Lug 23, 2021 | Conoscersi, Consigli pratici
Avere relazioni sane e appaganti in tutte le sfere della propria vita non è facile. Ma è un obiettivo possibile nel momento in cui si lavora per capire quali sono le reali responsabilità di ognuno all’interno di ciascuna relazione. Non sto parlando solo della relazione di coppia ma di qualsiasi tipologia di relazione a due.
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La sciarpa relazionale
Immagina ora la relazione come una sciarpa. Tu tieni un’estremità, l’altra persona coinvolta ha in mano l’altra. Di conseguenza, tu sei responsabile dell’estremità che puoi tenere, l’altro è responsabile della sua.
Questo modello della relazione come sciarpa vale per qualunque tipo di rapporto, anche quelli occasionali, ed è uno degli strumenti del Metodo ESPERE® di Jacques Salomé (per chi conosce il francese https://www.j-salome.com/espere).
La sciarpa relazionale è una metafora potente che permette di prendere coscienza della propria reale responsabilità nelle relazioni interpersonali e aiuta di conseguenza a occupare il proprio posto senza scappare né prevaricare sull’altro.
Quando viviamo una relazione, non la vediamo fisicamente, eppure c’è. È un legame invisibile agli occhi ma reale.
Ogni rapporto, inoltre, è diverso dagli altri. Abbiamo un certo tipo di relazione con il coniuge, un’altra con il figlio maggiore, un’altra ancora con un secondo figlio eccetera. Relazioni differenti con ciascuno degli amici, dei colleghi, dei genitori… Ogni rapporto è unico. Pur essendo invisibile la relazione è caratterizzata da qualità ben precise.
L’uso della sciarpa relazionale ti permette di rendere manifesto il legame tra te e l’altro. Ti consente di vedere che esiste, indipendentemente dalle persone che collega.
Puoi imparare a occupare il tuo posto nella relazione senza scappare né prevaricare sull’altro
I tre elementi della relazione
Forse anche tu sarai portato a pensare che nella relazione si è sempre in due. Invece in ogni relazione entrano in gioco tre elementi: tu, l’altro e la relazione stessa. Capire questa realtà è un primo passo importante per avere relazioni sane e appaganti.
Prova a fare questo esercizio. Scegli uno dei tuoi rapporti interpersonali e visualizza la sciarpa relazionale che lo rappresenta. Mettiti a una estremità della sciarpa e posiziona l’altro all’estremità opposta. Puoi immaginare la sciarpa nel dettaglio. È lunga oppure corta? Spessa o sottile? Può essere colorata, di un tessuto morbido o ruvido e così via. Prova ora a farti questa domanda: le qualità che vedi nella sciarpa sono quelle che tu pensi che abbia la tua relazione?
In ogni relazione entrano in gioco tre elementi: tu, l’altro e la relazione stessa
Come nutri la relazione?
Tu puoi visualizzare la sciarpa relazionale secondo le tue impressioni sul rapporto che hai con l’altro. Ma la sciarpa relazionale ha delle sue caratteristiche proprie, oggettive, che dipendono, in parte, da come nutri la relazione. Quali parole usi per rivolgerti all’altro? Come accogli le sue parole nei tuoi confronti? Con quale atteggiamento?
Il tuo comportamento, l’insieme di tutti quegli aspetti del rapporto dei quali sei oggettivamente responsabile, contribuisce a dare alla sciarpa un colore luminoso piuttosto che scuro, una consistenza morbida piuttosto che rigida e così via. La sciarpa può anche essere piena di nodi: sono tutte le incomprensioni accumulate tra te e l’altro.
Metà della responsabilità
Prova ora a visualizzare te stesso mentre custodisci tra le mani la tua estremità di questa sciarpa. Sei responsabile di ciò che dici, di quello che fai, di ciò che senti. Mentre l’altro è responsabile, allo stesso modo, delle sue parole, azioni e sentimenti. Ogni relazione è frutto per il 50% di quello che porti tu nel rapporto e per l’altro 50% di quello che porta l’altra persona.
Quando riesci a rimanere al tuo posto nel rapporto, occupandoti della tua estremità della sciarpa, puoi costruire e avere relazioni sane e appaganti. Prima di tutto perché la comunicazione è più fluida e più autentica. Parli di te all’altro, usando spesso il pronome io. Ma se invece ti metti all’estremità opposta della sciarpa relazionale, occupando indebitamente la posizione dell’altro, tutto si complica. E l’obiettivo di avere relazioni sane e appaganti diventa molto più difficile da raggiungere.
Ogni relazione è frutto per il 50% di quello che porti tu nel rapporto e per l’altro 50% di quello che porta l’altra persona
La relazione come canale
Ogni messaggio viaggia per raggiungere la persona a cui è indirizzato all’interno del rapporto. È questa relazione che la sciarpa rappresenta. Per dirlo con altre parole, ogni relazione è simile a un canale, un ponte sul quale passano dei messaggi, in entrambe le direzioni. Non basta, però, che un messaggio venga inviato, deve anche raggiungere il suo destinatario ed essere accettato perché venga ascoltato.
I messaggi possono dunque essere accolti o rifiutati, amplificati o dequalificati, confermati o ignorati dal loro destinatario.
La responsabilità di dare e ricevere
La sciarpa relazionale permette di essere più consapevoli del fatto che ognuno dei protagonisti all’interno dello scambio è impegnato in una doppia responsabilità.
Prima di tutto sei responsabile della natura positiva o negativa dei messaggi che invii. Come ti esprimi?
- Con commenti valorizzanti, amorevoli, che nutrono la fiducia nell’altro ed esprimono la tua stima e benevolenza? Ti impegni a ringraziare ed esprimere ad alta voce i benefici che senti di avere grazie alla relazione con l’altra persona?
- Oppure usi commenti deliberatamente offensivi, senza mezzi termini, usando metaforicamente l’altra persona come se fosse una discarica?
In secondo luogo, sei anche responsabile di come accogli i messaggi che arrivano dall’altra persona e di quello che poi decidi di farne.
Ogni volta che l’altro ti dice qualcosa che non ti piace o che ritieni essere una critica fai del male a te stesso o ti squalifichi? Prova a ragionare su questo concetto, che molti ignorano. È colui che riceve il messaggio a dare alla comunicazione un significato positivo o negativo.
Cosa accade quando l’altro ti fa un complimento? Sai riceverlo o lo denigri e lo lasci cadere? Saper accogliere parole rassicuranti e valorizzanti non è sempre scontato.
Queste responsabilità le hai tu ma ovviamente le ha anche l’altro. Ci tengo quindi a ribadire che non sei responsabile né di quanto l’altro mette nella relazione né del modo con cui riceve i tuoi messaggi. Quando invece pensi di essere responsabile delle azioni, delle emozioni e dei pensieri altrui, vuol dire che ti sei messo dal lato “sbagliato” della sciarpa, compromettendo la possibilità di avere relazioni sane e appaganti.
Non sei responsabile né di quanto l’altro mette nella relazione né del modo con cui riceve i tuoi messaggi
Dal lato sbagliato della sciarpa
Come puoi capire se stai facendo l’errore di occuparti dell’estremità sbagliata della sciarpa? Accade quando, ad esempio, credi di poter pensare al posto dell’altra persona e vuoi prendere decisioni che spettano a lei/lui. Puoi accorgertene perché, parlando con l’altro della relazione, usi spesso il pronome tu. Pronunci frasi del genere: “non sei mai in orario, per questo non andiamo d’accordo”; “non mi ascolti mai”; “dovresti comportarti diversamente”; “penso che tu debba stare più attento a me” eccetera. Quando ci comportiamo così, è come se lasciassimo andare la nostra estremità della sciarpa per lanciarci a strappare di mano all’altro la sua.
Si attiva quella che viene definita una modalità di relazione clacson. Invece di dire ciò che senti e che vuoi tu, non ascolti e non ti esprimi davvero. Non fai altro che ripetere “tu, tu, tu”. L’altra persona coinvolta nel rapporto può (giustamente) sentirsi soffocata, violata, trattata come un infante. Ti stai comportando con l’altro come se non fosse capace di gestire da solo la parte della relazione che gli compete!
Quando usi spesso il pronome tu stai attivando una modalità di relazione clacson
Un nuovo modo di vivere le relazioni
L’obiettivo della sciarpa è quello di aiutarti a cambiare le tue abitudini relazionali. Le parole non sono sempre sufficienti quando c’è bisogno di attuare una piccola o grande rivoluzione. Pensare: devo cambiare modo di comportarmi con l’altro può non essere un incentivo efficace. Visualizzare la situazione e darle una forma, invece, può aiutarti concretamente a cambiare atteggiamento per avere relazioni sane e appaganti. La visualizzazione è molto utile per guardare le cose con occhi nuovi e sensibilizzare se stessi e gli altri sull’argomento. Ma anche per mettere in pratica una comunicazione più responsabile.
Oltre a visualizzare le sciarpe delle tue relazioni, prova anche concretamente a prendere in mano una sciarpa, una corda, un foulard e osa: coinvolgi l’altro in questa metafora vivente. Fallo soprattutto se la relazione è intima e conflittuale, magari perché la comunicazione è difficile. Mettendoti fisicamente al tuo posto nella relazione, occupando l’estremità della sciarpa che ti compete, sarà più facile per te cambiare atteggiamento.
Prova concretamente a prendere in mano una sciarpa e coinvolgi l’altro nella metafora vivente della sciarpa relazionale
Una verità rassicurante
La sciarpa relazionale fa sentire meglio perché aiuta a preoccuparsi, o più precisamente a occuparsi, solo di quello che ci compete davvero. Avere relazioni sane e appaganti è possibile: hai il 50% del potere necessario a realizzare questo desiderio.
Quando l’altra persona sceglie di non impegnarsi nella stessa direzione, però, cercare di farlo al suo posto, facendosi carico del doppio delle responsabilità, è inutile e anche dannoso. Rischi di affaticarti nell’illusione di acquisire il 100 % della responsabilità. Meglio riconoscere il fatto che compensare non è possibile. Prendere le distanze dalle responsabilità altrui contribuirà al benessere di entrambi, perché eviterai di negare la presenza e l’importanza dell’altro.
