Mangiare troppo: emozioni represse e abbuffate

Mangiare troppo: emozioni represse e abbuffate

Perché il fatto di mangiare troppo, abbuffandosi indipendentemente dallo stimolo della fame, è legato al vissuto emozionale? Il cibo, nella società contemporanea e nei Paesi più ricchi, dove ce n’è in abbondanza, è diventato per molti uno strumento di gestione dei momenti di crisi. C’è quindi chi lo usa come anestetico nei confronti delle emozioni negative.

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Quando si fa fatica a gestire le proprie emozioni è facile cadere in un circolo vizioso… Poiché si provano sentimenti e sensazioni che non si vorrebbero vivere, ci si abbuffa di cibi consolatori, spesso ipercalorici.

È capitato anche a te? Se sei condizionato dalla cultura delle diete, in modo palese o più subdolo, mangiare troppo ti fa sentire in colpa. Da queste scorpacciate ne esci portando dentro un senso di disagio, svalutazione e vergogna. Questi giudizi negativi su te stesso e queste emozioni sono a loro volta difficili da elaborare e sei spinto nuovamente a rifugiarti nel cibo. E così via.

Quando provi sentimenti e sensazioni che non vuoi vivere, ti abbuffi di cibi consolatori

Un cortocircuito che parte dall’infanzia

C’è chi ha talmente paura delle proprie emozioni da temere di esserne schiacciato o addirittura ucciso. La paura di essere travolto da un’onda emotiva, ti fa scappare lontano da quello che provi.

A molti sarà capitato, soprattutto nell’infanzia, di seppellire le proprie emozioni a causa dell’educazione impartita dai genitori e dalla società. “Non piangere non è successo nulla”, “non fare così, è tutto a posto”, “perché sei triste se ti ho dato quello che volevi?”, sei molto cattivo!”. Quanti di noi si sono sentiti ripetere più e più volte queste frasi? Un bambino non ha la capacità di mettere in discussione i propri eroi (le figure genitoriali, gli insegnanti), di conseguenza mette in dubbio se stesso.

Le emozioni riportano la nostra attenzione sul corpo e su quello che sentiamo. Quando siamo bambini siamo delle vere e proprie spugne emotive. Abbiamo delle antenne speciali che captano tutto quanto ci circonda: emozioni, vibrazioni, tensioni… Da adulti questa capacità risulta più o meno repressa a seconda dell’individuo. Tornare a sentire, a prestare attenzione al corpo e alle emozioni, può farti molta paura perché da piccolo, quando eri in grado di farlo, hai provato dolore. La mancanza della mamma, la paura delle ombre notturne, le tensioni tra gli adulti che ti circondavano, l’incoerenza spiazzante tra linguaggio verbale e non verbale e così via.

Tornare a sentire, a prestare attenzione al corpo e alle emozioni, può fare molta paura

Da spugna emotiva a dittatore

Nel processo di continua negazione delle proprie emozioni che si innesca durante la crescita e il raggiungimento dell’età adulta, molti diventano dei dittatori impietosi e giudicano se stessi senza tregua.

Nel mio lavoro mi capita spesso di conoscere persone che si rivolgono a se stesse in modi che non userebbero neppure con il loro peggior nemico, scegliendo parole e toni offensivi, pieni di disprezzo.

Tristezza ma anche rabbia

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, mangiare troppo non è un meccanismo usato solo da coloro che si sentono tristi o inadeguati. Anche chi prova altre emozioni può rifugiarsi nel cibo.

Se la tua rabbia, per esempio, ti fa paura, se temi di danneggiare qualcuno altro o anche te stesso nel momento in cui la lasci sfogare, è possibile che tu abbia trovato dei modi alternativi per placarla. Hai scoperto, consapevolmente o meno, che non potendo mordere l’individuo con cui sei in conflitto, addentare del cibo ti dà sollievo. D’altra parte, fare il pieno di cibo fa sentire intorpiditi. La belva che c’è in te si calma, temporaneamente. Il leone affamato è più pericoloso di quello con la pancia piena.

Mangiare aiuta a ritrovare il proprio centro

Quando ci si abbuffa, oltre a tentare di scappare dalle proprie emozioni, spesso si cerca un altro beneficio importante. Mangiare, poiché fa lavorare lo stomaco, che occupa anatomicamente una posizione centrale nel corpo, ti aiuta a ritrovare il tuo centro. Grazie alla medicina cinese sappiamo che lo stomaco, insieme alla milza, è legato all’elemento Terra, che rappresenta il centro. Mangiare può aiutare a riconnettersi alla Terra.

Ogni volta che sei destabilizzato, potresti essere tentato di mangiare per recuperare nuovamente una centralità. Non è sbagliato di per sé, anzi è funzionale. Il problema è farlo in modo compulsivo, senza controllo e senza consapevolezza, come se fosse l’unica soluzione possibile.

Il sapore dolce (sto parlando dei carboidrati, come pane, focaccia, brioche, pasta eccetera, che hanno questo sapore) da un punto di vista energetico nutre milza e stomaco. Come abbiamo sottolineato questi organi sono legati all’elemento Terra, che rappresenta il centro. La tua attrazione per i carboidrati, può essere la conseguenza del bisogno di radicarsi. Ecco che ancora una volta diventa evidente che è meglio evitare di rendere tabù alcuni alimenti. I carboidrati non sono il tuo nemico, come spesso capita di pensare a chi segue delle diete.

Lo stomaco, insieme alla milza, è legato all’elemento Terra, che rappresenta il centro

Trovare un’alternativa

Quando mangiare troppo ti fa stare male (ti senti gonfio, appesantito, poco reattivo, in sovrappeso) ti suggerisco di cercare altri modi, oltre al cibo, per ritrovare il tuo centro. Puoi sperimentarne diversi e utilizzarli a seconda del momento che vivi e del tuo specifico bisogno. Puoi sfogare l’emozione che ti ha destabilizzato, oppure regalarti un momento di rilassamento (trovi degli audio gratuiti a disposizione sul mio sito alla pagina risorse).

Oppure ancora, ad esempio, puoi fare venti respiri profondi in silenzio e a occhi chiusi. Immagina di avere delle radici che scendono dalle tue gambe verso il centro della Terra, mentre il tuo corpo e la tua testa si espandono dritti verso il cielo.

Anche una camminata a passo veloce può aiutare, così come qualche minuto di meditazione vera propria.

Ci sono vari modi per ritrovare il tuo centro, indipendentemente dal cibo

Il cibo è portatore di emozioni piacevoli

Oltre a scappare dalle emozioni negative, è possibile che nel cibo tu sia portato a cercare delle emozioni piacevoli.

Ti propongo ora un esercizio. Quale è l’alimento che per te è irresistibile? Questo è il tema di uno dei miei Laboratori sul peso forma. Ho anche dedicato a questo argomento un capitolo del mio libro per dimagrire senza diete. Quando hai individuato l’alimento, prova a chiederti: questo cibo cosa suscita in me? Per molti è legato a una sensazione di benessere, ricordi spensierati, momenti di festa, di condivisione, di vacanza eccetera. Ti faccio degli esempi.

  • I dolci e la panna montata riportano Anna ai festeggiamenti in famiglia, quando era piccola e i suoi genitori, nonni e zii erano ancora vivi. Oggi non ci sono più.
  • Pane, pizza e focaccia ricordano a Maurizio la cucina e il calore della mamma.
  • Il cioccolato al latte con le nocciole riconnette Paola alle vacanze estive dalla nonna. Le fa ricordare momenti spensierati, passati in mezzo alla natura insieme agli amici del paesino di montagna.
  • Linda non può fare a meno dell’aperitivo a fine giornata. Richiama in lei il ricordo di suo padre, che aveva appunto l’abitudine di prendere un aperitivo dopo il lavoro. Questo gesto per Linda è un atto di vicinanza a suo padre.

Quando avrai compreso perché quel cibo è così importante e prezioso per te, prova a chiederti come puoi connetterti a quell’emozione senza dover ricorrere per forza al cibo. Scrivi su un foglio almeno tre azioni mirate che ti possano aiutare a farlo.

Puoi riconnetterti a sensazioni ed emozioni positive senza chiedere aiuto al cibo

Come uscire dal circolo vizioso delle abbuffate

Per smettere di mangiare troppo in modo compulsivo, devi imparare ad accogliere le tue emozioni. Prova a dare nuovamente spazio al tuo bambino interiore e alle tue sensazioni. Parla a te stesso e agisci con l’obiettivo di diventare il tuo migliore amico (o amica). L’adulto che c’è in te ha la capacità di essere amorevole, affidabile, comprensibile e paziente con il bambino interiore che urla il suo bisogno di essere accolto, rassicurato, e amato in modo incondizionato.

