Marea emotiva e dinamica della folla: sentirsi trascinati

Marea emotiva e dinamica della folla: sentirsi trascinati

La pandemia di Covid-19 ci ha messo di fronte a una marea emotiva collettiva fuori dal comune. Dopo la fase di sbandamento totale iniziata con i primi di marzo 2020, quando paura e impotenza predominavano perché non si sapeva cosa stava accadendo, le cose non sono molto cambiate.

La paura imperversa ancora. Nonostante la ricerca, l’evoluzione favorevole delle conoscenze sul virus, i consigli di esperti di grande esperienza e una situazione sanitaria sotto controllo. La folla, fomentata dalla maggioranza dei media tradizionali, sembra aver intrapreso un percorso inarrestabile e indipendente. La massa, quando si parla di Covid-19, procede come uno tsunami inarrestabile, indifferente alla realtà dei fatti. Ed è allora che la marea emotiva si ingrossa.

 

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Si tratta di un movimento potente che ha scatenato e scatena ancora azioni e reazioni che sarebbero state giudicate insensate dalla maggioranza della popolazione mondiale appena venti mesi fa.

La paura, cattiva consigliera

La paura non è mai una buona consigliera. Prendere decisioni nel bel mezzo di un attacco di panico collettivo è una pessima idea. Perché? Il panico restringe il nostro campo visivo, focalizzando l’attenzione sul problema e facendoci perdere la visione d’insieme. Il panico dettato dalla marea emotiva spinge a reagire in modo frettoloso, portando ad azioni altamente controproducenti, che rischiano di essere molto più dannose dell’oggetto stesso che ha scatenato il panico.

La confusione e l’incoerenza che hanno portato a lockdown, chiusure forzate e isolamento, propugnati attraverso messaggi mutevoli e contraddittori da parte delle autorità, mi ha lasciato senza parole. Continuavo a chiedermi cosa sta succedendo? Com’è possibile che tutto questo accada in uno stato ufficialmente democratico?

Prendere decisioni nel bel mezzo di un attacco di panico collettivo è una pessima idea

L’articolo di Foster, Frijters e Baker

Mi è capitato, recentemente, di leggere un articolo di Gigi Foster, Paul Frijters e Michael Baker, autori del libro The Great Covid Panic. Assieme a letture sulla manipolazione delle masse, che avevo già fatto in passato, questo articolo mi ha aiutato in modo significativo a capire un aspetto importante della situazione in cui siamo stati bruscamente catapultati da febbraio/marzo 2020. Il fenomeno è conosciuto come dinamica delle folle e mi fa piacere condividere con te su questo blog alcuni concetti importanti che lo riguardano.

Ti invito anche a leggere l’articolo per intero (è in inglese). In questo primo intervento sul tema mi concentro sulla perdita di logica e coerenza che può causare la dinamica delle folle. Nelle prossime settimane condividerò con te un riassunto dell’articolo originale e lo commenterò, per aiutarti a riconoscere e comprendere meglio il fenomeno della dinamica delle folle.

Un aiuto dalla storia

Troviamo, nel passato dell’umanità, alcune situazioni paragonabili a quella scatenata a inizio 2020 dal nuovo coronavirus. La storia, quindi, rende possibile identificare e studiare il fenomeno del comportamento collettivo delle folle. Nonostante le teorie del complotto, che attribuiscono la responsabilità di questa e altre situazioni alle manipolazioni di un’élite affamata di potere, è interessante capire come la dinamica delle folle non implichi obbligatoriamente l’esistenza di un genio del male che dà il via al processo. Non serve che ci sia qualcuno che manipola la folla e la fa muovere al pari di un burattinaio. Anzi: questo fenomeno può essere di fatto prodotto dall’insieme della popolazione, senza che intervenga alcun controllo da parte di singoli o sottogruppi.

