Come avere relazioni sane e appaganti con tutti

Come avere relazioni sane e appaganti con tutti

Avere relazioni sane e appaganti in tutte le sfere della propria vita non è facile. Ma è un obiettivo possibile nel momento in cui si lavora per capire quali sono le reali responsabilità di ognuno all’interno di ciascuna relazione. Non sto parlando solo della relazione di coppia ma di qualsiasi tipologia di relazione a due.

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La sciarpa relazionale

Immagina ora la relazione come una sciarpa. Tu tieni un’estremità, l’altra persona coinvolta ha in mano l’altra. Di conseguenza, tu sei responsabile dell’estremità che puoi tenere, l’altro è responsabile della sua.

Questo modello della relazione come sciarpa vale per qualunque tipo di rapporto, anche quelli occasionali, ed è uno degli strumenti del Metodo ESPERE® di Jacques Salomé (per chi conosce il francese https://www.j-salome.com/espere).

La sciarpa relazionale è una metafora potente che permette di prendere coscienza della propria reale responsabilità nelle relazioni interpersonali e aiuta di conseguenza a occupare il proprio posto senza scappare né prevaricare sull’altro.

Quando viviamo una relazione, non la vediamo fisicamente, eppure c’è. È un legame invisibile agli occhi ma reale.

Ogni rapporto, inoltre, è diverso dagli altri. Abbiamo un certo tipo di relazione con il coniuge, un’altra con il figlio maggiore, un’altra ancora con un secondo figlio eccetera. Relazioni differenti con ciascuno degli amici, dei colleghi, dei genitori… Ogni rapporto è unico. Pur essendo invisibile la relazione è caratterizzata da qualità ben precise.

L’uso della sciarpa relazionale ti permette di rendere manifesto il legame tra te e l’altro. Ti consente di vedere che esiste, indipendentemente dalle persone che collega.

Puoi imparare a occupare il tuo posto nella relazione senza scappare né prevaricare sull’altro

I tre elementi della relazione

Forse anche tu sarai portato a pensare che nella relazione si è sempre in due. Invece in ogni relazione entrano in gioco tre elementi: tu, l’altro e la relazione stessa. Capire questa realtà è un primo passo importante per avere relazioni sane e appaganti.

Prova a fare questo esercizio. Scegli uno dei tuoi rapporti interpersonali e visualizza la sciarpa relazionale che lo rappresenta. Mettiti a una estremità della sciarpa e posiziona l’altro all’estremità opposta. Puoi immaginare la sciarpa nel dettaglio. È lunga oppure corta? Spessa o sottile? Può essere colorata, di un tessuto morbido o ruvido e così via. Prova ora a farti questa domanda: le qualità che vedi nella sciarpa sono quelle che tu pensi che abbia la tua relazione?

In ogni relazione entrano in gioco tre elementi: tu, l’altro e la relazione stessa

Come nutri la relazione?

Tu puoi visualizzare la sciarpa relazionale secondo le tue impressioni sul rapporto che hai con l’altro. Ma la sciarpa relazionale ha delle sue caratteristiche proprie, oggettive, che dipendono, in parte, da come nutri la relazione. Quali parole usi per rivolgerti all’altro? Come accogli le sue parole nei tuoi confronti? Con quale atteggiamento?

Il tuo comportamento, l’insieme di tutti quegli aspetti del rapporto dei quali sei oggettivamente responsabile, contribuisce a dare alla sciarpa un colore luminoso piuttosto che scuro, una consistenza morbida piuttosto che rigida e così via. La sciarpa può anche essere piena di nodi: sono tutte le incomprensioni accumulate tra te e l’altro.

Metà della responsabilità

Prova ora a visualizzare te stesso mentre custodisci tra le mani la tua estremità di questa sciarpa. Sei responsabile di ciò che dici, di quello che fai, di ciò che senti. Mentre l’altro è responsabile, allo stesso modo, delle sue parole, azioni e sentimenti. Ogni relazione è frutto per il 50% di quello che porti tu nel rapporto e per l’altro 50% di quello che porta l’altra persona.

