Cancro: primi passi dopo la diagnosi

Cancro: primi passi dopo la diagnosi

Cancro: se stai pensando a questa parola probabilmente è perché tu o una persona cara avete ricevuto questa diagnosi. Secondo la rivista CA: A Cancer Journal for Clinicians, nel 2020 i nuovi casi di tumore nel mondo sono stati circa 19,3 milioni. Il numero di nuovi casi di cancro diagnosticati nel nostro paese è più o meno 1000 al giorno. E le previsioni non parlano di un miglioramento per il prossimo futuro.

 

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Perché il cancro sembra dilagare?

Si sente spesso dire che “una volta il cancro non c’era” mentre “oggi sempre più persone prendono il cancro”. È proprio così? Ci ammaliamo di più di cancro? O semplicemente il sistema sanitario oggi ha più mezzi ed è organizzato per diagnosticare precocemente questo tipo di malattie?  Probabilmente sono vere entrambe le cose.

Ti ricordo che il corpo fabbrica ogni giorno cellule tumorali che vengono semplicemente distrutte dal nostro sistema immunitario. Diversi studi condotti da anatomopatologi hanno dimostrano che, in persone sane morte a causa di incidenti (non di malattia!) erano presenti tumori asintomatici che non causavano nessun problema. Dunque se cerchiamo bene e spesso, aumenta le probabilità di trovare qualche cellula cancerosa prima che il sistema di auto guarigione del corpo abbia fatto il suo lavoro.

Il nostro corpo fabbrica tutti i giorni cellule cancerose che vengono distrutte senza difficoltà

La prevenzione dal mio punto di vista

Quando osservo in prima persona il dramma vissuto dalle persone che affrontano una diagnosi di cancro, si rafforzano in me due desideri: quello di informare le persone per aiutarle a cambiare cultura sulla malattia e quello di motivare le persone ad agire per prevenire. Un proverbio cinese ci ricorda che curare la malattia è come iniziare a scavare un pozzo quando si ha sete.

La medicina convenzionale occidentale si è focalizzata sulla cura delle patologie, ed è invece molto carente in termini di prevenzione. Per illustrarti fino a che punto in occidente non sappiamo cosa sia la vera prevenzione, voglio farti un esempio. Secondo la medicina ayurvedica il sintomo fisico appare già al quinto stadio della malattia, su un totale di sei stadi complessivi. Integrare le medicine orientali, come quella cinese e ayurvedica, che hanno un ampio campo di azione a livello preventivo, permette di agire prima della comparsa di sintomi fisici.

Ecco che l’uso complementare di più medicine diventa una strategia vincente, che permette di beneficiare delle forze di ogni approccio, a favore della guarigione e della salute del paziente. Tanti professionisti hanno preso consapevolezza dell’importanza di questa integrazione e a livello internazionale è nata una disciplina che si chiama oncologia integrata e che sta dimostrando di essere molto valida.

L’autonomia in termine di salute

La pandemia ha portato sotto gli occhi di tutti le vulnerabilità del nostro sistema sanitario, incapace di fronteggiare gli imprevisti senza esserne destabilizzato. E purtroppo le decisioni politiche non hanno favorito un suo rafforzamento, anzi.

Ecco perché, ora più che mai, è importante recuperare un po’ di autonomia in termini di salute. Puoi rafforzare tu stesso la tua salute. Puoi scegliere di curarti e pensare a cosa fare per te stesso fin da subito e non quando ormai la malattia è conclamata, come appunto chi scava un pozzo in preda alla sete. Agire solo quando la malattia è in atto costa molto più dolore, tempo e denaro, e comporta spesso un alto dispendio energetico ed emotivo.

Oggi più che mai è importante recuperare un po’ di autonomia in termini di salute

Il cambio di paradigma

Nel mio articolo Salute e malattia, mai combattere il tuo corpo, che ti invito a leggere o ascoltare, spiego qual è il cambio di paradigma che penso sia necessario effettuare per rinforzare la Salute. Ora voglio invece darti qualche consiglio per superare lo shock della diagnosi di cancro. Se vuoi approfondire questo tema e avere a portata di mano dei consigli pratici su cosa fare per favorire la guarigione, ho scritto un libro che ne parla: Supera una diagnosi da paura.

Dopo la diagnosi, respira

Respira, respira, respira… Il respiro è il primo bisogno vitale, dunque se dai ossigeno alle tue cellule, funzioneranno senza dubbio meglio. Il respiro contribuisce anche a creare uno stato di rilassamento generale, sciogliendo le tensioni fisiche che, tra l’altro, consumano inutilmente energia.

Respira: l’ossigeno è il primo bisogno vitale e farà sicuramente bene alle tue cellule sane!

Mantieni la calma

Prima di tutto ti invito alla calma! Il cancro non è una malattia acuta. È una malattia cronica. L’hai scoperto ora ma molto probabilmente sono mesi che ce l’hai. Fai tre grandi respiri profondi e consapevoli e continua questa lettura con la mente aperta.

Come stavi un mese prima di avere questa diagnosi? Non ti sentivi poi tanto male o forse ti sentivi addirittura in forma? Ebbene, questo anche se con buona probabilità avevi già un cancro.

Sai che, durante il corso della nostra vita, tutti noi produciamo dei cancri? Il nostro corpo ne fabbrica, poi li elimina. All’interno dell’organismo umano (e non solo) c’è un sistema (chiamato psico-neuro-endocrino-immunologico) che ha tra i suoi compiti quello di riparare le cellule e fare pulizia tra tessuti e organi, allo scopo di mantenere il corpo in un sano equilibrio. Esistono, ad esempio, i cosiddetti linfociti Natural Killer, cellule capaci di distruggere quelle tumorali.

Se ti è stato diagnosticato un cancro, vuol dire semplicemente che le cellule tumorali stavolta sono state scoperte prima che il corpo le eliminasse da sé (le altre volte invece no) oppure che per qualche motivo il corpo non le ha distrutte.

Agisci piuttosto che reagire

Il cancro è una malattia cronica, dunque hai tempo per agire, non sei in imminente pericolo di vita. Continua a respirare con calma, non è in corso un infarto, non servirebbe a nulla correre d’urgenza al Pronto Soccorso.

In seguito a una diagnosi di cancro, soprattutto a causa della paura della malattia insita nella nostra società, molto spesso è difficile stare fermi e ragionare. Invece, ti invito a prenderti una pausa di riflessione, tenendo a bada il panico e l’agitazione.

Prenditi qualche giorno (anche solo una giornata, se di più è troppo complicato) per stare lontano dal tuo quotidiano, in un luogo circondato dalla natura, il più possibile incontaminata.  Cammina in silenzio, ascolta te stesso, medita e metti a punto la tua strategia di guarigione.

Datti tempo al fine di agire per raggiungere un obiettivo chiaro. Non ti serve a nulla reagire, in questa circostanza, precipitandoti non si sa dove, spinto dal panico. Scappare è una soluzione biologica che può salvarti la vita se, ad esempio, un giorno ti trovi di fronte a un animale feroce che sta per aggredirti. Nel caso della malattia non è una scelta sensata: non puoi sfuggire a te stesso.

Nel libro che ho scritto sul cancro condivido il mio approccio proprio per uscire fuori dalla situazione che ha favorito lo sviluppo della malattia, evitando reazioni inutili e promuovendo azioni che vadano in direzione della salute e del benessere.

Dopo una diagnosi di cancro, datti il tempo di agire per raggiungere un obiettivo chiaro

Queste strane cellule cancerose

Ti hanno scoperto un cancro? Vuol dire che alcune tue cellule si stanno comportando in modo inusuale, strano. I medici occidentali convenzionali, quando sono di fronte a un cancro, pensano che queste cellule siano “impazzite”, e le definiscono “maligne”. Avrei da ridire su queste affermazioni, però prendiamole per buone in questo momento. Anche se fosse così: al massimo quante saranno queste cellule impazzite? Forse 1000, 10.000?

Immaginiamo, esagerando all’eccesso, che 100.000 delle tue cellule stiano funzionando in modo strano. Dentro di te allora ci sono almeno 99.999 miliardi, 999 milioni e 900.000 cellule che invece funzionano benissimo!

Hai bisogno di farti un’idea più concreta della situazione? Nell’ipotesi che il tuo cancro sia formato da 100.000 cellule, la proporzione di cellule ammalate presenti nel tuo corpo è pari a una su un miliardo. Cioè, proporzionalmente, l’equivalente di 8 persone sulla Terra.

Attenzione: questo non vuol dire che tu non debba agire o che sia giusto sottovalutare la situazione. Però, ti chiedo un atto di discernimento: prima di sentirti da rottamare, o completamento invaso dalla malattia, pensaci bene!

Il potere dei pensieri

Ridimensionare la situazione è importante. Non farlo rischia di portare a pensare al tuo corpo come a un organismo vecchio, malato, da buttare. Non aiuterebbe proprio la situazione. Ho visto tante persone ammalarsi ancora più gravemente proprio in seguito a una diagnosi di cancro. Prima erano apparentemente sane. Certo, a volte presentavano qualche sintomo, qualche disagio, però erano persone molto vitali. Immediatamente dopo la diagnosi di cancro, invece, sono diventate degli ammalati veri e propri, vittime deboli e preoccupate per la propria sopravvivenza, con tanti sintomi fisici e psichici pesanti da vivere e da gestire.

