Mangiare troppo: emozioni represse e abbuffate

Mangiare troppo: emozioni represse e abbuffate

Perché il fatto di mangiare troppo, abbuffandosi indipendentemente dallo stimolo della fame, è legato al vissuto emozionale? Il cibo, nella società contemporanea e nei Paesi più ricchi, dove ce n’è in abbondanza, è diventato per molti uno strumento di gestione dei momenti di crisi. C’è quindi chi lo usa come anestetico nei confronti delle emozioni negative.

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Quando si fa fatica a gestire le proprie emozioni è facile cadere in un circolo vizioso… Poiché si provano sentimenti e sensazioni che non si vorrebbero vivere, ci si abbuffa di cibi consolatori, spesso ipercalorici.

È capitato anche a te? Se sei condizionato dalla cultura delle diete, in modo palese o più subdolo, mangiare troppo ti fa sentire in colpa. Da queste scorpacciate ne esci portando dentro un senso di disagio, svalutazione e vergogna. Questi giudizi negativi su te stesso e queste emozioni sono a loro volta difficili da elaborare e sei spinto nuovamente a rifugiarti nel cibo. E così via.

Quando provi sentimenti e sensazioni che non vuoi vivere, ti abbuffi di cibi consolatori

Un cortocircuito che parte dall’infanzia

C’è chi ha talmente paura delle proprie emozioni da temere di esserne schiacciato o addirittura ucciso. La paura di essere travolto da un’onda emotiva, ti fa scappare lontano da quello che provi.

A molti sarà capitato, soprattutto nell’infanzia, di seppellire le proprie emozioni a causa dell’educazione impartita dai genitori e dalla società. “Non piangere non è successo nulla”, “non fare così, è tutto a posto”, “perché sei triste se ti ho dato quello che volevi?”, sei molto cattivo!”. Quanti di noi si sono sentiti ripetere più e più volte queste frasi? Un bambino non ha la capacità di mettere in discussione i propri eroi (le figure genitoriali, gli insegnanti), di conseguenza mette in dubbio se stesso.

Le emozioni riportano la nostra attenzione sul corpo e su quello che sentiamo. Quando siamo bambini siamo delle vere e proprie spugne emotive. Abbiamo delle antenne speciali che captano tutto quanto ci circonda: emozioni, vibrazioni, tensioni… Da adulti questa capacità risulta più o meno repressa a seconda dell’individuo. Tornare a sentire, a prestare attenzione al corpo e alle emozioni, può farti molta paura perché da piccolo, quando eri in grado di farlo, hai provato dolore. La mancanza della mamma, la paura delle ombre notturne, le tensioni tra gli adulti che ti circondavano, l’incoerenza spiazzante tra linguaggio verbale e non verbale e così via.

Tornare a sentire, a prestare attenzione al corpo e alle emozioni, può fare molta paura

Da spugna emotiva a dittatore

Nel processo di continua negazione delle proprie emozioni che si innesca durante la crescita e il raggiungimento dell’età adulta, molti diventano dei dittatori impietosi e giudicano se stessi senza tregua.

Nel mio lavoro mi capita spesso di conoscere persone che si rivolgono a se stesse in modi che non userebbero neppure con il loro peggior nemico, scegliendo parole e toni offensivi, pieni di disprezzo.

Tristezza ma anche rabbia

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, mangiare troppo non è un meccanismo usato solo da coloro che si sentono tristi o inadeguati. Anche chi prova altre emozioni può rifugiarsi nel cibo.

Se la tua rabbia, per esempio, ti fa paura, se temi di danneggiare qualcuno altro o anche te stesso nel momento in cui la lasci sfogare, è possibile che tu abbia trovato dei modi alternativi per placarla. Hai scoperto, consapevolmente o meno, che non potendo mordere l’individuo con cui sei in conflitto, addentare del cibo ti dà sollievo. D’altra parte, fare il pieno di cibo fa sentire intorpiditi. La belva che c’è in te si calma, temporaneamente. Il leone affamato è più pericoloso di quello con la pancia piena.

Mangiare aiuta a ritrovare il proprio centro

Quando ci si abbuffa, oltre a tentare di scappare dalle proprie emozioni, spesso si cerca un altro beneficio importante. Mangiare, poiché fa lavorare lo stomaco, che occupa anatomicamente una posizione centrale nel corpo, ti aiuta a ritrovare il tuo centro. Grazie alla medicina cinese sappiamo che lo stomaco, insieme alla milza, è legato all’elemento Terra, che rappresenta il centro. Mangiare può aiutare a riconnettersi alla Terra.

Ogni volta che sei destabilizzato, potresti essere tentato di mangiare per recuperare nuovamente una centralità. Non è sbagliato di per sé, anzi è funzionale. Il problema è farlo in modo compulsivo, senza controllo e senza consapevolezza, come se fosse l’unica soluzione possibile.

Il sapore dolce (sto parlando dei carboidrati, come pane, focaccia, brioche, pasta eccetera, che hanno questo sapore) da un punto di vista energetico nutre milza e stomaco. Come abbiamo sottolineato questi organi sono legati all’elemento Terra, che rappresenta il centro. La tua attrazione per i carboidrati, può essere la conseguenza del bisogno di radicarsi. Ecco che ancora una volta diventa evidente che è meglio evitare di rendere tabù alcuni alimenti. I carboidrati non sono il tuo nemico, come spesso capita di pensare a chi segue delle diete.

Lo stomaco, insieme alla milza, è legato all’elemento Terra, che rappresenta il centro

Trovare un’alternativa

Quando mangiare troppo ti fa stare male (ti senti gonfio, appesantito, poco reattivo, in sovrappeso) ti suggerisco di cercare altri modi, oltre al cibo, per ritrovare il tuo centro. Puoi sperimentarne diversi e utilizzarli a seconda del momento che vivi e del tuo specifico bisogno. Puoi sfogare l’emozione che ti ha destabilizzato, oppure regalarti un momento di rilassamento (trovi degli audio gratuiti a disposizione sul mio sito alla pagina risorse).

Oppure ancora, ad esempio, puoi fare venti respiri profondi in silenzio e a occhi chiusi. Immagina di avere delle radici che scendono dalle tue gambe verso il centro della Terra, mentre il tuo corpo e la tua testa si espandono dritti verso il cielo.

Anche una camminata a passo veloce può aiutare, così come qualche minuto di meditazione vera propria.

Ci sono vari modi per ritrovare il tuo centro, indipendentemente dal cibo

Il cibo è portatore di emozioni piacevoli

Oltre a scappare dalle emozioni negative, è possibile che nel cibo tu sia portato a cercare delle emozioni piacevoli.

Ti propongo ora un esercizio. Quale è l’alimento che per te è irresistibile? Questo è il tema di uno dei miei Laboratori sul peso forma. Ho anche dedicato a questo argomento un capitolo del mio libro per dimagrire senza diete. Quando hai individuato l’alimento, prova a chiederti: questo cibo cosa suscita in me? Per molti è legato a una sensazione di benessere, ricordi spensierati, momenti di festa, di condivisione, di vacanza eccetera. Ti faccio degli esempi.

  • I dolci e la panna montata riportano Anna ai festeggiamenti in famiglia, quando era piccola e i suoi genitori, nonni e zii erano ancora vivi. Oggi non ci sono più.
  • Pane, pizza e focaccia ricordano a Maurizio la cucina e il calore della mamma.
  • Il cioccolato al latte con le nocciole riconnette Paola alle vacanze estive dalla nonna. Le fa ricordare momenti spensierati, passati in mezzo alla natura insieme agli amici del paesino di montagna.
  • Linda non può fare a meno dell’aperitivo a fine giornata. Richiama in lei il ricordo di suo padre, che aveva appunto l’abitudine di prendere un aperitivo dopo il lavoro. Questo gesto per Linda è un atto di vicinanza a suo padre.

Quando avrai compreso perché quel cibo è così importante e prezioso per te, prova a chiederti come puoi connetterti a quell’emozione senza dover ricorrere per forza al cibo. Scrivi su un foglio almeno tre azioni mirate che ti possano aiutare a farlo.

Puoi riconnetterti a sensazioni ed emozioni positive senza chiedere aiuto al cibo

Come uscire dal circolo vizioso delle abbuffate

Per smettere di mangiare troppo in modo compulsivo, devi imparare ad accogliere le tue emozioni. Prova a dare nuovamente spazio al tuo bambino interiore e alle tue sensazioni. Parla a te stesso e agisci con l’obiettivo di diventare il tuo migliore amico (o amica). L’adulto che c’è in te ha la capacità di essere amorevole, affidabile, comprensibile e paziente con il bambino interiore che urla il suo bisogno di essere accolto, rassicurato, e amato in modo incondizionato.

Al posto di giudicare prova ad ascoltare e rassicurare il bambino che c’è in te. Grazie a questa riconciliazione potrai fare pace con emozioni e sensazioni.

Al posto di giudicare prova ad ascoltare e rassicurare il bambino che c’è in te

A livello simbolico, non esistono né tempo né spazio. Tutto accade nel qui e ora. Se l’adulto che sei oggi prende per mano il bambino che sei stato, si crea uno spazio nuovo. Potete fare grandi cose insieme e operare importanti guarigioni. Potete vivere il bello delle emozioni, delle sensazioni legate al corpo, al piacere, al qui e ora, grazie alla presenza del bambino. E al contempo potete contare su conoscenza, sicurezza in se stessi e senso di responsabilità propri dell’adulto.

Per smettere di mangiare troppo, oltre a riconnetterti con il tuo bambino interiore è importante riconciliarti con le emozioni.

Ri-addomesticarsi alle emozioni

Di solito, quando si presenta un’emozione, automaticamente smettiamo di respirare. Invece la prima cosa da fare è respirare profondamente. Chi ha partorito può pensare a quello che ha imparato durante il corso pre-parto per affrontare le contrazioni uterine. Queste contrazioni iniziano piano, poi crescono di intensità fino ad arrivare a un picco di dolore e infine si affievoliscono. L’onda emotiva si comporta alla stessa maniera.

Quando senti che un’emozione sta per arrivare a travolgerti, respira e osserva. Ascolta cosa accade nel tuo corpo quando l’emozione lo attraversa, con la fiducia che passerà anche questa sensazione, apparentemente soverchiante. Se hai vissuto situazioni molto difficili e senti che le emozioni potrebbero scatenare in te il panico, chiedi aiuto a un professionista esperto.

 Quando senti che un’emozione sta per arrivare a travolgerti, respira e osserva

Ascoltare e comprendere le emozioni

Le emozioni sono anche dei messaggi. Hanno una ragione di essere. Possono essere risvegliate da un evento, da una persona, ma anche da un luogo, da un piccolo dettaglio che mette il dito nella piaga, provocando una reazione emotiva sproporzionata alla situazione effettiva che stai vivendo. Facciamo un esempio per chiarire.