Quando riesci a rimanere al tuo posto nel rapporto, occupandoti della tua estremità della sciarpa, puoi costruire e avere relazioni sane e appaganti. Prima di tutto perché la comunicazione è più fluida e più autentica. Parli di te all’altro, usando spesso il pronome io. Ma se invece ti metti all’estremità opposta della sciarpa relazionale, occupando indebitamente la posizione dell’altro, tutto si complica. E l’obiettivo di avere relazioni sane e appaganti diventa molto più difficile da raggiungere.

Ogni relazione è frutto per il 50% di quello che porti tu nel rapporto e per l’altro 50% di quello che porta l’altra persona

La relazione come canale

Ogni messaggio viaggia per raggiungere la persona a cui è indirizzato all’interno del rapporto. È questa relazione che la sciarpa rappresenta. Per dirlo con altre parole, ogni relazione è simile a un canale, un ponte sul quale passano dei messaggi, in entrambe le direzioni. Non basta, però, che un messaggio venga inviato, deve anche raggiungere il suo destinatario ed essere accettato perché venga ascoltato.

I messaggi possono dunque essere accolti o rifiutati, amplificati o dequalificati, confermati o ignorati dal loro destinatario.

La responsabilità di dare e ricevere

La sciarpa relazionale permette di essere più consapevoli del fatto che ognuno dei protagonisti all’interno dello scambio è impegnato in una doppia responsabilità.

Prima di tutto sei responsabile della natura positiva o negativa dei messaggi che invii. Come ti esprimi?

  • Con commenti valorizzanti, amorevoli, che nutrono la fiducia nell’altro ed esprimono la tua stima e benevolenza? Ti impegni a ringraziare ed esprimere ad alta voce i benefici che senti di avere grazie alla relazione con l’altra persona?
  • Oppure usi commenti deliberatamente offensivi, senza mezzi termini, usando metaforicamente l’altra persona come se fosse una discarica?

In secondo luogo, sei anche responsabile di come accogli i messaggi che arrivano dall’altra persona e di quello che poi decidi di farne.

Ogni volta che l’altro ti dice qualcosa che non ti piace o che ritieni essere una critica fai del male a te stesso o ti squalifichi? Prova a ragionare su questo concetto, che molti ignorano. È colui che riceve il messaggio a dare alla comunicazione un significato positivo o negativo.

Cosa accade quando l’altro ti fa un complimento? Sai riceverlo o lo denigri e lo lasci cadere? Saper accogliere parole rassicuranti e valorizzanti non è sempre scontato.

Queste responsabilità le hai tu ma ovviamente le ha anche l’altro. Ci tengo quindi a ribadire che non sei responsabile né di quanto l’altro mette nella relazione né del modo con cui riceve i tuoi messaggi. Quando invece pensi di essere responsabile delle azioni, delle emozioni e dei pensieri altrui, vuol dire che ti sei messo dal lato “sbagliato” della sciarpa, compromettendo la possibilità di avere relazioni sane e appaganti.

Non sei responsabile né di quanto l’altro mette nella relazione né del modo con cui riceve i tuoi messaggi

Dal lato sbagliato della sciarpa

Come puoi capire se stai facendo l’errore di occuparti dell’estremità sbagliata della sciarpa? Accade quando, ad esempio, credi di poter pensare al posto dell’altra persona e vuoi prendere decisioni che spettano a lei/lui. Puoi accorgertene perché, parlando con l’altro della relazione, usi spesso il pronome tu. Pronunci frasi del genere: “non sei mai in orario, per questo non andiamo d’accordo”; “non mi ascolti mai”; “dovresti comportarti diversamente”; “penso che tu debba stare più attento a me” eccetera. Quando ci comportiamo così, è come se lasciassimo andare la nostra estremità della sciarpa per lanciarci a strappare di mano all’altro la sua.

Si attiva quella che viene definita una modalità di relazione clacson. Invece di dire ciò che senti e che vuoi tu, non ascolti e non ti esprimi davvero. Non fai altro che ripetere “tu, tu, tu”. L’altra persona coinvolta nel rapporto può (giustamente) sentirsi soffocata, violata, trattata come un infante. Ti stai comportando con l’altro come se non fosse capace di gestire da solo la parte della relazione che gli compete!

