Risvegliare il desiderio, il primo passo per cambiare la propria vita

Risvegliare il desiderio, il primo passo per cambiare la propria vita

In un mondo attraversato da incertezze, conflitti e informazioni spesso allarmanti, è facile perdere il contatto con i propri sogni. Ancor più facile è smettere di desiderare. Che cosa accade dentro di noi quando non riusciamo più a immaginare un’alternativa? Quando il pensiero si chiude in una spirale di rassegnazione e la nostra energia sembra spenta?
In questo articolo esploriamo un tema importante per tutti, scoprendo insieme perché sognare è una funzione vitale e non un lusso, e come possiamo risvegliare la nostra capacità di desiderare. Anche quando questo sembra impossibile.

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Pensieri che creano futuri: una verità quantistica

Secondo Jean-Pierre Garnier-Malet, fisico francese autore della teoria dello “sdoppiamento del tempo”, ogni nostro pensiero genera un futuro potenziale. In altre parole: ciò che pensiamo oggi ha già un impatto, in anticipo, sulla realtà che vivremo domani.

Questo significa che se coltiviamo costantemente pensieri negativi (“tanto non cambia nulla”, “non c’è via d’uscita”, “non ho scelta”) non stiamo solo fotografando la nostra realtà attuale. Stiamo creando condizioni interiori che alimentano, e replicano, proprio ciò che vorremmo evitare.

Ecco perché è fondamentale imparare a dirigere consapevolmente l’energia del pensiero. Non si tratta di negare le difficoltà, ma di attivare o ri-attivare uno spazio creativo in cui la mente possa generare immagini, possibilità, desideri. Ogni volta che riusciamo a immaginare come vorremmo sentirci – anche se non sappiamo ancora “come” arrivarci – mettiamo in moto una vibrazione diversa, più leggera, più fertile.
Approfondisci leggendo “Sonno Ristoratore, il segreto della fase REM”.

Sognare è una pratica di libertà

Sognare, nell’accezione che esploriamo qui, non è un’attività infantile o futile. È un gesto interiore che ci libera. È un modo per uscire dalla “scatola” di una realtà troppo stretta e riconnettersi con una parte viva di noi: quella che ancora sa desiderare, immaginare, creare.

Purtroppo, molte persone vivono oggi in uno stato di disconnessione. Si sentono bloccate in situazioni frustranti (sul lavoro, nelle relazioni, nella propria quotidianità) e, peggio ancora, credono di non avere alternative. Non perché non esistano possibilità, ma perché non riescono nemmeno più a pensarle.

Quando ci abituiamo a non desiderare, qualcosa dentro si spegne. È come se fossimo sintonizzati su un canale radio che trasmette solo notizie deprimenti: guerra, degrado, sfiducia, catastrofi. Cambiare frequenza non vuol dire illudersi: significa permettere alla mente e al corpo di entrare in risonanza con altre informazioni, altre energie, altre vie.

Come ci si connette a questo nuovo canale? Il primo passo è semplicissimo: immaginare come vorremmo sentirci.

Quando ci abituiamo a non desiderare, qualcosa dentro si spegne

Dal cosa voglio al come mi voglio sentire

Uno dei grandi equivoci sul desiderio è che debba sempre avere un contenuto concreto. “Voglio una casa in campagna, un lavoro creativo, una relazione stabile”. A volte, però, quando abbiamo desiderato qualcosa e lo otteniamo, scopriamo che non ci basta, o non ci fa stare bene come credevamo.

Questo accade perché non abbiamo interrogato davvero il nostro sentire. Perché volevamo quella casa in campagna, per esempio? Forse perché pensavamo che ci avrebbe regalato silenzio, connessione con la natura, libertà. Ma se poi ci ritroviamo isolati, a disagio, disturbati dal gallo del vicino che canta alle cinque del mattino… Capiamo che quel desiderio non era radicato nella realtà. Si trattava di un’idea astratta.

Per questo, è molto più efficace chiedersi: come mi voglio sentire? Desidero sentirmi leggera, soddisfatta, piena di energia al risveglio? Desidero provare gioia, appagamento, pienezza? Se ci connettiamo a queste sensazioni, anche senza sapere esattamente quali situazioni le provocheranno, iniziamo subito a cambiare qualcosa.

Questa è una pratica che parte dal corpo. Non basta pensarlo. Serve chiudere gli occhi, respirare profondamente, immaginare di essere già in uno stato di appagamento. Cosa cambia nel respiro? Cosa succede nella pancia, nel torace, nel cuore? Questa connessione sensoriale è molto potente e va a completare un eventuale obiettivo scritto su un foglio.