Il fenomeno della folla folle può essere prodotto dall’insieme della popolazione senza alcuna regia occulta

E nel caso ci fosse realmente un’élite affamata di potere e non solo una marea emotiva dietro quanto accade, servirebbe comunque la complicità (consapevole o meno) di tantissime persone, perché un eventuale piano di sottomissione e controllo fosse realizzabile.

Questa consapevolezza, a mio parere, aiuta a recuperare la valenza e il potere del singolo individuo; cosa che può favorire un’uscita più rapida dalla situazione distopica che stiamo vivendo. Come sempre, il mio intento è, grazie alla conoscenza di sé, quello di aumentare la consapevolezza di ciascuno e contribuire alla creazione di un mondo di Salute. Un mondo in cui ogni persona sia libera di esprimere pienamente il proprio potenziale.

Cosa c’è alla base dell’incoerenza

Da quando è scoppiato il “bubbone coronavirus” abbiamo subìto provvedimenti pieni di incoerenza, controproducenti, indifferenti a una realtà più ampia e complessa.

La dinamica delle folle e la marea emotiva che la accompagna possono spiegare gli elementi più strani di questa situazione di grande panico, così come il fatto di promuovere misure autodistruttive, nonostante esperienza e studi ne dimostrino l’inutilità o addirittura la nocività.

Facciamo degli esempi

Perché ci è stato vietato di uscire di casa durante il lockdown?

Le conoscenze di fisiologia di base, ampiamente condivise tra gli specialisti, ci insegnano che la luce del sole permette, tra le altre cose, di mantenere una buona concentrazione di vitamina D nell’organismo. Si tratta di un elemento essenziale a mantenersi in salute. Servono davvero degli studi per confermare che è utile favorire la salute anche nel caso di questa epidemia? Oggi diverse ricerche dimostrano che la carenza in vitamina D è un fattore di rischio per lo sviluppo di una forma grave di Covid-19.

Perché è stato alimentato il terrore attraverso forme di comunicazione allarmistiche?

La paura, si sa, è in grado di abbassare le difese immunitarie. Chi non si è protetto dalla comunicazione terroristica ha subito ogni giorno la conta dei morti e dei casi positivi, senza poter discernere tra persone con solo tampone positivo al Sars Cov 2, persone malate paucisintomatiche, malati gravi e quelli in rianimazione e così via. La comunicazione ufficiale ha alimentato la paura dell’untore e il senso di colpa, favorendo la separazione sociale. Sono state utilizzate immagini che hanno portato a interpretazioni iperboliche della realtà. Se l’obiettivo è la salute, serve informare le persone, non terrorizzarle.

Perché, ancora oggi, di fronte ai primi sintomi di Covid-19, vige il protocollo ministeriale “vigile attesa e paracetamolo”?

È dimostrato che il paracetamolo, abbassando la febbre e il glutatione, una molecola con attività antiossidante, impedisce una reazione efficace del corpo e potenzia le reazioni infiammatorie.

Le domande sono tantissime…

Perché viene impedito l’uso di farmaci conosciuti da decine di anni?

Si tratta di farmaci che hanno dimostrato la loro efficacia contro la Covid-19 e hanno un ottimo rapporto rischi/benefici. Come mai si è preferito costringere le persone sane a farsi inoculare un prodotto che di fatto è sperimentale e del quale non si sa niente degli effetti avversi a medio e lungo termine?

Perché ancora oggi è obbligatorio in tanti contesti l’uso della mascherina?

La mascherina non solo è inutile contro la diffusione del virus per le persone asintomatiche ma anche dannosa? Servono studi scientifici per dimostrare che la mascherina, coprendo naso e bocca ostacola una buona ossigenazione del corpo e una buona eliminazione di tossine respiratorie? Serve ricordare che l’ossigeno è il primo bisogno vitale? Dobbiamo anche ricordare che il linguaggio non verbale arricchisce la comunicazione e le relazioni sociali?