Quando usi spesso il pronome tu stai attivando una modalità di relazione clacson

Un nuovo modo di vivere le relazioni

L’obiettivo della sciarpa è quello di aiutarti a cambiare le tue abitudini relazionali. Le parole non sono sempre sufficienti quando c’è bisogno di attuare una piccola o grande rivoluzione. Pensare: devo cambiare modo di comportarmi con l’altro può non essere un incentivo efficace. Visualizzare la situazione e darle una forma, invece, può aiutarti concretamente a cambiare atteggiamento per avere relazioni sane e appaganti. La visualizzazione è molto utile per guardare le cose con occhi nuovi e sensibilizzare se stessi e gli altri sull’argomento. Ma anche per mettere in pratica una comunicazione più responsabile.

Oltre a visualizzare le sciarpe delle tue relazioni, prova anche concretamente a prendere in mano una sciarpa, una corda, un foulard e osa: coinvolgi l’altro in questa metafora vivente. Fallo soprattutto se la relazione è intima e conflittuale, magari perché la comunicazione è difficile. Mettendoti fisicamente al tuo posto nella relazione, occupando l’estremità della sciarpa che ti compete, sarà più facile per te cambiare atteggiamento.

Prova concretamente a prendere in mano una sciarpa e coinvolgi l’altro nella metafora vivente della sciarpa relazionale

Una verità rassicurante

La sciarpa relazionale fa sentire meglio perché aiuta a preoccuparsi, o più precisamente a occuparsi, solo di quello che ci compete davvero. Avere relazioni sane e appaganti è possibile: hai il 50% del potere necessario a realizzare questo desiderio.

Quando l’altra persona sceglie di non impegnarsi nella stessa direzione, però, cercare di farlo al suo posto, facendosi carico del doppio delle responsabilità, è inutile e anche dannoso. Rischi di affaticarti nell’illusione di acquisire il 100 % della responsabilità. Meglio riconoscere il fatto che compensare non è possibile. Prendere le distanze dalle responsabilità altrui contribuirà al benessere di entrambi, perché eviterai di negare la presenza e l’importanza dell’altro.

Prendere le distanze dalle responsabilità altrui fa stare meglio

Il Dilemma dei ricci

Quando parlo di questo tema mi piace prendere in prestito il Dilemma dei ricci di Schopenhauer. È inverno e fa freddo: i ricci nella loro tana si avvicinano per tenersi al caldo. Ma se si avvicinano troppo rischiano di ferirsi. Di conseguenza, quando avvicinandosi si pungono, finiscono per allontanarsi di nuovo. Stando troppo lontani, però, il freddo torna ad assalirli.

Devono trovare la giusta distanza tra loro per evitare di farsi del male e allo stesso tempo stare sufficientemente al caldo. Ogni movimento di uno dei ricci necessita lo spostamento degli altri.

Anche le relazioni sono così: rapporti dinamici, sempre in movimento. Se abbiniamo questa metafora a quella della sciarpa relazionale, possiamo comprendere come ci siano delle relazioni che hanno bisogno di una sciarpa lunga e altre corta. La lunghezza, o meglio la distanza tra i soggetti della relazione, può anche variare in base ai momenti. Il mio consiglio è quello di provare a essere flessibili, per accogliere e dosare la giusta distanza in funzione del momento che ognuno sta vivendo.

Imparare a dire no sul lavoro: 10 consigli pratici

Imparare a dire no sul lavoro: 10 consigli pratici

Imparare a dire no sul lavoro significa prima di tutto trovare la chiave giusta per farlo. Il modo migliore per dire di no varia a seconda di chi fa la richiesta. Un no secco non è sempre la soluzione migliore!

Imparare a dire di no significa ad esempio esprimersi con calma e correttamente, perché anche quando stiamo semplicemente facendo valere i nostri diritti, è importante che l’altra persona capisca bene. Saper rispettare se stessi e dire no non esclude la possibilità di manifestare empatia.

