Favorire la pace giorno dopo giorno

Favorire la pace giorno dopo giorno

Possiamo favorire la pace nella nostra vita quotidiana e anche nel resto del mondo, partendo da quello che pensiamo, diciamo e facciamo in prima persona. In questo articolo vorrei mostrare una strada che tutti possono percorrere e che ha proprio l’obiettivo di favorire la pace in molti modi e in molte direzioni.

SE PREFERISCI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO

Una premessa sulla guerra

Prima di parlare di pace vorrei fare una premessa sulla guerra che ritengo importante, per poi nominare la parola guerra il meno possibile nel corso di questo articolo. Purtroppo pace e guerra si alternano senza sosta. Sono anni che osservo la guerra, quella vicina e quella lontana. Dai “piccoli” conflitti tra gli esseri umani vicini a me, e che quindi conosco personalmente, fino ai grandi conflitti internazionali. C’è poi l’abitudine alla guerra contro la malattia, i virus e i batteri diffusa soprattutto in occidente. C’è la guerra tra due o più Paesi, popolazioni, gruppi etnici o religiosi, in zone del mondo che personalmente non ho mai visitato, della cui lingua, cultura e storia personalmente so molto poco.

Sono anni che osservo le persone schierarsi violentemente per o contro una persona, un Paese, un punto di vista e di conseguenza contro chiunque osi avere una visione differente dalla propria. Oppure contro chiunque si azzardi a dichiarare di non avere un’opinione.

Osservando quanto sia contagiosa la violenza e quanto sia facile farsi contagiare e influenzare da emozioni o situazioni come rabbia, odio, carenza di rispetto, mancanza di discernimento, mi sono chiesta molto spesso cosa possiamo fare per favorire la pace, l’equilibrio, l’amorevolezza, il rispetto, la gioia e il benessere.

L’importanza di agire nel qui e ora

La mia risposta, per quanto di vasta portata, è semplice. Possiamo favorire pace, equilibrio, amorevolezza, rispetto, gioia e benessere, agendo all’interno della nostra vita quotidiana. Quando e se lo facciamo, partecipiamo all’incremento di sentimenti e situazioni positive e benefiche che migliorano la qualità della vita di chiunque nel mondo, vicino e lontano rispetto a noi. Primo perché se anche una sola persona sta meglio ed è più sana, la popolazione globale è di conseguenza più sana. Secondo perché pace, amore, rispetto e gioia sono anch’essi contagiosi.

Nel qui e ora è dove possiamo agire: lì è dove abbiamo potere. So che ne sei consapevole, ma capita di dimenticarselo. Anzi molte persone se lo dimenticano e quindi ci tengo a ripeterlo. Non puoi cambiare gli altri: né quelli vicini né quelli lontani; tuttavia, lavorandoci su, puoi cambiare te stesso. L’obiettivo non è cambiare quello che sei, ma tornare a essere maggiormente quello che sei: favorire l’espressione del tuo potenziale luminoso.

Nel qui e ora è dove possiamo agire: lì è dove abbiamo potere

Favorire la pace accrescendo il potenziale di luce

La prima tappa, quella più importante, è accogliere quello che sei. Non c’è quasi nulla di più sfiancante e controproducente che lottare contro se stessi. La lotta contro te stesso ti condanna alla guerra ventiquattr’ore su ventiquattro, sette giorni su sette. Nessuna tregua fino alla fine della vita.

Favorire la pace con te stesso, vuol dire in prima istanza accoglierti, accettando i lati luminosi ma anche quelli oscuri e difficoltosi: i paradossi, le insicurezze, le incoerenze. Accogliere le tue emozioni senza sentirti in qualche modo obbligato a scaricare la responsabilità sugli altri. Vuol dire, piuttosto che “è lui/lei che mi fa sentire così”, provare a dire “io mi sento così”.
Riconoscere quello che si muove in noi, farne l’esperienza, lasciarsi attraversare è il primo passo per favorire la pace.