Molte persone si ammalano più gravemente dopo una diagnosi di cancro, ma tu puoi evitarlo

Gli alberi dei desideri

Ti racconto una storia, prendendo ispirazione da un racconto di Osho Rajneesh.

Un giorno, viaggiando, un uomo arriva senza saperlo in un paese magico dove gli alberi sono alberi dei desideri. Basta sedersi sotto questi alberi e formulare un pensiero perché questo sia immediatamente realizzato. Il viaggiatore stanco si corica sotto un albero e si addormenta.

L’indomani mattina si sveglia e, stiracchiandosi, pensa: Ho fame! Devo trovare qualcosa da mangiare”. Appena detto, piatti deliziosi appaiono davanti ai suoi occhi. Affamato com’è, l’uomo non si interroga sul mistero e approfitta di queste buonissime pietanze. Una volta sazio, si rende conto che ha sete e si guarda intorno, per capire dove può andare a dissetarsi. Immediatamente si materializzano vini preziosi e bevande fresche di tutti i tipi, l’una migliore dell’altra.

L’uomo, tranquillamente seduto all’ombra dell’albero, si gode questi regali. Inizia però a farsi qualche domanda: Cosa succede? Sto sognando? Ci sono dei fantasmi intorno a me che mi prendono in giro?”. Immediatamente dei fantasmi appaiono e lo prendono in giro. Il pover’uomo, spaventato, urla: Aiuto, mi uccidono!”. E così, immediatamente, viene ucciso.

L’importanza del tuo dialogo interiore

Immagino tu abbia capito perché ti ho raccontato questa storia. Vorrei sensibilizzarti sull’importanza di curare i tuoi pensieri. La paura della malattia è più pericolosa della malattia stessa: l’ha scritto Paracelso nel XVI secolo, non sono io a dirlo.

Tutte le nostre convinzioni sulla malattia e sul fatto di essere malati, spesso, ci fanno precipitare nella paura, che risucchia tanta energia vitale e ci catapulta nel ruolo di vittime. La vitalità si perde in un dialogo interiore “infernale” e ti senti debole. Il tuo dialogo interiore condiziona le tue emozioni, le quali, a loro volta, influiscono sulle tue azioni (quelle consapevoli e quelle del tuo corpo, inconsapevoli). Dunque il dialogo interiore condiziona i tuoi risultati, compresa la tua salute.

Cura i tuoi pensieri

Quando scatta una modalità di dialogo interiore drammatico (scatterà, ovviamente: è frequente in caso di diagnosi di cancro), osservalo. Fai caso a quali sono le parole assolutistiche che usi e che ti allontanano dalla realtà. Nota le generalizzazioni, le esagerazioni e le interpretazioni. Trasforma poi questo dialogo in un altro, che corrisponda di più alla realtà. Ricordati che hai miliardi di cellule sane nel tuo corpo, la loro percentuale è altissima in confronto a quelle “malate”. Ribadisco, la malattia nel mio approccio, quello della Bioconsapevolezza, è un risultato. Cambia i tuoi pensieri e cambieranno i tuoi risultati, dunque il tuo stato di salute.

Hai miliardi di cellule sane nel tuo corpo, anche quando sei malato di cancro, ricordalo!

Ricordati che non sei solo

Tra i quasi 8 miliardi di persone che popolano questa Terra, oltre ai medici a cui ti sei affidato, tanti individui sono in grado di aiutarti. C’è chi può offrirti un semplice quanto importantissimo ascolto empatico, chi ti può fare ridere e chi può aiutarti a capire perché ti sei ammalato di cancro e cosa puoi fare perché il tuo corpo sia il tuo primo alleato nel percorso di guarigione. Ti consiglio di individuare dei terapeuti di fiducia per creare e percorrere insieme a loro una strategia adatta a te, individuo unico e irripetibile.

Trasformare un dramma in una opportunità

Questa diagnosi di cancro, che ovviamente nessuno vorrebbe mai ricevere, può essere trasformata in un’opportunità. Questo evento può ricordarti l’importanza di mettere te stesso al primo posto, di aver cura di te, di rispettarti. Di conseguenza può darti la forza di fare cambiamenti che non osavi fare. Ti invito a sfruttare questa esperienza al massimo, affinché tu ne possa uscire più forte e più vitale di quanto non fossi prima della diagnosi.

Pensieri positivi e dimagrimento: la forza del dialogo interiore

Pensieri positivi e dimagrimento: la forza del dialogo interiore

I pensieri positivi influenzano il tuo dimagrimento. O meglio: c’è uno stretto legame tra peso forma e dialogo interiore. Se hai già letto altri contenuti di questo blog, sai cos’è il dialogo interiore e quanto possa influenzare la tua vita. Sto parlando di quelle parole e frasi che ripeti a te stesso, quasi senza rendertene conto. L’insieme dei nostri pensieri sfocia, e questo vale per tutti, in un monologo interiore continuo.

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La tua voce interiore pone domande ed esprime opinioni. Fai pensieri positivi o negativi e ciò può essere di sostegno o di grande intralcio al tuo benessere. La qualità del tuo dialogo interiore, come ho già sottolineato in altri articoli sul tema, è influenzata dalle convinzioni. Spesso siamo poco attenti a questa voce che invece condiziona in modo inconscio la vita intera.

Nel testo Recuperare il peso forma: fai pace con il tuo giudice interiore abbiamo parlato di come mandare in pensione quel giudice che è dentro di te e ti critica per la tua forma fisica. Questa volta vorrei invece concentrarmi sulle convinzioni che ostacolano o favoriscono il raggiungimento del peso forma e un fisiologico dimagrimento, senza diete e costrizioni.

Forse anche tu hai convinzioni che ti ostacolano nel naturale raggiungimento del tuo Peso Forma

C’è un altro modo di vedere le cose

Le convinzioni che favoriscono l’obiettivo che ti sei dato, quello di dimagrire, possiamo vederle come dei pensieri positivi, cioè costruttivi: sulla tua persona, sul tuo corpo, sulla tua vita. Mentre le convinzioni che ostacolano il dimagrimento possiamo considerarle come dei pensieri negativi, cioè ostacolanti. Ma esattamente da cosa nascono e come funzionano le convinzioni? Vediamolo insieme.

Per aiutarti a capire ti faccio un esempio che non c’entra nulla. Immagina una normale giornata lavorativa. Stai andando in ufficio ma il tuo treno è in ritardo. Cosa accade? Inizi a brontolare? “questi treni non funzionano mai come dovrebbero!”. Oppure ti chiedi semplicemente “Cosa posso fare di questo tempo di attesa imprevisto?”. Magari pensi addirittura “Grazie! Questo contrattempo mi permette di dedicarmi un momento di relax, bevendo un tè caldo al bar”. Come mai di fronte a un identico evento, ognuno reagisce a proprio modo?

Il filtro delle convinzioni

Le convinzioni funzionano come un filtro, facendoci percepire la realtà in un modo piuttosto che in un altro, questo perché ostacolano o lasciano passare alcuni punti di vista, emozioni e sensazioni piuttosto che altri. Si tratta di un meccanismo per lo più inconscio, costantemente attivo anche se noi non ce ne rendiamo conto. A questo filtro è dovuta la diversità con la quale ogni persona vive situazioni ed eventi identici.

Le convinzioni funzionano come un filtro costantemente attivo

Chi brontola per qualunque cosa (il treno in ritardo, la pioggia, una scarpa che si slaccia) spesso è convinto che tutto e tutti gli siano contro: le altre persone, l’Universo, Dio! Chi è grato e sereno, molto probabilmente, nutre la convinzione opposta, quella di essere sostenuto dall’Universo, per esempio.

Come agisce il filtro dei pensieri positivi o negativi?

Il cervello, per sua natura, può cogliere solo una parte della realtà. Abbiamo occhi che guardano in una sola direzione, con un campo visivo di appena 60 gradi circa e orecchie che percepiscono bene i suoni tra 2.000 – 5.000 Hz e comunque fino a una certa distanza. E già così i dati da elaborare sono tantissimi.

Di questa realtà fatta di tante percezioni: immagini, suoni, odori, sensazioni, solamente una piccola percentuale di informazioni viene recepita a livello conscio. Per fortuna! Altrimenti saremmo sopraffatti da un eccesso di informazioni che renderebbe la vita un inferno. Inoltre, quello che arriva al cervello non è un insieme di sensazioni pure, perché i filtri che intervengono di fatto distorcono e interpretano la realtà.

I filtri, convinzioni e pensieri positivi o negativi, agiscono sia su quello che percepisci in modo conscio sia su quello che percepisci in modo inconscio.

I filtri agiscono sia su quello che percepisci in modo conscio sia su quello che senti in modo inconscio

Chi crede di essere sfortunato e che la propria vita sia solo un susseguirsi di fatiche e sfortune, interpreterà anche gli eventi neutrali e potenzialmente positivi con “gli occhiali” di chi è destinato a soffrire. Ricorderà più facilmente tutto quello che va storto nella giornata piuttosto che i momenti tranquilli e felici.