Saper rispettare se stessi non esclude la possibilità di manifestare empatia

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1-Spiega all’altro perché dici no

Imparare a dire no nel modo migliore permette non solo di mantenere ma anche di alimentare un rapporto di collaborazione sereno e produttivo. Ecco perché è fondamentale spiegare all’altra persona le nostre ragioni.

L’obiettivo non è quello di giustificarsi ma piuttosto di dare all’interlocutore la possibilità di mettersi nei tuoi panni e capire il tuo punto di vista. Questo significa anche aprirsi alla discussione ed essere pronti ad ascoltare la reazione dell’altro di fronte al tuo rifiuto. La discussione non va temuta o evitata, perché rappresenta una risorsa preziosa. Permette di trovare una soluzione adatta a tutti, mettendosi ciascuno nei panni dell’altro.

Quando ti dimostri empatico e ascolti, sfrutti al meglio tutte le possibilità in tuo potere, per far sì che il tuo rifiuto sia accolto bene.

2-Approfondisci le motivazioni del rifiuto per imparare a dire no

Il motivo per cui hai detto no è che hai poco tempo? Impegnati a spiegare perché. Racconta cos’altro hai da fare. Magari sei indietro con lavori più urgenti, oppure il tuo collaboratore o un tuo cliente hanno bisogno della tua completa attenzione e presenza, quindi non puoi prenderti un altro impegno. Potresti avere una consegna urgente da evadere. La giornata di tutti noi dura solo 24 ore. Quando diciamo sì a un lavoro da fare dobbiamo per forza dire no a qualcosa d’altro. Dire no permette di preservare la qualità del tuo operato. Scopri tutte le ragioni per cui è importante dire no.

Quando diciamo sì a un lavoro da fare dobbiamo per forza dire no a qualcosa d’altro

3- Scegli frasi che aprano al dialogo

In alcuni casi, diciamo no perché non abbiamo gli strumenti per prenderci carico di quanto richiesto. Magari non siamo addestrati per quel compito.

È bene non esitare di fronte a questi no: puoi dire chiaramente che sei disponibile a fare qualcos’altro, purché corrisponda alle tue capacità. Ma anziché limitarti a dire “mi spiace, non sono competente in materia”, soprattutto se sai che potresti imparare a fare quanto ti viene chiesto, prova con “mi piacerebbe farlo ma purtroppo al momento non posso, non ho il tempo di imparare qualcosa di nuovo”.

Puoi cercare una frase che apra alla discussione: “se posso essere utile in un altro modo in linea con le mie competenze, lo faccio volentieri”. Non hai tempo e quello che ti è stato chiesto non fa parte delle priorità per raggiungere gli obiettivi professionali definiti con il tuo superiore in precedenza? Puoi dire qualcosa del genere: “quello che mi stai chiedendo di fare esula dagli obiettivi che abbiamo concordato insieme. Come ci muoviamo? Le priorità sono cambiate?” O qualcosa di simile.

Puoi anche proporre uno scambio di compiti: “Se questa è una priorità posso farmene carico, ma ho bisogno che tu mi aiuti in quest’altra faccenda, così da liberare il mio tempo”.

Non esistono solo i no totali e definitivi, potresti aver bisogno di dire un no parziale. O meglio un sì parziale: “ok ma non adesso”, “posso occuparmene ma non così”, “me ne prendo carico parzialmente” e così via…

4-Usa modi gentili e parole autentiche

La gentilezza, verso te stesso e nei confronti del tuo interlocutore, ti permetteranno di creare e mantenere una relazione di fiducia sul lavoro, essenziale per imparare a dire no e continuare a rispettarti.

Ricordati che il tuo no non esprime un rifiuto nei confronti dell’altro. In questo modo sarà più facile per te esprimere un no sereno, mantenendo un atteggiamento benevolo e fiducioso. Il tuo no serve a te, per il tuo benessere e per mantenere alta la qualità del tuo lavoro, ma anche all’azienda o al progetto. È utile a garantire un alto rendimento e a promuovere un clima di collaborazione.

