Biokinesiologia, un aiuto per terapeuta e paziente nelle patologie ricorrenti

Biokinesiologia, un aiuto per terapeuta e paziente nelle patologie ricorrenti

La Biokinesiologia è uno strumento terapeutico prezioso per aiutare quei pazienti che soffrono a causa di sintomi e patologie ricorrenti.

A volte un paziente contatta noi terapeuti per un malessere che lo tormenta da tempo. Applicando le nostre conoscenze e gli strumenti che abbiamo imparato, la persona dapprima sta meglio e infine guarisce. Sapere che il paziente ha recuperato salute e benessere è molto gratificante.

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In alcuni casi però, dopo qualche tempo (giorni, settimane o mesi) il paziente torna da noi con lo stesso sintomo. Il miglioramento è stato solo temporaneo. Oppure nulla cambia nonostante il nostro intervento. Questo può accadere con una delle tante e diffuse patologie ricorrenti, come mal di testa, cistite, gastrite eccetera.

A volte il paziente torna da noi con gli stessi sintomi perché il miglioramento è solo temporaneo

In tutte queste situazioni è necessario lavorare diversamente, scavando ancora più in profondità. Come riconoscere la radice “nascosta” di un problema? In che modo possiamo deprogrammare una sintomatologia legata a patologie ricorrenti? Sciogliere alla base uno schema portatore di malessere è possibile. Nella mia esperienza tra gli strumenti più efficaci per farlo ci sono la Biopsicogenealogia e la Biokinesiologia.

La scoperta delle memorie che agiscono come ferite

Volendo contribuire con il mio lavoro a costruire un mondo di salute e benessere, nel tempo ho esplorato nuovi strumenti per aiutare al meglio le persone che chiedono il mio sostegno.

Dopo gli studi di medicina convenzionale ho continuato ad approfondire le mie conoscenze e le mie competenze rivolgendomi alle discipline di medicina complementare. Tra i primi strumenti che ho avuto la fortuna di imparare a usare c’è quello della Biopsicogenealogia. Permette, partendo dal sintomo, di individuare quelle memorie che agiscono come ferite, rendendo la persona più propensa a vivere uno specifico evento in modo drammatico e di conseguenza ad ammalarsi.

La Biopsicogenealogia permette di capire perché una persona vive in modo più drammatico alcune situazioni

Utilizzando questo approccio sono riuscita ad aiutare molti pazienti. Assistere alla presa di coscienza della ferita è molto emozionante, perché la liberazione delle emozioni bloccate favorisce la svolta verso la guarigione.

La Biopsicogenealogia è uno degli strumenti alla base del metodo della Bioconsapevolezza, che ho sviluppato in oltre 20 anni di professione.

Quando le memorie non sono accessibili

A volte però, capita che nonostante il paziente abbia compreso perché sta male e abbia contattato le emozioni bloccate, in apparenza nulla cambi.

Il corpo resta indifferente al lavoro fatto con il paziente. Oppure è impossibile risalire coscientemente agli eventi personali o genealogici che potrebbero aver causato il sintomo che stiamo trattando. Di conseguenza quel malessere, legato a una delle tante patologie ricorrenti di cui soffrono tante persone nel mondo, continua a presentarsi.

Come persona e come medico, quando incontro un ostacolo, mi piace esplorare modi diversi di superarlo. Il mio obiettivo non è solo quello di alleviare momentaneamente i sintomi ma di aiutare i pazienti a risolvere il problema alla radice. Per questo ho cercato uno strumento da affiancare alla Biopsicogenealogia, così da poter agire anche quando non ci si ricorda degli eventi personali e genealogici. Oppure quando il corpo non sembra reagire positivamente allo sblocco delle emozioni.

In questa mia ricerca ho incontrato la Biokinesiologia.

Cos’è la Biokinesiologia

Ideata da Corinne Dewolf, la Biokinesiologia abbina i principi della Kinesiologia alla Biopsicogenealogia e all’etologia. Rappresenta quindi una sintesi di tutte queste discipline.

Secondo la Biokinesiologia tutti abbiamo le competenze naturali a vivere bene. Più precisamente queste competenze si chiamano potenziali biologici.

Di cosa si tratta? Tutti gli esseri umani hanno il potenziale di sopravvivere, proteggere se stessi, relazionarsi agli altri, integrarsi in un clan. Come uomini e donne siamo in grado di badare ai nostri simili, possiamo tutelare un territorio, capire e farci capire, trasmettere la vita… I potenziali biologici sono centinaia.

Capita però che ci siano degli ostacoli che ci impediscono di attingere ed esprimere alcuni potenziali biologici specifici. Cosa succede quando non possiamo attingere in maniera completa a uno dei nostri potenziali biologici? Viviamo in modo più stressante e spiazzante tutte quelle situazioni in cui avremmo bisogno di mettere in campo quello specifico potenziale.

Gli esseri umani hanno centinaia di potenziali biologici per vivere bene

Quando un potenziale biologico è bloccato

Se un potenziale biologico è bloccato non riusciamo a vivere determinate situazioni serenamente, come invece fanno altri membri della nostra specie. Per chiarire voglio fare un esempio concreto. Prendiamo come riferimento una delle patologie ricorrenti più diffuse tra le donne: la cistite.

Tra i potenziali biologici dell’essere umano c’è quello di proteggere un territorio. Dal punto di vista biologico, un territorio è tutto ciò che consideriamo nostro sia in senso concreto sia dal punto di vista emotivo. La nostra casa, la macchina, i diritti d’autore di un libro che abbiamo scritto, ma anche una persona amata, un figlio, eccetera.

Proteggere il proprio territorio significa saper dire di no ed essere in grado di far rispettare il proprio spazio, fisico e mentale. Chi non è più in grado di attingere a questo potenziale fa moltissima fatica a tutelare il proprio territorio. Vive di conseguenza con grande stress quelle situazioni (che avvengono normalmente nella vita di tutti noi) in cui è necessario proteggere, fare rispettare ciò che è nostro.

Un potenziale biologico bloccato può essere causa di malattia

Ci sono dunque persone che non riescono a proteggere ciò che possiedono e a fare rispettare in modo naturale e spontaneo il proprio spazio fisico e mentale. Di conseguenza si sentono spesso invase, poco rispettate e hanno paura di perdere coloro che amano. In questo caso, il livello di stress si alza per dare loro l’energia di agire e rimediare. Se non agiscono, perché non sanno cosa fare per esempio, il loro corpo si attiva per trovare una risposta biologica sensata e risolvere questa situazione.

Ecco allora che si manifestano i sintomi delle patologie ricorrenti. Ogni sintomo, parlando di un vissuto specifico, può essere accolto come un messaggio dal corpo.

Il corpo sviluppa dei sintomi per aiutare il paziente ad affrontare la situazione stressante nel modo più efficace possibile. Quando il problema del paziente è legato a un’invasione del suo territorio, il corpo molto spesso risponde con la cistite.

Quando il problema del paziente è legato a un’invasione del suo territorio, il corpo molto spesso risponde con la cistite

Ragionare sui sintomi

Proviamo a riflettere sulla cistite e sui sintomi con cui si presenta. Uno dei più fastidiosi ed evidenti è il bisogno di urinare molto spesso, poco per volta. Quando si va in bagno si riesce a espellere solo qualche goccia di urina, a fronte di dolori e bruciori fastidiosi. In che modo la cistite rappresenta una soluzione sensata del corpo per aiutare il paziente a tutelare il suo territorio?

Osserviamo il regno animale, del quale anche noi facciamo parte: urinare poche gocce è un modo biologico, efficace e sensato per marcare il territorio. Lo fanno i cani, ma non solo. In sostanza, quando una persona è spiazzata perché non riesce a difendere il proprio territorio e continua a vivere delle tensioni a causa di questa mancanza, il corpo interviene marcando il territorio da proteggere.

Osservare il regno animale è utile per comprendere le risposte biologiche del corpo

Liberare l’accesso al potenziale biologico

Se non si individua la causa alla radice della cistite si continua a curarla con antibiotici e antiinfiammatori. Il risultato rischia di essere sempre lo stesso: i sintomi scompaiono per poi ripresentarsi giorni, settimane o mesi dopo.

Ogni volta che il paziente rivive una situazione in cui è richiesta l’azione del potenziale biologico bloccato, i sintomi delle patologie ricorrenti si ripresentano. Se un territorio è invaso, la cistite ritorna.

Bisogna intervenire sulla capacità del paziente di marcare il territorio, in modo tale che il suo corpo non abbia più bisogno di agire mettendo in campo una risposta biologica (il sintomo).

Il metodo della Biokinesiologia ha come scopo centrale quello di sprigionare il potenziale biologico bloccato, che nel nostro esempio sulla cistite è la capacità di tutelare il territorio.

Ci tengo a sottolineare il fatto che, dentro di sé, il paziente ha il potenziale biologico intatto. Non c’è nulla da costruire. Per questa ragione i cambiamenti sono spesso rapidi. Il paziente torna a usare questo potenziale biologico, vive le situazioni in modo meno spiazzato e così “guarisce”.

