Rinforzare il sistema immunitario pulendo l’intestino

Rinforzare il sistema immunitario pulendo l’intestino

Rinforzare il sistema immunitario è possibile anche a partire dalla cura dell’intestino. Difese immunitarie basse e intestino infiammato, infatti, sono correlati. Quando il tuo intestino è intasato o addirittura bloccato, l’assimilazione dei nutrienti vitali a livello dell’intestino tenue e l’eliminazione delle tossine da parte dell’intestino crasso vengono ostacolati.

Difese immunitarie basse e intestino infiammato sono correlati

Puoi immaginare, senza troppe difficoltà, tutte le conseguenze sul medio e sul lungo periodo di una situazione di stitichezza protratta o di evacuazione incompleta. Quando questo capita senti di avere meno energia, ci sono più tossine in circolazione nel corpo e si verifica un rallentamento di tutti processi metabolici. Fenomeni che finiscono per favorire l’infiammazione cronica e uno squilibrio diffuso, che ti allontana da uno stato ottimale di salute e benessere. Ecco come e perché puoi rinforzare il sistema immunitario svuotando bene l’intestino.

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Una macchina “troppo” perfetta

Paradossalmente, ci preoccupiamo più dello stato di tubi e motori della nostra auto che di quello del nostro apparato digerente. Pensiamo a cosa accadrebbe alla nostra automobile se il tubo di scarico fosse tappato o l’alimentazione funzionasse male: si fermerebbe dopo pochi chilometri.

Il corpo (purtroppo o per fortuna) ha la possibilità di tirare avanti comunque, grazie alla sua elevata capacità di adattamento, che ci permette di ignorare persino alcuni bisogni fondamentali.

Talvolta è solo quando ti liberi e riesci a “fare pulizia” nel tuo organismo che ti accorgi di quanto le cose andassero male prima. Perché finalmente ti senti meglio, sia fisicamente sia emotivamente. Sei più energico e leggero.

Alimentazione e igiene intestinale

Si racconta che la dott.ssa Catherine Kousmine, medico russo specializzato nella cura di patologie anche gravi attraverso l’alimentazione e l’igiene intestinale, ideatrice del metodo chiamato (appunto) Kousmine, si rifiutasse di trattare qualunque paziente se prima non aveva pulito in maniera profonda gli intestini. Questo perché l’intestino è il più grande organo di scambio del nostro organismo. Averlo intasato non solo ostacola l’insieme dei processi metabolici naturali (fisiologici e spontanei) ma anche ogni terapia a cui ci si sottopone.

L’intestino è il più grande organo di scambio del nostro organismo

Questo dato di fatto ti fa capire perché l’intasamento dell’intestino provoca difese immunitarie basse e intestino infiammato. Un intestino pulito funziona meglio e la salute dell’intestino si ripercuote sul benessere del corpo intero, permettendo di rinforzare il sistema immunitario. C’è chi parla dell’intestino come di un secondo cervello per la sua importanza sul regolamento e il benessere del corpo umano.

Intestino crasso ed energia di protezione

Nel corso dei miei studi di medicina cinese, ho imparato che è al livello dell’intestino crasso che si crea l’energia WEI. Si tratta di una forma di energia che ha una funzione di protezione. Fa da scudo verso le aggressioni esterne come per esempio virus, batteri, sostanze tossiche, ma anche traumi ecc. Per collocarla nel nostro paradigma occidentale, la qualità di questa energia condiziona, tra l’altro, il buon funzionamento del nostro sistema immunitario.

A livello dell’intestino crasso si crea l’energia WEI che ha un ruolo di protezione dell’organismo

Intestino crasso e salute dei polmoni

Sempre la medicina cinese, che prende in grande considerazione l’aspetto energetico del corpo, considera l’intestino crasso la via di uscita dei polmoni. È un emuntorio energetico. Per la medicina cinese ogni organo ha un emuntorio. Nei casi di cistifellea e vescica, che sono rispettivamente gli emuntori di fegato e reni, la correlazione con la nostra conoscenza anatomofisiologica è immediata. Mentre risulta un po’ meno evidente, per noi occidentali, indovinare che l’intestino crasso è l’emuntorio del polmone e l’intestino tenue quello del cuore.

Sulla base di queste conoscenze, si spiega come un intestino crasso in buona salute possa condizionare il benessere polmonare mentre un intestino tenue sano possa favorire la salute cardiaca.

L’autunno, una stagione favorevole

In medicina cinese, ad ogni stagione corrisponde una coppia organo/emuntorio.  La stagione della “coppia” fegato/cistifellea, per esempio, è la primavera, mentre quella di cuore/intestino tenue è l’estate. Alla coppia polmone/intestino crasso corrisponde l’autunno.

Diciamo che la coppia polmone/intestino crasso è la regina dell’autunno. Ecco perché ha senso prepararsi all’arrivo dell’autunno pulendo l’intestino a fondo con l’obiettivo di rinforzare il sistema immunitario. Voglio proporti qualche accorgimento per favorire e mantenere un intestino pulito e funzionale.

In medicina cinese ad ogni stagione corrisponde una coppia organo/emuntorio

Come svuotare bene gli intestini ogni giorno

Tante persone che presentano sintomi e patologie di vario genere, non pensano di intervenire sulla pulizia degli intestini. Vanno in bagno regolarmente e credono di possedere un apparato digerente che funziona bene. Andare in bagno ogni giorno però non garantisce un’evacuazione corretta e completa delle feci. Capiamo innanzitutto quali sono le cattive abitudini che rendono difficile svuotare gli intestini completamente.

Andare in bagno ogni giorno però non garantisce un’evacuazione corretta

Abitudini culturali che ostacolano lo svuotamento dell’intestino

Le abitudini del mondo occidentale possono essere di ostacolo a una buona evacuazione quotidiana. A partire dai water, che ci fanno assumere la posizione seduta, in cui il tronco e le gambe sono a 90 gradi l’uno rispetto alle altre. Questa posizione non favorisce la defecazione naturale, anzi, può favorire la stipsi di tipo espulsivo, la più diffusa.

Quando ci sediamo sul water il muscolo puborettale, che serve a mantenere la continenza, non si rilassa del tutto e impedisce una naturale defecazione. Avresti mai detto che un oggetto tanto famigliare come il nostro water potesse contribuire a infiammare l’intestino e indirettamente indebolire il sistema immunitario?

Rimedio alla modernità

Quando non esistevano i water, la posizione naturale primitiva per defecare era accovacciati. Questa posizione, che oggi chiamiamo squat, comporta un angolo di circa 35 gradi tra tronco e gambe. Oltre a permettere al muscolo puborettale di rilassarsi del tutto, lo squat provoca una pressione addominale che favorisce la fuoriuscita delle feci. Il risultato è una defecazione veloce e completa.

I water alla turca sono quindi più adatti allo svuotamento corretto degli intestini e indirettamente contribuiscono a rinforzare le difese immunitarie. Per fortuna, per risolvere la faccenda, non serve per forza distruggere i nostri water, sostituirli con i water alla turca o tornare a vivere nei boschi! Per replicare la posizione accovacciata, pur essendo seduti sui nostri water convenzionali, basta utilizzare uno sgabello. Posizionato sotto i piedi, permette di tenere le gambe sollevate e di assumere la posizione migliore per favorire lo svuotamento ottimale dell’intestino, ogni giorno.

Svuotare completamente gli intestini

A seconda delle tue abitudini alimentari, è consigliabile svuotare completamente gli intestini una o due volte all’anno. Immagina questa pratica come una sorta di grande doccia interna per rinforzare il sistema immunitario e guarire un intestino infiammato.

Dalla disciplina dello yoga arriva la Shank Prakshalana, una pratica che permette di fare proprio questa doccia interna dell’intestino, svuotandolo completamente.

La Shank Prakshalana è una pratica che permette di fare una doccia interna dell’intestino

Non devi fare altro che bere dell’acqua salata tiepida a digiuno, associando a questa bevanda dei movimenti molto semplici, che permettono di fare progredire l’acqua lungo tutto il tubo digerente. Attenzione: è necessario che l’acqua sia sufficientemente salata perché rimanga negli intestini e non venga assorbita per osmosi nel sangue.

Provare la Shank Prakshalana

Scegli una mattina in cui sei libero da impegni e che puoi trascorrere tranquillo a casa, con un bagno a disposizione. Ricordo che la pratica va eseguita a digiuno. Bevi un bicchiere di acqua salata tiepida e poi esegui gli esercizi consigliati in questo video.

Successivamente bevi un altro bicchiere e ripeti la sequenza di esercizi. Dopo qualche bicchiere, scoprirai che l’acqua ingerita inizierà a uscire dal colon ed entrerai in una seconda fase, in cui dopo ogni bicchiere avrai la necessità di una sosta in bagno. Procedi fino a quando quello che evacui non è altro che acqua trasparente. Alcune testimonianze raccontano di aver espulso noccioli di ciliegie a febbraio, presenti nell’intestino da almeno sei mesi se non da anni.