Prendere le distanze dalle responsabilità altrui fa stare meglio
Il Dilemma dei ricci
Quando parlo di questo tema mi piace prendere in prestito il Dilemma dei ricci di Schopenhauer. È inverno e fa freddo: i ricci nella loro tana si avvicinano per tenersi al caldo. Ma se si avvicinano troppo rischiano di ferirsi. Di conseguenza, quando avvicinandosi si pungono, finiscono per allontanarsi di nuovo. Stando troppo lontani, però, il freddo torna ad assalirli.
Devono trovare la giusta distanza tra loro per evitare di farsi del male e allo stesso tempo stare sufficientemente al caldo. Ogni movimento di uno dei ricci necessita lo spostamento degli altri.
Anche le relazioni sono così: rapporti dinamici, sempre in movimento. Se abbiniamo questa metafora a quella della sciarpa relazionale, possiamo comprendere come ci siano delle relazioni che hanno bisogno di una sciarpa lunga e altre corta. La lunghezza, o meglio la distanza tra i soggetti della relazione, può anche variare in base ai momenti. Il mio consiglio è quello di provare a essere flessibili, per accogliere e dosare la giusta distanza in funzione del momento che ognuno sta vivendo.
Lug 16, 2021 | Bioconsapevolezza, Consigli pratici
Respirare meglio può aiutare concretamente a stare bene. Quante persone lamentano una sensazione di malessere diffuso, mal di testa, stanchezza, problemi di memoria e disturbi del sonno?
La mia posizione può sembrare semplicistica ma la prima cosa da fare quando non stai bene è verificare come respiri. Prima di farti prendere dall’ansia, correre a fare accertamenti alla ricerca di patologie nascoste, assumere farmaci costosi e potenzialmente responsabili di effetti collaterali, ti consiglio di migliorare la tua capacità respiratoria.
Come si può respirare meglio per migliorare salute e benessere? È importante innanzitutto respirare consapevolmente.
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La respirazione è il primo bisogno vitale
Coloro che si allenano per anni all’apnea, allo scopo di potenziare la quantità di aria che i polmoni sono in grado di incamerare, dopo tanto esercizio non riescono comunque a rimanere per più di 10 minuti senza respirare.
Respirare è così indispensabile che la Natura ha avuto la buona idea di rendere la funziona respiratoria automatica e autonoma. Non hai bisogno di pensarci.
Da un lato, questo è un bene, perché sarebbe davvero complicato stare attenti a respirare dodici volte in un minuto! L’automatismo della respirazione ci mantiene vivi.
Dall’altro, poiché respirare è qualcosa che viene naturale, spesso non si fa nulla per respirare meglio e ci si dimentica di quanto questa attività sia importante.
Spesso ci si dimentica di quanto respirare sia importante
Respirare meglio, in modo efficace, significa fare del bene ad ogni singola cellula del proprio corpo. L’ossigeno porta nutrimento ed energia alle cellule e allo stesso tempo respirare favorisce l’eliminazione delle tossine.
Respirare meglio significa prima di tutto prendersi il tempo di respirare, consapevoli di quello che ogni respiro fa per il corpo.
Abbiamo ossigeno in abbondanza
Respirare è cosi importante che la Natura mette a disposizione di tutti aria in quantità. È un meccanismo molto democratico: fatta eccezione per alcune persone che soffrono di patologie polmonari, muscolari o nervose, la respirazione e l’aria sono accessibili a tutti, gratuitamente. Si può respirare ovunque, in qualunque momento, in qualunque condizione. Nel centro di una città super tecnologica come in mezzo al deserto.
Certo, gli esseri umani hanno inquinato e stanno continuando a inquinare l’aria, ma questa è una storia diversa (che andrebbe comunque presa in considerazione in modo serio).
Come respirare meglio: le basi
Meglio respirare dal naso, perché il naso filtra e umidifica l’aria. La bocca permette di fare arrivare più ossigeno ai polmoni quando cresce il bisogno di ossigenazione (come ad esempio durante l’attività fisica intensa), ma non può svolgere le funzioni di filtro e umidificatore. Quando respiriamo con la bocca, ci troviamo ben presto con le fauci asciutte: una sensazione piuttosto spiacevole. Il naso filtra polvere, pollini, inquinanti vari, funzione che la bocca non può svolgere. Ogni volta che è possibile, quindi, respira dal naso.
Quando puoi respira dal naso
Respirare in condizioni di normalità
Quando respiri normalmente, in modo automatico e a riposo, utilizzi solo una parte della capacità polmonare, chiamata volume corrente. Esercitando la tua volontà puoi decidere di mobilitare un volume maggiore. Stiamo parlando dei volumi di riserva inspiratoria e espiratoria. In ogni caso, quando butti fuori l’aria, rimane sempre un volume residuo espiratorio. Non puoi svuotare i polmoni del tutto, altrimenti collasserebbero.
Di fatto utilizziamo mediamente circa il 12 % della nostra capacità polmonare. Se respirare meglio ovvero più profondamente permette di recuperare maggiore vitalità c’è un bel margine di miglioramento da conquistare!
Tutti noi usiamo circa il 12% della nostra capacità polmonare
Come si può migliorare la propria respirazione?
Come abbiamo sottolineato, respirare è il primo bisogno vitale, ecco perché penso che sia fondamentale che tu sappia come funziona la respirazione.
I polmoni ricoprono un ruolo passivo nel meccanismo della respirazione. Sono i muscoli intercostali e il diaframma a permettere ai polmoni di riempirsi e svuotarsi. Il ruolo principale lo svolge il diaframma (i muscoli intercostali sono accessori).
Si tratta di un muscolo a forma di cupola che divide il tronco, separando il torace dall’addome. Il diaframma, contraendosi durante l’inspirazione e rilassandosi durante l’espirazione, ti assicura una respirazione corretta e profonda.
Quando il diaframma si contrae, abbassandosi, permette ai polmoni di riempirsi di aria mentre la pancia si gonfia. Al contrario, durante l’espirazione, il diaframma si rilassa e risale, agevolando uno svuotamento parziale dei polmoni.
Come funziona la respirazione diaframmatica
Hai mai provato la respirazione diaframmatica? Inizia fin da oggi esercitandoti da sdraiato. Mettiti in posizione supina: ti sarà più facile capire come funziona il diaframma. Scegli una superficie comoda, come un tappetino, e posizionati con le gambe piegate e i piedi distanti tra loro circa venti centimetri.
Mentre lo fai cerca di rimanere rilassato e concentra l’attenzione sulla tua pancia.
Per sentire il diaframma metti una mano sull’addome, l’altra lasciala invece sul petto. Inizia a respirare inspirando dal naso, con l’obiettivo di sollevare la mano poggiata sulla pancia, mentre quella sul petto dovrebbe rimanere ferma. Al momento di espirare fallo lentamente, dalla bocca.
Esercitarsi al meglio
Se mentre respiri noti che la mano sul petto si alza, significa che non stai sfruttando correttamente il diaframma… Continua a concentrare la tua attenzione sulla pancia e immagina di dover gonfiare un palloncino nel tuo addome, usando l’aria che inspiri. Esercitandoti noterai che, con il passare del tempo, il petto rimarrà fermo e tutta l’aria o quasi sarà mossa dal diaframma.
Un ultimo consiglio per espirare correttamente: apri la bocca e lascia uscire l’aria in modo passivo, senza contrarre i muscoli addominali ed evitando di inarcare la schiena. La mano sul petto deve sempre rimanere ferma.
Prendi confidenza con la respirazione diaframmatica per respirare meglio. Quando questa attività diventerà automatica, potrai eseguire la respirazione diaframmatica anche da seduto o in piedi, in ogni momento della tua giornata.
Se ti eserciti regolarmente la respirazione diaframmatica diventerà per te abituale: potrai così respirare meglio senza neppure accorgertene.
Ricordati che è necessario fare pratica: non mollare se non riesci subito! Inizialmente la respirazione diaframmatica potrebbe sembrarti innaturale. Col tempo questa sensazione sparirà.
Inizialmente la respirazione diaframmatica potrebbe sembrarti innaturale: col tempo questa sensazione sparirà
La respirazione, un mondo da esplorare
Ti ho spiegato la respirazione diaframmatica, uno dei modi fondamentali di respirare, ma sappi che esistono decine di modi di respirare diversi. Ognuno ha i suoi obiettivi e vantaggi: scopri di più sulla respirazione circolare e su quella embrionale, senza dimenticare che esistono anche una respirazione quadrata, triangolare e così via. A questo punto avrai capito che quello della respirazione è un vasto mondo da esplorare.
Tutti i benefici di una respirazione profonda
Il movimento dei muscoli, assieme ai cambi di pressione sulla gabbia toracica, sull’addome e sulla zona pelvica, esercitano un massaggio sugli organi interni, favorendo la circolazione sanguigna e linfatica e di conseguenza anche l’eliminazione delle tossine. Esistono molti esercizi di respirazione.
Parti con la respirazione profonda diaframmatica. Esercitarti per qualche minuto ogni giorno può fare molto per la tua salute e il tuo benessere. Inizia con due minuti al giorno, poi passa a cinque, poi raddoppia, respirando col diaframma consapevolmente per cinque minuti due volte al giorno.
Respiro, stress ed emozioni
Si parla spesso del pericolo rappresentato dallo stress cronico e di quanto sia dannoso. Respirare meglio è un potente strumento di rilassamento fisico ed emotivo.
Qualunque metodo di rilassamento serio inizia dalla respirazione. Scarica gratuitamente e ascolta il mio audio Rilassamento rivitalizzante, ti guiderò nell’esperienza. Come puoi pensare di essere rilassato se miliardi di cellule nel tuo organismo sono biologicamente stressate per carenza di ossigeno?
Sappi anche che il tuo stato emotivo influenza il buon funzionamento della respirazione. Una persona ansiosa generalmente respira in modo superficiale, con un ritmo veloce.
Una persona ansiosa generalmente respira in modo superficiale, con un ritmo veloce
Il punto interessante da sottolineare è che la relazione tra respiro ed emozioni è reciproca: il tipo di respirazione che fai influenza direttamente le tue emozioni.
Agisci sulle emozioni attraverso il respiro
Puoi decidere di cambiare modo di respirare, di conseguenza puoi respirare meglio, quindi puoi anche influenzare positivamente le tue emozioni.