Quindi il potenziale è intatto, ma la strada per arrivarci è bloccata.

La Biokinesiologia libera i potenziali biologici bloccati

Strade chiuse

Ci sono eventi che spingono la biologia o l’inconscio di una persona a bloccare l’accesso a uno specifico potenziale. Nel suo passato personale, o nel passato di un antenato, è stata vissuta una situazione stressante e spiazzante legata a quel potenziale biologico e qualcosa è andato storto. Ecco perché la possibilità di attingere al potenziale è limitata.

Talvolta biologia e inconscio agiscono insieme. Cosa potrebbe essere accaduto nel caso della cistite? Facciamo degli esempi. Un antenato del paziente ha provato un grande dolore nell’atto di difendere un territorio. Durante la guerra ha dovuto uccidere un giovane uomo, e questo obbligo lo ha segnato per sempre. Il programma biologico che si può creare di conseguenza è il seguente: difendere il proprio territorio è molto doloroso, meglio non farlo.

Di solito si tratta di memorie negative, ma i blocchi potrebbero dipendere anche da memorie positive. L’antenato di un altro paziente è stato sfrattato da casa sua e grazie a questo evento sfortunato ha conosciuto l’amore della sua vita. Il programma che si è creato in questo caso è diverso: se non riesci a tutelare il tuo territorio, accadono eventi pieni di gioia.

In entrambi i casi il risultato è lo stesso. Il potenziale può risultare bloccato per i discendenti.

Spesso le memorie che bloccano i potenziali biologici sono negative

Le grandi potenzialità del test kinesiologico

La Biokinesiologia, a differenza della Biopsicogenealogia, non richiede di risalire alle memorie genealogiche interrogando (ad esempio) i parenti. Grazie al test muscolare di investigazione, chiamato test kinesiologico, la Biokinesiologia permette, partendo dal presente del paziente che ci chiede aiuto, di attingere direttamente al suo inconscio personale e familiare. Il test può essere eseguito su chiunque, animali compresi, da un terapeuta specializzato, per svelare le memorie personali e genealogiche alla radice dei blocchi. Anche quando queste non sono note o sono inconsce.

Come funziona il processo di guarigione

Partendo dal sintomo che il paziente vorrebbe eliminare dalla sua vita, si individua un potenziale biologico collegato, che andrebbe liberato. Poi si cercano e si sciolgono le emozioni bloccate prioritarie e dominanti che ostacolano l’espressione di quel potenziale biologico.

Il nostro obiettivo è liberare la totale accessibilità al potenziale biologico inespresso. Una volta fatto questo il paziente non dovrebbe più vivere il problema ricorrente per cui ci ha contattato.

Lavorando a questo livello radice, quando il paziente sarà libero di esprimere il potenziale biologico non servirà agire consciamente per usarlo. Così come, a causa del blocco, il paziente non poteva usare il suo potenziale, una volta sbloccato, sempre in modo inconscio, lo saprà usare perfettamente. In modo naturale e senza alcuno sforzo volontario. Basta essere pronti ad accogliere i cambiamenti.

Il paziente potrà usare il potenziale biologico sbloccato senza fare sforzi consci

Dialogo con l’inconscio

Con la Biokinesiologia la mente conscia non è più la protagonista principale, si dialoga direttamente con il corpo dei pazienti. Qual è il grande vantaggio di questo approccio? Il corpo non mente e non interpreta. Quello che scopriamo corrisponde alla realtà dei fatti. Se un’emozione è bloccata, lo è realmente: non avremmo mai il dubbio che lo sia, quindi non perderemo tempo su supposizioni che rischiano di essere sbagliate. Si va dritti al cuore del problema e a quello che è possibile fare nel corso della sessione.

Il nostro ruolo di terapeuti, in questo caso, è assimilabile a quello degli interpreti: siamo un mezzo per far sì che la mente subconscia dei pazienti possa dialogare con quella conscia.

Il corpo non mente e non interpreta

Grazie alla Biokinesiologia possiamo risanare le ferite inconsce personali e genealogiche e liberare l’accesso completo ai potenziali biologici bloccati. Consentendo così ai nostri pazienti di vivere gli eventi per loro più difficili da affrontare in modo meno acuto e drammatico.

Nella maggior parte dei casi i sintomi delle patologie ricorrenti spariscono. Negli altri casi, se anche lo spiazzamento c’è, diventa meno intenso. In questo modo il corpo non viene chiamato a intervenire sistematicamente e i sintomi più fastidiosi diminuiscono. Patologie ricorrenti come la cistite non si ripresentano più o si ripresentano con una frequenza decisamente inferiore.

Peso forma: più vicino al tuo obiettivo in 4 passi

Peso forma: più vicino al tuo obiettivo in 4 passi

La strada verso il peso forma è meno difficile di quello che pensi. Come tutte le strade nuove, però, andando senza indicazioni capita di perdersi e ritrovarsi al punto di partenza.

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Se hai letto altri articoli di questo blog, conosci i principali falsi miti legati a cibo e alimentazione sana. Forse hai anche messo in pratica alcuni dei miei consigli per dimagrire riorganizzando i tuoi pasti e la tua casa. È probabile che tu abbia già ottenuto qualche risultato, ma immagino che la strada per te sia ancora in salita. Ti sembra di fare un passo avanti e due indietro? Niente paura: c’è una spiegazione che ti chiarirà le idee e ti aiuterà a capire come muoverti.

Quando dimagrire o mantenere il peso forma sembra una missione impossibile, c’è dietro una ragione specifica

In questo nostro percorso di avvicinamento al peso forma, c’è ancora un aspetto fondamentale del sovrappeso di cui non ti ho parlato. Non riguarda quello che fai o non fai, ma quello che sei e che la tua mente ti spinge a essere senza che tu ne sia consapevole. Questo aspetto condiziona le tue scelte a livello inconscio. Sto parlando della radice dei tuoi chili di troppo.

La tua mente ti spinge a essere sovrappeso senza che tu te ne renda conto

Si tratta di un argomento delicato e importante, che non può essere esaurito in poche righe. Merita tutta l’attenzione e l’approfondimento che posso darti. Per questo ho scritto un libro dedicato, Conquista per sempre il tuo Peso Forma. Sul mio sito trovi anche un audio corso sul sovrappeso e tengo regolarmente dei seminari online per affrontare il tema.

Assodato che si tratta di un argomento delicato, posso fin da subito illustrarti quali primi passi puoi fare per avvicinarti al peso forma. Conoscere di più te stesso, cioè la tua mente e il tuo corpo, è per me una priorità.

Primo Passo – Riconosci se c’è una resistenza a dimagrire

Sono anni che fai di tutto per dimagrire, impegnandoti con dieta e palestra? Niente sembra funzionare, almeno non a lungo? I chili che riesci a smaltire tornano alla carica con gli interessi dopo poco tempo? Mantenere il giusto peso per te sembra impossibile?

Se hai risposto sì almeno una volta, c’è sicuramente una resistenza al dimagrimento e al mantenimento del peso forma.

I chili che riesci a smaltire tornano alla carica con gli interessi dopo poco tempo? In te c’è una resistenza al raggiungimento del peso forma

C’è un altro modo per svelare questa resistenza? Sì. In realtà è molto semplice. Se non mantieni il tuo peso forma in modo naturale e spontaneo la causa è una resistenza. Perché? Tutti quanti abbiamo in noi il potenziale necessario a vivere al nostro peso forma.

Come gli animali selvatici, abbiamo la capacità biologica di mangiare nelle giuste quantità gli alimenti migliori per essere vitali. Quando esprimiamo questa capacità, ricaviamo in modo istintivo l’energia adatta a vivere ogni nostra giornata. Il tutto senza pensarci, cioè senza regole né divieti. Dimagrire e mantenere il peso forma senza diete è assolutamente possibile.

Come accade agli animali selvatici, anche noi umani abbiamo il potenziale per raggiungere e mantenere il peso forma

Come si presenta la resistenza al dimagrimento?

Quando dimagrire sembra un percorso a ostacoli che richiede una motivazione e una forza di volontà enormi, la resistenza è in azione. Man mano che l’obiettivo si avvicina, inoltre, la strada si fa sempre più ripida e impervia.

Quando è in atto una resistenza servono tante risorse. Si deve fare prova di forza di volontà incredibile per riorganizzare il proprio modo di fare e di essere. Ci vuole determinazione per resistere alle tentazioni e perseveranza per superare la stanchezza, la noia, la frustrazione. È richiesta capacità di autocontrollo per seguire la strategia scelta per dimagrire e poi mantenere il peso forma raggiunto con grande fatica. Infine si deve tirare fuori tanto coraggio per rialzarsi dopo ogni delusione, fallimento o sgarro.

La resistenza inconscia al dimagrimento mette di fronte molti ostacoli, frenando la corsa verso il peso forma

C’è poi un ultimo dettaglio che conferma senza ombra di dubbio la presenza di una resistenza: l’assoluta facilità e naturalezza nel riprendere i chili faticosamente persi.