Se puoi, ti consiglio di rivolgerti a un esperto per svolgere questa pratica la prima volta. La Shank Prakshalana è controindicata per chi soffre di:

  • ulcera dello stomaco
  • affezioni acute del tubo digerente (diarrea acuta, colite in fase acuta, appendicite acuta)
  • tubercolosi digestiva
  • cancro del tubo digerente

Alternative al lavaggio completo

Se pensi che per te sia troppo complicato eseguire una Shank Prakshalana puoi fare regolarmente qualche clistere con acqua tiepida e camomilla, per esempio. In questo modo pulirai solo il colon ma è già un buon inizio. Prendi in considerazione anche l’idrocolonterapia, nella quale un esperto esegue il lavaggio del colon con appositi macchinari.

Acqua e camomilla possono essere usare per pulire il colon

Un grande potere sulla tua salute

La superficie totale dell’intestino, incluse le complesse estensioni dei villi, supera i 100 metri quadri; facendo dell’intestino, come ho già accennato, il più grande organo di scambio del nostro organismo.

Ecco perché la difesa dell’integrità intestinale è una delle azioni protettive più importanti da compiere per favorire il benessere a 360 gradi. È un passo fondamentale per rinforzare il sistema immunitario e prenderti cura della tua salute.

 

 

Imparare a rispettarsi per stare meglio soli e con gli altri

Imparare a rispettarsi per stare meglio soli e con gli altri

Imparare a rispettarsi consente di stare meglio non solo con se stessi ma anche con gli altri, migliorando la qualità della vita nostra e delle persone che ci circondano. Di riflesso, pure la società in cui viviamo migliora, diventando più inclusiva e benevola verso le specificità di ognuno. Può sembrare un’affermazione iperbolica, invece ha solide basi: imparare a rispettarsi accresce Pace e benessere.

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Come spesso accade sulle pagine di questo blog, per spiegarti il percorso che porta dal rispetto di te stesso al benessere dell’intera società, ti chiedo di concedermi fiducia. Accetta di guardare le cose da un nuovo punto di vista. Innanzitutto osserviamo quello che accade intorno a noi.

Il clima sociale è teso

Lo stato di paura e confusione che molti di noi stanno vivendo in questo momento, alimentato dall’incoerenza delle misure di chi comanda e dalla perdita di libertà fondamentali in nome di un ipotetico bene superiore, sta creando un clima sociale sempre più teso. I tentativi di segregazione e le opinioni contrastanti espresse con prepotenza non fanno che peggiorare la situazione.

La storia ci insegna quanto siano pericolose questo tipo di premesse, che in altri periodi e luoghi hanno portato a guerre civili e derive dittatoriali.

Siamo chiamati ad agire

Fortunatamente c’è qualcosa che possiamo fare per contribuire a riequilibrare il clima sociale e invertire la rotta, rimettendoci tutti su una strada caratterizzata da libertà, verità e pace. Come avrai già indovinato, si tratta proprio di imparare a rispettarsi. Metti da parte temporaneamente eventuali pregiudizi e diffidenze: ti invito a seguire il mio ragionamento.

Ti propongo una visione divergente che sicuramente non troverai tra le pagine dei contenuti web mainstream e che difficilmente ascolterai in radio o in televisione.

Diverse discipline filosofiche e spirituali insegnano che la realtà esterna non fa altro che riflettere quella interna. Ecco perché, come è mia abitudine, ti esorto ad agire lì dove hai un grande potere, ovvero su te stesso. Modificando la tua realtà interiore parteciperai direttamente al cambiamento del mondo esterno.

C’è qualcosa che possiamo fare per contribuire a riequilibrare il clima sociale e invertire la rotta

Quando predomina il rispetto la società è sana

In questo periodo, le espressioni di odio e intolleranza verso gli altri si moltiplicano a vista d’occhio, soprattutto sui canali messi a disposizione dai social network. Persino alcune figure che hanno una certa autorità istituzionale si permettono di pubblicare commenti completamente fuori luogo. Eppure la nostra cultura condivisa e i principi educativi predominanti ci insegnano il rispetto degli altri (almeno in teoria). Si tratta di un principio intelligente: una società in cui predomina il rispetto è sana e contribuisce alla creazione di un clima in cui è piacevole vivere.

Sono personalmente convinta che l’imperativo di rispettare il prossimo sia un insegnamento prezioso, al quale però vorrei aggiungere un ma. Dobbiamo rispettare gli altri ma nel farlo non dobbiamo mancare di rispetto verso noi stessi.

Rispettare gli altri è fondamentale, a patto di rispettare sempre anche se stessi

Attenzione allo spirito di sacrificio

L’atto di sacrificare se stessi viene visto spesso come la massima espressione di altruismo. Purtroppo, questo dogma ha effetti devastanti sulla salute delle persone, effetti che si ripercuotono sulla qualità delle relazioni e più estesamente sul clima sociale.

Da questo malinteso, che promuove il massimo rispetto per gli altri a costo del rispetto per se stessi, nasce un pericoloso circolo vizioso. Quando ti sacrifichi per gli altri ti aspetti che loro facciano altrettanto per te. Se questo non accade, puoi sperimentare delusione, rabbia, frustrazione e ostilità. Sentimenti che spesso sfociano nella mancanza di rispetto. Portare l’esigenza di rispettare gli altri all’estremo non fa altro che eliminare del tutto la possibilità che ciascuno venga rispettato.

Voglio correre il rischio di passare per egoista: quando si parla di rispetto ti suggerisco di invertire le priorità. Prima di tutto rispetta te stesso e in secondo luogo gli altri. Questo perché l’amore e il rispetto per te stesso è la chiave del tuo amore e del rispetto per gli altri.

Imparare a rispettarsi: a che punto del percorso sei?

Se pensi che il rispetto per te stesso sia già una priorità per te, ti propongo di fare il punto della situazione. Come da mia abitudine, ti consiglio di rispondere ad alcune domande. Puoi farlo nella tua testa, ma è meglio se trovi un po’ di tempo per mettere le risposte nero su bianco.

La domanda fondamentale da cui partire è: cosa senti per te stesso? Chiediti poi qual è la qualità del tuo dialogo interiore, cioè cosa ti dice la voce che è dentro di te e commenta costantemente tutto quello che fai. Quale tono ha questa voce? Ti parla in modo amorevole e incoraggiante oppure usa parole dure, taglienti e fredde?

I contenuti del monologo interiore che ti accompagna quotidianamente sono pieni di amore, compassione, sostegno, rispetto e fiducia nel tuo valore? Sperimenti mai momenti di sereno silenzio? Oppure, al contrario, il monologo interiore che si svolge nella tua testa è oberato da giudizi, dubbi, svalutazione, e silenzi imbarazzati? Quando il tuo dialogo interiore è pieno di virus mentali rispettarsi diventa difficile.

I virus mentali ostacolano il rispetto di sé

Se la tua voce interiore ti ripete continuamente giudizi svalutanti, rispettarsi diventa difficile se non impossibile. Quante volte pensi cose come: sei uno stupido! Non sai fare nulla! Non ti applichi abbastanza! Dovresti vergognarti di te eccetera? Quante volte invece riconosci la tua bravura e onori la tua umanità, il tuo essere un individuo in divenire?

Lavorare sul dialogo interiore è il primo passo per rispettare te stesso

Nella mia esperienza di medico ho sentito centinaia di individui esprimere giudizi pesantissimi su loro stessi. Insulti che difficilmente riuscirebbero a rivolgere ad altri. Troppo spesso la persona è così impegnata a insultarsi e parlare male di sé che non se ne rende neppure conto.

Il primo passo da fare per imparare a rispettarsi è quello di diventare consapevoli del proprio dialogo interiore. La voce che ti accompagna costantemente, ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette, influenza drasticamente la tua vita.

Cosa succede quando non ti rispetti

Se non ami e non rispetti te stesso influenzi negativamente la realtà che ti circonda. Attirare situazioni e persone in grado di valorizzarti, rispettarti e amarti per quello che sei diventa molto difficile. Quando non ti stimi, sei circondato da persone che fanno altrettanto.

Ti senti colpevole perché non sei all’altezza di una situazione che stai vivendo, o per qualunque altra ragione? Attirerai persone pronte a colpevolizzarti e a punirti.

Quello che senti e che pensi di te stesso si riflette su quanto gli altri pensano di te

Forse ti lamenti di quanto ti accade e del fatto che gli altri non ti apprezzano, ma il vero problema è che inconsciamente dai loro ragione. Credi di non meritare rispetto, felicità o fiducia. Ritenere che in qualche modo tu possa meritare il male che gli altri pensano o preparano per te ti rende vulnerabile. Ti fa vacillare. Ti invito a guardare situazioni di questo genere con occhi nuovi: non c’è nulla che ti possa danneggiare, nel mondo esterno. A meno che non sia tu stesso a ritenerti poco meritevole di una vita felice.

Fare pace con il giudice interiore

Il rispetto di sé si può ottenere facendo pace con il giudice più spietato che ci sia: quello che tu hai eretto a dittatore del tuo dialogo interiore e che ti spinge a rincorrere un ideale irrealizzabile. Quel giudice ti fa sentire incapace e inadatto. Ti fa tremare di paura e ti impedisce di dormire la notte. Non fai che sacrificarti e svalutarti per ottenere la sua clemenza.

Ti capita spesso di giudicarti pesantemente?

Non solo: qualunque conferma arrivi dagli altri, tu non la senti neppure. Giudizi negativi e rimproveri ti feriscono duramente e continuano a girare nella tua testa. Invece complimenti e approvazioni del tuo valore finiscono presto nel dimenticatoio.