Nel corso di un laboratorio una dei partecipanti, che chiameremo Bruna, ci ha raccontato delle sue abbuffate, che stranamente avvenivano dopo il pasto. Mangiava anche in abbondanza, fino a sazietà, durante il pranzo. Dopo un sonnellino di mezz’ora, si svegliava, parole sue, con la sensazione di sentirsi mancare la terra sotto i piedi. Questa sensazione la spingeva a precipitarsi a divorare un dolce. Per prima cosa ho verificato che non si trattasse di ipoglicemia, e indagando ancora ho scoperto che l’orario del pranzo e la tipologia di cibo assunta non influenzavano tanto il fenomeno, che si ripeteva inevitabilmente alle due del pomeriggio. Da circa due anni.

Indagare sul vissuto emotivo

Insieme a Bruna ricostruiamo cosa è accaduto due anni prima. Seguendo il mio modo consueto di ragionare e il mio metodo, quello della Bioconsapevolezza, ho cercato di scoprire cosa è successo che le ha fatto mancare la terra sotto i piedi. Individuiamo quindi il responsabile: una diagnosi di cancro, che l’aveva lasciata del tutto spiazzata. Parlando scopriamo che aveva ritirato il referto in ospedale proprio alle due del pomeriggio. E da quel momento il suo mondo era crollato.

Per Bruna lo choc della diagnosi si era come cristallizzato. Allo scoccare delle due la voragine emotiva riaffiorava. Non sapendo cosa fare di questa emozione inaspettata e incomprensibile, Bruna cercava rifugio nel cibo. Senza saperlo, cercava di ritrovare un suo centro.

Questa partecipante aveva già attraversato tutto l’iter di cure per il suo cancro. Ed era stata sostenuta psicologicamente durante il percorso. Il momento della diagnosi, però, non era stato rivisitato. Al contrario era stato come “risucchiato” dall’inconscio.

Mangiare troppo dopo pranzo era solo la punta dell’iceberg. Il sintomo dell’abbuffata ha richiamato l’attenzione sul trauma della diagnosi e Bruna ha potuto finalmente rielaborarlo e guarire.

Mangiare troppo può essere solo la punta dell’iceberg

Come accade per ogni sintomo, una volta consegnato il messaggio ed elaborato il trauma, l’abbuffata può sparire così come è apparsa. Da un giorno all’altro.

Strumenti concreti per smettere di mangiare troppo

Scrivi liberamente su un quaderno, da usare come una sorta di diario. Lascia che a esprimersi sia la tua “pancia”: senza censura, con curiosità e accoglienza benevola nei confronti di qualsiasi sensazione. Il tuo vaso, forse troppo pieno, deve poter traboccare in un luogo sicuro. Oltre a sfogarsi, l’obiettivo del quaderno è prendere coscienza di cosa c’è dietro l’agitazione che ti spinge a mangiare troppo.

Dai a te stesso l’opportunità di sfogare la frustrazione e la rabbia fisicamente. Picchia un cuscino, vai a correre, taglia la legna eccetera.

Potrebbe sembrarti strano ma anche l’urlo muto è di grande aiuto. Con i pugni chiusi apri la bocca e immagina di urlare, senza emettere alcun suono. Perché muto? Il rumore dell’urlo potrebbe alimentare il panico, riportando alla memoria momenti di pericolo. Ho provato sulla mia pelle e so che funziona, invito anche te a fare questa esperienza.

Ridare al cibo la sua giusta importanza

Quando avrai fatto pace con le tue emozioni e saprai accoglierle senza negarle, non avrai più bisogno di un anestetico. Saprai comprendere i tuoi veri bisogni e le abbuffate inspiegabili smetteranno di manifestarsi. Potrai ritrovare il piacere di nutrirti di buon cibo in tutta serenità e naturalezza. Ne trarrai allora l’energia giusta per percorrere la via della leggerezza, dentro e fuori.

Se il sovrappeso per te è un problema e vuoi sperimentare una strada diversa per ritrovare il tuo peso forma, senza diete, leggi il mio libro.

Diete e abbuffate: come uscire dal circolo vizioso

Diete e abbuffate: come uscire dal circolo vizioso

Le diete sono inutili e spesso anche dannose, perché spingono molte persone, frustrate dal sacrificio e dalla fatica di controllare in continuazione quello che mangiano, ad abbuffarsi. Cerchiamo di capire meglio quali sono le ragioni dietro a questo meccanismo e come funziona. Comprenderlo è utile a spezzare il circolo vizioso dieta-dimagrimento-abbuffata-recupero di tutti i chili “persi” e anche di più.

Il corpo è competente

Non mi stancherò mai di ripetere che il corpo è programmato per nutrirsi con l’obiettivo di garantirsi un livello di energia vitale ottimale. Questo significa che il corpo è competente in fatto di cibo e alimentazione. Non ha alcun bisogno di controllo da parte della mente, anzi. A tavola, è proprio quando la mente interviene che nascono i problemi. Le regole dettate dalla nostra parte cosciente, controllante e giudicante compromettono il rapporto sano e istintivo che tutti abbiamo con il cibo quando siamo bambini.

Il corpo non ha alcun bisogno di controllo da parte della mente in fatto di alimentazione

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Alcuni entrano nel circolo vizioso delle abbuffate dopo una sola dieta, altri dopo molte diete fallimentari. Si tratta di una vera e propria schiavitù mentale, dettata dal fatto che tutto il potere su quello che si può o non si può mangiare viene conferito alla mente. Privando il corpo di un ruolo importante che gli è proprio.

Se affidi alla testa il compito di gestire la tua alimentazione quotidiana, gli chiedi qualcosa che non è in grado di fare. Sono il corpo e il tuo istinto animale che dovrebbero decidere cosa mangi. Solo loro possono farlo in modo idoneo.

Diete, cambiamenti biologici e disturbi alimentari

Le diete causano dei veri e propri cambiamenti a livello biologico. Si perde sensibilità alla leptina (l’ormone della sazietà). Inoltre si sbilancia il rapporto tra leptina e grelina (l’ormone della fame). Il corpo di conseguenza smette di autoregolarsi in modo ottimale per quanto riguarda fame e sazietà.

Le diete ti fanno perdere sensibilità all’ormone della sazietà

Le restrizioni provocano frustrazione e la frustrazione porta a cercare una compensazione. Molti compensano con grandi abbuffate che causano un senso di vergogna difficile da debellare e una nociva svalutazione di se stessi, per il fatto di aver perso il controllo.

Le diete hanno come obiettivo la risoluzione di un fatto considerato un problema: i chili di troppo. Ma invece di eliminare i chili in più le diete provocano tutta una serie di difficoltà più o meno gravi. Alimentazione squilibrata, disturbi alimentari, sovrappeso, disordini ormonali e metabolici. Tra i disturbi alimentari c’è il binge-eating: caratterizzato da abbuffate analoghe a quelle della bulimia, ma che non vengono seguite da pratiche di eliminazione o compensazione.

Se ti è capitato di vivere queste difficoltà, molto probabilmente avrai cercato di risolvere la situazione imponendoti nuove diete, ulteriori regole, magari più restrittive. Si entra in un circolo vizioso che può durare una vita intera.

A tutti questi disturbi si aggiunge lo stress, che può provocare problemi di sonno. Il ciclo circadiano perde la sua normale regolazione così come accade a tante secrezioni ormonali (leptina e grelina incluse).

Prima di raccontarti cosa puoi fare per interrompere il circolo vizioso nel quale sei intrappolato, voglio condividere con te la testimonianza di una paziente, che chiameremo Laura.

La storia di Laura e della sua ossessione per le diete

A 16 anni ho deciso che pesavo due chili di troppo. Ho fatto la mia prima dieta. Da allora ho iniziato a pensare e ripensare al cibo.

In tanti momenti a pensarci troppo, a volerlo controllare tramite diete di ogni tipo. Mi ferivo con giudizi pesantissimi su me stessa e i miei “fallimenti”, facevo programmi, mi davo obiettivi da raggiungere. In certe fasi della mia vita questo approccio che definirei ossessivo sfumava o era assente. Ma per la maggior parte del tempo il mio corpo non mi è andato bene. Ero sempre alla ricerca di una soluzione per quello che vivevo come un problema.

Anche negli ultimi mesi precedenti al laboratorio Peso Forma ero caduta nel loop. Senza riuscire a controllare un bel niente. Anzi: avevo una pessima alimentazione, gli abiti mi stavano troppo stretti, sentivo molta frustrazione. Vivevo grossi sensi di colpa e soprattutto la mia mente era spesso occupata dal cibo.

Il primo e principale motivo per cui mi sono iscritta al Laboratorio Peso Forma era per me molto ambizioso… Liberarmi dall’ossessione verso il cibo. Cambiare passo. Cambiare il mio modo di pensare al cibo.

Questo è successo, quasi subito, in modo netto.

Come Laura vive oggi il rapporto col cibo

Il cibo adesso occupa pochissimo i miei pensieri. Sempre più spesso mi trovo a non programmare nemmeno i pasti della giornata. Ho abbandonato qualsiasi regime alimentare abbracciato in passato. Al contrario, mi ascolto. Ed è incredibile per me constatare quanto il corpo sia effettivamente competente. Così mi lascio guidare.

Mangio solo se ho fame, quella fame reale che oggi riesco incredibilmente a riconoscere. Smetto di mangiare quando sono sazia. E smetto molto, molto prima rispetto al passato. Mangio quindi molto meno, ma allo stesso tempo non ho più la sensazione di volerne ancora e di dover rinunciare a qualcosa.

Mangio quello che mi chiede il corpo. Quando me lo chiede. Quanto me ne chiede. Se ricado in qualche vecchio schema, che mi spinge a mangiare per placare l’ansia o il dolore, cerco di non colpevolizzarmi troppo. Mi do tempo. Mi dico che la prossima volta sarà diverso. E così mi sento finalmente libera. Una sensazione impagabile.

Pensare al cibo oggi è quasi sempre una gioia o comunque non è un cruccio o un problema. Sono libera di pensare con godimento a quando mangerò, per esempio, la polenta col gorgonzola. E quindi ne mangerò un piatto, non tre. In ogni caso non mi giudicherò e non mi sentirò in colpa. Ho capito che per tutta la vita ho dato al cibo e a tutto ciò che ruota intorno al cibo un’importanza che ora non riconosco più.

Inizialmente ero un po’ spaventata da questo cambiamento e credevo che sarei ingrassata. Invece no. Sono dimagrita.