Se fai parte delle persone che si sono arrese diverse volte, sopraffatte dalla fatica di dimagrire, non sei solo.

Secondo passo – Comprendi la tua resistenza al dimagrimento

Non siamo tutti uguali. La ragione per cui una parte di te non vuole dimagrire dipende dal tuo modo di essere e dal tuo vissuto. Di solito, quando una persona desidera raggiungere il proprio peso forma, si concentra sui modi per diminuire la quantità di calorie ingerite e aumentarne il dispendio, incrementando l’attività fisica.

Pochissimi, prima di mettere in campo una qualunque strategia, si fanno la domanda che ritengo sia fondamentale. Perché il mio corpo è in sovrappeso?

La ragione per cui una parte di te non vuole dimagrire dipende dal tuo modo di essere e dal tuo vissuto

Quei pochi che si pongono questa domanda rispondono distrattamente a se stessi: “ho mangiato più del solito”. Così si mettono in testa di diminuire le calorie assunte e/o eliminare alcuni cibi. Se dimagrire fosse così semplice e meccanico, perché tante persone faticherebbero per mangiare di meno e mantenere il peso raggiunto con tanto impegno?

Nella mia esperienza, c’è sempre una buona ragione per aumentare di peso. Ben più profonda e articolata del semplice fatto di “mangiare troppo”.

Indaga sul tuo passato

Per comprendere la parte di te che trova utile e benefico il fatto di essere in sovrappeso, devi scavare nei ricordi per capire quando ha iniziato a esprimersi e agire.

Ripercorrere la storia del tuo sovrappeso è fondamentale per avvicinarti in modo naturale e senza fatica al peso forma

A tutte le persone che si rivolgono a me per essere accompagnate verso il traguardo del peso forma, chiedo sempre la stessa cosa, così da partire con il piede giusto. Chiedo loro di ricostruire la storia del loro sovrappeso o meglio, più in generale, la storia del loro peso.

Si parte dalla nascita per arrivare al peso attuale, passando dall’infanzia all’adolescenza e così via. Ogni volta in cui l’ago della bilancia è salito o è sceso in modo significativo ma spontaneo ci soffermiamo per capire perché.

Chiediti perché l’ago della bilancia è salito o è sceso in modo spontaneo

Il momento più significativo è quando sei passato dal peso forma al sovrappeso la prima volta, ma non trascurare nessuno di questi cambiamenti. Cosa è successo ogni volta che hai messo su dei chili di troppo? Di solito c’è dietro un avvenimento importante. Un ricovero, la morte di una persona o di un animale che amiamo, l’arrivo di un fratello o di una sorella in famiglia, una gravidanza, un trasloco eccetera.

Il significato del sovrappeso

Il sovrappeso è la migliore risposta che il tuo corpo ha trovato, di volta in volta, per affrontare il problema o il trauma che stavi vivendo. Pensare di dimagrire senza risolvere il problema o elaborare il trauma significa privarti di una strategia di difesa molto importante per il tuo equilibrio psicofisico.

Può sembrare difficile da capire, ma è così. Ed è proprio questo uno dei punti che approfondisco nel libro Conquista per sempre il tuo Peso Forma.

Il sovrappeso è per il tuo corpo e la tua mente una strategia di difesa

Il cuore del mio approccio si basa sulla comprensione del problema alla radice del tuo sovrappeso. Per dimagrire devi comprendere davvero le ragioni di quella parte di te che ti spinge inconsciamente lontano dal tuo peso forma.

Quali sono le ragioni della parte di te che ti spinge lontano dal peso forma?

In questo modo potrai trasformare la parte di te ribelle al dimagrimento in una preziosa alleata, che ti aiuterà non solo a raggiungere ma anche a mantenere il peso forma. Eliminata la resistenza, il percorso di dimagrimento non sarà più una ripida salita piena di ostacoli ma una dolce discesa.

Terzo Passo – Metti da parte il desiderio di perdere peso

Diffida da chi ti propone di perdere peso. Arrivando a comprendere quella parte di te che usa il sovrappeso come strategia difensiva, avrai anche capito che per te, inconsciamente, dimagrire/essere magro è una condizione negativa. Mentre il sovrappeso porta benefici.

Esprimere il tuo obiettivo in termini di perdere peso, di conseguenza, è controproducente. Perché? Facciamo insieme questo esercizio. Elenca su un foglio le volte in cui ti capita di usare la parola perdere.

Perdere il lavoro, una persona o un animale a te caro, una partita, il portafoglio, un’opportunità. Non c’è bisogno di andare avanti. Gli esempi sono innumerevoli e avrai sicuramente capito cosa intendo.

La parola perdere è associata a un accadimento negativo

La parola perdereporta con sé l’idea di fallimento, insuccesso, dolore, carenza, tristezza, insicurezza. Un bagaglio di negatività che farebbe desistere qualunque persona, anche la più motivata, dall’idea di perdere i chili di troppo. Immagina questa parta di te che già è restia e diffidente verso l’idea di dimagrire. Come reagirà alla proposta di perdere peso?

Non solo. Cosa succede di solito quando perdi qualcosa? Desideri fortemente ritrovarla.

Se ti dai come obiettivo quello di perdere peso, rischi di ritrovare con gli interessi tutti i chili che ti sei lasciato faticosamente alle spalle. Ecco cosa c’è dietro il famigerato effetto yo-yo. Un modo sbagliato di approcciarsi al desiderio di dimagrire e raggiungere il peso forma.

Dietro l’effetto yo-yo c’è un approccio sbagliato al dimagrimento

Riformuliamo insieme il tuo desiderio. Cosa pensi di: voglio sbarazzarmi di dieci chili con facilità e rispetto verso il mio corpo, accrescendo salute e benessere?

Oppure potresti pensare: voglio alleggerirmi di venti chili con serenità e in totale sicurezza.O meglio ancora: voglio pesare sessantacinque chili in totale naturalezza, benessere e salute. Adatta il tuo personale obiettivo al numero di chili giusto per te. Specificare il numero preciso di chili di cui vuoi sbarazzarti è importante.

Quarto passo – Nutri la tua vita con amore e rispetto verso te stesso

Spesso, quando ci sentiamo in qualche modo vuoti, abbiamo la tendenza a riempirci di cibo. Quello che in realtà ci serve, in questi casi, è un altro tipo di nutrimento. Abbiamo bisogno di affetto, amore, gioia, entusiasmo, fiducia. Il nutrimento che ci è necessario è di tipo relazionale, emotivo, intellettuale, spirituale.

Forse anche tu stai vivendo un momento in cui hai necessità di riempire la tua vita di piacere oltre che di dovere e di cose da fare. Potrebbe mancarti il piacere della condivisione, dell’espressione del tuo potenziale, dell’esplorazione di ciò che è nuovo e sconosciuto.

Ti serve una vita nutriente

Per rendere la propria vita colma di senso, il primo passo è conoscere se stessi. Conoscere te stesso ti permetterà di connetterti alla tua bussola interiore, sempre presente e affidabile. Solo così potrai seguire la direzione migliore per te e potrai procurarti il nutrimento necessario a una crescita rigogliosa e armonica.

In questo contesto il cibo rimane un elemento che desta interesse e dà piacere, ma diventa meno importante di prima. Spesso sei affamato di senso più che di cibo.

Il viaggio verso questa forma di appagamento potrebbe sembrarti troppo lungo e difficile. Tranquillo: ogni percorso, qualunque sia la sua lunghezza, si fa un passo alla volta. Ognuno secondo le proprie possibilità e il proprio passo.

Hai voglia di partire? Come da mia abitudine, per aiutarti a trovare le risposte giuste per te, che sono tue e di nessun altro, ti propongo tre domande. Servono a capire qual è il punto da cui parti. Per il momento, le risposte possono limitarsi a dei sì oppure a dei no.

  1. Ti piace quello che fai abitualmente?
  2. Ti piacciono le persone con cui stai?
  3. Ami il luogo in cui vivi?

Se hai risposto di sì a tutto, non hai bisogno di alcuna strategia aggiuntiva per nutrire la tua vita, vai avanti per la tua strada.

Se invece hai pensato o scritto almeno un no, è importante che tu ne prenda atto. Può essere doloroso, ma è un primo passo fondamentale per poter agire in modo coerente con la realtà.

Agisci, subito

Adesso ti chiedo di individuare una piccola azione che puoi compiere già oggi, per trasformare un giorno quel no in un sì. Scegli qualcosa di facile, che dipenda solo da te. Per esempio, puoi fare una ricerca internet sul lavoro dei tuoi sogni e sulle possibilità di modificare la tua carriera. Puoi definire le caratteristiche del luogo in cui vorresti vivere, oppure mettere nero su bianco un desiderio sul tipo di relazioni che vorresti nella tua vita eccetera.

Per trasformare il no in un sì parti individuando un’azione facile che dipenda solo da te

Ogni progetto che è stato realizzato è stato prima sognato. Sognare non costa nulla e può portare grandissimi benefici. Sogna pure liberamente. Dopodiché compi la tua prima azione nella direzione scelta.

