Pensieri positivi e dimagrimento: la forza del dialogo interiore

Pensieri positivi e dimagrimento: la forza del dialogo interiore

I pensieri positivi influenzano il tuo dimagrimento. O meglio: c’è uno stretto legame tra peso forma e dialogo interiore. Se hai già letto altri contenuti di questo blog, sai cos’è il dialogo interiore e quanto possa influenzare la tua vita. Sto parlando di quelle parole e frasi che ripeti a te stesso, quasi senza rendertene conto. L’insieme dei nostri pensieri sfocia, e questo vale per tutti, in un monologo interiore continuo.

SE PREFERISCI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO

 

La tua voce interiore pone domande ed esprime opinioni. Fai pensieri positivi o negativi e ciò può essere di sostegno o di grande intralcio al tuo benessere. La qualità del tuo dialogo interiore, come ho già sottolineato in altri articoli sul tema, è influenzata dalle convinzioni. Spesso siamo poco attenti a questa voce che invece condiziona in modo inconscio la vita intera.

Nel testo Recuperare il peso forma: fai pace con il tuo giudice interiore abbiamo parlato di come mandare in pensione quel giudice che è dentro di te e ti critica per la tua forma fisica. Questa volta vorrei invece concentrarmi sulle convinzioni che ostacolano o favoriscono il raggiungimento del peso forma e un fisiologico dimagrimento, senza diete e costrizioni.

Forse anche tu hai convinzioni che ti ostacolano nel naturale raggiungimento del tuo Peso Forma

C’è un altro modo di vedere le cose

Le convinzioni che favoriscono l’obiettivo che ti sei dato, quello di dimagrire, possiamo vederle come dei pensieri positivi, cioè costruttivi: sulla tua persona, sul tuo corpo, sulla tua vita. Mentre le convinzioni che ostacolano il dimagrimento possiamo considerarle come dei pensieri negativi, cioè ostacolanti. Ma esattamente da cosa nascono e come funzionano le convinzioni? Vediamolo insieme.

Per aiutarti a capire ti faccio un esempio che non c’entra nulla. Immagina una normale giornata lavorativa. Stai andando in ufficio ma il tuo treno è in ritardo. Cosa accade? Inizi a brontolare? “questi treni non funzionano mai come dovrebbero!”. Oppure ti chiedi semplicemente “Cosa posso fare di questo tempo di attesa imprevisto?”. Magari pensi addirittura “Grazie! Questo contrattempo mi permette di dedicarmi un momento di relax, bevendo un tè caldo al bar”. Come mai di fronte a un identico evento, ognuno reagisce a proprio modo?

Il filtro delle convinzioni

Le convinzioni funzionano come un filtro, facendoci percepire la realtà in un modo piuttosto che in un altro, questo perché ostacolano o lasciano passare alcuni punti di vista, emozioni e sensazioni piuttosto che altri. Si tratta di un meccanismo per lo più inconscio, costantemente attivo anche se noi non ce ne rendiamo conto. A questo filtro è dovuta la diversità con la quale ogni persona vive situazioni ed eventi identici.

Le convinzioni funzionano come un filtro costantemente attivo

Chi brontola per qualunque cosa (il treno in ritardo, la pioggia, una scarpa che si slaccia) spesso è convinto che tutto e tutti gli siano contro: le altre persone, l’Universo, Dio! Chi è grato e sereno, molto probabilmente, nutre la convinzione opposta, quella di essere sostenuto dall’Universo, per esempio.

Come agisce il filtro dei pensieri positivi o negativi?

Il cervello, per sua natura, può cogliere solo una parte della realtà. Abbiamo occhi che guardano in una sola direzione, con un campo visivo di appena 60 gradi circa e orecchie che percepiscono bene i suoni tra 2.000 – 5.000 Hz e comunque fino a una certa distanza. E già così i dati da elaborare sono tantissimi.

Di questa realtà fatta di tante percezioni: immagini, suoni, odori, sensazioni, solamente una piccola percentuale di informazioni viene recepita a livello conscio. Per fortuna! Altrimenti saremmo sopraffatti da un eccesso di informazioni che renderebbe la vita un inferno. Inoltre, quello che arriva al cervello non è un insieme di sensazioni pure, perché i filtri che intervengono di fatto distorcono e interpretano la realtà.

I filtri, convinzioni e pensieri positivi o negativi, agiscono sia su quello che percepisci in modo conscio sia su quello che percepisci in modo inconscio.