La follia dietro i provvedimenti

Perché imporre tutte queste misure liberticide che portano solo segregazione e crisi sociale, senza nessun beneficio sulla situazione sanitaria, quando più dell’85% della popolazione che entra in contatto con il virus rimane totalmente asintomatica, il che significa totalmente sana?

Quali misure dovremmo prendere allora contro l’inquinamento atmosferico, visto che provoca in Europa ogni anno 400000 decessi prematuri?

Perché è stato vietato, e chi lo fa rischia di farsi linciare, di richiedere la precisazione “morto di Covid-19” o “morto con test positivo al Sars-Cov-2”?

Come mai il Green Pass viene rilasciato sulla base della vaccinazione e non sull’immunità acquisita naturalmente dopo la malattia, che per esperienza è più affidabile e duratura?

Come può essere accettato, come se fosse normale, l’obbligo di fare un trattamento farmacologico del quale non si sa nulla a proposito di effetti a medio e lungo termine? Dov’è finito il principio di cautela?

Se l’obbligo vaccinale per le professioni sanitarie ha come scopo la diminuzione della circolazione del virus, come mai è stato discusso, e applicato in alcune provincie italiane, il divieto di lavorare anche online? C’è rischio di trasmissione del virus, lavorando online?

Queste sono solo alcune delle centinaia di domande che mi sono posta in questi mesi. Per capire quanto accade, partiamo dal concetto di folla. In questa prima parte sul tema vedremo insieme cos’è una folla e approfondiremo la prima caratteristica di una folla: l’ossessione comune.

Cos’è una folla?

Le folle sono gruppi che si comportano in modo folle (cioè irrazionale) secondo i loro stessi standard e principi acquisiti. Ovvero: nel momento in cui un gruppo da sano diventa una folla folle, tutti i suoi principi vengono messi da parte. Si impone una nuova verità, che spesso è contraria a quanto il gruppo credeva e sosteneva in precedenza, quando era sano.

All’interno della folla tutti i principi dei singoli vengono messi da parte

Gli osservatori di una folla sentono di essere testimoni di qualcosa che assomiglia a un gruppo di persone possedute da spiriti o demoni. La possessione demoniaca è stata usata a lungo per spiegare il fenomeno. Oggi, grazie agli studi di grandi sociologi (Norbert Elias, Theodor Adorno, Elias Canetti e Gustav le Bon) possiamo vedere le cose in un altro modo.

Tutti insieme per un’ossessione

Le folle sono grandi gruppi sociali i cui membri condividono un’ossessione e che operano attraverso una modalità emotivamente molto intensa. Ecco perché uso anche l’espressione marea emotiva.

Tre elementi distinguono le folle e le differenziano dai gruppi di persone ‘normali’, ovvero quelli che si comportano in modo razionale, pur con le naturali sfumature emotive del comportamento umano.

La caratteristica distintiva più chiara di una folla è la sua concentrazione condivisa su qualcosa. Una vera e propria ossessione comune.

La prima caratteristica di una folla è la sua ossessione assoluta per qualcosa, come una paura, un ideale, una persona

L’oggetto dell’ossessione può essere qualsiasi cosa o quasi, e non è necessario che sia reale. Il collante di una folla può essere la paura degli extraterrestri, un ideale religioso, un desiderio di vendetta, un leader carismatico e così via. Quello che motiva la folla non deve neppure essere qualcosa a cui gli individui credono o che sta loro a cuore in tempi sereni e pacifici.

Una popolazione diventa una folla quando una singola ossessione assorbe l’attenzione della maggioranza dei suoi membri, diventando l’argomento a cui tutti pensano, di cui tutti parlano. L’ossessione inoltre non è solo pubblica ma anche privata.