Questo modo di funzionare influisce anche sul peso forma. Le convinzioni sono pensieri ma al nostro cervello appaiono come verità assolute e convincenti. È importante ribadire che in realtà sono solo convinzioni, cose che tu pensi e che per qualcun altro potrebbero non essere vere. Non sono dati di fatto. Non c’è oggettività. Si tratta semplicemente di opinioni convincenti che hai acquisito e interiorizzato nel passato. Alcune sono tue, altre, forse la maggior parte, le hai in qualche modo “ereditate” dai tuoi genitori o dalle persone con cui sei cresciuto. Se alcune convinzioni sono consapevoli, altre sono inconsce, cosa che le rende ancora più subdole e potenti.

Prenditi del tempo per pensarci su. Questa “rivelazione” è l’opportunità di riprendere potere sulla tua vita e in questo caso anche sul tuo peso forma.

Quelle che ritieni essere verità assolute spesso sono solo convinzioni ereditate dalle tue figure di riferimento

Smascherare le convinzioni

Come puoi individuare e smascherare le tue convinzioni? Innanzitutto la tua realtà è lo specchio delle tue convinzioni consce e inconsce. Puoi ascoltare le parole che utilizzi e in particolare le generalizzazioni che esprimi quando racconti a te stesso (ma anche agli altri) la tua vita. Pensieri come che fatica questa vita!, la vita non mi regala mai niente, Perché devo lottare sempre per ogni cosa? Sono tutte convinzioni. Non hanno valore di verità. Sei tu che attribuisci loro valore. Quali di queste espressioni (o altre simili) utilizzi più frequentemente?

Ascolta te stesso e le generalizzazioni che sei abituato a fare

E se ci spostiamo nella sfera del peso forma, invece, quali frasi risuonano più spesso nella tua mente? Basta che io veda un dolce e ingrasso subito. In famiglia siamo tutti sovrappeso, è un problema ereditario. Sono incapace di vivere al mio peso forma, e simili.

Inoltre, quali sono le emozioni che vivi quando vedi una persona che dimagrisce o mangia poco? Serenità, positività, timore, ansia, tristezza? E quando vedi una persona in carne? Sicurezza, gioia, chiusura, disgusto?

Magari, invece, le tue convinzioni sono più costruttive. Nella tua testa ritrovi frasi del tipo: Merito di essere felice e di vivere al mio peso forma. Ho fatto tante cose nella mia vita, posso anche vivere al mio peso forma in mondo naturale e spontaneo… e simili? Riesci a visualizzare un te stesso più magro e in forma in totale serenità?

Perché è importante identificare le convinzioni limitanti

Anche se le tue convinzioni sono lì da sempre e tu sei giunto fin qui senza mai modificarle, intervenire sulle tue convinzioni e coltivare pensieri positivi può esserti di grande aiuto per raggiungere i tuoi obiettivi, compreso quello del peso forma. I tuoi pensieri positivi o negativi, consci o inconsci (moltissime delle tue convinzioni sono inconsce) influenzano le tue emozioni, le quali influenzano le tue azioni. Esse a loro volta influenzano i risultati che puoi raggiungere.

Agirai o non agirai secondo le tue convinzioni predominanti e quelle azioni determineranno i risultati che otterrai, sovrappeso incluso. Il tuo peso fisico è un risultato, non un punto di partenza. Per aiutarti ho un’autoriflessione da proporti.

Le tue convinzioni consce e inconsce influenzano i risultati che puoi raggiungere

Esercizio del dialogo con te stesso

Prendi carta e penna e per ogni domanda che leggi scrivi quello che ti viene in mente, senza riflettere su come o cosa stai scrivendo. Cerca di mettere su carta impressioni, ricordi, parole chiave.

Le tue convinzioni si sono forgiate nell’infanzia, partendo da quello che hai visto, ascoltato, sperimentato. Spesso, capita di validare come verità assoluta ciò che ci viene mostrato dai nostri genitori o dalle persone che fungono per noi da modelli e punti di riferimento.

Siamo programmati a fare come loro oppure a fare l’opposto, a seconda del tipo di relazione che ci lega. Prenditi il tempo di ripensare alla tua infanzia e alle abitudini e opinioni che ti sono familiari.

Siamo programmati a fare come i nostri genitori o a comportarci in modo opposto rispetto a loro

Rievoca la memoria di ogni genitore o soggetto che è stato importante nei tuoi primi anni di vita. Questo esercizio andrebbe ripetuto per più sfere che riguardano l’aspetto fisico e l’alimentazione, ma in questo caso limitiamoci a quello che riguarda magrezza e sovrappeso.

Le mie domande per te

Quando si parla di magrezza e dimagrimento…

  • Cosa hai visto, sentito e provato a proposito dell’essere magri?
  • Chi era magro in famiglia? Erano persone positive o negative per te? Cosa rappresentavano per te? Quali qualità mostravano? Quali difetti?
  • Hai visto persone dimagrire in un contesto doloroso come malattie terminali, anoressia, debolezza diffusa eccetera?
  • Hai visto persone vivere una lotta senza fine contro il dimagrimento?

Quando si parla del sovrappeso

  • Cosa hai visto, sentito e provato a proposito dell’essere sovrappeso?
  • Chi era sovrappeso? Erano persone positive o negative per te? Cosa rappresentavano per te? Quali qualità mostravano? Quali difetti?
  • Hai visto persone vivere una lotta senza fine contro il sovrappeso?

Ricordare aiuta a capire

Dopo essere entrato in contatto con i tuoi ricordi, sicuramente saprai capire meglio alcune tendenze automatiche che metti in campo quando mangi o gestisci i tentativi di dimagrimento, le diete e più in generale il tuo approccio al sovrappeso. Forse ti comporti esattamente come uno dei tuoi genitori, oppure in modo opposto.

Cosa ti spinge ad avere certi pensieri positivi o negativi su peso e magrezza? A supportare le tue convinzioni c’è il pensiero che siano corroborate dai fatti. Questi fatti non sono altro che quello che hai visto, sentito e provato nella tua infanzia. Ma ora che hai capito questo, ti invito a intraprendere una trasformazione. Abbi il coraggio di riesaminare le tue convinzioni, osserva da vicino i tuoi pensieri positivi o negativi su sovrappeso e magrezza.

Per ogni convinzione che individui, fatti questa domanda: questa affermazione vale per tutti, sempre e in qualunque posto del mondo? L’obiettivo è renderti conto che queste convinzioni non sono realtà assolute ma solo opinioni. Analizza le tue convinzioni sul peso del tuo corpo una per una, osservale. Così potrai decidere se mantenerle oppure trasformarle.

Analizza le tue convinzioni sul peso del tuo corpo una per una e scegli se tenerle o trasformarle

Il libro per approfondire

Se desideri, nel mio libro Conquista per sempre il tuo peso forma ho messo a disposizione un elenco di quasi 100 convinzioni che possono ostacolare il peso forma. Potrai valutare se ti appartengono o no, per poi cancellarle o trasformarle in convinzioni che supportano il tuo obiettivo Peso Forma.

Grasso corporeo: a cosa serve e perché fai fatica a dimagrire

Grasso corporeo: a cosa serve e perché fai fatica a dimagrire

Il grasso corporeo non è un nemico, anzi. Pensiamo a tutta una serie di animali, mammiferi come noi, che usano il grasso per sopravvivere in condizioni difficili o estreme. È il caso delle balene o delle foche monache, ad esempio. Il loro strato di grasso corporeo sottocutaneo aumenta significativamente in inverno e le protegge egregiamente dal freddo durante le immersioni.

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Nel caso degli esseri umani, storicamente, il grasso è stato percepito per secoli come simbolo di salute. Anzi, il grasso è considerato da millenni come un indicatore di prosperità e fertilità. Risaliamo agli albori della specie umana, alla preistoria. Magari anche tu ricordi qualche immagine delle veneri paleolitiche: statuette, come quella di Willendorf (23.000 – 19.000 a.C) che sono giunte fino a noi e che rappresentano una donna con grandi seni e una pancia molto prominente.

È solo nell’ultimo secolo che la magrezza è diventata sinonimo di bellezza e di salute, da alcuni decenni appena. Il periodo in cui, culturalmente, essere magri poteva significare non sopravvivere all’inverno o essere impossibilitati a procreare è stato molto più lungo. Questa informazione è scritta in profondità, nella memoria nostra e dei nostri avi.

Solo nell’ultimo secolo la magrezza è diventata sinonimo di bellezza e salute

Perché ti sto dicendo questo? Perché la nostra storia genealogica e biologica ha in sé il potere di determinare la tendenza del corpo a mantenere il sovrappeso. In questo articolo vorrei raccontarti a cosa può servire davvero il grasso sottocutaneo, scendendo in profondità nelle ragioni possibili dei chili “di troppo”. Vorrei aiutarti a comprendere perché, spesso, l’organismo oppone resistenza al dimagrimento.

Quando il corpo programma il sovrappeso

Diverse ragioni possono spingere il corpo a mantenere i chili di troppo e il grasso sottocutaneo. Tutte hanno a che fare con un trauma o un dramma, che è già avvenuto o che potrebbe avvenire e dunque viene percepito come una minaccia dall’organismo. Come ho scritto più volte nelle pagine di questo blog, il corpo è competente. Se sviluppa un sintomo o una caratteristica, in questo caso un grasso corporeo persistente che non ne vuole sapere di essere eliminato, neppure con la dieta e l’esercizio fisico, un motivo c’è.