 

Vuoi conquistare per sempre il tuo peso forma? Non servono diete, leggi qui.

7 consigli per riorganizzare la casa e dimagrire

7 consigli per riorganizzare la casa e dimagrire

Puoi dimagrire con più facilità scegliendo di riorganizzare la casa. Partendo da piccoli accorgimenti che puoi mettere in campo fin da oggi. Non è la strada principale da percorrere ma è un valido aiuto verso il raggiungimento del peso forma.

Per ottenere risultati concreti è fondamentale, innanzitutto, che ti impegni a conoscere te stesso e i meccanismi che ti spingono a mangiare più del necessario.

Se impari a conoscere te stesso potrai essere libero dai condizionamenti inconsci

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Scoprendo cosa ti spinge ad abbuffarti potrai trovare e mettere in campo tutta una serie di antidoti che ti aiuteranno ad avanzare, un passo alla volta, verso la conquista di un obiettivo fondamentale. Un corpo sano e in forma abitato dal desiderio concreto di vivere una vita gioiosa e serena.

Riorganizzare la casa è un primo passo verso il raggiungimento del peso forma. E il bello è che puoi iniziare fin da subito

L’ambiente in cui vivi ti spinge a mangiare di più

Mangiare troppo, molto spesso, è una reazione automatica che mettiamo in campo in risposta agli stimoli che riceviamo dall’ambiente circostante. Stimoli che agiscono come istigatori silenziosi, dei quali non siamo consapevoli. Ecco perché riorganizzare la casa è molto utile a dimagrire.

L’industria alimentare, come è facile immaginare, ha tutte le motivazioni per farci mangiare di più, indipendentemente dal nostro stato di salute e dal fatto che vorremmo raggiungere il nostro peso forma.

Se hai già letto alcuni dei miei articoli o ascoltato uno dei miei audio sai che quando parlo di sovrappeso faccio sempre una premessa importante. Nel momento in cui non sarai più programmato dal punto di vista biologico per essere in sovrappeso, niente potrà manipolarti. Potrai così raggiungere e mantenere spontaneamente il tuo peso forma.

Quando non sarai più programmato biologicamente per essere in sovrappeso, niente potrà manipolarti

Un cambiamento importante, che accadrà perché la tua alimentazione sarà il risultato dei bisogni reali del tuo corpo.

Con il mio audio corso Sovrappeso cosa mi racconti? accompagno le persone verso una maggiore consapevolezza sui chili di troppo e la radice della difficoltà a dimagrire, seguendo i principi del metodo della Bioconsapevolezza.

 

Vuoi imboccare subito la strada che ti porterà a conquistare per sempre il tuo peso forma? Ho scritto un libro sul tema che trovi su Amazon e nelle migliori librerie

 

Un passo in più verso il peso forma

In attesa di raggiungere il traguardo di poter mangiare liberamente, guidato dai reali bisogni del tuo corpo senza altre distrazioni o manipolazioni inconsce, puoi mettere subito in campo alcune strategie per dimagrire.

Questa volta ci focalizziamo su azioni concrete per riorganizzare la casa con l’obiettivo di dimagrire. I miei consigli sono utili anche per il mantenimento del peso forma, qualora tu lo avessi già raggiunto.

Alcuni dei cambiamenti che ti suggerisco potrebbero sembrarti strani, scontati o di poco conto. Potresti domandarti perché farli.

Ti chiedo di fidarti: metti in pratica questi 7 consigli per riorganizzare la casa e dimagrire, vedrai che non te ne pentirai. Inoltre, sappi che ognuna delle strategie in questo testo ha delle precise basi scientifiche, supportate da esperimenti e ricerche sul campo.

Potrai dimagrire peso perché riorganizzare la casa aiuta la tua mente e il tuo corpo a mangiare meno eliminando alcuni condizionamenti inconsci 

1-Sposta tutto il cibo in cucina

Il primo consiglio che ti do è semplice ma scoprirai che è molto più utile di quanto non sembri. La prima stanza da rivoluzionare quando vuoi riorganizzare la casa per dimagrire è la cucina. Fai in modo che sia l’unico luogo della tua abitazione dove c’è cibo. Elimina le merendine dalle borse o i cioccolatini dalla credenza in salotto. Non solo. Quando devi mangiare qualcosa, fai in modo di essere in cucina.

Allo stesso tempo usa la cucina solo per preparare i tuoi pasti e mangiare. Nient’altro. Non entrarci mentre sei al telefono. Elimina il televisore se ne hai uno in questa stanza. Non metterti con il tuo notebook a lavorare in cucina.

Tutto il cibo deve essere conservato solo ed esclusivamente in cucina e la cucina non deve servire ad altro che a mangiare

2- Riduci le dimensioni dei piatti e delle posate

Come ti ho raccontato nei miei 10 consigli per dimagrire riorganizzando i pasti, colore e dimensione dei piatti influenzano la quantità di cibo che mangerai. Approfondiamo questo concetto. In poco più di cento anni, il diametro medio dei piatti è passato da 24 a 30 centimetri, registrando un aumento del 25%.

In un esperimento condotto dal team di Wansink (Ice cream illusions bowls, spoons, and self-served portion sizes), ai nutrizionisti e agli studenti di nutrizione coinvolti sono state fornite ciotole e cucchiai di dimensioni diverse. Successivamente i partecipanti sono stati invitati a servirsi di gelato.

Risultato: le ciotole grandi hanno portato a un 31% in più di consumo (127 calorie aggiuntive). Mentre i cucchiai grandi hanno portato a un 14% in più di consumo (60 calorie aggiuntive).

In circa cento anni, il diametro medio dei piatti è passato da 24 a 30 centimetri

Per una stessa porzione di cibo, più il piatto è grande, più avrai l’impressione che la quantità sia scarsa. Invece quanto più il piatto si avvicina alle dimensioni della porzione, tanto più penserai che la quantità sia abbondante e saziante. Entra in gioco l’illusione percettiva di Delboeuf.

Ma non solo. Più piccole sono le posate, più piccoli sono i morsi che fai. Se le posate sono ridotte è più facile mangiare lentamente, limitando l’assunzione eccessiva di cibo.

3- Nascondi dalla vista tutto il cibo

Quando vedi un alimento ti viene sempre voglia di mangiare.Non sei tu, succede a tutti. Questo fenomeno si chiama adescamento o priming ed è una delle cause più potenti e insidiose del sovrappeso. Si definisce priming uno stimolo sensoriale ben preciso, già conosciuto in passato dal soggetto, che fa scattare una reazione senza che ci sia alcuna consapevolezza.

Il priming è una delle cause più potenti e insidiose del sovrappeso

Quando il cervello viene sottoposto al confronto diretto con il cibo o qualsiasi altra cosa abbia a che fare con il cibo, si attiva il desiderio di mangiare. La causa potrebbe essere, ad esempio, la vista di uno stufato che arriva in tavola. Oppure il profumo di una torta che cuoce nel forno.

La stessa cosa accade anche, per le medesime ragioni, quando il confronto cervello/cibo è indiretto. La vista della pubblicità degli spaghetti o di una tovaglia apparecchiata scatena la voglia di mangiare qualcosa.

Più vieni sottoposto a questi stimoli nel corso della giornata più ti capiterà di mangiare abbondantemente e fuori pasto. Evitando lo stimolo a priori non si attiverà il meccanismo di priming e mangerai molto meno, giorno dopo giorno. Ecco come riorganizzare la casa porta a dimagrire peso, in modo piuttosto semplice e immediato.

L’ordine sarà tuo alleato nella lotta con i chili di troppo

Voglio aiutarti nella tua strategia per riorganizzare casa.Per prima cosa, nascondi tutto ciò che ha a che fare con il cibo. Togli dalla portata dei tuoi occhi e del tuo naso quello che è legato anche alla sola idea di mangiare. Come ti ho spiegato prima, entra in cucina quando è proprio necessario: per la preparazione e il consumo dei pasti.

Agisci concretamente mettendo in ordine la cucina. Conserva gli alimenti negli armadietti o in una dispensa chiusa. Riponi le pietanze cotte e crude in contenitori opachi, chiudi spezie e piatti profumati in scatole ermetiche. Devi essere metodico e non lasciare niente al caso. Il tavolo deve essere sgombro, così come qualunque ripiano della cucina.

Fai incetta di contenitori opachi e scatole con chiusure ermetiche

A dirci che funziona è la scienza. In un esperimento condotto da Brian Wansink e dalla sua squadra, alle impiegate coinvolte nel test è stato messo a disposizione un barattolo di cioccolatini.

Il primo gruppo si è trovato di fronte un vaso opaco, il secondo un contenitore trasparente. Alla fine della giornata (e dell’esperimento) le impiegate del secondo gruppo hanno mangiato quasi il doppio del cioccolato rispetto alle colleghe del primo gruppo!