Laura ha fatto questo percorso per liberarsi dalla sua ossessione per le diete. Come dico spesso ai miei pazienti “tutti abbiamo altro da fare, altro a cui pensare che non ossessionarci con diete e quantità di calorie!” Ma vediamo nel dettaglio quali sono i passi per uscire dal circolo vizioso che connette diete e abbuffate.

Riconnettiti al tuo istinto

Prima di tutto è fondamentale dare di nuovo voce al proprio istinto. Prova a smantellare tutte le regole che ti sei imposto di rispettare in fatto di alimentazione. Non devi seguirne nessuna, neppure quella che recita di aspettare che arrivi la fame. Il corpo non ha bisogno del controllo della mente. Sa benissimo gestirsi da solo, anzi lavora meglio quando non intervieni consciamente.

Smantella tutte le regole che ti sei imposto in fatto di alimentazione

So bene che ascoltare e seguire il proprio istinto quando si parla di cibo non è facile. A partire dall’allattamento materno… Alcuni esperti consigliano alle madri di non allattare a richiesta, ma di imporre orari e quantità al neonato. Quando invece, lasciando al bimbo sano e al suo istinto la responsabilità di dare il ritmo delle poppate, si può osservare una crescita tranquilla e rigogliosa del piccolo. Come ho già sottolineato, la nostra biologia è programmata non solo per la sopravvivenza ma anche per favorire un livello di vitalità ottimale.

Questa libertà di solito fa molto paura alle persone abituate a vivere sotto dittatura alimentare. La via di uscita, nella mia esperienza, passa attraverso la ricostruzione della fiducia nel proprio istinto e nel proprio corpo.

Recupera la fiducia nel tuo corpo e nel tuo istinto

Ringrazia la tua mente, che interviene con intenti benevoli, ma mettila da parte. Rimettila al suo posto. Solo così il corpo avrà lo spazio necessario per occuparsi della tua alimentazione con tutta la maestria di cui è capace.

Un risultato sorprendente

L’esperienza mi ha insegnato che il risultato di questo processo è molto diverso dai timori che può suscitare. Le persone, quando si concedono la libertà di mangiare quello che il corpo suggerisce loro senza freni, non ingrassano. Al contrario si stabilizzano.

Qualcuno dimagrisce progressivamente in modo naturale e spontaneo. Indipendentemente dal peso, tutti vivono il sollievo e la serenità di liberarsi dall’ossessione per il cibo. Scoprono di avere più tempo ed energia a disposizione per nutrire la propria gioia e il proprio benessere.

Alle persone che rimangono in sovrappeso, consiglio di comprendere perché il loro corpo ha bisogno di quei chili di “troppo”. È l’approccio alla base del metodo della Bioconsapevolezza, che illustro nel mio libro Conquista per sempre il tuo peso forma.

Chi si stabilizza su un peso che non è il peso forma può intraprendere un percorso per capire perché il corpo ha bisogno del sovrappeso

Fai pace con il cibo

Per interrompere il circolo vizioso delle diete e delle conseguenti abbuffate devi riuscire a smettere di pensare che alcuni alimenti siano tabù. Il cioccolato non fa male, in sé. Ogni cibo ha il suo valore nutrizionale, energetico ed emotivo.

Non esistono alimenti tabù

Smettila anche di pensare che quando mangi una porzione in più o scegli cose golose, dimostri di essere una persona senza volontà, poco degna. Non dire più a te stesso che ti dovresti vergognare e dunque nascondere. Evita anche il pensiero opposto: non raccontarti di essere degno d’amore e virtuoso quando riesci a mangiare poco e in modo sano.

Togli voce e potere al tuo dittatore interiore che ti impone di essere costantemente alla ricerca dell’alimentazione perfetta e del corpo ideale.

Togli voce e potere al tuo dittatore interiore che ti impone di avere un corpo ideale

Smettila di demonizzare o venerare gli alimenti. Il cibo è solo cibo. Utile, piacevole o meno a seconda dei gusti personali.

Voglio aggiungere una cosa. Contrariamente a quello che tante persone in sovrappeso cronico pensano, quando avrai raggiunto il peso desiderato non sarai automaticamente felice, sicuro di te, libero e stimato dai tuoi pari. Le persone che ti hanno suggerito questo ti hanno mentito.

Guardare in faccia la realtà

Nello svolgimento della mia professione, ti posso assicurare che ho incontrato persone al loro peso forma per niente sicure di se stesse, né felici o appagate. Ho invece incontrato altre persone che, pur essendo in sovrappeso, vivono serene, sono piene di vita e anche stimate dalla loro rete sociale.

Quando avrai raggiunto il tuo peso forma, sarai sempre tu, semplicemente avrai qualche chilo di meno.

Se però lavorerai su te stesso e sul tuo equilibrio emotivo, se riuscirai a guarire qualche ferita del passato, allora sì che oltre a raggiungere il tuo peso forma e fare pace con il cibo raggiungerai uno stato di maggiore benessere e gioia. Se sei interessato a questi aspetti ne parlo sempre nel mio libro.

Quando saprai rispettare la tua fame in ogni momento della giornata, senza pensarci troppo su, le abbuffate compulsive non faranno più parte della tua vita.

Trasformare i conflitti per migliorare la qualità della vita

Trasformare i conflitti per migliorare la qualità della vita

I conflitti irrisolti portano a un continuo stato di tensione fisica e psicologica che può peggiorare la qualità della tua vita e minare pesantemente il tuo stato di salute. Si tratta di una situazione che vale per qualunque tipo di conflitto, dai più grandi ai più piccoli. Quindi non sto parlando solamente dei conflitti più gravi e generalizzati, come quelli che portano un popolo a ribellarsi contro un tiranno o uno Stato a combatterne un altro. Anche i conflitti di tutti i giorni sono potenzialmente dannosi.

 

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La buona notizia è che puoi imparare a risolverli partendo dallo stesso modus operandi, quello della trasformazione dei conflitti. Prima di scoprire come si trasformano e si superano i conflitti, però, è necessario comprendere come nascono.

All’origine dei conflitti

Perché nasce un conflitto? Per rispondere a questa domanda voglio attingere alle conoscenze del sociologo norvegese Johan Galtung, grande studioso della pace. Da più di 50 anni Galtung svolge l’attività di mediazione per la trasformazione dei conflitti sia in ambito domestico sia in quello internazionale. Nel momento in cui un bisogno essenziale dell’essere umano non viene rispettato o viene anche solo minacciato si genera un conflitto, che può portare alla violenza.

Quando si parla di violenza, non si intende solo la violenza fisica e intenzionale, tecnicamente definita violenza diretta. Si include anche la violenza indiretta, più subdola, soggetto di grande attenzione da parte di chiunque sia impegnato nella costruzione della pace.

Riassumendo, secondo Johan Galtung la violenza nasce da conflitti irrisolti mentre il conflitto a sua volta è generato dal fatto che qualcuno non rispetta o minaccia un nostro Bisogno Essenziale.

Il conflitto nasce dalla minaccia a un bisogno essenziale

Quali sono i Bisogni Essenziali dell’uomo

L’ampia esperienza di Galtung in ambito internazionale e non solo, gli ha permesso di scoprire e formalizzare quattro Bisogni Essenziali universali.

  1. Sopravvivenza. I bisogni connessi alla sopravvivenza sono indispensabili alla conservazione della vita: accesso a ossigeno, acqua potabile, cibo, a un riparo dalle intemperie, a una situazione di sicurezza per la propria integrità fisica, eccetera. Si parla quindi di quantità della vita. Questo bisogno è minacciato in modo evidente in caso di guerra, di siccità e di carestia, per esempio. Ma qualcuno potrebbe sentire la propria vita minacciata nel momento in cui perde il lavoro e il sostentamento economico. Oppure in caso di malattia.
  2. Benessere. Con il termine generico benessere si identifica lo stare bene a livello fisico, psicologico, emotivo e sociale. Il fatto di poter aspirare a una buona qualità della vita. Si raggiunge il benessere quando si hanno a disposizione buon cibo, aria pulita, relazioni sociali soddisfacenti, ci si realizza a livello personale e professionale, si rispettano i propri ritmi e così via.
  3. Identità. Anche il rispetto della propria identità etnica, di genere, culturale e sociale è un bisogno essenziale. Ciascuno di noi ha il diritto di vedere riconosciuta la propria individualità e originalità. Parliamo del diritto ad avere ed esprimere i propri valori e convinzioni. Si fa cioè riferimento alla dignità di ogni colore di pelle, di ogni convinzione religiosa, di ogni identità sessuale, di ogni aspirazione personale o professionale eccetera.
  4. Libertà. Il rispetto delle scelte individuali deve essere garantito per mantenere la pace. A patto che la libertà del singolo non impedisca quella di altri esseri umani. Parliamo di libertà di movimento, espressione, cura eccetera.

Dall’alternativa “o-o” all’integrazione “e-e”

La necessità che i Bisogni Essenziali dell’individuo siano rispettati motiva le richieste che ciascuno fa per vederli soddisfatti. Ignorare questi bisogni o calpestarli è alla base dei conflitti e dell’eventuale violenza che ne consegue.

Se i Bisogni Essenziali di tutte le persone all’interno di una relazione non sono rispettati il conflitto è inevitabile. E lo stesso vale per le relazioni tra due soli individui.

Quando nessuno interviene mettendo in campo gli strumenti utili alla trasformazione del conflitto, ci si trova in una situazione dove esistono solo due possibilità. O vinco io, o vinci tu. O sono io ad avere ragione e vincere oppure l’altro. Nella maggior parte dei casi, però, questo modello di (non) gestione dei conflitti non porta a nessuna conclusione.

Pensare che una delle parti debba per forza aver ragione non porta alla soluzione del conflitto

La gestione e trasformazione dei conflitti consente di transitare da un’alternativa in cui c’è opposizione (“o-o”) a un’altra in cui c’è integrazione (“e-e”).

I conflitti generano conflitti

Nei casi in cui c’è opposizione (“o-o”) il risultato è una “non soluzione”, che prevede un vincente e un perdente. Il primo apparentemente soddisfatto, il secondo frustrato.

L’antropologa belga Pat Patfoort, esperta di trasformazione di conflitti, ha individuato tre conseguenze che nascono da questo modello vincente/perdente.