Ti suggerisco di mandare in pensione questo giudice, che ha lavorato tanto intensamente per molti anni: si merita di riposare. Quando lo avrai fatto, le critiche e i giudizi altrui non avranno più il potere di destabilizzarti.

Cosa accade quando impari a rispettarti

Se ami e rispetti te stesso saprai rifiutare ed evitare ogni situazione di sopruso o mancanza di rispetto. Nel momento in cui hai stima di te e ti riconosci il diritto di essere felice, si attiverà una sorta di radar per gli atteggiamenti tossici… Un campanello di allarme suonerà ogni volta che delle persone negative ti avvicineranno. Saprai mettere dei limiti in modo assertivo: non sei disposto a essere trattato male. E di fronte alle persone incapaci di cambiare atteggiamento nei tuoi confronti potrai tranquillamente tenere una rispettosa distanza.

Amare te stesso e rispettarti ti darà il potere di riconoscere persone e situazioni tossiche

Quando incontrerai persone che con le proprie parole o azioni nutrono relazioni cariche di rabbia, paura, pregiudizi e contrapposizione, saprai che stanno esprimendo verso l’esterno quello che sentono dentro. Ma questo non può toccarti.

Ti ricordo che il buio non ha nessun potere sulla luce. La luce spazza via il buio, non il contrario. Anzi: il buio esalta la luce. Chi disegna ne fa esperienza grazie alla tecnica del chiaroscuro.

La luce spazza via il buio, non il contrario

Qualcuno ti rivolge una critica? Accoglila con umiltà, senza prenderla sul personale. La consapevolezza di essere un piccolo niente aiuta ad accettare di essere fallibile e di avere un punto di vista ridotto sulla realtà. La condivisione con altre persone di punti di vista alternativi diventa un’opportunità di crescita.

Umiltà, rispetto e amore per te stesso

L’amore per se stessi a volte è scambiato per egocentrismo e mancanza di umiltà. Ma io non sono assolutamente d’accordo. Puoi essere consapevole e grato del fatto di essere il risultato straordinario di generazioni di coppie che si sono amate. La Vita le ha attraversate per arrivare fino a te.

L’amore per se stessi non ha niente a che fare con l’egocentrismo

Puoi riconoscere la meravigliosa alchimia che è in atto dentro di te in ogni istante. Puoi rimanere a bocca aperta e ammirare i meccanismi del corpo: il cuore che batte, gli occhi che osservano il mondo, il respiro. Miliardi di cellule in movimento senza che la tua mente debba intervenire. Puoi abbracciare e onorare la tua unicità, la tua complessità e i tuoi paradossi.

Se riconosci questa bellezza in te, la potrai attribuire a qualunque essere vivente e sentirti in comunione con l’Universo. Dare credito al tuo immenso valore è un atto che può tranquillamente convivere con il fatto di sapere di essere un piccolo niente nell’universo.

Ricorda, infine, che rispetto per sé e rispetto per gli altri sono fortemente legati. Se ami e rispetti te stesso potrai davvero amare e rispettare gli altri per quello che sono.

Imparare a rispettarsi condiziona le azioni

Dalla gioia e dalla serenità che derivano dal fatto di essere al contempo un miracolo e un piccolo niente, saprai attingere le energie per amare e rispettare anche gli altri e condividere con loro il tuo modo di vedere e di sentire.

Le tue parole saranno portatrici di unità, amore e fiducia. Le tue azioni saranno ispirate e contribuiranno a creare un clima di benessere e rispetto diffuso. Saranno il tuo contributo unico e irripetibile a questo mondo. Toccherai con mano il fatto che la gioia condivisa si moltiplica. La luce che emanerai sarà nutrimento per chi ne ha bisogno.

Come raggiungere un obiettivo: 7 consigli pratici

Come raggiungere un obiettivo: 7 consigli pratici

Come raggiungere un obiettivo che ci sta a cuore? Ti sarà sicuramente capitato di chiederti se ci sono delle tecniche o meglio dei principi da seguire per riuscire a conquistare gli obiettivi che di volta in volta decidi di porti.

La prima constatazione da fare è che darsi degli obiettivi non è sufficiente a raggiungerli. È anche necessario agire in modo efficiente.

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Avere in mente un obiettivo chiaro è la prima regola che permette di raggiungerlo. Quando la tua meta è definita, può soffiare ogni genere di vento contrario nel tentativo di portarti fuori strada: troverai con più facilità e tenacia il modo di adattarti e agire allo scopo di mantenere la tua rotta.

Se invece non sai con precisione dove andare, perché il tuo obiettivo non è chiaro, alla prima difficoltà ti troverai in balìa dei venti contrari, sballottato a destra e a sinistra, e perderai di vista quello che volevi fare.

1-Definisci il tuo obiettivo

La metafora dei venti contrari chiarisce bene perché è fondamentale, nella tua strada per capire come raggiungere un obiettivo, stabilire quale sia questo obiettivo. Detto questo è altrettanto importante definire l’obiettivo nel modo migliore.

È facile, infatti, cadere nella trappola di un obiettivo controproducente, che fa consumare inutilmente le energie. Una situazione del genere si verifica ogni volta che ti metti in testa di lottare contro qualcosa o contro qualcuno.

È facile cadere nella trappola di un obiettivo controproducente

Lottare contro, in termini energetici, fa sì che ogni tuo movimento verso l’obiettivo nutra proprio il tuo nemico o quello che non vuoi. Innanzitutto perché lo pone al centro della tua attenzione e dunque della tua vita. È come se con il tuo modo di fare, anziché avvicinarti all’obiettivo positivo implicito, consumassi energie, mantenendo vivo e allenato quello che consideri essere “il problema da distruggere”.

Come raggiungere un obiettivo, grande o piccolo che sia, immaginandolo nel modo corretto? Che tu voglia impegnarti politicamente contro un governo oppressivo o semplicemente smettere di fumare (ad esempio) è fondamentale esprimere l’obiettivo in modo positivo.

Quindi no a obiettivi del genere: voglio combattere la dittatura o voglio lottare contro il desiderio di fumare. Mentre sono efficaci propositi del tipo: voglio tutelare la libertà e i diritti umani. Oppure voglio essere vitale e libero coltivando abitudini sane.

Per quanto sia tremendo il tuo nemico, anche quando si tratta della violenza, della guerra, dell’odio, non è sensato lottare contro. Persino quando la lotta è oggettivamente sana e legittima: un obiettivo che prevede di combattere contro qualcosa ti allontana dal risultato.

Puoi pensarla in questi termini: se metti tutta la tua attenzione su quello che non vuoi, la tua stessa vita sarà improntata su quello che non vuoi e il tuo essere andrà in quella direzione che temi e rifiuti, alimentando il problema.

2-Chiarisci a te stesso cosa vuoi esattamente

Sapere cosa non vuoi non basta. Se il tuo obiettivo è evitare di andare a Milano, nel navigatore dovrai comunque inserire una destinazione. Non puoi semplicemente escludere il luogo che non vuoi raggiungere. Quando non inserisci una meta, anche per la macchina più potente diventa difficile portarti a destinazione.

Perché un obiettivo sia espresso nel modo corretto e utile al suo raggiungimento, oltre a enunciarlo in forma positiva, è importante che sia qualcosa che può dipendere dalla tua volontà e dalle tue azioni.

Pensare, ad esempio, di migliorare il rapporto tra i tuoi genitori che litigano sempre, è una meta irraggiungibile. Siamo responsabili solo di come vanno le relazioni in cui siamo direttamente coinvolti. E anche in questo caso abbiamo solo metà della responsabilità, che condividiamo con l’altro individuo protagonista della relazione.

Infine, ribadisco, l’obiettivo deve essere ben definito. Gli obiettivi vaghi non consentono di raggiungere alcuno scopo. Quando un obiettivo non soddisfa tutte e tre queste condizioni, ti consiglio di metterlo da parte: si tratta di un falso obiettivo. Gli obiettivi formulati male però possono essere trasformati.

Perché un obiettivo sia raggiungibile è necessario definirlo al meglio

Vogliamo spenderci perché nel mondo ci siano più amore, rispetto, pace, salute e libertà? Cambia il tuo scopo vago in un vero obiettivo. Puoi decidere di lottare per il rispetto, la salute, la pace e la libertà. Ma una volta compresa la direzione in cui vuoi muoverti, devi delimitare il tuo obiettivo. Come vuoi avvicinarti a questo scopo tanto grande? In quale contesto? Facendo cosa e con chi?

3- Trasforma gli obiettivi irraggiungibili

Realizzare la Pace nel mondo è un obiettivo irraggiungibile per me come per te. Non dipende da noi e dal nostro comportamento. Possiamo però nutrire la Pace nel mondo. Attraverso tutta una serie di piccole o grandi azioni quotidiane, puoi agire per aumentare la tua pace interiore e impegnarti perché le tue relazioni siano felici e serene, per esempio. Così avrai trasformato un obiettivo irraggiungibile in un obiettivo che, se pur impegnativo, è alla tua portata.

Come raggiungere un obiettivo se è molto ambizioso? Quando un obiettivo è troppo ampio, è molto difficile capire da dove iniziare. Rifletti sul fatto che il raggiungimento di ogni vetta, anche la più alta, parte da un primo passo. A cui seguono molti altri passi, fatti uno alla volta. Analizza il tuo obiettivo e dividi il percorso da compiere in obiettivi più piccoli. Sarà più facile pianificare le tue azioni nel breve, medio e lungo periodo.