4- Fai la spesa a stomaco pieno

I negozi e soprattutto i supermercati di grandi dimensioni sono progettati per farci comprare cibo e altri articoli di consumo in abbondanza. Il modo in cui presentano sugli scaffali scatole, confezioni e alimenti sfusi, la grande abbondanza delle quantità in esposizione, il packaging, i profumi intensi, le luci… Tutto è studiato per stimolarci a riempire il nostro carrello.

Come reagisci istintivamente al profumo di pane caldo? E alla vista di una pizza appena sfornata?

Non fare mai la spesa quando hai fame. Scegli una fascia oraria in cui hai lo stomaco pieno. Ma non solo: usa sempre una lista prestabilita, scritta mentre sei a casa. E seguila senza sgarrare.

Scrivi una lista di quello che ti serve prima di uscire di casa e seguila alla lettera

5- Metti degli ostacoli tra te e il cibo

Quando nasce in noi un desiderio, il nostro sistema nervoso valuta sempre il rapporto costi/benefici. Confronta, cioè, il valore del beneficio atteso nel caso in cui il desiderio venisse esaudito con il costo dello sforzo richiesto per ottenere quello che vogliamo. Questo processo, generalmente inconscio, spinge alla decisione di agire… Oppure a quella di non agire.

Il desiderio di cibo non fa eccezione. Più quello che vorresti mangiare è a portata di mano, più mangerai. Ne abbiamo parlato anche quando ti ho dato i miei dieci consigli per dimagrire riorganizzando i pasti.

Con la consapevolezza che il tuo cervello tenderà a evitare sforzi eccessivi, metti degli ostacoli tra te e il cibo. Un esempio? Mai fare scorta degli alimenti che ti spingono a sgarrare, di cui sei più goloso.

Il tuo cervello evita spontaneamente gli sforzi eccessivi. Più il cibo è difficile da raggiungere meno mangerai

 Conserva gli alimenti facili da sgranocchiare (biscotti, cioccolatini, patatine fritte eccetera) in scatole opache e collocali in fondo negli armadietti, oppure in alto, dove sono meno accessibili.

Più in generale, organizza gli spazi in cucina (armadi, frigorifero, congelatore e così via) in modo da semplificare l’accesso agli alimenti a bassa densità (come frutta e verdura) a discapito dei prodotti ad alto contenuto calorico (formaggi, burro, carni rosse, piatti pronti).

Gli esperimenti su cervello, cibo e fatica

I primi esperimenti in questa direzione risalgono agli anni ’70, quando lo psicologo americano Stanley Schachter chiese a un gruppo di persone obese di compilare un questionario. Mentre lo facevano, avevano a disposizione un sacchetto di mandorle da sgranocchiare. Alcuni avevano a portata di mano mandorle già sgusciate, altri dovevano aprirle con lo schiaccianoci.

Il 95% dei partecipanti si è servito da solo nel caso delle mandorle sgusciate mentre solo il 5% di coloro che dovevano aprirle ne ha mangiate.

Nel corso degli ultimi 30 anni, moltissimi studiosi hanno fatto osservazioni simili grazie a numerose varianti di questo esperimento. La semplice offerta di cioccolatini incartati, piuttosto che pronti da mettere in bocca, ridurrebbe il consumo di un fattore da due a quattro (indagine condotta da Brunner).

Se hai l’obiettivo di dimagrire o quello di evitare di ingrassare, devi rendere il più possibile impegnativo portare il cibo dalla zona dove lo conservi al tuo piatto (e alla tua bocca).

Immagina un’ipotetica scala che va da un grado di impegno pari a 0 (l’alimento è lì, di fronte a te, basta solo allungare una mano e assaggiarlo) a un livello di sforzo pari a 10 (il cibo desiderato è nascosto, imballato, va preparato o magari ancora meglio lo devi acquistare).

Tenendo conto di questa scala, che puoi personalizzare basandoti sulle tue abitudini e idiosincrasie, puoi riorganizzare la casa in modo che, quando vai in cerca di cibo, incontri per primi quello più sano e meno calorico. Mentre le calorie vuote e il cibo spazzatura devono richiederti la fatica maggiore possibile per essere raggiunti e mangiati.

Conosci te stesso, i tuoi punti di forza e le tue debolezze. Fai in modo che i cibi più calorici e dannosi siano scomodissimi da raggiungere

 6- Sbatti fuori dalla porta il cibo spazzatura

 Conserva in casa pochi alimenti caratterizzati da un alto contenuto calorico. Hai voglia di mangiare dei biscotti con burro e doppia dose di cioccolato? Puoi farlo, ma cerca di comprarne solo una piccola quantità, quella che consumerai per soddisfare il desiderio del momento. Elimina pure il vassoio pieno di formaggi invitanti in bella vista nel frigorifero…

Quando fai la spesa togli completamente dalla tua lista i prodotti industriali strapieni di grassi, zuccheri raffinati, edulcoranti, sale, conservanti chimici eccetera. Più che per il tuo peso forma, questo è fondamentale per la tua salute in generale.

Avrai comunque l’occasione di consumare un po’ di junk food quando pranzi fuori casa. Meglio quindi agire preventivamente, evitando di inserire questi alimenti nella lista della spesa. Perché se questi cibi dannosi ma attraenti finiscono nella tua dispensa sai bene che finirai per mangiarli

Togli completamente dalla tua lista della spesa i prodotti industriali ricchi di grassi, zuccheri raffinati, edulcoranti, sale e conservanti chimici

7- Mai acquistare le confezioni formato famiglia

Comprare in grande quantità è un buon sistema per risparmiare. O meglio: potrebbe esserlo in teoria. So con certezza che, quando in casa abbiamo qualche alimento in confezioni formato famiglia, siamo spinti a consumarne di più, piuttosto che razionarlo per un lungo periodo. Fai un po’ di conti.

Quanto tempo ci metti a finire le confezioni extra large di cracker, biscotti o uova? Sei davvero sicuro che acquistarle ti fa risparmiare? O piuttosto ti spinge a mangiare di più? Anche questo è un piccolo trucchetto dell’industria alimentare per spingerci a consumare ancora e ancora.

Le confezioni famiglia non ti fanno risparmiare, ti fanno ingrassare

Riorganizzare la casa: un alleato in più nel dimagrimento

Ora hai nel tuo arco qualche freccia extra, per difenderti dalle tentazioni rappresentate dal cibo. Sarà più facile lasciare fuori da casa tua gli istigatori silenziosi. Quelli che ti spingono a mangiare di più senza che tu te ne accorga.

Inizia già da oggi a riorganizzare la casa: dimagrire e sentirti meglio sarà così più semplice.

Se però vuoi intraprendere un percorso globale che ti consenta di provare a eliminare alla radice le cause del tuo sovrappeso, ascolta il mio audio corso o iscriviti a uno dei miei seminari online. Comprenderai come mettere d’accordo la parte di te che vuole dimagrire con quella che vuole tenersi stretta i chili di troppo.

 

Per fare un percorso completo in assoluta autonomia scegli il mio libro “Conquista per sempre il tuo peso forma. Scopri il rivoluzionario metodo della Bioconsapevolezza per dimagrire senza diete e privazioni”.

 

Per molti dei consigli in questo articolo mi sono ispirata al libro di Michel Desmurget: L’anti-régime. Maigrir pour de bon. Editions Belin, 2017. Non è tradotto in italiano.

Vuoi approfondire alcuni temi trattati in questo articolo? Ti lascio una breve e utile bibliografia degli studi citati nel testo, dai quali sono partita per fare le mie riflessioni e darti questi 7 consigli per dimagrire.

Bibliografia utile

Brunner. It takes some effort. How minimal physical effort reduces consumption volume, Appetite 71 (2013)

Chandon et al. When Are Stockpiled Products Consumed Faster?, J Mark Res 39 (2002)

Chandon et al. How Biased Household Inventory Estimates Distort Shopping and Storage Decisions, J Channouf et al. Les effets non spécifiques de la publicité subliminale, Eur Rev Appl Psychol 49 (1999)

Cheema et al. The Effect of Partitions on Controlling Consumption, J Market Res 45 (2008)

Cornell et al. Stimulus-induced eating when satiated, Physiol Behav 45 (1989)

Marketing 70 (2006)

Ferriday et al. How does food-cue exposure lead to larger meal sizes?, Br. J. Nutr. 100 (2008) Ferriday et al. ‘I just can’t help myself’: effects of food-cue exposure in overweight and lean individuals, Int. J. Obes. (Lond.) 35 (2011)

Gueguen. 100 petites expériences de psychologie du consommateur, Dunod (2005)

Gueguen et al. Exposition subliminale d’un stimulus verbal lié à un besoin physiologique et effet sur le comportement, Cahiers Romans de Sciences Cognitives 2 (2004)

Harris et al. Priming effects of television food advertising on eating behavior, Health Psychol 28 (2009)

Rolls et al. Increasing the portion size of a packaged snack increases energy intake in men and women, Appetite 42 (2004)

Schachter. Some extraordinary facts about obese humans and rats, Am. Psychol. 26 (1971) Schachter et al. Obese humans and rats, Lawrence Erlbaum (1974)

Tetley et al. Individual differences in food-cue reactivity. The role of BMI and everyday portion-size selections, Appetite 52 (2009)

Van Ittersum et al. Plate Size and Color Suggestibility: The Delboeuf Illusion’s Bias on Serving and Eating Behavior, J Consum Res 39 (2012)

Wansink et al. Ice cream illusions bowls, spoons, and self-served portion sizes, Am J. Prev. Med. 31 (2006)

Wansink et al. Mindless Eating: The 200 Daily Food Decisions We Overlook, Environ Behav 39 (2007)

(Murakami et al. Self-reported rate of eating and risk of overweight in Japanese children: Ryukyus Child Health Study, J Nutr Sci Vitaminol (Tokyo) 58 (2012)

Wansink. Can package size accelerate usage volume?, J Marketing 60 (1996)
Mente sana in corpo sano: cosa puoi fare quando ti ammali

Mente sana in corpo sano: cosa puoi fare quando ti ammali

Mente sana in corpo sano. A dirlo è un’antica sentenza latina, diventata proverbiale, che recita (appunto) mens sana in corpore sano. Negli anni questa citazione è stata usata in appoggio alle teorie più svariate. Mente sana in corpo sano può voler dire che se la mente sta bene il corpo di conseguenza non si ammala, o che l’esercizio fisico aiuta il benessere mentale e così via.

