Invecchiare bene nel rispetto di se stessi

Invecchiare bene nel rispetto di se stessi

Invecchiare bene e felicemente è possibile. L’idea di invecchiare, però, spaventa molti. Alcuni pensano all’invecchiamento come a un processo di disfacimento, una condanna, qualcosa di ingiusto. Invecchiare, però, è un fatto “inevitabile”, quindi è decisamente utile riuscire ad avere un atteggiamento accogliente verso l’età che avanza e mettersi in pace con questo processo.

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Possiamo guardare al passaggio del tempo con occhi nuovi, per attraversare le età della vita in modo armonioso e adatto a quello che siamo. Per farlo, è importante riconoscere che invecchiare ci confronta con il tempo che passa ma anche che il tempo è un aspetto molto legato alla percezione della nostra Mente.

Per il nostro Cuore, la nozione di tempo è quasi inafferrabile e viene sostituita da un senso di eternità del presente. Di solito, da bambini, siamo molto focalizzati sul qui e ora. Poi accade qualcosa e ci ritroviamo a proiettarci costantemente nel futuro. Quante volte ti è capitato di sperare nel passare del tempo per stare finalmente meglio? Lo fanno in molti, nella loro testa si dicono: “starò meglio quando sarò più grande”, “starò meglio quando avrò finito gli studi”, “starò meglio quando lavorerò e guadagnerò dei soldi che potrò gestire in autonomia”, “starò meglio quando avrò trovato l’amore” eccetera.

Questo dialogo interiore si trasforma un giorno in una sorta di nostalgia e il pensiero ricorrente diventa “stavo meglio quando ero piccolo”, “stavo meglio quando ero giovane” e così via. Io ti auguro, magari anche grazie a questo articolo, di imparare a riconoscere il valore di ogni momento della tua vita. Inizia già oggi a investire nel tuo benessere e abbi fiducia nel fatto che quando il futuro arriverà avrai tutte le risorse per attraversarlo.

 

Invecchiare o maturare

Dentro di te o anche ad alta voce ti capita di dire “non voglio invecchiare”? Vorrei portare la tua attenzione su due ragioni importanti per motivarti a cambiare questo specifico desiderio.  Dato che non invecchiare è impossibile se si è vivi, vedere realizzato questo desiderio potrebbe voler dire morire prematuramente. Immagino che non sia quello che desideri profondamente. Ricordati che l’inconscio non conosce la negazione. Avere come obiettivo qualcosa che non vogliamo è un controsenso. Sarebbe come impostare sul navigatore la destinazione “non voglio andare a Milano”.

Avere come obiettivo qualcosa che non vogliamo è un controsenso

Sapere che non vuoi andare a Milano non significa che tu conosca la tua destinazione. Devi scegliere una direzione alternativa: Torino, per esempio. Altrimenti resterai bloccato, focalizzando tutta la tua attenzione su quello che non vuoi. Lottare contro l’invecchiamento significa mettersi contro la vita che scorre. Provare ad andare contro corrente e focalizzarsi sull’invecchiamento rischia solo di farti perdere tempo, gioia e energia e di peggiorare la tua situazione.

 

Un esercizio per ripensare la vecchiaia

La mia proposta è: poni a te stesso questa domanda. “Cosa immagino di brutto riguardo alla vecchiaia?” Poi, subito dopo chiediti anche: “Cosa desidero al posto di questa visione spaventosa della vecchiaia?

Parti ora dal tuo elenco negativo pieno di paure. Immagino che avrai scritto parole come: disfacimento, debolezza, perdita di dignità, malattia, isolamento sociale, depressione, noia ecc. Leggilo e poi su un altro foglio elenca gli opposti. Sempre sul secondo foglio, alla fine di questo esercizio, scoprirai alcuni tuoi desideri come: mantenersi in forma, essere in salute, provare gioia, mobilità, flessibilità, vivere una vita sociale ricca e appagante.