Al posto di giudicare prova ad ascoltare e rassicurare il bambino che c’è in te. Grazie a questa riconciliazione potrai fare pace con emozioni e sensazioni.

Al posto di giudicare prova ad ascoltare e rassicurare il bambino che c’è in te

A livello simbolico, non esistono né tempo né spazio. Tutto accade nel qui e ora. Se l’adulto che sei oggi prende per mano il bambino che sei stato, si crea uno spazio nuovo. Potete fare grandi cose insieme e operare importanti guarigioni. Potete vivere il bello delle emozioni, delle sensazioni legate al corpo, al piacere, al qui e ora, grazie alla presenza del bambino. E al contempo potete contare su conoscenza, sicurezza in se stessi e senso di responsabilità propri dell’adulto.

Per smettere di mangiare troppo, oltre a riconnetterti con il tuo bambino interiore è importante riconciliarti con le emozioni.

Ri-addomesticarsi alle emozioni

Di solito, quando si presenta un’emozione, automaticamente smettiamo di respirare. Invece la prima cosa da fare è respirare profondamente. Chi ha partorito può pensare a quello che ha imparato durante il corso pre-parto per affrontare le contrazioni uterine. Queste contrazioni iniziano piano, poi crescono di intensità fino ad arrivare a un picco di dolore e infine si affievoliscono. L’onda emotiva si comporta alla stessa maniera.

Quando senti che un’emozione sta per arrivare a travolgerti, respira e osserva. Ascolta cosa accade nel tuo corpo quando l’emozione lo attraversa, con la fiducia che passerà anche questa sensazione, apparentemente soverchiante. Se hai vissuto situazioni molto difficili e senti che le emozioni potrebbero scatenare in te il panico, chiedi aiuto a un professionista esperto.

 Quando senti che un’emozione sta per arrivare a travolgerti, respira e osserva

Ascoltare e comprendere le emozioni

Le emozioni sono anche dei messaggi. Hanno una ragione di essere. Possono essere risvegliate da un evento, da una persona, ma anche da un luogo, da un piccolo dettaglio che mette il dito nella piaga, provocando una reazione emotiva sproporzionata alla situazione effettiva che stai vivendo. Facciamo un esempio per chiarire.

Nel corso di un laboratorio una dei partecipanti, che chiameremo Bruna, ci ha raccontato delle sue abbuffate, che stranamente avvenivano dopo il pasto. Mangiava anche in abbondanza, fino a sazietà, durante il pranzo. Dopo un sonnellino di mezz’ora, si svegliava, parole sue, con la sensazione di sentirsi mancare la terra sotto i piedi. Questa sensazione la spingeva a precipitarsi a divorare un dolce. Per prima cosa ho verificato che non si trattasse di ipoglicemia, e indagando ancora ho scoperto che l’orario del pranzo e la tipologia di cibo assunta non influenzavano tanto il fenomeno, che si ripeteva inevitabilmente alle due del pomeriggio. Da circa due anni.

Indagare sul vissuto emotivo

Insieme a Bruna ricostruiamo cosa è accaduto due anni prima. Seguendo il mio modo consueto di ragionare e il mio metodo, quello della Bioconsapevolezza, ho cercato di scoprire cosa è successo che le ha fatto mancare la terra sotto i piedi. Individuiamo quindi il responsabile: una diagnosi di cancro, che l’aveva lasciata del tutto spiazzata. Parlando scopriamo che aveva ritirato il referto in ospedale proprio alle due del pomeriggio. E da quel momento il suo mondo era crollato.

Per Bruna lo choc della diagnosi si era come cristallizzato. Allo scoccare delle due la voragine emotiva riaffiorava. Non sapendo cosa fare di questa emozione inaspettata e incomprensibile, Bruna cercava rifugio nel cibo. Senza saperlo, cercava di ritrovare un suo centro.

Questa partecipante aveva già attraversato tutto l’iter di cure per il suo cancro. Ed era stata sostenuta psicologicamente durante il percorso. Il momento della diagnosi, però, non era stato rivisitato. Al contrario era stato come “risucchiato” dall’inconscio.

Mangiare troppo dopo pranzo era solo la punta dell’iceberg. Il sintomo dell’abbuffata ha richiamato l’attenzione sul trauma della diagnosi e Bruna ha potuto finalmente rielaborarlo e guarire.

Mangiare troppo può essere solo la punta dell’iceberg

Come accade per ogni sintomo, una volta consegnato il messaggio ed elaborato il trauma, l’abbuffata può sparire così come è apparsa. Da un giorno all’altro.

Strumenti concreti per smettere di mangiare troppo

Scrivi liberamente su un quaderno, da usare come una sorta di diario. Lascia che a esprimersi sia la tua “pancia”: senza censura, con curiosità e accoglienza benevola nei confronti di qualsiasi sensazione. Il tuo vaso, forse troppo pieno, deve poter traboccare in un luogo sicuro. Oltre a sfogarsi, l’obiettivo del quaderno è prendere coscienza di cosa c’è dietro l’agitazione che ti spinge a mangiare troppo.

Dai a te stesso l’opportunità di sfogare la frustrazione e la rabbia fisicamente. Picchia un cuscino, vai a correre, taglia la legna eccetera.

Potrebbe sembrarti strano ma anche l’urlo muto è di grande aiuto. Con i pugni chiusi apri la bocca e immagina di urlare, senza emettere alcun suono. Perché muto? Il rumore dell’urlo potrebbe alimentare il panico, riportando alla memoria momenti di pericolo. Ho provato sulla mia pelle e so che funziona, invito anche te a fare questa esperienza.

Ridare al cibo la sua giusta importanza

Quando avrai fatto pace con le tue emozioni e saprai accoglierle senza negarle, non avrai più bisogno di un anestetico. Saprai comprendere i tuoi veri bisogni e le abbuffate inspiegabili smetteranno di manifestarsi. Potrai ritrovare il piacere di nutrirti di buon cibo in tutta serenità e naturalezza. Ne trarrai allora l’energia giusta per percorrere la via della leggerezza, dentro e fuori.

Se il sovrappeso per te è un problema e vuoi sperimentare una strada diversa per ritrovare il tuo peso forma, senza diete, leggi il mio libro.

Trasformare il conflitto interiore e raggiungere il peso forma

Trasformare il conflitto interiore e raggiungere il peso forma

Se lotti da tempo contro la bilancia nel tentativo di dimagrire, nel tuo Io vivono due parti in conflitto tra loro. La prima agisce generalmente a livello inconscio e desidera mantenere il sovrappeso. La seconda invece vorrebbe raggiungere il peso forma. Entrambe le parti in gioco hanno le loro buone ragioni per desiderare di dimagrire o al contrario per evitare di farlo. Intendiamoci: sei un essere integro ma capita di essere combattuti fra due alternative, due desideri che non possono coesistere.

Può capitare di essere combattuti fra due desideri che non possono coesistere

 

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Le teorie sulla trasformazione dei conflitti di Pat Patfoort e Galtung possono aiutare anche in questa situazione, nella quale il conflitto che vuoi superare, per vivere meglio e stare bene, non è con un’altra persona o con un gruppo di individui, ma con te stesso. Scopri come fare per risolvere il tuo conflitto interiore e iniziare il percorso verso il peso forma.

Sei in lotta contro la bilancia? Dentro di te c’è una parte che vuole dimagrire e un’altra che vuole rimanere in sovrappeso

Hai già provato altre strade e hai capito che le diete non servono a dimagrire in modo duraturo? Se senti di essere pronto a intraprendere un percorso completo e approfondito che ha come obiettivo il raggiungimento del peso forma, prova a leggere il mio libro. Grazie al metodo della Bioconsapevolezza potrai finalmente pesare quanto desideri. E mantenere quel peso che hai a lungo sognato, in modo naturale e spontaneo.

L’effetto Yo-Yo nasce dal conflitto interiore

Hai letto il mio articolo Trasformare i conflitti per migliorare la qualità della vita? Allora sai già che all’origine dei conflitti c’è il mancato rispetto o la minaccia di almeno un Bisogno Essenziale dell’uomo. Ti ricordo che i Bisogni Essenziali individuati da J. Galtung sono quattro: Sopravvivenza, Benessere, Identità e Libertà. Nel caso del sovrappeso questo bisogno essenziale ha spesso a che fare con la sopravvivenza. Si tratta cioè di una necessità connessa alla conservazione della vita. Ma il sovrappeso può anche avere altre radici. In ogni caso, il sovrappeso è un messaggio dal corpo che cerca di proteggerti.