Se il tuo corpo tende a mantenere un grasso corporeo persistente un motivo c’è

Quando vado alla ricerca delle radici del sovrappeso assieme al paziente, indago, per esempio, per capire quando (nella sua storia personale o in quella della sua genealogia) è avvenuto un dramma causato dal sottopeso. Non c’è bisogno necessariamente di risalire molto indietro nel tempo. Dimagrire può essere pericoloso anche nel ventesimo o nel ventunesimo secolo, come vedremo tra poco.

Il mio metodo, quello della Bioconsapevolezza, è sempre lo stesso, ma le risposte che troviamo e il percorso specifico che si delinea usando il metodo sono unici per ogni paziente.

Il pericolo rappresentato dal sottopeso

Il sottopeso, cioè la mancanza di sufficiente grasso corporeo, può essere la concausa di una morte o di una malattia debilitante. Questa affermazione potrebbe lasciarti un po’ perplesso. In un mondo in cui non si fa altro che inseguire la magrezza, come potrebbe il sottopeso rappresentare un pericolo?

Se lotti da una vita contro il sovrappeso, essere magro ti sembrerà sicuramente un grande vantaggio. Ma prova a cambiare punto di vista. Pensa ai bambini appena nati.

Il sottopeso del neonato

Nei laboratori Peso Forma che organizzo, quando chiedo ai partecipanti quanti di loro erano sovrappeso alla nascita, pochi alzano la mano. Invece, quando domando quanti di loro sono nati sottopeso, non è raro che almeno la metà dei partecipanti alzi la mano. Come mai un bambino che nasce sottopeso dovrebbe diventare un ragazzo o un adulto sovrappeso?

Come mai un bambino che nasce sottopeso dovrebbe diventare un ragazzo o un adulto sovrappeso?

Il sottopeso obbliga un neonato a un ricovero più o meno lungo in ospedale e spesso provoca la separazione del bambino dalla madre. Questa situazione crea dolore e ansia per la salute e la sopravvivenza, in tutta la famiglia. Per evitare che tutto questo dolore si ripeta, si può creare un programma biologico opposto al dimagrimento: il sovrappeso.

Nel caso dei neonati è importante ricordare che un bambino può uscire dall’ospedale solo quando si interrompe il calo ponderale fisiologico e c’è un aumento di peso, fino al raggiungimento della soglia considerata sufficiente a sopravvivere senza il controllo costante dei medici. Di conseguenza ingrassare ed evitare di dimagrire, oltre a rassicurare genitori e personale sanitario, permette al bambino di andare a casa più velocemente. Una volta messo un po’ di grasso corporeo addosso, il bambino potrà finalmente stare beatamente a contatto con il seno caldo e protettivo di una madre rasserenata.

Ecco che il programma biologico che consente di ingrassare velocemente e dimagrire solo a fatica ci sembra improvvisamente sensato.

Il sottopeso della persona ammalata

Facciamo ora un esempio, che nasce direttamente dalla mia esperienza di terapeuta. Un paziente, che chiameremo Luca, si ricorda benissimo che il suo adorato nonno ha iniziato a stare male al momento dei pasti. Aveva poco appetito e faceva fatica a digerire. A volte spariva in bagno per vomitare. I momenti di condivisione gioiosa si erano fatti sempre più rari man mano che il nonno dimagriva. L’anziano era diventato debole e fragile, poi era finito in ospedale per non tornare mai più… Mangiare in abbondanza e mantenersi in sovrappeso, per il Luca adulto che ho conosciuto io, sono azioni inconsce molto rassicuranti. Dietro al suo sovrappeso c’è tanto amore per il nonno. È come se Luca dicesse: “Mangio e mantengo dei chili di troppo per te, nonno. Perché tu possa tornare dall’ospedale e giocare di nuovo con me”.

Il sogno di tante persone in sovrappeso è quello di dimagrire progressivamente in modo spontaneo, cioè senza nessun impegno faticoso. Il dimagrimento spontaneo e il sottopeso però, possono essere associati al ricordo doloroso, a volte inconscio, della malattia di una persona amata.

Il dimagrimento spontaneo e il sottopeso vengono associati alla malattia di una persona amata

Non è raro vivere, nell’infanzia, l’ansia e la preoccupazione per una persona amata che si ammala. Quello che il bambino vede e nota è, spesso, proprio la debolezza e il dimagrimento della persona cara. Non conoscendo la causa della malattia, il bambino può solo immaginare che dimagrire facilmente ed essere sottopeso sia pericoloso. Di conseguenza, niente di più facile per il suo organismo che creare un programma di sovrappeso e difficoltà a dimagrire.

Per chi ha una memoria di questo genere, il dimagrimento, quando anche viene concesso dall’organismo, si raggiunge solo al costo di sforzi immani, per essere sicuri che non sia dovuto a una patologia in corso.

Il programma biologico si tramanda

Ora c’è una cosa importante che va interiorizzata per comprendere quali traumi e drammi possono avere potere molto a lungo, tramandandosi di generazione in generazione. Quando qualcosa funziona da salvavita lascia un’impronta nella memoria talmente forte e radicata da trasmettersi alla discendenza. Come fare a capire se questo è il tuo caso e se il grasso corporeo che ti porti addosso e di cui non riesci a liberarti è lì perché il tuo corpo lo considera un benefico salvavita?

Forse il grasso corporeo che ti porti addosso è lì perché il tuo corpo lo considera un salvavita

Le risposte sono dentro di te

Potresti aver bisogno di aiuto da un professionista per indagare nel tuo passato o in quello dei tuoi predecessori. Ma c’è un esercizio che puoi fare subito, in completa autonomia, che ti consentirà di iniziare il percorso verso il dimagrimento. Chiudi gli occhi e respira profondamente per tre volte, in modo lento e consapevole. Ora immagina la tua mente mentre si fa da parte per lasciare spazio a quella parte di te, che non è razionale o conscia e che si ricorda tutto, fin nei minimi dettagli: conosce tutto di te e comprende ogni singolo aspetto della tua vita.

Fai a questa parte di te una domanda: ho mai vissuto una situazione nella quale il sottopeso mi ha causato dolore? La magrezza ha mai messo me o qualcuno che amo in pericolo di vita?

Lascia affiorare una risposta. Potresti visualizzare un’immagine, o una parola. Spesso si tratta di informazioni molto semplici e fugaci. Qualunque sia questa risposta non la giudicare, accoglila con rispetto insieme a eventuali emozioni.

Cosa fare con le risposte raccolte

Con questo articolo non voglio darti risposte preconfezionate, quello che stai scoprendo leggendo questo testo non è la soluzione completa e definitiva alle tue difficoltà di dimagrimento. Ma è un passo importante. Primo perché hai capito che il sovrappeso può essere un’azione biologica sensata in generale. Secondo perché, probabilmente, hai scoperto che il grasso corporeo è uno scudo protettivo per te, una reazione biologica sensata del TUO corpo.

Il sovrappeso può essere un’azione biologica sensata

Ecco perché fai tanta fatica a dimagrire. Il tuo corpo, ad oggi, ha bisogno del sovrappeso e dei chili di troppo. Smetti di giudicarti. E’ venuto il tempo di fare pace con il tuo peso. Non sto dicendo che, capendo i motivi dietro al tuo sovrappeso, tu debba sopportare il tuo grasso corporeo così com’è fino alla fine dei tuoi giorni. Sto dicendo che andare alla radice dei tuoi chili di troppo in modo sereno ti permetterà finalmente di alleggerirti dentro e fuori, raggiungendo risultati duraturi.

Le risposte che hai trovato rispondendo alle domande che ti ho proposto sono preziose. Puoi usarle in autonomia continuando il tuo percorso verso il dimagrimento da solo oppure chiedere un aiuto per indagare più a fondo.

Ti invito a cambiare punto di vista: il tuo corpo non è un nemico ma un alleato. Insieme potete avviarvi verso l’obiettivo di salute e benessere che desideri raggiungere.

Ossiuri: come liberarsene in modo naturale

Ossiuri: come liberarsene in modo naturale

Gli ossiuri sono vermi parassiti che si trovano frequentemente nell’intestino degli esseri umani. Convivere con alcuni ossiuri, cioè con una carica parassitaria bassa o trascurabile, può non dare sintomi. Il fatto che gli ossiuri prendano il sopravvento, riproducendosi in abbondanza, però, irrita non solo tutto l’intestino ma anche il sistema nervoso.

Gli ossiuri irritano non solo tutto l’intestino ma anche il sistema nervoso

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In questo articolo ho scelto di concentrarmi sugli ossiuri per due motivi. Primo: sono tra le parassitosi intestinali più diffuse. Secondo: sono abbinati a tutta una serie di disturbi molto fastidiosi. Leggendo questo articolo scoprirai cosa dice l’infettivologia a proposito di come si prendono gli ossiuri e di quali sintomi accusa generalmente il paziente. Ma imparerai anche come puoi liberartene in modo naturale e quale può essere la ragione profonda alla base di una parassitosi ricorrente.

Da dove arrivano gli ossiuri

A differenza di quello che potremmo pensare, prendere gli ossiuri non è affatto difficile o raro. Soprattutto se in casa ci sono dei bambini in età scolare o prescolare, oppure se amiamo fare giardinaggio. Ma gli ossiuri possono entrare nel nostro organismo anche quando consumiamo del cibo contaminato, in particolare carne e pesce crudi. Il contagio tra persone è molto facile, possono bastare asciugamani e lenzuola infette.