Questo è un primo passo, che ti permetterà di trovare ispirazione e iniziare a essere orientato verso obiettivi positivi. Possono facilmente venirti delle idee per favorire un percorso in questa direzione. Azioni o atteggiamenti che possiamo includere nelle nostre abitudini a qualunque età. Cose che possiamo fare nell’intento di ottenere sia risultati immediati, sia a medio e a lungo termine.

 

Invecchiare bene, il punto di vista di altre culture

Ci sono differenze abissali tra le culture, riguardo alle convinzioni e alle concezioni sull’invecchiamento. Sapevi che dire a una donna nativa americana che sembra più giovane è un insulto? Perché sarebbe come toglierle la sua esperienza e saggezza, che nella cultura degli indo-americani ha una grandissima importanza.

Maturare non è una malattia: si può invecchiare bene, felicemente. Prendi un foglio e fai un elenco di tutti i vantaggi che può avere un’età matura rispetto ai vent’anni.

 

Bionconsapevolezza e invecchiamento

Se hai già sintomi fastidiosi che imputi all’invecchiamento ci sono vari livelli di azioni che puoi intraprendere, che ora vedremo insieme nel dettaglio.
Puoi agire al livello sintomatico. I capelli che imbiancano si possono tingere, le rughe possono essere ridotte con creme e interventi di chirurgia estetica, i dolori alle giunture si possono lenire con le infiltrazioni e così via. Sono tutte azioni che agiscono sul sintomo.

I sintomi, che considero risultati, sono però influenzati dalle nostre emozioni, che a loro volta sono influenzate dai nostri pensieri. La mia proposta è, dunque, di agire a questo livello più profondo. Più ci svalutiamo esteticamente o continuiamo a pensare a tutto quello che non siamo più in grado di fare come facevamo a vent’anni, più lo stress cronico aumenta e le nostre cellule reagiscono. Il nostro tessuto connettivo e il sistema osteo-muscolo-articolare si attivano per cambiare, visto che continuiamo a bombardarli con il giudizio che non vanno bene così come sono. Questa attivazione provoca nuovi sintomi che imputiamo all’invecchiamento, a conferma che il nostro corpo non è più adatto, affidabile, performante. Entriamo in un vero e proprio circolo vizioso.

I sintomi sono influenzati dalle nostre emozioni

Consigli per invecchiare bene

Come sappiamo, per invecchiare bene possiamo mettere in atto tutta una serie di comportamenti virtuosi che sostengono il funzionamento ottimale del corpo. Possiamo respirare bene, mangiare cibo vitale idratarci, muoverci con piacere nel rispetto del nostro corpo e dei suoi limiti. Dobbiamo, però, anche agire sul nostro dialogo interiore e sulle nostre emozioni. Ti suggerisco un primo passo essenziale a questo scopo: abbandona il confronto con gli altri (soprattutto con i ventenni) ma evita anche il confronto con un ideale di te che ti vede più bello, più agile, più forte, più intraprendente e chi più ne ha più ne metta. Prova a nutrire la tua vita di pensieri più orientati all’amore e l’accoglienza benevole di te così come sei, piuttosto che al giudizio spietato e alla paura. Per approfondire ti consiglio queste letture: link articolo segreto fase rem, dialogo interiore.

Prova a nutrire la tua vita di pensieri più orientati all’amore e l’accoglienza benevole di te così come sei

La funzione crea l’organo

Forse non lo sai, magari è un concetto nuovo per te: la funzione crea l’organo. Se non utilizziamo il nostro potenziale, questo si assopisce. Se non facciamo mai un determinato movimento (di rotazione del busto, per esempio) dopo un po’ di tempo diventa difficile farlo. La nostra capacità di muoverci, se restiamo fermi, perde in ampiezza e flessibilità, le articolazioni diventano sempre meno fluide. Ecco perché dobbiamo rimanere in movimento: possiamo fare Yoga, Qi Gong, Pilates. Possiamo lavorare sui muscoli profondi. Se ci piace abbiamo l’opportunità di camminare, ballare, andare in bicicletta, prendere le scale piuttosto che l’ascensore e così via. Anche solo un piano, per iniziare, va bene. Diamo valore al cambiamento progressivo.