  1. Escalation. Uno dei due gruppi o individui subisce una pressione e si difende attaccando, mentre l’altro viene spinto a difendersi e attaccare poi a sua volta. La difesa che ne consegue porta a un altro attacco/provocazione e così via. Ognuno accresce l’intensità del proprio attacco cercando di prendere il sopravvento sull’altro. Una modalità d’azione che provoca un aumento progressivo dell’intensità del conflitto. Il tutto può sbocciare nella violenza fisica diretta.
  2. Catena di violenze. Quando una delle due parti in lotta non riesce ad assumere (temporaneamente) una posizione di maggiore forza nei confronti dell’aggressore l’attenzione si rivolge altrove… Chi subisce l’abuso diventa a sua volta abusante nei confronti di un terzo. Ad esempio: lo Stato su un imprenditore, l’imprenditore su un dipendente, il dipendente su sua moglie, la moglie sul figlio, il figlio sul gatto. S’innesca appunto una catena e la violenza si propaga. Per riassumere, poiché una delle due parti in causa è decisamente troppo dominante (o Maggiore, come da definizione di Patfoort) il dominato (o minore) scarica la propria frustrazione sulla persona minore rispetto a sé.
  3. Interiorizzazione. Talvolta chi è in posizione di svantaggio è talmente soggiogato da non riuscire nemmeno ad attaccare un altro e a quel punto danneggia se stesso. Come? Tramite autosvalutazione, autolesionismo, suicidio eccetera.

In tutte queste situazioni vincente e perdente vivono sentimenti di rabbia, frustrazione, odio, colpa e cattiva coscienza. Se questi non vengono esternati e o incanalati adeguatamente, le persone coinvolte danneggiano sé o gli altri e la loro salute ne risente pesantemente.

Vincente e perdente vivono sentimenti di rabbia, frustrazione e odio

Qual è la soluzione?

Fortunatamente esistono più soluzioni che possono essere impiegate per la gestione di questi conflitti. Tutte partono dal modello dell’Equivalenza di Pat Patfoort. La relazione tra due soggetti A e B è sana quando ognuno riconosce l’altro come equivalente, cioè riconosce il valore dell’altro come pari. Nessuno di conseguenza ha bisogno di prendere il sopravvento sull’altro.

Per avviarsi verso la trasformazione del conflitto è importante non fermarsi alle richieste espresse in modo conscio delle parti in gioco. Un passaggio importante infatti è quello di indagare i Fondamenti alla base delle richieste. Perché ciascuno porta avanti quel determinato desiderio e volontà? Cosa pensa di ottenere di positivo soddisfacendo le proprie richieste?

Chi è coinvolto nel conflitto può così entrare in un processo che rivela le ragioni di entrambi, riconoscendole e rispettandole tanto quanto le proprie. Si procede poi per gradi, fino ad arrivare alla soluzione.

La relazione tra due soggetti è sana quando ognuno riconosce l’altro come equivalente

I conflitti nel quotidiano

Quando il soggetto A vuole qualcosa di apparentemente incompatibile con la volontà del soggetto B, ad esempio il primo vuole andare al mare, il secondo in montagna, si può creare tensione. La maggioranza delle persone è abituata a lottare perché vengano rispettati i propri desideri. Quando le cose stanno così è inevitabile che ci sia un vincente e un perdente. Uno dei due soddisferà la propria volontà mentre l’altro la dovrà sacrificare, rinunciando a far valere i propri bisogni.

Talvolta non c’è nessuna lotta: una delle persone in causa semplicemente si adegua immediatamente al desiderio dell’altro e, ad esempio, lo segue al mare.

Di fatto, però, una situazione come questa crea spesso, in chi ha ceduto, un senso di sacrificio più o meno rilevante. Sedimenta nella mente dei due interessati una specie di lista con debiti e crediti. Chi si è sottomesso pensa: “ok, per questa volta hai vinto, la prossima dovrai adeguarti tu alla mia volontà”.

Trasformare concretamente un conflitto

Abbinando l’esperienza di Galtung e Patfoort si integrano i Bisogni Essenziali, il concetto di Equivalenza e la conoscenza dei Fondamenti. Sfruttando questa integrazione possiamo creare una realtà in cui le persone collaborano per trovare un accordo, una soluzione win-win, grazie alla quale tutti vincono. I soggetti prima coinvolti nel conflitto si rilassano perché i loro Bisogni Essenziali vengono soddisfatti al 100 %. I Fondamenti dei loro desideri sono stati ascoltati e insieme si è cercata la migliore soluzione per rispettare tutte le parti in gioco.
Il percorso di trasformazione dei conflitti si articola in quattro passaggi. 

Il percorso di trasformazione dei conflitti si articola in quattro tappe 

Primo passaggio: Equivalenza

Mettiti nella condizione di considerare ogni persona coinvolta nella situazione di conflitto come Equivalente. Avete tutti uguale diritto di essere rispettati e felici. È legittimo per ognuno vedere soddisfatti i propri desideri e Bisogni Essenziali.

Questa tappa non è un’azione vera e propria ma uno stato d’essere fondamentale che condizionerà le tue azioni e permetterà di trasformare il conflitto con successo.

Tutti hanno lo stesso diritto di essere rispettati e felici

Secondo passaggio: conoscere se stessi

Prova a capire qual è il Bisogno Essenziale che non viene rispettato nella situazione che ti crea tensione. Perché provi, ad esempio, il desiderio di andare al mare? Cosa ti aspetti di ottenere dalla tua vacanza al mare? La ragione per cui vuoi qualcosa costituisce le Fondamenta del tuo desiderio.

Magari pensi che andando al mare il contatto con l’acqua e il sole ti rigenererà. Hai voglia di riposo dopo mesi di sovraffaticamento lavorativo. Solo così nutrirai davvero il tuo bisogno di benessere. L’idea della montagna non ti attira affatto, perché hai proprio necessità del contatto con l’acqua e di sdraiarti al sole.

Ascolta i tuoi desideri e quello che è importante per te

Terzo passaggio: comunicazione

Impegnati a comunicare i tuoi desideri alle altre persone coinvolte nel conflitto e spiega cosa è importante per te. È fondamentale conoscere te stesso e saper riconoscere i tuoi bisogni.

Poi, ascolta i desideri dell’altro e quello che è importante per l’altro. Cercando di comprendere insieme quali sono i Fondamenti del suo desiderio di andare in montagna. E quali sono i Bisogni Essenziali che l’altro pensa non vengano rispettati se rinuncerà a farlo.

L’altra persona, per esempio, immagina che la vacanza in montagna gli porterà tranquillità e pace. Vuole camminare nella Natura respirando aria pulita. Per contro immagina il mare e le spiagge affollate da turisti.

Ascolta i desideri dell’altro e quello che è importante per l’altro

Quarto passaggio: creatività

Collabora in modo creativo, empatico ed equo alla ricerca di una soluzione win-win. Una soluzione che rispetti i Fondamenti e i Bisogni Essenziali di ogni persona coinvolta nel conflitto.

Nell’esempio del mare o della montagna, una meta come la Sardegna, la Corsica o la Liguria potrebbe essere vincente, perché offre entrambi i paesaggi. Oppure potrebbe essere una soluzione scegliere di raggiungere spiagge incontaminate, includendo nella vacanza sia bagni sia passeggiate su un sentiero costiero. Si potrebbe anche optare per un viaggio in montagna, programmando soste e bagni al lago. E niente impedisce di valutare la prenotazione di qualche ora in una Spa, con l’obiettivo di rigenerarsi ulteriormente.

La soluzione è di tipo win-win quando ognuno si sente rispettato nei propri Bisogni Essenziali di sopravvivenza, benessere, identità e libertà e i Fondamenti all’origine della richiesta sono stati accolti e raggiunti al meglio.

Collabora in modo creativo, empatico ed equo alla ricerca di una soluzione win-win

Rispetto e gratitudine al posto di rabbia e frustrazione

Applicare queste conoscenze alla tua vita quotidiana è un contributo importante per la tua pace interiore ma anche per la pace nel mondo.

La trasformazione dei conflitti genera situazioni caratterizzate da rispetto reciproco, gratitudine e serenità. La relazione è dinamica e le persone prima coinvolte nel conflitto sperimentano una pace positiva, cioè una realtà in cui possono osare di essere se stesse. Possono così ambire a rispettarsi e farsi rispettare senza paura che nasca un conflitto. Perché sanno che se anche un conflitto dovesse nascere hanno comunque i mezzi per trasformare la situazione, sempre. Si garantisce così maggiore vitalità e auto-realizzazione per tutti.

Alimentazione e salute: 12 consigli per mangiare bene

Alimentazione e salute: 12 consigli per mangiare bene

Alimentazione e salute sono intimamente connesse: l’alimentazione influenza la tua vitalità sia dal punto di vista fisico sia da quello emotivo, intellettuale e spirituale. E quando il tuo livello di vitalità è elevato anche la capacità di alimentarti bene migliora di conseguenza. Un buon livello di energia vitale è importante per prevenire le malattie, garantendo salute e benessere.

Sappi che puoi influenzare la tua energia vitale mangiando bene e nelle giuste quantità.

Puoi influenzare la tua energia vitale mangiando bene e nelle giuste quantità

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Mangiare troppo non causa sovrappeso

Prima di capire come raggiungere l’obiettivo di curare alimentazione e salute, ci tengo a fare una precisazione. Non penso che i chili in più delle persone sovrappeso siano legate al fatto di mangiare “troppo” e muoversi “poco”. Al contrario, rispetto ai loro bisogni reali, queste persone mangiano troppo e si muovono poco con lo scopo (inconsapevole) di mantenersi in sovrappeso. Per me, alla radice dei chili in piùc’è il bisogno del corpo di essere in sovrappeso, per ragioni che vanno indagate e risolte.

Il risultato che propongo di raggiungere attraverso il metodo della Bioconsapevolezza è quello di eliminare il bisogno di essere in sovrappeso, che spinge il corpo a ostacolare il dimagrimento, indipendentemente dagli sforzi che si fanno. Raggiunto questo scopo, il corpo in ogni sua cellula, collaborerà con la mente per raggiungere e mantenere il peso forma.

Perché mi interesso di alimentazione e salute

Personalmente seguo un tipo di alimentazione molto libera e intuitiva. Vuol dire che mangio liberamente, cercando di ascoltare le esigenze del mio corpo e non seguo nessuna regola ferrea quando si tratta di orari o tipologie di cibi.

Non sono un’esperta di alimentazione e non sono specializzata in dietologia. Il percorso di studi di medicina convenzionale non prevede di approfondire questo tema. Penso sia una vera lacuna, perché l’alimentazione ha un ruolo importante sulla nostra salute. Ricordo ancora il mio sgomento quando, anni fa, scoprii che in ospedale non si davano consigli sull’alimentazione, nemmeno ai pazienti affetti da patologie digestive.

Quanto racconto in questo testo deriva sia dalla mia esperienza personale sia dalle mie conoscenze teoriche e pratiche sulla competenza del corpo. Dopo la laurea in medicina, studiando altre pratiche di cura, ho appreso alcuni principi e nozioni che riguardano alimentazione e salute. Queste ricerche personali hanno acceso un intenso processo di riflessione che non è ancora concluso. Nel frattempo sono contenta, senza la pretesa di possedere alcuna verità, di condividere alcuni spunti con chiunque sia interessato.