I filtri agiscono sia su quello che percepisci in modo conscio sia su quello che senti in modo inconscio

Chi crede di essere sfortunato e che la propria vita sia solo un susseguirsi di fatiche e sfortune, interpreterà anche gli eventi neutrali e potenzialmente positivi con “gli occhiali” di chi è destinato a soffrire. Ricorderà più facilmente tutto quello che va storto nella giornata piuttosto che i momenti tranquilli e felici.

Questo modo di funzionare influisce anche sul peso forma. Le convinzioni sono pensieri ma al nostro cervello appaiono come verità assolute e convincenti. È importante ribadire che in realtà sono solo convinzioni, cose che tu pensi e che per qualcun altro potrebbero non essere vere. Non sono dati di fatto. Non c’è oggettività. Si tratta semplicemente di opinioni convincenti che hai acquisito e interiorizzato nel passato. Alcune sono tue, altre, forse la maggior parte, le hai in qualche modo “ereditate” dai tuoi genitori o dalle persone con cui sei cresciuto. Se alcune convinzioni sono consapevoli, altre sono inconsce, cosa che le rende ancora più subdole e potenti.

Prenditi del tempo per pensarci su. Questa “rivelazione” è l’opportunità di riprendere potere sulla tua vita e in questo caso anche sul tuo peso forma.

Quelle che ritieni essere verità assolute spesso sono solo convinzioni ereditate dalle tue figure di riferimento

Smascherare le convinzioni

Come puoi individuare e smascherare le tue convinzioni? Innanzitutto la tua realtà è lo specchio delle tue convinzioni consce e inconsce. Puoi ascoltare le parole che utilizzi e in particolare le generalizzazioni che esprimi quando racconti a te stesso (ma anche agli altri) la tua vita. Pensieri come che fatica questa vita!, la vita non mi regala mai niente, Perché devo lottare sempre per ogni cosa? Sono tutte convinzioni. Non hanno valore di verità. Sei tu che attribuisci loro valore. Quali di queste espressioni (o altre simili) utilizzi più frequentemente?

Ascolta te stesso e le generalizzazioni che sei abituato a fare

E se ci spostiamo nella sfera del peso forma, invece, quali frasi risuonano più spesso nella tua mente? Basta che io veda un dolce e ingrasso subito. In famiglia siamo tutti sovrappeso, è un problema ereditario. Sono incapace di vivere al mio peso forma, e simili.

Inoltre, quali sono le emozioni che vivi quando vedi una persona che dimagrisce o mangia poco? Serenità, positività, timore, ansia, tristezza? E quando vedi una persona in carne? Sicurezza, gioia, chiusura, disgusto?

Magari, invece, le tue convinzioni sono più costruttive. Nella tua testa ritrovi frasi del tipo: Merito di essere felice e di vivere al mio peso forma. Ho fatto tante cose nella mia vita, posso anche vivere al mio peso forma in mondo naturale e spontaneo… e simili? Riesci a visualizzare un te stesso più magro e in forma in totale serenità?

Perché è importante identificare le convinzioni limitanti

Anche se le tue convinzioni sono lì da sempre e tu sei giunto fin qui senza mai modificarle, intervenire sulle tue convinzioni e coltivare pensieri positivi può esserti di grande aiuto per raggiungere i tuoi obiettivi, compreso quello del peso forma. I tuoi pensieri positivi o negativi, consci o inconsci (moltissime delle tue convinzioni sono inconsce) influenzano le tue emozioni, le quali influenzano le tue azioni. Esse a loro volta influenzano i risultati che puoi raggiungere.

Agirai o non agirai secondo le tue convinzioni predominanti e quelle azioni determineranno i risultati che otterrai, sovrappeso incluso. Il tuo peso fisico è un risultato, non un punto di partenza. Per aiutarti ho un’autoriflessione da proporti.

Le tue convinzioni consce e inconsce influenzano i risultati che puoi raggiungere

Esercizio del dialogo con te stesso

Prendi carta e penna e per ogni domanda che leggi scrivi quello che ti viene in mente, senza riflettere su come o cosa stai scrivendo. Cerca di mettere su carta impressioni, ricordi, parole chiave.

Le tue convinzioni si sono forgiate nell’infanzia, partendo da quello che hai visto, ascoltato, sperimentato. Spesso, capita di validare come verità assoluta ciò che ci viene mostrato dai nostri genitori o dalle persone che fungono per noi da modelli e punti di riferimento.