Osservando che una respirazione veloce e superficiale è abbinata all’ansia, puoi verificare cosa accade quando invece decidi di fare respiri profondi e lenti. Il tuo stato emotivo cambierà in pochi minuti: ti invito a fare questa esperienza.
Spesso, quando si inizia a respirare profondamente, si comincia anche a sbadigliare: è normale, accade perché la tensione si sta sciogliendo.
Liberare le emozioni bloccate
Nel mio lavoro mi confronto spesso con le emozioni delle persone. Tra gli obiettivi del metodo della Bioconsapevolezza, che ho messo a punto in anni di esercizio della professione, c’è quello di liberare le emozioni bloccate.
Quando una persona sente emergere un’emozione, di solito come prima cosa blocca il respiro. Ti invito invece a fare il contrario, per prevenire l’insorgenza di molti malesseri. Quando ti senti travolgere da un’emozione, accoglila respirando profondamente, con il diaframma. Ti accorgerai che è come un’onda: l’emozione raggiungerà un picco massimo per poi defluire. La sua intensità crescerà e poi decrescerà.
Quando l’emozione non viene accolta con una respirazione profonda va ad aggiungersi a tutte le altre emozioni bloccate che custodisci dentro di te. Man mano il vaso delle emozioni represse si colma e appesantisce la tua vita. Un bel giorno, dopo un evento da poco, il vaso potrebbe traboccare e tu potresti esserne sconvolto in modo sproporzionato.
Quando ti senti travolgere da un’emozione, accoglila respirando profondamente, con il diaframma
I danni di una cattiva respirazione
Non si può fare un elenco di tutti i danni dovuti a una cattiva respirazione, perché la carenza di ossigeno influenza negativamente ogni singola cellula, ogni funzione del tuo metabolismo, ogni apparato. Se respiri male possono sorgere sintomi variegati come difficoltà digestive, stanchezza, irritabilità, difficoltà a dormire, mal di testa, osteoporosi, dolori muscolari, abbassamento della vista eccetera.
Tante persone, per esempio, soffrono perché la loro vita sessuale è poco soddisfacente. Si sentono svalutati dal problema, quando invece basterebbe sapere che aumentare la frequenza respiratoria favorisce l’orgasmo.
Respiro e crescita personale
Quando ti concentri sulla respirazione, la tua mente entra in uno stato di calma. Ogni respiro è diverso: osserva la respirazione senza giudizio, prova a percepire semplicemente cosa accade quando respiri. Questo atteggiamento ti riporta alla realtà e al tuo presente. Ti consente di allontanarti dalle preoccupazioni create sulla base di ipotesi e accadimenti potenziali legati al futuro.
Il respiro è un ritmo che ti culla: prendi e lasci andare, prendi e lasci andare. Ad ogni istante cambi l’aria nel tuo corpo. Ogni espirazione lascia spazio ad aria fresca e nuova. Respirare meglio, consapevolmente, insegna quanto è vitale non accumulare, quanto può far bene lasciare andare e rinnovare.
La respirazione consapevole riporta al presente, aiutandoti a eliminare i virus mentali e migliorando la tua capacità di vivere in modo meno ansioso.
Respirare meglio, consapevolmente, insegna quanto è vitale non accumulare
Non c’è solo l’ossigeno
Sappiamo tutti che il respiro consente di fare entrare ossigeno nel corpo. In occidente, spesso trascuriamo il fatto che respirare meglio permette anche di fare entrare nell’organismo quello che lo yoga chiama il Prana. L’insieme delle energie sottili presenti nell’universo. Lo yoga ha in sé un aspetto spirituale, ma c’è anche un dato biologico da valutare. Abbinando le conoscenze occidentali a quelle orientali, scopriamo che il Prana è costituito di particelle elettrizzate: gli ioni negativi. E gli ioni negativi rivitalizzano le cellule.
Respirare meglio permette di fare entrare nell’organismo il Prana, costituito da ioni negativi
L’esempio degli astronauti
Ci siamo accorti dell’importanza di questi ioni negativi negli anni settanta: i cosmonauti mandati in orbita, nonostante le ottime condizioni fisiche garantite dall’allenamento prima della partenza e da un controllo costante dei parametri vitali, lamentavano un rapido peggioramento del loro stato di salute, anche psichico. Sperimentavano perdita di memoria, malessere diffuso, dolori muscolari, mal di testa eccetera. Indagando, gli scienziati si sono accorti che i sistemi di condizionamento dell’aria all’interno delle navicelle rendevano l’aria elettricamente neutra. È bastato l’inserimento di ionizzatori, che producono ioni negativi, per risolvere il problema.
Gli impianti di condizionamento dei palazzi possono fare la stessa cosa… Ecco perché è importante aprire le finestre regolarmente per fare entrare aria viva.
Ricordati che nei boschi, vicino all’acqua corrente (come fiumi e torrenti) ma anche al mare c’è un’alta concentrazione di ioni negativi. Creare ioni negativi è il ruolo delle lampade di sale per esempio.
Nei boschi, vicino all’acqua corrente ma anche al mare c’è un’alta concentrazione di ioni negativi
Respirare ti connette agli altri
L’aria che inspiriamo è stata respirata, prima di noi, da migliaia di altre persone, animali, e più in generale da tutti gli altri esseri viventi. Quando respiri, collabori anche con gli alberi. Espiri anidride carbonica, che loro utilizzeranno emettendo in cambio ossigeno. La Vita ha fatto in modo che gli esseri viventi si completassero a vicenda.
Simbolicamente, si potrebbe dire che respirare ci connette all’Universo, ogni respiro ci permette di fare scambi con l’universo. Ad ogni inalazione, facciamo entrare nel nostro corpo una parte di Universo.
Se vuoi approfondire questo tema, ti consiglio di guardare alcuni video che ho dedicato alla respirazione e a come respirare meglio per stare bene, a partire da questo.
Lug 9, 2021 | Conoscersi, Consigli pratici
Imparare a dire no sul lavoro significa prima di tutto trovare la chiave giusta per farlo. Il modo migliore per dire di no varia a seconda di chi fa la richiesta. Un no secco non è sempre la soluzione migliore!
Imparare a dire di no significa ad esempio esprimersi con calma e correttamente, perché anche quando stiamo semplicemente facendo valere i nostri diritti, è importante che l’altra persona capisca bene. Saper rispettare se stessi e dire no non esclude la possibilità di manifestare empatia.
Saper rispettare se stessi non esclude la possibilità di manifestare empatia
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1-Spiega all’altro perché dici no
Imparare a dire no nel modo migliore permette non solo di mantenere ma anche di alimentare un rapporto di collaborazione sereno e produttivo. Ecco perché è fondamentale spiegare all’altra persona le nostre ragioni.
L’obiettivo non è quello di giustificarsi ma piuttosto di dare all’interlocutore la possibilità di mettersi nei tuoi panni e capire il tuo punto di vista. Questo significa anche aprirsi alla discussione ed essere pronti ad ascoltare la reazione dell’altro di fronte al tuo rifiuto. La discussione non va temuta o evitata, perché rappresenta una risorsa preziosa. Permette di trovare una soluzione adatta a tutti, mettendosi ciascuno nei panni dell’altro.
Quando ti dimostri empatico e ascolti, sfrutti al meglio tutte le possibilità in tuo potere, per far sì che il tuo rifiuto sia accolto bene.
2-Approfondisci le motivazioni del rifiuto per imparare a dire no
Il motivo per cui hai detto no è che hai poco tempo? Impegnati a spiegare perché. Racconta cos’altro hai da fare. Magari sei indietro con lavori più urgenti, oppure il tuo collaboratore o un tuo cliente hanno bisogno della tua completa attenzione e presenza, quindi non puoi prenderti un altro impegno. Potresti avere una consegna urgente da evadere. La giornata di tutti noi dura solo 24 ore. Quando diciamo sì a un lavoro da fare dobbiamo per forza dire no a qualcosa d’altro. Dire no permette di preservare la qualità del tuo operato. Scopri tutte le ragioni per cui è importante dire no.
Quando diciamo sì a un lavoro da fare dobbiamo per forza dire no a qualcosa d’altro
3- Scegli frasi che aprano al dialogo
In alcuni casi, diciamo no perché non abbiamo gli strumenti per prenderci carico di quanto richiesto. Magari non siamo addestrati per quel compito.
È bene non esitare di fronte a questi no: puoi dire chiaramente che sei disponibile a fare qualcos’altro, purché corrisponda alle tue capacità. Ma anziché limitarti a dire “mi spiace, non sono competente in materia”, soprattutto se sai che potresti imparare a fare quanto ti viene chiesto, prova con “mi piacerebbe farlo ma purtroppo al momento non posso, non ho il tempo di imparare qualcosa di nuovo”.
Puoi cercare una frase che apra alla discussione: “se posso essere utile in un altro modo in linea con le mie competenze, lo faccio volentieri”. Non hai tempo e quello che ti è stato chiesto non fa parte delle priorità per raggiungere gli obiettivi professionali definiti con il tuo superiore in precedenza? Puoi dire qualcosa del genere: “quello che mi stai chiedendo di fare esula dagli obiettivi che abbiamo concordato insieme. Come ci muoviamo? Le priorità sono cambiate?” O qualcosa di simile.
Puoi anche proporre uno scambio di compiti: “Se questa è una priorità posso farmene carico, ma ho bisogno che tu mi aiuti in quest’altra faccenda, così da liberare il mio tempo”.
Non esistono solo i no totali e definitivi, potresti aver bisogno di dire un no parziale. O meglio un sì parziale: “ok ma non adesso”, “posso occuparmene ma non così”, “me ne prendo carico parzialmente” e così via…
4-Usa modi gentili e parole autentiche
La gentilezza, verso te stesso e nei confronti del tuo interlocutore, ti permetteranno di creare e mantenere una relazione di fiducia sul lavoro, essenziale per imparare a dire no e continuare a rispettarti.
Ricordati che il tuo no non esprime un rifiuto nei confronti dell’altro. In questo modo sarà più facile per te esprimere un no sereno, mantenendo un atteggiamento benevolo e fiducioso. Il tuo no serve a te, per il tuo benessere e per mantenere alta la qualità del tuo lavoro, ma anche all’azienda o al progetto. È utile a garantire un alto rendimento e a promuovere un clima di collaborazione.
