esiste la predestinazione: un futuro può sostituirne un altro, istantaneamente, in qualunque momento.

Quello che chiamiamo il destino di una persona può cambiare direzione da un giorno all’altro grazie a un pensiero positivo e a un buon addormentamento. Un sonno ristoratore durante il quale il Doppio può fare il suo lavoro.

Il destino è plasmato dai nostri pensieri

Grazie agli esercizi che ti ho proposto e alle indicazioni che ti ho dato, giorno dopo giorno e notte dopo notte, il presente si trasforma e diventa sempre più luminoso.

La responsabilità e il potere di ciascuno di noi

Tutti insieme, come piccole gocce che formano un grande oceano, possiamo contribuire, nel silenzio tranquillo delle nostre case, all’equilibrio del pianeta e dei sui abitanti e alla creazione di un futuro luminoso.

Ciascuno di noi può assumersi la responsabilità e l’impegno di curare i propri pensieri durante la giornata e lo stato emotivo al momento dell’addormentamento. Così da assicurarsi un sonno ristoratore ricco di futuri potenziali positivi, da esplorare grazie al nostro Doppio durante la fase REM.

Oltre a immaginare i cambiamenti personali che desideri, ti propongo di connetterti ogni giorno al pensiero di un mondo ricco di pace, rispetto, condivisione, baci e abbracci liberi, in tutta sicurezza. Una realtà più equa e serena nella quale ogni essere vivente possa crescere in piena salute fisica, emotiva, sociale e spirituale.

Come suggeriva Pitagora nei Versi d’oro: “Abituati a controllare il tuo sonno… Non accogliere il sonno sotto la dolcezza dei tuoi occhi prima di aver esaminato ciascuno dei tuoi atti del giorno”. E lo scriveva oltre quattro secoli prima di Cristo.

Se soffri di disturbi del sonno e questo ti impedisce un addormentamento sereno puoi provare a seguire il mio video corso Sonno è salute o iscriverti a uno dei miei incontri online sul tema.

Salute e malattia: mai combattere contro il tuo corpo

Salute e malattia: mai combattere contro il tuo corpo

Salute e malattia si escludono a vicenda? In realtà non necessariamente. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stessa definisce la salute, nell’uomo, come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale. Salute non è quindi la semplice assenza di malattia o altre infermità.

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La salute è uno stato completo di benessere fisico, mentale e sociale

La salute è un obiettivo che tutti possiamo perseguire e raggiungere. A patto di modificare il nostro modo di concepire la malattia. Ogni sintomo, infatti, è un messaggio che il nostro corpo ci sta mandando. Ma prima di arrivare a comprendere questo messaggio è importante cambiare punto di vista su salute e malattia.

La salute è un obiettivo che tutti noi possiamo perseguire, anche chi è malato

Cambia punto di vista

Liberati dalle idee preconcette su cosa significhi essere malato e cosa invece essere sano. Anni di esperienza come medico mi hanno fatto capire che uno dei problemi che ci rendono più difficile guarire e percorrere la strada verso il benessere psico-fisico è il nostro atteggiamento nei confronti della malattia. Andrebbe rivisto alla radice.

È tempo di fare pace con la malattia e il corpo

La società occidentale è abituata a interpretare il ripristino della salute come un combattimento. Spesso sentiamo parlare di persone che lottano contro la malattia o che hanno vinto la guerra contro la malattia. I pazienti possono guarire grazie alle armi dei medici.

Si è creato un forte legame tra la realtà della guerra e la medicina convenzionale. Tutto l’immaginario e le parole che hanno a che fare con la guerra sono state “prese in prestito” e assorbite dagli operatori del sistema sanitario e dalla sua organizzazione. Sono i medici stessi che ci raccontano la malattia con gli occhi dei generali.

Invece sono convinta che non si possa favorire una salute rigogliosa su un campo di guerra. La pace è una strada più vitale e sicura per guarire e stare bene.

L’immaginario collettivo associa guerra e malattia

Prova a pensare alle modalità che molti di noi hanno interiorizzato per parlare di malattia e salute. Più specificamente, basta osservare quanto è successo e ancora sta succedendo rispetto alla pandemia da Covid-19.
La malattia è il nemico, che ha i suoi complici nei microbi, nell’inquinamento, nell’alimentazione sbagliata, nello stress eccetera. Le Forze Armate sono costituite da validi militari di vario ordine e grado come medici, infermieri, terapeuti e così via. L’artiglieria per debellare il nemico è varia. Si va dai farmaci ai raggi, passando per il bisturi.

La guerra è diventata parte del nostro immaginario collettivo legato a salute e malattia

L’industria bellica è costituita da case farmaceutiche e biomediche. C’è persino un Genio Militare, formato dai ricercatori che impegnano il loro tempo a studiare soluzioni per sconfiggere il nemico. E non mancano i disertori, medici e pazienti che si rifiutano di seguire i precetti bellici e “rinunciano” a combattere la guerra.

Sei sicuro che combattere sia la strategia giusta?