Tutti i conflitti irrisolti portano a un continuo stato di tensione fisica e psicologica e consumano la tua energia vitale. Questo vale pure per il conflitto interiore che ti impedisce di raggiungere il peso forma.

Molto probabilmente ti sarà già capitato: riesci a controllarti e a mangiare meno, la bilancia pian piano segna un numero che ti piace di più. Poi quando pensavi di essere sulla buona strada i chili ricominciano ad accumularsi. Oppure ti metti periodicamente a dieta stretta, dimagrisci ma non appena sgarri anche di poco il peso torna a crescere. È il famigerato effetto Yo-Yo che sperimentano tutti coloro che sono in lotta contro il proprio peso.

Questo accade perché, anziché provare a trasformare il conflitto, le due parti in contrapposizione tra loro continuano a farsi la guerra. Lottare non può portare a una soluzione. Le due posizioni di per sé, quella inconscia della parte (A) che non vuole dimagrire e quella conscia della parte (B) che invece vuole dimagrire, sono inconciliabili. A meno che si intraprenda un percorso attivo di trasformazione del conflitto interiore.

Lottare non può portare a una soluzione

Il modello dell’Equivalenza nel conflitto interiore

Inizia subito a usare il modello dell’Equivalenza di Pat Patfoort. Potrai così disinnescare il meccanismo che ti porta a ingrassare di nuovo dopo essere riuscito a dimagrire. Come prima cosa è necessario che tu comprenda le parti di te che sono in conflitto e le loro buone ragioni.

Il concetto alla base dell’Equivalenza è semplice, ma solo quando lo avrai interiorizzato potrà funzionare. La relazione tra le due parti di te in contrapposizione sarà sana solo nel momento in cui riconoscerai che entrambe hanno pari valore. Nessuna deve prevalere sull’altra.

Il modello dell’Equivalenza di Pat Patfoort dà pari valore alle parti in conflitto

Una volta riconosciuta l’equivalenza tra le parti che generano il conflitto interiore, devi indagare. In che senso? Devi scoprire e capire quali sono le ragioni della parte (A) che vuole rimanere in sovrappeso e della parte (B) che vuole dimagrire.

Prova a chiederti cosa pensa di ottenere di buono dal sovrappeso quella parte di te che non vuole cambiare? E poi cosa crede invece di raggiungere di positivo la parte di te che spinge verso il dimagrimento?

Credi che la parte (A) che resiste al dimagrimento sia solo una sabotatrice della felicità? La svolta si attuerà quando comprenderai che A e B vogliono entrambe il meglio per te. Vogliono che tu stia bene, che sia felice e sano. Nel momento in cui avrai capito che non c’è bisogno di lotta ma di integrazione, le parti si concilieranno per aiutarti a dimagrire, nell’ottica di raggiungere uno stato di piena salute e benessere.

Da più di 20 anni sviluppo queste tematiche con le persone che partecipano ai miei laboratori sul Peso forma. Insieme tracciamo un percorso per riconoscere e incontrare la parte che non vuole dimagrire. Cerchiamo di comprendere le sue intenzioni positive. Poiché questa parte di solito agisce in modo inconscio, è sconosciuta e più difficile da capire. Nel vocabolario di Patfoort quelle che ho chiamato intenzioni positive vengono definite Fondamenti.

Alla ricerca dei Fondamenti

Come già sottolineato le buone ragioni della parte che vuole dimagrire, che ho chiamato parte B, sono più facili da individuare perché sono consce. Questa parte, per esempio, vuole che tu ti senta più leggero, più bello, più apprezzato dalla società. Ma potrebbero esserci delle altre ragioni alla base del desiderio di raggiungere il peso forma. Ad esempio la volontà di avere a disposizione maggiore vitalità e salute quando presenti dei sintomi o una malattia, legati almeno in parte al sovrappeso.

Tutte le ragioni meritano un approfondimento. Pensiamo ad esempio alla pressione sociale che spinge a essere magri. Non è detto che si tratti di un obiettivo o di un desiderio che è davvero tuo e sano. Magari lo percepisci come importante ma ti viene imposto dall’esterno. Quando si intraprende il percorso verso il peso forma, invece, è interessante attingere alla propria motivazione. Raggiungere l’obiettivo è più facile quando le ragioni per compiere questo viaggio non sono esteriori (la società mi vuole magro) ma veramente tue, cioè interiori (io voglio essere snello).

Cosa vuole la parte che spinge verso il sovrappeso

Nella mia lunga esperienza di terapeuta, ho incontrato i Fondamenti più diversi alla base della difficoltà di dimagrire. O meglio le ragioni della parte che spinge al mantenimento del sovrappeso sono molto varie. Ti ricordo che questi Fondamenti sono spesso completamente inconsci e gli esempi che riporto ora, il più delle volte, sono stati scoperti con sgomento dalle persone interessate.

Nel mio lavoro una delle cose che faccio, insieme ai pazienti, è abbinare i Fondamenti ai Bisogni Essenziali.

1-Dimagrire potrebbe minacciare il Bisogno Essenziale di Sopravvivenza

Vale per chi ha visto delle persone care dimagrire a causa di una malattia terminale che le ha portate alla morte. Anche chi è nato prematuro o sottopeso e ha rischiato la vita ha nella sua memoria la connessione tra rischio vitale e dimagrimento. O ancora chi è stato violentemente picchiato e ha riportato meno danni grazie allo strato di grasso. Il grasso in tutti questi casi è vissuto come un agente protettivo.

2-Dimagrire rischia di minacciare il Bisogno Essenziale di Benessere

Alcune persone sono in sovrappeso perché inconsciamente pensano che questo stato possa salvaguardare la coppia e la famiglia. Credono di non essere attraenti grazie ai chili in più e così facendo sono convinte che non rischieranno di tradire e porre fine al matrimonio. Oppure una parte (B) vuole essere snella con l’obiettivo di osare esporsi di più e avere in cambio una vita più intensa e appagante. Mentre l’altra parte (A) resiste, perché vede in questo desiderio di cambiare un rischio troppo grande, quello di soffrire di più.

3-Dimagrire mette a rischio il Bisogno Essenziale di identità

Esistono persone che scoprono in sé una parte (A) che rivendica il diritto di avere qualunque forma, rifiutando di adeguarsi a regole culturali poco rispettose delle singole identità. Altre appartengono a etnie e popolazioni che culturalmente considerano il sovrappeso come un sinonimo di abbondanza, fertilità e salute. I chili di troppo sono come un atto di fedeltà e appartenenza alla propria cultura.

In altri casi, quando in famiglia sono tutti (o quasi) in sovrappeso, i chili “di troppo” diventano un elemento identitario. Chi è magro in qualche modo tradisce l’identità della famiglia.

4-Dimagrire minaccia il Bisogno Essenziale di libertà

C’è chi è in sovrappeso per opera di una parte (A) che odia l’idea di dimagrire. Questa parte crede che l’unica strada da percorrere, per farlo, sia quella della dieta e della frustrazione. Questi individui vogliono mangiare liberamente, rifiutano imposizioni difficili da rispettare. Desiderano condividere i pasti con familiari e amici senza preoccuparsi costantemente di quello che c’è nel piatto.

Dal fallimento alla riuscita

Fin quando le parti che sono in conflitto non trovano un percorso integrato, la strada verso il dimagrimento resta un combattimento molto faticoso, destinato alla lunga a fallire. Grazie al metodo della Bioconsapevolezza, che riunisce diverse strategie tra cui quella della Trasformazione dei Conflitti, potrai uscire dallo stato di eterna lotta. Troverai una soluzione win-win, grazie alla quale entrambe le parti vincono e vedono la possibilità di soddisfare le loro intenzioni positive. Potrai vivere in una situazione adatta a te, nella quale ogni tuo bisogno essenziale sarà rispettato. Libererai così la strada verso il tuo peso forma. Senza diete e senza vivere frustrazioni o rinunce. Scopri come.

Energia vitale: evita di abbassarla per mantenerti in salute

Energia vitale: evita di abbassarla per mantenerti in salute

L’energia vitale è indispensabile per mantenerti in salute e promuovere il tuo benessere. Anzi, è talmente importante che riuscire a non abbassarla può aiutarti concretamente a prevenire le malattie, comprese quelle considerate più gravi.

Se hai letto altri contenuti di questo blog e in particolare l’articolo Vitalità: 7 consigli per aumentare il tuo livello di energia, hai già familiarizzato con il mio approccio alla malattia e sai che la tua energia vitale, per mantenere salute e benessere, deve essere di buona qualità e nelle giuste quantità.