Un interessante déjà-vu

Quello che ti ho raccontato su come una popolazione diventa una folla ti ricorda qualcosa? Ti ricordi quanto è stato difficile nella primavera 2020, avere informazioni che non riguardassero la situazione pandemica? Quante volte ti è successo di addormentarti pensando al coronavirus e svegliarti con lo stesso tema in mente? Quante persone conosci che, ancora prima di salutarti o quasi, ti chiedono se sei vaccinato? Dove sono finiti tutti gli altri virus e batteri? E i terroristi esistono ancora o sono spariti dalla circolazione, terrorizzati dalla Covid-19? Piuttosto, tutta una serie di tematiche è scomparsa dal radar della folla e dell’onda emotiva.

Di cosa parlavamo prima di gennaio 2020, quando ci incontravamo fra amici e parenti?

Analizza i tuoi pensieri

Per concludere questa prima parte ti propongo un’autoriflessione. Se ti interessa sapere se fai parte della folla, prima di tutto valuta la varietà dei tuoi pensieri e dei tuoi obiettivi. Il tuo pensiero è dualistico o integrativo? Cioè riesci ad abbracciare la complessità della situazione con tutte le sue sfumature o la tua posizione è di tipo assolutistico? Sei PER o CONTRO, a FAVORE oppure NO? Da quanti amici o famigliari ti sei volutamente allontanato perché non pensano o agiscono come credi che sia giusto pensare e agire?

Quanto il tuo dialogo interiore e quello espresso sono pieni di virus mentali? Quanto tempo passi al giorno informandoti o parlando del tema Covid-19 e di tutte le sue conseguenze? Se succedono delle cose che non vuoi che accadano, quanta tempo ed energia stai mettendo per brontolare e quanta per creare concretamente un’alternativa?

Queste domande e le risposte che puoi dare a te stesso sono il primo passo di una consapevolezza che ritengo molto importante per recuperare la connessione con il tuo movimento interiore e per agire coerentemente con i tuoi desideri, libero dall’onda emotiva e dalla follia della folla.

Se questo tema ti sta a cuore leggi di più sulla follia della folla appena pubblicheremo il nuovo articolo.

Ansia: come affrontarla per cambiare la tua vita

Ansia: come affrontarla per cambiare la tua vita

Hai provato ansia per un periodo più o meno prolungato della tua vita? Avrai scoperto quanto può essere stancante e limitante doverla sopportare quotidianamente per settimane, mesi o anni.

Paura e ansia a confronto

Nel linguaggio comune, utilizziamo le parole ansia e paura in modo equivalente. Invece c’è una differenza sostanziale. La paura è un’emozione primaria, selezionata nel tempo dall’evoluzione, perché è utile. Scatta sempre in relazione a una situazione presente.

L’ansia invece è biologicamente inutile, è una paura rivolta verso il futuro. Riguarda qualcosa che non esiste ancora. Puoi essere consapevole di un potenziale pericolo futuro senza provare ansia. Fatta questa premessa per precisare il concetto, utilizzerò qualche volta la parola paura anche per parlare di ansia, come facciamo comunemente.

C’è una differenza sostanziale tra paura e ansia 

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Cos’è davvero la paura?

La paura normalmente è uno stato transitorio, che tutti sperimentiamo migliaia di volte, fin da quando siamo bambini. Questo perché è parte di un meccanismo di difesa importantissimo per l’uomo. Senza paura molto probabilmente la nostra specie si sarebbe estinta da tempo. Adesso ti spiego perché.

La paura fa parte delle sei emozioni primarie biologicamente utili, che secondo gli studi del dott. Ekman e del dott. Friesen sono: paura (appunto), gioia, rabbia, disgusto, tristezza e sorpresa. Biologicamente utile significa che la paura è una tua alleata. Perché? Serve alla tua mente e al tuo corpo per capire quando ti trovi in uno stato di pericolo. Se il pericolo è reale siamo biologicamente programmati per far scattare una reazione, nell’obiettivo di metterci in salvo oppure di combattere il pericolo.