1-Ricomincia a comunicare con il tuo corpo

Il tuo corpo è una fabbrica biochimica molto complessa e precisa. In ogni istante ha tutte le informazioni su eventuali carenze o eccessi presenti nell’organismo. Conosce il dosaggio di ogni singolo nutrimento, sa quali tossine circolano nel sangue, se gli ormoni sono in equilibrio o meno e così via. Facendoti sentire attratto o respinto verso alcuni cibi e bevande, ti orienta in tempo reale con l’obiettivo di rispondere ai tuoi bisogni effettivi. Restaurando o mantenendo l’equilibrio naturale di alimentazione e salute.

Il corpo è competente: ti orienta in tempo reale con l’obiettivo di rispondere ai tuoi bisogni effettivi

Purtroppo, molto spesso, la nostra capacità di ascolto del corpo non è intatta. Non siamo più capaci di comprendere i segnali che ci manda e le sue indicazioni, tanto preziose per la nostra salute, restano inascoltate.

Per quanto riguarda alimentazione e salute, sarebbe ideale recuperare l’istinto dell’animale selvaggio o del bambino (non ancora condizionato). Ci permetterebbe infatti di adottare istantaneamente un modo di alimentarsi intuitivo e benefico.

Ti invito a dare priorità a questo obiettivo, che parte dalla conoscenza di te stesso. Quando lo avrai raggiunto, non avrai più bisogno di suggerimenti esterni. Nel frattempo, prova a seguire questi altri undici consigli fin da oggi. Scoprirai anche tu che alimentazione e salute sono collegate e che per promuovere il tuo benessere non devi darti come obiettivo quello di seguire regimi alimentari drastici.

Mi raccomando, mentre metti in pratica questi suggerimenti ascolta il tuo corpo e verifica se ciascuno di essi è adatto a te in quel dato momento oppure no.

2-Trova un equilibrio tra nutrimento e tossicità

Quando mangi, devi valutare l’apporto di nutrienti, che permettono al corpo di approvvigionarsi di energia e materie prime (proteine, lipidi, glucidi, vitamine, oligoelementi eccetera). Questi nutrienti sono essenziali per rinnovare le cellule e permettere un funzionamento ottimale dell’organismo. Accrescono il tuo livello di energia.

Di fronte al cibo però devi anche considerare la sua eventuale tossicità. Il tuo corpo ha la capacità di discernere cosa è vitale e cosa è tossico. Se però sei tra quelli che assumono regolarmente tossine mangiando, allora parte della tua energia vitale verrà sempre impiegata per adattarsi alla tossicità e/o eliminare le tossine.

Infine, anche la semplice digestione richiede energia. Quanta, dipende da cosa mangi, quanto mangi e come mangi (ad esempio dedicando poco tempo e concentrazione all’atto di mangiare, masticando poco eccetera).

Se mangi più di quello che il tuo corpo richiede e scegli alimenti di scarsa qualità, il corpo avrà bisogno di più energia per digerire di quella che avrai recuperato alimentandoti.

 Mangiare troppo e male può ridurre la tua energia vitale

3-Limita le calorie vuote

Cibi molto raffinati, come la farina 00 o lo zucchero bianco, per esempio, sono carichi di calorie ma poverissimi di nutrienti. Ti forniscono energia a livello superficiale senza dare al corpo il necessario per vivere in modo ottimale. Ecco perché nei paesi occidentali spesso molte persone, pur mangiando troppo, sviluppano patologie legate a carenze nutrizionali (ad esempio a causa di avitaminosi). Consuma cibi poco raffinati per godere di tutta la loro ricchezza nutritiva. Scegli farine e cereali integrali, sostituisci lo zucchero bianco con il miele o almeno con lo zucchero di canna integrale (meno raffinato) e così via.

I cibi raffinati forniscono energia a livello superficiale

4-Scegli la qualità

La quantità di nutrienti contenuta nei vegetali variain funzione del clima, del terreno, della varietà. Ma dipende anche dal tempo che è stato dato al frutto o alla verdura per maturare, dal metodo di coltivazione e di conservazione del prodotto.

Frutti e verdure non sono tutti uguali. La loro capacità nutritiva dipende anche dalla coltivazione

Qual è il valore nutrizionale ed energetico di un pomodoro cresciuto in un terreno troppo sfruttato, pieno di pesticidi, a volte tossici per l’essere umano? Parliamo di un pomodoro che per crescere è stato spinto oltre i suoi ritmi naturali, raccolto prima che fosse maturo, diventato rosso grazie a un prodotto chimico…

Quale pensi che sia, invece, l’apporto nutrizionale di un pomodoro cresciuto in un terreno rispettato e curato con amore da tempo, da contadini attenti alla biodiversità e all’ecosistema, seguendo i ritmi delle stagioni?

Intuitivamente, sento che quando possibile è meglio affidarsi ai produttori che sostengono la crescita di frutta e verdura rispettando i principi della natura.

5-Fai attenzione al valore vibrazionale degli alimenti

Ogni cibo non ha solo un valore nutrizionale proprio biochimico, ma anche un valore vibrazionale. Ha a che fare con l’energia e nulla a che vedere con le chilocalorie.

Per esempio, quale vibrazione energetica porta con sé la carne che proviene dagli allevamenti intensivi? Sapendo che gli animali si muovono poco, sono sfruttati, abusati, maltrattati, che non hanno mai conosciuto la libertà e che sono imbottiti di antibiotici, non provo il desiderio di nutrirmi di carne che ha subito tanto stress. Faccio fatica a immaginare che il valore vibrazionale della loro carne abbia un impatto positivo sulla serenità e l’energia vitale di chi la consuma.

La vibrazione energetica del cibo che ingerisci influenza direttamente la tua energia vitale in modo positivo o negativo

Indipendentemente dalle convinzioni sull’etica e l’ambiente, consiglio di evitare di nutrirsi di alimenti che non siano stati rispettati. Ed è un principio che vale per tutte le tipologie di cibi, dal pomodoro alla bistecca, passando per la frutta e le uova. Prova a riflettere: quanto la tua alimentazione influenza il tuo modo di vivere?

Personalmente, desidero per me stessa una vita libera che mi garantisca un adeguato spazio fisico e mentale, una vita colma di rispetto e amorevolezza. Mantenendo salda la connessione a questo desiderio, le rare volte in cui sento il bisogno di mangiare prodotti di origine animale, preferisco farlo scegliendo carne di animali che hanno potuto vivere a contatto con la natura. Animali che hanno conosciuto la luce del sole, il vento, l’alternarsi delle stagioni. Capi che si sono nutriti in autonomia da fonti naturali e che sono stati curati da persone rispettose e (perché no) anche amorevoli.

6-Scegli cibi freschi interi piuttosto che integratori

In generale, le vitamine naturali presenti nelle piante lo sono in una forma che possiamo assimilare, cioè sono compatibili con la fisiologia umana. E sono anche associate ad altri composti naturali, utili ad alimentazione e salute. Questa combinazione favorisce un effetto sinergico, che rende biodisponibili i principi attivi di cui abbiamo bisogno, aumentandone i benefici attesi.

Gli integratori, invece, sono composti di sintesi oppure estratti, sostanze isolate che non possono beneficiare di questa sinergia e sono assorbiti in modo meno efficiente dall’organismo.

Gli integratori sono assorbiti in modo meno efficiente dall’organismo rispetto alle vitamine naturali

Prendere un integratore può essere utile ma si tratta di una stampella provvisoria: un metodo utile ad arginare in modo momentaneo un sintomo o un problema di salute fastidioso. È molto più importante ed efficace, invece, lavorare su alimentazione e salute, migliorando la qualità di quello che mangi e favorendo una buona assimilazione. Scegli non solo cibi più grezzi (poco raffinati) e di qualità, ma cerca anche di consumarli interi, ad esempio non sbucciare la frutta, non sottoporre a cotture drastiche le verdure, eccetera.

7-Guarda altrove

Viviamo in una società nella quale, senza che ce ne accorgiamo, siamo portati a pensare che “di più è meglio”. Questo vale pure per la quantità di cibo che ingeriamo. Cosa che spesso va a discapito della qualità. Una modalità di pensiero che influenza anche la produzione, spinta agli eccessi. Abbiamo talmente tanto cibo che alla fine lo sprechiamo.

Presta invece la tua attenzione ad alcune alternative interessanti, come quella del movimento slow food, della coltivazione biologica, della permacultura eccetera.

Anche se sei “solo” un consumatore puoi esercitare il tuo diritto di scelta. Orientandoti verso quei produttori che privilegiano la qualità, rispettano l’ambiente, evitano l’uso di pesticidi, seguono i ritmi delle stagioni e così via. Di conseguenza aumenterà la qualità nutrizionale dei cibi che consumi, il tuo corpo sarà sazio più facilmente e l’energia richiesta per digerire sarà minore di quella ingerita. Il bilancio energetico e il rapporto tra nutrienti e tossine saranno entrambi positivi.

 Privilegiando cibi di qualità il tuo corpo si sazierà più facilmente

8-Consuma succhi di verdure e frutta freschi

Il consumo giornaliero di succhi di verdure e frutta freschi e di stagione ti garantisce una ricarica energetica significativa. Per beneficiare di tutte le virtù delle verdure e della frutta, cerca di non sbucciarle quando possibile. Questi succhi contengono vitamine e minerali ma non solo: proteggono il DNA cellulare e aumentano il ph dell’organismo (si parla di dieta alcalina), favorendo il buon funzionamento dei sistemi connettivo, linfatico e immunitario.

I succhi di verdura freschi e di stagione migliorano il funzionamento del corpo

Se vivi un momento in cui senti di aver bisogno di più energia o di un sostegno per depurarti, magari perché non stai bene o stai seguendo terapie tossiche, puoi bere fino a 3 o 4 succhi di verdura al giorno.

9-Privilegia i cibi locali

L’alimentazione a chilometro zero (o quasi) non è benefica solo per l’ambiente ma anche per il tuo corpo. Tutte le volte che puoi mangia verdure, frutti, cereali, legumi e loro derivati cresciutinella zona in cui vivi. Il cibo che mangi, infatti, ti dà delle informazioni sull’ambiente che ti circonda, preparando il tuo corpo a vivere meglio (e affrontare) quell’ambiente.

Mangiare a chilometro zero prepara il corpo a vivere nell’ambiente in cui ti trovi

Questo non significa rinunciare per sempre ai cibi provenienti da luoghi lontani. Mangiare di tanto in tanto alimenti che provengono da zone geografiche molto diverse dal punto di vista climatico rispetto alla nostra, per esempio, può portare un elemento di varietà che fa piacere al gusto e stimola positivamente il corpo. È importante, però, non esagerare.