Diamo valore al cambiamento progressivo

La fluidità mentale è altrettanto fondamentale per invecchiare bene. Uscire regolarmente dalla nostra zona di comfort, promuove la creazione di nuove connessioni neurali e di nuove esperienze. Basta poco: prendiamo una strada diversa per andare al lavoro, facciamo colazione in un bar che non conosciamo, laviamoci i denti con la mano sinistra se siamo destrorsi e viceversa.

La fluidità mentale è fondamentale per invecchiare bene

Una volta al mese, possiamo osare di più e fare qualcosa di completamente nuovo: assistere a uno spettacolo di lirica, prendere il treno e scendere a una fermata qualsiasi, visitare una città che non conosciamo bene, fare una lezione di prova di un’attività mai fatta prima. Va bene anche andare a fare una camminata su un sentiero o in un parco che non abbiamo ancora esplorato. Non servono azioni inaccessibili.

Più importante ancora: lavoriamo per adattare la nostra vita alla nostra anima. Sul nostro letto di morte, cosa vorremmo aver vissuto? In quale modo vorremmo essere ricordati? Prendi un foglio ed elenca una serie di azioni ed esperienze da vivere, poi programmane alcune da fare entro la fine di quest’anno.

Tutto inizia proprio oggi

Oggi è il primo giorno del resto della tua vita, indipendentemente da quanto sarà lunga.
Mettere tutta l’attenzione sul presente ha il potere di liberare all’istante dall’ansia del futuro e dell’invecchiamento.

Cosa puoi fare per rendere questo giorno bello e meritevole di essere vissuto? Basta una parola d’amore in più, un’azione fatta in piena coscienza, connessi con il proprio corpo, aperti alle sensazioni.

Mettere tutta l’attenzione sul presente ha il potere di liberare all’istante dall’ansia del futuro

Il tempo che passa è un dominio della tua Mente. Aiutati ad andare oltre grazie alla meditazione e alla mindfulness, attività che permettono di connettersi in un luogo senza spazio e senza tempo.

Impedire alla vita di scorrere è impossibile e non è salutare. Invece, abbiamo la capacità di dilatare il tempo, entrando in uno stato di profondo rilassamento e di presenza piena. Rallentando guadagniamo tempo: questo è un paradosso che solo il Cuore conosce.

Impedire alla vita di scorrere è impossibile e non è salutare

A volte vogliamo rallentare il flusso della vita perché crediamo che la parte più bella è già stata vissuta. E se invece il più bello fosse semplicemente ciò che viviamo qui e ora?

E se maturare sempre di più fosse un’opportunità? Guarda all’invecchiamento con curiosità, è un altro passo per invecchiare bene.

Marea emotiva e dinamica della folla: sentirsi trascinati

Marea emotiva e dinamica della folla: sentirsi trascinati

La pandemia di Covid-19 ci ha messo di fronte a una marea emotiva collettiva fuori dal comune. Dopo la fase di sbandamento totale iniziata con i primi di marzo 2020, quando paura e impotenza predominavano perché non si sapeva cosa stava accadendo, le cose non sono molto cambiate.

La paura imperversa ancora. Nonostante la ricerca, l’evoluzione favorevole delle conoscenze sul virus, i consigli di esperti di grande esperienza e una situazione sanitaria sotto controllo. La folla, fomentata dalla maggioranza dei media tradizionali, sembra aver intrapreso un percorso inarrestabile e indipendente. La massa, quando si parla di Covid-19, procede come uno tsunami inarrestabile, indifferente alla realtà dei fatti. Ed è allora che la marea emotiva si ingrossa.

 

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Si tratta di un movimento potente che ha scatenato e scatena ancora azioni e reazioni che sarebbero state giudicate insensate dalla maggioranza della popolazione mondiale appena venti mesi fa.

La paura, cattiva consigliera

La paura non è mai una buona consigliera. Prendere decisioni nel bel mezzo di un attacco di panico collettivo è una pessima idea. Perché? Il panico restringe il nostro campo visivo, focalizzando l’attenzione sul problema e facendoci perdere la visione d’insieme. Il panico dettato dalla marea emotiva spinge a reagire in modo frettoloso, portando ad azioni altamente controproducenti, che rischiano di essere molto più dannose dell’oggetto stesso che ha scatenato il panico.