La paura biologica è un’alleata preziosa

Come funziona il meccanismo della paura

Questa emozione, legata a un pericolo reale, è quella che ferma il bambino mascherato da Superman sul punto di saltare dal quarto piano del palazzo. La stessa che ti impedisce di attraversare i binari mentre un treno è in arrivo. È utile, anzi fondamentale.

La vera paura, quella biologica, dura un istante, il tempo di immobilizzarti, in silenzio, per valutare la presenza e l’entità del pericolo. Una volta fatta questa valutazione, se si è trattato di un falso allarme il cervello dà al corpo l’ordine di rilassarsi. Quando al contrario il pericolo è reale scatta la reazione: si fugge o si affronta il nemico.

Qual è il tuo livello di ansia?

Questo sistema di sicurezza, di cui tutti siamo dotati e che ci accompagna fin dalla nascita, spesso subisce delle interferenze della mente. Alcune persone vivono più spesso stati di ansia, perché il loro sistema di sicurezza scatta apparentemente per un nonnulla, è sempre attivato, o ancora fa fatica a disattivarsi. Magari a causa di un vecchio trauma. Se anche tu sei tra queste persone non preoccuparti, puoi cambiare il livello di tolleranza del tuo personale meccanismo della paura e iniziare a vivere sperimentando meno ansia e stress.

Alcune persone vivono più spesso stati di ansia e paura perché il loro sistema di sicurezza scatta per un nonnulla

Quella marcia in più che mette in difficoltà

L’essere umano, a differenza delle altre specie animali, non reagisce solo agli stimoli reali del presente. Proiettandoti nel futuro, sei capace d’immaginare pericoli che non esistono ancora. Il risultato, se la tua mente fa costantemente ipotesi sui pericoli che potresti trovarti ad affrontare, è una vita vissuta all’insegna dell’ansia. L’emozione primaria della paura, da campanello d’allarme che dovrebbe durare un istante, si trasforma in ansia e diventa cronica.

Se vivi nella paura costante di pericoli ipotetici, il tuo è uno stato continuo di ansia. L’ansia, cugina della paura, mantiene elevato il tuo livello di stress. Anche lui è utile: ha il compito di fare in modo che tu abbia l’energia per agire nel momento in cui il pericolo dovesse verificarsi. Senza stress al sopraggiungere del pericolo non saresti abbastanza scattante da scappare o combattere.

Se vivi nella paura di pericoli ipotetici, il tuo è uno stato continuo di ansia

Ma essere sempre in stato di allerta, in attesa di usare le proprie energie per un attacco o una fuga che forse non dovrai mai mettere in atto, è sfiancante sia per la mente sia per il corpo.

Lascia da parte le rassicurazioni razionali

Le rassicurazioni razionali, che amici e parenti avranno provato a darti e sulle quali tu stesso probabilmente hai rimuginato più volte, non hanno alcun potere sul tuo stato di ansia e stress cronico. Non serve a niente che qualcuno ti dica non preoccuparti, quello che temi difficilmente accadrà. I pensieri ansiosi sono impermeabili alla ragione. E non basta neppure riconoscere la loro irrazionalità per sconfiggerli, ripetendoti come un mantra che è quasi impossibile che la tua paura diventi realtà. Devi provare a cambiare atteggiamento.

I pensieri ansiosi sono impermeabili alla ragione

Non puoi scappare da un treno fantasma

Quello su cui raramente si ragiona è che possiamo attivare una reazione adeguata solo nel presente, qui e ora: nel momento in cui il pericolo si verifica. Non puoi scappare adesso da una minaccia futura. Né affrontarla quando ancora non esiste.

Mentre la paura e lo stress benefici, che preparano all’azione, scompaiono quando si affronta di fatto il pericolo, lo si supera, o si scopre che non era un problema reale, questo non accade al tuo stato di ansia cronica. Il tuo stress continua ad accumularsi ancora e ancora senza trovare mai uno sfogo, diventando quindi dannoso.