Anche gli obiettivi più ambiziosi possono essere analizzati e suddivisi in obiettivi più piccoli

Quando hai un obiettivo positivo e chiaro da perseguire, scoprirai che è facile trovare persone che lo condividono e che magari hanno in mente altre strategie efficaci per realizzarlo.

Resta in ascolto, sii aperto al confronto, persino se ti sembrerà che gli altri vogliono raggiungere il tuo stesso obiettivo in un modo che trovi sbagliato. Da un obiettivo comune ben definito possono nascere discussioni proficue e alleanze inaspettate. Lavorando in sinergia sarà più facile raggiungere il tuo scopo.

Da un obiettivo comune ben definito possono nascere discussioni proficue e alleanze inaspettate

4-Scopri perché ti sei dato quell’obiettivo

Quanto più la tua motivazione a raggiungere l’obiettivo è forte, tanto più sarà facile farlo. Il perché dietro un obiettivo è un motore molto potente su cui puoi contare: dà la spinta alla motivazione e nutre la determinazione.

Ricorda che motivazione e determinazione sono un sostegno molto importante soprattutto quando si presentano degli ostacoli sulla strada per il raggiungimento dell’obiettivo. La motivazione ti permetterà di essere perseverante e ti darà l’energia necessaria a percorrere anche le vie più ripide. Non è detto che il tuo obiettivo sia lì, a portata di mano, pronto ad attenderti su un piatto d’argento.

Verifica, inoltre, che l’obiettivo che ti sei dato sia in linea con i tuoi valori. Ispirata da Socrate, da circa un quarto di secolo ritengo molto importante il consiglio conosci te stesso. Cosa intendo con questo? È importante che tu conosca i tuoi valori, ciò che non tolleri, le tue risorse e i tuoi limiti. Impegnati per capire cosa nutre la tua anima, cosa ti fa provare gioia, oppure rabbia e frustrazione… Sono tutte informazioni che ti permetteranno di fissare degli obiettivi adatti a te, obiettivi che avrai realmente voglia di realizzare.

La metafora del muratore

Forse non c’è niente di più concreto del lavoro di muratore. Immaginiamo un muratore che voglia partecipare alla costruzione di una cattedrale come inno alla Pace nel mondo. La cattedrale sarà un luogo sacro dove ognuno potrà trovare rifugio, silenzio, accoglienza. Un luogo di unità, amore e libertà.

L’obiettivo in questo caso è la costruzione della cattedrale. La motivazione interiore è l’amore per la pace. Definito l’obiettivo, è necessario mettere a punto una strategia per raggiungerlo: quali azioni vanno messe in campo? Che tipo di competenze servono? A chi il muratore può chiedere aiuto? Un lavoro del genere non si può fare da soli.

Il muratore può definire un percorso a tappe con i suoi collaboratori. Ognuno avrà un compito in relazione alle proprie competenze o talenti. Il muratore stesso, per esempio, potrà occuparsi dei muri. Ogni muro è costituito di mattoni, da posare uno dopo l’altro.  I muri sono un obiettivo intermedio rispetto all’obiettivo più grande, la cattedrale. I mattoni sono come singole azioni quotidiane, da realizzare con ordine e precisione.

Quanto può essere noioso posare un mattone sopra l’altro tutto il giorno? Se si fa senza cuore, moltissimo! Se guardiamo alle azioni quotidiane senza pensare all’obiettivo da raggiungere, possiamo perderne il senso. Ma la posa dei mattoni potrebbe, invece, essere un piacere per quel muratore che lavora nella consapevolezza che, con costanza e determinazione, arriverà a costruire un luogo di Pace.

Se guardiamo alle azioni quotidiane senza pensare all’obiettivo da raggiungere, possiamo perderne il senso

5-Definisci una strategia di massima

Avere una visione d’insieme del tuo obiettivo e di quello che serve per raggiungerlo aiuta a cogliere la realtà della situazione presente. Ma serve anche a immaginare il percorso necessario per arrivare alla meta. Se hai le idee chiare puoi riconoscere i mezzi e le risorse (interiori ed esteriori) fondamentali per raggiungere i tuoi scopi e probabilmente potrai prevedere gli eventuali ostacoli che incontrerai lungo il percorso. Da tutte queste informazioni può nascere una strategia vincente.

Qualcuno è più propenso ad agire in vista di un risultato visibile immediatamente. Altri sono più spinti verso obiettivi che, sempre attraverso azioni quotidiane, si realizzano nel futuro, dopo 10 anni o magari nella generazione successiva.

Facciamo qualche esempio. Ci sono persone che si concentrano sull’educazione dei bambini per creare una generazione di adulti consapevoli e attenti alla Pace. Mentre altre si battono per difendere nel qui e ora i diritti degli oppressi. C’è chi rianima i corpi salvando vite e chi si impegna per educare tutti a tutelare la propria salute… La varietà di intenti, talenti e valori degli esseri umani è una ricchezza straordinaria, che può essere sfruttata al vantaggio di tutti.

6- Verifica che la tua strategia sia vincente

Come raggiungere un obiettivo a lungo termine, o meglio come perseguirlo senza perdere il contatto con la realtà? A volte siamo cosi impegnati ad applicare la strategia che ci siamo prefissati che dimentichiamo il nostro obiettivo iniziale. Facciamo un esempio. Mi è capitato frequentemente di chiedere alle persone esaurite e oberate di lavoro: perché LEI lavora? Questa domanda suscita spesso stupore e sguardi interdetti. Dopo un primo momento di silenzio la risposta più comune è: Perché si deve!

A volte siamo cosi impegnati ad applicare la strategia che ci siamo prefissati che dimentichiamo il nostro obiettivo

Insieme, prendendoci del tempo, ho ricostruito con ciascuna di queste persone le loro personali motivazioni al lavoro. Può trattarsi della realizzazione professionale, del desiderio di condivisione con i propri cari di un tenore di vita agiato, della gioia per quello che si fa, del bisogno di sicurezza economica e così via. Tutti questi obiettivi erano caduti nell’oblio, seppelliti da una strategia portatrice di stanchezza, tensioni fisiche ed emotive, liti in famiglia, carenza di tempo per godersi la vita e i propri cari ecc.

Riconnettersi al proprio obiettivo permette di rivalutare la strategia in atto e operare alcuni cambiamenti se necessario. Verifica con frequenza se gli obiettivi intermedi che hai fissato sono stati raggiunti e se rispettano il tuo obiettivo finale. Potrai capire quando le tue azioni sono efficaci o meno.

Ovviamente serve essere flessibili e pronti a cambiare o adattare la strategia. Le tue azioni non hanno avuto gli effetti desiderati? Capita. In questo caso è molto importante essere onesti con se stessi e intellettualmente umili. Solo così sarà possibile riconoscere quali valutazioni di partenza si sono rivelate sbagliate e aggiustare il tiro. Avere in mente un obiettivo chiaro ti permetterà di mantenerti sulla strada giusta senza perdere la bussola.

7- Comprendi che il fine non giustifica i mezzi

La strada per raggiungere un obiettivo è altrettanto importante dell’obiettivo in sé. Non ha senso fare la guerra per ottenere la pace, per esempio. Dovrebbe sempre esserci coerenza tra fine e mezzi. La strategia per perseguire un obiettivo deve rispettare i tuoi valori e nutrire la tua gioia.

Allo scopo di agire efficacemente per la pace, serve “essere” in pace. L’obiettivo di tutelare i diritti umani può prevedere solo una strategia che rispetti i diritti umani. In questo modo, il tuo obiettivo avrà forza e ti sentirai in accordo con te stesso mentre sei impegnato nel raggiungimento dell’obiettivo.

Allo scopo di agire efficacemente per la pace, serve essere in pace

Se il nostro muratore è connesso al suo obiettivo più grande, quello di costruire un luogo di pace, non solo allineerà ogni mattone con entusiasmo e applicazione ma, ben prima della fine della costruzione della cattedrale, il suo spirito pacifico e positivo sarà già un inno alla pace.

Lotta per, non contro

Per concludere, vorrei ancora una volta sottolineare che non c’è forza o successo nel lottare contro qualcosa. Mentre battersi a favore del suo opposto può portare grandi soddisfazioni e risultati.

Non parteciperò mai a una manifestazione contro la guerra! Invitatemi, però, a una manifestazione a favore della Pace e io non mancherò…” Queste parole, attribuite a Madre Teresa di Calcutta, fanno capire che persone molto attente alla Pace e a obiettivi di grande portata hanno ben chiara questa profonda Verità.

Vuoto affettivo: cos’è, da cosa dipende, come superarlo

Vuoto affettivo: cos’è, da cosa dipende, come superarlo

Il vuoto affettivo si manifesta come una sensazione di vuoto interiore che provoca disagio, malessere e la percezione di essere incompleti. C’è chi percepisce chiaramente di non bastare a se stesso e chi invece pensa di essere inadeguato per la realtà in cui vive.

Capita a tanti di provare una sensazione di questo genere, di tanto in tanto, e di cercare di colmare quel senso di vuoto affettivo in qualche modo. Talvolta col cibo, più spesso attraverso una relazione. Se la sensazione di vuoto affettivo è rara questo articolo non è destinato specificamente a te, ma se invece ti accompagna spesso, puoi prendere in mano la situazione per capire da cosa dipende e come superarla.