Come sono fatti gli ossiuri

Gli ossiuri, nome scientifico Enterobius vermicularis, sono piccoli vermi parassiti sottili, bianchi, cilindrici, lunghi pochi millimetri. Possono essere visti nelle feci anche a occhio nudo. L’infezione da ossiuri è chiamata pure ossiuriasi o enterobiasi. È diffusa in tutto il mondo e colpisce sia l’intestino crasso sia la zona anale.

L’infezione da ossiuri è diffusa in tutto il mondo

Gli ossiuri, di fatto, si nutrono del cibo che ingerisci, assorbendo al posto tuo le sostanze nutritive. Ecco perché uno dei sintomi è il bisogno di mangiare di più. Non solo: quando la parassitosi è in stato avanzato si può perdere peso.

Cosa fanno gli ossiuri

Quando le uova arrivano nella bocca, ad esempio dopo una sessione di giardinaggio se ci si porta le mani alla bocca prima di lavarle, oppure toccando lenzuola, asciugamani o indumenti sporchi, scendono nel tubo digerente per poi schiudersi nel duodeno. Le larve migrano fino all’intestino cieco, dove si attaccano e diventano vermi adulti.

Questi ultimi vivono e si riproducono in prossimità dell’ano. Tanto che spesso è possibile vederli nelle feci o accertarsi della loro presenza tramite il cosiddetto scotch test.

I sintomi della parassitosi da ossiuri

L‘abitudine di questi vermi di depositare le uova in zona perianale provoca un intenso prurito sia all’ano sia, spesso, alla vagina o allo scroto. Il prurito anale è il sintomo più forte ed evidente. Tra gli altri sintomi ci sono irritabilità, nervosismo e insonnia, perché gli ossiuri, come ho già accennato, influenzano il sistema nervoso. I disturbi del sonno diventano intensi soprattutto nei giorni di luna piena. Si possono anche accusare, ad esempio, stanchezza e digrignamento dei denti.

Gli ossiuri, inoltre, possono modificare gli equilibri interni all’intestino, stimolandolo a reagire con maggiore intensità alle aggressioni di virus, batteri e sostanze ingerite. Di fatto amplificano lo stato infiammatorio dell’apparato digerente. Ecco perché si può anche sperimentare dolore addominale, perdita di appetito e di peso.

Gli ossiuri possono stimolare l’intestino a reagire con violenza ad altre patologie

Cosa fare per liberarsi dagli ossiuri

L’approccio convenzionale dice che eliminare gli ossiuri è possibile, con attenzione e pazienza. E sarebbe ideale, una volta scelta la cura da seguire, farla assieme a tutta la famiglia. I medici consigliano in genere di disinfettare con un lavaggio ad alte temperature biancheria intima, lenzuola, asciugamani ed eventuali giocattoli. Le uova di ossiuri, infatti, possono sopravvivere fino a due settimane sugli oggetti. E per quanto riguarda la prevenzione? Lavare frequentemente e accuratamente le mani è sempre di aiuto.

Questione di predisposizione?

A questo punto ritengo importante sottolineare una cosa che la medicina convenzionale di solito non prende in considerazione.

Pulire l’intestino favorisce un terreno sfavorevole ai parassiti

In passato la medicina popolare “prescriveva” di sottoporsi a una purga almeno una volta l’anno. Proprio perché si intuiva (senza bisogno di prove scientifiche) che pulire l’intestino serviva non solo a eliminare eventuali parassiti ma anche a migliorare lo stato complessivo di salute.

Un lavaggio accurato degli intestini è una delle prime azioni utili per eliminare i parassiti. I vermi adulti vengono disturbati e allontanati con clisteri, purghe o altre pratiche ancora più efficaci, come lo Shank Prakshalana. Ai lavaggi è possibile associare altre cure naturali, che aiutano a eliminare gli ultimi ossiuri rimasti e ripristinare l’equilibrio della flora intestinale.

Un lavaggio accurato degli intestini è una delle prime azioni utili per eliminare i parassiti

Ovviamente la medicina convenzionale offre i suoi rimedi. Chi non se la sente di fare una purga o un lavaggio, può affidarsi alla farmacopea o ai metodi naturali che impiegano, ad esempio, l’alimentazione, olii essenziali e/o integratori a base di inulina e fermenti lattici. Va però tenuto conto del fatto che l’azione meccanica della pulizia dell’intestino accelera notevolmente l’eliminazione degli ossiuri e favorisce l’efficacia di altri trattamenti.

Il test fai da te della saliva

Poiché sono convinta che sia molto utile e benefico integrare diversi approcci, ti propongo un test fai da te. In questo modo non dovrai affidarti per forza a un laboratorio. Inoltre, voglio condividere con te dei metodi per liberarti dagli ossiuri in modo naturale, attraverso l’alimentazione e la Biopsicogenealogia.

Puoi scoprire facilmente da solo se ci sono vermi parassiti indesiderati nel tuo apparato digerente. La mattina, a digiuno (prima di aver mangiato o bevuto qualunque cosa), ti invito a riempire un bicchiere di vetro trasparente di acqua. Accumula in bocca più saliva possibile e poi sputala nel bicchiere, che va appoggiato su un piano. Lascia riposare qualche minuto e osserva.

Se non ci sono parassiti, o se comunque la loro quantità è trascurabile, la saliva galleggerà in superficie. Se invece ci sono dei parassiti, la saliva apparirà filamentosa. Questi filamenti in parte continueranno a galleggiare e in parte affonderanno o si fermeranno a metà strada, all’interno dell’acqua nel bicchiere. Quando il test è negativo ripetilo per sicurezza nei giorni di luna piena.

Se il test è positivo

Il test è positivo? Puoi affidarti a un ottimo “metodo della nonna” per liberare gli intestini dagli ossiuri: la vellutata di zucca anti ossiuri. Prepara una vellutata di zucca che puoi condire con aglio crudo. Macina 10 semi di zucca freschi interi (per persona), da aggiungere al primo cucchiaio di vellutata di zucca ingerito. Ti consiglio di non mettere i semi macinati direttamente nel piatto, così solo il primo cucchiaio sarà croccante mentre il resto della vellutata conserverà la sua consistenza cremosa.

Una vellutata di zucca con semi freschi interi, mangiata nei giorni di luna piena e nuova, aiuta a eliminare gli ossiuri

Questa ricetta va gustata nei giorni di Luna piena e Luna nera (o nuova) per 3 mesi. Può anche diventare una buona abitudine “preventiva” per coccolare l’intestino e promuovere le difese immunitarie. Mangia la vellutata con semi crudi nei giorni giusti ogni anno, dalla metà del mese di agosto fino alla metà di dicembre.

Come puoi immaginare, questo rimedio della nonna contro gli ossiuri, benché funga già di per sé da lassativo, viene potenziato se eseguito dopo un lavaggio accurato degli intestini.

Un aiuto concreto dall’alimentazione quotidiana

Gli alimenti ricchi di probiotici tipici dei cibi fermentati (tè kombucha, miso, kefir, tempeh e crauti, per esempio) stimolano la crescita della flora batterica benefica all’interno dell’intestino, andando a rafforzare le naturali difese del tuo organismo e creando un ambiente sgradevole per gli ossiuri.

Meglio evitare gli zuccheri semplici e assumere invece frutta e verdura in quantità: una dieta ricca di fibre contribuisce a mantenere gli intestini puliti eliminando di volta in volta gli ossiuri presenti.

Biopsicogenealogia nella pratica

Ora che abbiamo fatto un breve riassunto su cosa sono gli ossiuri e quali sono le terapie che possono aiutare a eliminarli dall’organismo, voglio condividere con te un caso clinico nel quale è stato necessario e utile integrare l’approccio della Biopsicogenealogia.

Qualche anno fa una persona, chiamiamola Antonella, ha partecipato a un mio incontro di gruppo dal titolo Capire la malattia. Insieme a lei c’erano anche sua sorella e sua madre, che chiameremo Irene.

Antonella mi racconta che soffre da decine di anni di prurito anale dovuto agli ossiuri. La stessa cosa capita anche a sua sorella e a suo fratello, ma in modo meno invalidante. Nonostante i trattamenti regolari (con farmaci e integratori naturali) il prurito anale si ripresenta sistematicamente, svegliando Antonella in piena notte. Quando sente il prurito riesce sempre anche a identificare i parassiti.

Antonella ha già provato di tutto, dalla medicina convenzionale alla naturopatia. È anche intervenuta sull’alimentazione. I farmaci la aiutano per un breve periodo ma il problema si ripresenta regolarmente.

Cosa ci dice il sintomo?

Come ho già sottolineato più volte sulle pagine di questo blog, il mio ragionamento, di fronte a una malattia o a un sintomo, è sempre lo stesso. Sintomi e malattie sono un messaggio dal corpo, che è competente e sta provando a risolvere un problema di cui noi non siamo razionalmente consapevoli.

Nel caso di Antonella ho posto ad alta voce questa domanda: perché il corpo tollera questi parassiti e ne impedisce l’eliminazione? Avrebbe la possibilità di debellarli mentre invece si lascia invadere.