L’ansia cronica ti toglie le forze e ti impedisce di agire e vivere pienamente la tua vita. Ma ci sono dei cambiamenti che puoi mettere in atto fin da subito. Cambiamenti per provare meno paure e togliere all’ansia la supremazia sulla tua vita.

Il tuo stress continua ad accumularsi ancora e ancora senza trovare mai uno sfogo, diventando quindi dannoso

Resta nel momento presente

Prova a farlo proprio come un esercizio, finché non diventerà naturale. Quando sei in ansia, la tua attenzione è rivolta al futuro. Riporta la tua mente nel qui e ora e sparirà l’ansia. Concentrati sui fatti reali tralasciando tutto il resto. Se nei fatti reali c’è un pericolo in atto proverai paura e agirai di conseguenza e con coerenza. Se invece non c’è, ti rilasserai. Attenzione: il qui e ora comprende solo l’istante presente, quello che accadrà tra un minuto o cinque è già futuro.

Concediti più volte al giorno di praticare un’attività che aiuti a calmare la tua mente. Se non ne hai una preferita ti consiglio la meditazione o la mindfulness. L’obiettivo da perseguire è quello di riconnettersi alle percezioni del tuo corpo: è lui che fornisce al cervello tutte le informazioni utili sulla realtà. E sa benissimo cosa fare in caso di pericolo, senza che tu ci rimugini sopra. Ricordi? Siamo biologicamente programmati ad affrontare il pericolo. Il corpo non mente, contrariamente alla mente.

Lavora per riconnetterti alle percezioni del tuo corpo, che non può mentire

Conosci te stesso e il tuo dialogo interiore

È un consiglio che vale per curare se stessi sotto molteplici punti di vista. Conoscere te stesso ti aiuterà a capire a fondo il tuo personale ciclo dell’ansia. Prenditi cura del tuo dialogo interiore. Quello che continuiamo a dire e ridire a noi stessi, quel rimuginare continuo che non ci lascia mai soli, è parte della nostra voce interiore. E può essere di sostegno alla vita e al nostro benessere oppure di grande intralcio.

Smetti di combattere

Concentra la tua attenzione su quello che vuoi piuttosto che su quello che non vuoi. Quando cerchi di combattere una situazione, una persona, un’emozione, spendi tempo, attenzioni ed energie senza raggiungere il risultato sperato. Paura e stress, se cerchi di combatterli, aumentano, perché le tue energie funzionano da nutrimento per l’ansia. Accogli invece la tua paura senza giudicarla, semplicemente riconoscendo che è lì.

Paura e stress, se cerchi di combatterli, aumentano

Forse ti sarai sentito spesso demoralizzato, sperimentando un basso stato di autostima, perché hai tante paure che ti impediscono di fare quello che vuoi. Guarda allo stress e all’ansia con occhi nuovi: dietro ogni paura c’è un desiderio. Se hai tante paure significa quindi che hai tanti desideri!

Focalizzati sui tuoi desideri

Focalizzarsi sui desideri ti permetterà di uscire dall’immobilità tesa, indotta dallo stato di paura. In attesa di un pericolo che potrebbe non arrivare mai.

Quando avrai rivolto la tua attenzione a qualcosa di piacevole e positivamente motivante, potrai invece indirizzare tutta la tua energia, per agire con gioia, serenità e determinazione. Questo cambiamento di atteggiamento ha il grande vantaggio di non lasciare più molto spazio alla paura non biologica. E di conseguenza neppure allo stress e all’ansia.

Un esercizio per iniziare con il piede giusto

Prova a fare questo esercizio: prendi 2 fogli. Sul primo, elenca le tue paure, ad esempio, paura di morire, di soffrire, di non vedere più i tuoi cari, di fallire, di perdere la tua libertà, di vivere in un paese in guerra eccetera. Scrivi liberamente tutto quello che ti viene in mente, senza giudizi o censure, con la mente aperta disposta all’accoglienza.