Superare gli ostacoli di un’educazione poco accogliente

Molti di noi non sono stati affatto educati all’accoglienza di se stessi e delle proprie emozioni. Siamo esseri sociali, di conseguenza appartenere a un clan e sentire di avere un posto riconosciuto da tutti all’interno della società è molto importante. A volte, però, questa necessità si trasforma in ansia che viene riversata sui figli e si rischia di non accoglierli con curiosità, per assistere in modo semplice e senza preconcetti allo sbocciare del loro potenziale.

Al contrario, si agisce (inconsapevolmente o meno) schiacciandoli con aspettative e pretese parentali. Troppo spesso, i genitori hanno molto chiaro quello che i propri figli dovrebbero fare e quello che dovrebbero essere per adattarsi e farsi apprezzare dalla società.

Troppo spesso, i genitori hanno molto chiaro quello che i propri figli dovrebbero fare

Una scuola che ignora molte delle intelligenze

La scuola e i voti diventano un criterio per valutare non solo il valore del figlio ma anche dei genitori. La scuola è spesso un luogo competitivo, dove si viene facilmente etichettati come falliti se i risultati non sono all’altezza delle aspettative. Tra i diversi problemi c’è il fatto che la scuola si concentra quasi esclusivamente su due intelligenze: quella logico-matematica e quella linguistica, quando invece secondo il docente e psicologo Howard Gardner ne esistono almeno nove. Di conseguenza, chi ha un’eccellente intelligenza spaziale o interpersonale, musicale, corporea-cinestetica, intrapersonale, naturalistica ed esistenziale non è valutato come un individuo adeguato dalla scuola. E il confine tra il fatto che un individuo non adatto alla scuola (così come oggi è organizzata!) non possa integrarsi o essere felice è molto spesso superato da insegnanti e genitori.

Possiamo fare qualcosa per favorire la pace in questo contesto? Assolutamente sì. Favorire la varietà dell’insegnamento per favorire l’espressione di tutte le intelligenze può essere una strada. Dare valore all’educazione emozionale e all’intelligenza intrapersonale è un’altra direzione percorribile, soprattutto se pensiamo al fatto che quest’ultima intelligenza rappresenta la capacità di riconoscere la propria individualità, sentire cosa accade dentro di sé e riconoscere le proprie risorse e i limiti.

Consiglio a tutti di accogliere i figli con maggiore fiducia e curiosità. Anche se sono membri della famiglia, potenzialmente hanno talenti, destini e strumenti molto diversi dai genitori e dai nonni.

Accogliere se stessi per accogliere gli altri

Per potersi accogliere serve osare, incontrare, ascoltare e conoscere se stessi. Più sarai capace di accogliere te stesso ed essere in pace, più sarai capace di accogliere gli altri ed essere in pace con loro.

Già a scuola si possono aiutare bambine, bambini, ragazze e ragazzi a sviluppare la capacità di accogliere le proprie emozioni, riconoscerle e coltivare le competenze relazionali e di comunicazione e trasformazione dei conflitti.

Perché sia possibile, servirebbe che gli insegnanti in primis fossero competenti su questi aspetti. La buona notizia è che se anche da adulto non padroneggi queste competenze non è mai troppo tardi per svilupparle. Non conosco miglior investimento sul proprio benessere e sulla propria salute che quello di acquisire nuovi strumenti per avere relazioni sane con se stessi, le proprie emozioni e ovviamente anche gli altri.

È possibile così aumentare la capacità di mantenere un equilibrio dinamico nella vita e partecipare alla creazione di un presente di pace. E si può anche essere di sostegno come adulto nei confronti dei bambini, che sono gli adulti di domani e saranno i protagonisti nella costruzione del futuro.

Possiamo migliorare in qualunque momento le competenze relazionali e di trasformazione dei conflitti

Combattere la guerra o fare pace?