Indagare nella vita personale del paziente e nella genealogia permette di risalire alla radice profonda dei sintomi

Quello che abbiamo fatto è stato indagare nella vita personale e nella genealogia di Antonella, a caccia di un evento in cui è stato necessario tollerare un invasore.

Quando la risposta viene dal passato

La mamma di Antonella, Irene, ci racconta che sua madre, durante la guerra, quando lei aveva meno di due anni, si era trovata faccia a faccia con due uomini, soldati nemici, che avevano bussato alla porta di casa stanchi e affamati. Intimorita, la madre di Irene era stata costretta a dare ospitalità e cibo agli invasori. Poco prima di andare a letto, però, i soldati avevano preso in ostaggio Irene, minacciando di ucciderla qualora fossero stati denunciati.

La madre di Irene era stata costretta a dare ospitalità e cibo ai soldati nemici

I due spaventarono a morte la famiglia di Irene: avrebbero rivisto la bambina l’indomani solo se tutto fosse andato liscio. Possiamo immaginare la notte di terrore vissuta dai genitori di Irene (nonni di Antonella). La mattina dopo, fortunatamente, i soldati rispettarono la parola data, restituendo la piccola, sana e salva.

Mentre Irene raccontava l’accaduto, madre e figlie (all’oscuro dell’evento) hanno condiviso intense emozioni, accompagnate da numerosi brividi. Spesso i brividi accompagnano le prese di coscienza importanti. A quanto pare, Irene non ricordava il racconto di quella notte, il fatto le è tornato in mente in occasione della mia domanda.

Spesso i brividi accompagnano le prese di coscienza importanti

Cosa possiamo imparare?

Dal caso di Antonella puoi comprendere facilmente perché il suo corpo sentiva la necessità di tollerare gli invasori, ovvero gli ossiuri. In Antonella era attivo un programma inconscio. Ospitare i soldati aveva salvato la vita di Irene permettendo la nascita di una nuova generazione: Antonella, sua sorella e suo fratello.

Nelle settimane successive al laboratorio e alla rivelazione di Irene, Antonella mi ha riferito che il prurito anale era sparito e che l’infezione da parassiti sembrava risolta. Cosa che mi ha confermato anche a distanza di mesi.

Se soffri di parassitosi ricorrente, ti invito a fare a te stesso questa domanda: perché ti lasci invadere? In che modo è o è stata una soluzione utile per te o per un membro della tua genealogia tollerare un invasore? Ovviamente, il caso di Antonella e Irene è molto specifico. Il metodo che seguo, quello della Bioconsapevolezza (che integra i principi della Biopsicogenealogia) è antitetico alla medicina di massa. L’approccio è individuale e molto mirato.

Se soffri di parassitosi ricorrente, ti invito a fare a te stesso questa domanda: perché ti lasci invadere?

Quando si indaga ogni specifica situazione, è importante tenere a mente che il corpo è competente e che un programma biologico si attiva quando una situazione ha favorito la vita. Faccio un altro esempio. Non aver saputo o potuto dire di no a un rapporto sessuale ha portato a una gravidanza? Grazie a questa invasione la o il paziente oggi è vivo. Questo/a paziente potrebbe avere un problema ricorrente di ossiuri che non riesce a risolvere.

Prenditi cura del tuo intestino

Come ho già sottolineato su questo blog, la superficie totale dell’intestino, incluse le complesse estensioni dei villi, supera i 100 metri quadri. L’intestino è quindi l’organo di scambio più importante del nostro organismo. La salute globale del nostro corpo, di conseguenza, passa anche dall’intestino.

Gli intestini hanno un ruolo imprescindibile nella tutela della nostra salute complessiva e del nostro benessere. Ma ricordati anche che non siamo fatti di sola carne. Le emozioni e le memorie genealogiche influenzano il nostro stato fisico. Consapevoli della complessità e della competenza del corpo, possiamo agire con umiltà ed efficacia, integrando diversi punti di vista per sostenere l’organismo ed evitare battaglie logoranti che durano anni, come è accaduto ad Antonella.

Recuperare il peso forma: fai pace con il tuo giudice interiore

Recuperare il peso forma: fai pace con il tuo giudice interiore

Recuperare il peso forma è possibile per tutti. A patto di capire come agire nel modo più proficuo per raggiungere questo obiettivo. Si tratta di un tema che ho già affrontato su questo blog, da diversi punti di vista. In questo articolo vorrei, aiutarti a cambiare la tua visione dei chili di troppo, per consentirti di preparare il tuo “terreno interiore” al dimagrimento.

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Tra gli elementi che ostacolano il dimagrimento c’è il dialogo interiore, quella voce che accompagna costantemente tutti noi nel corso delle nostre giornate e che ha qualcosa da dire su tutto. A volte, il dialogo interiore assume il ruolo di un giudice molto severo che non fa che criticare.

Se pensi di essere in sovrappeso e il tuo dialogo interiore è pieno di commenti negativi su di te, su come sei e su quello che fai, questo articolo fa per te. Puoi approfondire il tema del dialogo interiore e del potere che ha sulla tua vita leggendo qui.

Perché se dimagrisci poi ingrassi di nuovo?

Partiamo da un concetto molto importante per iniziare il viaggio verso il tuo peso forma.  Il tuo sovrappeso non è frutto del caso: è una logica conseguenza. È il risultato delle tue azioni, che sono una conseguenza delle tue emozioni, influenzate dai tuoi pensieri.

Il sovrappeso è il risultato delle tue azioni, che sono conseguenza delle emozioni, influenzate dai pensieri

Le diete, la ginnastica, la chirurgia estetica o i farmaci, sono tutti strumenti che permettono di raggiungere un risultato (dimagrire o eliminare meccanicamente il grasso) ma non ti impediscono di recuperare, dopo poco tempo e senza alcuno sforzo, tutti i chili “persi”. Questo perché si tratta di pratiche o strumenti che agiscono direttamente sul risultato (liposuzione, integratori e simili) oppure che modificano solo le azioni (attività fisica, dieta ipocalorica).

I pensieri, che stanno a monte della catena di cause ed effetti che porta al sovrappeso, non vengono minimamente influenzati dagli abituali metodi usati per “combattere” il sovrappeso. Mettersi a dieta o correre regolarmente non influenza il tuo modo di pensare e non modifica la vera causa del tuo sovrappeso. Ecco una delle ragioni per cui tantissime persone vivono l’antipatico effetto yo-yo che porta a dimagrire e poi ingrassare di nuovo, recuperando tutti i chili eliminati con tanta fatica (e anche di più).

Se la radice del “problema sovrappeso” non viene identificata e risolta, il tuo peso molto probabilmente tornerà ad aumentare non appena allenterai la dieta o salterai qualche sessione di ginnastica.

La prima novità che ti chiedo di abbracciare, quindi, è questa: i chili in più non dipendono solo da quello che mangi o dal fatto che fai poco movimento. Cambiare le tue azioni può aiutare ma non è la soluzione definitiva.

Cambiare le tue azioni può aiutare ma non è la soluzione definitiva per raggiungere e mantenere il peso forma

Abbandona l’idea di combattere contro

C’è un altro cambio di paradigma che penso sia fondamentale. L’idea che si debba combattere contro i chili di troppo è controproducente. Perché ogni volta che pensi di combattere contro qualcosa in realtà dai nuova forza al tuo nemico.

Ti invito a cambiare la modalità con cui pensi al tuo obiettivo. Non dire a te stesso che vuoi lottare contro il sovrappeso o che vuoi perdere i chili di troppo. Anche l’idea di perdere è fuorviante. Il tuo inconscio farà fatica ad accettare di “perdere” qualcosa, il verbo ha un’accezione negativa.

Piuttosto, dì a te stesso che vuoi raggiungere il tuo peso forma. Vuoi sentirti più leggero, più bello ai tuoi occhi, più in pace con la tua immagine nello specchio. Quando lo fai, pensa anche a qual è il peso esatto che vorresti avere. Visualizzare un obiettivo preciso e positivo ti aiuta ad avere l’energia e l’attitudine per raggiungere quello che desideri.

Nel momento in cui riuscirai a modificare il modo in cui pensi al sovrappeso e capirai che, prima di tutto, è importante cambiare i pensieri che ti portano ad avere dei chili “di troppo”, avrai fatto il tuo primo piccolo ma importantissimo passo verso il peso forma.

Se ti senti pronto a iniziare fin da subito il tuo viaggio di dimagrimento rispettoso del tuo essere e definitivo, ti suggerisco di leggere il mio libro Conquista per sempre il tuo peso forma. Si tratta di un percorso che non prevede diete o privazioni ma usa il metodo della Bioconsapevolezza, che ho sviluppato in oltre 20 anni di pratica della medicina complementare e dello sviluppo del potenziale umano.

Ostacoli sulla strada verso il peso forma

Abbiamo visto che il modo in cui pensi al tuo corpo e all’obiettivo di dimagrire ti può aiutare oppure ostacolare sulla strada che porta al peso forma. Ma c’è un altro elemento importante che può impedirti di dimagrire: quello che ho chiamato il giudice interiore.

Il tuo giudice interiore può essere un grande ostacolo al raggiungimento del peso forma

Le parole che dici a te stesso non sono per forza la causa dei tuoi chili di troppo, ma possono frenare o impedire il dimagrimento, mettendoti i bastoni tra le ruote.