La confusione e l’incoerenza che hanno portato a lockdown, chiusure forzate e isolamento, propugnati attraverso messaggi mutevoli e contraddittori da parte delle autorità, mi ha lasciato senza parole. Continuavo a chiedermi cosa sta succedendo? Com’è possibile che tutto questo accada in uno stato ufficialmente democratico?

Prendere decisioni nel bel mezzo di un attacco di panico collettivo è una pessima idea

L’articolo di Foster, Frijters e Baker

Mi è capitato, recentemente, di leggere un articolo di Gigi Foster, Paul Frijters e Michael Baker, autori del libro The Great Covid Panic. Assieme a letture sulla manipolazione delle masse, che avevo già fatto in passato, questo articolo mi ha aiutato in modo significativo a capire un aspetto importante della situazione in cui siamo stati bruscamente catapultati da febbraio/marzo 2020. Il fenomeno è conosciuto come dinamica delle folle e mi fa piacere condividere con te su questo blog alcuni concetti importanti che lo riguardano.

Ti invito anche a leggere l’articolo per intero (è in inglese). In questo primo intervento sul tema mi concentro sulla perdita di logica e coerenza che può causare la dinamica delle folle. Nelle prossime settimane condividerò con te un riassunto dell’articolo originale e lo commenterò, per aiutarti a riconoscere e comprendere meglio il fenomeno della dinamica delle folle.

Un aiuto dalla storia

Troviamo, nel passato dell’umanità, alcune situazioni paragonabili a quella scatenata a inizio 2020 dal nuovo coronavirus. La storia, quindi, rende possibile identificare e studiare il fenomeno del comportamento collettivo delle folle. Nonostante le teorie del complotto, che attribuiscono la responsabilità di questa e altre situazioni alle manipolazioni di un’élite affamata di potere, è interessante capire come la dinamica delle folle non implichi obbligatoriamente l’esistenza di un genio del male che dà il via al processo. Non serve che ci sia qualcuno che manipola la folla e la fa muovere al pari di un burattinaio. Anzi: questo fenomeno può essere di fatto prodotto dall’insieme della popolazione, senza che intervenga alcun controllo da parte di singoli o sottogruppi.

Il fenomeno della folla folle può essere prodotto dall’insieme della popolazione senza alcuna regia occulta

E nel caso ci fosse realmente un’élite affamata di potere e non solo una marea emotiva dietro quanto accade, servirebbe comunque la complicità (consapevole o meno) di tantissime persone, perché un eventuale piano di sottomissione e controllo fosse realizzabile.

Questa consapevolezza, a mio parere, aiuta a recuperare la valenza e il potere del singolo individuo; cosa che può favorire un’uscita più rapida dalla situazione distopica che stiamo vivendo. Come sempre, il mio intento è, grazie alla conoscenza di sé, quello di aumentare la consapevolezza di ciascuno e contribuire alla creazione di un mondo di Salute. Un mondo in cui ogni persona sia libera di esprimere pienamente il proprio potenziale.

Cosa c’è alla base dell’incoerenza

Da quando è scoppiato il “bubbone coronavirus” abbiamo subìto provvedimenti pieni di incoerenza, controproducenti, indifferenti a una realtà più ampia e complessa.

La dinamica delle folle e la marea emotiva che la accompagna possono spiegare gli elementi più strani di questa situazione di grande panico, così come il fatto di promuovere misure autodistruttive, nonostante esperienza e studi ne dimostrino l’inutilità o addirittura la nocività.

Facciamo degli esempi

Perché ci è stato vietato di uscire di casa durante il lockdown?

Le conoscenze di fisiologia di base, ampiamente condivise tra gli specialisti, ci insegnano che la luce del sole permette, tra le altre cose, di mantenere una buona concentrazione di vitamina D nell’organismo. Si tratta di un elemento essenziale a mantenersi in salute. Servono davvero degli studi per confermare che è utile favorire la salute anche nel caso di questa epidemia? Oggi diverse ricerche dimostrano che la carenza in vitamina D è un fattore di rischio per lo sviluppo di una forma grave di Covid-19.