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Secondo il mio approccio, che nei miei venti anni di esercizio della medicina complementare ho formalizzato nel metodo della Bioconsapevolezza, questo augurio è molto sensato. E può essere guardato con occhi diversi da quanto facciamo di solito.

Il tuo corpo si ammala perché la tua mente e il tuo io profondo vivono un disagio. Ma la malattia non è l’elemento da combattere per recuperare una mente sana in corpo sano. Anzi. Vediamo perché.

Il tuo corpo si ammala perché la tua mente e il tuo io profondo vivono un disagio

Qual è la relazione tra corpo e malattia

Il corpo risponde all’imperativo biologico di sopravvivere. Quando vivi una situazione in modo pericolosamente stressante, il tuo corpo interviene attivando una soluzione biologica, che spesso ha natura organica, così da aiutarti ad attraversare il momento. Perché? Semplice: è meglio essere ammalati che morti.

Nelle reazioni del corpo (sintomi e malattie), i terapeuti e le persone attrezzate per farlo possono leggere un messaggio: stai vivendo oppure hai vissuto una situazione troppo spiazzante. Per cancellare sintomi e malattie dobbiamo fare in modo che il corpo non abbia più bisogno di intervenire “per salvarti”. Fortunatamente, il tipo di sintomo che sperimenti ci informa sul tuo vissuto, aiutandoci a capire in quale direzione indagare.

Poi è fondamentale comprendere qual è la situazione o l’evento che ha scatenato il vissuto. E intervenire per cambiarlo. Si può fare? Sì, è possibile. Il vissuto è il risultato dei filtri con i quali interpretiamo i fatti.

Di fronte agli stessi fatti e accadimenti, dieci persone diverse vivranno quella stessa realtà in dieci modi differenti. I filtri non sono altro che le tue convinzioni (consce e inconsce), le memorie, le ferite, eccetera.

Di fronte agli stessi fatti e accadimenti, dieci persone diverse vivranno quella stessa realtà in dieci modi differenti

La malattia si manifesta nell’aumento o nella diminuzione di una funzione specifica, oppure nello sviluppo di un’infiammazione. Così nascono per esempio masse tumorali o ulcere.

Quando ti trovi di fronte a una malattia puoi agire su tutti e tre i livelli che la generano, dal più superficiale al più profondo, per modificare la situazione che stai vivendo. Stiamo parlando di azioni, emozioni e pensieri. Ecco come e perché si può agire per recuperare una mente sana in corpo sano.

Cambiare le tue azioni

Le azioni rappresentano il primo livello sul quale puoi intervenire. Cosa puoi fare per migliorare il tuo stato di salute? Cambiare il tuo stile di vita, la dieta, fare attività fisica, prendere un farmaco, ecc.

Ci sono però due importanti limiti che devi considerare quando metti in atto questa strategia. Il primo è che devi esercitare la tua volontà costantemente. Il secondo è che esercitando la tua volontà in modo cosciente puoi cambiare solo le tue azioni consapevoli (ad esempio smettere di consumare cibo spazzatura). Ma non hai alcun potere di modificare le azioni che compie autonomamente il tuo corpo.

L’apporto di farmaci e operazioni chirurgiche

Per influenzare le azioni del corpo, abitualmente ti rivolgi alla medicina convenzionale, che attraverso farmacopea e chirurgia combatte lo squilibrio definito malattia. Spesso impedendo al corpo di mettere in atto le sue strategie difensive. Intervenire a livello delle azioni significa esercitare una volontà costante, senza sgarrare mai, con risultati incerti.

Fare sport o smettere di fumare può senz’altro aiutare in tutta una serie di casi. Così come possono essere utili, ad esempio, le medicine che leniscono il dolore e confortano le persone che affrontano uno stato acuto della malattia. Il valore delle azioni si esprime anche negli interventi sanitari in caso di traumi fisici e stati di emergenza acuta.

L’intervento volontario sulle azioni, però, serve solo a ridurre i sintomi fastidiosi della malattia che stai vivendo. Oppure a tutelare momentaneamente la tua sopravvivenza.

L’intervento volontario sulle azioni, però, serve solo a ridurre i sintomi fastidiosi della malattia che stai vivendo

Ridurre i sintomi è molto utile per curare, nel senso di prendersi cura, ma non per aiutare la persona a guarire. Ecco perché in moltissimi casi ci si ritrova ad assumere farmaci per una vita intera.

Prova a riflettere su questa metafora. Spesso chirurgia, farmacopea e buone abitudini sono paragonabili alle azioni di un contadino che cura le sue piante malate occupandosi solo dei frutti e trascurando le radici o il terreno.

Intervenire sulle tue emozioni

Le emozioni rappresentano il secondo livello in questo panorama di interventi possibili. Lavorare sulle emozioni permette di agire in modo più profondo rispetto a quanto puoi fare grazie alle azioni.

Se imparerai a conoscere te stesso, scoprirai come accogliere le tue emozioni e lasciare che trovino uno sfogo benefico. Di conseguenza ti ammalerai di meno e risolverai gli stati di squilibrio che di volta in volta dovrai affrontare.

Accogliere le proprie emozioni senza giudizi o mistificazioni è molto più complesso di quello che potresti pensare. Perché le emozioni spesso fanno paura e non sempre sono le benvenute. Magari il contesto sociale in cui vivi ti spinge a nasconderle. Oppure sei stato cresciuto con la convinzione che esprimere quello che senti ti rende debole e attaccabile. Una persona che non può avere successo.

Il condizionamento sociale

La nostra società, frequentemente, considera tollerabili alcuni livelli di emotività e intollerabili altre manifestazioni. Come se fosse consentito piangere di tanto in tanto (per fare un esempio) ma di certo non troppo spesso e non senza freni. Così come ci sono emozioni ritenute sane e lecite (ad esempio la tristezza per la morte di un parente) e altre insane o inopportune. Come la disperazione perché è venuto a mancare un animale domestico.

Moltissimi bambini, nel corso della prima infanzia, quando l’essere umano vive il suo stadio di spugna emotiva, imparano che non è sempre educato, corretto o giusto provare ed esprimere emozioni. Frasi come “impara a controllarti” sono all’ordine del giorno. Possiamo agire sulle nostre emozioni? Sì, scoprendo come accettarle, accoglierle e lasciarle libere di esprimersi.

Ma c’è un lavoro ulteriore e più importante da fare per recuperare benessere e salute.

Possiamo agire sulle nostre emozioni? Sì, scoprendo come accettarle, accoglierle e lasciarle libere di esprimersi

Lavorare alla radice

Le emozioni sono diretta conseguenza del nostro dialogo interiore, conscio e inconscio. Il dialogo interiore, a sua volta, è condizionato dalle nostre credenze.

Utilizzando dei metodi mirati che permettono di cambiare le tue convinzioni, puoi agire sul livello più profondo tra quelli che causano malattie o abbassano la tua energia vitale e il tuo stato di benessere. Impedendoti, di fatto, di avere una mente sana in corpo sano.

Prova a visualizzare questo livello di azione come una microchirurgia della mente. Una convinzione bloccante può essere rimossa e sostituita con una convinzione costruttiva e benefica. In questo modo si agisce attraverso una riprogrammazione cellulare.

Una convinzione bloccante può essere rimossa e sostituita con una convinzione costruttiva e benefica

Biologia: il risultato di più fattori correlati

Quando parlo di lavorare alla radice di una malattia o di un malessere, che costituisce il fulcro del metodo della Bioconsapevolezza, mi riferisco proprio al fatto di intervenire alla radice dei pensieri e delle azioni biologiche del corpo.