Quando ci diamo un obiettivo, non è importante solo l’obiettivo in sé ma anche il modo che scegliamo per perseguirlo e così le parole che usiamo per pensare a questo obiettivo. Quando combatti la guerra con le armi della distruzione, alimentando rabbia e odio, non puoi raccogliere che altra rabbia e ancora odio.

Se non c’è coerenza tra il tuo scopo e gli strumenti che usi per cercare di raggiungerlo, l’obiettivo si allontanerà da te sempre di più. Per questo è fondamentale che la strada per la pace sia costruita con sentimenti e azioni di pace, lontani anni luce dalle armi e dalla distruzione. Per riuscire in qualunque impresa deve esserci coerenza tra fine e mezzi.

Un altro ingrediente fondamentale per favorire la pace riguarda ancora una volta noi stessi, Per favorire la pace in modo attivo ed efficace, infatti, dobbiamo essere in pace, rispettare i nostri valori e nutrire ciò che ci rende felici. Solo così possiamo trovare la forza per perseguire obiettivi anche molto difficili da raggiungere, sentendoci sempre in accordo con noi stessi. Tutto questo è proprio il contrario del proverbio machiavellico “il fine giustifica i mezzi”. Come diceva Gandhi: “tali i mezzi, così i fini”; in altre parole, quel che semini raccoglierai.

Se hai bisogno di incitare te stesso lungo un cammino complesso, piuttosto di immaginare che stai “lottando contro qualcosa” pensa invece che ti stai “battendo per qualcosa”.

Da dove arriva un punto di vista?

Di fronte a un punto di vista, ti propongo di porti ogni volta alcune domande. Il punto di vista per il quale stai combattendo ferocemente, nasce da una tua esperienza personale diretta? Se non è un’esperienza diretta, sei sicuro della validità delle tue fonti di informazione? Sei sicuro che quello che ti è stato detto o mostrato sia reale?

Purtroppo, la televisione e i media in generale sono mezzi di trasmissione di massa (non di comunicazione: la comunicazione è altra cosa), che focalizzano l’attenzione sul pericolo e il dramma, favorendo la dualità. Quando stiamo assistendo in prima persona e dal vivo a una situazione, abbiamo già un punto di vista ridotto. Nonostante sia possibile guardare a destra, a sinistra, davanti e dietro, mi piace dire che vediamo la realtà dal buco della serratura.

La parzialità dell’informazione aumenta drasticamente quando la realtà è trasmessa tramite una videocamera: il cameraman può scegliere un angolo specifico per mettere in evidenza qualche dettaglio e nasconderne altri, veicolando così alcune emozioni e orientando le interpretazioni.

Visti i rischi di manipolazione, volontaria o meno, credo sia saggio dubitare, prima di prendere un’informazione parziale come base o fondamenta della propria lotta. La mia proposta è di verificare le fonti e studiare approfonditamente: è bene riconoscere la complessità delle situazioni.

Quando non hai tempo e voglia di approfondire, autorizzati a dire “non lo so”, “non sono abbastanza informato per avere un’opinione su questo argomento”, non posso sapere “chi ha ragione e chi ha torto“. Potrai, immagino, trovarti d’accordo con molte persone sul fatto che la guerra è un dramma e che sarebbe molto bello trovare insieme soluzioni per favorire la pace.

Non sempre possiamo essere sicuri che quello che ci è stato detto o mostrato sia reale

Conflitti lontani e conflitti vicini

Ispirandomi a una frase attribuita a Madre Teresa di Calcutta, vorrei ricordare che “se tutti pulissero davanti alla propria porta di casa, il mondo sarebbe pulito”. Ti suggerisco di dedicare tempo ed energia per trasformare i conflitti in cui sei direttamente coinvolto, quelli davanti alla tua porta di casa. Parlo dei conflitti con i membri della tua famiglia di origine, con quelli della tua famiglia acquisita, con i colleghi di lavoro, con i vicini di casa e così via.