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Il vuoto affettivo può avere radici profonde nella relazione con i tuoi familiari e la maggior parte delle volte ha ripercussioni più o meno importanti su tutte le tue relazioni.

Il vuoto affettivo può avere ripercussioni pesanti sulle tue relazioni

Cos’è il vuoto affettivo

Non è facile definire il vuoto affettivo e capire quali sono i suoi contorni. Spesso, si tratta di una sensazione confusa e nebulosa che ha l’effetto principale di farti sentire infelice e incompleto. Ti senti vuoto? Hai la sensazione di essere poco connesso con te stesso? Magari sei angosciato nei confronti del quotidiano e ti rivolgi all’esterno in cerca di aiuto. Speri che una relazione d’amore possa cancellare magicamente il tuo disagio.

Prima di tutto vorrei ricordarti l’importanza di conoscere te stesso per capire davvero cosa c’è che non va. Su questo blog ho già trattato il tema della dipendenza affettiva e di una delle sue principali radici, l’ideale di amore romantico che fa nascere in noi il bisogno di trovare a tutti i costi “l’altra metà”, l’individuo che possa “completarci”. Ho condiviso il mio punto di vista e l’equazione alla base di questo malinteso: 1/2 + 1/2 = 1. Abbiamo visto che per evitare la dipendenza affettiva e tutti i suoi disagi, è utile abbracciare un altro paradigma, che è 1 + 1 = 3. Si tratta di una prospettiva radicalmente diversa, rispettosa delle due individualità che compongono la coppia e in grado di moltiplicare il benessere.

Quando non ti senti a posto con te stesso il primo passo è riconoscere che qualcosa non va

Nell’ambito delle dipendenze affettive ci sono altre due situazioni interessanti da conoscere ed esplorare, che possono essere all’origine della tua ricerca di quella metà “in grado di completarti”. Ricerca che per forza di cose non porterà ai risultati sperati.

La separazione dalla mamma

Tutti noi conserviamo inconsciamente la memoria di un tempo in cui eravamo tutt’uno con un altro essere vivente. Si tratta del vissuto nell’utero materno, durante la gravidanza. La nascita e i primi mesi di vita sono momenti molto delicati in cui è importante che sia tutelato il più possibile il legame madre-bambino. Quando tutto va bene, man mano il bambino prende coscienza della sua individualità e si stacca naturalmente dalla mamma, senza traumi.

Quando invece per qualche ragione c’è una rottura improvvisa e brusca del rapporto, rimane una ferita, un vuoto. Accade quello che nella pratica delle costellazioni famigliari si chiama movimento interrotto con la madre. Il dolore che nasce da questo evento può condizionare l’intera esistenza.

Il dolore che nasce da una separazione precoce e improvvisa dalla madre può condizionare l’intera esistenza

La rottura può essere dovuta a una separazione alla nascita, ad esempio per un problema di salute del neonato, della madre o di entrambi o per qualsiasi altra ragione.

Con il passare del tempo, spesso il bambino sviluppa nei confronti della madre una relazione di amore/odio in cui l’odio è l’emozione legata al senso di tradimento per l’abbandono subito.

L’adulto che questo bambino diventerà può essere consapevole del fatto che la madre abbia subito la separazione tanto quanto il bambino. Spesso però la consapevolezza dell’adulto non basta a guarire la ferita. Non è l’adulto che va guarito: è il bambino interiore.

La separazione da un gemello

Un’altra causa scatenante da prendere in considerazione quando si cercano le cause di un vuoto emotivo riguarda i gemelli. Alcuni studi relativamente recenti hanno rivelato che una percentuale importante di gravidanze inizia in forma gemellare o plurigemellare. Gli specialisti si stanno accorgendo, con l’aiuto degli strumenti per la diagnosi e l’analisi prenatale, che le gravidanze gemellari sono decisamente più frequenti di quello che si credeva nel recente passato. I dati a disposizione parlano di una variazione compresa tra il 10 % e il 70 % delle gravidanze, a seconda delle fonti.

Questo vuole dire che una persona può essere concepita insieme a un altro essere, con il quale inizia a svilupparsi. Per ragioni varie e così precoci da non poter essere nemmeno diagnosticate, l’evoluzione di un fratello gemello si ferma e nasce un solo bambino.

A volte questo aborto spontaneo parziale si manifesta nella gravida con delle perdite di sangue nelle prime settimane di gravidanza. Sintomo che spesso viene considerato una piccola (o grande) minaccia di aborto. Altre volte al momento del parto, quando l’ostetrica verifica l’integrità della placenta appena espulsa, nota una o due piccole calcificazioni: i resti dei fratelli non sviluppati. Generalmente non si dice nulla ai genitori.

Un gemello scomparso non è un dramma di per sé. Non c’è nessun colpevole da rintracciare, nessuna responsabilità da scoprire. Perché la Vita possa fluire e uno degli embrioni possa crescere e nascere, la Natura opera una selezione.

Informazioni taciute

Il problema è che l’informazione sul gemello mai nato, quando viene tenuta nascosta, può avere un’influenza molto grande sulla vita del sopravvissuto. Questo proprio perché l’evento della perdita intrauterina del fratello non è noto e non può essere elaborato.

Le informazioni taciute che impediscono di elaborare lutti e traumi possono pesare molto nella vita dell’individuo 

Capita allora che il rapporto con il gemello mai nato lasci una sensazione di vuoto incolmabile che può durare una vita intera.

Alcuni cercano di colmare il vuoto affettivo che sentono costantemente attraverso il cibo, come spiego nel mio libro sul dimagrimento senza diete. Altri provano a combattere il vuoto affettivo con una nuova relazione. Anche a te è successo di cercare la reazione ideale in cui finalmente sentirti completo? Un solo unicum indivisibile? Questa ricerca è vana.

La ricerca dell’altra metà è destinata a fallire

Nessuno partner, amico o fratello può essere all’altezza di colmare il vuoto lasciato dall’interruzione del rapporto con il gemello quando eravamo in utero, o con la mamma quando eravamo neonati. Nessuna relazione può competere con quella inclusiva e fusionale tra madre ed embrione o tra gemelli intrauterini. Provare a colmare quel vuoto riempendolo con una nuova relazione significa restare spiazzati, amareggiati e delusi dal risultato.

Solo un lavoro su se stessi, che conduca alla radice della ferita, può consentirti di uscire dal dolore subito.

Come superare il vuoto affettivo

Hai capito che la causa del tuo malessere di fondo e della tua dipendenza dalle relazioni amorose vanno cercati nel vuoto affettivo causato da un problema con la mamma o con un gemello scomparso? Diventare realmente consapevole di quanto è successo e riconnetterti con la tua parte bambina che ha subito il trauma può aiutarti a trasformare il tuo vuoto emotivo, tanto ingombrante e indefinito. L’assenza di un gemello o della madre in un momento fondamentale dello sviluppo può trasformarsi in un grave trauma. Ma quando lo avrai compreso e accettato potrai finalmente goderti appieno tutte le tue relazioni, senza addossare a partner e amici responsabilità che non competono a loro.

La consapevolezza è il primo passo per guarire il bambino interiore

Il problema delle unità di misura

Quando c’è un trauma non risolto legato alla separazione della madre nel primo anno di vita o alla morte in utero di un gemello, l’unità di misura, che ci guida nelle relazioni e che inconsciamente abbiamo dentro di noi, è fuorviante… A guidarci cioè è l’equazione 1/2 + 1/2 = 1. Ma anche la mamma o il gemello sono altro da te: l’unità di misura corretta è 2 e non 1.

Cosa succede quando ci comportiamo cercando di soddisfare questa equazione errata? A livello generale esistono due casistiche.

Tendenza a isolarsi per proteggersi dal dolore

C’è chi cresce sviluppando la tendenza alla massima autonomia. Queste persone spesso vogliono controllare tutto. Subire la separazione o l’abbandono in un momento in cui erano tremendamente vulnerabili, ha provocato un dolore e ha lasciato una ferita tale che, inconsciamente, cercano di prevenire qualunque altro trauma di questo genere. Ecco perché questi individui provano a non avvicinarsi emotivamente a nessuno, fanno molta fatica a lasciarsi andare e ad aprirsi agli altri.

C’è chi rifiuta di aprirsi agli altri per proteggersi da eventuali nuovi traumi e ferite

Hai l’abitudine di tenere chi potrebbe piacerti a debita distanza? Non ti fidi né ti affidi completamente al partner per nessuna ragione? Sei “preparato” al fatto che le tue aspettative saranno sicuramente tradite?

Se nutri in te la convinzione che nessuno sarà mai realmente degno della tua fiducia potresti avere alle spalle un trauma legato a una separazione da tua madre in fase neonatale o da un gemello mai nato.

Dipendenza affettiva dal partner

Molti sviluppano la tendenza ad attaccarsi al partner e hanno bisogno di vivere con lui o con lei ogni momento della vita. Pur essendo una reazione antitetica rispetto a quella di chi non si avvicina a nessuno, la causa alla radice del problema è la stessa. Queste persone hanno paura di qualsiasi allontanamento, anche temporaneo. Se non sono con l’altro provano una sensazione di ansia molto intensa.