Per essere credibile ricordati anche di essere autentico. Se vuoi poter dire di no, dimostra che lo stai facendo proprio per le ragioni che hai elencato. Inoltre, ricorda a te stesso e agli altri che hai detto no per mantenere fede agli impegni a cui hai detto sì.

Ricordati che il tuo no non esprime un rifiuto nei confronti dell’altro

5-Visualizza nella tua mente le possibili conseguenze

Cosa può succedere se dici no? Magari il tuo no verrà rispettato e accettato con serenità. In questo caso, tutto sarà andato per il meglio e non ci saranno problemi. Se invece il tuo no verrà rifiutato, nonostante tutte le tue buone ragioni, sarai costretto a fare comunque quello a cui avevi detto no.

La nostra è una società gerarchica. È un tuo superiore che ha espresso la richiesta che vuoi rifiutare? Può decidere di far valere il suo diritto a imporsi. In questo caso devi essere preparato a fare un passo indietro.

Talvolta i no vengono rispettati ma non accettati a livello emotivo. L’altra persona ci concede di fare quello che vogliamo ma si sente ferita.

Quando capita è importante rimanere benevoli, per mantenere il rispetto reciproco. Puoi dire qualcosa del genere allo scopo di esprimere la tua solidarietà: “Vedo che sei stato ferito, mi dispiace. non era mia intenzione”. E (solo se è vero) puoi aggiungere “questo no non è contro di te”.

6-Riconosci il tuo coraggio

Quando il tuo no viene rifiutato, puoi comunque essere contento di te stesso, indipendentemente da come è andata a finire. Hai avuto il coraggio di esprimere il tuo rifiuto e il tuo no rappresenta un contributo prezioso anche quando resta inascoltato.

Ovviamente il tipo di relazione che c’è tra te e il tuo capo oppure tra te e i tuoi colleghi (o sottoposti) e gli eventi già accaduti tra voi influenzeranno in modo significativo il modo in cui accoglierai il no al tuo no.

Quando c’è un clima positivo di rispetto e fiducia, non ci si trova spesso nella situazione in cui i no che si pronunciano vengono rifiutati, così come si è pronti a fare un sacrificio nel caso serva un impegno straordinario.

Se però ti capita spesso di dire no o di voler dire no, probabilmente la posizione che ricopri in azienda non è quella giusta. O stai facendo un lavoro che non fa per te. Provi scarso entusiasmo nello svolgere le tue mansioni? Forse vale la pena valutare un cambiamento. Imparare a dire no non significa farlo sempre e in continuazione.

Il tuo no rappresenta un contributo prezioso anche quando resta inascoltato

7-Accetta che il no venga rifiutato o interpretato male

Oltre a saper dire di no, è essenziale saper accettare che l’altra persona rifiuti o interpreti in modo “sbagliato” il nostro no. Partner, figli, colleghi o amici, tutti possono essere scontenti del tuo rifiuto. Anche quando il tuo no è legittimo e hai fatto del tuo meglio per comunicarlo.

Imparare a gestire le reazioni ai tuoi no ti aiuta ad acquisire una maggiore capacità di comunicazione e gestione delle emozioni. Ricorda sempre che non sei responsabile delle emozioni degli altri. Sei responsabile solo delle tue emozioni e non puoi avere il controllo di tutto. Può essere necessario, di fronte a una reazione inattesa, fare un passo indietro e lasciare all’altro l’opportunità di sfogarsi.

Mentre aspetti che l’altra persona digerisca il tuo no, puoi continuare a essere leale e degno di fiducia. In questo modo la tua credibilità aumenterà ulteriormente. Ricorda che se vuoi poter dire di no liberamente, dovrai dimostrare che lo stai facendo proprio per portare a termine i compiti a cui hai detto sì.

Imparare a gestire le reazioni ai tuoi no ti aiuta ad acquisire una maggiore capacità di comunicazione

8-Aiuta te stesso a dire no

Prima di tutto riconosci il valore che il sì e il no autentico hanno per te. La capacità di dire no è indispensabile per rispettare te stesso. È con te stesso che vivrai fino alla fine dei tuoi giorni, ventiquattro ore su ventiquattro, sette giorni su sette.