Per essere credibile ricordati anche di essere autentico. Se vuoi poter dire di no, dimostra che lo stai facendo proprio per le ragioni che hai elencato. Inoltre, ricorda a te stesso e agli altri che hai detto no per mantenere fede agli impegni a cui hai detto sì.
Ricordati che il tuo no non esprime un rifiuto nei confronti dell’altro
5-Visualizza nella tua mente le possibili conseguenze
Cosa può succedere se dici no? Magari il tuo no verrà rispettato e accettato con serenità. In questo caso, tutto sarà andato per il meglio e non ci saranno problemi. Se invece il tuo no verrà rifiutato, nonostante tutte le tue buone ragioni, sarai costretto a fare comunque quello a cui avevi detto no.
La nostra è una società gerarchica. È un tuo superiore che ha espresso la richiesta che vuoi rifiutare? Può decidere di far valere il suo diritto a imporsi. In questo caso devi essere preparato a fare un passo indietro.
Talvolta i no vengono rispettati ma non accettati a livello emotivo. L’altra persona ci concede di fare quello che vogliamo ma si sente ferita.
Quando capita è importante rimanere benevoli, per mantenere il rispetto reciproco. Puoi dire qualcosa del genere allo scopo di esprimere la tua solidarietà: “Vedo che sei stato ferito, mi dispiace. non era mia intenzione”. E (solo se è vero) puoi aggiungere “questo no non è contro di te”.
6-Riconosci il tuo coraggio
Quando il tuo no viene rifiutato, puoi comunque essere contento di te stesso, indipendentemente da come è andata a finire. Hai avuto il coraggio di esprimere il tuo rifiuto e il tuo no rappresenta un contributo prezioso anche quando resta inascoltato.
Ovviamente il tipo di relazione che c’è tra te e il tuo capo oppure tra te e i tuoi colleghi (o sottoposti) e gli eventi già accaduti tra voi influenzeranno in modo significativo il modo in cui accoglierai il no al tuo no.
Quando c’è un clima positivo di rispetto e fiducia, non ci si trova spesso nella situazione in cui i no che si pronunciano vengono rifiutati, così come si è pronti a fare un sacrificio nel caso serva un impegno straordinario.
Se però ti capita spesso di dire no o di voler dire no, probabilmente la posizione che ricopri in azienda non è quella giusta. O stai facendo un lavoro che non fa per te. Provi scarso entusiasmo nello svolgere le tue mansioni? Forse vale la pena valutare un cambiamento. Imparare a dire no non significa farlo sempre e in continuazione.
Il tuo no rappresenta un contributo prezioso anche quando resta inascoltato
7-Accetta che il no venga rifiutato o interpretato male
Oltre a saper dire di no, è essenziale saper accettare che l’altra persona rifiuti o interpreti in modo “sbagliato” il nostro no. Partner, figli, colleghi o amici, tutti possono essere scontenti del tuo rifiuto. Anche quando il tuo no è legittimo e hai fatto del tuo meglio per comunicarlo.
Imparare a gestire le reazioni ai tuoi no ti aiuta ad acquisire una maggiore capacità di comunicazione e gestione delle emozioni. Ricorda sempre che non sei responsabile delle emozioni degli altri. Sei responsabile solo delle tue emozioni e non puoi avere il controllo di tutto. Può essere necessario, di fronte a una reazione inattesa, fare un passo indietro e lasciare all’altro l’opportunità di sfogarsi.
Mentre aspetti che l’altra persona digerisca il tuo no, puoi continuare a essere leale e degno di fiducia. In questo modo la tua credibilità aumenterà ulteriormente. Ricorda che se vuoi poter dire di no liberamente, dovrai dimostrare che lo stai facendo proprio per portare a termine i compiti a cui hai detto sì.
Imparare a gestire le reazioni ai tuoi no ti aiuta ad acquisire una maggiore capacità di comunicazione
8-Aiuta te stesso a dire no
Prima di tutto riconosci il valore che il sì e il no autentico hanno per te. La capacità di dire no è indispensabile per rispettare te stesso. È con te stesso che vivrai fino alla fine dei tuoi giorni, ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette.
Se non rispetti tu te stesso, chi altro potrà farlo? Imparare a dire no e permetterti di farlo nel modo migliore ti aiuterà a creare relazioni autentiche di fiducia reciproca. Le persone che non sono pronte a una relazione di qualità si allontaneranno, lasciando spazio a quelle adatte. Ricordati che rispettare se stessi è essenziale per una buona relazione e una buona collaborazione sul lavoro.
Infine, riconosci il valore che il sì e il no autentico hanno per i tuoi collaboratori e l’azienda o il progetto in cui lavori.
Se ti rispetti, sarai più disponibile a collaborare con piacere e la tua produttività sarà maggiore. Le persone che lavorano con te sapranno che sui tuoi sì possono veramente contare. Se non ti rispetti, al contrario, sarai irritato, brontolone, lavorerai con scarso rendimento e risulterai meno credibile e affidabile.
Ci sono persone che detestano ricevere dei sì forzati che falsano le carte in tavola. Preferiscono veri no. Queste persone, quando capiranno che con te non si può sapere se esprimi o meno un falso sì, eviteranno di chiedere la tua collaborazione. Imparare a dire no mette anche gli altri nella condizione di chiedere più liberamente la tua collaborazione e potresti avere opportunità più interessanti.
Ci sono persone che detestano ricevere dei sì forzati che falsano le carte in tavola
9-Riconosci le tue priorità e i tuoi limiti
È importante che tu impari a conoscere te stesso, i tuoi valori e il tuo valore. Cerca sempre di avere chiari i tuoi obiettivi. In questo modo anche le tue priorità saranno chiare. Potrai accettare o rifiutare una proposta più facilmente, perché in ogni momento avrai le coordinate per farlo.
In quest’ottica, se il tuo posto di lavoro non è adatto a te, ti consiglio di iniziare subito a muoverti per trovarne uno più in linea con le tue capacità e i tuoi obiettivi. Impara anche a riconoscere i tuoi limiti e sii in pace con te stesso perché hai tutto il diritto di averne.
La nostra giornata di lavoro non può estendersi all’infinito, non possiamo fare tutto. E non possiamo neppure pensare di saper fare sempre tutto al meglio. Riconoscere i nostri talenti per metterli a disposizione degli altri è importante quanto riconoscere le nostre incompetenze per evitare di farle subire agli altri.
Non possiamo pensare di saper fare sempre tutto al meglio
10-Esercitati ad avere fiducia
Abbi fiducia nella Vita, fiducia nel fatto che meriti di essere rispettato. Se nel luogo dove lavori non ti senti rispettato, se non puoi esprimere liberamente e con entusiasmo i tuoi talenti, sicuramente c’è un altro posto per te altrove. Se compi scelte allineate con il tuo sentire, prenderai ad ogni bivio la strada giusta per te, che porta al rispetto e alla realizzazione personale. Di conseguenza incontrerai persone e opportunità di lavoro consone ai tuoi valori. La tua vita scorrerà in un benessere crescente.
Se compi scelte allineate con il tuo sentire, prenderai ad ogni bivio la strada giusta per te
Puoi imparare a dire no nel modo più proficuo
Per concludere, ricorda sempre che puoi imparare a dire no in modo educato e calmo. Il tuo no può essere un regalo per l’altro o addirittura rappresentare un’opportunità. Quando dici no stai creando una possibilità. Qualcuno più competente e più motivato di te potrebbe occuparsi del compito che tu hai rifiutato.
Il risultato finale potrebbe essere più giusto per tutti: tu potrai occuparti nel modo migliore possibile delle cose che sai fare bene e che ti competono. Altri si occuperanno di quello a cui hai detto no con capacità ed entusiasmo.
Potrai occuparti nel modo migliore possibile delle cose che sai fare bene
Quando pronunci dei sì autentici la qualità della tua presenza è superiore. Questo può aiutarti a fare carriera o a migliorare il tuo giro di affari e in generale fa bene all’azienda o al progetto in cui lavori.
Lug 2, 2021 | Conoscersi, Consigli pratici
Come affermare se stessi sul lavoro per dare sempre il meglio e farsi rispettare? Allo scopo di raggiungere i tuoi obiettivi professionali individuali, che ti sono stati affidati per il buon funzionamento dell’azienda o del progetto, hai bisogno di concentrati sulle tue priorità e sulla creazione di valore aggiunto.
Con questo obiettivo in mente, puoi imparare a dire no a tutto il resto e avere il coraggio di affermare te stesso. Spesso, però, affermare se stessi sul lavoro dicendo di no è molto difficile. Cerchiamo di capire insieme perché.
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Il no ha una cattiva reputazione
La nostra educazione, o più in generale la cultura condivisa con i membri della nostra società, tende a instillare l’idea che il fatto di dire no sia negativo. Il no viene percepito come un’azione contro gli altri o una carenza di generosità, disponibilità e benevolenza. Dire no sembra equivalente a dire “non mi importa di te e delle tue richieste”.
Abbiamo già analizzato tutte le ragioni per cui è importante dire no. Per riassumere, se non sei in grado o non puoi dire di no:
- non sai rispettarti perché non riesci a porti dei limiti
- diventi inaffidabile verso te stesso ma anche verso gli altri
- non puoi dire dei veri sì
- sei impossibilitato a dare un contributo di qualità
- non rispetti le tue priorità personali e quelle del tuo ruolo professionale
- rischi di creare tensione nelle relazioni con sottoposti, colleghi e dirigenti.
Imparare a dire no permette di aumentare la percezione della tua affidabilità e il valore del tuo contributo. Inoltre, favorisce un clima positivo nel tuo ambiente di lavoro e relazioni più sane con gli altri. Perché allora a volte è cosi difficile dire di no?
Il tuo no è legittimo?
In alcune situazioni, dire di no può essere difficile perché il tuo no non è legittimo. Cerchiamo di capire come distinguere i no legittimi da quelli che non lo sono.
Per farlo, vediamo concretamente insieme qualche situazione in cui il tuo no non è legittimo.
- La richiesta fa parte delle tue mansioni e rispetta gli orari previsti dal tuo contratto. Il tuo no è illegittimo se ti viene chiesto di fare qualcosa per cui sei stato assunto e sei pagato, negli orari contemplati dal tuo contratto, quando non c’è una ragione valida per fare un’eccezione. Questo no illegittimo rischia di scombussolare l’organizzazione del lavoro di tutte le persone con cui collabori.
