
La svolta che libera, prendersi cura di sé e smettere di essere prigionieri del passato
Sai che è possibile smettere di essere prigionieri del passato? Non possiamo cambiare ciò che è stato, ma possiamo modificare il modo in cui viviamo oggi e lo sguardo con il quale guardiamo (e giudichiamo) quello che ci è successo e ciò che siamo.
Scopri come riconoscere le tue ferite. Questo è il primo passo per liberarti dal senso di impotenza, che a volte risulta paralizzante, per diventare l’adulto affidabile capace di metterti finalmente al centro della tua vita.
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Quando non ci sentiamo bene, la strada più comune nel mondo della crescita personale è guardare indietro: esplorare le ferite infantili o genealogiche, cercare di capire cosa è mancato. È un passaggio utile, soprattutto quando ci sono traumi importanti che meritano di essere elaborati con strumenti profondi come la psicoterapia o le tecniche di deprogrammazione. Ma, troppo spesso, ci fermiamo lì: restiamo bloccati a osservare le carenze, a dare colpa ai nostri genitori, o a giustificarli, senza però trasformare davvero la nostra vita.
Riconoscere i traumi senza rimanere intrappolati
Qualunque cosa facciamo, i fatti non cambiano: se da bambini non abbiamo ricevuto sostegno, affetto o attenzione, questo resterà vero per sempre. Non possiamo farci nulla. Ciò che davvero condiziona la nostra vita adulta, però, non è il trauma in sé, bensì il potere che gli lasciamo esercitare su di noi oggi. Proprio qui avviene la svolta: possiamo riconoscere il passato senza rimanerne prigionieri. Possiamo trasformarci negli adulti affidabili che non abbiamo avuto e dare a noi stessi quello di cui abbiamo bisogno.
Accettare che “alla bambina che ero mancavano cure o rassicurazioni” non significa restare “a crogiolarsi” nella mancanza. Significa dire: “Oggi io, adulta, posso offrire a me stessa quello che non ho ricevuto”. È un cambio di prospettiva che libera in modo quasi immediato una grande energia e un potere personale che tantissimi non pensano di avere.
Il senso di colpa non trova più un posto quando comprendiamo il funzionamento del nostro corpo. Quello che ci danneggia davvero è la mancanza di accettazione e il senso di impotenza, molto più delle esperienze passate.
Non è il trauma a condizionarci ma il potere che gli lasciamo esercitare su di noi
Ascoltare i nostri bisogni fondamentali
Chi resta ancorato alle ferite del passato spesso diventa il primo a ignorare i propri bisogni e a disconoscere le proprie qualità. Se analizzando il tuo dialogo interiore quello che riscontri è una critica costante, disattenzione verso i tuoi bisogni più semplici e istintivi e mancanza di amore allora forse il tuo “nemico” principale sei proprio tu. Con bisogni semplici intendo davvero le piccole cose: come bere quando si ha sete o concedersi silenzio quando serve.
Sembrano elementi trascurabili perché poco importanti, invece è da questi gesti minimi che comincia la svolta. Il sentiero che ci porta verso una reale attenzione. Quante volte ti è successo di andare a urinare anche mezz’ora dopo aver sentito il bisogno, senza altra ragione che il fatto di non prendere in considerazione la necessità del corpo che non hai considerato come prioritaria?
Prendersi cura, un atto rivoluzionario
Prendersi cura del corpo è un atto rivoluzionario: non è un dettaglio, è il segnale che siamo pronti a riconoscere il nostro valore. Ricorda, come spesso racconto in queste pagine, che il corpo è competente: ogni sensazione è una guida. Imparare ad ascoltare il corpo significa recuperare fiducia e sicurezza interiore.
Per facilitare questo ascolto, ti suggerisco alcuni strumenti pratici come la tecnica del post‑it: quando un’emozione emerge e non puoi esprimerla subito, puoi annotarla, darle spazio e considerazione. Più tardi, magari attraverso una lettera simbolica che potrai bruciare grazie a un piccolo rito di chiusura, andrai a liberare ciò che è rimasto bloccato. Questo semplice gesto riattiva un dialogo con sé stessi. Si tratta di un modo semplice ma molto efficace per aprire una porta e mettersi in ascolto.