Trasformando i conflitti nel tuo ambito di azione, farai molto di più per la pace nel mondo rispetto a quando, per esempio, nutri odio per degli sconosciuti che vedi in televisione. Esistono conoscenze fondamentali tratte dagli studi sulla pace che trasformano una missione che sembra impossibile in un percorso pieno di soddisfazioni. Non serve essere un esperto: queste conoscenze sono accessibili a tutti. Se risparmi tempo ed energia evitando di alimentare rabbia, separazione, guerra, conflitti e odio, libererai tempo ed energia per studiare come favorire la pace.
Una goccia alla volta, un essere umano alla volta, la trasformazione diventa possibile.

Gran parte della mia attività professionale ha questo intento: aiutare le persone a creare pace, gioia e serenità, in sé stessi e intorno a loro. Per iniziare subito questo percorso prova a prenderti cura di te stesso favorendo rilassamento e benessere.

Come curare i tuoi pensieri e la tua vita grazie all’Amoros

Come curare i tuoi pensieri e la tua vita grazie all’Amoros

Curare i tuoi pensieri e la tua vita e contribuire alla costruzione di un mondo migliore è possibile. Come? Attraverso una pratica che ha a che fare con l’amore, ma in un modo diverso da come siamo abituati a concepirlo.
La parola greca amoros è stata maldestramente tradotta come amore. Il termine moros significa morte spirituale, in contrapposizione a thanatos, che definisce invece la morte fisica.
Nella mitologia greca, Moros è la personificazione del destino avverso e inevitabile, che porta ogni essere, mortale o meno, verso la sua fine prestabilita. La a come prefisso (o meglio l’α in greco) è chiamata privativa e ha significato di negazione.
A-moros significherebbe quindi il contrario di un destino avverso e inevitabile che porta alla morte spirituale, o in altre parole la “non morte spirituale”, la via per una vita spirituale rigogliosa.

A-moros è il contrario di un destino avverso e inevitabile

SE DESIDERI, ASCOLTA LA VERSIONE AUDIO DELL’ARTICOLO

 

Perché è utile capire il significato di Amoros?

Se c’è in te il desiderio di favorire un destino propizio e vitale e di vivere una vita spirituale rigogliosa, l’Amoros è una strada per ottenere questi obiettivi. Capire di cosa si tratta ti permette di agire secondo una condotta chiara e semplice e di comprendere come curare i tuoi pensieri e la tua vita.
Come possiamo, da esseri umani semplici quali siamo, favorire un destino propizio e vitale? Sappiamo intuitivamente che l’amore è uno strumento potente ed efficace per perseguire felicità e salute. Amare tutti però è molto impegnativo e oso dire impossibile per chiunque o quasi. Penso sia fattibile solo per pochi illuminati.
Come è possibile amare qualcuno che ci ha danneggiato? O peggio ancora che ha danneggiato volontariamente una persona cara, come un figlio, per esempio? D’altra parte, l’amore come lo conosciamo è un sentimento e sappiamo che “ai sentimenti non si comanda”.
C’è però una via per favorire un destino propizio e vitale accessibile a tutti: quella dell’Amoros.
L’Amoros non è un sentimento ma una pratica. E praticare l’Amoros vuole dire prima di tutto curare i tuoi pensieri.

L’Amoros non è un sentimento ma una pratica

Restituire importanza al pensiero

Credere che il pensiero abbia poca importanza è un errore comune che spesso ignoriamo. Prova invece a riflettere sul potere del pensiero. Guarda la gioia che riempie il tuo corpo quando pensi a una persona cara. Osserva come ti senti fisicamente quando ricevi una brutta notizia. Quando immagini il tuo piatto preferito, subito ti arriva l’acquolina in bocca.
Tutti questi esempi illustrano in modo facile e immediato il fatto che i pensieri influenzano il corpo e la salute. La disciplina chiamata PNEI (Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia) oggi lo sta dimostrando anche dal punto di vista scientifico.
In pratica, ogni pensiero influenza le tue emozioni, il tuo corpo e la tua biologia nel momento stesso in cui avviene: ha un forte potere sul presente.
Nell’articolo dedicato ai segreti della fase REM abbiamo parlato del fatto che ogni pensiero influenza anche il futuro. Ogni pensiero cioè crea un futuro potenziale. Curare i propri pensieri permette di creare futuri potenziali positivi, sbilanciati verso la gioia, la salute e l’appagamento.