- Abbiamo visto che è perché sai dire no che il tuo sì ha valore, ma questo assunto vale anche in senso contrario. Poiché sai dire sì, il tuo no ha valore. Se dici no ogni volta che ti viene chiesto qualcosa, il tuo no rischia di perdere legittimità. Talvolta sul lavoro accadono degli imprevisti o delle occasioni da cogliere al volo. Quando non sono state programmate, le attività da fare si sommano al lavoro già previsto. Piuttosto che sbuffare, prova a essere collaborativo. Qualche ora di attività extra potrà essere recuperata una volta passata l’emergenza.
- Il tuo no è il risultato di una reazione emotiva. Quando sei tentato di dire no animato da un sentimento di rabbia, fastidio o vendetta, è meglio che tu faccia un respiro profondo. Aspetta di superare la reazione emotiva impulsiva prima di rispondere sì oppure no. Attieniti ai fatti per giudicare cosa sia meglio fare. È difficile e poco professionale rifiutare un compito a causa di un conflitto con la persona che te lo assegna.
È poco professionale rifiutare un compito a causa di un conflitto con la persona che te lo assegna
Dire no al no emotivo
Ogni volta in cui senti salire il no a fior di labbra spinto dall’emotività, trova delle strategie per disinnescare il conflitto in essere. Riconosci quale dei tuoi bisogni essenziali non è stato rispettato, accogli le tue emozioni e trova il modo di sfogarle. Puoi scrivere una lettera simbolica nella quale dai libero sfogo a tutto quello che hai nel cuore e nella pancia, puoi fare una camminata nella natura o ancora puoi sfogarti dando colpi a una punching balle così via.
Non rimanere bloccato nel tentativo di capire se l’altro ti ha ferito di proposito o meno. Concentra le tue energie per fare in modo che il danno ricevuto venga riparato. E se non può essere riparato cerca di capire come stare bene nonostante il danno subito.
Evitare il braccio di ferro
Fai attenzione a non lasciarti trascinare in una lotta di potere, dove un no imposto si trasforma in un’azione contro l’altro. Rischi di ferire l’ego o risvegliare la suscettibilitàdell’altra persona, che potrebbe a sua volta reagire in modo squilibrato. Azioni e reazioni di questo genere possono generare conflitti latenti o anche evidenti.
Vuoi evitare rischi del genere? Ti consiglio di mettere in pratica il modello dell’equivalenza. Permette di uscire dai meccanismi tipici delle lotte di potere in cui uno vince e l’atro perde, per entrare invece nel mondo della trasformazione dei conflitti e della creazione di soluzioni win-win.
Dopo aver elencato le situazioni in cui il tuo no può non essere legittimo, vediamo invece quando lo è.
Richieste che non rispettano le leggi e leggi che non rispettano l’uomo
Può accadere che la richiesta che ti viene fatta non sia legittima. Ad esempio se qualcuno vuole spingerti a fare qualcosa contro la Legge. L’autorità, in questi casi, non è affidabile.
Per chi, però, vive in un regime politico in cui le leggi non rispettano i diritti umani, il no può essere legittimo anche se va contro la legge vigente.
Sei abituato a contribuire al bene comune? Può essere destabilizzante confrontarti con richieste illegittime. Dover disobbedire o diventare fuori legge per rimanere equo e integro è un problema per le persone oneste: il no diventa una sfida combattuta.
In tutti questi casi consiglio di riflettere sul valore dei diritti umani o di rivolgersi a un’autorità spirituale che abbia una validità maggiore di un’autorità umana. Può essere la Vita che scorre dentro di te, Dio o qualunque divinità contemplata dal tuo credo. Anche l’Amoros può guidarti nella tua decisione.
In una società non equa, alcuni no richiedono coraggio e possono mettere a repentaglio il diritto fondamentale al lavoro. Conoscere te stesso e le tue priorità ti aiuterà a fare la scelta giusta.
Quando il no è legittimo ma fuorilegge prova a rivolgerti a un’autorità spirituale
Se la richiesta non ha senso per te
Ci sono tutta una serie di situazioni in cui dire no è legittimo e fa bene alla relazione. Molto spesso, se senti di voler dire no, vuol dire che è utile farlo. È importante per affermare se stessi sul lavoro.
Quando ti viene chiesto di fare qualcosa in un modo che secondo la tua expertise è insensato, se sai che c’è un modo migliore di agire, puoi dire no senza remore. Ricordati che se dici di sì senza discutere rinunci al valore del tuo contributo.
Attenzione: vale sempre la pena chiedere spiegazioni prima di dare una risposta. Se dopo aver ascoltato le ragioni dell’altro pensi ancora che la richiesta non sia sensata, allora il tuo no è legittimo.
Faccio un esempio che mi riguarda da vicino. Il giuramento di Ippocrate incita ad agire in scienza e coscienza. In alcuni casi, un medico potrebbe essere tentato di non rispettare il giuramento, perché dire no può perturbare la relazione con un paziente o un’autorità che chiede qualcosa di insensato, magari facendosi forza di convinzioni sbagliate. Oltre a violare il giuramento pronunciato, se il medico opta per un falso sì non dà il suo contributo.
Dare coraggio agli altri
Prendere posizione con autenticità può permettere ad altri di fare altrettanto e affermare se stessi sul lavoro. Vedere che qualcuno ha il coraggio di dire no fa sentire meno soli e aiuta a esprimere lo stesso parere.
Dire no è a volte più coraggioso che dire sì. Non c’è una verità unica, e dunque un modo di fare che sia per forza giusto o sbagliato. L’importante è affermare se stessi sul lavoro, rispettarsi e agire in modo autentico.
Vedere che qualcuno ha il coraggio di dire no fa sentire meno soli
Richieste pericolose
Se accettando di dire sì metti a rischio te stesso, gli altri o il tuo lavoro, è importante trovare il coraggio di dire no. Ovviamente questo tipo di situazioni richiede che tu sia competente o possa valutare la pericolosità o meno di una richiesta. Non sempre è possibile capire se un’azione è potenzialmente utile o inutile, inefficace piuttosto che indispensabile o ancora dannosa o benefica. Se non hai la competenza di capirlo ma hai dei dubbi in merito, ti puoi rivolgere al parere di esperti competenti e affidabili.
Quando manca il tempo o le capacità
Se oggettivamente non hai il tempo di fare quanto ti viene richiesto, puoi dire di no senza remore. La giornata è fatta di 24 ore. Dire di sì a un nuovo compito può mettere a repentaglio la buona esecuzione di tutti gli altri lavori ai quali hai detto di sì. E così rischi di diventare molto meno affidabile.
Potresti anche trovarti nella situazione in cui compensi (e subisci) troppo spesso la cattiva organizzazione altrui. Dire no significa smettere di essere complice di una strategia poco efficace che non fa bene a nessuno. Stai mettendo il bastone tra le ruote a un processo o a un sistema inefficiente, all’interno del quale più persone sprecano tempo, energia e risorse senza ottenere gli scopi prefissati.
È anche possibile che ti venga chiesto qualcosa che non sai fare. Quando oggettivamente non hai le capacità adatte puoi dire di no senza farti alcun problema. Non puoi essere competente su tutto né capace di fare tutto. Puoi non essere formato per utilizzare uno specifico programma informatico, per esempio. O ti viene richiesto di salire su una scala altissima quando soffri di vertigini.
Saper dire no quando non hai tempo o le capacità adatte per svolgere un compito è segno di buon senso. Significa che sai riconoscere e accettare con umiltà i tuoi limiti. Cosa che può contribuire ad aumentare la tua credibilità e la percezione della tua affidabilità.
Quando il lavoro compromette la vita privata
Il lavoro, magari a causa delle richieste di colleghi e responsabili, prende il sopravvento e ruba spazio e risorse alla vita privata, ad un livello che non può più essere accettato.
È molto interessante, a questo proposito, osservare le differenze culturali tra Paesi. Non c’è bisogno di andare lontano, basta restare in Europa. In Francia e in Italia, per esempio, finire tardi di lavorare viene visto come un merito. Ci si congratula con chi fa gli straordinari o lavora fino a tarda notte. In Germania o in Norvegia, invece, accade esattamente l’opposto. Chi finisce troppo tardi di lavorare viene percepito come un lavoratore poco organizzato, che non riesce ad essere produttivo a sufficienza nelle ore previste per il lavoro.
L’imprenditore Vineet Nayar ha scritto un libro molto interessante: Employees First, Customers Second: Turning Conventional Management Upside Down. Il testo racconta tra le altre cose come Nayar sia riuscito a potenziare la produzione aziendale impedendo ai suoi dipendenti di fare straordinari.
Un buon equilibrio tra vita professionale e vita privata, oltre a favorire il benessere in entrambi gli ambiti, aumenta la produttività e permette di affermare se stessi sul lavoro.
Un buon equilibrio tra vita professionale e vita privata permette di affermare se stessi sul lavoro
Gli ostacoli interiori a un sano no
Ci sono varie ragioni per cui potresti sentire che non puoi dire no. Prima di tutto potresti essere influenzato da credenze limitanti. Sto parlando di quei pensieri e punti di vista che consideriamo verità assolute e che condizionano molto la nostra vita. Queste convinzioni provengono principalmente dalla nostra educazione e dalle nostre esperienze. Ad esempio potremmo aver vissuto uno o più episodi nell’infanzia in cui abbiamo detto di no, volendo far valere la nostra opinione. Ma siamo stati sgridati.
Da questa esperienza abbiamo dedotto delle regole che portiamo ancora con noi 40 anni dopo.
Ti suggerisco un breve esercizio. Rispondi a questa domanda: quali convinzioni ti impediscono di dire no sul lavoro a colleghi, impiegati o al tuo capo? Metti la tua lista per iscritto. Per chiarire ecco qualche esempio:
- non si può dire no a un superiore
- dire no significa rifiutare l’altro
- quando dico no sono poco collaborativo
A questo proposito, vorrei sottolineare che a volte dire no è una scelta più collaborativa che dire sì.