Siamo programmati a fare come loro oppure a fare l’opposto, a seconda del tipo di relazione che ci lega. Prenditi il tempo di ripensare alla tua infanzia e alle abitudini e opinioni che ti sono familiari.

Siamo programmati a fare come i nostri genitori o a comportarci in modo opposto rispetto a loro

Rievoca la memoria di ogni genitore o soggetto che è stato importante nei tuoi primi anni di vita. Questo esercizio andrebbe ripetuto per più sfere che riguardano l’aspetto fisico e l’alimentazione, ma in questo caso limitiamoci a quello che riguarda magrezza e sovrappeso.

Le mie domande per te

Quando si parla di magrezza e dimagrimento…

  • Cosa hai visto, sentito e provato a proposito dell’essere magri?
  • Chi era magro in famiglia? Erano persone positive o negative per te? Cosa rappresentavano per te? Quali qualità mostravano? Quali difetti?
  • Hai visto persone dimagrire in un contesto doloroso come malattie terminali, anoressia, debolezza diffusa eccetera?
  • Hai visto persone vivere una lotta senza fine contro il dimagrimento?

Quando si parla del sovrappeso

  • Cosa hai visto, sentito e provato a proposito dell’essere sovrappeso?
  • Chi era sovrappeso? Erano persone positive o negative per te? Cosa rappresentavano per te? Quali qualità mostravano? Quali difetti?
  • Hai visto persone vivere una lotta senza fine contro il sovrappeso?

Ricordare aiuta a capire

Dopo essere entrato in contatto con i tuoi ricordi, sicuramente saprai capire meglio alcune tendenze automatiche che metti in campo quando mangi o gestisci i tentativi di dimagrimento, le diete e più in generale il tuo approccio al sovrappeso. Forse ti comporti esattamente come uno dei tuoi genitori, oppure in modo opposto.

Cosa ti spinge ad avere certi pensieri positivi o negativi su peso e magrezza? A supportare le tue convinzioni c’è il pensiero che siano corroborate dai fatti. Questi fatti non sono altro che quello che hai visto, sentito e provato nella tua infanzia. Ma ora che hai capito questo, ti invito a intraprendere una trasformazione. Abbi il coraggio di riesaminare le tue convinzioni, osserva da vicino i tuoi pensieri positivi o negativi su sovrappeso e magrezza.

Per ogni convinzione che individui, fatti questa domanda: questa affermazione vale per tutti, sempre e in qualunque posto del mondo? L’obiettivo è renderti conto che queste convinzioni non sono realtà assolute ma solo opinioni. Analizza le tue convinzioni sul peso del tuo corpo una per una, osservale. Così potrai decidere se mantenerle oppure trasformarle.

Analizza le tue convinzioni sul peso del tuo corpo una per una e scegli se tenerle o trasformarle

Il libro per approfondire

Se desideri, nel mio libro Conquista per sempre il tuo peso forma ho messo a disposizione un elenco di quasi 100 convinzioni che possono ostacolare il peso forma. Potrai valutare se ti appartengono o no, per poi cancellarle o trasformarle in convinzioni che supportano il tuo obiettivo Peso Forma.

Ritenzione idrica e sovrappeso perché ne soffri, cosa puoi fare

Ritenzione idrica e sovrappeso perché ne soffri, cosa puoi fare

La ritenzione idrica è un problema diffuso che colpisce soprattutto le donne ma non solo. In questo articolo mi concentrerò sulla ritenzione idrica associata al sovrappeso e alla cellulite.

SE DESIDERI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO 

 

Nel sovrappeso esiste spesso una componente dovuta alla ritenzione idrica. Puoi capire da solo se si tratta di un problema rilevante per te: ti capita di acquistare o perdere diversi chili in pochi giorni? Queste brusche variazioni di peso non si verificano per colpa del grasso. Il tessuto adiposo di solito non si accumula né sparisce tanto velocemente…

Chi acquista peso rapidamente, spesso, ha il problema di trattenere i liquidi con grande facilità. Altrettanto spesso eliminarli, invece, non è così facile. Oppure lo è, ma la fase in cui ci si sente più leggeri è molto più breve di quella in cui ci si sente gonfi e pesanti, impattando su aspetto fisico, bilancia e benessere.