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Quanta energia hai a tua disposizione? E perché? Dipende dal livello di stress che vivi abitualmente. Lo stress, di per sé, non è nocivo, ma se il tuo corpo e la tua mente devono continuamente far fronte a una soglia di stress elevata, in uno stato di perenne allarme, il livello di energia basale ne risente consumandosi senza una buona ragione.

Oltre allo stress ci sono una serie di fattori che influenzano negativamente il livello di energia vitale. Scopri su quali comportamenti e sensazioni puoi lavorare per lasciare intatta la tua vitalità. Prova a seguire i consigli di questo articolo fin da oggi, imparerai a conoscerti meglio e potrai incanalare la tua energia vitale in modo utile e costruttivo.

Esistono una serie di fattori che consumano inutilmente la tua energia vitale

1-Comprendi e trasforma le tue paure

Secondo la medicina cinese, la Paura consuma l’energia vitale di tutti noi, se le lasciamo il potere di farlo.

Ecco perché ti propongo di iniziare fin da subito a lavorare sulle tue paure, guardandole da una prospettiva nuova.

La paura fa parte delle emozioni primarie biologicamente utili: ti informa di un pericolo. Se il pericolo è reale, sei biologicamente programmato per agire, affrontandolo oppure scappando da esso. Dipende da quale reazione tra le due è più sensata, cioè ha maggiori probabilità di successo. È la paura che blocca il bambino mascherato da Superman sul punto di saltare dal quarto piano!

La paura fa parte delle emozioni primarie biologicamente utili

Ovviamente, la paura che permette di avere coscienza del pericolo non va mai ostacolata, anzi, andrebbe ringraziata perché è preziosa per la vita.

Ma tutte le volte in cui hai paura di un pericolo futuro, che potrebbe o non potrebbe manifestarsi, la tua biologia non può intervenire. Potrai agire solo nel momento in cui il pericolo temuto si concretizzerà, se mai accadrà.

Nel frattempo vivi uno stato di stress inutile e nocivo, perché non puoi compiere nessuna azione per uscirne. La paura rivolta al futuro è di fatto una forma di ansia, che ti blocca anziché aiutarti ad agire.

La paura di un fatto futuro che potrebbe o meno verificarsi è una forma di ansia

Dietro ogni paura c’è un desiderio

Contrariamente a quello che potresti pensare, nel momento in cui scegli di combattere contro una malattia, lo stress o le tue paure, anziché sconfiggere e sminuire i tuoi problemi, li amplifichi. Perché quando rivolgi attenzione e investi energie in una lotta contro qualcosa, l’unico risultato che ottieni è quello di dare maggiore forza a quel qualcosa. E nel frattempo la tua vitalità decresce. Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche Salute e malattia, mai combattere contro il tuo corpo.

Cosa puoi fare invece? Ti propongo un atteggiamento più costruttivo. Poiché dietro ogni paura c’è un desiderio, analizza le tue paure una ad una e cerca di scoprire quali desideri nascondono. Poi scrivi su un foglio i tuoi desideri e annota una o più azioni che ti permetterebbero di realizzarli.

Scrivi su un foglio i tuoi desideri e annota una o più azioni che ti permetterebbero di realizzarli

In questo modo sposterai la tua attenzione dalla paura per reindirizzarla verso la realizzazione dei tuoi desideri più profondi. Agire per raggiungere ciò che desideri non solo non diminuirà la tua energia vitale ma al contrario contribuirà ad accrescerla. Perché sarai spinto dalla gioia della realizzazione e della soddisfazione personale.

2-Evita le cure tossiche

Imbottirsi di medicinali non è la migliore scelta, neppure quando si sta vivendo una malattia considerata grave dalla medicina convenzionale. Se puoi, evita al massimo cure farmacologiche tossiche. Mi riferisco a tanti farmaci di sintesi, che hanno inevitabilmente diversi effetti collaterali. A volte bisogna usarli, ma hanno un impatto sulla salute generale del tuo corpo: richiedono grandi sforzi per gestirli e rischiano di abbassare in modo significativo la tua vitalità.

Quando sei costretto ad assumere farmaci che impattano negativamente sull’energia vitale, in caso di chemioterapia per esempio, ti consiglio caldamente di mettere in campo delle azioni per compensarne la tossicità. Metti in pratica tutti i metodi che contribuiscono a innalzare la vitalità e aiuta il tuo corpo assumendo prodotti naturali e/o seguendo alcune terapie proprie delle medicine energetiche (come quella cinese). Rivolgiti a un naturopata competente, che sarà senz’altro in grado di aiutarti.

Tra le tecniche molto utili ci sono il drenaggio del fegato e più in generale dell’apparato digerente: tutto ciò che detossifica contribuisce a sostenere il livello di vitalità proprio del corpo.

Le pratiche detox contribuiscono ad aumentare o mantenere la tua energia vitale

Da alcuni anni, anche negli ospedali si usa l’agopuntura, allo scopo di ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia e la radioterapia, per esempio.

3-Sostituisci all’attaccamento l’accettazione

Quando, di fronte a una situazione avversa, ti arrabbi e ti disperi, stai vivendo un episodio di attaccamento. Ti capita di provare emozioni negative intense e durature legate a qualcosa che è andato storto? Alcune persone continuano a rimanere talmente legate ai traumi subiti, come la morte di una persona cara, una separazione, o un incidente, da continuare a provare le stesse emozioni negative per tutta la vita. E le sensazioni di rabbia, frustrazione e sconforto rimangono intense anche a distanza di anni.

Capita anche a te? L’attaccamento è l’opposto dell’accettazione.

Cosa intendo con accettazione? Quando accetti, prendi atto che quella cosa che ti ha tanto sconvolto è successa. Non significa che ti fa piacere o che va bene per te. Ma solo che sei pronto ad accogliere la situazione così com’è.

Quando accetti, prendi atto che quella cosa che ti ha tanto sconvolto è successa

Se ti arrabbi e ti disperi, è perché vorresti cambiare l’evento avverso. Ma ci sono cose che non possiamo cambiare. Investire energie in questa direzione non fa altro che abbassare il tuo livello di vitalità. Con il rischio di farti ammalare.

Continuare a pensare che una situazione sarebbe dovuta andare diversamente da come è andata, è un pensiero ricorsivo molto nocivo. Si tratta di un atteggiamento che può riguardare diverse sfere della tua vita. Magari rimpiangi di esserti comportato in un certo modo, oppure fai fatica ad accettare i comportamenti o le caratteristiche di una persona cara, o ancora ce l’hai con te stesso per scelte prese dieci anni fa, eccetera.

Anche tu credi nelle favole?

Tutti noi, nel corso della nostra vita, andiamo incontro a eventi che viviamo con piacere e situazioni che subiamo con dolore.

Ascoltando e osservando le persone di cultura occidentale (me inclusa), mi sono fatta l’idea che in tanti soffriamo per la convinzione, conscia o inconscia, che la vita debba andare per tutti nella stessa, meravigliosa maniera. Si nasce in una famiglia amorevole con un padre e una madre che si adorano e che ci hanno desiderati, si cresce nell’affetto, rispettati dai nostri cari. Da adulti si realizzano i propri sogni che hanno a che fare con l’amore, il lavoro, la famiglia e così via. Infine un giorno, verso i cento anni, dopo una vita piena e appagante, si muore nel proprio letto, in totale pace e benessere.

Sarei curiosa di sapere, se esistessero dati di questo genere, quante persone hanno davvero una vita così. Prova a rifletterci. A causa di questo scenario di riferimento ideale, che contempla un totale benessere e che uomini e donne occidentali hanno interiorizzato da decenni, ci scopriamo offesi quando capiamo che la realtà viaggia su altri binari. Ci sentiamo vittime di un’autorità che non ci ama e che può essere Dio o il Destino, a seconda delle nostre convinzioni. Le nostre credenze culturali, spirituali e religiose possono enfatizzare il pathos che ci fa arrabbiare “contro la vita”.

Accettare gli eventi cosi come sono fa risparmiare tanta energia. Questa energia sarà allora disponibile per agire e stare bene nonostante l’evento indesiderato sia accaduto.

L’idea che la vita debba essere piena di gioia e priva di ostacoli è una favola interiorizzata

4-Accetta il dolore ed evita la sofferenza

Personalmente, ho combattuto a lungo il dolore. Il mio e soprattutto quello degli altri. Ho provato rabbia, frustrazione e un profondo senso di impotenza di fronte al dolore che ho incontrato. Quando finalmente ho capito che il dolore fa parte della vita, il mio approccio è cambiato radicalmente. Accettare il dolore non vuol dire essere masochisti.