Le convinzioni che impediscono di rispettarsi
Alcuni pregiudizi legati al fatto di dire no sono influenzati da convinzioni sulla propria persona che rendono difficile affermare se stessi sul lavoro. Magari non sei del tutto connesso a quel potenziale biologico che ti permetterebbe di esprimere la tua legittimità e rispettare la tua dignità. La Biokinesiologia in questo caso può esserti di grande aiuto per liberare il potenziale bloccato. Ci sono dei blocchi, ad esempio, quando pensi cose di questo genere:
- non valgo niente
- credo di non meritare rispetto
- non merito di far valere il mio parere
- vorrei avere il potere di farmi rispettare ma non ne sono capace
- mi devo sacrificare per gli altri
- se tutti gli altri la pensano diversamente, probabilmente sbaglio io
- esprimere la mia autenticità e rispettarmi mi isolerà dai colleghi
Hai individuato tra i tuoi pensieri almeno una credenza che blocca i no e impedisce di affermare se stessi sul lavoro? Guardala da un’altra prospettiva per riconoscere che questa credenza è un punto di vista e non una verità assoluta.
Come togliere potere alle credenze
Esistono due domande che aiutano a relativizzare una credenza, restituendole il suo status di semplice punto di vista. Chiediti chi ha fatto l’affermazione in cui credie prova a pensare se davvero questa credenza è vera sempre e comunque. Sicuramente puoi trovare tanti esempi in cui la credenza che ti blocca viene smentita.
Per chi ha sempre detto di sì
Se non sei abituatoo non hai esperienza in materia, dire di no può sembrarti molto complicato. Cercando di immaginare cosa potrebbe succedere, potresti dipingere nella tua mente uno scenario catastrofico. In realtà non hai alcuna esperienza per confermare o negare le tue idee. Dire di no può far paura e può farti sentire insicuro perché apre le porte a qualcosa di ignoto. Rifletti anche sul fatto che di solito è più facile immaginare scenari disastrosi piuttosto che paradisiaci. Sempre per via delle convinzioni limitanti.
Dire di no può far paura e può farti sentire insicuro perché apre le porte a qualcosa di ignoto
Ti consiglio di fare un po’ di pratica. Inizia pronunciando dei no che non sono molto importanti, dei piccoli no per avere più fiducia in te stesso. Man mano che si prende confidenza nell’affermare se stessi sul lavoro è possibile dire no in situazioni più delicate. Esercitandoti a dire no potrai diventare consapevole delle potenziali ripercussioni.
La paura delle conseguenze negative
Tante persone sono portate a temere le ripercussioni dei loro no. Quando si parla di dire no sul lavoro le paure più comuni riguardano un mancato aumento di stipendio, un licenziamento, difficoltà a fare carriera. Oppure si teme di creare tensioni nelle relazioni con superiori e colleghi. O si pensa che dire no possa farci perdere la stima altrui. Se dico no – pensano alcuni – verrò considerato un pigro o un fannullone. Ricordiamoci sempre che anche evitare di dire no può avere delle ripercussioni importanti.
A volte, la paura di ripercussioni negative è dovuta solo alle proprie convinzioni limitanti e non c’è alcuna relazione con la realtà. È altrettanto vero però che il tuo no può metterti di fronte alla necessità di affrontare conseguenze negative. Vedremo insieme in un altro articolo come imparare a dire no nel modo migliore, perché il no diventi parte integrante di una relazione sana.
In alcune situazioni e contesti, dire di no, anche se si tratta di un no legittimo, può farti rischiare di perdere il lavoro. Qualunque sia la decisione che prenderà chi si sente costretto a fare una scelta così impegnativa, un’imposizione del genere non può che essere una ferita difficile da rimarginare nella relazione di fiducia con l’autorità.
Valuta bene il rapporto tra rischi e benefici prima di rinunciare al no. Perché significa rinunciare ad affermare se stessi sul lavoro. Pensa a tutte le conseguenze e chiediti se saprai perdonare chi ti ha costretto a non rispettare te stesso.
Valuta bene il rapporto tra rischi e benefici prima di rinunciare al no
Abbracciare l’autenticità
Saper dire no permette di aumentare la tua affidabilità e il valore del tuo contributo. Capire se il no che vorresti dire è legittimo o meno ti aiuta a ragionare e a trovare le giuste motivazioni e il coraggio per pronunciare risposte autentiche.
Osare di dire no è positivo perché significa affermare se stessi e contribuire al mantenimento di un buon equilibrio tra vita professionale e privata.
Tutto questo favorisce benessere e salute. Quando dici no (se il no è legittimo) il tuo rendimento professionale migliora. Collezionerai meno assenze per malattia, sarai meno tentato di cambiare lavoro, la tua motivazione a dare il meglio crescerà. Tutto ciò non è positivo solo per te ma anche per la tua azienda o per i tuoi clienti.
Saper dire no e affermare se stessi sul lavoro crea un clima vantaggioso per tutti.
Giu 25, 2021 | Conoscersi, Consigli pratici
Dire no sul lavoro è importante sia per il tuo benessere sia per la tua carriera. Tutti possiamo trovarci nella situazione di dover dire no a un collega, a un superiore, a un cliente piuttosto che a un dipendente.
Alcuni possono fare molta fatica a dire no in famiglia: ai propri genitori, a un amico, a un figlio o ancora al coniuge. Mentre per altri è molto più difficile farlo sul lavoro.
In ogni caso, per tutta una serie di ragioni, riuscire a dire no sul lavoro può essere complicato. In questo articolo voglio raccontarti perché è importante imparare a farlo e quali vantaggi porta il no, sia a te sia agli altri. Capendo le ragioni per dire no sul lavoro sarai più spinto a trovare il coraggio per dire no tutte le volte che senti che è importante farlo.
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Cosa significa dire no sul lavoro
Dire no, esattamente come dire sì, significa prendere una posizione. All’interno di un’azienda, di un gruppo di lavoro, di un’associazione, si lavora per obiettivi comuni. Tutti contribuiscono, mettendo in gioco le proprie competenze e conoscenze, al raggiungimento di uno o più traguardi. Proprio come il sì, anche il no rappresenta un contributo della tua personale intelligenza nel percorso da costruire, insieme agli altri collaboratori, per raggiungere il miglior risultato possibile.
Quando dici di no significa che vuoi essere presente nella relazione, che in questo caso è una relazione di lavoro. Vuoi esserne protagonista e contribuire. Molto spesso, ci vuole più coraggio a dire no sul lavoro piuttosto che a dire sì.
Il no rappresenta un’informazione preziosa. Perché può far capire agli altri che qualcosa non è stato recepito correttamente. Il no per esempio è indispensabile in tutte le situazioni di pericolo. Potresti aver identificato un pericolo per te o altre persone che altri non hanno visto.
In altre circostanze, il no può permettere di evitare una strategia che mette a repentaglio l’efficienza o il rendimento, tuo e dei colleghi. Oppure ancora, il no può essere di ostacolo a un grosso errore alle porte, che rischia di compromettere il buon andamento degli affari.
Facciamo un esempio. Ti viene chiesto di svolgere un compito per il quale non senti di avere le competenze. Cosa può succedere se dici sì e svolgi il lavoro, pur facendolo al meglio delle tue possibilità? Rischi di farlo male e lentamente. Potresti anche togliere l’opportunità a qualcun altro di portare a termine quello stesso compito con maestria, in modo veloce ed efficace. E qualcosa di simile potrebbe ripetersi in più occasioni.
Il no può far capire agli altri che qualcosa non è stato recepito correttamente
Dire no ti consente di pronunciare dei sì autentici
Per raggiungere i tuoi obiettivi professionali individuali, che ti sono stati assegnati per il buon funzionamento dell’azienda o del progetto, è necessario concentrarti sulle tue priorità. Per rimanere focalizzato, è importante dire no a quello che ti distrae dai tuoi obiettivi. Avere il coraggio di affermarti è anche importante per la tua carriera: sei stato assunto per quello che fai, certo, ma anche per quello che sei. Solo pronunciando veri sì e veri no puoi creare valore aggiunto.
Ricordati che una giornata dura solo 24 ore. Se dici sì ad alcune attività, dovrai per forza dire no ad altre. I tuoi no sul lavoro ti permettono di pronunciare dei sì autentici alle cose da fare che vanno messe in priorità. Saper dire no ti permette di onorare gli impegni presi, conditio sine qua non per essere affidabile.
Sei stato assunto per quello che fai, certo, ma anche per quello che sei
Dire no sul lavoro fa bene a tutta la squadra
Saper dire no sul lavoro, quindi, significa rimanere concentrati sugli obiettivi prioritari e offrire la propria expertise. Sono aspetti che aiutano a far progredire tutti, collaboratori e azienda.
Troppi impegni senza direzione né priorità definite rischiano di portare a risultati scarsi o scadenti. Fare troppo poco così come fare troppo è controproducente.
Cosa succede se non osi dire no sul lavoro
Quando non trovi il coraggio di dire no sul lavoro non rispetti te stesso perché non sai porre dei limiti. Quando non puoi accettare un lavoro perché è troppo difficile per te o perché sai che non ne avrai il tempo, ti invito a osare di NON impegnarti. Può sembrare paradossale, ma dire no sul lavoro è importante per dimostrarsi affidabili. Sia nei confronti di se stessi sia nei confronti degli altri.
Quando ti sembra di non poter dire no puoi riflettere su questo: non osare di dire no significa precluderti l’opportunità di offrire un contributo di qualità. Ogni volta in cui non esprimi e non condividi le tue perplessità e richieste, neghi agli altri un’informazione preziosa per raggiungere gli obiettivi comuni. Il tuo no può essere una carta importante che manca nel gioco.
Ogni falso sì che pronunci, inoltre, rappresenta una falsa informazione che distorce i rapporti in essere.
Tutte le volte in cui pensi di non poter dire di no non rispetti le tue priorità di persona e di professionista. Ribadisco: saper dire di no significa poter rimanere concentrati sulle priorità, per andare avanti nella propria carriera e per il buon funzionamento dell’azienda.
Saper dire di no significa poter rimanere concentrati sulle priorità
Evitare di dire no sul lavoro può danneggiare la relazione
Quando fai qualcosa contro la tua volontà, spesso finisci per rimproverare a te stesso il fatto di non aver detto no. Ma altrettanto spesso provi rabbia anche nei confronti della persona che stai aiutando, alla quale hai detto un falso sì. Questo può danneggiare la qualità della relazione sul medio e lungo termine, perché crea incomprensioni e tensioni a volte difficili da sciogliere.