Come funziona la ritenzione idrica

La ritenzione idrica è la tendenza dei tessuti dell’organismo a trattenere grandi quantità di fluidi, provocando un gonfiore che può essere associato a dolore, pesantezza e perdita di elasticità delle zone interessate. La ritenzione idrica può essere localizzata oppure no.

Quando è localizzata, interessa generalmente gli arti inferiori e superiori e l’addome. In questi casi i tessuti, oltre a perdere parte della loro elasticità, acquisiscono il classico aspetto bianco lattiginoso quando si fa pressione con un dito.

Il tuo medico di fiducia può confermare (o meno) una diagnosi di ritenzione idrica. Dopo una visita potrà anche ipotizzare delle cause. Ovviamente tutti i sintomi che presenti devono essere valutati nel contesto della tua storia clinica. Se soffri di insufficienza venosa o patologie dei reni o ancora dell’apparato cardio-circolatorio, quella che pensi sia “semplice” ritenzione idrica è uno dei sintomi di un problema più complesso.

Nel caso di ritenzione idrica generalizzata si dà spesso colpa agli ormoni o a un cattivo funzionamento del sistema linfatico. Ma le cause di una ritenzione idrica diffusa restano spesso senza spiegazione per la medicina convenzionale.

Nel caso di ritenzione idrica generalizzata si dà spesso colpa agli ormoni

La ritenzione idrica secondo la medicina convenzionale

Approfondiamo le ragioni alla base della ritenzione idrica secondo la medicina convenzionale. Se la ritenzione è occasionale può dipendere dal caldo, da una reazione allergica o dall’assunzione di farmaci cortisonici o antipertensivi.

Quando invece è presente in modo costante o si ripresenta regolarmente, molto spesso, alle donne si dice che la ritenzione idrica è la loro reazione alle modificazioni indotte dal ciclo mestruale. Oppure ancora che è dovuta all’uso della pillola anticoncezionale (a base di ormoni) o allo stato di gravidanza.

La medicina convenzionale tende a trattare la ritenzione idrica curandola con i farmaci. Questo se c’è una patologia diagnosticabile potenzialmente collegata al fatto di ritenere liquidi. Altrimenti, al paziente con ritenzione idrica si consiglia una dieta povera di sale, moderata attività fisica, una maggiore assunzione di liquidi e in alcuni casi integratori e diuretici.

Purtroppo, molto spesso, tutto questo non è sufficiente per una guarigione duratura. Magari la ritenzione idrica migliora o si presenta con una frequenza leggermente inferiore, a patto che si continui a prendere farmaci o si resti a dieta. Non appena si smette di “combattere il sintomo”, puntualmente la ritenzione idrica torna a pesare sul paziente.

Le cause profonde della ritenzione idrica

Perché la ritenzione idrica colpisce alcune persone e non altre? Non tutte le donne che hanno il ciclo mestruale soffrono di ritenzione idrica, per esempio. Il fatto è che ci sono delle cause profonde che comportano la tendenza ad accumulare liquidi. Per liberarsi dalla ritenzione idrica, quindi, è necessario scoprire e trasformare la causa profonda che la provoca.

Quando il corpo ha la tendenza ad accumulare liquidi, ci troviamo di fronte a uno stress causato dalla lotta per l’esistenza. Cosa significa? Il tuo corpo ha memoria di una o più situazioni molto stressanti, nelle quali hai perso i tuoi punti di riferimento e ti sei ritrovato come un pesce fuor d’acqua. Vediamo cosa significa nello specifico e come puoi liberarti dalla ritenzione idrica. Ricordati, in ogni caso, che lo stress non è per forza qualcosa di negativo.

Quando il corpo ha la tendenza ad accumulare liquidi, ci troviamo di fronte a uno stress causato dalla lotta per l’esistenza

Salvare il pesce fuor d’acqua

Esattamente come farebbe un pesce trovandosi fuori dall’acqua, il tuo corpo trattiene i liquidi nell’attesa di essere riportato nel suo ambiente. Un ambiente dove si sente al sicuro, protetto da pericoli e avversità, un ambiente privo di stress.

La ritenzione idrica, quindi, può essere dovuta a traumi avvenuti nel passato, a te o a una persona nella tua genealogia, oppure può essere legata a una situazione di stress cronico. Questo se il tuo vissuto quotidiano è molto faticoso, come accade a chi combatte ogni giorno per sopportare un ambiente lavorativo o familiare ostile.