Provare dolore ci dà un’informazione importantissima: ci dice di spostare la mano dal fuoco. Significa che è necessario attuare un cambiamento. Saperlo e agire di conseguenza ci permetterà di recuperare salute e benessere.

Il dolore è vitale. Esistono persone affette da insensibilità congenita al dolore. Pensa a cosa significa: rischiano di ferirsi gravemente ogni giorno, nelle situazioni più banali, senza accorgersene. Prive da questo sistema di allarme, sopravvivono pochi anni.

Quando cadi, il dolore attira la tua attenzione sulla zona che ha subito il trauma. Questo ti permette, ad esempio, di riposare o di curarti nel modo più opportuno. Col tempo il dolore diminuisce fino a sparire. Quando invece rifiuti il dolore, la sofferenza nasce, si amplifica e persiste.

Facciamo un esempio. Sei in ritardo per un appuntamento importante, stai correndo ma inciampi su una irregolarità del marciapiede. La tua reazione potrebbe assomigliare a questa… “Ecco: sempre la stessa sfortuna! Ora mi sono sporcato e mi sono fatto male, il mio appuntamento è rovinato e così la mia vita! Maledetto il Comune che non ripara le buche sui marciapiedi!”.

Il dolore per la botta l’indomani sarà già passato, ma la rabbia nata dall’intoppo e dal pensiero che la tua vita è rovinata a causa di un appuntamento perso potrebbe durare tutta la vita. Non si può evitare il dolore. Hai invece un grande potere per sottrarti alla sofferenza.

Prova questo esercizio…

L’attaccamento al benessere e la mancata accettazione del dolore, in modo del tutto controproducente, ti espongono a un grosso rischio di sofferenza intensa e duratura. Arrabbiarti con gli eventi avversi ti fa stare male, combattere il dolore lo rafforza.

Sperimenta concretamente un’altra direzione. Da oggi in poi, ogni mattina, fai una decina di respiri consapevoli per centrarti e favorire uno stato di rilassamento. Poi esprimi lentamente ad alta voce questa frase: “Oggi, mi impegno ad accogliere ogni evento con il consenso del mio cuore”. Bastano due minuti per fare questo esercizio. Due minuti che possono migliorare significativamente la tua energia vitale.

5- Riconosci il tuo valore

La svalutazione intralcia lo slancio vitale. La svalutazione di sé, delle proprie azioni e dei propri talenti crea delle correnti contrarie, delle perturbazioni che ostacolano il fluire della vita. Svalutarsi ci spinge spesso a cercare di essere diversi da quello che siamo. Una missione impossibile che fa consumare tanta energia, oltre a farci stare un passo indietro rispetto all’espressione del proprio potenziale. Come un melo che cercasse per una vita di fabbricare delle ciliegie. Spenderebbe tanta energia senza nessun risultato soddisfacente (in tema di ciliegie). In questo modo si intralcia l’energia vitale, che viene deviata per una missione impossibile, e l’albero ottiene pessimi risultati anche in tema di fiori, foglie e mele. La svalutazione mette la persona in uno stato sotto tono che fa stagnare l’energia vitale oppure in uno stato di fatica perpetua che consuma man mano le scorte di vitalità.

La nostra unicità e varietà sono un valore incredibile per il mondo. La biodiversità è una condizione fondamentale per la sopravvivenza degli esseri viventi. Riconoscendo il tuo valore ed esprimendo il tuo potenziale accederai liberamente all’energia vitale a te necessaria. Entrerai anche in un circolo virtuoso, nel quale più sei te stesso e fai quello che ami fare, più sarai colmo di energia vitale che ti permetterà di esprimere ancora meglio te stesso.

La biodiversità è una condizione fondamentale per la sopravvivenza degli esseri viventi

Questione di allenamento

Allenati per evitare di creare sofferenza attraverso piccole azioni quotidiane. Come? Inizia impegnandoti a conoscere te stesso e il tuo valore unico. Poi, man mano, impara a rispettarti e accettare la vita cosi com’è. Renderai la tua esistenza più leggera e contribuirai a mantenere elevata la tua energia vitale.

Rilassamento: 8 consigli per prevenire le malattie

Rilassamento: 8 consigli per prevenire le malattie

Esistono pratiche di rilassamento facili da applicare, che puoi usare quotidianamente per favorire salute e benessere. Non si tratta di compiere rituali strani o di stravolgere i tuoi ritmi: puoi seguire questi consigli integrandoli nelle tue abitudini e in poco tempo scoprirai che fanno la differenza.

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I consigli di rilassamento che ti racconto in questo articolo ti aiuteranno a conoscere te stesso e ti permetteranno di entrare in contatto con le tue esigenze profonde. Sul medio e lungo periodo, riducendo lo stress della vita quotidiana, ti permetteranno di prevenire lo sviluppo di patologie anche gravi.

Sei curioso di capire come le pratiche di rilassamento possono portare a un risultato tanto importante? Partiamo da un concetto che forse ti è familiare se hai già letto altri articoli di questo blog. Sintomi e malattie sono messaggi dal corpo.

Il tuo corpo ti sostiene

Lo stress che nasce da un evento serve a darci l’energia per agire, affrontando il pericolo o scappando da esso. Quando non agiamo volontariamente, perché non sappiamo cosa fare o non ci autorizziamo a fare quello che vorremo, il corpo agisce al posto nostro. Sintomi e malattie rappresentano una risposta del corpo per aiutarci a superare una situazione stressante.

Sintomi e malattie sono una risposta del corpo per aiutarci a superare una situazione stressante

Lo studio delle leggi biologiche ci insegna che qualsiasi evento inaspettato, vissuto in modo acuto e drammatico, nell’isolamento, provoca una carica di stress tale da indurre il corpo a intervenire a livello organico. Come? Sviluppando sintomi e patologie, tra cui il cancro, considerate dalla medicina convenzionale malattie gravi e difficili da guarire.

Per mantenersi in salute è importante evitare di trovarsi in queste situazioni di stress acuto e prolungato. Cosa puoi fare per cercare di prevenire lo stress e quindi le malattie?

Le pratiche di rilassamento che ti propongo in questo articolo sono una delle risposte. Agire sullo stress nocivo e diminuire il suo impatto sulla tua vita aiutano la tua mente e il tuo corpo a ripristinare uno stato di equilibrio.

Il rilassamento abbatte lo stress

Il rilassamento permette di spegnere i segnali di allerta e impedisce che la campana di allarme suoni in continuazione, senza sosta. In poche parole: le pratiche di rilassamento abbattono il livello di stress. Ecco perché in questo articolo ti suggerisco una serie di passi che non sono solo “semplici” tecniche di rilassamento, ma azioni che influenzano a livelli differenti il tuo modo di fare, vivere e pensare.

Quando parlo di rilassamento lo faccio a 360 gradi, intendendo tutto ciò che può diminuire lo stress che ti attanaglia.

Ambiente e società giocano un ruolo importante

La vita cosiddetta moderna, tipica della società occidentale, rispetta poco o nulla i bisogni profondi degli individui. E questo vale soprattutto per chi vive nelle grandi città. Spesso, in nome del dovere, del lavoro e del successo si trascurano i ritmi biologici, si dimentica l’importanza del riposo, si ignorano le sensibilità personali e i desideri profondi, dimenticando semplicemente se stessi.

Questa situazione porta alcune persone a vivere in un costante stato di spaesamento. Per “tirare avanti” sono costrette ad adattarsi. Di conseguenza, il livello di stress percepito aumenta e trovare una soluzione per vivere meglio, in questo contesto, è difficile.

Hai mai pensato di rivoluzionare la tua vita per cercare di dare a te stesso quello di cui hai davvero bisogno e che desideri? Scommetto di sì. Ma quante volte hai fatto concretamente qualcosa per avvicinarti a questo obiettivo?

Si tratta di qualcosa che tanti sognano ma che pochi mettono seriamente in pratica. Ecco allora che il livello di stress, pur essendo elevato, non ti porta da nessuna parte. Il campanello di allarme suona costantemente e sembra che nulla possa zittirlo.

Quando lo stress è costantemente elevato, il corpo si mette in moto per trovare una soluzione biologica

Se non trovi tu una soluzione, il corpo si attiva per trovare una soluzione biologica. Dopo un’analisi rapida di tutti i potenziali a disposizione, il corpo coinvolge organi e cellule in grado, sempre dal punto di vista del corpo stesso, di risolvere il problema che stai vivendo. Così nascono sintomi e malattie.