Perché è stato alimentato il terrore attraverso forme di comunicazione allarmistiche?

La paura, si sa, è in grado di abbassare le difese immunitarie. Chi non si è protetto dalla comunicazione terroristica ha subito ogni giorno la conta dei morti e dei casi positivi, senza poter discernere tra persone con solo tampone positivo al Sars Cov 2, persone malate paucisintomatiche, malati gravi e quelli in rianimazione e così via. La comunicazione ufficiale ha alimentato la paura dell’untore e il senso di colpa, favorendo la separazione sociale. Sono state utilizzate immagini che hanno portato a interpretazioni iperboliche della realtà. Se l’obiettivo è la salute, serve informare le persone, non terrorizzarle.

Perché, ancora oggi, di fronte ai primi sintomi di Covid-19, vige il protocollo ministeriale “vigile attesa e paracetamolo”?

È dimostrato che il paracetamolo, abbassando la febbre e il glutatione, una molecola con attività antiossidante, impedisce una reazione efficace del corpo e potenzia le reazioni infiammatorie.

Le domande sono tantissime…

Perché viene impedito l’uso di farmaci conosciuti da decine di anni?

Si tratta di farmaci che hanno dimostrato la loro efficacia contro la Covid-19 e hanno un ottimo rapporto rischi/benefici. Come mai si è preferito costringere le persone sane a farsi inoculare un prodotto che di fatto è sperimentale e del quale non si sa niente degli effetti avversi a medio e lungo termine?

Perché ancora oggi è obbligatorio in tanti contesti l’uso della mascherina?

La mascherina non solo è inutile contro la diffusione del virus per le persone asintomatiche ma anche dannosa? Servono studi scientifici per dimostrare che la mascherina, coprendo naso e bocca ostacola una buona ossigenazione del corpo e una buona eliminazione di tossine respiratorie? Serve ricordare che l’ossigeno è il primo bisogno vitale? Dobbiamo anche ricordare che il linguaggio non verbale arricchisce la comunicazione e le relazioni sociali?

La follia dietro i provvedimenti

Perché imporre tutte queste misure liberticide che portano solo segregazione e crisi sociale, senza nessun beneficio sulla situazione sanitaria, quando più dell’85% della popolazione che entra in contatto con il virus rimane totalmente asintomatica, il che significa totalmente sana?

Quali misure dovremmo prendere allora contro l’inquinamento atmosferico, visto che provoca in Europa ogni anno 400000 decessi prematuri?

Perché è stato vietato, e chi lo fa rischia di farsi linciare, di richiedere la precisazione “morto di Covid-19” o “morto con test positivo al Sars-Cov-2”?

Come mai il Green Pass viene rilasciato sulla base della vaccinazione e non sull’immunità acquisita naturalmente dopo la malattia, che per esperienza è più affidabile e duratura?

Come può essere accettato, come se fosse normale, l’obbligo di fare un trattamento farmacologico del quale non si sa nulla a proposito di effetti a medio e lungo termine? Dov’è finito il principio di cautela?

Se l’obbligo vaccinale per le professioni sanitarie ha come scopo la diminuzione della circolazione del virus, come mai è stato discusso, e applicato in alcune provincie italiane, il divieto di lavorare anche online? C’è rischio di trasmissione del virus, lavorando online?

Queste sono solo alcune delle centinaia di domande che mi sono posta in questi mesi. Per capire quanto accade, partiamo dal concetto di folla. In questa prima parte sul tema vedremo insieme cos’è una folla e approfondiremo la prima caratteristica di una folla: l’ossessione comune.

Cos’è una folla?

Le folle sono gruppi che si comportano in modo folle (cioè irrazionale) secondo i loro stessi standard e principi acquisiti. Ovvero: nel momento in cui un gruppo da sano diventa una folla folle, tutti i suoi principi vengono messi da parte. Si impone una nuova verità, che spesso è contraria a quanto il gruppo credeva e sosteneva in precedenza, quando era sano.