Come sempre, non è tanto la situazione che viviamo ma il modo in cui la viviamo che condiziona le reazioni del corpo. La tua personale attitudine ad affrontare una situazione, inoltre, è condizionata dal tuo passato, personale e familiare. Non dobbiamo per forza chiamare in causa situazioni al limite, come chi vive abusi in famiglia oppure lo stress di un soldato in missione.

La vita quotidiana di un imprenditore, di una madre di famiglia o di chiunque attraversi un periodo particolarmente difficile è più che sufficiente per innescare il meccanismo che porta alla ritenzione idrica.

Il tuo corpo trattiene i liquidi nell’attesa di essere riportato nel suo ambiente

A tutti può succedere di sentirsi come il pesce

Le situazioni stressanti che possono innescare la ritenzione idrica (cioè la reazione di un pesce fuori dall’acqua) sono molteplici. Un ricovero in ospedale, per esempio, che catapulta in un ambiente sconosciuto con regole proprie, non sempre facili da comprendere; dove per comunicare le persone utilizzano un linguaggio medico a volte ostico da capire, il tutto all’interno di un contesto in cui potresti temere per la tua vita o la tua salute a lungo termine.

Oppure puoi sentirti come un pesce fuori dall’acqua quando muore una persona di riferimento, sei costretto a trasferirti in un altro paese, o devi affrontare un cambiamento radicale di abitudini… Anche l’improvvisa necessità di combattere per i propri diritti fondamentali, la perdita del proprio status sociale, magari perché si viene licenziati o sfrattati, può spingere una persona a entrare in un meccanismo di lotta per l’esistenza. Come conseguenza, per difendersi, l’organismo trattiene fluidi.

Ci sono poi persone che vivono una vita intera sentendosi come alieni nel mondo, come se niente o quasi fosse adatto a loro su questo pianeta Terra. Mi riferisco a chi non riesce a sentirsi a casa in nessun posto. A coloro che vivono con la sensazione di essere fuori posto. A chi soffre perché l’ambiente che lo circonda gli impone regole e consuetudini ostili alla sua sensibilità.

Cosa puoi fare per capire se ti riguarda?

Per capire se il tema del pesce fuor d’acqua ti riguarda da vicino ti invito a rispondere a questa domanda. C’è stato un episodio, nella tua vita, a causa del quale ti sei sentito un pesce fuor d’acqua? Chiudi gli occhi e lascia affiorare una risposta. Hai vissuto un momento di grande insicurezza in cui ti è venuto a mancare il senso di protezione e ti sei sentito in pericolo di vita?

C’è stato un episodio, nella tua vita, a causa del quale ti sei sentito un pesce fuor d’acqua?

La maggior parte di noi, almeno spero, ha il ricordo di un luogo in cui viveva al sicuro, protetto e sostenuto. Non c’era nulla da fare per “meritarsi” di vivere. Unico imperativo quello di lasciar scorrere la vita dentro di sé. Il primo ricordo del genere (anche se inconscio) riguarda l’utero di nostra madre: memoria di un ambiente liquido, accogliente e vitale. Eravamo come un pesce (beatamente) in acqua. Il secondo ricordo ci colloca tra le braccia della mamma o di chi ci ha protetto e nutrito quando eravamo fortemente vulnerabili.

L’inevitabile strappo

Qualsiasi situazione che strappi forzatamente dalle braccia dell’adulto di riferimento in un momento in cui se ne ha un bisogno vitale può innescare il programma del pesce fuor d’acqua. Da quel momento in poi niente è più come prima. Inizia una vera e propria lotta per l’esistenza.

Per liberarti dall’azione di questo programma è utile richiamare, dentro di te, il ricordo della vita intrauterina o delle braccia della mamma. Riconnettersi al benessere vissuto quando eri al tempo stesso vulnerabile e protetto ti aiuterà a stare di nuovo bene. Ritrovare la sicurezza che sentivi quando eri tra le braccia della mamma è un movimento che puoi fare in visualizzazione. Immagina di essere tra le braccia della mamma e ricontatta la sensazione che hai provato: hai questa memoria dentro di te, l’obiettivo è ricontattarla e lasciarle spazio. In alternativa o in aggiunta puoi lavorare con le costellazioni famigliari, grazie all’aiuto di un professionista. Quando avrai riconquistato questo senso di sicurezza, col tempo, affiorerà in te il coraggio di aprirti di nuovo al sostegno degli altri. Sarai anche consapevole che, qualora l’aiuto venisse a mancare, il dolore sarebbe meno grande.