In un quadro in cui si dicono molti sì forzati al posto di dire no, si sviluppano tutta una serie di squilibri nei rapporti di lavoro. Se non sai dire no, potresti cercare di evitare le persone che potrebbero chiederti aiuto. Si creano distanze (che gli altri magari non riescono a spiegarsi), tensioni e un clima generale di scarsa collaborazione. Una persona inizialmente entusiasta di mettere a disposizione i propri talenti si può trasformare in un collaboratore scontento e brontolone, che lavora “con i piedi di piombo”.
Quando il sì è imposto
Se obblighi te stesso a dire sì a seguito di pressioni o minacce, più o meno velate, cerca di capire che, anche se ti sei sentito obbligato, sei comunque tu che hai deciso di dire sì. Saprai perdonare le persone che ti hanno fatto sentire così tanto sotto pressione? Potrai ancora lavorare con loro o per loro? A volte dire no permette di preservare la relazione mantenendo rapporti benefici.
Considera anche il fatto che, quando ti viene richiesto qualcosa che va oltre i tuoi limiti, rischi di portare a termine un lavoro fatto male o di non finire in tempo. Oltre a sentirti irritato tu, molto probabilmente lo saranno anche superiori e colleghi, perché la qualità del tuo lavoro sarà bassa e tradirai le aspettative altrui. Dispiaceri e tensioni inquinano il clima sul posto di lavoro.
Rischi di portare a termine un lavoro fatto male o di non finire in tempo
Un caso concreto
Facciamo un esempio. Il tuo superiore ti chiede di scrivere un report al posto suo. Sei già oberato di lavoro e scrivere report non è mai stato il tuo forte, anzi. Sai che se accetti, farlo richiederà delle ore e il risultato rischia di essere scarso. Accettare di scrivere quel report significa anche sottrarre tempo alle attività che devi concludere entro la giornata.
Hai anche promesso alla tua famiglia di limitare al massimo le volte in cui porti a casa documenti e attività da completare. L’idea di non onorare la tua promessa ti fa provare tensione. Senti già una serie di lamentele e proteste dirette verso il tuo capo invadere il tuo dialogo interiore.
Dire no spiegando le proprie ragioni
Dire no sul lavoro spiegando le tue ragioni permette di fare capire all’altro il tuo no. Avrà l’opportunità di mettersi nei tuoi panni. Torniamo al nostro esempio. Anche se il tuo capo rischia di essere scontento perché dovrà scrivere lui il report, potrà comprendere che ti preme onorare i tuoi impegni, sia professionali sia personali. Dire no per delle buone ragioni aumenterà la tua credibilità.
Dopo il tuo non rimani comunque aperto alla discussione, per comprendere come mai il tuo superiore ti chiede qualcosa che non ti compete. Permetterà anche a te di metterti nei suoi panni e potrete trovare insieme una soluzione alternativa. C’è qualcuno più competente a cui piace questa attività? L’obiettivo comune è quello di ottenere il risultato migliore: un ottimo report.
Ecco un caso in cui dire no sul lavoro rappresenta un beneficio per tutti. Se dici no, potrai concentrarti su quello che ti compete. Potrai finire al meglio le tue attività, in tempo per l’orario di uscita.
Dopo il tuo non rimani comunque aperto alla discussione
Cosa fare quando il tuo capo non accetta il no?
In effetti, in una società gerarchica, il tuo capo può rifiutare il tuo no e importi il compito richiesto. Se la sua è una richiesta illegittima che può ledere te o altri, la situazione è complessa da affrontare. Ne parlo in modo approfondito in un altro articolo su questo blog.
Quando invece essere obbligato ha come unico effetto quello di diminuire in piccola parte il tuo benessere, ti consiglio di prendere le distanze da questa situazione spiacevole.
Prova a ricordare tutti i vantaggi che hai sul lavoro. Potrai comunque essere in pace con te stesso, perché sei stato capace di esprimere il tuo no, con in mente l’obiettivo di manifestare la tua posizione, rispettare te stesso e i tuoi impegni.
Dulcis in fundo, se impari a dire no, ti allenerai anche ad accettare i no degli altri. Comprenderai che questi no non sono prese di posizione contro di te ma sono invece un’affermazione fatta per rispettare delle priorità e dare un valore aggiunto.
Quando ognuno comprende l’importanza dei veri sì e dei veri no sul lavoro, le relazioni professionali diventano più serene e si basano sulla libertà e il piacere della collaborazione, relegando in un angolo dovere e costrizione.
Ecco perché è tanto importante saper dire no sul lavoro.
Giu 18, 2021 | Conoscersi, Consigli pratici
Dire no è fondamentale per dare valore ai tuoi sì. Se non riesci a dire no finirai per non rispettare te stesso e le tue priorità in molti settori importanti della vita. In questo articolo, voglio concentrarmi sulla coppia.
Non autorizzandoti a dire no, magari perché pensi che farlo scatenerebbe liti e incomprensioni, potresti lasciare che si accumuli tensione tra te e il tuo partner. Potresti persino arrivare a una rottura che non vuoi.
SE DESIDERI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO
Limitare la comunicazione non è una buona strategia. Serve solo a procrastinare lo scontro o nascondere i problemi. Dire no in modo salutare è rispettoso nei confronti di te stesso, e non può che fare bene alla coppia. Perché rispettare il tuo modo di sentire significa dimostrare rispetto anche per l’altro. Dire no è coraggioso e necessita determinazione. Dire no manifesta il tuo desiderio di impegnarti e metterti in gioco: significa che tieni all’altro e alla qualità della relazione di coppia.
Dire no in modo salutare è rispettoso nei confronti di te stesso, e non può che fare bene alla coppia
In questo articolo vediamo insieme come imparare a dire no. Puoi applicare questi consigli le volte in cui non puoi o non voi fare qualcosa. Per esempio, sei troppo stanco per prenderti carico di un obbligo familiare o di una faccenda domestica.Oppure non hai nessuna voglia di accompagnare il tuo partner a quella cena con i suoi amici. L’obiettivo non è cercare giustificazioni per tirarsi indietro dalle proprie responsabilità. Al contrario, vorrei darti i mezzi per fare al meglio le cose che rispecchiano le tue capacità e i tuoi talenti e per facilitare una tua vita di coppia viva e appagante.
Dire no è coraggioso e necessita determinazione
Prendi posizione
Sia dire no sia dire sì sono prese di posizione preziose per la coppia, perché significa che ti stai assumendo la responsabilità di contribuire alla relazione e che vuoi esserne protagonista.
Quando si crea una relazione di coppia, i due partner si conoscono man mano e scoprono i loro obiettivi individuali e quelli comuni, che fanno la felicità di entrambi. All’interno della relazione, ciascuno ha l’opportunità di mettere il proprio carattere, la propria sensibilità e i talenti al servizio di questi obiettivi.
In questo quadro, il no rappresenta un’informazione preziosa. Fornisce dati su aspettative, modi di essere e di sentire che l’altro potrebbe non avere ancora indovinato. Così facendo può emergere il personale contributo e punto di vista di ognuno.
Il no rappresenta un’informazione preziosa
Dire sì quando pensi no scatena rabbia e frustrazione
Pensa a quello che succede quando vorresti dire no e invece dici sì. Se non permetti mai a te stesso di dire no all’interno della coppia, potresti sentire crescere dentro di te una forte irritazione.
La rabbia emerge perché non sei stato tempestivo nel farti rispettare: hai lasciato passare troppo tempo, hai accumulato tensione, hai autorizzato diverse piccole violazioni senza reagire. Questa rabbia che senti serve a fornirti l’energia per creare un cambiamento. Ti consiglio di riconoscerla come un segnale utile e di non scaricarla sull’altro. Ricordati che il tuo modo di vivere la situazione ti appartiene.
Non è l’altra persona che ti fa arrabbiare e non è neppure detto che il tuo partner ti abbia mancato di rispetto: ha semplicemente espresso una richiesta.
Tu, però, ti puoi sentire violato e forzato a fare qualcosa che non vuoi… Quando ti senti così ti consiglio di trovare un modo per scaricare la rabbia. Vai a camminare o concediti un urlo muto, per esempio. Dopo potrai discutere quanto ti succede con calma ed efficacia.
Saper dire no per essere autentico
I falsi sì sono false informazioni che distorciono le carte in tavola. Se non esprimi e non condividi le tue esigenze, non informi l’altro sulla tua reale posizione.
Il tuo partner ha scelto te, non qualcun altro. Dire no significa esserci, cioè assumersi il rischio di affermare se stessi, creando valore aggiunto anche per l’altro.
I falsi sì sono false informazioni che distorcono le carte in tavola
Dire no ti permette di essere affidabile
Imparare a dire no ad alcune cose significa dire veri sì ad altre. Ogni no sano che riesci a pronunciare ti permette di concentrarti sulle tue priorità e di fare dei passi in avanti nella costruzione di una relazione di coppia felice.
Le giornate durano solo 24 ore, di conseguenza siamo costretti a fare delle scelte tra le cose che vogliamo e possiamo fare e quelle che non vogliamo e non possiamo fare.
Concentrati sul fatto che dire no significa permettersi di dire sì a quello che conta davvero per sé e per la coppia. Saper dire no permette di essere fedele ad altri impegni ai quali hai detto sì. Condizione indispensabile per essere affidabile.
Il no apre le porte a una relazione appagante
Se sei consapevole dell’importanza dei no, sarai anche più capace di accettare un no dalla persona amata. Perché saprai che non sta dicendo di no a te, non ti sta rifiutando. Sta semplicemente dicendo di sì a qualcosa d’altro, più in linea con il suo modo di essere, con i suoi desideri in quel momento e con gli impegni già presi.
Questo favorisce una relazione serena basata sulla libertà e il piacere della collaborazione e della condivisione, più che sul dovere e la costrizione.
Quando dire no è difficile
Dire no all’interno della coppia significa mettere dei paletti, limitando in modo salutare per entrambi le richieste e le aspettative del partner. Spesso, però, dire no è difficile. Le ragioni possono essere diverse.
Prima di tutto, dire no è complicato se non conosci te stesso. Essere consapevole dei tuoi desideri e delle tue priorità è un aiuto molto importante per decidere se dire sì oppure no a una richiesta.