I pensieri e le azioni che nascono a livello biologico sono condizionati dal vissuto personale (educazione ricevuta, cultura assorbita nella crescita, accadimenti) ma anche dal vissuto dei tuoi antenati. Il dialogo interiore (compreso quello inconscio) che porta a sviluppare sintomi e malattie è spesso il risultato di traumi vissuti e non elaborati. O anche non del tutto digeriti. La psicoterapia è una via possibile per sciogliere i traumi.

Questi traumi imprimono delle ferite emozionali che vengono memorizzate nelle nostre cellule. La nostra Biologia prende in carico questo stress emozionale e reagisce a questi drammi ancora attivi in noi, cercando di esprimere a suo modo una soluzione.

Come comprendere la soluzione biologica

La domanda fondamentale da farsi, quando il corpo ti invia un messaggio sotto forma di malattia, potrebbe essere spiazzante. Chiediti in che modo la malattia come risposta del corpo può essere sensata. In reazione a quale evento traumatico quella malattia ha un senso?

Se riesci a vedere la malattia come un sistema del corpo per darti una mano, la tua visione cambierà completamente e potrai avvicinarti in modo concreto a una soluzione. In questo blog trovi diversi esempi interessanti, legati ad esempio al sovrappeso o all’infertilità come messaggi dal corpo. Possono aiutarti a capire meglio.

Mente sana in corpo sano con il metodo della Bioconsapevolezza

Il metodo della Bioconsapevolezza ti aiuta a risanare le tue ferite, personali e genealogiche, per liberare il corpo dal compito di gestirle attraverso sintomi e malattie.

Tale cambiamento profondo modifica il tuo dialogo interiore e dunque il modo in cui vivi gli eventi. Quindi influenza direttamente le tue emozioni. Di conseguenza cambieranno le tue azioni, consce e non (quelle della tua biologia).

La differenza sostanziale rispetto a un lavoro che si ferma al primo livello, quello delle azioni, è che quando avrai lavorato alla radice, le tue emozioni e le tue azioni cambieranno da sole. Senza che tu debba esercitare un controllo costante (cosa molto difficile e faticosa).

Quando avrai lavorato alla radice, le tue emozioni e le tue azioni cambieranno da sole

Il potere del lavoro alla radice

Grazie al lavoro alla radice le azioni saranno spinte da un movimento interiore che non richiede minimamente forza di volontà o consapevolezza. Quando avrai risolto il problema che spingeva il corpo verso la malattia, recuperando benessere e una mente sana in corpo sano, le tue azioni cambieranno spontaneamente. Condizionerai così la tua salute a 360°: fisica, sessuale, emozionale, sociale, intellettuale, spirituale e così via… Una guarigione reale e sostanziale.

Ora, conoscendo i diversi livelli sui quali puoi agire per recuperare una mente sana in corpo sano, sai anche cosa ti puoi aspettare dal lavoro che puoi fare ad ogni livello. Puoi scegliere di integrare i diversi tipi di interventi fra di loro, per beneficiare dei vantaggi di ciascuno.

5 falsi miti su cibo e alimentazione sana

5 falsi miti su cibo e alimentazione sana

I falsi miti su cibo e alimentazione sana condizionano le nostre abitudini a tavola, rendendo più difficile, per molti, raggiungere e mantenere il proprio peso forma e un buono stato di salute.

Hai mai sentito dire che bisogna evitare a tutti i costi i grassi, perché favoriscono l’insorgenza di patologie cardiovascolari? Oppure che bisogna mangiare tantissimo a colazione, molto a pranzo e poco a cena? Da dove arrivano queste convinzioni tanto diffuse da essere nella testa di tutti noi? I falsi miti su cibo e alimentazione sana possono avere o meno fondamento scientifico. Ma non sono mai regole universali valide per tutti. Scopriamo perché e come nascono.

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I falsi miti su cibo e alimentazione sana sono spesso punti di vista, credenze popolari, consuetudini

Si tratta di punti di vista, credenze popolari, consuetudini oppure ancora raccomandazioni dettate, talvolta, dal buon senso. Sono punti di vista. Leggendo questo approfondimento scoprirai che gli stessi esperti di alimentazione si trovano spesso in disaccordo tra loro.

Nel momento in cui abbiamo la pretesa di trasformare questi suggerimenti in precetti universali scopriamo che non funzionano per tutti.

Sul nostro Pianeta vivono oltre 7 miliardi e mezzo di persone. Come si può pretendere che esistano delle regole sull’alimentazione che possano valere per chiunque? Nonostante ciò, diversi falsi miti su cibo e alimentazione sana sono diventati, nel tempo, convinzioni radicate. Promosse e caldeggiate anche da professionisti sanitari, dietologi, dietisti e biologi nutrizionisti.

Il problema di molte convinzioni sull’alimentazione è che non sono davvero salutari per tutti

Biologicamente siamo tutti diversi

Vorrei che, intraprendendo questo breve viaggio alla scoperta dei falsi miti su cibo e alimentazione sana, tu tenessi a mente un principio basilare. Biologicamente siamo tutti diversi. Innanzitutto l’uno dall’altro. Perché ci distinguono sesso, età, lavoro fisico e mentale giornaliero, abitudini, luogo geografico di residenza, stili di vita e metabolismo basale. Un termine che indica il minimo apporto di energia necessario ad assicurare le funzioni vitali del tuo corpo quando è sveglio e a riposo.

Inoltre, lo stesso individuo non è mai del tutto identico a se stesso. Cambiamo nel corso degli anni e persino in un breve intervallo di tempo, che può essere pari a un anno, a una stagione o a un singolo mese. Sicuramente hai conosciuto qualcuno che dimagrisce spontaneamente all’arrivo dell’estate (o dell’inverno) senza cambiare abitudini alimentari.

Per non parlare del fatto che i nostri bisogni in termini di cibo mutano man mano che cresciamo e poi invecchiamo. E le nostre esigenze nutrizionali sono diverse, ad esempio, se affrontiamo una gravidanza, una malattia, un cambiamento importante di vita e così via.

Lo stesso individuo non è mai del tutto identico a se stesso, si cambia anche in un breve lasso di tempo. Di conseguenza cambiano le esigenze alimentari

Liberati dalle regole che non valgono per te

Abbandona la convinzione che devi seguire i falsi miti su cibo e alimentazione sana come se fossero una religione. Potrai così lasciarti alle spalle auto costrizioni che ti fanno fare fatica, frustrano i tuoi bisogni reali e forse sono anche dannose per la tua salute.

Se stai leggendo questi miei consigli, molto probabilmente hai (o pensi di avere) dei chili in eccesso, che ti appesantiscono e ti fanno sentire a disagio. Magari segui scrupolosamente diverse regole per “mangiare sano”. Ma non ne hai mai tratto alcun beneficio, o i benefici sono stati davvero pochi. Questo accade perché quelle regole a cui ti sei aggrappato, molto probabilmente, non funzionano per te e per la tua biologia. Scopri quali sono i 5 falsi miti su cibo e alimentazione sana che puoi abbandonare a cuor leggero.

Ovviamente, riconoscere che si tratta di regole arbitrarie, che non possono valere per tutti, non significa che devi fare l’esatto opposto. Semplicemente puoi permetterti di validarle o no. Se non funzionano pe te, puoi trovare una strada migliore per raggiungere il tuo peso forma. E sappi che questa strada non passa dal numero di pasti fissi al giorno o dal divieto assoluto di mangiare cioccolato.

Alcune regole su cibo e alimentazione sana a cui ti sei aggrappato non valgono per te

1 – Bisogna fare 5 pasti al giorno

Quante volte l’hai sentito dire? Da amici, parenti, medici e professionisti dell’alimentazione. Devi mangiare a colazione, pranzo e cena. E a questi pasti principali aggiungere sempre due spuntini, a metà mattina e a metà pomeriggio. Abituarsi a mangiare in questo modo può servire a non sgarrare, evitando di abbuffarsi fuori orario.

Se i pasti giornalieri sono cinque, non dovresti sentire più i morsi della fame. Può quindi diventare più facile consumare porzioni misurate, pesate sulla bilancia, soprattutto la sera. Sicuramente conosci qualcuno che così facendo è dimagrito e continua a mantenere il suo peso forma, seguendo strettamente questo regime alimentare.

Sono consigli utili se ti sei disconnesso dal tuo corpo e dai segnali che ti manda. Funzionano come una stampella per chi non riesce a camminare da solo. E magari sono perfettamente adatti al tuo caso. Troverai però altri professionisti, anche loro esperti di alimentazione, che la pensano in modo diametralmente opposto. Allora chi seguire? Te stesso: impara ad ascoltare i bisogni del tuo corpo.

 

Sei stanco di diete e privazioni e vuoi raggiungere per sempre il tuo peso forma? Leggi il mio nuovo libro

 

L’altra faccia della medaglia

La forzatura dei cinque pasti al giorno può creare una sorta di “rumore di fondo”, che impedisce di ascoltare i tuoi reali bisogni nutrizionali. Rendendo difficile il raggiungimento di un’alimentazione intuitiva, spontanea e naturale.