Facciamo un esempio. Vivi nel nord Europa, è pieno inverno e mangi ogni giorno frutta tropicale. Stai dando al tuo corpo delle informazioni che hanno a che fare con un clima caldo. Di conseguenza il tuo organismo, aspettandosi un ambiente caldo, sarà meno preparato ad affrontare il clima rigido dell’inverno nord europeo. Potresti essere soggetto a raffreddori recidivanti, per esempio.

10-Fai buon uso di aromi e spezie

Oltre a portare in tavola gusti piacevoli che soddisfano il palato, aromi e spezie hanno proprietà eccezionali per la nostra salute. Le erbe aromatiche più comuni sono timo, maggiorana, origano, salvia, basilico, prezzemolo, aneto, rosmarino ed erba cipollina. Tra le spezie ci sono zafferano, noce moscata, curcuma, paprika, zenzero, cannella, curry, cumino, chiodi di garofano, anice stellato e cardamomo. Queste che ho elencato non dovrebbero mancare nella tua cucina, ma ne esistono molte altre.

Se ascolti il tuo corpo, seguendo il principio dei desideri e dell’attrazione, ti spingerà verso un’erba o una spezia piuttosto che altre, a seconda dei tuoi bisogni del momento.

Non dimenticare neppure i semi. Sono piccolissimi, ma estremamente ricchi di proteine, fibre vegetali ed acidi grassi essenziali, elementi che li rendono un aiuto prezioso per il buon funzionamento dell’organismo. Semi di girasole, di zucca, di lino, di sesamo, di canapa, di chia… Per approfondire ti consiglio questo contenuto.

Puoi usare i semi in molti modi, ad esempio aggiungendoli a crudo nei piatti come tocco finale o inserendoli nelle insalate.

Consuma aromi, spezie e semi seguendo i bisogni del tuo corpo

11-Se fa per te prova il digiuno

Ti faccio un accenno al digiuno solo per dirti che, se ti senti attirato da questa esperienza, ti invito a informarti e provare. Diversi studi scientifici mettono in evidenza un potere curativo interessante del digiuno.

Se dopo un processo di informazione serio e attento digiunare ti spaventa, ti consiglio di evitare: mai fare violenza a se stessi. Credo sia importante avere un atteggiamento curioso e una mente pronta per beneficiare del digiuno.

La nostra cultura occidentale professa la necessità di mangiare quotidianamente più volte al giorno per sentirsi in forma e garantirsi vitalità e benessere. Scoprire invece che si può digiunare alcuni giorni ritrovandosi più vitali di prima è una piacevole sorpresa. Ma non è necessario provare se non ti senti pronto.

Esiste anche il digiuno intermittente, una via di mezzo da intraprendere se digiunare per giorni ti sembra troppo faticoso o spaventoso. Il principio è rimanere senza mangiare per 16 ore di fila. Di solito dalle otto di sera alle dodici del giorno successivo. In questo modo consenti al tuo apparato digerente di riposare, favorisci un effetto detox su tutto l’organismo e un miglioramento del metabolismo.

Non pensare però che il digiuno funzioni come una dieta dimagrante. Anche se si dimagrisce mentre si digiuna, gli effetti sul peso non sono duraturi.

Attenzione: gli effetti del digiuno sul peso non valgono sul medio e lungo periodo

12-Tieni l’acqua a portata di bocca

Non penso sia necessario consigliarti di bere almeno un litro d’acqua al giorno. Piuttosto tieni sempre a portata di mano dell’acqua: sul tavolo dove lavori, in macchina, in borsa, ovunque passi molto tempo. Potrai così rispondere tempestivamente alle richieste del tuo corpo. Il nostro corpo è fatto per il 70% di acqua, essere sempre ben idratati è fondamentale per mantenere salute e benessere.

 

Per concludere: esercitati ad ascoltare il tuo corpo, lui sa esattamente di cosa hai bisogno in fatto di alimentazione e salute. Cerca di orientarti verso un’alimentazione varia, ricca di frutta e verdure fresche, legumi e cereali integrali, privilegiando i prodotti eco sostenibili, di stagione e a chilometro zero. Per quanto riguarda le quantità non restare con la fame, fai in modo da essere soddisfatto sia dal punto di vista delle porzioni sia del gusto. Ma regala anche dei momenti di pausa al tuo apparato digerente.

Energia vitale: evita di abbassarla per mantenerti in salute

Energia vitale: evita di abbassarla per mantenerti in salute

L’energia vitale è indispensabile per mantenerti in salute e promuovere il tuo benessere. Anzi, è talmente importante che riuscire a non abbassarla può aiutarti concretamente a prevenire le malattie, comprese quelle considerate più gravi.

Se hai letto altri contenuti di questo blog e in particolare l’articolo Vitalità: 7 consigli per aumentare il tuo livello di energia, hai già familiarizzato con il mio approccio alla malattia e sai che la tua energia vitale, per mantenere salute e benessere, deve essere di buona qualità e nelle giuste quantità.

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Quanta energia hai a tua disposizione? E perché? Dipende dal livello di stress che vivi abitualmente. Lo stress, di per sé, non è nocivo, ma se il tuo corpo e la tua mente devono continuamente far fronte a una soglia di stress elevata, in uno stato di perenne allarme, il livello di energia basale ne risente consumandosi senza una buona ragione.

Oltre allo stress ci sono una serie di fattori che influenzano negativamente il livello di energia vitale. Scopri su quali comportamenti e sensazioni puoi lavorare per lasciare intatta la tua vitalità. Prova a seguire i consigli di questo articolo fin da oggi, imparerai a conoscerti meglio e potrai incanalare la tua energia vitale in modo utile e costruttivo.

Esistono una serie di fattori che consumano inutilmente la tua energia vitale

1-Comprendi e trasforma le tue paure

Secondo la medicina cinese, la Paura consuma l’energia vitale di tutti noi, se le lasciamo il potere di farlo.

Ecco perché ti propongo di iniziare fin da subito a lavorare sulle tue paure, guardandole da una prospettiva nuova.

La paura fa parte delle emozioni primarie biologicamente utili: ti informa di un pericolo. Se il pericolo è reale, sei biologicamente programmato per agire, affrontandolo oppure scappando da esso. Dipende da quale reazione tra le due è più sensata, cioè ha maggiori probabilità di successo. È la paura che blocca il bambino mascherato da Superman sul punto di saltare dal quarto piano!

La paura fa parte delle emozioni primarie biologicamente utili

Ovviamente, la paura che permette di avere coscienza del pericolo non va mai ostacolata, anzi, andrebbe ringraziata perché è preziosa per la vita.

Ma tutte le volte in cui hai paura di un pericolo futuro, che potrebbe o non potrebbe manifestarsi, la tua biologia non può intervenire. Potrai agire solo nel momento in cui il pericolo temuto si concretizzerà, se mai accadrà.

Nel frattempo vivi uno stato di stress inutile e nocivo, perché non puoi compiere nessuna azione per uscirne. La paura rivolta al futuro è di fatto una forma di ansia, che ti blocca anziché aiutarti ad agire.

La paura di un fatto futuro che potrebbe o meno verificarsi è una forma di ansia

Dietro ogni paura c’è un desiderio

Contrariamente a quello che potresti pensare, nel momento in cui scegli di combattere contro una malattia, lo stress o le tue paure, anziché sconfiggere e sminuire i tuoi problemi, li amplifichi. Perché quando rivolgi attenzione e investi energie in una lotta contro qualcosa, l’unico risultato che ottieni è quello di dare maggiore forza a quel qualcosa. E nel frattempo la tua vitalità decresce. Se vuoi approfondire questo argomento leggi anche Salute e malattia, mai combattere contro il tuo corpo.

Cosa puoi fare invece? Ti propongo un atteggiamento più costruttivo. Poiché dietro ogni paura c’è un desiderio, analizza le tue paure una ad una e cerca di scoprire quali desideri nascondono. Poi scrivi su un foglio i tuoi desideri e annota una o più azioni che ti permetterebbero di realizzarli.

Scrivi su un foglio i tuoi desideri e annota una o più azioni che ti permetterebbero di realizzarli

In questo modo sposterai la tua attenzione dalla paura per reindirizzarla verso la realizzazione dei tuoi desideri più profondi. Agire per raggiungere ciò che desideri non solo non diminuirà la tua energia vitale ma al contrario contribuirà ad accrescerla. Perché sarai spinto dalla gioia della realizzazione e della soddisfazione personale.

2-Evita le cure tossiche

Imbottirsi di medicinali non è la migliore scelta, neppure quando si sta vivendo una malattia considerata grave dalla medicina convenzionale. Se puoi, evita al massimo cure farmacologiche tossiche. Mi riferisco a tanti farmaci di sintesi, che hanno inevitabilmente diversi effetti collaterali. A volte bisogna usarli, ma hanno un impatto sulla salute generale del tuo corpo: richiedono grandi sforzi per gestirli e rischiano di abbassare in modo significativo la tua vitalità.

Quando sei costretto ad assumere farmaci che impattano negativamente sull’energia vitale, in caso di chemioterapia per esempio, ti consiglio caldamente di mettere in campo delle azioni per compensarne la tossicità. Metti in pratica tutti i metodi che contribuiscono a innalzare la vitalità e aiuta il tuo corpo assumendo prodotti naturali e/o seguendo alcune terapie proprie delle medicine energetiche (come quella cinese). Rivolgiti a un naturopata competente, che sarà senz’altro in grado di aiutarti.

Tra le tecniche molto utili ci sono il drenaggio del fegato e più in generale dell’apparato digerente: tutto ciò che detossifica contribuisce a sostenere il livello di vitalità proprio del corpo.

Le pratiche detox contribuiscono ad aumentare o mantenere la tua energia vitale

Da alcuni anni, anche negli ospedali si usa l’agopuntura, allo scopo di ridurre gli effetti collaterali della chemioterapia e la radioterapia, per esempio.

3-Sostituisci all’attaccamento l’accettazione

Quando, di fronte a una situazione avversa, ti arrabbi e ti disperi, stai vivendo un episodio di attaccamento. Ti capita di provare emozioni negative intense e durature legate a qualcosa che è andato storto? Alcune persone continuano a rimanere talmente legate ai traumi subiti, come la morte di una persona cara, una separazione, o un incidente, da continuare a provare le stesse emozioni negative per tutta la vita. E le sensazioni di rabbia, frustrazione e sconforto rimangono intense anche a distanza di anni.

Capita anche a te? L’attaccamento è l’opposto dell’accettazione.

Cosa intendo con accettazione? Quando accetti, prendi atto che quella cosa che ti ha tanto sconvolto è successa. Non significa che ti fa piacere o che va bene per te. Ma solo che sei pronto ad accogliere la situazione così com’è.