Ogni pensiero ha una forte influenza sul presente e sul futuro

Pensieri positivi e Amoros

Jean-Pierre Garnier Malet, padre della teoria sullo Sdoppiamento del Tempo, riassume l’Amoros così: pensa di fare agli altri quello che vorresti che gli altri pensassero di fare a te.
Questo vuole dire che non basta affatto non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te, bisogna andare un passo oltre. Fare agli altri del bene o al meno non nuocere ma anche e soprattutto pensare di fare del bene.
L’attenzione va indirizzata sulla qualità dei nostri pensieri, non solo sulla qualità delle nostre azioni.
È importante però capire che i comportamenti e le azioni che nascono dall’Amoros non sono standardizzate. Curare i tuoi pensieri significa anche interiorizzare questo concetto: non ci sono azioni che possono essere giudicate giuste o sbagliate dall’esterno. Ognuno pratica l’Amoros nel rispetto dei propri valori, del proprio vissuto e del proprio carattere.

L’attenzione va indirizzata sulla qualità dei nostri pensieri, non solo sulla qualità delle nostre azioni

Cambiare modo di pensare è come avere un faro che ti guida

L’Amoros diventa una fonte di ispirazione alla quale riferirsi quando non sappiamo cosa fare. Di fronte a una persona con la quale abbiamo un grave conflitto, ad esempio, il semplice atto di praticare l’Amoros, annientando tutti i pensieri inappropriati sull’individuo con cui siamo in contrasto, ci permette di ottenere la cancellazione di qualsiasi futuro potenziale pericoloso.
L’emozione della paura è di per sé responsabile della creazione di molteplici futuri negativi per te e per gli altri. Evitare di nutrire la paura ti permette di annientare ogni futuro potenziale pericoloso.
Ognuno può riflettere liberamente su cosa non è in linea con l’Amoros secondo il suo punto di vista. Ma c’è una strategia che tutti possiamo applicare.

Evitare di nutrire la paura elimina alcuni futuri negativi

L’Amoros in pratica

Per iniziare fin da oggi a seguire la via dell’Amoros puoi prendere confidenza con una serie di abitudini. Primo passo: fai un elenco di tutto quello che non ti piace. Per esempio tanti non amano essere giudicati, insultati, disprezzati, ignorati, imbrogliati, manipolati, danneggiati eccetera.
Secondo passo: concentrati per evitare di fare queste cose agli altri ed evita anche di pensarle. È questo che intendo quando dico che è necessario curare i tuoi pensieri per seguire la via dell’Amoros.
Siamo abituati a frenare le nostre azioni, magari perché le riteniamo scorrette, ma non il nostro pensiero. Se invece eviterai di pensare di fare agli altri quello che non vorresti pensassero di fare a te eliminerai tanta tensione dal presente e cancellerai potenziali futuri negativi.

Scrivi su un foglio tutto quello che non ti piace ti venga fatto

Partire da se stessi

Quando sei te stesso o quando ti capita di commettere un errore, ti piacerebbe non essere giudicato? Su questa base cerca di non giudicare gli altri.
Se ti piace che la gente sia onesta e autentica con te, prova allora a portare la tua attenzione sul fatto di esserlo tu per primo con gli altri.
Quando una persona è malata, prova a curarla come ti piacerebbe essere curato a tua volta. Puoi anche chiedere a lei come desidera essere accudita e cercare di seguire le sue indicazioni. Perché magari è proprio quello che ti piacerebbe che gli altri pensassero di fare a te.
Anche nelle situazioni più drammatiche ed estreme puoi fare riferimento all’Amoros. Se non è possibile amare qualcuno che ha ucciso tuo figlio, puoi però pensare a questa persona nello stesso modo in cui vorresti che pensassero a te se tu avessi ucciso qualcuno. E agire di conseguenza. Può capitare. Pensa ad esempio a un incidente di macchina con esito mortale per alcune delle persone coinvolte.
Ognuno, in un caso come questo, avrà la sua risposta e la sua linea di condotta, basata sulle proprie convinzioni personali.