Una questione di frequenze

Tutto ciò che esiste, secondo le attuali conoscenze della fisica quantistica, ha una sua vibrazione. E la nostra coscienza si sintonizza con ciò che vibra alla stessa frequenza.
Se siamo intrisi di sfiducia, disillusione, paura, tenderemo a vedere e attirare solo esperienze che confermano quella visione. Se al contrario iniziamo a vibrare su frequenze legate ad apertura, fiducia, desiderio… La realtà intorno a noi si trasformerà.

Una metafora utile a capire quanto sto dicendo è rappresentata dalla radio. Se ci sintonizziamo su un canale che trasmette solo cattive notizie, quello ascolteremo. Ciò non significa che gli altri canali non esistano. Dobbiamo solo scegliere a cosa prestare ascolto.

Sognare è, se guardiamo alla cosa sotto questo punto di vista, una forma di accordatura. Non importa se il sogno è “realistico” o no. Quello che conta è che ci permetta di entrare nella vibrazione giusta e che ci faccia sentire vivi.

Se ci sintonizziamo su un canale che trasmette solo cattive notizie, quello ascolteremo

Il metodo Disney: dare spazio alla fantasia prima della critica

Un esempio molto ispirante arriva direttamente dall’organizzazione creativa della squadra di Walt Disney. Per ideare un nuovo film, gli artisti passano attraverso tre stanze:

  1. La stanza dei sognatori, dove tutto è permesso, dove si immagina liberamente e senza limiti.
  2. La stanza dei realizzatori, dove ci si chiede: “Come possiamo rendere reale questa idea?”
  3. La stanza dei critici, dove si analizzano gli ostacoli e si rifinisce il progetto.

Il punto chiave di questo metodo è che la critica dovrebbe arrivare sempre dopo, mai prima. Invece, nella vita di tutti i giorni, quante volte facciamo il contrario? Ci viene un’idea e subito una voce interiore la stronca: “non serve a niente”, “non funzionerà”, “non è per me”.

Così, un piccolo germoglio non fa in tempo a crescere che lo abbiamo già reciso. Invece, dovremmo imparare ad accogliere con fiducia ogni ispirazione. Anche solo per il piacere di esplorare.

Non riesci a desiderare? Forse sei nel “supermercato” sbagliato

A volte ci sentiamo smarriti perché nulla ci attrae, nulla ci muove. Potrebbe non essere un problema nostro: forse quello che ci è proposto non è nutriente e non rappresenta una fonte di soddisfazione e piacere. Ci troviamo all’interno di un “supermercato” che non è adatto a noi.

Se tutto ciò che vediamo intorno a noi – lavori, relazioni, ambienti – non ci ispira, possiamo cambiare la direzione del nostro sguardo.

Dobbiamo domandarci “come mi voglio sentire?” e non “quale articolo di questo supermercato fa per noi?. Così facendo, ci possiamo sintonizzare sulla frequenza della gioia, sulla sensazione di una vita piena di senso, di condivisione, di opportunità (per esempio). In modo naturale, semplicemente cambiamo canale radio, usciremo dal “solito” supermercato. 

In questo modo saremo ispirati a fare delle cose che non abbiamo mai fatto, oppure faremo le stesse cose con un altro spirito. Incontreremo persone nuove o si sveleranno altri aspetti delle persone che conosciamo già. Scopriremo nuovi contesti, nuove opportunità e l’infinità delle possibilità che non aspetta altro che di essere esplorata.

Scopriremo nuovi contesti, nuove opportunità e l’infinità delle possibilità a nostra disposizione

Se continuiamo a guardare sempre le stesse cose, negli stessi ambienti, con lo stesso sguardo… Davvero è naturale che il desiderio non si attivi. Quando riusciamo a spostare l’attenzione su ciò che può nutrire il nostro io, anche solo grazie all’immaginazione, possiamo risvegliare inclinazioni utili.

Sognare è un atto di responsabilità verso la propria anima

Desiderare non è fuggire dalla realtà. È ascoltare ciò che in noi chiede spazio, espressione, cambiamento. È assumersi la responsabilità di non lasciare la propria vita in attesa, ma di iniziare, anche solo interiormente, un movimento.

Non tutto ciò che sogniamo si realizzerà, è vero. Ogni sogno, comunque, ci mette in contatto con la nostra energia vitale. Ogni desiderio ascoltato è un seme. E come ogni seme, ha bisogno di tempo, cura, fiducia.

Ogni sogno ci mette in contatto con la nostra energia vitale

Iniziamo oggi, anche solo per qualche minuto, a chiederci: come mi voglio sentire? E lasciamoci già invadere da tutte queste sensazioni con il supporto del corpo. Da lì, tutto può cominciare.