Accettare la realtà

Chiariamo una cosa. Se abbiamo deciso di vivere in questa società, seguendo le sue regole, possiamo accettare di accusare sintomi e malattie, di tanto in tanto. Ci capita perché siamo vivi. Anzi, visto che si tratta di risposte biologiche del corpo, ci capita perché il nostro corpo fa di tutto per mantenerci vivi.

Fatta questa premessa, c’è un obiettivo importante che possiamo raggiungere: prevenire i sintomi più invalidanti e le patologie considerate più gravi, quelle che spaventano di più, come il cancro. Accogliendo invece di buon grado sintomi lievi e fastidi minori. Consapevoli del fatto che le malattie rappresentano dei messaggi dal corpo: specchi delle tensioni che viviamo.

Come evitare che lo stress aumenti (troppo)

Le azioni di rilassamento che puoi mettere in campo per evitare che lo stress aumenti oltre certe soglie di rischio, così da prevenire lo sviluppo di sintomi e malattie considerate gravi, sono molteplici. Coinvolgono il tuo stile di vita ma soprattutto il modo in cui parli a te stesso ed esprimi le tue emozioni.

Vediamo passo per passo cosa puoi fare per vivere la tua vita in modo più rilassato e prevenire lo sviluppo di patologie gravi.

Rilassamento non significa solo yoga e meditazione. Ci sono molti modi per svuotare la mente e/o abbassare la tensione, che agiscono a livelli differenti del tuo io e del tuo vissuto.

1-Condividi le emozioni

Il primo elemento sul quale puoi agire in modo relativamente semplice sono le emozioni. Condividerle è fondamentale. Le emozioni sono come l’acqua all’interno di una pentola a pressione. Quando il fuoco sotto la pentola è acceso, se la valvola di sfogo è chiusa, il rischio di esplosione è tangibile.

Esprimere le emozioni liberamente diminuisce la pressione interna e l’intensità del tuo stress. Per approfondire puoi leggere l’articolo Come esprimere le emozioni per mantenersi in salute.

Esprimere le emozioni liberamente abbassa il livello di stress

2-Presta attenzione al dialogo interiore

Il dialogo interiore, l’insieme di parole e discorsi che fai continuamente a te stesso, è uno strumento potente in grado di trasformare uno spiacevole evento passeggero, che potrebbe essere fonte di uno stress gestibile, di minore entità, in un dramma insopportabile.

Il risultato? Il tuo livello di stress, se il dialogo interiore “rema contro” schizza alle stelle. La buona notizia è che puoi agire sul tuo dialogo interiore, favorendo uno stato di rilassamento. Puoi allenarti a usare parole e modi diversi di esprimerti quando parli a te stesso. Scopri come fare concretamente leggendo questo articolo.

3-Usa lo stress in modo positivo

Conoscere se stessi è fondamentale per intervenire tempestivamente quando il livello di stress sembra crescere senza controllo. È importante agire per aiutarsi a uscire velocemente dalla situazione stressante che sta prendendo il sopravvento. In che modo? Utilizzando con intelligenza lo stress, ad esempio in modo simbolico.

Sei tornato a casa, dopo un pranzo in famiglia, arrabbiato e frustrato perché tua suocera ti ha criticato tutto il tempo? Avresti voluto dargli uno schiaffo liberatorio? Sfogati su un cuscino schiaffeggiandolo.

Tuo nonno è mancato inaspettatamente e non hai avuto modo di salutarlo o abbracciarlo? Chiedi a una persona cara di impersonare il nonno e stringila a te in un caldo e lungo abbraccio.

Questi sono solo degli esempi. Esistono milioni di modi per far sì che lo stress non resti intrappolato e inutilizzato nella tua mente, come un veleno. Il segreto è trovare un gesto per far agire il corpo e liberare lo stress. Subito dopo averlo fatto ti sentirai avvolgere da un caldo benessere indotto dallo stato di rilassamento di corpo e mente.

Trova un gesto per far agire il corpo e liberare lo stress

4-Stabilisci un tempo dedicato al rilassamento

Organizza dei momenti, all’interno della tua giornata, in cui non devi preoccuparti di nulla ma solo concentrarti sul tuo rilassamento. Svuota la mente e cerca di rilassare ogni singolo muscolo del tuo corpo. Anche se hai poco tempo cerca di farlo almeno una volta al giorno. È importante per evitare l’accumulo di tensioni. Altrimenti rischi che la proverbiale goccia d’acqua faccia traboccare il vaso.

Quando sei teso e stanco, ogni piccola difficoltà sembra una montagna impossibile da scalare. Se la tua energia vitale scarseggia è facile annegare in un bicchiere d’acqua. Il rilassamento ti aiuterà a guardare ai problemi in modo oggettivo, con più calma. E scoprirai più facilmente soluzioni alle quali non avevi ancora pensato.

Il rilassamento ti aiuterà a guardare ai problemi in modo oggettivo, con più calma

Dedica dieci o venti minuti a un esercizio di rilassamento guidato, magari prima di andare a dormire. Qui trovi alcune risorse gratuite che puoi usare tutte le volte che vuoi.

Anche concederti un’attività che ti piace e ti permette di svuotare la mente, come ballare, dipingere, scolpire eccetera è un ottimo sistema per favorire il rilassamento.

5-Crea intorno a te un ambiente benefico

Scegli le tue fonti di nutrimento emotivo, selezionando con cura le persone di cui vuoi circondarti e le attività che ti fanno stare bene. È un sistema molto potente per assicurarsi di vivere più momenti di rilassamento all’interno della giornata.

Guarda questo video. L’esperimento dei metronomi che inizialmente non sono in fase e dopo un certo periodo di tempo battono all’unisono, allo stesso ritmo, ci fa capire quanto sia importante l’ambiente e le persone di cui ci circondiamo.

Scegli con cura le persone di cui circondarti e le attività che ti fanno stare bene: sono le tue fonti di nutrimento emotivo

Se intorno a te regna il caos e la confusione, la tua vibrazione sarà caotica e non potrà che farti stare peggio. Difficile rilassarsi e ridurre lo stress nel caos. Al contrario, se riesci a sintonizzarti su una vibrazione che porta soddisfazione e armonia, mantenere rilassamento, salute e benessere sarà più facile.

Ricordati che media e social network, per aumentare il proprio livello di audience e utenti, cercano sempre di confezionare le notizie in modo che ti colpiscano. Soprattutto i titoli puntano a scatenare reazioni emotive forti. E nella maggior parte dei casi non si tratta di emozioni positive.

Riduci le tue fonti di informazione selezionandole con cura. Evita di farti travolgere dal flusso mediatico. Abbiamo ancora la possibilità di scelta e il potere di accendere o spegnere il televisore. Siamo noi a stabilire come usare il nostro smartphone. Sfrutta al meglio queste libertà.

Riduci le fonti di informazione selezionandole con attenzione

6-Dormi bene per tutto il tempo che ti serve

Prenditi cura del tuo sonno. Se hai problemi a dormire prova a leggere l’articolo Disturbi del sonno i consigli per dormire bene e stare meglio. Per approfondire, qui trovi il mio video corso dedicato proprio al sonno.

Il riposo e il rilassamento, sia fisico sia psichico, permettono di recuperare energia bloccandone il consumo eccessivo dovuto alle tensioni e allo stress.

Molti di noi vivono una vita frenetica, lontana anni luce dai ritmi naturali. Il contatto costante con il resto del mondo, attraverso i diversi mezzi di comunicazione che abbiamo a disposizione, e l’onnipresenza della televisione nella quotidianità di molti, comporta l’esposizione costante a miliardi di stimoli. Sono abitudini che ci allontanano da noi stessi e ci fanno perdere il contatto con i nostri veri bisogni.

Non voglio certo consigliarti una vita da asceta, ma ti suggerisco di prenderti dei periodi di pausa. Stabilisci una serie di momenti di distacco dal mondo esterno. Fallo sempre almeno di notte e durante i pasti, spegnendo tv e smartphone. Ancora meglio: se puoi prenditi dei fine settimana in cui non usi Internet e non guardi la TV.

Spegnere lo smartphone e la TV ti aiuta a riposare e ritrovare ritmi più vicini a quelli naturali

Il semplice gesto di mangiare in silenzio, senza altre distrazioni, ti permette di vivere un benefico momento di rilassamento, che può rigenerarti fisicamente e psicologicamente.