I costi di questa strategia bellica sono altissimi, in termini di tempo, di energia, di soldi, di qualità della vita. Si combatte giorno e notte per curare i feriti, uccidere il nemico o prevenire una nuova invasione. Oggi più che mai. Tutto il mondo è impegnato in questa guerra contro il nemico. Che si chiami Covid-19, cancro, diabete o con mille altri nomi diversi. Che sia un evento acuto o una patologia cronica. Il costo emotivo è enorme. Come in ogni guerra le emozioni predominanti di chi la vive sono paura, ansia, impotenza e insicurezza.

Le emozioni che proviamo in guerra sono paura, ansia, impotenza e insicurezza

Sono tantissime le vittime tra i civili. Il numero di pazienti morti o mutilati cresce sempre di più. Ma sono molte le vittime anche tra i soldati che combattono in prima linea. Il tasso di burn-out, che corrisponde a un estremo logoramento psicologico, cresce sempre di più nelle professioni sanitarie.

Di conseguenza ci sono poi dei costi sociali. Dilagano depressione e ansia, mentre diminuiscono la forza attiva delle persone e il benessere complessivo della società. Dal punto di vista economico, solo nel 2016, in Italia la spesa sanitaria è stata superiore a 149 miliardi di euro.

Il risultato è che viviamo una guerra senza fine nella quale i nemici (le malattie) sembrano riprodursi a vista d’occhio e diventare sempre più crudeli.

Un pensiero d’amore per le vittime e il personale sanitario

Ho il massimo rispetto per tutte le vittime morte sul campo di battaglia e mi dispiace molto per i loro cari. Non metto in dubbio che i professionisti sanitari abbiano combattuto e stiano combattendo al solo scopo di fare del bene.

Un ringraziamento sentito va a medici, infermieri e ricercatori che lavorano con cuore e serietà

Medici, infermieri, ricercatori e tutte le figure che operano nel campo sanitario con cuore e serietà fanno onore al genere umano. Li ringrazio quindi per il loro impegno e per essersi messi al servizio con l’intento di alleviare la sofferenza di chi non sta bene. So che credono fortemente nella propria visione di salute e malattia e nei protocolli che usano quotidianamente per combattere il nemico comune. Eppure…

Meglio disertori

Considero tutta l’esperienza accumulata nei secoli dalla medicina, con i suoi successi e i suoi errori, come un’inestimabile fonte di ricchezza. Credo però che sia venuto il momento di guardare in faccia l’ampiezza del danno creato dal paradigma di guerra, che monopolizza la nostra visione di salute e malattia.

Non voglio essere un soldato mandato a combattere contro un nemico finto e con armi inefficienti, per una guerra senza fine.
Non voglio più sprecare tanto tempo ed energia per proteggere, difendere, sopravvivere. E vorrei che non lo facessi neppure tu. Il nostro obiettivo deve essere quello di fare pace con il corpo in tutte le sue manifestazioni.

Non voglio essere un soldato mandato a combattere per una guerra senza fine

Cambiare vocabolario e strategia

Forti dell’esperienza fatta nei secoli da chi è venuto prima di noi, propongo di sperimentare un altro paradigma basato sulla pace. La via della pace non è una via senza dolore e neppure una strada per vivere eternamente. Ma nella mia esperienza è decisamente più vitale e benefica e comporta molta meno sofferenza.

Questa via la puoi costruire passo dopo passo partendo da te stesso. Inizia cambiando il tuo vocabolario e intervenendo sul tuo pensiero. Ad esempio smettendo di pensare alla malattia come a un nemico da combattere. Piuttosto concentrati sul fatto che ogni sintomo è un messaggio. Quando non stai bene, il tuo corpo ti sta dicendo qualcosa.

La via della pace non è una via senza dolore ma comporta molta meno sofferenza

Conosci te stesso e il tuo corpo

Se conosci te stesso e cerchi di comprendere il tuo corpo getterai delle solide basi per avvicinarti ogni giorno di più alla salute e allontanarti dalla malattia. Prendi confidenza con le tue emozioni, impara a esprimerle, lavora sulle relazioni interpersonali e dai la giusta priorità ai bisogni primari come il sonno, la respirazione, il rilassamento.

La via della pace porta a una visione integrata del significato della malattia, che va ben oltre la ricerca della sua causa. L’eliminazione diventa secondaria, ci si concentra sulla comprensione e sulla salute e la guarigione viene da sé. Puoi cogliere il senso profondo di ogni messaggio che proviene dal tuo corpo partendo dal chiederti perché ti sei ammalato. Magari c’è qualche nodo critico, un trauma non risolto che ti fa stare così. Questo accade, ad esempio, con il sovrappeso.

Molte patologie possono essere sconfitte o prevenute, semplicemente respirando e dormendo bene. Alcune problematiche si risolvono facendo pace con gli altri, con il passato e il proprio vissuto. La via della pace porta a riconciliarsi con sé e la Vita stessa. La pace libera tempo ed energia per crescere rigogliosi, cioè gioiosi, fiduciosi e veramente sani.