Non pensare di essere uno sciocco perché non fai che auto-sabotarti: il conflitto estetico che è alla base di quello che il tuo giudice interiore continua a ripetere ha radici molto antiche.

Grasso è bello?

Nel corso dei milioni di anni che ci hanno portato a diventare Homo sapiens sapiens, il problema dei nostri progenitori non è mai stato quello di essere in sovrappeso, ma l’esatto contrario. Essere troppo magri a causa della carenza di cibo significava ammalarsi più facilmente e magari morire di stenti.

Nella storia degli uomini moderni, tutti i numerosi contesti di estrema povertà, carenza vitaminica e malattia non hanno fatto altro che tramandare questo racconto sottotraccia. La magrezza è stata abbinata per secoli a scarsa forza e salute fragile. Si tratta di una realtà che puoi confermare con i tuoi occhi. Viaggiando nei Paesi africani o in India, per esempio, puoi facilmente verificare che il sovrappeso viene considerato un segno di prosperità e buona salute.

E in Italia questo pensiero era molto radicato in tutte le classi sociali, fino a una o due generazioni fa. C’è spesso, nella storia degli italiani ma anche dei francesi, una nonna o un nonno che lodava figli e nipoti per la loro rotondità o che al contrario cercava di rimpinzarli a forza considerandoli troppo magri.

Il potere della memoria cellulare

Questi vissuti del passato noi li portiamo dentro e c’è una disciplina, la Biopsicogenealogia, che può aiutarci a comprenderli e agire di conseguenza. Se pensi di aver bisogno di un aiuto per capire cosa si cela dietro i tuoi chili di troppo puoi anche acquistare il mio audio corso Sovrappeso cosa mi racconti, oppure iscriverti al prossimo laboratorio Peso Forma. Ci lavoreremo insieme.

La memoria cellulare di una magrezza che fa ammalare e rende vulnerabili si esprime attraverso un programma biologico ben preciso. Ogni volta che non accetti il tuo fisico invii un segnale al cervello che gli impone di bloccare il dimagrimento. Se il tuo dialogo interiore è pieno di commenti negativi sul tuo aspetto e sul tuo peso, rischi di fare molta fatica a vedere gli effetti di una dieta drastica o di un allenamento intensivo.

Ogni volta che non accetti il tuo fisico invii al cervello un segnale che blocca il dimagrimento

Accettarsi per come si è

Ti invito a lavorare sull’accettazione del tuo aspetto fisico. Non aspettare di essere snello per sentirti bello. Sappi che se ti percepisci come profondamente inadeguato fisicamente (e magari anche psicologicamente), la dieta non ti aiuterà a cambiare idea su te stesso. Molto probabilmente sarai scontento del tuo corpo anche quando sarai dimagrito.

Attenzione a non arrabbiarti ulteriormente con te stesso. Manda bonariamente in pensione il tuo giudice, ha lavorato tanto ed è ora per lui di riposare.

Cambiare abitudini, soprattutto quelle più radicate, può sembrare difficile. Forse sei persino “affezionato” a quella voce severa che ti critica in continuazione e ti sembra impossibile non averla più nella tua testa.
Spesso, però, può bastare un gesto simbolico per riuscire a voltare pagina. Ti suggerisco di fare l’esercizio che segue.

Scrivi una lettera al tuo giudice

Scrivi una lettera nella quale metti nero su bianco tutti i tuoi giudizi sul tuo aspetto fisico. Non tralasciare nulla: i giudizi che ti appartengono e quelli che altri hanno dato su di te, presenti e passati. Scava nei ricordi arrivando all’infanzia e scrivi persino i giudizi che pensi di poter ricevere nel futuro. Preferisco evitare di fare degli esempi perché penso che ciò che hai dentro sia più che sufficiente.

Alla fine della lettera, manda in pensione il giudice di tutte queste sentenze. Come ho già sottolineato, ha lavorato fin troppo e merita di riposare. Scrivi per lui delle frasi di congedo positive ma determinate. Puoi anche ringraziarlo per il lavoro fatto. A patto che tu riesca a sottolineare molto chiaramente che non hai più bisogno di lui.

Brucia questa lettera, così da trasformare simbolicamente il carico di giudizi negativi in qualcosa di leggero e fertile. Infine, metti le ceneri ai piedi di una bella pianta, che ha una forma che ti piace.

Manda in pensione il tuo giudice interiore scrivendo una lettera simbolica di congedo

Peso forma e magrezza non coincidono

Vorrei sottolineare che il tuo peso forma non è necessariamente quello che i media (e purtroppo sempre più spesso anche la medicina convenzionale) vuole importi. Da alcuni decenni nella società occidentale la magrezza va di moda. La pubblicità, onnipresente sui cartelloni per la strada, in TV, sui social network, ci bombarda di immagini di uomini e donne sempre più snelli e allenati, come se questa fosse l’unica strada verso la bellezza e il benessere.

Personalmente non sono affatto d’accordo. La bellezza fisica e il benessere derivano piuttosto dalla luce interiore che ognuno emana. Questa luce è oscurata dall’incapacità di sapersi accettare e amare. Ho visto con i miei occhi tante persone sovrappeso bellissime e in salute. Più che dimagrire, è fare pace con il proprio giudice interiore che aiuta a sprizzare bellezza. Inoltre, ciascuno di noi ha le proprie caratteristiche fisiche. La varietà e la nostra unicità fanno parte del miracolo della Vita. Immaginarsi tutti uguali mi sembra molto triste e noioso.

Per favore: liberati dalla schiavitù di un concetto di bellezza fisica basato sulle misure di altezza e peso! Per aiutarti a farlo ti lascio con un altro esercizio da fare.

Un occhio di riguardo per i dettagli

Fai un elenco di almeno 10 dettagli fisici che ti piacciono di te. Può trattarsi anche di piccole cose. Non lasciarti condizionare dal giudice, ormai lo hai mandato in pensione! Tutto quello che scriverai resterà tra te e te, niente è inappropriato.

Porta con te questo elenco  e leggilo ogni tanto, aggiungendo nuovi particolari se ti vengono in mente. Ma soprattutto, ogni mattina al risveglio ringrazia il tuo corpo per queste cose che apprezzi di te ma anche per tutto quello che fa e per il suo buon funzionamento.

Sii consapevole che il tuo corpo sta facendo ogni giorno un lavoro straordinario, in completa autonomia, senza che tu debba pensare al cuore che batte, ai polmoni che si riempiono e si svuotano di aria, al cervello che elabora informazioni. E il tuo corpo lavora solo per permetterti di vivere la tua vita. Si tratta del tuo migliore alleato!

Se ti senti pronto per compiere i primi passi di una nuova strada verso il peso forma fai questi esercizi. Poi potrai scegliere se e come portare a termine il percorso. Io sono qui per aiutarti, se vuoi, con il mio libro per dimagrire senza diete, con l’audio corso o con i laboratori. Dopo aver visto la sofferenza che accompagna spesso il sovrappeso, il peso forma è un tema che mi sta a cuore. Per questo ho sviluppato supporti diversi per aiutare le persone a dimagrire nel rispetto di sé. Puoi scegliere la modalità di scoperta e apprendimento che trovi più adatta a te. Ti auguro un buon percorso.

Come gestire le liti tra due persone amate

Come gestire le liti tra due persone amate

Come gestire le liti tra due persone che amiamo? Cosa possiamo fare quando ci troviamo coinvolti nei litigi? Talvolta veniamo direttamente chiamati in causa, perché uno dei due litiganti ci chiede di esprimere la nostra opinione. In altre occasioni, siamo semplici spettatori di liti più o meno accese che si svolgono davanti ai nostri occhi, mettendoci in difficoltà.

Di fronte alle liti tra persone a cui vuoi bene, che siano amici, parenti, magari direttamente i tuoi figli, forse ti sarai sentito frustrato e impotente. Anche se ogni situazione ha le sue peculiarità e va sempre analizzata nella sua unicità, vorrei condividere con te sei consigli pratici che possono aiutarti ad affrontare le liti tra due persone che ami.

SE DESIDERI, PUOI ASCOLTARE LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO 

 

Il mio obiettivo è offrirti delle basi che possano sostenerti quando non sai come gestire le liti tra persone amate e la situazione ti provoca dolore o ti lascia spiazzato.

Puoi mettere in pratica questi consigli quando sei coinvolto nelle liti altrui e questo ti fa soffrire

1-Resta al tuo posto

Qualunque relazione tra due individui è come una sciarpa. Le persone che hanno una responsabilità verso la qualità della relazione, sono solo le due direttamente coinvolte nel rapporto, cioè quelle che (metaforicamente) tengono in mano una delle estremità della sciarpa. Facciamo un esempio. Due amici cari si stanno separando. Immagina la loro relazione come una sciarpa: Mario tiene in mano una estremità, Maria l’altra. Tu non hai alcuna responsabilità di come vanno le cose tra loro: infatti non hai in mano nessuno dei due lembi. Il mio consiglio è quello di non interferire. Neppure per fare da arbitro.

Non lasciarti coinvolgere nelle liti altrui: non hai responsabilità rispetto alle relazioni tra altre persone

Intervenire nelle relazioni altrui può essere dannoso

Nella mia professione mi è spesso capitato di incontrare mamme che hanno la tendenza a intervenire nella relazione del padre con i figli. Come se la volessero in qualche modo regolamentare o governare. Perché? Nella mia esperienza, all’origine di questa tendenza, c’è spesso un “ideale” di relazione padre-figlio. Questo ideale è stato vissuto come tale o è stato “tradito” durante l’infanzia.