Quando accetti, prendi atto che quella cosa che ti ha tanto sconvolto è successa

Se ti arrabbi e ti disperi, è perché vorresti cambiare l’evento avverso. Ma ci sono cose che non possiamo cambiare. Investire energie in questa direzione non fa altro che abbassare il tuo livello di vitalità. Con il rischio di farti ammalare.

Continuare a pensare che una situazione sarebbe dovuta andare diversamente da come è andata, è un pensiero ricorsivo molto nocivo. Si tratta di un atteggiamento che può riguardare diverse sfere della tua vita. Magari rimpiangi di esserti comportato in un certo modo, oppure fai fatica ad accettare i comportamenti o le caratteristiche di una persona cara, o ancora ce l’hai con te stesso per scelte prese dieci anni fa, eccetera.

Anche tu credi nelle favole?

Tutti noi, nel corso della nostra vita, andiamo incontro a eventi che viviamo con piacere e situazioni che subiamo con dolore.

Ascoltando e osservando le persone di cultura occidentale (me inclusa), mi sono fatta l’idea che in tanti soffriamo per la convinzione, conscia o inconscia, che la vita debba andare per tutti nella stessa, meravigliosa maniera. Si nasce in una famiglia amorevole con un padre e una madre che si adorano e che ci hanno desiderati, si cresce nell’affetto, rispettati dai nostri cari. Da adulti si realizzano i propri sogni che hanno a che fare con l’amore, il lavoro, la famiglia e così via. Infine un giorno, verso i cento anni, dopo una vita piena e appagante, si muore nel proprio letto, in totale pace e benessere.

Sarei curiosa di sapere, se esistessero dati di questo genere, quante persone hanno davvero una vita così. Prova a rifletterci. A causa di questo scenario di riferimento ideale, che contempla un totale benessere e che uomini e donne occidentali hanno interiorizzato da decenni, ci scopriamo offesi quando capiamo che la realtà viaggia su altri binari. Ci sentiamo vittime di un’autorità che non ci ama e che può essere Dio o il Destino, a seconda delle nostre convinzioni. Le nostre credenze culturali, spirituali e religiose possono enfatizzare il pathos che ci fa arrabbiare “contro la vita”.

Accettare gli eventi cosi come sono fa risparmiare tanta energia. Questa energia sarà allora disponibile per agire e stare bene nonostante l’evento indesiderato sia accaduto.

L’idea che la vita debba essere piena di gioia e priva di ostacoli è una favola interiorizzata

4-Accetta il dolore ed evita la sofferenza

Personalmente, ho combattuto a lungo il dolore. Il mio e soprattutto quello degli altri. Ho provato rabbia, frustrazione e un profondo senso di impotenza di fronte al dolore che ho incontrato. Quando finalmente ho capito che il dolore fa parte della vita, il mio approccio è cambiato radicalmente. Accettare il dolore non vuol dire essere masochisti.

Provare dolore ci dà un’informazione importantissima: ci dice di spostare la mano dal fuoco. Significa che è necessario attuare un cambiamento. Saperlo e agire di conseguenza ci permetterà di recuperare salute e benessere.

Il dolore è vitale. Esistono persone affette da insensibilità congenita al dolore. Pensa a cosa significa: rischiano di ferirsi gravemente ogni giorno, nelle situazioni più banali, senza accorgersene. Prive da questo sistema di allarme, sopravvivono pochi anni.

Quando cadi, il dolore attira la tua attenzione sulla zona che ha subito il trauma. Questo ti permette, ad esempio, di riposare o di curarti nel modo più opportuno. Col tempo il dolore diminuisce fino a sparire. Quando invece rifiuti il dolore, la sofferenza nasce, si amplifica e persiste.

Facciamo un esempio. Sei in ritardo per un appuntamento importante, stai correndo ma inciampi su una irregolarità del marciapiede. La tua reazione potrebbe assomigliare a questa… “Ecco: sempre la stessa sfortuna! Ora mi sono sporcato e mi sono fatto male, il mio appuntamento è rovinato e così la mia vita! Maledetto il Comune che non ripara le buche sui marciapiedi!”.

Il dolore per la botta l’indomani sarà già passato, ma la rabbia nata dall’intoppo e dal pensiero che la tua vita è rovinata a causa di un appuntamento perso potrebbe durare tutta la vita. Non si può evitare il dolore. Hai invece un grande potere per sottrarti alla sofferenza.

Prova questo esercizio…

L’attaccamento al benessere e la mancata accettazione del dolore, in modo del tutto controproducente, ti espongono a un grosso rischio di sofferenza intensa e duratura. Arrabbiarti con gli eventi avversi ti fa stare male, combattere il dolore lo rafforza.

Sperimenta concretamente un’altra direzione. Da oggi in poi, ogni mattina, fai una decina di respiri consapevoli per centrarti e favorire uno stato di rilassamento. Poi esprimi lentamente ad alta voce questa frase: “Oggi, mi impegno ad accogliere ogni evento con il consenso del mio cuore”. Bastano due minuti per fare questo esercizio. Due minuti che possono migliorare significativamente la tua energia vitale.

5- Riconosci il tuo valore

La svalutazione intralcia lo slancio vitale. La svalutazione di sé, delle proprie azioni e dei propri talenti crea delle correnti contrarie, delle perturbazioni che ostacolano il fluire della vita. Svalutarsi ci spinge spesso a cercare di essere diversi da quello che siamo. Una missione impossibile che fa consumare tanta energia, oltre a farci stare un passo indietro rispetto all’espressione del proprio potenziale. Come un melo che cercasse per una vita di fabbricare delle ciliegie. Spenderebbe tanta energia senza nessun risultato soddisfacente (in tema di ciliegie). In questo modo si intralcia l’energia vitale, che viene deviata per una missione impossibile, e l’albero ottiene pessimi risultati anche in tema di fiori, foglie e mele. La svalutazione mette la persona in uno stato sotto tono che fa stagnare l’energia vitale oppure in uno stato di fatica perpetua che consuma man mano le scorte di vitalità.

La nostra unicità e varietà sono un valore incredibile per il mondo. La biodiversità è una condizione fondamentale per la sopravvivenza degli esseri viventi. Riconoscendo il tuo valore ed esprimendo il tuo potenziale accederai liberamente all’energia vitale a te necessaria. Entrerai anche in un circolo virtuoso, nel quale più sei te stesso e fai quello che ami fare, più sarai colmo di energia vitale che ti permetterà di esprimere ancora meglio te stesso.

La biodiversità è una condizione fondamentale per la sopravvivenza degli esseri viventi

Questione di allenamento

Allenati per evitare di creare sofferenza attraverso piccole azioni quotidiane. Come? Inizia impegnandoti a conoscere te stesso e il tuo valore unico. Poi, man mano, impara a rispettarti e accettare la vita cosi com’è. Renderai la tua esistenza più leggera e contribuirai a mantenere elevata la tua energia vitale.

Vitalità: 7 consigli per aumentare il tuo livello di energia

Vitalità: 7 consigli per aumentare il tuo livello di energia

Il tuo livello di vitalità, o energia vitale, è fondamentale per favorire salute e benessere. Assieme al livello di stress è uno dei due aspetti fondamentali sui quali consiglio di concentrarsi, nell’ottica di prevenire o guarire dalle patologie, soprattutto quelle considerate più gravi. Nel mio approccio alla malattia l’energia vitale ha un ruolo di primo piano. Ecco perché voglio darti alcuni consigli per accrescere il tuo livello di vitalità.

 

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Vitalità: cos’è e da cosa dipende

Il nostro livello di vitalità è conseguenza diretta dell’energia a nostra disposizione, che per aiutarci a mantenere salute e benessere dev’essere di buona qualità e nelle giuste quantità.

Se l’energia è di buona qualità significa anche che è mutabile, cioè che può adattarsi ai cambiamenti, sia quelli interni sia quelli esterni. Ad esempio cambia con le stagioni, è influenzata dall’alimentazione, dalle emozioni eccetera.

Per quanto riguarda la quantità di energia su cui possiamo contare, non deve essere né troppa né poca. È invece importante che sia sufficiente a fronteggiare la vita di tutti i giorni, imprevisti compresi.

Dal punto di vista fisiologico, il buon funzionamento del corpo necessita di energia. Di conseguenza, una carenza di energia costringerà il tuo corpo a concentrare la propria attenzione sul mantenimento dell’equilibrio di funzioni e tessuti fondamentali alla vita, tralasciandone altri.

Se guardiamo alla questione dal punto di vista della medicina cinese, ogni sintomo legato a una malattia è dovuto proprio a un blocco energetico. La prevenzione e la guarigione della malattia passano dunque attraverso la necessità di ristabilire il livello e la circolazione dell’energia.

Per prevenire o guarire la malattia è necessario ristabilire il livello e la circolazione dell’energia

L’intreccio tra vitalità, stress e sintomi

Tutti noi, nel corso della nostra vita, viviamo dei conflitti. Uso la parola conflitto, in questo contesto, per indicare un aumento del livello di stress riguardo a una qualunque situazione e non come sinonimo di lite con altri individui. Lo stress scatenato dal conflitto, che può essere fisico o emotivo, ci fa consumare energia.

Lo stress scatenato dal conflitto ci fa consumare energia

Se il tuo livello di vitalità è alto, il tuo corpo compenserà senza troppe difficoltà i diversi conflitti in atto. Quindi si adeguerà alle situazioni che affronti senza esprimere sintomi o sviluppare malattie. Quando invece il tuo livello di vitalità è basso, il corpo sarà più propenso a manifestare dei sintomi.

Quante volte hai vissuto situazioni fonte di stress e disagio, senza riuscire a trovare soluzioni che ti rispettassero fino in fondo, per poi scoprire di aver sviluppato nuovi sintomi e malesseri?

Ecco perché mantenere alto il livello di vitalità è un obiettivo prioritario, sia per prevenire le malattie sia per guarire.

Come alzare il tuo livello di vitalità

Vediamo insieme come mantenere un livello di vitalità elevato. Ci concentreremo prima di tutto sui metodi per aumentare l’energia vitale. In un altro articolo ti parlerò di quelli per evitare di abbassarla.

In realtà la linea di demarcazione tra le due strategie è piuttosto artificiosa, perché i consigli che valgono per una si intrecciano con quelli validi per l’altra. Ma userò comunque questa categorizzazione per spiegarmi meglio.

1-Respira in modo consapevole

Una pratica quotidiana che è importante includere nelle proprie abitudini per mantenere salute e benessere riguarda la respirazione profonda e consapevole.