La separazione, infatti, richiama a livello inconscio quella dalla madre o dal gemello. Provi queste sensazioni? Vorresti cambiare il tuo partner in modo che risponda alle tue esigenze di simbiosi? O magari è l’altro che vorrebbe cambiare te per renderti meno dipendente? Sappi che cambiare l’altro è una missione impossibile e potenzialmente fonte di tanta frustrazione, delusione, rabbia e impotenza.

Il timore di allontanarsi dal partner anche per poco tempo può avere radici profonde

La soluzione: lavorare su te stesso

La mia proposta, in linea con altri consigli che trovi in questo blog, è quella di lavorare lì dove hai un grande potere, cioè su te stesso. La Biopsicogenealogia, le costellazioni famigliari, le Biocostellazioni, la Biokinesiologia sono tutti strumenti che possono aiutarti nella trasformazione e nella guarigione emotiva, che ti porterà a superare il trauma inconscio dell’abbandono. Come? Ognuno ha bisogno di un percorso personalizzato. Ma un buon punto di partenza per ognuno è la presa di coscienza dell’abbandono e la possibilità di abbracciare la propria parte bambina ancora traumatizzata, per comprenderla, accettarla e rassicurarla.

Ti invito a intraprendere questo percorso. Vedrai che sarà bellissimo ritrovare il valore della propria individualità per poi relazionarsi con gli altri in modo nuovo, sano, libero e appagante.

Riposare e godersi il presente: 8 consigli pratici

Riposare e godersi il presente: 8 consigli pratici

Riposare e godersi il presente sembra a molti una missione difficile, se non impossibile. Questo accade perché tanti fanno fatica a godersi il presente. Facciamo un passo indietro e cerchiamo di analizzare brevemente quanto accade oggi. Siamo in piena estate e dopo circa 18 mesi di grande stress collettivo e incertezza, è normale non vedere l’ora di andare in vacanza e rilassarsi.

Di fatto però, tanti fanno fatica a rilassarsi davvero. Avrebbero bisogno di imparare a riposare corpo e mente. Se anche tu vivi questo problema, vorrei condividere con te alcuni consigli pratici per aiutarti a guadagnare maggiore salute e benessere partendo proprio dal riposo, dal rilassamento e dalla capacità di vivere nel presente.

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Non è solo “colpa” del Covid-19

La situazione eccezionale iniziata nell’inverno 2020 e che tutt’oggi perdura, ha portato con sé dolore e preoccupazioni. Ognuno ha vissuto e sta vivendo varie forme di stress. Chi per la paura del coronavirus, chi per la perdita di persone care o del diritto a lavorare, chi ancora per la mancanza di libertà fondamentali.

Molti hanno vissuto e stanno vivendo varie forme di stress

C’è chi soffre molto per la minaccia dell’obbligo a sottoporsi a un vaccino in via di sperimentazione. Ci sono persone che subiscono profondamente le pressioni e i disaccordi di natura ideologica, nati in seno alla famiglia e alla collettività come conseguenza della reazione dei Poteri forti alla Pandemia. Tutte queste situazioni hanno la loro dose di responsabilità sullo stress collettivo imperante.

Conta l’atteggiamento, non l’evento

Come ho sottolineato varie volte negli articoli di questo blog, non è tanto l’evento che conta ma il modo in cui lo viviamo. Chi conosce alcuni strumenti di igiene emotiva è stato molto aiutato nell’affrontare la situazione politico-sanitaria, ma ha comunque dovuto investire tante energie per sopportare con il massimo equilibrio la tempesta inaspettata.

Tante persone, invece, sono state travolte dalla confusione di questo periodo e dallo stress generato dalle numerose conseguenze della Pandemia, e sono arrivate alle porte dell’estate in stato di esaurimento emotivo.

Ecco perché vorrei condividere con te qualche informazione e alcuni consigli per recuperare energia ed equilibrio. Questi consigli potranno essere più facilmente e intensamente messi in pratica per chi avrà l’opportunità di prendersi un periodo di vacanza, ma valgono per chiunque ne abbia bisogno.

Cosa succede quando sei stressato

Quando sei stressato, una serie di condizioni fisiche e mentali, legate al modo in cui respiri e a quello che pensi, ti impediscono  di rilassarti e riposare, abbassando il tuo livello di energia vitale. La quantità di energia vitale che hai a tua disposizione dipende in parte dal tuo livello di stress abituale. Molto probabilmente in questo ultimo anno e mezzo questo livello è stato piuttosto elevato.

Come ho più volte sottolineato in questo blog, lo stress di per sé non è negativo, anzi è perfino utile. Ma se il tuo corpo e la tua mente vivono in uno stato di perenne allarme, allora la tua energia vitale si consuma inutilmente. Ecco cosa puoi fare per interrompere questo circolo vizioso, riposare e goderti il presente, apprezzando le meritate vacanze quando arrivano.

Lo stress non è negativo di per sé ma se prolungato può fare tanti danni

1-Esercitati a respirare con il diaframma

Il primo passo da fare per metterti nelle condizioni di riposare e goderti il presente è prendere il tempo di respirare correttamente. Se inizi a respirare in modo efficiente, tutte le tue cellule saranno ossigenate correttamente, il tuo corpo avrà a disposizione maggiore energia, eliminerai più tossine e potrai di fatto migliorare il tuo stato di salute generale con un piccolo impegno.

Se non sai da dove iniziare, puoi scegliere la respirazione diaframmatica. Non hai dimestichezza con questo modo di respirare? Ti consiglio di esercitarti gradatamente con costanza, partendo da cinque minuti al giorno. Qui trovi dei consigli mirati per aiutarti a capire l’importanza del respiro e una mini guida alla respirazione diaframmatica.

Inizia respirando con il diaframma per 5 minuti al giorno

Respirare in modo corretto e consapevole è un esercizio che ti aiuta a vivere il presente. Questo perché mentre respiri concentrato sull’aria che entra dal naso ed esce dalla bocca e sei in ascolto di quello che accade nel tuo corpo. I pensieri si allentano. Si tratta di un esercizio di mindfulness che ti permette di restare nel “qui e ora”.

2-Abbraccia la paura se è benefica

Provare paura è normale, ma essere continuamente angosciati o preoccupati per qualcosa che ancora deve accadere è dannoso e inutile.

La paura, quella che appare per informarci di un pericolo, ci aiuta a salvarci la pelle ed è un’emozione primaria biologicamente utile. Dobbiamo sapere che esiste per un motivo e che deve funzionare quando serve. Altrimenti rischieremmo di fare cose pericolose, come per esempio attraversare la strada senza guardare a destra e a sinistra, con il rischio di essere investiti. Accetta la paura come un’alleata.

Quando però le tue paure si rivolgono al futuro e capisci di essere ossessionato da situazioni che potrebbero accadere, ma potrebbero anche non verificarsi mai, quello che vivi è uno stato di ansia che consuma la tua energia vitale e ti impedisce di risposare e goderti il presente.

La paura può anche essere benefica

3-Trasforma le paure dannose

Rilassarsi è impossibile quando la tua mente ti dice continuamente che devi stare in allerta, perché domani potrebbe accadere qualcosa di brutto. Anche se vai in vacanza nel posto più bello del mondo goderselo diventa difficile. Abbi fiducia, affronta un problema alla volta. Oggi, vivi al meglio quello che c’è. Ciò che accadrà domani invece lo affronterai domani. Sappi poi che dietro alle tue paure si celano dei desideri.

Hai paura di ammalarti perché vuoi vivere una vita lunga e senti di avere ancora molto da fare e da scoprire? Invece che angosciarti, fai quello che è in tuo potere oggi per mantenerti in salute e benessere. Domani si vedrà. Intanto ti ricordo che lo stress cronico, condizionato anche dal tuo dialogo interiore, facilita l’apparizione di sintomi e patologie.

Se ti eserciti a dare una direzione diversa al tuo dialogo interiore, cancellando i virus mentali e spostando il tuo focus dalle paure ai desideri, potrai allentare l’ansia. Pian piano questo tuo nuovo modo di fare diventerà un’abitudine benefica.

Identifica i desideri che si nascondono dietro le tue paure

4-Concentra la tua attenzione sulla realtà che ti circonda

In questo periodo (più che mai) tante persone stanno parlando a vanvera e la confusione, supportata dai mass media e dai social media, ha reso difficile comprendere cosa è reale, cosa è solo una minaccia e cosa invece è una semplice opinione personale.

Passare tanto tempo sugli schermi è fonte di troppe informazioni che il cervello non riesce a elaborare. Nel caso specifico di questo periodo, oltre alla quantità esagerata di informazioni, anche l’incoerenza è stata predominante, alimentando il senso di vulnerabilità, frustrazione e sfiducia.

Di fronte a questa situazione, è facile andare in confusione e trovarsi in uno stato di costernazione. Troppe informazioni minacciose creano un senso di insicurezza: non si sa quale strada prendere per uscire dallo stato di stress. Se non agisci, però, non utilizzi lo stress, che di conseguenza si accumula e diventa cronico.

Ti consiglio, per riposare e goderti il presente veramente, di limitare le fonti di stress e confusione. Stai il più possibile alla larga dei social media e del mondo virtuale. Approfitta delle vacanze per privilegiare le situazioni e le relazioni reali. Concentra la tua attenzione sulla realtà che ti circonda. Guarda le persone negli occhi.