7-Ricordati di respirare

Potrebbe sembrarti un consiglio banale, ma non lo è. Troppo spesso respiriamo in modo superficiale, senza usare abbastanza il diaframma. Il respiro è il nostro primo bisogno vitale. L’ossigeno è indispensabile alla vita e il corpo lo sa. Prova a mantenere uno stato di apnea, misurando per quanto tempo riesci a trattenere il respiro prima di avere il bisogno irrefrenabile di prendere una boccata d’aria…

Pensi sia possibile vivere in serenità e in uno stato di rilassamento se ogni cellula del tuo corpo vive uno stress per mancanza di ossigeno?

Ecco perché ogni esercizio di rilassamento serio inizia con dei profondi respiri. Ebbene: ti consiglio di respirare profondamente ogni volta che puoi. Mentre cammini, quando sei sui mezzi pubblici, mentre lavori, eccetera. Qui trovi dei video che possono aiutarti a farlo.

Respira profondamente ogni volta che puoi

8-Passeggia nella natura

Anche questo consiglio potrebbe sembrarti semplicistico ma è molto più efficace di quello che pensi, soprattutto se vivi in città. Concediti appena puoi lunghe passeggiate nella natura. Oltre a ritrovare un contatto con l’ambiente naturale che ti circonda, permettendoti di riscoprire ritmi diversi da quelli della vita civilizzata moderna, passeggiare nella natura stimola il tuo sistema neuro-endocrino-immunologico, pilastro del funzionamento dell’organismo e della riparazione dei tessuti.

Questo sistema è stimolato dal contatto con la luce naturale, i suoni della natura e le sensazioni tattili e olfattive che puoi provare mentre cammini.

Sarebbe ideale passeggiare in un luogo dove la natura è incontaminata. Ma, se questo non è possibile, va bene anche un parco cittadino o l’argine del fiume. L’ideale sarebbe rendere questo consiglio un’abitudine di vita. Camminare nella natura tutti i giorni per almeno venti minuti è un potente fattore di prevenzione.

Passeggiare nella natura incontaminata stimola il sistema neuro-endocrino-immunologico

Sono consapevole che per tante persone sembra infattibile. Inizia da quello che puoi fare, nel tuo piccolo. Saranno gli effetti benefici che riscontrerai a spingerti a dare priorità a questa attività. Durante la camminata fai una pausa, appoggiati a un tronco, carezza l’erba, annusa i fiori di un cespuglio, lasciati baciare dal sole e solleticare dal vento.

La Natura, come qualunque cosa nell’Universo, ha delle vibrazioni proprie che influenzano il nostro livello energetico. Le vibrazioni della natura sono armoniose. Grazie all’effetto di sintonia a cui abbiamo accennato parlando dei pendoli, ci riportano all’armonia e hanno su di noi un’influenza benefica.

Adattarsi è un bene, ma non devi esagerare

L’essere umano è una creatura caratterizzata da una incredibile capacità di adattamento. Ecco perché tendiamo a dimenticare quanto è importante il rilassamento e non ci concediamo momenti di pausa e risposo a sufficienza. Siamo talmente bravi ad adattarci che rischiamo di dimenticare i nostri normali bisogni fisiologici.

Se ti allontani troppo dal tuo io e dimentichi la tua biologia rischi di modificare i tuoi parametri di rilassamento, prendendo come riferimento stati di simpaticotonia. Una parola che definisce lo stato biologico oggettivo di stress. Pensi di essere rilassato, invece stai vivendo uno stato costante di stress basale.

Se ti allontani dal tuo io e dai ritmi naturali rischi di vivere in uno stato di simpaticotonia, costantemente stressato

Probabilmente questa è una delle ragioni per la quale Ippocrate, il celebre medico greco, a scopo di cura portava gli ammalati fuori dal loro contesto quotidiano, su un’isola, lontani da tutto e da tutti.

Peso forma: più vicino al tuo obiettivo in 4 passi

Peso forma: più vicino al tuo obiettivo in 4 passi

La strada verso il peso forma è meno difficile di quello che pensi. Come tutte le strade nuove, però, andando senza indicazioni capita di perdersi e ritrovarsi al punto di partenza.

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Se hai letto altri articoli di questo blog, conosci i principali falsi miti legati a cibo e alimentazione sana. Forse hai anche messo in pratica alcuni dei miei consigli per dimagrire riorganizzando i tuoi pasti e la tua casa. È probabile che tu abbia già ottenuto qualche risultato, ma immagino che la strada per te sia ancora in salita. Ti sembra di fare un passo avanti e due indietro? Niente paura: c’è una spiegazione che ti chiarirà le idee e ti aiuterà a capire come muoverti.

Quando dimagrire o mantenere il peso forma sembra una missione impossibile, c’è dietro una ragione specifica

In questo nostro percorso di avvicinamento al peso forma, c’è ancora un aspetto fondamentale del sovrappeso di cui non ti ho parlato. Non riguarda quello che fai o non fai, ma quello che sei e che la tua mente ti spinge a essere senza che tu ne sia consapevole. Questo aspetto condiziona le tue scelte a livello inconscio. Sto parlando della radice dei tuoi chili di troppo.

La tua mente ti spinge a essere sovrappeso senza che tu te ne renda conto

Si tratta di un argomento delicato e importante, che non può essere esaurito in poche righe. Merita tutta l’attenzione e l’approfondimento che posso darti. Per questo ho scritto un libro dedicato, Conquista per sempre il tuo Peso Forma. Sul mio sito trovi anche un audio corso sul sovrappeso e tengo regolarmente dei seminari online per affrontare il tema.

Assodato che si tratta di un argomento delicato, posso fin da subito illustrarti quali primi passi puoi fare per avvicinarti al peso forma. Conoscere di più te stesso, cioè la tua mente e il tuo corpo, è per me una priorità.

Primo Passo – Riconosci se c’è una resistenza a dimagrire

Sono anni che fai di tutto per dimagrire, impegnandoti con dieta e palestra? Niente sembra funzionare, almeno non a lungo? I chili che riesci a smaltire tornano alla carica con gli interessi dopo poco tempo? Mantenere il giusto peso per te sembra impossibile?

Se hai risposto sì almeno una volta, c’è sicuramente una resistenza al dimagrimento e al mantenimento del peso forma.

I chili che riesci a smaltire tornano alla carica con gli interessi dopo poco tempo? In te c’è una resistenza al raggiungimento del peso forma

C’è un altro modo per svelare questa resistenza? Sì. In realtà è molto semplice. Se non mantieni il tuo peso forma in modo naturale e spontaneo la causa è una resistenza. Perché? Tutti quanti abbiamo in noi il potenziale necessario a vivere al nostro peso forma.

Come gli animali selvatici, abbiamo la capacità biologica di mangiare nelle giuste quantità gli alimenti migliori per essere vitali. Quando esprimiamo questa capacità, ricaviamo in modo istintivo l’energia adatta a vivere ogni nostra giornata. Il tutto senza pensarci, cioè senza regole né divieti. Dimagrire e mantenere il peso forma senza diete è assolutamente possibile.

Come accade agli animali selvatici, anche noi umani abbiamo il potenziale per raggiungere e mantenere il peso forma

Come si presenta la resistenza al dimagrimento?

Quando dimagrire sembra un percorso a ostacoli che richiede una motivazione e una forza di volontà enormi, la resistenza è in azione. Man mano che l’obiettivo si avvicina, inoltre, la strada si fa sempre più ripida e impervia.

Quando è in atto una resistenza servono tante risorse. Si deve fare prova di forza di volontà incredibile per riorganizzare il proprio modo di fare e di essere. Ci vuole determinazione per resistere alle tentazioni e perseveranza per superare la stanchezza, la noia, la frustrazione. È richiesta capacità di autocontrollo per seguire la strategia scelta per dimagrire e poi mantenere il peso forma raggiunto con grande fatica. Infine si deve tirare fuori tanto coraggio per rialzarsi dopo ogni delusione, fallimento o sgarro.

La resistenza inconscia al dimagrimento mette di fronte molti ostacoli, frenando la corsa verso il peso forma

C’è poi un ultimo dettaglio che conferma senza ombra di dubbio la presenza di una resistenza: l’assoluta facilità e naturalezza nel riprendere i chili faticosamente persi.

Se fai parte delle persone che si sono arrese diverse volte, sopraffatte dalla fatica di dimagrire, non sei solo.

Secondo passo – Comprendi la tua resistenza al dimagrimento

Non siamo tutti uguali. La ragione per cui una parte di te non vuole dimagrire dipende dal tuo modo di essere e dal tuo vissuto. Di solito, quando una persona desidera raggiungere il proprio peso forma, si concentra sui modi per diminuire la quantità di calorie ingerite e aumentarne il dispendio, incrementando l’attività fisica.