Anche nelle situazioni più drammatiche ed estreme puoi fare riferimento all’Amoros

Amoros non significa sacrificio

Il credo ama il prossimo come te stesso diventa applica l’Amoros al prossimo come lo faresti a te stesso. Praticare l’Amoros però non vuole dire sacrificarsi. Se ti piacerebbe che le persone agissero per il tuo massimo bene, allora agirai per il massimo bene delle altre persone, ma sempre nel rispetto di te stesso. Cercherai anche di pensare di fare a te stesso quello che vorresti che gli altri pensassero di fare a te. Quindi ti rispetterai, non ti giudicherai, non ti condannerai eccetera.
Quando si riesce a superare il comando culturale di sacrificarsi per gli altri, si scopre che rispettare se stessi è una forma di rispetto anche verso gli altri. Quale è la tua qualità di presenza quando ti rispetti e fai le cose con gioia? Scommetto che è notevolmente maggiore in confronto a quando accetti di fare qualcosa contro voglia.

Anche dire di no è una forma di rispetto

Se chiedo aiuto a una persona che non può darmi retta in questo momento, vorrei che quella persona avesse il coraggio di dirmi di no. Primo perché penso che, se questa persona non ha voglia di aiutarmi, allora non è l’individuo più adatto in questo preciso momento a darmi una mano. Secondo perché il suo rifiuto mi permette di cercare e trovare qualcuno più adatto. Un altro a cui non avevo pensato prima. Potrei addirittura scoprire risorse interiori di auto-aiuto che sarebbero rimaste inesplorate senza quel rifiuto.
Quando qualcuno fa qualcosa contro voglia, si sente facilmente arrabbiato verso se stesso per il fatto di non essere riuscito a rifiutare. Ma questo qualcuno proverà un po’ di rabbia, inevitabilmente, anche per la persona che sta aiutando. Tutto ciò crea tensione e futuri potenziali negativi.
Il sacrificio, inteso come grave privazione o rinuncia, volontaria o imposta, a beni e necessità elementari, materiali o morali non è propizio al massimo bene comune.
Quando invece ti sacrifichi per qualcosa che è sacro per te, mettendolo davanti a tutto il resto, lo fai con il cuore, senza doveri o costrizioni, di conseguenza non c’è rabbia o pericolo di creare futuri potenziali negativi. Curare i tuoi pensieri significa anche fare le cose soltanto se te la senti di farle.

Se ti sacrifichi con il cuore non rischi di creare futuri potenziali pieni di rabbia

Vivere nell’Amoros necessita allenamento

Come ogni nuova pratica, inizialmente l’Amoros può sembrare impossibile. Successivamente, con il tempo, diventa un’abitudine automatica che non richiede impegno o fatica. Ricordati quante difficoltà hai incontrato per imparare a guidare l’automobile. Oggi compi quegli stessi gesti senza neppure pensarci!
Ti consiglio di allenarti, almeno all’inizio, mettendo in pratica i principi dell’Amoros e il fatto di curare i tuoi pensieri all’interno di situazioni quotidiane, in cui c’è poco coinvolgimento emotivo, per poi applicarlo in tutti gli ambiti della tua vita. Potrai rapidamente raccogliere i benefici di questa pratica sulla qualità del tuo presente e del tuo futuro.
Nell’attesa di diventare un esperto dell’Amoros, ricordati che ogni sera e ogni notte hai l’opportunità di cancellare ogni futuro potenziale negativo con l’aiuto del tuo doppio.