Se non rispetti tu te stesso, chi altro potrà farlo? Imparare a dire no e permetterti di farlo nel modo migliore ti aiuterà a creare relazioni autentiche di fiducia reciproca. Le persone che non sono pronte a una relazione di qualità si allontaneranno, lasciando spazio a quelle adatte. Ricordati che rispettare se stessi è essenziale per una buona relazione e una buona collaborazione sul lavoro.

Infine, riconosci il valore che il sì e il no autentico hanno per i tuoi collaboratori e l’azienda o il progetto in cui lavori.

Se ti rispetti, sarai più disponibile a collaborare con piacere e la tua produttività sarà maggiore. Le persone che lavorano con te sapranno che sui tuoi sì possono veramente contare. Se non ti rispetti, al contrario, sarai irritato, brontolone, lavorerai con scarso rendimento e risulterai meno credibile e affidabile.

Ci sono persone che detestano ricevere dei sì forzati che falsano le carte in tavola. Preferiscono veri no. Queste persone, quando capiranno che con te non si può sapere se esprimi o meno un falso sì, eviteranno di chiedere la tua collaborazione. Imparare a dire no mette anche gli altri nella condizione di chiedere più liberamente la tua collaborazione e potresti avere opportunità più interessanti.

Ci sono persone che detestano ricevere dei sì forzati che falsano le carte in tavola

9-Riconosci le tue priorità e i tuoi limiti

È importante che tu impari a conoscere te stesso, i tuoi valori e il tuo valore. Cerca sempre di avere chiari i tuoi obiettivi. In questo modo anche le tue priorità saranno chiare. Potrai accettare o rifiutare una proposta più facilmente, perché in ogni momento avrai le coordinate per farlo.

In quest’ottica, se il tuo posto di lavoro non è adatto a te, ti consiglio di iniziare subito a muoverti per trovarne uno più in linea con le tue capacità e i tuoi obiettivi. Impara anche a riconoscere i tuoi limiti e sii in pace con te stesso perché hai tutto il diritto di averne.

La nostra giornata di lavoro non può estendersi all’infinito, non possiamo fare tutto. E non possiamo neppure pensare di saper fare sempre tutto al meglio. Riconoscere i nostri talenti per metterli a disposizione degli altri è importante quanto riconoscere le nostre incompetenze per evitare di farle subire agli altri.

Non possiamo pensare di saper fare sempre tutto al meglio

10-Esercitati ad avere fiducia

Abbi fiducia nella Vita, fiducia nel fatto che meriti di essere rispettato. Se nel luogo dove lavori non ti senti rispettato, se non puoi esprimere liberamente e con entusiasmo i tuoi talenti, sicuramente c’è un altro posto per te altrove. Se compi scelte allineate con il tuo sentire, prenderai ad ogni bivio la strada giusta per te, che porta al rispetto e alla realizzazione personale. Di conseguenza incontrerai persone e opportunità di lavoro consone ai tuoi valori. La tua vita scorrerà in un benessere crescente.

Se compi scelte allineate con il tuo sentire, prenderai ad ogni bivio la strada giusta per te

Puoi imparare a dire no nel modo più proficuo

Per concludere, ricorda sempre che puoi imparare a dire no in modo educato e calmo. Il tuo no può essere un regalo per l’altro o addirittura rappresentare un’opportunità. Quando dici no stai creando una possibilità. Qualcuno più competente e più motivato di te potrebbe occuparsi del compito che tu hai rifiutato.

Il risultato finale potrebbe essere più giusto per tutti: tu potrai occuparti nel modo migliore possibile delle cose che sai fare bene e che ti competono. Altri si occuperanno di quello a cui hai detto no con capacità ed entusiasmo.

Potrai occuparti nel modo migliore possibile delle cose che sai fare bene

Quando pronunci dei sì autentici la qualità della tua presenza è superiore. Questo può aiutarti a fare carriera o a migliorare il tuo giro di affari e in generale fa bene all’azienda o al progetto in cui lavori.