Da adulto hai un’autonomia che non avevi da neonato. Anche se è venuta meno una persona di grande riferimento per te, oggi puoi contare su altri amici o parenti e puoi sempre contare su te stesso.

Ricontatta la sensazione vissuta tra le braccia di tua madre quando eri neonato

Riaprirsi agli altri

Accettare che gli altri possano aiutarti apre alla condivisione di gioie e dolori. Tutto diventa meno difficile. Man mano ti sentirai di nuovo in grado di lasciare scorrere la Vita dentro di te, di lasciarla agire attraverso la tua persona. Tornerai ad essere un osservatore curioso e attento degli effetti che questo flusso vitale può avere sulla tua vita. Perderai l’abitudine faticosa di nuotare contro corrente e imparerai a lasciarti portare dalla corrente.

Quando c’è un vissuto familiare alla radice

Una volta capito qual è l’evento scatenante che ti porta a sentirti come un pesce fuor d’acqua nella tua vita, indaga anche nella tua storia familiare.

Poni la stessa domanda che hai fatto a te stesso ai tuoi genitori e ai nonni, se sono ancora in vita. La memoria genealogica di un trauma che ha spiazzato un membro della famiglia a causa di un grosso cambiamento, di un ricovero, di un trasferimento eccetera può essere il vissuto alla radice della tua ritenzione idrica. Puoi anche “farti aiutare” dal sintomo. Chi nella tua famiglia soffre di ritenzione idrica? Soffermati un po’ di più sul vissuto di quelle persone che hanno il tuo stesso sintomo.

Il sintomo è la punta dell’iceberg. Il resto, nascosto, è il vissuto doloroso sul quale il corpo ha sentito la necessità di intervenire. Se vuoi essere sostenuto per approfondire questa indagine, rivolgiti a un esperto di Biopsicogenealogia o Biokinesiologia.

Uscire da una situazione a rischio

Come uscire dalla lotta per l’esistenza? Non sempre è possibile cambiare lavoro, tornare nella vecchia casa in cui si stava tanto bene, diminuire sensibilmente il carico di responsabilità per subire meno stress eccetera. Allora cosa puoi fare per risolvere il tuo problema di ritenzione idrica oltre a cercare di sentirti nuovamente protetto? Come intervenire se ci sono cause scatenanti dall’esterno, che continuano a stressarti?

Come sottolineo spesso in questo blog, non sono le situazioni che sono importanti ma il modo in cui le vivi. Magari non c’è nulla da cambiare nella tua vita, almeno non in quella esteriore. Il primo passo, fondamentale, è quello di modificare il tuo mondo interiore.

Magari non c’è nulla da cambiare nella tua vita ma modificando il tuo mondo interiore puoi ritrovare il benessere

Ti consiglio di mettere tra le tue priorità la necessità di riconnetterti al tuo senso profondo di sicurezza e sostegno. Ti aiuterà non solo a eliminare la ritenzione idrica ma in generale a recuperare benessere. Lo strumento delle costellazioni familiari è un ottimo aiuto quando vuoi perseguire questo obiettivo. Permettono di guarire ferite antiche e relazioni sospese che influenzano il nostro fisico e il modo in cui viviamo il nostro presente.

Una volta che ti sarai riconnesso alla tua naturale fonte di sostegno interiore e avrai restaurato la possibilità di sentirti a casa ovunque tu sia, sarà più facile e naturale fare le scelte “giuste” per rispettarsi di più. Potrai creare una realtà in cui tu e chi ti circonda vivete bene, nel rispetto e nel sostegno reciproco.

Conoscere se stessi e seguire la gioia

Conosci te stesso e rispondi alle tue esigenze. Smetti di combattere contro quello che sei e contro la tua spinta vitale interiore. Regalati dei momenti in cui non sei impegnato a lottare. Trovati un luogo sicuro, in cui puoi trascorrere più tempo possibile. Rifugiati lì per lasciare andare le tensioni.

Favorisci le relazioni in cui puoi essere liberamente te stesso e qualunque situazione che ti permetta di sentirti a casa. Fatti guidare dalla sensazione interiore di gioia. Inizierai a urinare in abbondanza, sentirai il tuo corpo sgonfiarsi e vedrai l’ago della bilancia scendere progressivamente.