Pochissimi, prima di mettere in campo una qualunque strategia, si fanno la domanda che ritengo sia fondamentale. Perché il mio corpo è in sovrappeso?

La ragione per cui una parte di te non vuole dimagrire dipende dal tuo modo di essere e dal tuo vissuto

Quei pochi che si pongono questa domanda rispondono distrattamente a se stessi: “ho mangiato più del solito”. Così si mettono in testa di diminuire le calorie assunte e/o eliminare alcuni cibi. Se dimagrire fosse così semplice e meccanico, perché tante persone faticherebbero per mangiare di meno e mantenere il peso raggiunto con tanto impegno?

Nella mia esperienza, c’è sempre una buona ragione per aumentare di peso. Ben più profonda e articolata del semplice fatto di “mangiare troppo”.

Indaga sul tuo passato

Per comprendere la parte di te che trova utile e benefico il fatto di essere in sovrappeso, devi scavare nei ricordi per capire quando ha iniziato a esprimersi e agire.

Ripercorrere la storia del tuo sovrappeso è fondamentale per avvicinarti in modo naturale e senza fatica al peso forma

A tutte le persone che si rivolgono a me per essere accompagnate verso il traguardo del peso forma, chiedo sempre la stessa cosa, così da partire con il piede giusto. Chiedo loro di ricostruire la storia del loro sovrappeso o meglio, più in generale, la storia del loro peso.

Si parte dalla nascita per arrivare al peso attuale, passando dall’infanzia all’adolescenza e così via. Ogni volta in cui l’ago della bilancia è salito o è sceso in modo significativo ma spontaneo ci soffermiamo per capire perché.

Chiediti perché l’ago della bilancia è salito o è sceso in modo spontaneo

Il momento più significativo è quando sei passato dal peso forma al sovrappeso la prima volta, ma non trascurare nessuno di questi cambiamenti. Cosa è successo ogni volta che hai messo su dei chili di troppo? Di solito c’è dietro un avvenimento importante. Un ricovero, la morte di una persona o di un animale che amiamo, l’arrivo di un fratello o di una sorella in famiglia, una gravidanza, un trasloco eccetera.

Il significato del sovrappeso

Il sovrappeso è la migliore risposta che il tuo corpo ha trovato, di volta in volta, per affrontare il problema o il trauma che stavi vivendo. Pensare di dimagrire senza risolvere il problema o elaborare il trauma significa privarti di una strategia di difesa molto importante per il tuo equilibrio psicofisico.

Può sembrare difficile da capire, ma è così. Ed è proprio questo uno dei punti che approfondisco nel libro Conquista per sempre il tuo Peso Forma.

Il sovrappeso è per il tuo corpo e la tua mente una strategia di difesa

Il cuore del mio approccio si basa sulla comprensione del problema alla radice del tuo sovrappeso. Per dimagrire devi comprendere davvero le ragioni di quella parte di te che ti spinge inconsciamente lontano dal tuo peso forma.

Quali sono le ragioni della parte di te che ti spinge lontano dal peso forma?

In questo modo potrai trasformare la parte di te ribelle al dimagrimento in una preziosa alleata, che ti aiuterà non solo a raggiungere ma anche a mantenere il peso forma. Eliminata la resistenza, il percorso di dimagrimento non sarà più una ripida salita piena di ostacoli ma una dolce discesa.

Terzo Passo – Metti da parte il desiderio di perdere peso

Diffida da chi ti propone di perdere peso. Arrivando a comprendere quella parte di te che usa il sovrappeso come strategia difensiva, avrai anche capito che per te, inconsciamente, dimagrire/essere magro è una condizione negativa. Mentre il sovrappeso porta benefici.

Esprimere il tuo obiettivo in termini di perdere peso, di conseguenza, è controproducente. Perché? Facciamo insieme questo esercizio. Elenca su un foglio le volte in cui ti capita di usare la parola perdere.

Perdere il lavoro, una persona o un animale a te caro, una partita, il portafoglio, un’opportunità. Non c’è bisogno di andare avanti. Gli esempi sono innumerevoli e avrai sicuramente capito cosa intendo.

La parola perdere è associata a un accadimento negativo

La parola perdereporta con sé l’idea di fallimento, insuccesso, dolore, carenza, tristezza, insicurezza. Un bagaglio di negatività che farebbe desistere qualunque persona, anche la più motivata, dall’idea di perdere i chili di troppo. Immagina questa parta di te che già è restia e diffidente verso l’idea di dimagrire. Come reagirà alla proposta di perdere peso?

Non solo. Cosa succede di solito quando perdi qualcosa? Desideri fortemente ritrovarla.

Se ti dai come obiettivo quello di perdere peso, rischi di ritrovare con gli interessi tutti i chili che ti sei lasciato faticosamente alle spalle. Ecco cosa c’è dietro il famigerato effetto yo-yo. Un modo sbagliato di approcciarsi al desiderio di dimagrire e raggiungere il peso forma.

Dietro l’effetto yo-yo c’è un approccio sbagliato al dimagrimento

Riformuliamo insieme il tuo desiderio. Cosa pensi di: voglio sbarazzarmi di dieci chili con facilità e rispetto verso il mio corpo, accrescendo salute e benessere?

Oppure potresti pensare: voglio alleggerirmi di venti chili con serenità e in totale sicurezza.O meglio ancora: voglio pesare sessantacinque chili in totale naturalezza, benessere e salute. Adatta il tuo personale obiettivo al numero di chili giusto per te. Specificare il numero preciso di chili di cui vuoi sbarazzarti è importante.

Quarto passo – Nutri la tua vita con amore e rispetto verso te stesso

Spesso, quando ci sentiamo in qualche modo vuoti, abbiamo la tendenza a riempirci di cibo. Quello che in realtà ci serve, in questi casi, è un altro tipo di nutrimento. Abbiamo bisogno di affetto, amore, gioia, entusiasmo, fiducia. Il nutrimento che ci è necessario è di tipo relazionale, emotivo, intellettuale, spirituale.

Forse anche tu stai vivendo un momento in cui hai necessità di riempire la tua vita di piacere oltre che di dovere e di cose da fare. Potrebbe mancarti il piacere della condivisione, dell’espressione del tuo potenziale, dell’esplorazione di ciò che è nuovo e sconosciuto.

Ti serve una vita nutriente

Per rendere la propria vita colma di senso, il primo passo è conoscere se stessi. Conoscere te stesso ti permetterà di connetterti alla tua bussola interiore, sempre presente e affidabile. Solo così potrai seguire la direzione migliore per te e potrai procurarti il nutrimento necessario a una crescita rigogliosa e armonica.

In questo contesto il cibo rimane un elemento che desta interesse e dà piacere, ma diventa meno importante di prima. Spesso sei affamato di senso più che di cibo.

Il viaggio verso questa forma di appagamento potrebbe sembrarti troppo lungo e difficile. Tranquillo: ogni percorso, qualunque sia la sua lunghezza, si fa un passo alla volta. Ognuno secondo le proprie possibilità e il proprio passo.

Hai voglia di partire? Come da mia abitudine, per aiutarti a trovare le risposte giuste per te, che sono tue e di nessun altro, ti propongo tre domande. Servono a capire qual è il punto da cui parti. Per il momento, le risposte possono limitarsi a dei sì oppure a dei no.

  1. Ti piace quello che fai abitualmente?
  2. Ti piacciono le persone con cui stai?
  3. Ami il luogo in cui vivi?

Se hai risposto di sì a tutto, non hai bisogno di alcuna strategia aggiuntiva per nutrire la tua vita, vai avanti per la tua strada.

Se invece hai pensato o scritto almeno un no, è importante che tu ne prenda atto. Può essere doloroso, ma è un primo passo fondamentale per poter agire in modo coerente con la realtà.

Agisci, subito

Adesso ti chiedo di individuare una piccola azione che puoi compiere già oggi, per trasformare un giorno quel no in un sì. Scegli qualcosa di facile, che dipenda solo da te. Per esempio, puoi fare una ricerca internet sul lavoro dei tuoi sogni e sulle possibilità di modificare la tua carriera. Puoi definire le caratteristiche del luogo in cui vorresti vivere, oppure mettere nero su bianco un desiderio sul tipo di relazioni che vorresti nella tua vita eccetera.

Per trasformare il no in un sì parti individuando un’azione facile che dipenda solo da te

Ogni progetto che è stato realizzato è stato prima sognato. Sognare non costa nulla e può portare grandissimi benefici. Sogna pure liberamente. Dopodiché compi la tua prima azione nella direzione scelta.

 

Vuoi conquistare per sempre il tuo peso forma? Non servono diete, leggi qui.