Inspira ed espira con il diaframma per almeno 15 respiri, diverse volte al giorno. Se puoi fallo all’aperto, circondato dalla natura o almeno vicino a uno spazio verde. Se questo non è possibile, fallo quando hai un momento libero, dovunque tu sia.

Come si fa a respirare con il diaframma? La tua attenzione deve focalizzarsi sulla pancia, per quanto possa sembrare strano.

Quando inspiri, immagina di indirizzare l’aria verso la pancia, come per gonfiare un palloncino. La tua pancia si solleverà. Poi, quando espiri, fai rientrare la pancia, immaginando di schiacciare e sgonfiare il palloncino, buttando fuori tutta l’aria che hai in corpo. Non serve fare sforzi.

Perché è così importante respirare consapevolmente? 

Prima di tutto perché l’ossigeno è il nostro primo bisogno vitale. Quando si è stressati e le emozioni sono bloccate, spesso si mettono in tensione il diaframma e i muscoli intercostali. Se questi muscoli non si rilassano la respirazione spontanea diventa superficiale e l’ossigenazione limitata.

Un’altra ragione che rende la respirazione consapevole così preziosa è che oltre all’ossigeno, dall’aria prendiamo una forma di energia che si chiama Prana.

Il Prana nell’ambiente è tanto più concentrato e potente quanto più l’aria è fresca e pulita. Respirando in modo consapevole puoi ricevere una quantità maggiore di Prana ricaricandoti di energia. Se sei curioso di saperne di più guarda questo video.

Respirando facciamo entrare nel corpo una forma di energia chiamata Prana

2- Riposati e rilassati

Il riposo e il rilassamento sono fondamentali per prevenire le malattie e migliorare il tuo stato complessivo di salute e benessere. Se hai già letto altri articoli di questo blog saprai che consiglio di curare con grande attenzione il riposo notturno e di trovare dei momenti durante la giornata per rilassarsi.

Non conosci ancora il mio approccio e vuoi approfondire questi temi? Puoi leggere Sonno ristoratore: il segreto della fase REM e Rilassamento: 8 consigli per abbassare lo stress e prevenire le malattie. Troverai consigli concreti da applicare subito per recuperare un sonno che sia davvero riposante e imparare a rilassarti.

Infine, se sei tra le persone che soffrono di insonnia e altri disturbi del sonno, ti suggerisco di leggere Disturbi del sonno: i consigli per dormire bene e stare meglio.

3-Metti in moto i muscoli in un ambiente naturale

Cammina nella natura per almeno 20 minuti al giorno. Se vivi in città scegli un parco sufficientemente grande da essere lontano dal traffico e dai rumori cittadini, oppure l’argine di un fiume.

Lunghe passeggiate nella natura sono fondamentali sia per rimetterti in contatto con i ritmi naturali (tuoi e del mondo che ti circonda) sia per stimolare positivamente il tuo sistema neuro-endocrino-immunologico, responsabile dell’equilibrio e della riparazione dei tessuti. Ecco perché consiglio caldamente di far diventare le passeggiate nella natura una buona abitudine quotidiana.

Se per motivi di salute non puoi camminare entra comunque in contatto con la natura

Per questioni di salute non puoi camminare a lungo o fai molta fatica a farlo? Mettiti comunque in contatto con l’ambiente naturale alla tua portata, sempre per venti minuti al giorno. Ad esempio puoi appoggiarti a un albero, lasciarti accarezzare dalla brezza, sdraiarti in un prato, camminare sulla terra a piedi nudi eccetera.

Secondo la medicina cinese il fegato è il filtro delle emozioni ed è legato ai muscoli. Mettere in moto i muscoli, quindi, consente di drenare il fegato, sbloccando le emozioni intrappolate che consumano eccessivamente la nostra energia vitale.

4-Ristabilisci l’equilibrio fisico…

Urinare e andare di corpo frequentemente è fondamentale. Molto spesso i nostri corpi sono intasati”, intossicati a causa del malfunzionamento degli organi emuntori. Si tratta di quegli organi che servono all’eliminazione delle tossine e alla depurazione del corpo: fegato, reni, intestino crasso, ma anche pelle e polmoni.

Assicurati di avere sempre un apparato digerente libero e una funzione renale ottimale, tenendo presente che andare di corpo ogni giorno non è per forza segno che hai eliminato tutte le feci.

Esistono tecniche di naturopatia efficaci (metodi meccanici o farmaceutici di pulizia del tubo digerente, drenaggio del fegato e dei reni): un buon naturopata saprà consigliarti.

Lavorare su questo aspetto potenzierà tutte le altre terapie, convenzionali o meno, che sceglierai di seguire.

Tutti noi troviamo ovvio che, per il buon funzionamento di un’autovettura, sia necessario riempire il serbatoio con carburante di qualità e mantenere libero il tubo di scarico. Ma troppo spesso non pensiamo che questo principio fondamentale è valido anche per il nostro corpo.

Senza dimenticare l’equilibrio psichico

Oltre a occuparti dell’equilibrio del corpo lavora su quello della psiche, cercando di capire in quali modi e perché vivi degli squilibri.

Ogni approccio orientato a recuperare l’equilibrio fisico ed emozionale aumenta il livello di energia vitale. Vivere degli squilibri, infatti, richiede delle forme di compensazione, ovvero degli sforzi, che ti fanno consumare maggiore energia. Recuperando il tuo equilibrio psico-fisico naturale il tuo livello energetico si innalzerà di conseguenza.

5-Mangia bene in base ai tuoi bisogni

L’alimentazione è fonte di nutrimento, quindi di energia, e serve al corpo per funzionare al meglio. Un’alimentazione sbagliata o di cattiva qualità può essere fonte di tossicità, intasare il corpo e mettere a repentaglio il suo funzionamento.

Quando parlo di alimentazione sbagliata dovrei piuttosto dire alimentazione inappropriata. Cioè un’alimentazione non adatta ai veri bisogni del corpo. Il mio consiglio principale è quello di ascoltare profondamente che cosa chiede il tuo corpo. Purtroppo molti di noi hanno perso il contatto con i propri bisogni reali. Seguiamo piuttosto delle abitudini mentali, nate dalla cultura, dall’educazione o da quello che ci hanno suggerito gli esperti.

In realtà siamo molto diversi gli uni dagli altri per quanto riguarda metabolismo, condizioni di vita, reazioni individuali a quanto ci accade… Cosa che rende improbabile il fatto di poter dare delle indicazioni alimentari che valgano per tutti.

Il tuo corpo, invece, è una fabbrica biochimica estremamente complessa e precisa.

In ogni istante ha tutte le informazioni su eventuali carenze o eccessi presenti nell’organismo. Di conseguenza, facendoti sentire attratto o respinto verso alcuni cibi e bevande, ti può orientare in tempo reale con l’obiettivo di rispondere ai tuoi bisogni effettivi. Restaurando o mantenendo l’equilibrio naturale.

Il corpo è una macchina biochimica precisa e complessa e sa di quali alimenti c’è bisogno

Alimentazione spontanea

Penso che l’alimentazione abbia un ruolo molto marginale in caso di sovrappeso. Allo stesso tempo credo che sia importante mangiare bene per essere vitali. Se la nostra capacità di ascolto fosse intatta, avremmo accesso in ogni istante a indicazioni precise e adeguate su cosa mangiare e cosa no.

Recuperare l’istinto dell’animale selvaggio o del bambino non ancora condizionato sarebbe la via ideale per alimentarsi al meglio.

6-Coltiva la gratitudine

Per qualche ragione,siamo spesso abituati a notare tutto quello che non va nella vita. Hai mai pensato che un tuo amico fosse molto esperto nell’arte di brontolare? È interessante osservare che, se chiedo a una persona di raccontarmi i suoi problemi, in tutta naturalezza inizierà a fare un lungo elenco… Dopo quattro ore probabilmente sarò io a doverla interrompere.

Invece, se chiedo a quella stessa persona di raccontarmi tutto quello che va bene nella sua vita mi guarderà spiazzata. E dopo dieci minuti, o forse un quarto d’ora, un silenzio imbarazzante calerà nella stanza.

Cerca di coltivare la tua capacità di guardare con occhi diversi la tua vita, concentrandoti su quello che va bene. Man mano che elenchi a te stesso tutto ciò che di bello c’è nella tua vita chiedi grazie per ognuna delle cose che ti rendono felice e soddisfatto. Questa pratica non ignora i problemi reali che ciascuno di noi ha, permette piuttosto di relativizzarli e libera energia e creatività per risolverli.

Si tratta di allenarsi: giorno dopo giorno sarai in grado di parlare sempre più a lungo di quello per cui sei grato.

Questo esercizio ha un effetto benefico sull’energia del corpo perché l’aumenta in modo istantaneo.

Concentrati su tutte le cose che vanno bene nella tua vita e ringrazia per il fatto di averle o viverle

 7-Lavora direttamente sull’energia del corpo

Secondo l’approccio della medicina energetica, i sintomi e i malesseri che sperimentiamo sono causati da blocchi nella circolazione dell’energia. La malattia si esprime a livello organico, diventando manifesta, solo quando il blocco è intenso e/o duraturo.

Capita spesso nella pratica medica di incontrare persone che presentano disagi fisici importanti, senza che gli esami clinici permettano di fare una diagnosi legata a cause organiche evidenti.

Generalmente la medicina convenzionale occidentale, concentrata sulla cura intesa come eliminazione del problema e sull’analisi dei singoli sintomi e cause organiche, etichetta queste situazioni come malattie psicosomatiche. I suoi mezzi terapeutici in questi casi sono estremamente limitati.

Le medicine energetiche vanno a colmare perfettamente questo vuoto. Si tratta infatti di vere e proprie discipline incentrate sulla prevenzione. Permettono di mettere a punto una strategia in fase non organica o subclinica, in assenza cioè di sintomi conclamati. Cosa significa? Le medicine energetiche possono intervenire quando il quadro del paziente non è ancora tale da permettere una diagnosi convenzionale, attraverso quegli esami diagnostici che tutti conosciamo (esami del sangue, ecografie, tac e simili).

La terapia energetica aiuta a potenziare l’energia del corpo, regolandone il livello e facendola circolare meglio

Ogni terapia energetica aiuta a potenziare l’energia del corpo, regolandone il livello e facendola circolare meglio. La medicina tradizionale cinese e quella ayurvedica sono vere e proprie pratiche mediche complete che si basano esattamente su questo approccio. Integrarle in un percorso di cura o di prevenzione aiuta a potenziare la salute.

Prenditi cura di te giorno dopo giorno

Se stai vivendo una malattia o desideri semplicemente migliorare la tua salute, ti consiglio di applicare questi 7 consigli fin da oggi, per aumentare il tuo livello di energia. Scoprirai che piccole azioni ripetute con costanza portano a risultati strabilianti.