All’interno della folla tutti i principi dei singoli vengono messi da parte

Gli osservatori di una folla sentono di essere testimoni di qualcosa che assomiglia a un gruppo di persone possedute da spiriti o demoni. La possessione demoniaca è stata usata a lungo per spiegare il fenomeno. Oggi, grazie agli studi di grandi sociologi (Norbert Elias, Theodor Adorno, Elias Canetti e Gustav le Bon) possiamo vedere le cose in un altro modo.

Tutti insieme per un’ossessione

Le folle sono grandi gruppi sociali i cui membri condividono un’ossessione e che operano attraverso una modalità emotivamente molto intensa. Ecco perché uso anche l’espressione marea emotiva.

Tre elementi distinguono le folle e le differenziano dai gruppi di persone ‘normali’, ovvero quelli che si comportano in modo razionale, pur con le naturali sfumature emotive del comportamento umano.

La caratteristica distintiva più chiara di una folla è la sua concentrazione condivisa su qualcosa. Una vera e propria ossessione comune.

La prima caratteristica di una folla è la sua ossessione assoluta per qualcosa, come una paura, un ideale, una persona

L’oggetto dell’ossessione può essere qualsiasi cosa o quasi, e non è necessario che sia reale. Il collante di una folla può essere la paura degli extraterrestri, un ideale religioso, un desiderio di vendetta, un leader carismatico e così via. Quello che motiva la folla non deve neppure essere qualcosa a cui gli individui credono o che sta loro a cuore in tempi sereni e pacifici.

Una popolazione diventa una folla quando una singola ossessione assorbe l’attenzione della maggioranza dei suoi membri, diventando l’argomento a cui tutti pensano, di cui tutti parlano. L’ossessione inoltre non è solo pubblica ma anche privata.

Un interessante déjà-vu

Quello che ti ho raccontato su come una popolazione diventa una folla ti ricorda qualcosa? Ti ricordi quanto è stato difficile nella primavera 2020, avere informazioni che non riguardassero la situazione pandemica? Quante volte ti è successo di addormentarti pensando al coronavirus e svegliarti con lo stesso tema in mente? Quante persone conosci che, ancora prima di salutarti o quasi, ti chiedono se sei vaccinato? Dove sono finiti tutti gli altri virus e batteri? E i terroristi esistono ancora o sono spariti dalla circolazione, terrorizzati dalla Covid-19? Piuttosto, tutta una serie di tematiche è scomparsa dal radar della folla e dell’onda emotiva.

Di cosa parlavamo prima di gennaio 2020, quando ci incontravamo fra amici e parenti?

Analizza i tuoi pensieri

Per concludere questa prima parte ti propongo un’autoriflessione. Se ti interessa sapere se fai parte della folla, prima di tutto valuta la varietà dei tuoi pensieri e dei tuoi obiettivi. Il tuo pensiero è dualistico o integrativo? Cioè riesci ad abbracciare la complessità della situazione con tutte le sue sfumature o la tua posizione è di tipo assolutistico? Sei PER o CONTRO, a FAVORE oppure NO? Da quanti amici o famigliari ti sei volutamente allontanato perché non pensano o agiscono come credi che sia giusto pensare e agire?

Quanto il tuo dialogo interiore e quello espresso sono pieni di virus mentali? Quanto tempo passi al giorno informandoti o parlando del tema Covid-19 e di tutte le sue conseguenze? Se succedono delle cose che non vuoi che accadano, quanta tempo ed energia stai mettendo per brontolare e quanta per creare concretamente un’alternativa?

Queste domande e le risposte che puoi dare a te stesso sono il primo passo di una consapevolezza che ritengo molto importante per recuperare la connessione con il tuo movimento interiore e per agire coerentemente con i tuoi desideri, libero dall’onda emotiva e dalla follia della folla.

Se questo tema ti sta a cuore leggi di più sulla follia della folla appena pubblicheremo il nuovo articolo.