Scegli con cura il tuo nutrimento alimentare ma anche quello emotivo, intellettuale e spirituale. Se una situazione ti preoccupa, decidi un orario da dedicare all’informazione e prenditi il tempo strettamente necessario per informarti. Poi, per il resto della giornata, concentra la tua attenzione sulle cose che ami e focalizzati sull’obiettivo di riposare e ricaricarti.

5-Accetta il tuo posto nel mondo

Siamo solo dei piccoli esseri umani che vivono su un grande Pianeta in un Universo sconfinato. Questa affermazione può impressionare alcuni, ma può essere fonte di pace se riesci a pensarci dall’angolazione “giusta”. Ha il potere di ridimensionare i tuoi problemi quotidiani. Accetta il tuo posto nel mondo; sei un piccolo niente in confronto all’Universo ma dentro di te scorre una forza potente: la Vita. Diventare consapevoli del proprio potere e dei propri limiti è un passo importante per imparare a riposare e rilassarsi.

Mettersi al posto del padrone del mondo che deve controllare tutto e tutti, è fonte di grande stress. Quando smetti di lottare per obiettivi che non puoi raggiungere, diventa disponibile per te il tempo necessario a concentrarti con perseveranza sulle cose sulle quali hai potere. Ad esempio il tuo benessere, il tuo respiro, il tuo dialogo interiore, il modo in cui agisci nelle relazioni con le persone amate, ecc. Molte altre cose non puoi manipolarle o piegarle a tuo piacimento, non serve perdere tempo ed energia.

Siamo sulla Terra per fare alcune esperienze e non altre. Se siamo quello che siamo è per vivere quel determinato percorso: è un’opportunità di crescita. Segui la tua direzione interiore al meglio delle tue possibilità: la gioia interiore fa da ottima bussola.

Per ricordarti che sei un piccolo niente nell’Universo e che puoi rilassarti perché non dipende tutto da te, prenditi il tempo di guardare le stelle. Lasciati sostenere dagli effetti benefici della Natura: una bella passeggiata nel bosco, in montagna o lungo il mare ti consente di ricevere le vibrazioni armoniose ed equilibrante di questi elementi, che vivono da secoli indipendentemente dalle preoccupazioni umane.

Sei un Piccolo Niente nell’Universo e questo è un bene

6-Fai pace con il passato

Il passato può essere un’arma a doppio taglio. Tanti si crogiolano nei bei ricordi, vivendo lunghi momenti di nostalgia paralizzante (“stavo meglio prima”, “in quel periodo ero più bello, più in forma, più felice” eccetera). Altri continuano a rimuginare sulle scelte e gli errori fatti (percepiti come tali), colpevolizzandosi. Entrambi gli atteggiamenti impediscono di vivere nel presente. Se ci sono situazioni passate (ma anche presenti) che non riesci ad accettare o che ti fanno provare una nostalgia profonda, ti invito a mettere in atto un gesto simbolico. Scrivi la tua storia con le cose a cui sei morbosamente attaccato, come scelte, situazioni, fatti accaduti e poi brucia il foglio su cui hai scritto. Ti aiuterà a lasciare andare il passato.

Tornando al dialogo interiore, anziché incolpare te stesso perché hai fatto una cosa piuttosto che un’altra, prova a ripeterti che hai fatto il meglio che potevi con le carte che avevi in mano all’epoca. In quel momento, per quello che eri e che sentivi, hai fatto quella scelta e non un’altra. Non c’è colpa. Hai fatto un’esperienza e seguito il tuo percorso. Chiediti piuttosto: cosa ho imparato?

Lascia andare il passato senza rimpianti o sensi di colpa

7-Dimentica le preoccupazioni sul futuro

Quando il futuro ci terrorizza è perché lo riempiamo di minacce potenziali, gigantesche e spaventose, che spesso non hanno attinenza con la realtà. Affastellare pensieri su pensieri cercando di prevedere tutto quello che potrebbe accadere di male, non solo ci fa sprecare molte energie ma impedisce al nostro inconscio di lavorare per costruire un futuro luminoso. Sembra che ognuno di noi abbia un solo passato e un solo presente: sono definiti e unici. Il futuro invece è indefinito e ricco di potenziali. Lascia andare ogni pensiero negativo sul futuro.

Lascia che siano i desideri a guidarti, rivolgendo la tua attenzione al presente. Quando ti capita di pensare al futuro fallo fantasticando su tutte le cose belle che vorresti per te, per i tuoi cari e per il Pianeta intero. Sii fiducioso del fatto che in questo modo lascerai spazio ed energie al tuo inconscio per preparare il terreno a un futuro di gioia.

Il futuro sarà più luminoso se smetti di preoccuparti di cosa accadrà

8-Impara a vivere il presente

Cosa significa vivere il presente? Il presente, qui e ora, è tutto quello che abbiamo. Il presente è la vita che accade e che puoi godere momento per momento. Anziché passare le tue giornate a preoccuparti, angosciarti e dare addosso a te o agli altri per ciò che è stato fatto o non fatto, ti invito a dire sì al tuo presente. Nutri la tua fiducia in te stesso e nella Vita.

Quando qualcosa di inaspettato accade, osservalo e cerca di capire come vuoi posizionarti nei confronti di questa novità senza giudizio su di te o sull’evento in sé. Con il consenso del tuo cuore, hai il potere di trasformarlo in un evento benedetto.

Non sto dicendo che bisogna essere sempre positivi e che il dolore o la fatica non esistono. Ma ti invito a dire sì e accettare l’accaduto anche quando ti spiazza o non ti fa piacere. Puoi non essere d’accordo con il tuo presente, ma se ne prendi atto eviterai di cadere in meccanismi negativi e pericolosi di attaccamento, negatività e dispersione delle energie.

A cosa servirebbe dire no? Rifiutare il presente non cambia le cose, ma ti fa stare peggio. Accettarlo ti permette di concentrare le tue energie per rispondere alle due domande veramente interessanti: cosa posso fare per stare bene nonostante quanto è accaduto? E se la situazione può essere cambiata, in quale modo? Cerca di capirlo, poi agisci di conseguenza.

Dire sì al presente, qualunque sia, è il primo passo per stare meglio

Riposare indipendentemente dal contesto

Riposare e godersi il presente, rilassarsi, significa anche questo: dire sì a ciò che ti accade momento per momento, senza proiettarti nel futuro o farti angosciare dalle paure. Si tratta di un riposo che ristora corpo e mente.

Oltre alla respirazione diaframmatica, passeggiare quotidianamente nella natura può esserti di grande aiuto. Se riuscirai a focalizzarti sul presente potrai goderti le vacanze o anche i piccoli momenti di riposo quotidiano in modo molto più ricco e pieno.

Riposare e godersi il presente ti aiuterà a ricaricare le energie, per poter agire in modo coerente ed efficiente, migliorare la tua vita e partecipare con determinazione a creare il mondo che desideri.

Dipendenza affettiva nella coppia: cosa puoi fare per evitarla

Dipendenza affettiva nella coppia: cosa puoi fare per evitarla

La dipendenza affettiva nella coppia è un problema diffuso, che comporta lo sviluppo di rapporti infelici e persino dannosi per l’uno o l’altro elemento della relazione, oppure più spesso per entrambi.

Di cosa si tratta? Quando parlo di dipendenza affettiva nella coppia mi riferisco a tutte quelle situazioni in cui uno dei due soggetti all’interno della relazione mette l’altro su un piedestallo, considerandolo come indispensabile alla propria felicità o sopravvivenza. Chi è dipendente, con la speranza di essere amato, arriva ad annullarsi, cancellando i propri bisogni e desideri, per dedicarsi completamente all’altro, senza che gli sia stato richiesto.

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Talvolta l’oggetto di queste attenzioni estreme non ne è consapevole (almeno inizialmente). Ed è anche possibile che chi è affetto da dipendenza decida di dedicarsi al soddisfacimento dei bisogni e dei desideri del compagno immaginando tutto nella propria testa, senza neppure la certezza di sapere quali siano le reali necessità del partner.

Chi è dipendente, con la speranza di essere amato, arriva ad annullarsi, cancellando i propri bisogni

Una dipendenza a tutti gli effetti

In psicologia e in psichiatria la dipendenza affettiva di coppia rientra nelle cosiddette Nuove Dipendenze. Un’etichetta che racchiude tutte quelle forme di dipendenza che non hanno a che fare con sostanze chimiche come farmaci, droga, alcol eccetera ma riguardano comportamenti o relazioni della vita quotidiana.

La dipendenza affettiva nella coppia può essere più o meno profonda e accentuata, diventando una vera e propria patologia che ti impedisce di vivere in salute e benessere e consuma la tua energia vitale.

Ma da cosa nasce la dipendenza affettiva nella coppia? Almeno in parte c’è lo zampino di un condizionamento che in tanti abbiamo subito fin da bambini e che ha a che fare con la nostra idea di amore romantico.

Capiamo insieme come si genera questa forma di dipendenza affettiva e quali sono gli strumenti in tuo possesso per scardinarla dalle basi.

Qual è la tua idea di amore romantico?

Il concetto di amore romantico, oggi largamente condiviso, nasce da favole e storie, presenti in moltissime culture, anche geograficamente distanti tra loro. Ovviamente queste storie esistono in numerose varianti che presentano nomi, personaggi e scenari diversi. Ma il nucleo narrativo centrale resta lo stesso.

A partire dallo scorso secolo, queste favole sono state riprese da colossi come Walt Disney e trasmesse sul grande schermo, rimanendo così impresse nelle menti di intere generazioni. Fin dalla più tenera età, quando siamo facilmente influenzabili.