Una delle motivazioni inconsce di questa tendenza a controllare e manipolare la relazione tra il marito e i figli è abbastanza semplice. Queste donne vogliono plasmare la realtà in modo conforme al loro ideale, per regalare ai propri figli la possibilità di vivere un rapporto uguale o migliore di quello che loro hanno sperimentato.

La proiezione di un bisogno personale crea un’aspettativa sulla relazione padre/figlio, spesso disturbando il naturale sviluppo di un rapporto unico e in divenire. Se ti riconosci in questo caso, ti suggerisco di lavorare sul tuo vissuto e sulla relazione che hai avuto con tuo padre.

Intervenire nelle relazioni di cui non fai parte può creare un disturbo nei rapporti che vorresti salvaguardare

2-Nutri la TUA relazione con entrambi i litiganti

Quando due amici si separano, oppure i tuoi genitori o i tuoi fratelli non vanno più d’accordo tra loro, tu puoi continuare a coltivare relazioni appaganti con entrambi. Anzi te lo consiglio: cura le relazioni che hai con loro se ci tieni.

Torniamo al nostro esempio che vede protagonista te e i tuoi amici, Mario e Maria. Ti ricordo che Mario e Maria potrebbero anche essere i tuoi figli, i tuoi fratelli, i tuoi genitori: non importa.

Abbiamo già sottolineato che non hai alcuna responsabilità o potere nella relazione tra Mario e Maria. Invece hai la tua dose di responsabilità sia nella relazione tra te e Mario sia in quella tra te e Maria.

Se guardiamo alla triade Te – Maria – Mario ci sono tre relazioni in gioco, cioè tre sciarpe. Si crea quindi un triangolo.

Triade sciarpa relazionale Sophie Ott

Come vedi, è la sciarpa tra Mario e Maria a essere malandata in questo momento. Quella tra Te e Mario e l’altra che unisce Te e Maria non solo sono entità diverse e autonome ma non c’entrano niente nel conflitto che vede contrapposti Maria e Mario.

Se vuoi bene a queste due persone niente ti impedisce di mantenere una relazione sana e appagante con entrambe, individualmente. Puoi esprimere loro il tuo affetto e il tuo dispiacere per quello che accade alla loro relazione. Non sei obbligato a prendere le parti di uno e rinunciare all’altro. Puoi accogliere ognuno con le sue istanze e la sua rabbia o le sue preoccupazioni, anche se tra loro non si parlano.

Non sei obbligato a prendere le parti di nessuno, gestire le liti significa preservare le tue relazioni con i due litiganti

3-Non pensare di capire o avere soluzioni

Ciascuno dei due litiganti ti racconterà la sua versione dei fatti, che non sarà mai completa e obiettiva. Per questo è bene che tu sappia che non puoi sapere cosa è realmente accaduto. Comprendere le situazioni quando ne siamo i diretti protagonisti è già di per sé complicato, farlo quando siamo solo spettatori è una missione impossibile!

Gestire le liti significa anche diventare consapevoli del fatto che l’ultimo litigio ha molto probabilmente radici profonde, di cui gli stessi litiganti forse non sono consapevoli. Ognuno dei due, negli anni, avrà messo più di un dito nelle piaghe dell’altro. Succede spesso quando si è intimi.

La lite di cui sei testimone molto probabilmente ha radici profonde

L’importanza del mantenimento del proprio ruolo

Vorrei farti un altro esempio. Quando i tuoi genitori litigano ti sarà capitato di parteggiare per l’uno o per l’altra. Magari ti sembrava chiaro di chi fosse “la colpa”. Ti invito invece a restare al tuo posto, che è quello di figlio.

Il metodo delle Costellazioni Famigliari ci insegna che stare al proprio posto e rispettare i ruoli familiari è molto importante. Nei confronti dei tuoi genitori tu sei “il cucciolo”, “il piccolo”. Non puoi quindi ergerti a giudice di una situazione che vede contrapposti tuo padre e tua madre, che sono “i grandi”. Questo indipendentemente dalla tua età attuale. Sprecheresti solo tempo ed energia impegnandoti in una missione impossibile nella quale sei fuori posto.

4-Non prendere le parti di nessuno

Quando in una relazione c’è tensione, spesso si tende a cercare di individuare una vittima e un carnefice. Generalmente, dopo averlo fatto, si prendono le parti della vittima. Ogni rapporto però è sempre più complesso e non può essere ridotto a questa semplice dualità. In una relazione ognuna delle due persone coinvolte ha il 50 % della responsabilità. Ciascuno è responsabile di quello che dice, fa e sente.

Spesso trattiamo una delle due parti in gioco come una vittima perché la amiamo e vediamo che soffre. Ma non ci accorgiamo che così facendo la svalutiamo. Dimentichiamo il fatto che ha la sua parte di responsabilità e dunque di potere, per trasformare la relazione conflittuale e cambiare le cose.

Ogni relazione è più complessa del rapporto tra vittima e carnefice

Il tuo obiettivo non è risolvere le liti

Ti starai chiedendo se questi consigli possono aiutarti a gestire le liti nel senso di risolverle… La risposta è no. Non hai potere nella risoluzione delle liti altrui, ma solo in quelle in cui tu sei uno dei due soggetti direttamente coinvolti. Se la situazione ti sconvolge, non è sulla relazione dei due litiganti che c’è da intervenire ma sulla radice del tuo sconvolgimento. Questo disaccordo va sicuramente a mettere il dito in una tua piaga. Questa può essere l’opportunità per rivisitarla e guarirla.

Se sei un genitore che vorrebbe appianare le discussioni tra i propri figli, indipendentemente dalla loro età, puoi fare qualcosa per chiarire la situazione. E ancora una volta questo qualcosa ha a che fare con il compito di stare al tuo posto.

Quando si tratta di liti altrui, è una delle rare situazioni in cui si può tentare di intervenire… Poiché tu hai il ruolo di “grande” rispetto ai tuoi figli, potresti aiutarli verificando e se necessario riequilibrando la tua posizione nei loro confronti, ad esempio attraverso un incontro di Costellazioni familiari. Le liti tra fratelli che si prolungano nell’età adulta sono spesso dovute alla gelosia provata nei confronti dei genitori.

5-Ricorda che la qualità della relazione non dipende dai sentimenti

Le persone che ami e che sono in lite tra loro non sono in disaccordo perché non si vogliono bene. Liti frequenti non sono un indice della mancanza di amore. Quando ti chiedi come gestire le liti tra le persone è importante ricordare questo aspetto.

Liti frequenti non sono un indice della mancanza di amore

A volte non sopportiamo di vedere litigare due persone che amiamo e vogliamo risolvere la situazione al più presto. Se sei mosso da questo desiderio, fai un passo per riconoscere che è un bisogno tuo e non necessariamente un bisogno dei due litiganti.

A volte desiderare a tutti i costi che due persone vadano d’accordo non lascia spazio al confronto e allo sviluppo di una relazione autentica tra i due.

Quello che puoi fare è dare spazio alla lite. Lasciare la responsabilità ad ognuno di gestire la propria estremità della sciarpa e guardare le persone che ami con accettazione e fiducia piuttosto che con preoccupazione. Fiducia che ce la possono fare, possono trovare soluzioni adatte ai loro problemi.

A volte desiderare a tutti i costi che due persone vadano d’accordo non lascia spazio al confronto

6-Poni dei limiti quando necessario

Litigare non vuol dire mancarsi di rispetto. In alcuni contesti però il conflitto assume dimensioni e modalità eccessive. Quando il rispetto viene meno come puoi gestire le liti altrui in modo sano?

Se uno o entrambi i protagonisti della relazione si confidano con te criticando o insultando l’altro e tu vuoi bene a tutti e due, dì loro che non vuoi più ascoltare discorsi nei quali uno denigra, insulta o incolpa pesantemente l’altro. Ti invito a farlo a maggior ragione se le persone in questione sono i tuoi genitori. Tu sei per loro un figlio, non un amico o un confidente, né un salvatore. Togliti di mezzo.

In ogni altra situazione, ti consiglio di prendere posizione ricordando ai protagonisti della lite qual è il tuo ruolo. Spiega chiaramente che non vuoi fare l’errore di intrometterti nella loro relazione. Puoi argomentare quanto dici sfruttando la metafora della sciarpa relazionale. Inoltre, puoi dire apertamente che essere testimone di tutta questa negatività ti dispiace, non vuoi essere una discarica per gli insulti rivolti dall’uno verso l’altro.

Puoi chiedere a ognuno di parlare di sé e basta. Ti interessa sentir parlare della persona con cui sei in quel momento, punto e stop. Esternazioni come “ha tradito la mia fiducia!” “è un incapace!” eccetera si potranno trasformare in “io mi sento tradito”, “sono triste che abbia fatto quello che ha fatto”. E così via.

Ti ricordo che comunicare è una competenza che si impara col tempo. Se i protagonisti per i quali ti chiedi come gestire le liti sono aperti all’apprendimento, ti suggerisco di condividere con loro qualche fonte di informazione relativa alla trasformazione dei conflitti e alla creazione di relazioni appaganti.