Il corpo è competente: ogni sensazione è una guida
Non più mancanze e vuoti ma responsabilità
Molte persone restano intrappolate in un meccanismo scatenato dal senso di colpa generazionale: “non sto bene perché mia madre era fredda” o perché “mio padre mi criticava sempre”. È vero che queste esperienze hanno lasciato un segno, ma oggi siamo adulti e possiamo smettere di subire.
Prendere atto di quanto abbiamo vissuto, non mi stancherò mai di sottolinearlo, non significa giustificare, né accusare. Significa scegliere la responsabilità: spostare l’energia dal “perché” al “cosa posso fare ora”. Questo cambio di direzione trasforma il passato in una base da cui ripartire. La porta della gabbia soffocante in cui eravamo soliti vivere si spalanca.
Dobbiamo spostare l’energia dal “perché mi è successo questo” al “cosa posso fare ora”
Scoprire ciò che ci nutre davvero
Per compiere il passo di cui stiamo parlando devi esercitare la tua curiosità. Prova a chiederti: cosa mi fa bene? Cosa mi toglie energia? Quali sono i miei valori, i miei limiti, i miei desideri autentici? È l’inizio di quel “conosci te stesso” che a mio parere rappresenta un vero pilastro di guarigione.
Mettersi al centro non è egoismo: è costruire una base sicura. Amare e rispettare te stesso attiva un radar per riconoscere atteggiamenti tossici e impostare limiti assertivi. Solo così puoi davvero cambiare la qualità della tua vita.
Mettersi al centro non è egoismo: è costruire una base sicura
I cinque linguaggi dell’amore… Verso se stessi
Un passaggio utile per capire come prenderci cura di noi stessi è chiederci cosa ci è mancato di più da bambini. Se, ad esempio, ci sono mancate le parole di incoraggiamento, possiamo iniziare a sviluppare ed esercitare una voce interiore che ci sostiene invece di giudicarci. Se ci è mancato il contatto fisico, possiamo scegliere di regalarci piccoli gesti di cura, come un massaggio o il semplice atto di stendere con attenzione una crema sul corpo. Se non abbiamo ricevuto regali, possiamo concederci attenzioni, anche minime (non c’è bisogno di spendere una fortuna!) ad esempio comprando un fiore o una pianta che amiamo.
E se nessuno ti ha mai regalato momenti speciali, puoi iniziare a crearli tu, da sola (o solo) o con chi ami, organizzando esperienze che nutrono i tuoi valori. Questo non è un esercizio di compensazione, ma un atto di presenza: impari a dire “ci sono per me, qui ed ora”.
Non è un esercizio di compensazione, ma un atto di presenza
Azioni quotidiane che cambiano tutto
Non servono gesti eroici per cambiare le cose. Spesso il cambiamento nasce dalle scelte più semplici: fermarsi a respirare, bere acqua, muoversi quando serve, creare silenzio, regalarsi qualcosa di bello. Ogni volta che ci ascoltiamo, costruiamo fiducia in noi stessi. Ogni volta che rispondiamo a un bisogno, rafforziamo un messaggio interiore potente: “io ci sono per me”.
Ogni volta che ci ascoltiamo, costruiamo fiducia in noi stessi
Questo è il contrario della vittimizzazione. È l’inizio dell’autonomia emotiva: smettiamo di dipendere dagli altri per sentirci al sicuro, perché diventiamo noi la fonte primaria della nostra sicurezza.
Il corpo come alleato
Il mio approccio, come puoi scoprire leggendo le pagine di questo blog, si fonda su un principio semplice: il corpo è competente. Ogni sintomo, ogni tensione, ogni emozione è una strategia per proteggerci o segnalarci qualcosa. Quando impariamo ad ascoltarlo e a rispettarlo, smettiamo di combatterci. E da questa alleanza tra corpo, mente ed emozioni nasce la vera svolta.
La trasformazione non è un evento improvviso, ma una serie di scelte quotidiane. Quando impariamo a riconoscere le nostre ferite senza rimanerne prigionieri, ad ascoltare i segnali del corpo e a trattarci come l’adulto affidabile che avremmo sempre voluto accanto, accade qualcosa di potente: cominciamo a prenderci cura di noi stessi con rispetto e determinazione.
La trasformazione non è un evento improvviso, ma una serie di scelte quotidiane
Così, passo dopo passo, smettiamo di sentirci vittime e diventiamo protagonisti. Perché se impariamo ad essere affidabili con noi stessi saremo al sicuro, sempre e saremo liberi del passato.