Ti invito a riflettere: se ti chiedo di raccontarmi una storia d’amore la tua mente non corre subito a rievocare vicende di principi, principesse, lotte, sacrifici e salvataggi?

Il concetto di amore romantico, oggi largamente condiviso, nasce da favole e storie

L’inganno della relazione di coppia ideale

Cresciamo all’ombra di ideologie romantiche che finiscono per influenzare i nostri comportamenti e per dettare legge su quello che cerchiamo nell’altra persona. Proviamo a tradurre matematicamente questo concetto. Molti cercano la propria metà per sentirsi completi, quindi: 1/2 + 1/2 = 1. Ma questa “formula magica” che tanti hanno in testa può essere molto dannosa.

Anche tu sei alla ricerca (o lo sei stato) della persona che possa completarti? Pensi che sarai finalmente felice solo quando troverai quel qualcuno che ti capirà senza aver bisogno di parlare? Immagini che vi basterà guardarvi negli occhi per riconoscervi e vivere per sempre felici e contenti?

Queste aspettative idealistiche rischiano fortemente di compromettere qualunque relazione di coppia, anche quella con le migliori premesse. C’è un’altra insidia connessa all’ideale romantico da favola (come a quello hollywoodiano): il rischio di sviluppare una dipendenza.

Le aspettative idealistiche rischiano fortemente di compromettere qualunque relazione di coppia

Non puoi che essere dipendente dalla tua metà

Se parti con il presupposto che stai cercando nell’altro la tua metà, il solo individuo sulla Terra che potrà renderti felice e appagato, sarebbe quasi assurdo non pensare che da questa persona tu sarai dipendente. Ogni mossa dell’altro non potrà che influenzare il tuo benessere e il tuo equilibrio. La dipendenza è insita nel fatto stesso di pensare “lui (o lei) mi completa”.

Pensiamo a questo semplice fatto: se il tuo emicorpo destro non sta bene anche il sinistro rischia di soffrire molto! Quando vivi una relazione di coppia fondata su questo paradigma, senti per forza di cose un bisogno esagerato dell’altro. Ti è difficile fare qualunque cosa da solo, senza lui o lei. In modo più o meno conscio chiedi di fare tutto insieme e pensi sia importante avere gli stessi gusti, desideri, opinioni. Andando in questa direzione, può diventare facile negare la propria personalità e cancellare i propri gusti e desideri.

Così facendo però la nostra espressione di prima si trasforma in: 0 + 1/2 = 1/2 e la relazione di conseguenza ne soffre, perché si impoverisce.

Questa evoluzione della relazione fa crescere l’insicurezza e la dipendenza, portandoti a fare di tutto per compiacere l’altro, mosso dalla paura dell’abbandono. Potresti anche provare una gelosia estrema.

Sentire un bisogno esagerato dell’altro fa crescere l’insicurezza e può portare a essere estremamente gelosi

Un nuovo paradigma

Per evitare di cadere nello schema della dipendenza affettiva nella coppia può bastare (almeno in prospettiva) un semplice cambio di paradigma. Non dico che sia facile farlo, ma è alla portata di tutti.

Trasforma il tuo obiettivo da ½ + ½ = 1 a 1+1= 3 e immagina questo 3, che rappresenta la relazione, come un numero che può crescere all’infinito.

Ora ti invito a riflettere in modo nuovo. Tu sei tu, l’altro è se stesso, la relazione è un terzo elemento che non si identifica con nessuno dei due. È qualcosa che voi costruite insieme e di cui siete responsabili al 50%.Anche per questo sacrificarti per il benessere dell’altro e per soddisfare i suoi desideri rischiando di indebolire il tuo 1, non porta a niente di buono. Perché significa smettere di occuparti di te e sottrarti alla tua giusta dose di responsabilità nella relazione. Per aiutarti a cambiare   tieni a mente che “siete in tre nella relazione di coppia: tu, l’altro e la relazione” e ogni elemento ha la sua importanza.

Tu sei tu, l’altro è se stesso, la relazione è un terzo elemento che non si identifica con nessuno dei due

Il primo passo per una relazione felice: rinforzare il tuo 1

Per avere una relazione appagante è importante che tu riconosca il tuo valore e stia bene con te stesso. Se hai una comunicazione efficace con il tuo io e conosci i tuoi reali bisogni, se sai prenderti cura di te stesso e sai ascoltarti, allora ti sarà decisamente più facile avere relazioni interpersonali felici.

Ovviamente è importante anche saper comunicare con gli altri e avere ben chiaro in mente cos’è una relazione, qual è la posta in gioco e soprattutto quali sono il tuo posto e il tuo ruolo nel rapporto.

Partendo da questi presupposti, la relazione con il partner non sarà più in balia del caso e le chance di costruire un rapporto che funzioni aumentano notevolmente. Ti invito anche a leggere il mio articolo Come avere relazioni sane e appaganti per trovare nuovi strumenti che ti guidino in questa direzione. Grazie alle informazioni giuste potrai trasformare la tua relazione di coppia in un bel giardino accogliente: un posto dove è piacevole stare, anche tutta la vita.

Grazie alle informazioni giuste potrai trasformare la tua relazione di coppia in un bel giardino accogliente

Una strategia che fa bene a tutti

Partendo dal nuovo paradigma 1+1 = 3, la strategia per costruire una relazione appagante è lontana anni luce dall’immaginario delle favole, in cui per “vivere felici e contenti” esiste un unico essere, la nostra metà. Quando ognuno si impegna a essere la migliore versione di se stesso, la relazione può crescere all’infinito. L’obiettivo non è sentirsi finalmente completi in due: tu sei già completo.

L’obiettivo è nutrire le proprie relazioni (tutte, non solo quella di coppia) perché siano soddisfacenti per te e per gli altri. Se ti prendi la responsabilità di esprimere il tuo potenziale, fare quello che ti piace, seguire le tue passioni e dare voce ai tuoi talenti, tutte le relazioni in cui sei impegnato non possono che beneficiarne. Così il tuo senso di completezza crescerà. Potrai condividere alcuni momenti e aspetti della tua vita con il partner e altri no. Non c’è niente di male in questo: si chiama autonomia.

Puoi impegnarti a essere la migliore versione di te stesso per coltivare una relazione sana e appagante

Chi è il tuo partner?

Lo schema delle favole e del “vissero felici e contenti” lega la buona riuscita della coppia a ideali irraggiungibili e schemi comportamentali di dipendenza. Di solito, nelle favole, non si sa nulla del quotidiano della coppia, una volta che i protagonisti si sono felicemente sposati.

Lo schema delle favole lega la buona riuscita della coppia a schemi comportamentali di dipendenza

In una relazione di coppia libera da dipendenza e condizionamenti l’altro non è più la tua metà ma l’individuo con cui condividere l’avventura della Vita. Puoi fare tranquillamente le cose che ti piacciono senza per questo sentirti in colpa o pensare che stai privando l’altro di qualcosa. Non serve annullarti o chiedere all’altro di sacrificarsi per te. Comprendi così che l’espressione piena di ognuno arricchisce la relazione, facendo crescere il 3.

Il rapporto potrà modificarsi e cambiare senza che tu ne sia terrorizzato perché è quello che fanno le relazioni, ogni giorno. Guardando alle relazioni in questo modo, sarà difficile sviluppare dipendenza affettiva nella coppia, perché non c’è più motivo per essere dipendenti dall’altro.

La qualità della relazione non dipende dai sentimenti

Vorrei anche sottolineare che la qualità della relazione non rispecchia l’intensità o la bellezza dei sentimenti provati. Magari vivi una relazione di coppia conflittuale e pensi che questo accada perché l’altro non tiene a te o perché tu non lo ami abbastanza.

La qualità della relazione non rispecchia l’intensità o la bellezza dei sentimenti provati

Nel mio lavoro di terapeuta incontro tante coppie che si amano ma vivono relazioni conflittuali. Il fatto che ci sia tanto amore non è sufficiente per creare una relazione sana e appagante. La qualità della relazione dipende molto dalla qualità della comunicazione. Quando si è intimi con qualcuno è facile mettere il proverbiale dito nella piaga e ferirsi, anche senza volerlo.

Fortunatamente, se è vero che ai sentimenti non si comanda, è altrettanto vero che puoi migliorare le tue abilità comunicative e intraprendere un percorso per costruire una relazione sana e appagante. Imparando qual è il tuo ruolo nella relazione e come viverlo, ogni tuo rapporto con gli altri potrà beneficiarne.

Amore, libertà e gratitudine

Se scegli di sperimentare il paradigma 1+1 = 3, potrai tenerti alla larga dalla dipendenza affettiva nella coppia e da quella ricerca dell’altra metà che provoca frustrazione, senso di insicurezza, infelicità e ansia.

La tua relazione di coppia diventerà sana e appagante e sarà basata sul desiderio e il piacere di condividere. La vita porta con sé eventi di vario genere: alcuni felici e altri dolorosi. Ogni partner potrà vivere liberamente i suoi alti e bassi, rassicurato dal fatto che l’equilibrio e il benessere dell’altro non saranno per forza messi a repentaglio.

Oltre all’amore che proverai per il tuo partner, potrai vivere la gratitudine per l’opportunità che hai di stare con l’altro, godendoti la tua autonomia affettiva.