Cosa desideri veramente? Potresti non saper rispondere, magari perché a furia di dire sì al posto di dire no ti sei allontanato dai tuoi veri desideri ed emozioni. Rifletti su quali sono le tue inclinazioni. Pensa alle tue esperienze passate e a quello che ti riesce meglio. A quello che ti da gioia.
Dire no è complicato se non conosci te stesso
Accettare i propri limiti
Se accetti un impegno che non potrai onorare rischi di fare le cose male e in ritardo, raccogliendo lo scontento della persona che contava su di te.
Dobbiamo farcene una ragione, nessuno di noi è un super eroe, in grado di accontentare tutti e sempre. Impara a riconoscere i tuoi limiti e accettali per quello che sono. Hai tutto il diritto di non essere sempre perfetto e accomodante. La giornata dura solo 24 ore: è giusto avere delle priorità. In pratica è assolutamente normale e sano il fatto che tu abbia voglia di dire di no.
Voler dire di no è assolutamente normale e sano
Credere di doversi sacrificare in nome dell’amore
Sacrificarsi per l’altro al punto di dimenticare se stessi, non è un regalo per nessuno. Sacrificio e amore non sono legati. Attenzione: sto parlando del sacrificio che minaccia la tua gioia.
Sempre a causa del fatto che non possiamo fare tutto, ci sono dei momenti in cui potresti decidere di sacrificare alcuni aspetti della tua vita, perché qualcos’altro è diventato sacro per te, dunque prioritario. In questo caso non c’è frustrazione e rabbia, ma al contrario si prova un coinvolgimento profondo. Agisci in pace e con amore, con tutto il tuo cuore.
Avere paura delle conseguenze
Molti dicono sì al posto di dire no perché hanno paura delle conseguenze negative. Temono che dire no peggiori la qualità della relazione. Temono di essere svalutati e abbandonati. Se però imparerai a comunicare, come ho già sottolineato, il no diventerà una risorsa, parte integrante di una buona relazione.
Anche la società e l’educazione hanno un ruolo importante nella tendenza a dire sì al posto di dire no. Molte persone sono oppresse da una serie di credenze limitanti. Forse anche tu pensi che non puoi dire di no a una persona amata, perché interpreti il no come mancanza di amore, di gentilezza o di rispetto, quando in realtà può essere il contrario. Ti invito a fare questa auto-riflessione: quali convinzioni ti impediscono di dire no al tuo partner?
La società e l’educazione hanno un ruolo importante nella tendenza a dire sì al posto di dire no
Nel momento in cui riesci a riconoscere le convinzioni bloccanti che ti impediscono di rispettare te stesso dicendo di no quando ne hai bisogno, cerca di togliere loro potere. Rifletti sul fatto che sono solo punti di vista e non verità assolute.
Un’esperienza mai fatta
Un’altra ragione per la quale può essere difficile per te dire no è che semplicemente tu non hai esperienza in materia. Hai sempre detto di sì a tutto e iniziare a dire no rappresenta per te una sfida verso l’ignoto. In questi casi non è raro che l’immaginazione costruisca scenari catastrofici, che impediscono di cambiare abitudine. Se è il tuo caso, ti serve allenamento.
Inizia con il dire dei no facili. Prova a dire di no a richieste che hanno poca importanza e che molto probabilmente non susciteranno proteste da parte dell’altro. Ti accorgerai rapidamente che il mondo non crolla a causa dei tuoi no. Quando avrai acquisito gradualmente fiducia in te stesso, potrai iniziare a dire no anche di fronte a richieste relative a bisogni e aspettative più importanti.
L’esperienza ti consentirà di essere più consapevole delle conseguenze dei tuoi no e imparerai a gestire le risposte e le reazioni del tuo coniuge.
Il no è sempre legittimo?
Abbiamo sottolineato che è perché sai dire no che il tuo sì ha valore. Vale anche all’opposto: poiché sai dire sì, il tuo no ha valore. Se ogni volta che ti viene chiesto qualcosa dici di no, il tuo no rischia di perdere la sua legittimità.
Quando la richiesta dell’altro è valida, il tuo no può non esserlo. Questo accade, ad esempio, se il tuo partner ti chiede di fare qualcosa che di comune accordo avete deciso di far rientrare nei tuoi compiti. Ad esempio occuparsi del bucato o accompagnare i bambini a scuola. Oppure può succedere che l’altro ti chieda di lavare i piatti per una volta, perché non si sente bene. Tu odi farlo, ma eccezionalmente potresti prenderti questa incombenza. Prima di dire no, chiediti onestamente se in quella specifica situazione ne hai diritto.
Quando la richiesta dell’altro è valida, il tuo no può non esserlo
C’è modo e modo di dire no
Nel momento in cui ti sarà chiara l’importanza di dire no e ti sarai esercitato a capire in quali situazioni il no è legittimo e perché, potrai anche lavorare sul modo di dire no. Si può dire no in modo amorevole e sereno. Soprattutto se sei consapevole che il tuo no può essere un regalo per l’altro e per la coppia.
Il no, un regalo per l’altro
Facciamo un esempio che dimostra come il no può trasformarsi in un’opportunità. Nel momento in cui, dicendo di no al tuo partner che ti chiede di andare a ballare, gli (o le) permetti di trovare qualcun altro più entusiasta con cui condividere l’esperienza, sarete entrambi più felici. Piuttosto che portare te che ballerai tutta la sera con il muso, si divertirà molto di più con un amico o un’amica che ama ballare. E tornerà pieno di entusiasmo per condividere con te altri aspetti della vostra vita in comune.
Quando diciamo di sì controvoglia, la qualità del nostro contributo nell’attività che avremmo evitato volentieri è mediocre. Abbiamo trasformato un potenziale momento di piacere in una costrizione. Nel momento in cui diciamo sì oppure no in modo allineato con il nostro sentire, la qualità della nostra presenza migliora drasticamente. La tua capacità di dire di no ti apre alla possibilità di essere per l’altro un partner entusiasta o un pesante musone.
Il no non è un’azione contro l’altro
Come ho già accennato, dire no non significa disinteressarsi dell’altro e delle sue richieste. Quando dici i tuoi no cerca di farlo presente al partner e prima di tutto a te stesso. In questo modo sarai sereno quando ti rifiuterai di fare qualcosa.
Spiegare chiaramente le ragioni del tuo no, non serve a giustificarsi: semplicemente rende partecipe l’altro. Quando dici no, spesso è utile dare all’altro le informazioni necessarie per capire come mai. In questo modo dai al tuo partner la possibilità di immedesimarsi e comprendere il tuo punto di vista. Facciamo un esempio. Dire “non ho tempo” o “non ho voglia” rischia di non essere sufficiente.
Spiegare chiaramente le ragioni del tuo no, non serve a giustificarsi: semplicemente rende partecipe l’altro
Invece, potresti spiegare che sei in difficoltà con il lavoro e che temporaneamente non riesci a occuparti delle faccende di casa come vorresti. O che passare l’unico giorno libero con i suoceri ti pesa perché hai bisogno di un po’ di tempo per te stesso. Se hai bisogno, prenditi qualche minuto (o anche qualche ora) per dare una risposta realmente allineata con il tuo sentire.
Manifestare benevolenza
Saper dire no vuole dire anche essere preparato ad accogliere le reazioni negative dell’altro di fronte al tuo rifiuto. Quando diciamo no, a volte gli altri si sentono feriti. Rimanere benevoli è un atteggiamento che permette di preservare il rispetto reciproco. Nel momento in cui il no rischia di generare un conflitto nella coppia, puoi trovare il modo di disinnescare il problema comunicando in modo sano. Ti invito a imparare alcuni fondamenti di trasformazione dei conflitti.
Accettare il rifiuto degli altri
Quando si impara a dire no, è importante imparare di pari passo ad accettare il fatto che l’altro elemento della coppia può essere scontento del nostro rifiuto. Cosa che può accadere anche quando il tuo no è legittimo e hai fatto del tuo meglio per spiegare le tue ragioni. Potresti aver bisogno di attingere a competenze di comunicazione e gestione delle emozioni più complesse.
Nel frattempo, ricorda che non sei responsabile delle emozioni degli altri ma solo delle tue. Non puoi e non devi controllare tutto. A volte, può essere necessario fare un passo indietro e prendere le distanze dal comportamento altrui.
Non sei responsabile delle emozioni degli altri ma solo delle tue
Trovare insieme delle soluzioni
Sii pronto ad ascoltare gli argomenti dell’altro di fronte al tuo rifiuto. Consentirà anche a te di metterti nei suoi panni. E potreste trovare insieme delle soluzioni soddisfacenti, nelle quali ognuno è rispettato nei suoi bisogni e limiti.
In altre occasioni, puoi dire sì anche se vorresti dire no, dopo averci pensato con attenzione, perché le circostanze sono eccezionali e il benessere dell’altro e della coppia è tra le tue priorità.
Empatia e gentilezza, sempre
La gentilezza verso te stesso e la gentilezza verso l’altro permettono di creare e mantenere un rapporto di fiducia.
Mentre aspetti che la persona elabori il tuo no, continua a essere leale e degno di fiducia. Così facendo aumenterai ulteriormente la tua credibilità. Impegnati a onorare le promesse fatte. Più sei affidabile nell’onorare gli impegni presi, più i tuoi no saranno legittimi e accolti con serenità.
Impegnati a onorare le promesse fatte
Imparare a dire no in coppia
Molti di noi hanno ereditato la convinzione che vivere in coppia richieda sacrifici. Tanti sono abituati a pensare che non si possono rispettare totalmente nella relazione a due. Pensando di non avere scelta, ci rassegniamo a dire dei falsi sì. Così facendo perdiamo l’opportunità di migliorare la situazione. Negli anni, la relazione ricca di potenziale, iniziata nel piacere di condividere momenti preziosi di amore e gioia, può diventare tesa, oberata da scontri, doveri e frustrazioni. Di sicuro nessuno dei due partner ambiva a questo risultato…
Se la tua relazione di coppia è arrivata a questo stadio o sta pericolosamente viaggiando in quella direzione, ti suggerisco un modo per ribaltare la situazione. Di comune accordo, potreste decidere di inventare un altro modo per stare in coppia. Potreste individuare un obiettivo comune. Sperimentare cosa accade se ognuno sta attento a rispettarsi pienamente nella relazione.
Imparare a dire no può diventare una nuova avventura da vivere insieme.