Poi, sul secondo foglio elenca i desideri che si nascondono dietro ogni tua paura. Ad esempio, desiderio di vivere, di essere in piena salute, di godere della presenza dei tuoi cari, di essere prospero, di essere libero, di essere circondato da persone amorevoli a cui vuoi bene, di avere una vita colma di senso, di vivere in un paese in pace eccetera.

Immagina di poter realizzare i tuoi desideri…

La domanda successiva che puoi farti è: quali desideri più profondi si nascondono dietro a questi primi desideri? Riprendendo l’elenco precedente… Perché vuoi vivere? Che cosa vorresti vivere che non hai ancora vissuto? Cosa ti permette di fare l’essere in buona salute? Vuoi condividere con i tuoi cari alcune esperienze in particolare? E così via.

Fai un elenco dettagliato, immaginando di rivogerti al Genio della lampada della fiaba, capace di realizzare con uno schiocco di dita tutti i tuoi desideri. Ricordati che il Genio non conosce niente di te e della tua realtà, perciò gli devi spiegare bene cosa vuoi, con precisione. Altrimenti non capirà.

Regole di base

Se non vuoi una cosa, non nominarla neppure e concentrati sul suo opposto. L’inconscio non conosce la negazione: nel momento in cui nomini una cosa, quella esiste nella tua mente, che sia abbinata o meno a un non.

Ti faccio un esempio. Se ti ripeto tutto il giorno e per giorni interi: non pensare a una mucca color giallo canarino a pois viola, con grandi orecchini da zingara e un immenso sorriso, pensi di farcela a non pensare a questa particolare mucca? E credi che avresti mai pensato a una mucca tanto stravagante se non te lo avessi messo in testa io? Nel momento in cui insisto perché tu non faccia un’azione o non pensi a qualcosa, avrò ottenuto l’effetto opposto.

Partendo da questo presupposto, ti consiglio di trasformare il desiderio di non essere più stressato in quello di essere sereno. Se non vuoi litigare con i tuoi cari pensa intensamente a delle relazioni amorevoli e pacifiche. E così via. Anche l’intento di sconfiggere una malattia va trasformato nel suo contrario: concentrati in questo caso sull’abbondanza di salute.

Coltiva la capacità di desiderare con precisione

Scrivi liberamente il tuo elenco, poi rileggilo con attenzione alla ricerca di ogni negazione. Siamo così poco abituati a esprimere in positivo quello che desideriamo, che spesso usiamo il non senza neppure accorgercene. È una questione di allenamento.

Ricordati anche di formulare ogni desiderio in modo che sia chiaro e preciso. Se dici voglio vivere a lungo sei troppo vago. Il Genio della lampada potrebbe avere come riferimento un’epoca o una zona geografica in cui vivere fino a cinquant’anni significa vivere a lungo.

Inoltre chiedi per te, non per gli altri. Non sai mai cosa è meglio per gli altri. È già difficile capire cosa vogliamo noi e chiederlo in modo corretto. Non imbarcarti in missioni impossibili! Spesso abbiamo la tendenza a voler cambiare gli altri per stare meglio noi. Ma significa scappare da se stessi e dalle proprie responsabilità.
Nel caso desiderassi la guarigione di un tuo caro, puoi chiedere di goderti allungo la sua presenza e di essere in grado di dargli tutto l’aiuto necessario per il suo massimo bene.

Un atto liberatorio

Quando avrai finito di stilare i due elenchi, brucia il foglio delle paure e tieni a portata di mano quello pieno di desideri. Leggilo regolarmente. Partendo da questo foglio pieno di desideri, inizia a elencare una serie di azioni, cambiamenti, attività che ti possono permettere di realizzarli. Infine non resta che una cosa: agire.