I cinque pasti al giorno rendono più difficile capire quali sono i tuoi reali bisogni nutrizionali

È molto più sano e proficuo, per raggiungere il peso forma, mangiare quando hai fame. Assumendo quello che il tuo corpo ti suggerisce di ingerire. Ti consiglio di provare a saltare dei pasti quando non hai fame e di mangiare a orari diversi, solo quando senti veramente appetito. Così darai l’opportunità al corpo di mandarti dei segnali chiari e potrai allenarti ad ascoltarli di nuovo.

2 – È importante ridurre al minimo il consumo di alimenti tabù

Niente cioccolato e assolutamente niente grassi, soprattutto quelli saturi.

Eppure nel cioccolato ci sono degli elementi, come il triptofano, molto utili al nostro benessere. Grazie a un paio di quadratini di cioccolato fondente possiamo assumere buone quantità di questo amminoacido essenziale, che il nostro corpo non è capace di produrre da solo.

Questo mattoncino è necessario alla sintesi delle proteine e di sostanze biologiche fondamentali come la niacina (o vitamina B12) e la serotonina, chiamata anche ormone del buonumore. La serotonina è coinvolta, in quanto precursore della melatonina, nella regolazione del ciclo sonno-veglia.

La maggior parte degli alimenti tabù contengono in realtà elementi essenziali al tuo benessere

Guerra ai grassi

La lotta ai grassi è ancora più feroce di quella al cioccolato. Soprattutto quando si parla di grassi saturi. Sarebbero loro i responsabili del tuo sovrappeso e di tante patologie cardiovascolari. Magari te ne stai privando da anni. Eppure non riesci comunque a mantenere il tuo peso forma. E se ci pensi conosci sicuramente qualcuno che si abbuffa di grassi, compresi quelli saturi, senza ingrassare di un grammo.

Non ti sto dicendo che da domani devi mangiare uova, bacon e salumi fino alla nausea. Ma che anche i grassi, o meglio i lipidi, sono macronutrienti che hanno proprietà importanti per il tuo benessere.

C’è chi, pur consumando cibi grassi con una certa regolarità, non soffre di patologie cardiovascolari. Se il tuo corpo ti chiede dei grassi, anche saturi, mangiarne non ti farà per forza ammalare. È sempre una questione di bisogni individuali e del momento che si sta vivendo. Il corpo potrebbe averne bisogno, per esempio, per affrontare un clima molto freddo.

Per tua informazione sappi che alimenti come il salmone e le noci, ricchi di grassi insaturi, contengono grandi quantità di omega 3 e omega 6. Sostanze necessarie, tra le altre cose, alla crescita dei bambini e al controllo dello stato infiammatorio che può favorire l’insorgenza di patologie.

Alcuni lipidi sono essenziali per combattere gli stati infiammatori che favoriscono le malattie

3 – Devi abbassare il tuo livello di colesterolo

Parlare dei grassi mi permette di introdurre il terzo dei principali falsi miti su cibo e alimentazione sana. Mi sto riferendo al colesterolo e ai farmaci per abbassarne il livello. Hai dovuto dire addio a formaggi stagionati e semi-stagionati, uova e a tanti altri alimenti perché sui tuoi esami del sangue è apparso un asterisco accanto alla voce che misura HDL, LDL e trigliceridi?

Magari sei solo moderatamente in sovrappeso, o sei al limite alto della tua fascia di normopeso. Eppure il tuo medico ti ha consigliato di metterti a dieta stretta. Inoltre, potrebbe averti prescritto delle pastiglie per abbassare il livello di colesterolo, soprattutto quello di tipo LDL, considerato il colesterolo cattivo.

Sappi però che il colesterolo, oltre a essere una componente fondamentale delle membrane cellulari (il rivestimento delle cellule del nostro corpo), è importantissimo per il buon funzionamento del tuo cervello. Partecipa, tra le altre cose, alla sintesi della vitamina D.

È talmente importante che solo una parte viene reperita dall’alimentazione, la maggioranza del colesterolo nel nostro corpo viene prodotta dal fegato.

Anche nel caso del colesterolo, gli esperti non sono tutti d’accordo. Ci sono professionisti, come i medici Philippe Even e Bernard Debre’ che denunciano la disinformazione sul tema.

Il colesterolo è considerato un nemico della salute, invece è fondamentale per il buon funzionamento del nostro organismo

Perché ce l’abbiamo con il colesterolo?

Negli anni sono cambiati in modo significativo gli standard che definiscono un uomo o una donna a rischio di sviluppare patologie cardiovascolari. Spesso questa valutazione viene effettuata semplicisticamente a partire dall’esame del sangue che valuta il livello di colesterolo.

Una persona che dieci anni fa era considerata sana e non a rischio, oggi viene segnalata come borderline o addirittura a rischio. Dal 2013 al 2018 il numero di individui a cui sono state prescritte le statine è aumentato del 13,3% (rapporto OSMED 2018 di AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco). Si tratta di una terapia anti colesterolo che va portata avanti per tutta la vita.

Eppure l’equilibrio tra colesterolo e salute sembra essere molto più complesso di quello che ci viene raccontato.

La mia è una perplessità. Ogni volta che si combatte ferocemente un’azione del corpo senza cercare di capirne le ragioni, sento un profondo disaggio. È importante ricordare che le scienze mediche sono in continua evoluzione e che quanto viene ritenuto corretto oggi potrebbe non essere considerato valido domani. Inoltre, l’uso di anticolesterolemici ha molti effetti collaterali di diverso tipo.

 4 – Fai una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero

Ecco una regola squisitamente culturale: è persino un proverbio! Sembra essere sensato. Visto che la mattina hai lo stomaco vuoto, perché ti sei appena svegliato, pensi di dover consumare un’abbondante colazione. Così potrai partire con tutte le energie necessarie ad affrontare la giornata. A pranzo puoi ancora mangiare dosi generose, ma a cena devi stare a stecchetto. Perché dopo andrai a dormire e non consumerai le calorie assunte. Semplice e ovvio, eppure…

Mangiare tanto al mattino serve per avere le energie necessarie ad affrontare la giornata? Eppure siamo già carichi grazie alle ore di riposo

Frequentando un corso di cucina naturale, mi è stato condiviso un punto di vista completamente differente. Secondo le indicazioni di Pino Africano, tecnico alimentare fondatore dell’associazione La salute me la mangio, fare una colazione abbondante equivale a mettere sotto carica un telefono che ha già il 100% di batteria. Perché al mattino, dopo una buona notte di riposo, siamo già pieni di energia. Grazie al sonno. Le energie non arrivano solo dal cibo.

Le energie non arrivano solo dal cibo

Forse ti sarà capitato, dopo una notte in cui non sei riuscito a riposare, di svegliarti con più appetito del solito. Al mondo esistono persone che fanno colazioni da re, pranzi da principi e cene da poveri e mantengono tranquillamente il proprio peso forma. Mentre altre seguono la stessa regola e sono in sovrappeso. Questo accade perché questa convinzione popolare, che potrebbe anche avere alcuni fondamenti scientifici, non è una regola universale.

 5 – Pesa tutto quello che mangi e mangia sempre le giuste quantità

Quante diete, varie ed equilibrate, impongono di pesare tutto quello che mangi? Non solo per contenere le calorie. Questi regimi alimentari si basano sul principio che devi consumare una certa quantità di proteine, lipidi, carboidrati eccetera.

Hai seguito alcune diete nella tua vita? Almeno una ti avrà costretto a usare quotidianamente la bilancia. Molto probabilmente ti sarà capitato di vivere la frustrazione di avere ancora fame a fine pasto. Oppure, ancora peggio, di essere sazio e fissare il cibo nel piatto. Immagino che ti sarai sforzato di finire tutto, per rispettare la dieta.

Dov’è l’errore? Non è possibile sapere di quali quantità e qualità di cibo hai bisogno partendo solo dalla tua età, dal tuo lavoro e dal tuo sesso. Ci sono molte altre variabili in gioco. Inoltre quantità e qualità di cibo di cui hai bisogno non sono mai le stesse, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana.

Quantità e qualità di cibo di cui hai bisogno non sono mai le stesse, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana

Dimagrire senza diete è possibile

Leggendo le mie parole forse stai provando emozioni contrastanti.

Da una parte sei felice, perché puoi finalmente abbandonare alcune regole alimentari che ti stavano strette. Senza sentirti in colpa.

Dall’altra ti starai chiedendo: se non seguo regole e regimi alimentari controllati, allora come faccio a raggiungere il mio peso forma? Sappi che dimagrire senza diete è possibile.

Grazie al Metodo della Bioconsapevolezza, che ho sviluppato in oltre vent’anni di pratica delle medicine complementari (e non), potrai scoprire una via per raggiungere il tuo peso forma e anche per mantenerlo. Dicendo addio al terribile effetto yo-yo che porta a perdere peso per poi riguadagnarlo con gli interessi e alla frustrazione di stare sempre a dieta.

E ho una buona notizia per te! Liberandoti dai dogmi dei falsi miti su cibo e alimentazione sana hai compiuto un primo passo verso il tuo peso forma.

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